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RIFLESSIONI DI GIUSEPPE SUL NATALE Era una notte fredda ...

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<strong>RIFLESSIONI</strong> <strong>DI</strong> <strong>GIUSEPPE</strong> <strong>SUL</strong> <strong>NATALE</strong><strong>Era</strong> <strong>una</strong> <strong>notte</strong> <strong>fredda</strong>, quando, nei pressi di Betlemme, alla mia ragazza presero ledoglie del parto. Avevo paura e ne avevo davvero tanta! Ero preoccupato di ciò chesarebbe stato: avevo presagito che si sarebbe trattato di un Figlio molto speciale!Certamente non mi apparteneva e non sapevo veramente di chi fosse, ma avevo ilcompito di custodirlo e di prendermene cura. Sapevo, in cuor mio, che non potevosottrarmi a quell’incarico: quella Vita si aspettava da me la comprensione di un padree il coraggio di un uomo che avrebbe fatto tutto per Lui. Quella <strong>notte</strong> fu davverodura: bussavo ad ogni porta, con la speranza che qualcuno ci potesse accogliere. Nonavevo che pochi spiccioli in tasca, ma continuavo a bussare ad ogni albergo,pensando che almeno per <strong>una</strong> <strong>notte</strong>, viste anche le difficoltà di Maria, qualcuno ciavrebbe potuto ospitare. In quel periodo si faceva il censimento e io e Mariaavremmo voluto essere iscritti in quella che oggi chiamate anagrafe; avremmoiscritto, di lì a poco, anche il nostro Bimbo. Ma eravamo arrivati ormai alle strette, inquella che voi chiamate adesso settimana ostetrica...il tempo del parto era fissato perla fine di dicembre. Non sapevo davvero cosa fare ed ero fortemente inansia...nessuno ci aiutava: Scusate ma non c’è posto!...dicevano...Scusate ma siamopieni...scusate ma siamo troppi...e fu così per quasi tutta la <strong>notte</strong>. Finalmente, però,trovammo poi un uomo che si commosse a sentire la nostra storia e a vederci tantoinfreddoliti e preoccupati. Trasportavo la mia sposa su un asinello...anche lei, cosìpiccola, confidava nella mano di qualcuno che aprisse il suo cuore ad accoglierci.Quell’uomo ci disse di avere <strong>una</strong> capanna sul retro del suo cortile...era a nostradisposizione se ci fossimo adattati; ci mise in guardia dal gran freddo che avremmosentito ma ci disse anche che avremmo trovato un fuocherello per riscaldarci un pò edella paglia sulla quale riposare. Non esitammo...accettammo la sua offerta, ormaistremati dal lungo cammino!All’interno di quella capanna trovammo un bue e un asinello...non ci crederete masembrava davvero che loro aspettassero noi. Nessuno ci accolse nella propria casa onel proprio albergo, e invece loro aspettavano proprio noi!!! Appena lì, Maria sentìche il Bimbo scalciava...era pronto a venire al mondo...chiedeva ormai di vedere laLuce, proprio Lui che era la LUCE. E fu così che quel fagottino nacque, allamezza<strong>notte</strong> del 24 dicembre, portando con Sé la meraviglia di un raggio di sole cherischiarò la <strong>notte</strong>. <strong>Era</strong> un Bimbo meraviglioso...non potevo quasi credere ai mieistessi occhi. Una grande luce rifulse presto in quella capanna, quasi da sembrard’essere in pieno giorno...la <strong>notte</strong> sembrò quasi cederGli il passo e le stelle brillavanoin cielo più splendenti che mai. Sorridevano a Lui...sorridevano al lieto annunziodella Luce che veniva a rischiarare le tenebre! Tagliai con gioia il cordone ombelicalee lo avvolsi nelle povere fasce che Maria aveva portato con sé. Lo portammo insiemenella mangiatoia, proprio lì dove di solito vanno gli agnellini. Quel Bimbo era unvero e proprio batuffolo di tenerezza; la sua dolcezza non si può quasi descrivere.Come tutti i bimbi, salutò il mondo con un bel pianto liberatore, ma presto la serenitàdel suo visetto ci fece dimenticare le difficoltà di quella <strong>notte</strong>. Fummo allora Io e


