come i Santi Innocenti che celebriamonella nostra parrocchia durante ilmese di dicembre.José Luis sentì nel suo cuore unardore che non era altro se non unagrazia di Dio, una preparazione peri gravi avvenimenti che si sarebberosvolti, poco tempo dopo, nella tranquillaSahuayo.Mai è stato così facileguadagnarsi il Cielo!In effetti, nell’agosto <strong>del</strong> 1926giunse nel piccolo villaggio la notiziache era proibito il culto cattolico pubblico.La famiglia Sanchez Del Rio siriunì costernata e, mentre i figli piùpiccoli si stavano preparando ad andaread aiutare il loro papà nei lavoriagricoli, Miguel, il più vecchio, decisedi prendere le armi, con dei suoi amici,i fratelli Gálvez, per difendere Cristoe la sua Chiesa.Vedendo questo, José chiese ilpermesso ai suoi genitori di arruolarsianche lui nell’Esercito “Cristiano”,che si era formato al comando <strong>del</strong> generalePrudêncio Mendoza. Sua madre,tuttavia, si oppose.– Figlio mio, un ragazzo <strong>del</strong>la tuaetà va più ad intralciare che ad aiutarel’esercito.– Ma, mamma, non è mai statotanto facile guadagnarsi il Cielo comein questo momento! Non voglioperdere quest’occasione.Udendo questa risposta, sua madregli diede il permesso, ma pose comecondizione che egli stesso scrivesseal generale Prudenzio Mendoza,chiedendo se lo accettava. La rispostadi costui fu negativa.Senza perdersi di coraggio, Joséscrisse una nuova lettera, chiedendoal generale di essere ricevuto, se noncome combattente, almeno come soldatoausiliare <strong>del</strong>la truppa: lui avrebbepotuto prendersi cura dei cavalli,cucinare e prestare altri servizi ai soldati.Vedendo la grandezza d’animoe l’entusiasmo di quest’adolescente,il generale gli rispose che lo avrebbeaccettato. Così, con la benedizione<strong>del</strong>la sua mamma cattolica, egli partìper l’accampamento “cristiano”, moltocontento di poter lottare per CristoRe e Santa Maria di Guadalupe.Combattente eroicoNell’accampamento, in poco tempo,l’ultimogenito <strong>del</strong>la famiglia Sanchez<strong>del</strong> Río conquistò l’affetto e lafiducia dei “cristiani”, che lo soprannominaronoTarcisio. La sua allegriacontagiava tutti, e fin dall’inizio egliebbe l’incarico di guidare la truppanella preghiera <strong>del</strong> rosario, alla finedi ogni giornata.Grazie al suo valore e buon comportamento,il generale gli affidò l’incaricodi attaccante <strong>del</strong> distaccamento.Poco dopo, con la promozione aporta-bandiera, José Sánchez <strong>del</strong> Riovedeva realizzarsi il suo più ardentedesiderio: essere nel campo di battaglia,come soldato di Cristo.Nel febbraio <strong>del</strong> 1928, un anno e cinquemesi dopo il suo inserimento nell’esercito“cristiano”, ingaggiò un combattimentonelle vicinanze <strong>del</strong>la città diCotija. Dopo varie ore di accannita lotta,il giovane porta-bandiera vide il cavallo<strong>del</strong> generale cadere ucciso da uncolpo di pallottola. Raggiunto il postoimmediatamente, disse con risoluzione:– Generale, ecco il mio cavallo, simetta in salvo. Se io muoio, non si faràsentire la mia mancanza, ma se leimuore, sì.Gli consegnò il suo cavallo, afferròun fucile e combattè con coraggio.Quando cessarono i tiri, avanzò controil nemico, baionetta in resta. Fufatto prigioniero e condotto dal generalenemico, che lo rimproverò per ilfatto di lottare contro il governo.