INQUESTO <strong>NUMERO</strong>IL CALITRANO<strong>ANNO</strong> <strong>XIX</strong> - N. <strong>11</strong> n. s.IN COPERTINA:Cal<strong>it</strong>ri, 6 luglio 1999. La signora RosaLucia Fatone, nata a Cal<strong>it</strong>ri il 25 ottobre1907 in compagnia del cagnolino Lilli èintenta ad un lavoro all’uncinetto nellasua cucina non proprio antica, maancora capace di destare, nelle personedi una certa età, antichi ricordi difamiglie raccolte davanti al focolare,mentre le caldaie crep<strong>it</strong>avano sul fuoco.La cucina, fino all’avvento dellatelevisione era il vero santuario dellafamiglia, che ogni giorno vi si raccoglievaper trascorrere insieme il tempo delriposo e della comunicazione.LUMINOSAMENTESOVRANALa danza dei tuoi sognicosì leggero di un soffioe come a correre in azzurroper vederti elettasempre più in altodai profili in ombradelle tue belle formee ti risplende alloradi sorrisi il voltonei tuoi trionfi,e pur vivi le penedel tuo finire,ma nel fior<strong>it</strong>o dei toui annifigura umanaluminosamente sovranaManfredi Del DonnoRICORDACHE LA TUA OFFERTAÈ DECISIVAPER LA PUBBLICAZIONEDI QUESTO GIORNALELa sfida è competeredi Raffaele Salvante 3Prima della primaCal<strong>it</strong>ri 1999di Antonella Salvante 4Una lezione di storiae di v<strong>it</strong>adi Vannalucy Di Cecca 6Cal<strong>it</strong>ri nel Seicentodi P. Gerardo Cioffari O.P. 8Conzain età modernadi Emilio Ricciardi 13DIALETTO E CULTURAPOPOLARE 18MOVIMENTODEMOGRAFICO 20LA NOSTRA BIBLIOTECA 22REQUIESCANT IN PACE 23L’AMOREAmore,quannu si’ vveru,si’ cchiu’ rranne te lu Celu,cchiu’ prufunnu te lu Marecchiu’ sprènd<strong>it</strong>u te lu Sule!Anima te lu core,nu’ canusci né tiempu e[né cunfini.Pe ttie, o <strong>it</strong>erna Primavera,li scuèrpi te la V<strong>it</strong>a, le spineddèntanu fiuri te sciardine.V<strong>it</strong>a te la V<strong>it</strong>a e te la Morte.Eternu comu Diu,allu Paraisu unisci la Terra.Alfredo Mangeli(dal libroMunnu te Jeri e Munnu te OscieEdizioni Biblioteca MinimaNovoli – Lecce 1998)Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizionidell’Associazione Culturale “Caletra”Fondato nel 1981Indirizzo Internet - http://www.dinonet.<strong>it</strong>E-mail: salva@dinonet.<strong>it</strong>DirettoreRaffaella SalvanteDirettore ResponsabileA. Raffaele SalvanteSegreteriaMartina SalvanteDirezione, Redazione, Amministrazione50142 Firenze - Via A. Canova, 78Tel. 055/78.39.36Spedizione in abbonamento postale 50%C. C. P. n. <strong>11</strong>384500La collaborazione è aperta a tutti,ma in nessun caso instaura un rapportodi lavoro ed è sempre da intendersia t<strong>it</strong>olo di volontariato.I lavori pubblicati riflettono il pensierodei singoli autori, i quali se ne assumonole responsabil<strong>it</strong>à di fronte alla legge.Il giornale viene diffuso gratu<strong>it</strong>amente.Attiv<strong>it</strong>à ed<strong>it</strong>oriale di natura noncommerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633e successive modificazioni.Le spese di stampa e postali sono copertedalla solidarietà dei lettori.Stampa: Polistampa - FirenzeAutorizzazione n. 2912 del 13/2/1981del Tribunale di FirenzeIl Foro competente per ogni controversia èquello di Firenze.Accred<strong>it</strong>i su c/c postale n. <strong>11</strong>384500 intestatoa “IL CALITRANO” - Firenze oppurec/c bancario 61943/00 intestato a SalvanteA. Raffaele c/o Sede Centrale dellaCassa di Risparmio di Firenze Spa - ViaBufalini, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160.6 -CAB 2800Chiuso in stampa il 19 luglio 1999
