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Teorie di sociologia della scienza nel XX secolo Silvia Marcuz

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evitato solo ricorrendo ad altri mezzi per definire la qualità <strong>di</strong> un esperimento; e il criterio deve essere in<strong>di</strong>pendente dal<br />

risultato dell'esperimento stesso." 10<br />

Per risolvere la controversia sono necessari altri parametri, che i due stu<strong>di</strong>osi in<strong>di</strong>viduano in criteri <strong>di</strong> carattere sociale<br />

come la reputazione dello scienziato e l'istituzione in cui lavora, la nazionalità o il livello <strong>di</strong> inserimento nei circuiti <strong>di</strong><br />

ricerca: "Gli aspetti scientifici e sociali del processo sono inseparabili. È questo il modo in cui viene risolto il problema<br />

del regresso dello sperimentatore" 11 . I due sociologi vogliono così sottolineare come non sia imme<strong>di</strong>ato il processo <strong>di</strong><br />

replica degli esperimenti sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni formali contenute nei papers e <strong>nel</strong>le comunicazioni scientifiche,<br />

che invece spesso sottendono molte conoscenze informali.<br />

Collins ha <strong>di</strong>viso in gli tre obiettivi del "programma empirico del relativismo":<br />

1. <strong>di</strong>mostrare la "flessibilità interpretativa" dei risultati sperimentali, cioè la possibilità che questi si prestino a più <strong>di</strong><br />

un'interpretazione;<br />

2. analizzare i meccanismi attraverso cui si raggiunge la chiusura <strong>di</strong> questa flessibilità (ad esempio viene risolta una<br />

controversia);<br />

3. collegare questi meccanismi alla struttura sociale;<br />

Per Collins, quin<strong>di</strong>, il vincitore <strong>di</strong> una controversia può essere determinato da meccanismi sociali come l'importanza o il<br />

prestigio che una cerchia <strong>di</strong> ricercatori o istituzioni hanno in una comunità. Vi è un netto rifiuto del principio <strong>di</strong><br />

causalità proprio del programma forte: qui lo scopo non è indagare il nesso causale tra la <strong>di</strong>mensione sociale e quella<br />

scientifica, ma stu<strong>di</strong>are come la prima si inserisce <strong>nel</strong>la seconda attraverso la flessibilità interpretativa. Del programma<br />

forte Collins con<strong>di</strong>vide, invece, il principio <strong>di</strong> simmetria: per il sociologo è ininfluente l'esito finale <strong>della</strong> controversia,<br />

egli tuttavia probabilmente tende ad estremizzare questa posizione metodologica arrivando a un relativismo anche sul<br />

piano epistemologico.<br />

L'actor-network theory<br />

Anche l'approccio <strong>di</strong> Collins sembra limitarsi a considerazioni microsociologiche trascurando il ruolo degli attori esterni<br />

alla comunità <strong>di</strong> specialisti. Diversamente, l'actor-network theory vuole allargare lo stu<strong>di</strong>o a tutti gli attori che<br />

collaborano più o meno in<strong>di</strong>rettamente alla creazione <strong>di</strong> un fatto scientifico. Secondo questa corrente la <strong>scienza</strong> ha due<br />

facce, come un Giano bifronte: da un lato c'è la <strong>scienza</strong> "bell'e fatta" o "pronta per l'uso"; dall'altro, la <strong>scienza</strong> "in<br />

costruzione", ovvero la ricerca (Fig. 2). L'epistemologo ha il compito <strong>di</strong> analizzare la prima faccia, il sociologo la<br />

seconda.<br />

10 Collins e Pinch 1993, trad. it. 1995, p. 132<br />

11 ibidem, p. 136<br />

8<br />

<strong>Silvia</strong> <strong>Marcuz</strong>

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