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Rassegna Stampa del 25/06/2007 10:02 

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INDICE 

UNIVERSITÀ E CONSORZIO FERRARA RICERCHE 

25/06/2007 Il Resto del Carlino 

di ANDREA GHISELLINI 


AL MUSEO del territorio di Ostellato... 


«Gli allagamenti hanno una causa» 


Caro Carlino, 


CONCLUDIAMO oggi l'elenco degli studenti laureati... 


Una giornata romana per il progetto del nuovo Centro studi 


L' UNIVERSITÀ di Ferrara al vertice... 


Comuni, Provincia, associazioni di categoria, università... 

24/06/2007 Avvenire 

Staminali per pacemaker al cuore 

23/06/2007 Il Gazzettino 

ECONOMIA 


Prende il via oggi la seconda edizione ... 

23/06/2007 Corriere del Mezzogiorno 

Differenziata ed energia dai rifiuti: due convegni a Caserta 

24/06/2007 Corriere delle Alpi 

Trecento cervelli indagano l'energia 

22/06/2007 Corriere di Romagna 

Storia della valle Tramite il Dna Primo incontro 

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25/06/2007 Gazzetta del Sud 

Corso sui problemi delle vaccinazioni 

25/06/2007 Il Cittadino di Lodi 

Roberto Schmid alla presidenza della Fondazione della Bpi 

24/06/2007 Il Domani 

Marco Bettazzi L' " 

23/06/2007 Il Domani 

«Soldi ben spesi per la cultura» 

23/06/2007 Il Domani 

CONIUGARE ETICA ED IMPRESA, PER L'UNIPOL SI PUÒ FARE 

25/06/2007 Il Mattino di Padova 

«Porterò calciatori padovani a Creta» 

23/06/2007 Il Tirreno 

Sono tornati in porto Syusy e Patrizio 

25/06/2007 La Nuova Ferrara 

Tre Storie amorose 


Manuale d'amore 2 all'Arena Parco Pareschi 


La scuola con le grucce 


BREVI 


«Siamo due ambasciatori in Europa di Ferrara città della bicicletta» 


Gli sponsor e patrocinatori 


«Ermitage, attendiamo una chiamata» 


Ricerca scientifica 


Toccare la preistoria? A Ostellato ora si può 

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Il santuario restaurato E la facciata ora risplende 


La deriva autoritaria della Polonia 


Un' estate sulla piazza 


BREVI 


Sicurezza idraulica del territorio 


Cardiologia, le novità su scompenso e staminali 


Quattro ministri danno l'ultimatum a Prodi 

22/06/2007 Vita 

Ateneo del bene comune: in Italia si studiano acqua e mondialità 

23/06/2007 L'informazione 

La cooperazione progetta il futuro 



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AZIENDA OSPEDALIERA S.ANNA 

24/06/2007 Corriere della Sera 

Radioattivi per troppe Tac 


Avis, un centro donazioni grande e moderno 


L'AUTOPSIA sul cadavere di Lodovica Selvatico... 


«Al S. Anna investimenti costanti» 


Avis, il centro prelievi intitolato a Ugo Coluccia 


Salute pubblica 


E alla fine il paziente deve arrangiarsi 

AZIENDA USL DI FERRARA 


«DOPO QUASI 20 anni di attività... 


Stoppa: «Popolazione anziana in forte crescita» 


SONO STATI oltre trenta gli equipaggi... 


Presentato nuovo bando sui progetti di servizio civile nel territorio 


Servizio civile, aperte le iscrizioni Un part time per il volontariato 


Tremila donatori potenziali 

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UNA VETRINA per i musicisti e... 


Preoccupati per l' ospedale 


«Sui reperti di Spina polemiche e ritardi» 


BREVI 


«Bande Rumorose» a Copparo Presentato il bando del 2007 


«Il Day Hospital chiude a fine estate» 


Tagli al "Borselli" 

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SCENARIO SANITA E SALUTE 

19/06/2007 Il Sole 24 Ore Sanita' 

Sette decreti per i bandi dei direttori degli Irccs 


I medici: troppa carne al fuoco 


Ssn- Università : le equiparazioni economiche slittano all'aula 

UNIVERSITA E RICERCA 

25/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Sempre più idee sul mercato 

24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

L'inferno chimico nel manto nevoso 

24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Nuovo centro Bracco per la diagnostica 

24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

«Spin-off» a caccia di qualità 

24/06/2007 La Repubblica 

Nel laboratorio-sentinella della nuova tubercolosi 

25/06/2007 Affari Finanza 

In Italia pochi laureati, ma solo metà dopo tre anni ha un lavoro stabile 


La nuova sfida di google si chiama personal search 


TERAPIE IMMUNOSOPPRESSIVE Trapianti, svelato il rischio anti-rigetto 


Novara declina la salute così 

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UNIVERSITÀ E CONSORZIO 

FERRARA RICERCHE 

40 articoli

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SULLE ALI di un incoraggiante clima di fiducia, legato al rafforzamento della fase di crescita avviata 

a metà dello scorso anno, gli industriali ferraresi si incontrano oggi pomeriggio a Cento per la 

sessantaduesima assemblea annuale di Confindustria. L'appuntamento è nella sede di Vm Motori 

Spa (via Ferrarese 29, ore 17.30), per un'assise ricca di ospiti e di spunti di grande interesse, a 

cominciare dall'argomento scelto come leit motiv della giornata, vale a dire i costi della politica. Ne 

parleranno, al termine della parte privata dell'assemblea, il vice direttore de il Resto del Carlino, 

Pierluigi Masini e Mario Caligiuri, docente all'università La Sapienza di Roma. «La decisione di 

affontare questo argomento è stata presa in sintonia con il comitato di presidenza ed il consiglio 

direttivo dell'associazione quasi tre mesi fa, molto prima cioè che finisse in primo piano su giornali e 

tv - spiega Piero Puglioli, presidente di Confindustria Ferrara - In un momento in cui la nostra 

economia sta lanciando segnali di ripresa, sia a livello nazionale che locale, vogliamo attirare 

l'attenzione sulle ricadute pesanti che le inefficienze, gli sprechi e i costi ingiustificati dell'apparato 

burocratico dei partiti e della pubblica amministrazione hanno su questo processo di crescita. Una 

priorità da risolvere in fretta, ancor prima di tagliare le tasse. Perchè è come se noi imprenditori 

stessimo correndo con una palla legata al piede, una palla che ogni anno si fa sempre più 

pesante...» 

NELLA SUA RELAZIONE, una ventina di cartelle in tutto, Puglioli affronterà anche questo tema: «un 

nodo assolutamente centrale per lo sviluppo del Paese e della sua economia», lo giudica il 

presidente. «Vogliamo battere il ferro finchè è caldo - aggiunge Puglioli - E puntare il dito contro chi, 

negli apparati pubblici, nei partiti, ormai non risponde più a quei criteri di responsabilità della spesa e 

della gestione, a quei principi che una volta si chiamavano 'diligenza del buon padre di famiglia': 

valori dei quali oggi quasi nessuno pare più ricordarsi». 

Per quanto riguarda lo stato dell'economia il report diffuso giovedì dalla Camera di commercio, marca 

una fase di crescita consolidata, soprattutto per le imprese manifatturiere di maggiori dimensioni. Nel 

primo trimestre di quest'anno la crescita tendenziale della produzione è stata del 3.5%, mentre il 

fatturato è aumentato del 4,1% e gli ordinativi del 4,2%. Brillanti anche i dati dell'export, che registra 

un incremento del 21% (su base annua) nei primi tre mesi del 2007 (630,1 milioni di euro per i flussi 

oltre confine, che superano in valore i 2,1 miliardi). 

«NON C' È DUBBIO - chiosa Puglioli - In un contesto generale di ripresa, anche Ferrara fa la sua 

parte. I primi dati del 2007 ce lo confermano e, anche se non manca qualche ombra, possiamo dire 

che la ripresa ci sia davvero, che le nostre imprese stiano raccogliendo i frutti degli investimenti in 

tecnologia, innovazione e ricerca, messi in cantiere in questi anni. Lo dirò nella mia relazione, 

spiegando anche perchè la nostra assemblea si tiene a Cento, alla Vm. L'intenzione è quella di 

tenere altre assemblee annuali sul nostro territorio, valorizzando così il patrimonio di imprese che ne 

costituiscono l'intelaiatura economica. Cominciamo da Cento, dalla Vm, fulcro del tessuto produttivo 

della nostra provincia. E sarà proprio Vilmo Ferioli, top manager dell'azienda centese, a fare gli onori 

di casa alla nostra assemblea». 

A chiudere i lavori dell'assise ferrarese sarà invece Giuseppe Morandini, presidente nazionale della 

Piccola Industria. «Una presenza che testimonia l'importanza delle piccole e medie imprese per il 

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FERRARA 

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nostro tessuto ecomico», precisa Puglioli. 




FERRARA 

Pag. XXV 

AL MUSEO del territorio di Ostellato... 

AL MUSEO del territorio di Ostellato è stata inaugurata ieri mattina la mostra di archeologia 

sperimentale 'To touch or not to touch' Una rassegna, dedicata agli ipovedenti e non vedenti, che è la 

fase conclusiva del programma 'Cultura 2000' dell'Unione Europea, che mette in rete sei partner di 

quattro differenti nazioni sotto il coordinamento del Comune di Ostellato e la direzione scientifica dell' 

Università di Ferrara. 