N. <strong>11</strong> n. s. - Maggio-Agosto 1999 IL CALITRANOPER UNA RINNOVATA CONSAPEVOLEZZALA SFIDA È COMPETEREPer far r<strong>it</strong>rovare al Paese il gusto dei valori che garantiscono autentic<strong>it</strong>à di futuro,dign<strong>it</strong>à, giustizia e pace attraverso un ininterrotto processo educativo e formativoche renda possibile la compresenza di solidarietà e di efficienza.a concertazione, ovvero, la pace sociale eL il consenso quali insost<strong>it</strong>uibili ingredientidi qualsiasi ricetta di sviluppo, ha consent<strong>it</strong>ofinora di governare le dinamiche salariali inuna fase a dir poco turbolenta, sia sul pianoprettamente pol<strong>it</strong>ico che su quello valutario,anche se soltanto di riflesso.È chiaro che la si vuole rendere più ambiziosanei traguardi, rilanciando lo sviluppo el’occupazione e più ampia nella partecipazione,con il coinvolgimento di tutti i numerosiattori che compongono l’articolato tessutoproduttivo della nostra Italia, che continuaa vivere una grande trasformazione: sia sulfronte pol<strong>it</strong>ico, sia e soprattutto sul fronte economico,dove la necess<strong>it</strong>à di efficienza siscontra con il consolidarsi dei vecchi vincoli el’affermarsi di nuove rigid<strong>it</strong>à.Infatti, la compless<strong>it</strong>à burocratica-amministrativae l’oneros<strong>it</strong>à fiscale e contributivanon solo provocano la cresc<strong>it</strong>a del sommerso,ma rende sempre più difficile integrarsinella globalizzazione, facendo perdere colpial Paese nella cultura dell’innovazione ecreando nuove oligarchie che perpetuano effettiperversi, sottostando, per di più alla discrezional<strong>it</strong>àdi una burocrazia in cui l’innovazioneha raramente cambiato i sistemi dioperare e non ha, comunque, mai modificatoi comportamenti.Questo è l’arido, freddo e disarmante linguaggiodella pol<strong>it</strong>ica e della pol<strong>it</strong>ica economicain particolare, nel cui amb<strong>it</strong>o i cambiamentisi verificano con maggiore rapid<strong>it</strong>à,producendo e distribuendo beni e servizi materialicon manifesti e preoccupanti inconvenienti,quali la piaga endemica della disoccupazione,le forme antiche e nuove dipovertà, l’inquinamento ambientale, l’intreccioperverso fra interessi economici e decisionipol<strong>it</strong>iche, l’induzione artificiosa dibisogni e di modi di v<strong>it</strong>a e così via.È, perciò, necessario che i fenomeni negativi– quali le intollerabili disuguaglianzesociali ed economiche – siano fatti oggetto diuna puntuale e vibrata denuncia, per richiamarel’attenzione e scuotere la coscienza collettivae di quanti hanno particolari responsabil<strong>it</strong>àal riguardo, ricordando sempre che ilmondo delle cose ci è donato attraverso l’ered<strong>it</strong>àche ci viene lasciata dalle generazionipassate e che, a sua volta, esige che noi latrasmettiamo, arricch<strong>it</strong>a, alle generazioni future,in una catena ininterrotta di solidarietà,idonea a cost<strong>it</strong>uire il fermento e il principiodi un autentico rinnovamento della nostrasocietà.Certo le leggi economiche si rifanno, oltreche al mercato, alle ist<strong>it</strong>utzioni nelle qualisi esprimono e vengono regolate la v<strong>it</strong>a e lerelazioni dei popoli; ma, in fondo, è sempreil cuore dell’uomo che è chiamato a sceglieretra la forza e il dialogo, la competizionee la solidarietà, e cambiare le ist<strong>it</strong>uzioniresta impresa vana e impossibile se non si riconoscela central<strong>it</strong>à dell’uomo dentro la società,il primato dell’uomo sul lavoro, il primatodel lavoro sul cap<strong>it</strong>ale e il primato delladestinazione universale dei beni sulla proprietàprivata.In effetti, lo sviluppo allora soltanto è armonioso,quando ogni persona viene valorizzataattraverso una partecipazione responsabilealla v<strong>it</strong>a economica e sociale; quando vengonopromosse la libertà, la