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ANNO XIX - NUMERO 11 (nuova serie) MAGGIO ... - Ilcalitrano.it

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N. <strong>11</strong> n. s. - Maggio-Agosto 1999 IL CALITRANOet entrade spettanti alla Menza Arcivescovale.Nel 4º di tutte le C<strong>it</strong>tà, Diocesi e VescoviSuffraganei. Nel 5º dell’appendice,supplemento e add<strong>it</strong>ione di quello chemanca o può occorrere in futurum. AutoreDottor D. Donato Antonio Castellano diBagnuolo suo Vic. Gen. et anco tale diMonsig. Paolo Carav<strong>it</strong>a, e sua sede vacante.Tuttavia già nel libro primo l’autore effettuauna variante: Cronista di Conza, invecedi Cronista Conzana. Anzi, opera unavariante persino sul suo stesso nome: Castellani,invece di Castellano.4. Pregi e difetti della “Cronista Conzana”Il valore di questa fonte non è dato, ovviamente,dalle particolari capac<strong>it</strong>à cr<strong>it</strong>ichedell’autore, bensì dal fatto di riportareintegralmente un gran numero di documentii cui originali sono andati perduti.Certo è che molte c<strong>it</strong>tà dell’Alta Irpinia,come pure del salern<strong>it</strong>ano e del potentino,devono non poco della loro memoria storicaall’opera di questo infaticabile vicariogenerale dell’arcidiocesi di Conza.La data di composizione è l’anno 1691,come si rileva da diversi brani, fra cui ancheuno (f. 45) relativo a Cal<strong>it</strong>ri: QuestaTerra di Cal<strong>it</strong>ri è la più numerosa d’animedi tutte l’altre Terre della diocese, mentrein questo present’anno 1691 vi sono anime1843.Parlando della sua sede vacante riferisceche coprì un arco di nove mesi, settedei quali li spesi in l<strong>it</strong>e con il don FrancescoMirelli, barone di Teora e Cal<strong>it</strong>ri, pernon farlo prendere possesso delle criminal<strong>it</strong>àdelle Terre di S. Andrea e di S. Menna3 . Tale il mer<strong>it</strong>o ed il lim<strong>it</strong>e della suaopera: la passione con cui condusse le suebattaglie giuridiche lo spinse a preziose ricerchearchivistiche per meglio sostanziarele sue argomentazioni, ma fu anche allabase della sua mancanza di equilibrio neigiudizi.Trattando di Cal<strong>it</strong>ri, la figura di FrancescoMirelli emerge a tinte fosche ed ècoronata da un biblico minaccioso augurio:la sua terza generazione non se ne vedràbene (non gaudeb<strong>it</strong>). Tutto il discorsorelativo a S. Maria in Elce è ugualmenteimpregnato di parzial<strong>it</strong>à, ma per noi è comunqueprezioso per la ricchezza dei documentie dei regesti riportati (anche relativia Bisaccia). Più pacato è il tono quandoparla di S. Maria dei Santi. Deludente, invece,è il modo rapido con cui si libera diCastiglione e delle sue chiese. Il t<strong>it</strong>olo èpromettente, ma poi non vi si sofferma affatto.5. Confusione di pagine fra Cal<strong>it</strong>ri e PescopaganoNella sua pubblicazione il Chiusanoparla di 44 pagine dedicate a Cal<strong>it</strong>ri nellaCronista Conzana, ma in realtà le paginerelative a Cal<strong>it</strong>ri vanno dalla 43 alla80.La vicenda di Cal<strong>it</strong>ri è narrata dopoquella di Pescopagano (9). Alcune paginerelative a questo paese del potentino, vicinissimoa Cal<strong>it</strong>ri, sono fin<strong>it</strong>e fra quelleconcernenti quest’ultimo, onde la svistadel Chiusano. Questi rileva anche che ilmanoscr<strong>it</strong>to, durante il terremoto del 1980,ha subìto qualche danno, ma che ora è<strong>nuova</strong>mente accessibile agli studiosi. Cosache ho potuto personalmente verificare,grazie alla gentilezza del vicario, in occasionedella preparazione dei due volumisull’Arciconfratern<strong>it</strong>a dell’Immacolata diCal<strong>it</strong>ri.Già prima, comunque, preoccupato perl’affermazione del Chiusano, avendo io trascr<strong>it</strong>to“soltanto” 38 pagine, ho voluto telefonarea don Tarcisio, attuale archivistadella diocesi, che