I partner di 'To touch or not to touch' hanno portato ad Ostellato le repliche di materiali esemplificativi 

dei loro musei e centri di ricerca: dal politecnico di Tomar, sede di importanti studi sull'arte rupestre; a 

Quinson, sede del museo di preistoria del Verdon; al centro europeo di ricerche preistoriche di 

Isernia; al museo dei grandi fiumi di Rovigo; al centro culturale Trakart di Plovdiv; al museo storico 

della città di Smolyan, in Bulgaria ai confini con la Grecia. 

Una breve scheda della mostra e tutte le didascalie degli oggetti sono anche in formato Braille per i 

visitatori con problemi visivi. 

Orgoglioso il sindaco Paolo Calvano che ha ricevuto le lodi del rettore Patrizio Bianchi, della 

Provincia di Ferrara ed in particolare dell'assessore al welfare Diego Carrara, di Lorenza Badiello, 

responsabile regionale a Bruxelles e dell'Unione italiana ciechi rappresentata dal presidente 

regionale Stefano Tortini (nella foto), che ha ricordato come in Italia esista solo un museo per non 

vedenti: l'Omero di Ancona. 

La mostra resterà allestita fino a settembre, per poi essere spostata nei paesi europei partner. 

Paola Vancini 




FERRARA 

Pag. XXIX 

L'INTERVENTO 

«Gli allagamenti hanno una causa» 

«Urbanizzazioni massicce senza adeguamenti idraulici adeguati» 

Caro Carlino, 

Le vicende dei recenti allagamenti "tengono banco" nella discussione politica e sociale di questi ultimi 

giorni. Chiedo preliminarmente scusa per la lapidarietà, indotta dallo status quo, ma credo, purtroppo, 

che la "tropicalizzazione del clima", che alterna lunghi periodi di siccità a rovesci temporaleschi 

eccezionali, non ci consentirà di uscire facilmente da questa situazione. Eventi come quello della 

prima decade di giugno sono l'emblema, ovvero la causa-effetto, dei medesimi accadimenti. Ciò che 

più interessa all'opinione pubblica, giustamente, è però l'eventuale incuria, dunque se si è fatto 

quanto possibile per prevenire. In primo luogo vorrei affermare, senza tema di smentita, che i condotti 

fognari di qualsiasi località, piccola e grande, non sono in prevalenza commisurati a queste intensità 

di precipitazione che, solo alcuni anni fa, si ipotizzava potessero ripetersi ogni venti anni e più. A 

mero titolo di esempio circa l'ultimo fenomeno, il picco di intensità nel comune di Cento ha raggiunto i 

52 mm/ora fra le 7,00 e le 7,15 (!) del 7 giugno. Per quanto concerne il sistema bonifica, pur essendo 

nel pieno della stagione irrigua, durante la quale nei canali vengono mantenuti i necessari invasi di 

acqua, il fatto non ha avuto influenza sulle conseguenze delle piogge e le canalizzazioni erano in 

grado di ricevere afflussi dai centri urbani. Si è inoltre provveduto ad installare le motopompe per 

coadiuvare gli interventi dei VV.FF. intervenuti presso private abitazioni. Nonostante in questa 

circostanza la bonifica non sia andata in "tilt", è comunque in fase accelerata di redazione lo Studio 

per la sicurezza idraulica del territorio ad opera dei Consorzi ferraresi e del Consorzio di Burana 

(MO), con l'ausilio dell'Istituto danese di idralica, per monitorare e programmare tutte le opere 

necessarie e la sua compenetrazione con quanto già fatto dall' Università di Ferrara per conto della 

nostra Provincia. Vale assolutamente la pena, qui ed ora, ribadire quanto più volte sostenuto circa la 

causa determinante dei gravi allagamenti, indicabile prevalentemente nell'incremento che hanno 

avuto l'urbanizzazione e gli investimenti infrastrutturali in diverse attività pubbliche e private, in 

assenza di adeguamento delle strutture di difesa idraulica del territorio dal rischio idraulico. Alcuni 

centri edificati, si sono raddoppiati in meno di un decennio e, sempre in questo ultimo periodo, è stata 

sottratta a livello regionale una superficie agricola utilizzabile pari a quella ferrarese (180.000 ettari!). 

Come si può evincere, la situazione è molto preoccupante e solo una grande "cabina di regia" tra tutti 

i portatori di interesse può atture strategie dirimenti. Approfitto per comunicare che il rifinanziamento 

del Piano irriguo nazionale ci consente, con la riattivazione di Pontelagoscuro, di gettare le basi per 

un futuro siccitoso meno problematico. Spero che siamo in grado di fare lo stesso, con l'ausilio di 

tutti, relativamente alla sicurezza idraulica del territorio e dei suoi centri abitati. 

Daniele Vecchiattini 

(Presidente Consorzio generale ferrrese di bonifica) 




FERRARA 

Pag. XXIX 

Caro Carlino, 

Caro Carlino, 

Voglio rispondere alla lettera apparsa su Il Resto del Carlino il 17/06/07 e riportante il titolo «scempio: 

il platano tagliato per il cemento» e firmata da «cittadini per la natura». 

In tale lettera si fa notare all'opinione pubblica di come sia stato abbattuto un presunto albero 

monumentale in Via Alta strada provinciale per Jolanda di Savoia. 

Rispondo ai cittadini, che con giusta posizione non accettano il taglio di alberi senza giustificata 

motivazione, che a quanto mi risulta è stato da poco tagliato un platano in proprietà privata, tale 

albero era di notevoli dimensioni ma completamente secco e ricoperto di edera che, pur dando alla 

pianta un aspetto particolarmente romantico e gradevole, ne testimoniava il completo o quasi 

decesso con conseguente pericolosità per persone e cose. 

Ricordo che con l'Università degli Studi di Ferrara e la Provincia di Ferrara si è fatto un attento 

censimento di tutti gli alberi monumentali, ovvero piante che per salute, rarità e bellezza, sono degne 

di particolare attenzione tanto de essere richiamate in piani appositi, con il quale si tenta di 

proteggere alberi di elevato valore ambientale e paesistico, siano essi su terreno privato o su terreno 

pubblico. L'intenzione è quella di promuovere direttive e principi di progettazione e di manutenzione 

del territorio eco-sostenibili con l'utilizzo dello strumento di governo principe che sarà il prossimo 

Piano Strutturale Comunale e il suo Regolamento Urbanistico ed Edilizio. 

Ritengo opportuno concludere con alcuni dati di sicuro interesse per tutti quei cittadini che sono 

particolarmente sensibili alle problematiche ambientali. Nel Comune di Copparo, o almeno nelle aree 

di diretto intervento, gli alberi vengono abbattuti solo perché causa di pericolo per persone o cose o 

perché irreversibilmente ammalati, come 17 platani abbattuti a febbraio sulla strada per Cesta. Gli 

eventuali abbattimenti vengono spesso seguiti da successivo interramento di altre piante, anche in 

altra zona, se quella oggetto di intervento non lo consente. Un dato per tutti: a fronte delle poche 

decine di tagli effettuati a Copparo dal 2005 ad oggi sono stati piantati, anche grazie all'aiuto della 

Provincia di Ferrara, più di 1.500 fra alberi ed essenze autoctone, molte delle quali erano da anni 

sparite dalle nostre campagne. 

Salvatore Sivieri 

(Assessore all'Ambiente 

Comune di Copparo) 




FERRARA 

Pag. XI 

CONCLUDIAMO oggi l'elenco degli studenti laureati... 

CONCLUDIAMO oggi l'elenco degli studenti laureati nella sessione straordinaria dell'anno 

accademico 2005-2006 all'università di Ferrara. 

FILOSOFIA 

Angelo Tiberio Muriana, Laura Ori, Elisabetta Vassalli, 

LETTERE 

Nadia Gallerani, Agnese Guerreschi, Serena Lippo, Edoardo Malavasi, Alberto Meneghetti, Noemi 

Rubello, Silvia Signorini, Maria Carmela Zaccagnino, Stefania Zuffi, 

LINGUE 

Ilaria Cazzola, Francesca Forghieri, Roberta Patuzzo, Erica Tarroni, Liviana Zaccardi, 

MATERIE LETTERARIE 

Amos Castaldini, Mario Greggio 

PEDAGOGIA 

Maria Teresa Martinelli, Lisa Tieghi, Monica Ziosi, 

PERCORSI CULTURALI 

Laura Borella, Alessandro Fardella, Ughetta Molin Fop, Iris Rocca, Paola Seveso, Monica Sparer, 

Lisa Toniutto, Elsa Trotta, 

SCIENZE DELL'EDUCAZIONE 

Rita Bimbatti, Sergio Bottoni, Nicola Falzoni Brancaleoni, Maria Chiara Castellani, Arturo Giovanardi, 

Valeria Milani, Milena Moschella, David Orlandini, Silvia Pellacani, Mirka Prini, Annalisa Pulga, 

Alessandra Tracchi, 

STUDI CULTURALI 

Mayra Giacobbe, 

MEDICINA E CHIRURGIA 

Seyedeh Soheila Arshad, Denise Artioli, Lorenzo Badia, Alice Benatti, Veronica Biondin, Giulia 

Boarini, Likena Brunello, Ennio Bulone, Marco Casalati, Michele Castelli, Riccardo Cazzuffi, Vincenzo 

