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Guarda l'intero numero di Oltre (20 MB) - Comunità Piergiorgio

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Un problema ancora troppo poco indagato,quello dell’alcolismo tra le casalinghe, eche oggi non fa ancora notizia.Il martini americano se lo prepara come aperitivoa pranzo: martini solo quanto basta per sciacquarei cubetti <strong>di</strong> ghiaccio, il resto è gin. Per la serapreferisce un cocktail. Naturalmente vino a tavola edopocena un cognac o due <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> whisky. Perché?Perché le piace, perché la fa sorridere, stor<strong>di</strong>re, <strong>di</strong>menticareche non ha un lavoro, che non ha più unlavoro; che i figli sono occupatio lontani; che il compagno anche;che ha passato un’altragiornata chiusa in casa. Manon è la solitu<strong>di</strong>ne in sé a spaventarla,è piuttosto il confrontocon tutto quel mondoche sta fuori e che pulsa <strong>di</strong>attività, <strong>di</strong> azione, <strong>di</strong> produzione,<strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> materiale,immateriale o fantasticoche sia. Ecco; non la solitu<strong>di</strong>nein sé, ma l’isolamento da unmondo dove anche le donnefanno, <strong>di</strong>cono, vanno. Magariguadagnano poco, e sicuramentemeno rispetto agli uomini, ma sono comunquein azione. Tutti verbi <strong>di</strong> azione, mentre lei sisente inerte dentro casa, emarginata, allontanata,inutile.Nelle <strong>di</strong>verse inchieste sull’alcolismo o sulconsumo e abuso <strong>di</strong> alcol non si parla mai delle casalinghe;chissà se una volta tanto non sia una fortuna.Si parla <strong>di</strong> giovani che cominciano a bere troppopresto, <strong>di</strong>mostrando un <strong>di</strong>sadattamento e un <strong>di</strong>sagioin<strong>di</strong>cibili; si parla <strong>di</strong> uomini adulti; eppure non siparla <strong>di</strong> donne, un altro segnale che le statistiche <strong>di</strong>genere fanno sempre una certa fatica ad emergere:le donne sono comprese nel totale, giovani o adulteche siano. Così non si sa o non si vuole vedere quantoalcol circoli tra le casalinghe, deliziosa categoriaper definire le <strong>di</strong>soccupate; coloro che hanno cercatoun lavoro e non l’hanno trovato; che lo cercano; coloroche lo hanno perso; coloro che ci hanno rinunciatoper scelta, per seguire meglio la famiglia, con tuttala cura e la de<strong>di</strong>zione possibili. Ognuna con il propriobagaglio <strong>di</strong> responsabilità eppure tutte accomunateda questo senso <strong>di</strong> mancanza o <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta. Eallora l’alcol <strong>di</strong>venta un buon compagno che ti stor<strong>di</strong>sceper un po’ permettendoti così <strong>di</strong> mettere unfreno ai pensieri. Generalmente ben sopportato, senzache ti possano definire alcolista e quin<strong>di</strong> senzanemmeno dover ricorrere a cure. Fino a quando nonarriva un sintomo altro, qualcosa che si possa chiamarecon un nome <strong>di</strong>verso; una malattia al fegato, alsangue oppure ai reni. Altrimenti si scoprirebbe un<strong>di</strong>sagio che la società non potrebbe tollerare, checosterebbe troppo indagare, prevenire, curare. Silenzio.Meglio un altro bicchierino.Ma certo che non c’è solo il lavoro o la famiglia.Certo, restano il volontariato e la politica. Ilvolontariato è una normalità nella vita delle donne ein politica, nel <strong>20</strong>08, la partecipazione delle italianeal governo del Paese risulta essere pari al 17%, controlo svedese 47%. E’ un quadro <strong>di</strong>sastroso per ledonne italiane quello che emerge dal rapporto equin<strong>di</strong> è inutile pensare <strong>di</strong> partecipare alla vita politica;ci si può provare ma è un’altra battaglia persain partenza, esattamente come quella del lavoro.Non è certo la mancata partecipazione allavita politica a far nascere ilfenomeno dell’alcolismo femminilebensì un’altra opportunitànegata, un altro datoche non migliora la situazionedella presenza femminilefuori casa.E’ un fenomeno sottovalutato,quello della stragealcolica, che per le donne inparticolare si perpetua nell’in<strong>di</strong>fferenza.L’alcolismo hauna grande <strong>di</strong>ffusione tra lecasalinghe ma non è un fenomenoscoperto; anzi, la donnache beve attira simpatiasu <strong>di</strong> sé perché è spiritosa, allegra, pronta alle battutee le casalinghe non provocano certo le stragiregistrate dalle cronache giornalistiche per guida instato <strong>di</strong> ebbrezza; non uccidono, non stuprano; solitamentenon perdono mai totalmente i freni inibitori.Quin<strong>di</strong> perché indagare?La strada da percorrere in Italia a favore <strong>di</strong>una lotta all’alcolismo è ancora molto lunga, soprattuttoper quanto riguarda i problemi dell’alcol correlatialla donna casalinga che sono ancora un tematabù descritto raramente dalla letteratura professionale.E nonostante una recente crescita del <strong>numero</strong><strong>di</strong> pubblicazioni, la maggioranza delle conoscenzesul bere femminile tra le mura domestiche si basaancora spesso sulle impressioni personali. Anchequesto articolo è frutto <strong>di</strong> una personale indagine,per questo davvero inquietante, e che trova nel lavorouna causa imprevista. Le ricerche attuali sullemotivazioni rivelano problematiche <strong>di</strong>verse tra i duesessi e per le donne si preferisce sempre parlare <strong>di</strong>violenze sessuali, crisi familiari, depressione senile,senza volere mai affrontare invece la ragione prima,ossia la mancanza o la per<strong>di</strong>ta del lavoro che non siriesce a supplire con altro.Elsa Bettella

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