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Omelia XII domenica del tempo Ordinario anno A. - Cuore e Mani ...

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<strong>Omelia</strong> <strong>XII</strong> <strong>domenica</strong> <strong>del</strong> <strong>tempo</strong> <strong>Ordinario</strong> <strong>anno</strong> A.La liturgia <strong>del</strong>la parola di questa <strong>domenica</strong> conduce la nostra attenzione ad untema di estrema importanza, quello <strong>del</strong>l’evangelizzazione. Il discorso è riferito a tuttiquei cristiani che temono di predicare il vangelo e trovano proprio nelle parole<strong>del</strong>l’Evangelo di oggi la propria risposta.La prima lettura ci presenta il profeta Geremia, costretto non solo ad esseremessaggero di Dio ma anche a rimanere vergine ed annunciare sempre sventure alpopolo. Per questo sarà oggetto d’insulto e di soprusi d’ogni tipo. La Parola di Dio,però, possiede in lui, forza simile a quella di un vulcano quasi in eruzione: il profetanon può contenerla e non può esimersi dall’annunciare al mondo ciò che sente dentro,dinanzi ad un popolo che non risponde ai Suoi richiami. Geremia ha paura ma hafiducia in Dio. Ad un tratto, infatti, esclama: «[…] Ma il Signore è al mio fiancocome un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadr<strong>anno</strong> e non potr<strong>anno</strong>prevalere. […]». Confida nella presenza di Dio e sa che Lui non lo abbandonerà.E allora il tema <strong>del</strong> vangelo di oggi sta proprio nel coraggio di farsi annunciatori<strong>del</strong>la Parola di Dio, certi <strong>del</strong>la Sua presenza al nostro fianco. Per tre volte nel brano diMatteo il Signore ci esorta ad essere forti. Dice infatti: «Non temete […]», e ancora:«E non abbiate paura […]»; e di nuovo: «[…] non abbiate dunque timore […]»E’ un invito a parlar chiaro, a urlare il Suo messaggio dai tetti, a provare nel cuorequel coraggio meraviglioso che nasce dalla fede e dalla libertà; si nutre <strong>del</strong>l’amoreper Lui, ed è al di sopra di quello che si prova per il padre e per la madre. E’ unaforza che scaturisce dalla consapevolezza di essere figli fra le Sue mani, disponibili acondividere con Lui la croce ma anche la Sua risurrezione, per trovare in Lui la gioiae la speranza di rinascere ogni giorno all’ombra <strong>del</strong>la Sua presenza, di sbocciare, adogni alba, sotto i raggi <strong>del</strong> Suo sole. Così nessun uomo potrà mai toglierci la vita,perché la vera vita è quella che affidiamo alla carezza di Dio, alla Sua voce, alla Suapresenza; quella che, fra le Sue mani, risplende e rifulge di un bagliore sempre nuovo,intriso d’amore e profumato di grazia. E’ Sua la vera vita…in Lui riposa la vera eunica ragione <strong>del</strong> nostro cammino; nessun uomo ha il potere di privarcene. E così, seavremo il coraggio di difendere Gesù dinanzi al tribunale degli uomini, sarà poi Lui afarsi nostro difensore al cospetto <strong>del</strong> tribunale di Dio.Qui non c’è spazio per la paura; non c’è <strong>tempo</strong> per aver timore: abbracciamo lanostra croce e testimoniamo, senza dubbi, sicuri e forti, la verità <strong>del</strong>la Sua parola,perché il Signore cammina al nostro fianco, pronto a sostenerci e ad afferrarci in ogniistante. Il discepolo deve essere forte e saper affrontare ogni cosa con grandecoraggio.Gesù è il prode valoroso che sta al nostro fianco e Dio si prende cura di noi come<strong>del</strong>la creatura più piccola e <strong>del</strong>la cosa più semplice. Si legge infatti nel vangelo dioggi: «Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essicadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli <strong>del</strong>vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di moltipasseri!»


Ma allora dov’è il nostro coraggio di cristiani? Chiediamoci perché, troppe volte,siamo così codardi nel testimoniare la Sua Parola e nel diffondere il Suo messaggio.Domandiamoci quanto male facciamo a Dio ogni volta che preferiamo tenerenascosta la nostra fede, o vergognarcene addirittura, per il timore di essere giudicatidagli altri!Ora, però, è il <strong>tempo</strong> <strong>del</strong>la salvezza e <strong>del</strong> nostro risveglio da quel torpore spiritualeche ci impedisce di scoprire Dio nella nostra vita e di proclamarlo dai tetti con forza ecoraggio. Perché Dio cerca in noi annunciatori credibili <strong>del</strong> Suo messaggio.Forse non abbiamo <strong>tempo</strong>, o forse non riusciamo a convertire…ma Teilhard DeChardin diceva: «si converte solo ciò che si ama». Dobbiamo, allora, convertireprima noi stessi e soltanto dopo andare incontro agli altri, allorchè, forti <strong>del</strong>la Suaforza, non potremo davvero nutrire timore o lasciarci scoraggiare da paure e giudizi.Non accontentiamoci di essere semplici spettatori <strong>del</strong> banchetto eucaristico:diventiamo noi stessi Eucaristia con la vita e nella vita; diventiamo Parola vera edefficace con tutti e per tutti…con Lui e per Lui. La Sua voce sempre risuona: Nonabbiate paura, Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine <strong>del</strong> mondo…Neppure chi uccide il corpo può e deve spaventarci, perché ciò che conta è la vita<strong>del</strong>l’anima. E’ lì che dimora Dio, ed è lì che risplende la Sua preziosa presenza.Allora forza, corriamo nella vita terrena per ritirare il premio <strong>del</strong>la vita eterna!La corsa è aperta a tutti; si richiede soltanto di percorrere la strada con la Suapresenza al nostro fianco e di gridare sempre che la Sua Parola è forza, unica ragionefondante e fondativa <strong>del</strong>la nostra vita!

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