De Biasi, Valentina De Cristofaro, Lucia Ferrari, Lara Furini, Matteo Gandolfi, Elena Leprotti, Elisa 

Menegatti, Sara Minghetti, Mariella Minoia, Alessandra Moncon, Anna Pasetti, Laura Pavanello, 

Mattia Portinari, Cristina Portolache, Giulia Querzoli, Giovanni Rinaldi, Gloria Roversi, Barbara 

Sahawneh, Gloria Segato, Adriana Simone, Francesca Loffredo Travasoni, Ariadna Tudurachi, 

Chiara Zambon, Federica Zardi, 

ODONTOIATRIA 

Fabrizio Bai, Silvia Modenesi, Metodi Stojanov, Ellen Sue Bedon, Carlo Edoardo De Santis, Federico 

Musacchi, Francesco Raimondi, 

SCIENZE SANITARIE 

Antonella Cervellati, Laura Ghiso, Mauro Guerrini, 

SCIENZE ATTIVITA' MOTORIA 

Elia Berti, Anna Valentina D'Astoli, Claudio Domeniconi, Daniela Lambertini, Giorgio Magri, Luca 

Malacarne, Enrico Pozzato, 

SCIENZE INFERMIERISTICHE 

Danilo Cenerelli, Sabrina Colomberi, Gabriella Comellini, Sebastiano Iuculano Cuius, Maurizio Fauri, 

Maria Mongardi, Lorena Quaranta, 




FERRARA 

Pag. XI 

SCIENZE MOTORIE 

Hristos Kuluris, Giada Pregnolato, 

BIOTECNOLOGIE AGRO-INDUSTRIALI 

Dario Balboni, Mattia Ciriani, Fabrizio Rondanin, 

CHIMICA 

Cristina Costa, Giada Freguglia, 

CONSERVAZIONE OPERE D'ARTE MODERNA 

Lara Boselli, Eva Peccenini, 

ECOLOGIA 

Sara Benatti, Francesco Gherardi, 

FISICA 

Fauzia Albertin, 

INFORMATICA 

Alan Beccati, Marika De Vincenzi, Thomas Lazzari, Fabio Mangolini, Ivan Paoluzzi, Simone Saravalli, 

SCIENZE 

Caterina Chianella, Giulia Chiapolino, Barbara Mancini, Claudia Perbellini, Simona Poppi, Cinzia 

Pultrone, Barbara Saiani, 

SCIENZE GEOLOGICHE 

Lara Leardini, Luca Minarelli, Claudio Pilati, Fabio Veronesi, Emiliano Zappaterra, 

SCIENZE GEOLOGICHE, 

Laura Besco, Pier Paolo Giacomoni, Damiano Maragna, Massimiliano Melchiorre, Jessica Pistoia, 

SCIENZE NATURALI 

Milena Fusetto, Federica Gennari, 

SCIENZE PREISTORICHE 

Cecilia Buonsanto, Veronica Campagner, Rossella Duches, Valentina Gazzoni, Ilaria Gobbo, Melissa 

Marzi, Elena Zuolo, 




FERRARA 

Pag. XI 

ERMITAGE ITALIA 

Una giornata romana per il progetto del nuovo Centro studi 

di Andrea Ghisellini 

ANCORA una passerella per Ermitage Italia, il Centro studi internazionale per il restauro e la 

diffusione dell'immenso patrimonio di opere d'arte custodite nel grande museo di San Pietroburgo, 

che ad ottobre aprirà i battenti a Ferrara. Dopo la presentazione ufficiale alle autorità e alla stampa 

russe, il 18 marzo scorso, il progetto ora sbarcherà a Roma, il 3 luglio prossimo, per una giornata 

tutta targata Ferrara. Guidata dal presidente della Provincia, Pier Giorgio Dall'Acqua, e dal sindaco 

Gaetano Sateriale, una delegazione ferrarese sarà ricevuta al ministero dei Beni culturali dal 

vicepremier Francesco Rutelli per presentargli ufficialmente il progetto e per illustrare lo straordinario 

calendario di eventi in programma nei prossimi mesi in città: la grande mostra sul Quattrocento 

ferrarese a palazzo dei Diamanti, l'inaugurazione della sede di Ermitage Italia (cui prenderà parte il 

Capo dello Stato) e la mostra sul Garofalo e la scuola ferrarese del Cinquecento che il museo russo 

porterà al Castello estense, primo di una serie di eccezionali appuntamenti culturali legati all'accordo 

tra Ferrara e San Pietroburgo. 

ASSIEME agli amministratori ferraresi saranno ricevuti da Rutelli anche i componenti del Comitato 

scientifico, cui spetterà la gestione del nuovo Centro studi. Presieduto da Michail Piotrovskij, direttore 

dell'Ermitage, il Comitato si insedierà nella palazzina Giglioli, in corso Giovecca, il 2 luglio alla vigilia 

della trasferta a Roma, per formalizzare la sua composizione e mettere nero su bianco l'agenda dei 

primi impegni in vista dell'inaugurazione ufficiale, a metà ottobre, con Napolitano. Tra i suoi membri 

figurano studiosi ed esperti di fama internazionale, a cominciare dai due direttori designati: Irina 

Artemieva (responsabile della collezione italiana all'Ermitage) e Francesca Cappelletti (docente e 

ricercatrice all'università di Ferrara). 




FERRARA 

Pag. XI 

L' UNIVERSITÀ di Ferrara al vertice... 

L'UNIVERSITÀ di Ferrara al vertice della cardiologia mondiale. Fino a lunedì il nostro ateneo 

assieme a quelli di Bologna, Padova e Pavia ospita infatti le sessioni dei gruppi continentali del XIX 

International Society for Heart Research (Ishr). Il congresso riunisce nel complesso 2.500 delegati da 

tutto il mondo con due premi Nobel, i professori Louis Ignarro e Aaron Ciechanover, che discuteranno 

delle ultime novità nella lotta alle malattie cardiovascolari. «È l'occasione - afferma Roberto Ferrari, 

presidente del Congresso, direttore della cardiologia dell'ospedale di Ferrara e presidente della Ishr - 

per far conoscere alla comunità scientifica mondiale il valore dei nostri atenei, in particolare di 

Bologna e di Ferrara». 

In primo piano gli studi e le applicazioni delle cellule staminali per riparare il cuore infartuato, la 

ricerca su proteine marker in grado di predire l'attacco e tutte le più recenti innovazioni in terapia e 

diagnosi precoce, dall'ipertensione alla frequenza cardiaca. 

Un seminario di scienziati giapponesi sul ruolo delle staminali in cardiologia si è tenuto nel Castello 

estense si è riunita. 

«Attualmente - spiega Ferrari - sono stati studiati in tutto il mondo e a Ferrara un centinaio, oltre 800 

pazienti affetti da infarto del miocardio nei quali sono state iniettate cellule staminali di vario tipo o 

sostanze in grado di farne proliferare. I risultati ottenuti fino ad ora sono confortanti, anche se non 

definitivi». 




FERRARA 

Pag. II 

Comuni, Provincia, associazioni di categoria, università... 

Comuni, Provincia, associazioni di categoria, università, Confindustria, Casse di risparmio di Ferrara 

e Cento, sono alcuni dei partner della Camera di commercio nell'Osservatorio dell'economia, lo 

strumento di studio e analisi creato in Largo Castello per tenere sotto controllo il mercato ferrarese. Il 

rapporto trimestrale 2007 è il primo 'compito' messo a punto dal nuovo organismo. 



24/06/2007 Avvenire 

Pag. 11 

Staminali per pacemaker al cuore 

na sorta di pacemaker biologico, realizzato con cellule staminali ingegnerizzate, è stato sperimentato 

con successo sugli animali e potrebbe entrare in sperimentazione clinica tra due anni. È una delle 

principali novità emerse dal congresso della Società intemazionale per la ricerca cardiologica 

(International Society for Heart Research) apertosi in contemporanea a Bologna, Ferrara, Padova e 

Pavia, dove è stato presentato anche un farmaco innovativo contro la tachicardia, frutto della ricerca 

italiana. L'esperimento sul «pacemaker biologico» è frutto degli studi coordinati da Michael Rosen, 

delCentro di terapie molecolari della Columbia University di New York (Stati Uniti). Si è trattato 

dell'utilizzo di cellule staminali mesenchimali tratte dal midollo osseo dei cani e successivamente 

modificate introducendo al loro interno il gene (Hcn2) che regola naturalmente l'attività elettrica nel 

cuore sano. Poi le cellule sono state iniettate nel muscolo cardiaco. «Non sono state osservate 

reazioni di rigetto - ha riferito Rosen -. Anche se tutto sta andando per il meglio, sei settimane sono 

poche per trarre qualsiasi conclusione. Solo tra un anno avremo tutti gli elementi per poter mettere a 

confronto il pacemaker elettronico con quello basato sulle cellule staminali». «Per il momento occorre 

molta prudenza prima di pensare a un passaggio alla sperimentazione sull'uomo - ha concluso 

Rosen-. Se i test sugli animali daranno risultati positivi, potrebbe essere ragionevole programmare la 

sperimentazione clinica fra due anni». «Si tratta di una via estremamente innovativa - commenta 

Roberto Ferrari, direttore della Clinica cardiologica dell'Università di Ferrara e presidente della 

Società europea di cardiologia - per un problema che è molto comune: l'inserimento di un pacemaker 

è relativamente sicuro, ma è pur sempre un piccolo intervento». La seconda novità del congresso 

internazionale vede proprio il professor Ferrari in prima linea, tra coloro che hanno sperimentato un 

farmaco innovativo (ivabradina è LI nome del principio attivo) che si è mostrato in grado di abbassare 

la frequenza cardiaca in modo molto naturale e senza effetti collaterali: «Interviene solo nella misura 

in cui è necessario: se la frequenza è molto alta, la riduce di molto, se è solo un po' alta, la riduce di 

quel che serve». Il farmaco è già stato approvato dall'Etnea (l'ente che regola l'introduzione dei 

medicinali in Europa) e dovrebbe arrivare in Italia in autunno. 