gentilmente mi ha tranquillizzato,dicendomi che il testo è tutto eche il numero 44 include indeb<strong>it</strong>amente seipagine (dalla 25 alla 30) relative a Pescopagano.Queste pagine concernenti Pescopaganotrattano di possedimenti di terre evigne con relativi proprietari, ubicazioni eproduzioni. Tra i nomi è opportuno segnalareil sig. Fabio Gesualdo, la magnificaLaudonia Celano, vedova del fisicoPietro Ingenuo, Antonio de Marco, prefettodella Congregazione della SS. Annunziata,don Guglielmo Rubinetto, preteseniore della Parrocchia di S. Leonardo,fra Bonaventura Mazzeo, guardiano dellocale convento di S. Francesco, donMarc’Antonio Fucuchione, prete senioredella parrocchia di S. Giovanni Battista,Pinto Gasparrino, procuratore del signorMarchese, che si prese le decime con laforza, dicendo che non appartenevano allamensa arcivescovile. Per la toponomasticadella Terra di Pescopagano possiamoricordare il Vallone della Guana, il Vallonedello Vallone, li Chiani di S. V<strong>it</strong>o, loPiano di S. Nicola seu Pietra Scr<strong>it</strong>ta, laterra di S. Nicola “sotto li Chiani di S.V<strong>it</strong>o”, lo Vallone dello Toriello (talvoltaTirello), le Streppare, la Cervara, il locodetto Saversino, il piano di Marzano. Lostesso Castellano confessa che non sempreè riusc<strong>it</strong>o a decidere se molti luoghic<strong>it</strong>ati nella Platea di Bardaro siano daidentificarsi o meno con quelli menzionatinell’atto notarile di Lorenzo di Ruggierodi S. Menna rogato in data 6 aprile1568.6. La trascrizionePer questa trascrizione della CronistaConzana di Donato Antonio Castellano misono attenuto alla grafia del tempo (es. diocese,e non diocesi, Giesualdo, e non Gesualdo,e così via). Un lieve r<strong>it</strong>occo ho fattoa propos<strong>it</strong>o delle maiuscole e delle minuscolee, talvolta, anche riguardo alla punteggiatura,per rendere la lettura più agevole.Ho anche sciolto quasi tutte le abbreviazionie contrazioni, sempre per rendereil testo fruibile da parte degli studiosi. Peril resto, mi sono mantenuto assolutamentefedele alla grafia del testo, ponendo fra parentesiquadre le “lezioni” dubbie. Fra parentesiquadre sono anche le indicazionidel relativo folio (es. f. 43, f. 50, f. 80,ecc.), preferendo l’indicazione internazionale(f), a quella più in uso in Italia (c),cioè “carta”.Ringrazio mio cugino, il prof. GiovanniMaffucci, che mi ha gentilmente messo adisposizione una vecchia fotocopia del testo.Nonostante la qual<strong>it</strong>à non sempre buonadi questa, il lavoro è stato agevole, graziealla calligrafia del Castellano, che è moltocurata e lineare. Le uniche difficoltà sorgonodalle frequenti abbreviazioni, specialmentea carattere giuridico. Ringrazio, ancorauna volta, l’amico Carlo De Rosa, chetempo addietro mi ha dato una bozza dattiloscr<strong>it</strong>tacon una sua libera trascrizione, inser<strong>it</strong>anello studio a nome di Carlo e ValentinoDe Rosa, Cal<strong>it</strong>ri in alcuni manoscr<strong>it</strong>tie scr<strong>it</strong>ti precedenti e dopo l’Acocella(1993). Né posso omettere l’amico RaffaeleSalvante, che ha sempre attirato la miaattenzione verso questa fonte, nonché donTarcisio, archivista della diocesi di Conza -S. Angelo, per alcuni chiarimenti sulla questione.7. Una rapida cronologiaPer facil<strong>it</strong>are la lettura e la comprensionedei fatti r<strong>it</strong>engo opportuno premettere lacronologia fondamentale sulla signoria feudaledella Terra di Cal<strong>it</strong>ri nel XVII secolo:1599.Cal<strong>it</strong>ri ha 514 fuochi.1604 (31.VII).Istruttoria sulla distruzione di S. Mariain Elce nel 1597.1612 (20.VIII).Muore Emanuele, figlio di CarloGesualdo e Maria d’Avalos. Lascia unafiglia, Isabella, nata a Venosa il13.IX.16<strong>11</strong>.1613 (8.IX).Muore Carlo Gesualdo, il famoso madrigalista,ultimo discendente del ramomaschile della famiglia.9

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