– Generale, sappia che io sono cadutoprigioniero, non perché mi sia arreso,ma perché sono terminate le miepallottole, perció, se ne avessi avute dipiù , avrei continuato a lottare.Prigioniero indomabileVedendo tanta decisione e ardore,il generale lo invitò ad unirsi alletruppe <strong>del</strong> governo, dicendogli:– Sei un ragazzino valoroso, vienicon noi e starai molto meglio che coni “cristiani”.– Mai, mai! Preferisco morire!Mai mi unirò ai nemici di Cristo Re!Mi faccia fucilare!Il generale lo fece rinchiudere nelcarcere di Cotija. In mezzo a poca luce,cattivo odore, e attorniato da <strong>del</strong>inquenti,riuscì a scrivere una lettera:Cotija, 6 febbraio 1928Mia cara mamma,Sono caduto prigioniero durante ilcombattimento di oggi. Credo che saròfucilato, ma non importa, mamma.Ti devi rassegnare alla volontà di Dio.Non preoccuparti <strong>del</strong>la mia morte, cheè ciò che mi lascia inquieto; al contrario,di’ ai miei due fratelli che seguanol’esempio dato dal loro fratello più piccolo.Tu devi fare la volontà di Dio, abbiforza e mandami la tua benedizione,insieme a quella di mio padre. Salutamitutti, per l’ultima volta. Ricevi ilcuore di questo figlio che ti vuole tantobene e che desiderava vederti prima dimorire. – José Sánchez <strong>del</strong> Río.Intanto, invece di essere fucilatoil giorno dopo, come immaginava, fuportato, insieme ad un piccolo amicoanche lui imprigionato di nome Lazzaro,alla chiesa di Sahuayo, che letruppe <strong>del</strong> generale Calles avevanotrasformato in scuderie. La sacrestiaera occupata dai galli da combattimento<strong>del</strong> deputato anticattolico RafaelPicazo, che lì realizzava frequentementeorge con i suoi amici.Nel vedere la sua nuova prigione, Josérimase indignato. Era la stessa chiesache, poco tempo prima, egli frequentavacon la sua famiglia per pregare l’angeluse il rosario. Era quella la medesimasacrestia dove lui era solito andare,dopo la messa, per chiedere ritagli diostia al vecchio parroco. L’avevano trasformatain un antro di banditi!Quando si vide solo nella penombra,il giovane soldato <strong>del</strong> Cristo Re riuscì asciogliere la corda che lo legava, si diressealle gabbie dove stavano i galli dacombattimento <strong>del</strong> deputato e gli tagliòil collo. Poi dormì serenamente.24 <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> · Gennaio 2006
Il giorno dopo, non appena vennea conoscenza <strong>del</strong>l’accaduto, il deputatoPicazo corse alla sacrestiaprigione,dove, pieno di indignazione,interrogò il giovane prigioniero.“La casa di Dio è un luogo per pregare,non per far da deposito di animali”,gli rispose costui. Pieno di collera,Picazo, lo minacciò di morte maricevette questa serena risposta: “Daquando ho preso le armi, sono dispostoa tutto. Mi faccia fucilare!”Una croce tracciata colproprio sangueIl venerdì, giorno 10, verso le sei<strong>del</strong> pomeriggio, una scorta lo portò,di nuovo, alla caserma. Lì, saputa lasua condanna a morte, scrisse ad una<strong>del</strong>le sue zie, la quale era riuscita aportargli la Comunione di nascosto,l’ultima lettera <strong>del</strong>la sua vita;Sahuayo, 10 febbraioCara zia,Sono condannato a morte, alle ottoe mezza di questa sera arriverà il momentoche ho tanto desiderato. Ti ringrazioper tutto quanto tu e Maddalenami avete fatto. Non sono in condizionedi scrivere alla mamma. (...) Portai miei saluti a tutti e ricevi, come sempree per l’ultima volta, il cuore di questonipote che