PADOVA 

Pag. 7 

ECONOMIA 

L'imprenditore Sergio Stevanato, insignito nel giorno della Festa della Repubblica dal Presidente 

Giorgio Napolitano dell'onorificenza di Cavaliere del Lavoro, guiderà la Sezione Industrie Varie di 

Unindustria Padova per il prossimo biennio 2007-2009. Presidente e amministratore delegato di 

Stevanato Group Srl, con sede a Piombino Dese, Stevanato sarà affiancato dal consigliere Ennio 

Mazzarolo, presidente di Viraver Technolgy Srl di San Pietro Viminario. Il neo presidente guiderà una 

sezione che rappresenta 50 aziende, molte delle quali operative nel settore del vetro e della 

ceramica, con 1492 addetti. Sergio Stevanato, 64 anni, sposato con due figli, è laureato in 

Giurisprudenza all'Università degli Studi di Ferrara. Impegnato fin dai tempi del liceo nell'azienda di 

famiglia è presidente e amministratore delegato di un gruppo, con più di 115 milioni di euro di 

fatturato, di cui il 70\% legato all'export, e 950 dipendenti, è tra i primi tre grandi produttori mondiali di 

contenitori in tubovetro per l'industria farmaceutica e leader assoluto per la tecnologia delle macchine 

per la lavorazione del tubo in vetro. 




ROVIGO 

Pag. 9 

Prende il via oggi la seconda edizione ... 

Prende il via oggi la seconda edizione del "Mafe, Musiche d'Africa Festival" in programma tra i 

territori comunali di Arquà Polesine e Bosaro. Dopo il successo riscosso lo scorso anno, 

l'associazione Djembe.it in collaborazione con la Regione Veneto e con il patrocinio delle 

amministrazioni comunali di Arquà e Bosaro, propone tre giorni di musica e cultura africana 

aprendosi quest'anno anche a quelle cubana e brasiliana. Il Mafe, che avrà il suo epicentro presso 

l'ostello Canalbianco, si propone di rievocare le tradizioni dell'Africa pre-coloniale attraverso concerti, 

conferenze, workshop e l'assoluta novità degli "aperitivi interculturali" che uniranno momenti di relax 

a dibattiti su temi culturali e sociali. Ospite d'eccezione dell'aperitivo di domani alle 17.30 presso il 

castello estense, sarà Leonardo D'Amico, docente di antropologia della musica nelle università di 

Siena e Ferrara e direttore artistico del Festival dei Popoli di Firenze, il quale terrà una conferenza 

sulla musica africana in Colombia. Il calendario della tre giorni del Mafe prevede tutte le sere concerti 

di grandi musicisti provenienti dall'Africa nera, che presenteranno un repertorio tradizionale del West 

Africa, ma anche esibizioni di artisti cubani e brasiliani, interpreti della fusione di cultura nata in Sud 

America. Fiore all'occhiello del Festival sarà la presenza del noto artista guineano Sourakhatà 

Dioubaté, che si esibirà in anteprima nazionale con il suo gruppo Anyewà Mandè sabato al castello 

alle 21.30. Ad animare il resto della serata ci penserà One Love Hi Pawa, famoso sound system 

reggae che farà la sua prima apparizione in assoluto in Polesine. I protagonisti degli spettacoli 

svolgeranno nei pomeriggi di sabato e domenica dei workshop didattici sulle rispettive discipline, 

nelle strutture messe a disposizione dal comune di Bosaro. L'apertura ufficiale della seconda 

edizione del Mafe avrà luogo oggi alle 18.30 all'ostello Canalbianco, con l'aperitivo di benvenuto, cui 

farà seguito la presentazione degli artisti e del programma della manifestazione, la proiezione del 

reportage "Mafe, musiche d'Africa Festival 2006" e alle 21.30 la no stop "Festa con rumba e 

dunumba". 

È possibile iscriversi ai seminari telefonando all'infoline del Festival 3886592762. 

Marco Scarazzatti 



23/06/2007 Corriere del Mezzogiorno 

CASERTA 

Pag. 6 

LE INIZIATIVE 

Differenziata ed energia dai rifiuti: due convegni a Caserta 

CASERTA - I rifiuti solidi urbani, le contestate discariche, le cave di pietrisco di Caserta, argomenti 

annosi di quotidiana attualità al centro di due convegni a distanza di pochi giorni. Il primo è stato 

promosso dalla società «Le Calorie», nello stabilimento che è a un centinaio di metri dalla discarica, 

sul tema «Lo Uttaro, il giorno dopo. Dalla discarica alla valorizzazione delle frazioni differenziate dei 

rifiuti». Un tema che invita alla praticità in un comparto che vede la Campania all'anno zero nella 

gestione dei rifiuti. A qualche chilometro a nord, dal Lazio in su, nel chiedersi il perché di tanta 

arretratezza si danno risposte scontate: dalle nostre parte i rifiuti vengono gestiti esattamente come 

non andrebbero gestiti in nessun paese civile. Ai lavori, moderati dal professor Amato Lamberti della 

Federico II, si parlerà di mattonelle prodotte dal recupero del vetro e già commercializzate col 

marchio «Cotto di San Leucio»; di gassificazione a letto fluito per il recupero di energia e materia da 

rifiuti; del recupero di cellulosa, di carta e legno da usare per la produzione di acidi a ridotto impatto 

ambientale. Esperti e rappresentanti delle istituzioni, quindi, alle prese con un «da farsi« 

possibilmente immediato, ad ascoltare esperienze altrove felicemente concretizzate, a lanciare una 

sfida che non resti asfitticamente al palo come tutti i discorsi e le programmazioni fatte sull'argomento 

da decenni a questa parte. In modo più accademico - ed è l'Accademia Tiberina ad organizzare il 

convegno del 2 luglio prossimo al Teatro di Corte - si affronta più o meno lo stesso argomento sul 

tema «Regione Campania, rifiuti e cave: quale soluzione?». Per quanto riguarda le cave, la risposta 

è nell'immagine che la catena dei colli Tifatini propone a ridosso del capoluogo di Terra di Lavoro: 

quella di un torsolo di mela malamente morsicato qua e là. Orbite vuote di cave dimesse, polveri in 

quelle attive. La risposta, quindi: rassegnazione. Per i rifiuti c'è soltanto da rifarsi alla soluzione 

suggerita da Raffaele Raimondi, magistrato di Cassazione, il primo in assoluto ad affrontare nel 

Casertano i problemi dell'inquinamento, dell'ambiente, delle cave quando i termini «ecologia», 

«ambientalismo » e movimenti culturali e politici collegati erano lontanissimi dal costituirsi. Il 

suggerimento: «Signor governatore della Campania, organizzi un torpedone, lo carichi di assessori 

dei vari comuni, andate a Ferrara, Modena, Brescia e se volete a Vienna a vedere come si fa. E, al 

ritorno, fatelo». Buon pro memoria per i relatori invitati da Franco Petrella, presidente della Tiberina, 

che sono, con il moderatore Gianluca Abate, il procuratore generale della Corte di Appello Vincenzo 

Galgano, il geologo Fabio Alberini dei Principi di Cimitile, ancora Amato Lamberti e Umberto Arena, 

ordinario di Ingegneria alla Seconda Università. 

Franco Tontoli 




ED. NAZIONALE 

Pag. 33 

IL CONVEGNO ECOS A PADOVA 

Trecento cervelli indagano l'energia 

Le fonti attuali e quelle future: sfida e intreccio tra tecnologia e ambiente - Un'assise mondiale per 

discutere efficienza, costi ottimizzazione e impatto sul territorio dei sistemi energetici. Le risorse 

tradizionali si riducono dovremo abituarci a consumi pro capite minori 

ALDO COMELLO 

Domani alle 9,30 nell'aula magna dell'Università di alza il sipario sul congresso internazionale «Ecos 

2007». Tratta gli aspetti scientificamente più avanzati e tecnologicamente più aggiornati nel campo 

dell'energia: circa 300 partecipanti da 32 paesi. Padova, con il suo Ateneo fondato nel 1222, uno dei 

primi 4 grandi studi del mondo, diventa piazza planetaria della ricerca sull'energia. L'acronimo Ecos 

significa in inglese (perché qui tutti parlano inglese che vengano da Ferrara o da Guanajuato): 

efficienza, costi, ottimizzazione e impatto sul territorio dei sistemi di energia, il che apre l'orizzonte 

sugli aspetti ambientali del settore energetico. Ecos fa specchio ad Asme (American Society of 

Mechanical Engineers) che è la più prestigiosa associazione del mondo nel campo dell'Ingegneria 

Meccanica e che organizza ogni anno a novembre il suo congresso annuale negli Stati Uniti. Ecos, 

invece, ha girato il resto del mondo. Per questa ventesima edizione è stata scelta Padova, ma 

l'esordio è stato a Roma nel 1987 e poi Pechino, Atene, Cracovia e Istanbul, Tokyo e Copenhagen e 

via enumerando da un capo all'altro dell'atlante geografico. 

