13.07.2015 Views

REGIONE CAMPANIA - Inea

REGIONE CAMPANIA - Inea

REGIONE CAMPANIA - Inea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

PIF – Le filiere regionali: Filiera Vitivinicolacui uno in botte), può portare in etichetta la specificazione di “riserva”. Nel passato,però, si sono introdotti vitigni di origini extra regionali, come il Sangiovese, ilBarbera, il Trebbiano e la Malvasia, alterando il patrimonio ampelografico dellazona. Si è realizzata anche una struttura cooperativa “Cerere”, della capacitàlavorativa di hl 27.000, che oggi è praticamente inoperante. Di recente, però, sisono evidenziati significativi sintomi di ripresa con riconversione varietale, ilrecupero di antichi vitigni locali (si sono realizzati due vigneti sperimentalifinalizzati alla conservazione, recupero e valutazione dei vitigni autoctoni). Nelbasso casertano, tra i vini di qualità sono presenti la Falanghina, l’Asprinio diAversa ed il Falerno del Massico. Il Falerno del Massico, anche se prodotto inpiccole quantità, è un vino che rappresenta una produzione di eccellente qualità e digrande tradizione, anche se la sua produzione resta delimitata nell’ambito di pocheaziende, dotate di moderni impianti di trasformazione, di grande tradizione e dibuona imprenditorialità.3.1.3. La strategia d’intervento generaleIl settore primario appare, in questa filiera, di fondamentale importanza se si tiene contoche le aziende del comparto vinicolo ottengono un output finale in cui la qualità delprodotto agricolo originario è importante e riconoscibile. Appare chiaro che qualsiasidecisione presa nella fase di produzione ha conseguenze che ricadono su tutti gli attoridella filiera e che senza il coinvolgimento diretto dei singoli produttori non è quindipossibile alcun risultato duraturo. Il coordinamento verticale basato esclusivamente suesigenze di mercato, diventa sempre meno sufficiente a garantire la coerenza tradomanda e offerta per un prodotto come il vino che perde sempre più la caratteristica diprodotto di massa e si allinea alle richieste dei consumatori sulla base di nuove strategiedi segmentazione dei trasformatori.Infatti, la filiera del vino in Campania, negli ultimi venti anni, ha subito una notevoleevoluzione che ha interessato soprattutto i segmenti del primario e della trasformazione.I cambiamenti più radicali del primario hanno riguardato la scelta del vitigno volta almiglioramento qualitativo: difatti, dopo una fase caratterizzata da un’indiscriminatainvasione di vitigni di provenienza extraregionale introdotti senza alcuna verificapreventiva volta a valutarne l’adattamento viticolo-enologico agli ambienti campani, iproduttori hanno puntanto alla valorizzazione e al recupero delle varietà autoctone chegarantiscono vini di pregio e tipicità. Allo stesso tempo, però, è ancora rilevante ilnumero di aziende, estremamente frazionate e di piccola estensione, che sono ai marginidel mercato, con produzioni destinate all’autoconsumo o alla vendita diretta.L’evoluzione della filiera vitivinicola campana riguardante le aree di produzione, letipologie di vino e di mercati serviti, evidenzia una fase di transizione che puòorientarsi, mediante azioni mirate ad una definitiva stabilizzazione all’interno delsistema agroalimentare moderno.Date queste premesse e tenuto conto delle differenze emerse dall'analisi delle areeviticole individuate sul territorio regionale, si evidenzia l'opportunità di finalizzare gliinterventi non tanto alla riqualificazione dei vitigni in produzioni di qualità che inqualche modo è già avvenuta, ma privilegiando un miglioramento delle fasi ditrasformazione, imbottigliamento e valorizzazione del prodotto finale. Si propongono41

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!