Maria che ci mettemmo a piangere...piangere di gioia per quella Vita che ci eradavvero stata donata!Maria prese il suo bimbo fra le braccia e lo accostò al seno per allattarlo. Fu tra lebraccia di sua madre che il piccolino si rasserenò completamente: era meravigliosovederli insieme...un solo cuore e <strong>una</strong> sola anima! Ho le lacrime agli occhi ancoraoggi... oggi che, raccontandovi questa storia, vorrei davvero esser capace ditrasmettervi tutto quell’amore e quella gioia che riempì la nostra capanna con l’arrivodi Gesù....sarebbe stato questo il Suo piccolo grande nome...era chiaro...non c’era piùnessun dubbio. E mentre, nella capanna, <strong>una</strong> mamma con il suo bimbo si lasciavanoammirare dai miei occhi stupefatti, tutt’intorno risuonavano dei meravigliosi canti edelle musiche divine. Poi si avvicinarono le prime luci: i pastori ci venivano incontro.Pensavamo che nessuno ci avesse potuti udire nel silenzio di quella <strong>notte</strong>, e invece,ben presto la notizia si diffuse dappertutto. Incontrammo persone provenienti da ogniparte; persone sconosciute che chiedevano di vedere Gesù! Li accogliemmo a bracciaaperte...non era il nostro figlio ma il Figlio di tutti e per tutti era venuto al mondo!Ecco, ammirate la bellezza di questa VITA: il Figlio Salvatore è qui per tutti noi.I pastori portavano sul viso <strong>una</strong> luce speciale; ma lo stupore più grande fu quando unometto di circa 10 anni si avvicinò a Gesù, tese la mano e Gli fece <strong>una</strong> carezza. Poi ciguardò con i suoi occhioni gioiosi e, quasi sussurrando, ci disse: che bel bimbo cheavete avuto...che dono meraviglioso! Siate felici di accoglierLo fra le vostre bracciae siate lieti di portarLo nel cuore ed essere per Lui dei genitori speciali. Perchè inLui c’è pace e salvezza. Lui è qui per questo, per quella pace che a volte nonsappiamo trovare. E anche se il buio dei nostri cuori non si aprirà ad accogliere laSua luce, voi siate forti e portateLo innanzi come faro per le genti, perché chiunqueLo incontri per la sua strada sappia scorgere pienamente la bellezza del Suo baglioredivino...diede poi ancora <strong>una</strong> carezza al nostro Bimbo e si allontanò, lasciando vicinoalla culla, fatta di paglia, del buon formaggio che aveva preparato per noi insieme allasua famiglia. Quel bimbo scomparve presto nella <strong>notte</strong> ma rimase per sempre nelprofondo dei nostri cuori.Tanti furono poi i doni che ricevemmo, ma il dono più bello furono le lacrime di unpastore che, al cospetto delle fasce di Gesù, ci confidò che in questo Bimbo risiedevala speranza del suo cuore. Un angelo Lo aveva annunciato a lui, svelandogli che ilnostro bimbo era lì per la salvezza e la forza degli uomini di oggi...Ero fin troppoestasiato da tutto ciò che accadeva per comprendere in pieno le parole di quel pastore,ma vedevo che Maria serbava e custodiva tutto nel suo cuore di mamma. Avreivoluto gridare la mia gioia ma non ebbi che la forza di lasciare che lacrime esinghiozzi parlassero per me e dicessero di un’emozione che non si può spiegare aparole. <strong>Era</strong> come sentire il cuore scoppiare di gratitudine per la benevolenza di Dioche si faceva vedere, proprio da me, nello splendore di questo bimbo. Certo anche ioavevo dei sogni materiali che andavano in frantumi ma era davanti a me la realtà delsogno di Dio. Dio era venuto fra le nostre braccia con sembianze di bimbo, sì che lasalvezza, la luce e la grazia erano apparse sulla terra….Proprio ora, dunque, mentre quel bimbo è ancora avvolto nelle povere fasce di questoNatale, voglio dire a voi di liberare l’Uomo che custodite nel cuore; quell’Uomo che


è ad immagine di Dio...quell’Uomo che, ogni giorno, può accogliere in sé etrasmettere agli altri la gioia di <strong>una</strong> salvezza che è giunta fra noi per mezzo di Gesù.Non abbiate paura di vivere pienamente quest’emozione nel vostro cuore, e nontemete di annunciarla con tutta la forza possibile.Dio ha disegnato, su ciascuno di noi i tratti del Suo sogno; facciamo in modo che nonrimanga solo un sogno ma diventi presto REALTA’ nell’amore per tutti….Buon natale

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