13.07.2015 Views

REGIONE CAMPANIA - Inea

REGIONE CAMPANIA - Inea

REGIONE CAMPANIA - Inea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

PIF – Le filiere regionali: Filiera Florovivaisticaavanzate tecnologicamente, con un’impiantistica di base che comprende dal miscelatoredei concimi all’impianto di riscaldamento, dall’impianto di raffreddamento alle strutturedi ombreggiamento-coibentazione, dalle attrezzature di drenaggio all’impianto difertirrigazione. In alcune aziende, inoltre, si sono riscontrati un secondo tipo diattrezzature più avanzate tecnologicamente che mirano al controllo dei parametrimicroambientali, quali la produzione di anidride carbonica, la temperatura, l’umidità ela luminosità.Tra le varietà più note della Gerbera prodotte in Campania e presentate ad Ercolano inoccasione della manifestazione Flora 99, si ricordano la 6422019, la 151.06 Marco, laMondial, la Crysler, la Selenia, la Delion.La Rosa: La coltivazione della rosa da stelo reciso interessa 166 ettari di cui il 93% inambiente protetto, con quasi 127 milioni di steli prodotti ogni anno e rese unitarie medievicine agli 800mila steli ad ettaro 4 . Nonostante l’indiscussa leadership della Campanianei confronti della coltivazione della rosa da stelo reciso, la posizione dei produttoricampani è notevolmente peggiorata negli ultimi cinque anni per la presenza diun’incalzante offerta di prodotto extracomunitario (Colombia e Venezuela) di buonaqualità e con un’elevata competitività di prezzo. D’altra parte, l’offerta regionale è statanotevolmente alimentata dalle nuove aree rosicole (Piana del Sele) che rappresentanocirca il 70% dell’intera produzione campana e che rendono gravemente sbilanciati ivolumi produttivi conferiti ai mercati, vista la contrazione dei consumi di beni voluttuarie quindi la debolezza della domanda. In più, tale situazione risente anchedell’inadeguatezza organizzativa dei produttori e del significativo aumento di alcunecomponenti del costo di produzione, quali l’acquisto di piante madri per l’impianto e laspesa per concimi, fitofarmaci e antiparassitari.Tra le varietà più recenti diffuse in Campania, si ricordano la Rosa del Giubileo, laParfum de Rose, la Brazero, la Catwalk, la Farhao.Tra le piante da fiore, il primato è da attribuire quasi a pari merito alla Poinsettia e alGeranio. La prima fa registrare una produzione annuale di circa due milioni e mezzo divasi 5 , mentre il Geranio si attesta sui due milioni di piante, quasi tutte in colturaprotetta 6 . Nella fase di coltivazione, la Poinsettia richiede substrati di coltivazione dotatidi elevate qualità fisico-chimiche nonché mostra, sia nella fase di crescita sia in quelladi fioritura, elevate esigenze tecniche; le talee del Geranio, invece, vengono acquistatedalle grandi ditte produttrici, poiché solo una minima parte dei florovivaisti campaniprovvede alla riproduzione di materiale aziendale; tali talee arrivano in azienda incontenitori ecopot o jiffy e sono poi, messe nei vasi dove arriveranno a maturazione.Per quanto concerne la distribuzione floricola nelle varie province, quelle di Napoli eSalerno restano le più rappresentative in termini di PLV, rispetto alla produzionefloricola regionale riportando rispettivamente il 63% e il 26%; a grande distanza dalleprime due si trova Caserta con 7 mld nel 1996, seguita da Avellino, la cui PLV è quasiraddoppiata tra il 1994 e il 1996 con 4,7 mld.Nei segmenti a monte della filiera si denota un'assenza significativa di aziende dedicateall'attività di moltiplicazione del materiale; quest'ultimo è per lo più di provenienza4 A.Di Stefano, G.di Sandro - Fra il boom e il declino: il caso Campania - Suppl. a Colture Protette n° 5,1998.5 C.Borrelli - Nelle serre della Campania - Suppl. a Colture Protette N°6, 19996 C.Borrelli - Nel Napoletano e nel Salernitano - Suppl. a Colture Protette n°9 - 199988

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!