ti vuole molto bene e desideravederti. Cristo vive, Cristo regna,Cristo impera! Viva Cristo Re! VivaSanta Maria di Guadalupe! – JoséSánchez <strong>del</strong> Rio, che è morto in difesa<strong>del</strong>la fede. Non fare a meno di venire.Addio.Alle undici <strong>del</strong>la sera giunse il momentotanto atteso. L’odio dei nemici<strong>del</strong>la Chiesa era tale che, con un coltelloaffilatissimo, gli strapparono lapelle <strong>del</strong>la pianta dei piedi e lo obbligaronoa camminare dalla casermafino al cimitero, calpestando pietre eterra. Nessun lamento uscì dalle labbrain mezzo a tanta tortura. Arrivòal cimitero cantando inni religiosi.Portato fin sull’orlo di una fossache in breve sarebbe stata la sua, alcunisoldati gli diedero alcune pugnalatenon mortali, per vedere se eglirinnegava la sua fede con questo supplizio.In tono di scherno e con l’intenzionedi distruggere psicologicamentel’eroe <strong>del</strong>la fede, il capitano comandante<strong>del</strong>la scorta gli chiese se avevaun messaggio per i suoi genitori. Eglirispose: “Sì, dica loro che ci rivedremoin Cielo”. In seguito, chiese al capitanodi essere fucilato con le bracciain croce. Come unica risposta, costuiestrasse la pistola e gli sparò uncolpo alla tempia.Sentendosi ferito a morte, José raccolsecon la sua mano destra un po’di sangue che gli scorreva abbondantementesul collo, tracciò con questouna croce sulla terra e vi si prostrò sopra,in segno di adorazione.Così, nell’ultima ora <strong>del</strong>la notte<strong>del</strong> 10 febbraio 1928, la sua animasalì al Cielo e fu ricevuta con giubilodal suo amato Cristo Re e dallasua amatissima Madre, la Vergine diGuadalupe. ²Víctor TonioloOmelia <strong>del</strong> Cardinale José Saraiva MartinsIl Cardinale Saraiva Martins,durante una cerimonia nellaBasilica di San PietroIl giorno 20 novembre scorso,solennità di Cristo Re, JoséLuis Sanchez <strong>del</strong> Río e altridodici martiri messicani sono statibeatificati dalla Chiesa, in una cerimoniapresieduta dal Cardinale Saraivanello stadio di Jalisco, Guadalajara.Nell’omelia, il Prefetto <strong>del</strong>la Congregazioneper le Cause dei Santi haaffermato: “Per il suo coraggio e la teneraetà, merita una menzione specialel’adolescente José Sánchez <strong>del</strong> Río, chea 14 anni ha saputo dare testimonianzavalorosa di Gesù Cristo. È stato unfiglio esemplare che si è distinto per obbedienza,devozione e spirito di servizio.Dall’inizio <strong>del</strong>le persecuzioni ha desideratoessere martire di Cristo. (...)“Il giovane Beato José Sánchez<strong>del</strong> Río ci deve incoraggiare tutti –specialmente voi, giovani – ad esserecapaci di dare testimonianza di Cristonella nostra vita quotidiana. Carigiovani, probabilmente Cristo nonvi chiederà uno spargimento di sangue,ma vi chiede, fin da questo momento,che diate testimonianza <strong>del</strong>laverità nelle vostre vite (cfr. Gv 18, 37)in mezzo ad un ambiente di indifferenzaai valori trascendentali, e pervasoda un materialismo ed un edonismoche mirano a soffocare le coscienze.Cristo aspetta, oltretutto, chevi apriate a ricevere ed accogliere unprogetto vocazionale da Lui preparato.Soltanto Lui ha, per ognuno divoi, le risposte agli interrogativi <strong>del</strong>levostre vite; e vi invita a seguirLonella vita matrimoniale, sacerdotaleo religiosa.”Gennaio 2006 · <strong>Salvami</strong> <strong>Regina</strong> 25