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novembre - Fraternità San Carlo

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BUONAVISIONE>>Together with YouUn film di Chen KaigeCina, Corea del sud 2002durata 116 minIl tredicenne Xiao Chun suona il violino da quando è bambino, forse per compensare la mortedella madre che non ha mai conosciuto. Il padre sogna per lui un grande futuro da musicista: cosìi due si trasferiscono a Pechino, dove il ragazzo incontra maestri duri ed esigenti e anche ilprimo, bruciante amore... Un film intenso sul talento e sulla paternità, con un finale a sorpresa.NOVEMBREfraternitàemissione7Un sacrificio che vale HarvardUna “materia” di cui non si parla mai ascuola, ma che se viene esclusa rende impossibilestudiare e crescere. È il sacrificio.«L’anno scorso ho cominciato a parlare moltofrequentemente del sacrificio», dice JoséMedina. «Il sacrificio è dentro l’amore. Tu lofai perché ami, altrimenti non ti muovi. Faparte dell’educazione della vita. Se tutto diventauna questione di piacere immediato,non c’è possibilità di amare».Puoi fare degli esempi? «Tre anni fa ungruppo di ragazzi e di professori mi hannocomunicato che volevano istituire un corso dimatematica di livello avanzato. Abbiamo tenutoil corso durante l'estate: i ragazzi andavanoa lavorare, e poi, dalle sei alle otto, avevanoil corso e poi gli esami. Sulla base diquell’esperienza, a metà di quest'anno hoproposto ai ragazzi di tentare di viverel’estate pensando a ciò che vogliono fare:studiare, lavorare o fare qualcosa di utile, pernon vivere un tempo morto. La mia propostaha dato l'avvio a frequenti dialoghi su ciòche è giusto fare. Poiché l'Università di Harvardtiene dei corsi estivi in una scuola vicinaa noi, abbiamo mandato lì quasi ottanta ragazzi».E come è andata? «I docenti di Harvardsono colpiti dal loro impegno. Quei ragazzisono là accettando il sacrificio, perchélo vogliono. Hanno voglia di stare là».uestione di vitati di famiglie povere, in prevalenza immigrati dell’Americassione educativa. E la scoperta dell’unità della vita.solo Haiti». Il desiderio di amare le persone non è misuratodalle proprie capacità. Alla fine, i ragazzi non hannoraccolto tanti soldi, ma credo che sia stato un esempio diuna educazione e una apertura alla vita veramente preziose.Una attività molto semplice è il pregare assieme. Abbiamoun momento durante la giornata dedicato alla preghiera.Spesso chiedo: «per che cosa preghi?». È una educazione:è renderli coscienti di come è grande il mondo.Come si svolge questo momento di preghiera?Leggiamo una preghiera, che inseriamo nel bollettinoquotidiano. Poi, liberamente, si dicono le intenzioni cheuno ha nel cuore e poi si recita il Padre nostro, la preghieradi san Francesco... In questi anni ho visto gli studenticambiare. All’inizio si pregava con vergogna, lagente non voleva dire certe cose. Nel tempo, però, lapreghiera è diventata il momento in cui emergono ledifficoltà legate alla famiglia, al rapporto con gli amici,agli esami. C’è un momento della vita, tutti i giorni, incui, semplicemente, si capisce che tutto è importantenel rapporto con Dio.E con i professori che rapporto c’è?Vivo il lavoro con i professori guardandoli, cercandodi capire quali sono le loro passioni. In un certo sensonon ho molto in comune con loro, la fede non è un terrenocondiviso a cui potersi attaccare. Parto allora daldesiderio che vedo in loro, che può essere desiderio dicapire una materia meglio o di aiutare i ragazzi a imparare.Li aiuto in un dialogo e poi a trovare altre personecon cui parlare di queste cose. I cambiamenti più grandiin questi anni sono stati sempre guidati dalle passioniche ho trovato nelle persone.Un altro aspetto riguarda il rapporto degli adulti coni ragazzi. Nei primi tempi, gli adulti sentivano il ragazzocome nemico, come uno che non ha voglia di lavorare.Questo sta cambiando, anche nel modo in cui noi parliamodegli studenti. Ho insistito molto su cosa davveroÈ bello lavorarecon questi ragazzi:la vita è cosìdrammatica cheinvita a qualcosadi più grandeJosé Medina, 42 anni, prete dal2001, con i suoi studenti il giornodella consegna del diploma. Paginaa fianco, skyline di Boston.significhi stare con i ragazzi, parlare con loro e di loro:un’educazione a rispettare la loro alterità. È facileessere contenti di chi ti segue e arrabbiarsi con quelliche non ti ascoltano. Ma questo significa perdere ladimensione misteriosa della persona, e sciupare il rapportocon chi ti sta davanti.Che cosa cambia nella scuola la presenza di un preteche vive la sua fede e la sua vocazione con verità?Il solo essere preti nella scuola è di per sé una cosache non si vede da nessuna parte. Ci sono veramentepochi religiosi negli istituti, ormai. Per i ragazzi, il fattoche ci sia un prete che insegna, e che non insegna religione,ma storia, fisica e matematica, apre una domanda,rompe la divisione che esiste tra la fede e la vita, perchévedono nel sacerdote-professore un chiaro punto diunione. Tutto sta nell’essere là, immersi nella vita deglistudenti, non come un direttore spirituale che ti dicecome dovresti comportarti, ma una persona che fa il suolavoro e testimonia che c’è un modo più bello di vivere.Per me è decisivo pormi di fronte ai ragazzi non per risolverela loro vita, ma per aiutarli a vivere il dramma dellavita. Lasciando le domande aperte, c’è la possibilità cheloro trovino Cristo, attraverso delle conversazioni, attraversodei libri. Il bello del lavorare con questi ragazzi èche la vita è così drammatica che invita a qualcosa di piùgrande. Ai professori dico sempre: non siamo qui per risolverela loro vita. Siamo qui per vivere con loro l’avventuradella vita, sia quel che sia.

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