Il professor Alberto Mirandola, chairman di questo congresso e Fellow dell'Asme, è il tessitore della 

trama organizzativa del convegno. Dice: «La formula è rodata, è un dialogo, un confronto che si 

ripete: dei 300 che verranno a Padova, io ne conosco almeno 100, siamo scienziati che lavorano in 

posti diversi, ma allo stesso tavolo». Ecos cade in taglio su una sensibilizzazione ai problemi 

ambientali sempre più diffusa mentre i media lanciano razzi rossi per allarmare sulla rivoluzione 

climatica e sui gas climalteranti, primo alla sbarra l'anidride carbonica. 

«Il cambiamento del clima c'è - dice Mirandola - ma non è stato scientificamente dimostrato che la 

responsabilità sia dell'uomo. Ci sono stati picchi di gelo e ondate di calore anomale anche nel 

passato. Quindi niente panico, ma un principio di cautela sì perché l'inquinamento provocato dalle 

emissioni è molto rilevante, è un problema mondiale». L'oggi e il domani devono quindi essere 

caratterizzati dall'impiego di tutte le risorse energetiche a disposizione e di tutte le tecnologie che 

abbassano l'impatto ambientale e, in effetti, il programma dei lavori parla di usi innovativi dell'energia 

geotermica, della tecnologia del gas naturale e di quella dell'idrogeno, della conversione e dell'uso 

dell'energia rinnovabile. Ed è previsto, nel calendario dei lavori, l'intervento di Paolo Scaroni, 

amministratore delegato dell'Eni, su «Tecnologie dell'energia per uno sviluppo sostenibile. Il punto di 

vista dell'Eni». 

Secondo Mirandola ci dobbiamo preparare, sul lungo termine, a un modello di società diverso che 

impone consumi pro capite più limitati. Ci troviamo, infatti, in un momento di transizione che segna il 

passaggio tra una stagione di abbondanza energetica, di vacche grasse, ad un periodo di carestia. 

Questi anni sono anche contrassegnati da una crescita della popolazione mondiale e da un aumento 

dell'inquinamento per cui in futuro il consumo globale sarà più rilevante in presenza di risorse 

tradizionali sempre più ridotte. Infatti il problema demografico e quello energetico si contaminano a 

vicenda, sono due sfide strettamente interconnesse. 

Da un lato abbiamo la crescita esplosiva di popolazioni nei subcontinenti asiatici (Cina, India), 

dall'altro il declino demografico e l'invecchiamento nell'Occidente europeo. Il boom demografico, 

associato al rapido sviluppo industriale e tecnologico dei grandi paesi emergenti, comporta una 




ED. NAZIONALE 

Pag. 33 

crescita sconfinata dei consumi e dei bisogni energetici. Va aggiunto che la sensibilità per l'ambiente 

non è omogeneamente diffusa, è un contravveleno delle società più evolute; chi emerge dalla fame e 

dalla guerra ricerca il benessere a tutti costi, fa il centometrista sulla strada dell'industrializzazione, 

non valuta i limiti dello sviluppo, non vuol vedere la faccia sporca della medaglia. Per cui è 

presumibile che l'impoverimento energetico si produca in misura diversa in paesi diversi con effetti di 

squilibrio estremamente pericolosi. Petrolio? «Il petrolio - dice il professor Mirandola - è una fonte di 

energia non rinnovabile. Ad un certo momento di esaurirà. Non subito comunque. Quello che è certo 

è che il prezzo del barile continuerà a crescere. Non più petrolio a buon mercato». 

Attualmente il contributo delle fonti alle forniture mondiali di energia è il seguente: petrolio 37,3%, 

carbone 26,3, gas naturale 23,9, idro.geo-ecc. 6,1, nucleare 6,2. La crisi petrolifera, che si è 

presentata ad ondate (nel 1973 con la guerra del Kippur, nel 1979 con il nuovo Islam in Iran, nell'81 

con la prima guerra del Golfo e via dicendo) coincideva con conflitti e tensioni politiche, al ritmo di un 

rincaro ad ogni evento. In questa situazione la ricerca dell'innovazione è una strada da percorrere, 

ma mettendo insieme ogni tessera con ordine e nella giusta misura, con i metodi e con i tempi della 

scienza. 

«In Italia, per esempio - dice Mirandola - una risorsa naturale come il carbone è meno usata che 

negli altri paesi d'Europa e, tuttavia, va a carbone la centrale di 1000 megawatt di Fusina. Ecco, 

quando si parla di centrali da 1000 megawatt a energia solare si dimentica un particolare importante: 

la centrale di Fusina occupa lo spazio di un chilometro di lunghezza per 400 metri di larghezza. 

L'energia solare ha bisogno di uno spazio enormemente maggiore perché ha densità di potenza 

molto modesta e di notte non c'è. Per produrre con l'energia solare la stessa quantità annua di 

energia elettrica di centrali come Fusina ce ne vorrebbero 6 o 7 e dove le mettiamo e quanto 

spenderemmo per questi impianti? L'energia solare va bene ma con impianti più piccoli distribuiti sul 

territorio. Grandi speranze sull'idrogeno? Non dico di non coltivarle, ma l'idrogeno non è una fonte 

energetica, non ci sono giacimenti di idrogeno, è un vettore di energia come l'elettricità che può 

essere prodotto e trasportato, è una tecnologia ancora in fase sperimentale». 

Sono tutte voci da attivare, tutti capitoli dello stesso libro. Gli scienziati per farlo avrebbero bisogno di 

una classe politica illuminata e competente e di una comunicazione più precisa che informi, magari 

che scuota, ma senza fare terrorismo. 



22/06/2007 Corriere di Romagna 

Bagno. Alle ore 21 

Storia della valle Tramite il Dna Primo incontro 

BAGNO DI ROMAGNA. Comincia oggi al palazzo del Capitano alle 21, il convegno "I geni 

raccontano: comunità tra storia e biologia". Le relazioni di Jacopo Ortalli, dell'università di Ferrara, e 

di Alessio Boattini, dell'università di Bologna, riguarderanno "Archeologia, cognomi e Dna: materiali 

per la storia del popolamento dell'Alta Val Savio". 



25/06/2007 Gazzetta del Sud 

ED. NAZIONALE 

Corso sui problemi delle vaccinazioni 

Un parterre di importanti relatori costituito per discutere di un problema di scottante attualità: "La 

vaccinaziione: prevenzione e aspetti medico legali". Il corso, organizzato dal dott. Fabio Fabiani 

direttore del settore Igiene pubblica e Medicina preventiva dell'azienda sanitaria cosentina, ha 

registrato la partecipazione del prof. Paolo Bonanni dell'università di Firenze, del prof. Pasquale 

Giuseppe Macrì dell'università di Siena, delò prof. Giovanni Gabutti dell'università di Ferrara e del 

dott. Danilo Sestini, magistrato presso la suprema Corte di Cassazione. Il corso ha posto l'attenzione 

sul fatto che le patologie da meningococco richiedono una buona conoscenza dei vaccini disponibili 

sul mercato, dei quali è stata fatta una attenta analisi. Una parte dell'iniziativa pubblica è stata 

dedicata a valutare gli eventi avversi da vaccinazione e l'importanza del consenso informato insieme 

al ruolo del personale sanitario. Nell'ultima parrte del corso, infine, sono state fatte riflessioni medico 

legali ed etico deontologiche in materia di pratica vaccinale, con particolare riguardo al tema delle 

imputazioni delle responsabilità. 



25/06/2007 Il Cittadino di Lodi 

Pag. 7 

Roberto Schmid alla presidenza della Fondazione della Bpi 

n Con ogni probabilità sarà Roberto Schmid il presidente della nuova Fondazione della Banca 

Popolare di Lodi Spa, l'ente del Banco Popolare che distribuirà finanziamenti ai progetti del territorio 

lodigiano. La notizia della designazione di Schmid, il cui nominativo è da sempre caldeggiato e 

sostenuto dai massimi vertici della Bpi, ha iniziato a circolare a metà della scorsa settimana.Schmid è 

laureato in ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano nel 1963, è stato presidente della 

Conferenza dei rettori delle università italiane e del Consorzio di bioingegneria ed informatica medica 

di Pavia. Per assumere la presidenza della Fondazione della Banca Popolare di Lodi, Schmid 

lascerebbe il consiglio d'amministrazione di quest'ultima, dove è stato nominato quindici giorni fa.Il 

suo posto, all'interno del Cda della Popolare di Lodi, verrebbe preso da Mario Vigo, presidente di 

Confagricoltura di Milano e Lodi. Questo servirebbe anche a tranquillizzare Confagricoltura, furente 

perché nel Cda della Popolare di Lodi nei giorni scorsi è stato inserito il presidente della Coldiretti, 

Carlo Franciosi, anziché Vigo. 



