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24/06/2007 Corriere delle Alpi<br />
ED. NAZIONALE<br />
Pag. 33<br />
crescita sconfinata dei consumi e dei bisogni energetici. Va aggiunto che la sensibilità per l'ambiente<br />
non è omogeneamente <strong>di</strong>ffusa, è un contravveleno delle società più evolute; chi emerge dalla fame e<br />
dalla guerra ricerca il benessere a tutti costi, fa il centometrista sulla strada dell'industrializzazione,<br />
non valuta i limiti dello sviluppo, non vuol vedere la faccia sporca della medaglia. Per cui è<br />
presumibile che l'impoverimento energetico si produca in misura <strong>di</strong>versa in paesi <strong>di</strong>versi con effetti <strong>di</strong><br />
squilibrio estremamente pericolosi. Petrolio? «Il petrolio - <strong>di</strong>ce il professor Mirandola - è una fonte <strong>di</strong><br />
energia non rinnovabile. Ad un certo momento <strong>di</strong> esaurirà. Non subito comunque. Quello che è certo<br />
è che il prezzo del barile continuerà a crescere. Non più petrolio a buon mercato».<br />
Attualmente il contributo delle fonti alle forniture mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> energia è il seguente: petrolio 37,3%,<br />
carbone 26,3, gas naturale 23,9, idro.geo-ecc. 6,1, nucleare 6,2. La crisi petrolifera, che si è<br />
presentata ad ondate (nel 1973 con la guerra del Kippur, nel 1979 con il nuovo Islam in Iran, nell'81<br />
con la prima guerra del Golfo e via <strong>di</strong>cendo) coincideva con conflitti e tensioni politiche, al ritmo <strong>di</strong> un<br />
rincaro ad ogni evento. In questa situazione la ricerca dell'innovazione è una strada da percorrere,<br />
ma mettendo insieme ogni tessera con or<strong>di</strong>ne e nella giusta misura, con i meto<strong>di</strong> e con i tempi della<br />
scienza.<br />
«In Italia, per esempio - <strong>di</strong>ce Mirandola - una risorsa naturale come il carbone è meno usata che<br />
negli altri paesi d'Europa e, tuttavia, va a carbone la centrale <strong>di</strong> 1000 megawatt <strong>di</strong> Fusina. Ecco,<br />
quando si parla <strong>di</strong> centrali da 1000 megawatt a energia solare si <strong>di</strong>mentica un particolare importante:<br />
la centrale <strong>di</strong> Fusina occupa lo spazio <strong>di</strong> un chilometro <strong>di</strong> lunghezza per 400 metri <strong>di</strong> larghezza.<br />
L'energia solare ha bisogno <strong>di</strong> uno spazio enormemente maggiore perché ha densità <strong>di</strong> potenza<br />
molto modesta e <strong>di</strong> notte non c'è. Per produrre con l'energia solare la stessa quantità annua <strong>di</strong><br />
energia elettrica <strong>di</strong> centrali come Fusina ce ne vorrebbero 6 o 7 e dove le mettiamo e quanto<br />
spenderemmo per questi impianti? L'energia solare va bene ma con impianti più piccoli <strong>di</strong>stribuiti sul<br />
territorio. Gran<strong>di</strong> speranze sull'idrogeno? Non <strong>di</strong>co <strong>di</strong> non coltivarle, ma l'idrogeno non è una fonte<br />
energetica, non ci sono giacimenti <strong>di</strong> idrogeno, è un vettore <strong>di</strong> energia come l'elettricità che può<br />
essere prodotto e trasportato, è una tecnologia ancora in fase sperimentale».<br />
Sono tutte voci da attivare, tutti capitoli dello stesso libro. Gli scienziati per farlo avrebbero bisogno <strong>di</strong><br />
una classe politica illuminata e competente e <strong>di</strong> una comunicazione più precisa che informi, magari<br />
che scuota, ma senza fare terrorismo.<br />
UNIVERSITÀ E CONSORZIO FERRARA RICERCHE 24