La voce <strong>del</strong> Papa — BreviIl crimine <strong>del</strong>l’aborto, unaaggressione alla società umanaIn America Latina, come inogni altro luogo, i figli hanno il dirittodi nascere e di crescere in senoa una famiglia fondata sul matrimonio,dove i genitori siano iprimi educatori <strong>del</strong>la fede per i figli,e questi possano raggiungerela loro piena maturità umanae spirituale. Realmente i figli sonola ricchezza più grande e il benepiù prezioso <strong>del</strong>la famiglia. Perquesto è necessario aiutare tuttele persone a prendere coscienza<strong>del</strong> male intrinseco <strong>del</strong> crimine<strong>del</strong>l’aborto che, attentando controla vita umana al suo inizio, è ancheun’aggressione contro la societàstessa. Perciò i politici e i legislatori,come servitori <strong>del</strong> bene comune,hanno il dovere di difendereil diritto fondamentale alla vita,frutto <strong>del</strong>l’amore di Dio.Discorso ai presidenti<strong>del</strong>le Commissioni Episcopaliper la Famiglia e la Vita,<strong>del</strong>l’America Latina, 3/12/2005Lavorare a favore<strong>del</strong> matrimonioL’istituzione sacra <strong>del</strong> matrimonioè fondamentale per il benestaredi ogni nazione. È il fondamentoindispensabile <strong>del</strong>la vitafamiliare e la fonte primordialedi coesione in seno alle comunità.Di fronte alle tradizioni e alle tendenzeche possono svalorizzare epersino indebolire il matrimonio,si esige un deciso sforzo da parte<strong>del</strong>le autorità civili e religiose,a lavorare insieme per assicurareche una vita domestica stabile efe<strong>del</strong>e sia mantenuta e appoggiatacon tutto l’affetto. Infatti, qualunquesperanza di rinnovamento<strong>del</strong>la società che non rispettiil piano di Dio rispetto al matrimonioe alla famiglia, è destinataal fallimento, perché è in essa chedapprima si realizza la dignità diogni persona, come dono di Dio,e dapprima si sperimenta e si alimental’autostima necessaria peruna relazione adulta matura.Discorso all’Ambasciatore diSanta Lúcia (Antille), 1/12/2005Castità, Povertà e ObbedienzaSaluto con affetto ciascuno divoi, religiosi e religiose, membri diIstituti secolari e di nuove formedi vita consacrata, presenti nellaDiocesi di Roma.Non abbiate paura di presentarvi,anche visibilmente, comepersone consacrate, e cercate inogni modo di manifestare la vostraappartenenza a Cristo, il tesoronascosto per il quale avete lasciatotutto.Cari fratelli e sorelle, la Chiesaha bisogno <strong>del</strong>la vostra testimonianza,ha bisogno di una vitaconsacrata che affronti con coraggioe creatività le sfide <strong>del</strong> tempopresente. Di fronte all’avanzata<strong>del</strong>l’edonismo, a voi è richiestala coraggiosa testimonianza <strong>del</strong>lacastità, come espressione di uncuore che conosce la bellezza e ilprezzo <strong>del</strong>l’amore di Dio. Di frontealla sete di denaro, la vostra vitasobria e pronta al servizio deipiù bisognosi ricorda che Dio è laricchezza vera che non perisce. Difronte all’individualismo e al relativismo,che inducono le personead essere unica norma a se stesse,la vostra vita fraterna, capace dilasciarsi coordinare e quindi capacedi obbedienza, conferma chevoi ponete in Dio la vostra realizzazione.Discorso ai religiosi e membri diIstituti e Società di Vita Apostolica,<strong>del</strong>la Diocesi di Roma, 10/12/2005Vita familiare e lottacontro l’AIDSLa Chiesa Cattolica è rispettataper la sua collaborazione col poterecivile nella ricerca <strong>del</strong>la soluzionedi molti problemi sociali e umaniche affliggono l’Africa. Un ragguardevoleesempio di questo èla lotta contro il virus <strong>del</strong>l’AIDS.Statistiche fatte in diverse regioni<strong>del</strong>l’Africa confermano il successo<strong>del</strong>le politiche basate sulla castità,sulla promozione <strong>del</strong>la fe<strong>del</strong>tà coniugalee sull’importanza <strong>del</strong>la vitafamiliare.Discorso all’Ambasciatore<strong>del</strong>l’Africa <strong>del</strong> Sud, 1/12/2005Ricevimento degli ambasciatori nella Sala Clementina, il giorno 1/12/2005L’Osservatore Romano22 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Gennaio 2006
Beato José Luís Sánchez <strong>del</strong> RioIl bambino che volevaguadagnarsi il CieloIn tono di scherno, ilcomandante <strong>del</strong> plotonedi esecuzione ha chiestoal giovane martire sedesiderava, prima diessere giustiziato, inviareun messaggio ai suoigenitori. Egli ha risposto:“Sì, dica loro che cirivedremo in Cielo”.Correva l’anno 1926 e, senon fosse stato per la crescenteostilità <strong>del</strong> governodi Plutarco Elías Callescontro la Chiesa, si sarebbedetto, che nello Stato di Michoacán,in Messico, il tempo si fosse fermato.Questa zona agricola, situata tragrandi montagne e laghi, è stata segnatadalla infaticabile opera di evangelizzazionedei missionari francescani,agostiniani e di altri ordini religiosicosa che, alleata col temperamentorude dei suoi abitanti, avvezzi all’inclemenza<strong>del</strong> clima, e alla relativa lontananzadalle grandi città, aveva datovita a una <strong>del</strong>le regioni più cattoliche<strong>del</strong> Messico e forse <strong>del</strong>l’America.Il Bajío – cioè l’insieme formatodagli Stati di Jalisco, Aguas Calientes,Guanajuato, Querétaroy e Michoacán– è la zona che più martiri ha dato allaChiesa Cattolica nell’America <strong>del</strong> secoloXX e rimane ancor oggi un vivaiodi vocazioni religiose.Uno di questi esempi di santità èquello che ora vi voglio raccontare.“E anche i bambini possonoessere martiri?”Felipe Lecaros ConchaSahuayo era un piccolo villaggio<strong>del</strong>lo stato di Michoacán. Dopo il lavoroquotidiano, i suoi abitanti si riunivanoall’ora <strong>del</strong>l’Angelus nella Chiesa diSan Giacomo Apostolo, per ringraziarela buonissima Madre di Guadalupeper le grazie e i favori che aveva loroconcesso nella giornata. Insieme al loroamato parroco, recitavano il rosariosenza mai dimenticarsi di pregare per ilMessico, affinché cessasse quanto primal’impietosa persecuzione <strong>del</strong> governocontro i cattolici.Tra tutti i bambini <strong>del</strong>la parrocchia,uno si distingueva per la devozionecon cui pregava. Era José Luis Sánchez<strong>del</strong> Río, di appena 13 anni, birichinocome tutti quelli <strong>del</strong>la sua età;egli aveva in mente un’idea fissa. Ideache gli era venuta una notte d’invernoquando il parroco, invitato a cena daisuoi genitori, aveva raccontato che lapersecuzione religiosa stava portandomolti martiri messicani in Cielo.– Come può succedere questo, padre?– Sì, mio piccolo José, sono cattoliciche, davanti all’ordine di rinnegarela nostra religione, preferisconodare la propria vita e morire fucilati.Ma il Signore li riceve vicino alla nostraMadre di Guadalupe, in Cielo.– E anche i bambini possono esseremartiri, padre?– Ecco... insomma... se Dio cosìvolesse, certo, lo possono essere,Gennaio 2006 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 23