24/06/2007 Il Domani 

Pag. 8 

n ATENEO . Lo Spazio Sociale: «Nel bilancio è registrata una quota che è già fuori legge» «Tasse, il 

Tar ci darà ragione» Se la proposta di aumento non viene ritirata il ricorso è già pronto 

Marco Bettazzi L' " 

hanno minacciato più volte ma questa è quella buona. L'ipotesi di aumento delle tasse nei corsi a 

ciclo unico che in questi giorni sta suscitando la protesta degli studenti e che li porterà in strada 

martedì prossimo per una manifestazione è la classica "goccia che fa traboccare il vaso". Se la 

proposta non verrà ritirata, spiega lo Spazio Sociale, il ricorso al Tar sarà inevitabile «perché l' 

Università di Bologna ha già superato il tetto massimo consentito dalla legge per le contribuzioni degli 

studenti». A fronte del 20% consentito rispetto al Fondo di finanziamento ordinario elargito dallo Stato 

l'Alma Mater raggiungerebbe infatti già il 21,4%, una percentuale destinata ulteriormente a lievitare 

fino al 23% se si aggiungessero gli ultimi aumenti ipotizzati, che domani saranno presentati in Giunta 

d'Ateneo. A spiegare perché l'Università sarebbe "fuorilegge" è Stefano Biosa, esponente dello 

Spazio Sociale e membro del Consiglio studentesco. Primo documento citato è il Dpr (decreto del 

Presidente della Repubblica) numero 306 del luglio 1997, dove all'articolo 5 si legge che «la 

contribuzione studentesca non può eccedere il 20 per cento dell'importo del finanziamento ordinario 

annuale dello Stato (Ffo)», che è la quota a carico del bilancio statale delle spese per il 

funzionamento e le attività istituzionali delle università, comprese le spese per il personale e la 

manutenzione. «Nel bilancio di previsione per il 2007 approvato il 12 dicembre scorso - spiega Biosa 

- è scritto che "l'ammontare delle entrate per la contribuzione studentesca al netto dei rimborsi (borse 

di studio ecc., ndr) è di 81,24 milioni di euro" e che il Ffo è di 373,69 milioni. Per rientrare nel 20% 

consentito ci si dovrebbe invece fermare a 74,74 milioni mentre lo stesso bilancio dice che "il 

rapporto della contribuzione studentesca sul Ffo è del 21,7%". La cosa non migliora di molto se si 

prende in esame un Ffo uguale a quello dell'anno scorso, che è di 379 milioni - continua Biosa 

citando il bilancio - In questo caso, si legge, "il rapporto risulta pari al 21,4%" ma se "si aggiungono 

anche le lauree specialistiche, escluse dal conteggio da una delibera della Crui, il rapporto 

risulterebbe del 26,4%. Siamo a pagina 18 del bilancio». Un documento che equivale secondo Biosa 

ad «un'autodenuncia. Si tratta di un atto illegittimo che certifica uno sforamento che senza contare le 

specialistiche tocca i 6,5 milioni di euro, un reato di cui sono complici tutti quelli che hanno firmato il 

bilancio e che aumenterà ulteriormente se verranno introdotti gli aumenti annunciati dalla Monari 

(prorettore agli studenti, ndr) per i corsi di laurea a ciclo unico di Medicina, Veterinaria, Farmacia, 

Architettura e Giurisprudenza». Sommando i 6,4 milioni di extragettito fiscale che questo aumento 

porterebbe nelle casse d'Ateneo si raggiungerebbero infatti gli 87,64 milioni di contribuzioni 

studentesche e quindi uno "sforamento" ipotetico del 23,1%, sempre senza far rientrare nel calcolo le 

specialistiche. «Ora aspettiamo i dati ufficiali delle tasse per il prossimo anno accademico e poi 

continua - avremo anche gli ultimi dati disponibili». Sono cifre comunque già troppo alte secondo gli 

studenti dello Spazio Sociale. «Il conflitto nell'Università è arrivato al limite - continua Biosa - non ci 

sono più mediazioni possibili. L'Ateneo ci sta utilizzando come pezze per tappare i buchi del bilancio 

che arrivano da Roma, perché gli studenti sono l'unico dato variabile su cui possono giocare». Da qui 

l'ipotesi di un ricorso al Tar per denunciare l'Università di Bologna. Ma cosa accadrebbe se il 

tribunale dovesse dare ragione agli studenti? «Il Dpr del '97 non prevede nessun tipo di sanzione per 

chi superi il tetto del 20% spiega Biosa - però si tratta comunque di un reato e una eventuale 

sentenza del Tar andrebbe a certificare un atto illegittimo commesso dall'Alma Mater». Un'azione che 

non avrebbe, secondo lo Spazio Sociale, cause esclusivamente "bolognesi" ma affonderebbe le sue 

radici a Roma. «Questa è una delle tante conseguenze della politica messa in atto dal governo, che 



24/06/2007 Il Domani 

Pag. 8 

anche con l'ultima Finanziaria è intervenuto per tagliare i fondi all'Università - attacca Biosa - e poi ha 

chiesto agli atenei di restituire i soldi per i costi intermedi, arrivando dove nemmeno la Moratti era 

arrivata». 



23/06/2007 Il Domani 

Pag. 23 

«Soldi ben spesi per la cultura» 

«Grande succeso per "Politicamente scorretto" e "La città dei cittadini"» 

. Nessuno spreco per la cultura. È vero che l'Istituzione ha organizzato due eventi in quattro mesi, ma 

è altrettanto vero che siè tratto di due iniziative di grande spessore ("Politicamente scorretto - La 

letteratura indaga i gialli della politica"e "La città dei cittadini") con ospiti di prestigioe un significativo 

afflusso di pubblico. Dopo le polemiche sollevate dai consiglieri di centrodestra, Mario Pedica (FI) ed 

Erika Seta (An), sulle spese dell'Istituzione cultura, il direttore di "Casalecchio delle culture" Davide 

Montanari ribatte punto per punto alle critiche. Pedica e Seta avevano innanzitutto puntato il dito sui 

costi delle due rassegne, in particolare sulle spese accessorie (12.500 euro) «per alberghia cinque 

stelle, viaggi in prima classee ristoranti». «L'organizzazione dei due eventiscrive Montanari in una 

nota - ha visto la partecipazione di oltre 60 relatori provenienti da tut'Italia e anche dall'estero. Ad 

ognuno di questiè stato chiesto di partecipare senza percepire alcun compenso,a partire da Carlo 

Lucarelli che presta la sua opera intellettuale e organizzativa a titolo gratuito». Insomma, spiega il 

direttore dell'Istituzione cultura, «abbiamo garantito a ospiti e collaboratori la sola copertura dei costi 

vivi di trasporto, vittoe alloggio: gli alberghi utilizzati sono statia3 stelle,i viaggi aerei (solo per due 

scrittori spagnoli) e quelli ferroviari sono avvenuti in seconda classe, mentre per il trasporto 

dall'albergo alla sede delle attività siè utilizzato un taxi collettivo. Il vitto, infine,è stato fornito con 

servizi di open-bara prezzi unitari modici». Punto secondo: i costi dell'ufficio stampa, quantificati in 

9.000 euro «per la realizzazione di soli due eventi» avevano stigmatizzato Pedicae Seta. «Per 

quanto concerne il servizio di ufficio stampa e comunicazione è stato affidato ad un ditta del settore - 

chiarisce Montanari - L'investimento ha comportato la produzione e l'organizzazione per 

"Politicamente scorretto" di: una conferenza stampa nazionale, un press tour locale, 12 comunicati 

stampa, 57 uscite complessive su giornali, siti e radio. Il programma di attività ha visto 12 eventi 

programmati:9 incontri, un reading, una proiezione con dibattito, una mostra, 40 relatori, 2700 

presenze complessive, una mostra documentaria originale sulle stragi italiane e un bookshop». 

Attività corpose anche per l'iniziativa "La Città dei Cittadini" «con un sito web attivato, 5 comunicati 

stampa, 10 uscite sui quotidiani locali, 24 uscite su siti e testate on line, 4 uscitee intervisite su radio, 

un programma articolato che ha registrato 289 presenze agli incontri pubblici». Risultati, «in termini di 

presenze, di visibilità e di comunicazione» che a parere di Montanari «appaiono ampiamente 

corrispondenti alle spese sostenute». Punto terzo: le spese di pulizia. Il centrodestra aveva 

sottolineato come «per un appalto relativamente piccolo» fossero state emesse fatturea tre diverse 

società. «Tale servizio- puntualizza il direttore dell'Istituzione cultura-è regolato dal contratto di pulizie 

dei locali di proprietà dell'Amministrazione comunale affidato, sulla base di tariffe Consip, ad una 

Associazione Temporanea di Impresa formata da tre ditte che contrattualmente sono tenute a 

fatturare separatamentei loro servizi». Infine: l'importo di 256 euro per il compenso della 

presentazione del libro "Insieme" di Romano Prodie Flavia Franzoni. Montanari chiarisce che «nonè 

stato speso per gli autori del libri ma riconosciuti ad una professionista del settore che ha coordinato 

l'iniziativa, organizzato la presenza degli autori, contattatoe coinvolto nel dibattito anche il giornalista 

Piero Badalonie il Rettore dell'Università di Ferrara Patrizio Bianchi». 



