giudizio ideologico doveva essere ricavato da fattori meno meccanici di quelli sociologici. Il Marx“teorico” di cultura, ricavata da letture di Marx considerate marginali dalla tradizione piùsquisitamente economicista (come la Sacra famiglia, Per la critica della filosofia del diritto diHegel, Critica critica, Miseria della filosofia) pone il problema del confronto tra il pensiero e la sua“vulgata”, affrontato dalla relazione di Donald Sassoon.La cosiddetta “vulgata” del materialismo storico della Seconda e Terza internazionale deveessere considerata parte integrante dello sviluppo della teoria sociale del ventesimo secolo ed anchesignificativa della sua “forza egemonica”; quindi non solo come fattore degenerativo rispetto aduna presunta “teoria alta”. Elementi di riduzionismo economico sono sempre stati presenti nelmaterialismo storico; ne nacque un sistema ideologico caratterizzato da tre aspetti: una definizionedel presente basata sull’idea dei rapporti di sfruttamento tra lavoratori e capitalisti, una narrazionestorica che veda il progressivo superamento dell’economia rurale verso una sempre più progreditaindustrializzazione, una visione strategica fondata sulla centralità del partito politico esull’importanza della conquista del potere statuale. A tale sistema, al quale anche <strong>Gramsci</strong> hasostanzialmente aderito, si lega la problematizzazione della conquista del potere in Occidente,raggiungibile assumendo il controllo della società attraverso l’egemonia, contrapposto alla strategiarivoluzionaria dell’Est che presuppone una società civile solo parzialmente sviluppata ed uno Statoprivo di legittimità. Nell’insieme questa distinzione si basa su due differenti concetti di rivoluzione:il primo è quello di rivoluzione francese o bolscevica che prevede il rovesciamento di un regime, ilsecondo si basa su un’idea di rivoluzione come processo a lungo termine. Questo divenne il puntofocale della vulgata gramsciana, da Togliatti alla strategia dell’eurocomunismo in Italia negli anni’70.* * * * * * *AvvisoPer favorire la messa a punto dei prossimi numeri della IGS <strong>Newsletter</strong> si prega di inviare note earticoli scritti in lingua italiana direttamente a Guido Liguori, via e-mail (con documenti salvati perwindows - word 97 o precedenti - in attachment) al seguente indirizzo: gl.liguori@flashnet.it.— 31 —
Il Convegno di Bucarest su <strong>Gramsci</strong>diAndrea CatoneA maggio 1999 si è svolto a Bucarest il convegno su "Lingua, cultura ed egemonianell'opera di <strong>Gramsci</strong>". Si è trattato di un evento importante. E' la prima volta, infatti, dopo il 1989,che un paese dell'ex "socialismo reale" ospita un convegno su <strong>Gramsci</strong>; ancor più significativo checiò avvenga in Romania, un paese che, per il modo "patologico" in cui è stato lì organizzato evissuto il sistema che si autodefiniva socialista, sembra vivere ancora oggi, a 10 anni dal 1989, inuna sorta di rimozione totalitaria della propria storia recente e di rifiuto viscerale di qualsiasidiscorso che si richiami al comunismo.Ed ecco invece che <strong>Gramsci</strong>, il "comunista critico" <strong>Gramsci</strong>, ritorna in Romania e il suopensiero si rivela un preziosissimo strumento per riappropriarsi il passato e leggere il presente, perriaprire un discorso critico rispetto alla cultura egemone dell'americanismo e del neoliberismo.Nel Convegno, <strong>Gramsci</strong> non è stato "imbalsamato" come un'icona o un "santo al capezzale"(è ciò che egli rimproverava al partito socialista di aver fatto di Marx). E proprio questo aspetto di<strong>Gramsci</strong> comunista critico e antidogmatico è stato sottolineato con forza dal direttore dell'Istitutoitaliano di cultura a Bucarest, Vito Grasso.Diverse relazioni e il conseguente dibattito hanno toccato la questione crucialedell'egemonia, del modo e delle forme in cui il capitalismo mondializzato oggi riesce ad ottenere ilconsenso delle masse, a "fabbricare tale consenso", per riprendere un'espressione di Chomsky. Suun inquadramento generale del problema e una sua attualizzazione si è soffermato il prof. GheorgheStoica (Università di Bucarest), che è stato anche il principale organizzatore e animatore delconvegno, mentre il prof. Ion Goian (che è anche il traduttore dei Discorsi di Machiavelli in linguarumena) ha sottolineato il carattere "strategico" del pensiero di <strong>Gramsci</strong> che, in quanto tale, recuperain pieno una dimensione dialettica contro le influenze positivistiche e pragmatistiche della culturaanglosassone. In stretta connessione con la relazione di Goian, possono esser lette quella di AndreaCatone, che ha affrontato la questione del rapporto tra egemonia dei dominanti e senso comunedelle masse che, come sottolinea <strong>Gramsci</strong>, non si identifica col "buon senso"; e del giornalistarumeno Ion Zara, che, partendo dal modo in cui il giovane e anticonformista giornalista del Gridodel popolo e dell'Avanti! concepisce e realizza un "giornalismo integrale", ha esaminato ruolo e— 32 —
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