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ANNO XIX - NUMERO 11 (nuova serie) MAGGIO ... - Ilcalitrano.it

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IL CALITRANO N. <strong>11</strong> n. s. - Maggio-Agosto 1999VANNALUCY DI CECCAUNA LEZIONE DI STORIAE DI VITAIst<strong>it</strong>uto Tecnico Commerciale “A. M.L’ Maffucci” di Cal<strong>it</strong>ri, sabato 13 marzou. s. ha vissuto una splendida giornata culturaleche ha regalato profonde ed esaltantiemozioni a quanti hanno avuto la venturadi essere presenti alla presentazione dell’operaViaggio in Irpinia del nostro illustrecomprovinciale il dottor Giovanni DeMatteo, già procuratore della Repubblica epresidente onorario di Cassazione.Sono convenuti nell’aula magna dell’Ist<strong>it</strong>uto,oltre all’autore con la gentile signora,il Provved<strong>it</strong>ore agli Studi dottor GennaroJaverone e la consorte, il comandantedella compagnia dei Carabinieri cap<strong>it</strong>anoZurlo col maresciallo Soricelli, l’ispettricescolastica dott.ssa Antonietta Tartaglia, ladirettrice didattica del plesso di Cal<strong>it</strong>ridott.ssa Concetta Sullo, i presidi prof.ri AttilioCapaldo e Alfonso Cuoppolo, numerosidocenti in rappresentanza delle Scuoledi ogni ordine e grado del paese, una folladi studenti, il sindaco prof. V<strong>it</strong>o March<strong>it</strong>toche ha concesso alla manifestazione l’altopatrocinio dell’Amministrazione Civica, edinfine gli operatori della 3TV di Avellino.A moderare e disciplinare lo svolgimentodella manifestazione è stato chiamatoil giornalista dottor Antonio Gaggianodel «Mattino» di Napoli.A tenere la prolusione programmatica èstato il preside prof. Antonio Moccia, ilquale, nel porgere il saluto e il ringraziamentoai convenuti, ha sottolineato il significatoe l’importanza della manifestazionevista come momento di rimed<strong>it</strong>azionedi proposizioni culturali già acquis<strong>it</strong>e,ma forse non adeguatamente approfond<strong>it</strong>e,e come stimolo ad appassionarsi alle storiee alle vicende patrie, al fine di trarne validied utili insegnamenti.Al preside Moccia ha fatto segu<strong>it</strong>o ilprof. V<strong>it</strong>o March<strong>it</strong>to, sindaco di Cal<strong>it</strong>ri,che si è dichiarato felice di aver concesso ilpatronato dell’Amministrazione Comunale,in quanto vede nell’opera della Scuolaun’occasione per dischiudere ai giovanistudenti un più vasto orizzonte culturale eper offrire loro una palestra per susc<strong>it</strong>arepiù vivi e più profondi interessi culturali.Il Provved<strong>it</strong>ore agli Studi dottor GennaroJaverone, ha sottolineato come leScuole di Cal<strong>it</strong>ri siano sempre state all’avanguardianella promozione di vivi interessiconosc<strong>it</strong>ivi e nel proporsi come puntodi riferimento e polo di orientamento persempre maggiori approfondimenti cogn<strong>it</strong>ivi.Anche il dottor Gaggiano ha espresso ilsuo compiacimento per l’iniziativa, cheegli interpreta come pungolo per le nuovegenerazioni a porre maggior impegno percogliere le valenze culturali della civiltàdegli avi, onde trarne suggerimenti di comportamentoper il futuro.Prende, poi, la parola il preside prof.Antonio Altieri, il quale, dichiarandosionorato e felice di essere invest<strong>it</strong>o del mandatodi presentare alla c<strong>it</strong>tadinanza – proprionell’ist<strong>it</strong>uzione scolastica che lo avevavisto, anni addietro, docente prima e presidepoi – un’opera di sicuro prestigio e dielevatissima valenza culturale, ha iniziatocol disegnare un tratto biografico del procuratoreDi Matteo esaltandone la prestigiosafigura di magistrato che ha