23/06/2007 Il Domani 

Pag. 10 

CONIUGARE ETICA ED IMPRESA, PER L'UNIPOL SI PUÒ FARE 

n Per il mondo cooperativo,e per l'Unipol in maniera particolare, tenere insieme etica e mercatoè 

possibile. Ma serve rispetto per i valori delle piccole imprese e della sostenibilità che hanno fatto 

crescere il gruppo assicurativo bolognese. Lo sostiene Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol, che 

ieri ha partecipatoa una tavola rotonda su "Etica e impresa" organizzata da Legacoop Emilia- 

Romagna. «Bisogna avere attenzione agli interlocutori che ci hanno fatto crescere in maniera 

formidabile- spiega Stefanini-e dare risposte ai loro valori, per la creazione di un benessere ampio. 

Per noi questa sfida è ancora più importante, perchè facciamo riferimento al movimento cooperativo, 

ma allo stesso tempo operiamo in Borsa. Dobbiamo far venir fuori il meglio di questi mondi, rendendo 

la nostra attività trasparente, corretta, seria e responsabile». Ma per riuscirci, secondo Stefanini, è 

anche necessario superare le logiche della contrapposizione. «È importante- precisa- stabilire che 

ognuno non deve dire cosa devono fare gli altri, ma fare bene quello che fa». Alla tavola rotonda 

hanno partecipato anche il presidente regionale di Legacoop, Paolo Cattabiani, il vicepresidente di 

Confindustria Emilia-Romagna, Massimo Hilbe, il presidente della Camera di Commercio, Giancarlo 

Sangalli, e il rettore dell'Università di Ferrara, Patrizio Bianchi. 



25/06/2007 Il Mattino di Padova 

ED. NAZIONALE 

Pag. 22 

Luca Filippi, allenatore dei Pulcini dell'Albignasego, farà l'osservatore per l'Ofi 

«Porterò calciatori padovani a Creta» 

DUE CARRARE. Una collaborazione con la Grecia per valorizzare i migliori talenti dei settori 

giovanili padovani. Il progetto porta la firma di Luca Filippi, il ventiseienne allenatore dei Pulcini 1998 

dell'Albignasego, che nei giorni scorsi ha trovato l'accordo con Antonis Perakakis, il responsabile del 

vivaio dell'Ofi Creta, club con sede nella capitale dell'isola (Heraklion) per il quale è passato qualche 

anno fa un certo Mahamadou Diarra, attuale stella del Real Madrid. Un'intesa che porterà Filippi a 

proporre alla società greca i giovani padovani più interessanti tra i 10 e i 18 anni. 

«In pratica farò l'osservatore - spiega il diretto interessato, residente a Due Carrare e impiegato in 

un'agenzia di viaggi di Padova - Se qualche ragazzo avrà la possibilità di andare a fare un provino, 

l'avventura potrebbe essere davvero suggestiva. In Grecia c'è fame di grande calcio, voglia di creare 

una mentalità nuova. Da qui l'idea di puntare sui giovani». 

Nel corso del viaggio in Grecia (cui ha partecipato anche il portiere del Battaglia Terme, Fabio 

Zanardi, classe '83), Luca ha potuto visitare il centro sportivo di Gazi e lo stadio dove gioca la prima 

squadra dell'Ofi Creta. «Con Perakakis abbiamo parlato di un mio ingaggio come allenatore del loro 

settore giovanile - prosegue Filippi, che alle spalle ha già quattro stagioni nel vivaio del Battaglia e 

una al Prix Maserà - Mi hanno persino proposto uno stage nei campus estivi. Ho rinunciato per motivi 

di studio, devo laurearmi in Economia e Turismo all'Università di Ferrara. Se ne riparlerà l'anno 

prossimo». (m.l.) 



23/06/2007 Il Tirreno 

CECINA 

Pag. 7 



ROSIGNANO. È tornata a Marina Cala de' Medici la barca Adriatica di Patrizio Roversi e Syusy 

Blady. Partita l'11 marzo del 2006 proprio da Rosignano, ha percorso 18.000 miglia, l'80% del giro 

del mondo, in un anno e tre mesi di navigazione. Ospite di Marina Cala de' Medici, Syusy Blady che 

domani, nella piazza del Borgo (alle 18.30), racconterà delle avventure vissute a bordo di Adriatica, 

anche insieme agli amici di Rosignano. Sono stati Andrea Landini e Riccardo Bussagli, due 

ormeggiatori di Marina Cala de' Medici, a salire a bordo di Adriatica ad Ushuaia, estremo lembo dell' 

Argentina, nella parte più impegnativa del viaggio per le condizioni proibitive dell'Oceano. Su 

Adriatica si sono alternati gruppi di studio di biologia, biologia marina, antropologia, geologia, 

medicina, fisica, astronomia, geografia, glottologia, economia e storia, mentre le Università coinvolte 

sono state Bologna, Ferrara, Padova, Milano Bicocca, Roma Tor Vergata, Firenze, Pavia e Siena. 

Rosignano è tappa importante del rientro di Adriatica nel Mediterraneo. 

L'imbarcazione dei Velisti per Caso riprenderà il mare mercoledì per concludere ufficialmente il suo 

viaggio il 29 giugno, con una grande festa nel Porto di Napoli. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 24 

Tre Storie amorose 

Il nuovo libro di Patrizio Bianchi è illustrato da studenti del Dossi 

FERRARA. Il nuovo libro di Patrizio Bianchi, illustrato dagli studenti del Dosso Dossi, è già 

disponibile in tutte le librerie. Tre racconti «saltati fuori così» - come ha detto l'autore - che 

raccontano sentimenti, che descrivono emozioni. Al tempo stesso tristi e dolci, che toccano temi 

profondi come la vita, la morte, l'amore. La storia di "Giusuìn", la storia del "Museo", la storia del 

"Bocciolo di rosa". Racconti da leggere a voce alta in grado di trasmettere sensazioni molto forti. Più 

di un semplice libro; questa l'idea che ha accompagnato tutte le fasi della creazione di questa nuova 

pubblicazione dalla casa editrice ferrarese Corbo Editore. È nato così il progetto denominato 

L'Editoria che entra a scuola, realizzato anche grazie al sostegno della Fondazione Carife. Dalla 

pubblica lettura delle Tre storie amorose, da parte del professor Bianchi, agli studenti dell'Istituto 

d'arte ferrarese Dosso Dossi, ha preso corpo l'idea di "raccontare" le storie anche tramite opere 

grafiche e pittoriche dei ragazzi. Si è così deciso, visto il grande interesse mostrato, di coinvolgerli, 

accompagnandoli dall'inizio alla fine in tutte le fasi costruttive del libro. 

Patrizio Bianchi Tre storie amorose (Corbo Editore, 56 pagine, 12.50 euro) 




ED. NAZIONALE 

Pag. 23 

Manuale d'amore 2 all'Arena Parco Pareschi 

FERRARA. Appuntamento serale con il cinema dell'anno all'Arena Parco Pareschi di corso 

Giovecca, gestita dall'Arci. Alle ore 21.45 (ma l'apertura è alle ore 21) proiezione del film "Manuale 

d'amore 2", campione d'incassi che vede protagonisti Riccardo Scamarcio e Monica Bellucci con una 

delle scene più chiacchierate dell'anno. Biglietto d'ingresso 6 euro, ridotto 4 per soci Arci, possessori 

di Carta Giovani, studenti e dipendenti dell'Università di Ferrara. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 16 

La scuola con le grucce 

Rotary, presentato il libro di Inzerillo e Bonazza 

Al Museo di Ostellato, nel corso di un simpatico incontro, Giuseppe Inzerillo e Vincenzo Bonazza 

hanno presentato al pubblico il libro dal titolo "La scuola con le grucce", edito da Carocci. I lavori del 

convegno sono stati aperti dal sindaco di Ostellato, Paolo Calvano il quale ha dissertato ampiamente 

sull'opera letteraria dei due studiosi rotaryani presenti in sala. La parola è passata, quindi al 

presidente del Rotary Club Comacchio-Migliarino-Codigoro, Ilgher Galli il quale ha sottolineato che 

l'acquisto del volume "La scuola con le grucce" concorre al service del sodalizio per comperare 

apparecchiature mediche da donare ai Dipartimenti di Medicina e Materno Infantile dell'Ospedle del 

Delta (era rappresentato dal primario, Ettore Bigi) per la diagnosi della sindrome apnee notturne. 

Gli autori del volume, Inzerillo e Bonazza, nell'ordine, hanno illustrata la loro opera fatta di ricerche a 

volte difficilissime, a volte strabilianti, a volte incomprensibili come il fatto che gli insegnanti erano 

pagati a seconda della classe del paese in cui operavano e, a volte, dovevano scrivere al sindaco per 

avere un...acconto sullo stipendio, naturalmente arretrato. Si sono succeduti, infine, sul podio il 

direttore didattico e scrittore, Giovanni Raminelli e la ricercatrice dell'Università di Ferrara nonchè 

poetessa, Lorella Zanellati i quali hanno parlato delle loro esperienze rispettivamente di Codigoro e di 

Comacchio. (V.Trap.) 




ED. NAZIONALE 

Pag. 13 

BREVI 

BREVI 

IL PD E LA LAICITA' 

Il senatore Brutti 

oggi al Borgonuovo 

Questa sera alle 21 alla sala Borgonuovo (via Cairoli 32) i giovani interrogano il senatore Massimo 

Brutti sul tema «Libertà e diritti fondamentali. Nuova sfida per il Partito democratico». L'iniziativa è 

promossa dall'associazione "Democratici Laici e Socialisti"; interverranno: Daniela Montani (Ds), 

sindaco di Formignana; Raffaele Barbirati, segretario comunale della Margherita; Simone Lodi, della 

segreteria provinciale Ds; coordina Diego Cavallina, uno dei fondatori dell'associazione. 