creativ<strong>it</strong>à, l’autodeterminazionee l’iniziativa personale, quandoviene garant<strong>it</strong>o il dir<strong>it</strong>to al lavoro, quandoviene conservato l’ambiente naturale.L’impronta da dare alle ist<strong>it</strong>uzioni economichedella società cost<strong>it</strong>uisce, dunque,un impegno etico, capace di assumere formeprogettuali, al fine di garantire che il progressodella tecnologia sia posto al serviziodello sviluppo integrale della persona, di tuttele persone e di ciascuna di esse, in un <strong>it</strong>inerarioeducativo di formazione permanenteatto a sostenere il livello e la qual<strong>it</strong>à dell’ascolto,del confronto e del dialogo che nutronola comunicazione. Purtroppo, episodidi violenza, di razzismo, di esclusione, di rifiuto,di disprezzo della v<strong>it</strong>a, sono ormai ognigiorno sotto i nostri occhi, dentro la quieteapparente delle nostre c<strong>it</strong>tà e delle nostrecase; episodi che esplodono nella concorrenzial<strong>it</strong>àefficientistica e spietata che, in ognicampo, espelle i deboli e i vinti, nei ricatti diuna v<strong>it</strong>a di coppia e di famiglia sempre piùattraversata da linee di frattura, nella violenzafisica e psichica eserc<strong>it</strong>ata sulle donne esui bambini, nell’aggressiv<strong>it</strong>à cieca che devastaperfino i momenti del gioco e dellacompetizione sportiva.L’uman<strong>it</strong>à comincia a capire che senzagiustizia non c’è pace e che per fare paceoccorre cominciare a fare giustizia, l’illegal<strong>it</strong>à,infatti, è nemica della pace dentro a unmondo minacciato e divorato dai confl<strong>it</strong>ti, lapratica della giustizia come virtù è un fattoredinamico e operoso della costruzione dellapace: i giusti sono i veri operatori di pace;r<strong>it</strong>ardare la promozione umana è dunque r<strong>it</strong>ardarela pace.Nasce da qui la necess<strong>it</strong>à di un rinnovatoimpegno da parte di ciascuno di noi conl’attenzione concreta alle persone che è fontedi <strong>nuova</strong> cultura sociale e di c<strong>it</strong>tadinanzaresponsabile e solidale, in particolare attraversoil riconoscimento e la promozionedella dign<strong>it</strong>à e dei dir<strong>it</strong>ti di ogni persona,col mettersi in viaggio con altri senza pretenderedi scegliersi la compagnia, apprezzareil valore dell’incontro e dell’accoglienzatra diversi, sperimentare la fatica e lagioia del camminare insieme, imparare aprocedere al passo degli ultimi, cioè costruirela “comunione” con tutti nella quotidian<strong>it</strong>à,senza escludere nessuno e senzascendere a compromessi in nulla sul pianodell’autentic<strong>it</strong>à; la car<strong>it</strong>à crea comunioneperché cerca gli altri, ogni altro, nella divers<strong>it</strong>àdelle s<strong>it</strong>uazioni personali di v<strong>it</strong>a, locerca perché sa di averne bisogno, primaancora che per aiutarlo. Cerchiamo di farnostro, con fiducia e coraggio, l’impegno diinvestire le migliori energie per i giovaniper dissipare quella loro sorte di indifferenzache è piuttosto diffidenza verso una societàe un mondo adulto che non si fa responsabiledel loro futuro; e fare uscire ognigiovane dall’anonimato delle masse per farlosentire persona ascoltata e accolta per sestessa, come un valore irripetibile.Questa competizione sarà vinta soltantoad una condizione essenziale, che è quelladella testimonianza di v<strong>it</strong>a convinta, coerentee coraggiosa, con la quale la ver<strong>it</strong>à e ivalori morali vengono non solo annunciatima anche vissuti, socializzati e protetti dai rischiincombenti della superficial<strong>it</strong>à e dellaricerca di facili alibi che sottraggono a unarigorosa e coinvolgente verifica personale.Raffaele Salvante3