saputoconferire lustro e prestigio al suo paese anchecome letterato e scr<strong>it</strong>tore. «Egli – hadetto il preside – ci aveva, già per il passato,dato prova della fervida intelligenzamettendo in luce notevoli doti cr<strong>it</strong>iche ecapac<strong>it</strong>à espressive di rilievo, proponendoci,col suo saggio Da Piazzale Loreto a viaFani il tormentoso e doloroso camminopercorso dal popolo <strong>it</strong>aliano desideroso dicostruirsi un avvenire glorioso degno dellesue nobili tradizioni, dimenticando gli orroridella guerra, accantonando gli odi e ilivori di parte e debellando quelle frangeestremiste e farneticanti che volevano riportareil nostro paese nel caos e nel disordine».Entrando nel vivo dell’opera, ha iniziatoa tratteggiare le connotazioni antropichee culturali di coloro che per primi si insediaronoin queste nostre contrade, allora«sicuramente verdeggianti di ubertosi pascoli,ammantate di immense distese boschivee irrorate da fresche e pescose acque»e, dinanzi ad un ammirato e stup<strong>it</strong>oud<strong>it</strong>orio, ha esaltato le virtù di questi nostrilontani progen<strong>it</strong>ori, che pur ci hanno lasciatopreziose testimonianze della loro civiltà:«asce levigate, strumenti di lavoro edutensili domestici; e poi, quando impararonoa lavorare l’argilla, vasi, anfore, brocche,oggetti f<strong>it</strong>tili; e più tardi ancora, braccialetti,orecchini e fibule finemente lavorati,ma non nel prezioso oro, bensì nell’umilee vile rame, giacchè quei nostri progen<strong>it</strong>orinon erano ancora stati affetti dall’aurisacra fames».Poi, con un parlare sempre caloroso,appassionato e trascinante, ci ha fatto assistere,quasi come ad una proiezione cinematografica,al timido affacciarsi dei primiab<strong>it</strong>atori all’imbocco di queste nostre valli,al loro ammirato stupore dinanzi a scenaridi selvaggia e incomparabile bellezza.Questi nostri antenati erano gli Osci,che insediatisi in queste contrade, conducevanola loro v<strong>it</strong>a nella pace e nella seren<strong>it</strong>àdei clan, alternando la pesca alla caccia, lalavorazione dei campi all’allevamento delbestiame, la preparazione di utensili domesticie di attrezzi di lavoro alla fabbricazionedi armi necessarie per la difesa, ma anchee soprattutto per rendere più ricca e piùcospicua la caccia e la pesca.Poi quest’Eden di pace, questa oasi diseren<strong>it</strong>à fu violata e distrutta dall’arrivo dinuove e tuttaltro che pacifiche immigrazioni;erano gli Irpini, che fieri e bellicosiquali erano, ab<strong>it</strong>uati a saccheggiare, a depredaree a sottrarre ai vinti quanto potevafar loro comodo o tornare loro utile, scacciarono,laddove opponevano resistenza, lepopolazioni preesistenti; si mescolarono,si unirono, si sovrapposero ad esse laddovefu possibile una pacifica convivenza.Ben presto questo fiero e bellicosopopolo ebbe a scontrarsi con le legioni diRoma; e l’oratore, con passione coinvolgente,ha riproposto all’attento e interessantissimopubblico, la storia delle battaglie,degli scontri, degli eccidi, dellev<strong>it</strong>torie consegu<strong>it</strong>e, delle umiliazioni sub<strong>it</strong>e,portando gli ud<strong>it</strong>ori a sentirsi viciniagli Irpini, ad esultare per le v<strong>it</strong>torie cheessi seppero conseguire contro Roma eper l’umiliazione che seppero infliggerealle sue legioni, costringendole a passare,disarmate, sotto il giogo, alle famoseForche Caudine; a rivivere la tragediadella distruzione di Akudunnia, della stragedei suoi eroici difensori immolatisi perdifendere la propria c<strong>it</strong>tadella, della vile e6

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