CNA PENSIONATI 

Salute e benessere 

nella terza età 

«Salute e benessere nella terza età» è il tema del convegno promosso da Cna Pensionati che si 

tiene oggi alle 9.30 alla Città del Ragazzo. Parleranno: Pietro Benini, presidente Cna Pensionati; 

Giuseppe Sarti, responsabile Progettazione Città del Ragazzo; Fulvio Bedendo, vice presidente 

Unione Cna Benessere e Salute; Gabriella Collini, università di Ferrara; don Elvio Damoli, direttore 

Città del Ragazzo. 

CORSO RAGAZZI 

In libreria 

la moda alternativa 

La libreria «le pagine dei ragazzi» (via Scienze 6/a) oggi, domani e mercoledì (ore 9.30-12-30) 

propone il breve corso Coco Chanel c'est moi. Simonetta Manicardi stimolerà i ragazzi (età 

consigliata 8-12 anni) a crearsi una moda alternativa ai canoni del mercato, aiutandoli a sviluppare un 

gusto individuale. 

VIA DARSENA 

Condomino 

allagato 

Un allagamento ad un condominio di via Darsena, rpovoccato da uan rottura idrica in assenza dei 

proprietari ha costretta la notte scorsa i vigili del fuoco ad un duro lavoro di prosciugamento. 

L'allarme è scattato dopo la telefonata di alcuni residenti alle 23.50 di sabato. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 11 

«Siamo due ambasciatori in Europa di Ferrara città della bicicletta» 

FABIO ZIOSI 

Volendo sintetizzare al massimo: pane (cucina e tradizione), Estensi (cultura e storia) e 

bicicletta (passato e futuro del trasporto e rispetto ambientale) sono tre immagini che 

possono ben rappresentare Ferrara nel mondo. 

Domenica mattina partiranno per un lungo viaggio (4.300 chilometri) in bicicletta due giovani 

ferraresi, con meta Capo Nord. Sono Simone Dovigo, 24 anni, laureato al Politecnico di Milano in 

Design per interni e Marco Marzola (nato a Montagnana ma da anni residente a Ferrara) 23 anni, 

studente universitario. Ad accompagnarli ci sarà Emanuele Dovigo (fratello di Simone), 22 ani, che 

guiderà il furgone-appoggio. Da Ferrara poi ci sarà anche Fabio Zecchi che ha partecipato alla 

preparazione e che terrà i collegamenti durante il viaggio e aggiornerà il sito (www.ferraranordkapp.it) 

ed Eugenio Ciccone che aggiornerà "Occhi aperti" il portale del Comune di Ferrara. Abbiamo 

incontrato Simone. 

Com'è nata l'idea? 

«E' nata tanto tempo fa, è un progetto mio e di Marco ma si è concretizzata solo oggi perché mi 

sono laureato e perché Marco si è preso un periodo di sosta. Abbiamo studiato a lungo il percorso. 

All'inizio le opzioni per andare a Capo Nord erano due: passare per i Paesi dell'Est, oppure attraverso 

la Danimarca dove c'è il ponte che collega con la Svezia. Alla fine abbiamo deciso per Paesi 

dell'Est». 

Perché l'Est? 

«Primo perché c'interessava confrontarci culturalmente con Paesi da poco entrati in Europa e poi 

perché volevamo che il percorso fosse tutto di terra, ma questo non è stato possibile per via della 

Russia (i visti che rilascia quel Paese sono pochi) e allora abbiamo scelto di passare per l'Estonia e 

poi, con il traghetto, sino in Finlandia». 

Perché Capo Nord? 

«Perché è una meta un po' ideologica e poi è il punto estremo dell'Europa». 

Una sfida? 

«Sì, non solo fisica ma anche culturale». 

Cioè? 

«Vogliamo portare via un po' la Ferrara città della bicicletta. Vogliamo far vedere la nostra città 

com'esempio per l'Europa. Per questo abbiamo organizzato un concorso fotografico per giovani 

ferraresi e da questo concorso tratto le trenta foto più significative che abbiamo già esposto a Ferrara 

, al Cafè de la Paix, al Rettorato e sul Listone per Art & Events». 

Cosa farete della mostra? 

«La caricheremo sul furgone e la esporremo a Cortina, Praga, Kaunas (Lituania) e Oulu (Finlandia) e 

stiamo cercando di organizzare anche per Helsinki». 

Che immagini sono? 

«E' Ferrara city for ciclyt, si vede Ferrara attraverso la bicicletta. Per questo motivo al concorso ha 

collaborato Gianni Stefanati dell'Ufficio Bicicletta del Comune di Ferrara. Quando torneremo 

porteremo una mostra con foto scattate da noi che esporremo a Ferrara e che come titolo potrebbe 

essere La bicicletta in Europa». 

Il vostro viaggio ha anche un intento di solidarietà a Kaunas... 




ED. NAZIONALE 

Pag. 11 

«Sì, noi saremo corrieri simbolici di solidarietà e porteremo una donazione dal Club Soroptimist di 

Ferrara al Soroptimist di Kaunas». 

Soldi? 

«Sì, andranno alla ristrutturazione di uno spazio ludico sportivo interno nell'orfanotrofio della città di 

Kaunas». 

Logisticamente come vi siete organizzati? 

«Il tutto si svolge all'avventura. Abbiamo preso in anticipo contatti da Ferrara e, ad esempio, a 

Treviso e Cortina saremo ospiti dei Soroptimist locali. Poi Emanuele andrà avanti col furgone per 

vedere se possiamo essere ospitati, altrimenti andremo in campeggio o in ostello». 

Avete sponsor? 

«Nell'organizzazione del progetto, che è durata un anno e mezzo, grande spazio è stato riservato 

alla ricerca degli sponsor. Una ricerca difficile anche perché per noi questa è la prima volta. E' stato 

difficile riuscire a smuovere qualcosa e ci sono state date anche buone indicazioni. I primi sponsor 

trovati sono stati quelli tecnici tra cui Sassoli (per le biciclette) e Priscilla (che ci ha dato e attrezzato 

come ufficio mobile il furgone con il quale saremo in contatto con Ferrara). Poi sono arrivati gli altri, 

una decina. Abbiamo il patrocinio del Comune di Ferrara, Provincia, Regione, Università, Manhole 

Museum di Stefano Bottoni». 

Dal punto di vista tecnico come vi siete preparati? 

«Prima abbiamo studiato le tappe in base al chilometraggio ma anche sulla possibilità di dormire. 

Perciò faremo tappe che vanno da 60 a 140 km con una media di 100 km al giorno». 

E gli allenamenti? 

«Ci ha aiutato Gianni Grazzi, docente alla Facoltà di Medicina per Medicina applicata allo sport. Ci 

ha fatto le tabelle per l'allenamento, poi ci ha testato con il Test Conconi. Ed infine sono iniziati gli 

allenamenti». 

Quando? 

«Abbiamo iniziato a gennaio e si sono man mano intensificati. Soprattutto bici ma anche palestra. 

Comunque svolgevamo già attività sportiva anche prima. Non osserveremo nessuna dieta 

particolare. Mio fratello Emanuele, che studia Scienze Motorie, utilizzerà quest'impresa per la sua 

tesi di laurea e quindi ci terrà controllati sia dal punto di vista sportivo che alimentare durante tutto il 

viaggio». 

La partenza sarà domenica 1 luglio... 

«Sì, alle ore 9 da Piazza Ariostea dove sarà allestito un gazebo. Vorremmo che fosse una partenza 

di "massa" e ognuno si può unire a noi in bicicletta fin dove vuole». 

Quanto arriverete? 

«Il 13 agosto. Ci siamo presi cinque giorni di riposo (che coincidono con le tappe della mostra). Il 

ritorno sarà poi a bordo del furgone». 




ED. NAZIONALE 

Pag. 11 



Chi ha aiutato l'impresa 

Questi gli sponsor: Ami Ferrara, Ballons Ferrara Festival, Ferrara Terra e Acqua, Segest, 

Fondazione Carife, Cai Ferrara, Agriturismo La Moraia, Cus Ferrara, Foto Pandini, Occhi Aperti, 

Agriturismo Margherita, Arcispedale S. Anna, Farmacia Comunale 14 Cremona, Pubbliservice, 

Spisani, Garden Club e Autoestense. Questi invece gli enti patrocinatori: Comune, Provincia, 

Regione, Soroptimist International, Università e Manhole Museum. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 9 

di Gian Pietro Zerbini 

«Ermitage, attendiamo una chiamata» 

Il presidente Lenzi interviene sul progetto «E' mancato un coinvolgimento diretto» - Aumentati nel 

2006 i fondi deliberati per fini culturali 

La Fondazione Carife è più che mai radicata nel territorio ferrarese. A dirlo sono i numeri che 

anche quest'anno hanno visto l'istituzione deliberare oltre 6 milioni di euro per finanziare 

progetti nei tanti settori della società civile, con un occhio di riguardo alla cultura, alla ricerca 

scientifica, alla salute pubblica e alle varie forme di assistenza, formazione e beneficenza. Il 

presidente Sergio Lenzi, oltre ad analizzare l'attività annuale della Fondazione, fa il punto della 

situazione anche in considerazione di alcune questioni rimaste ancora in sospeso, come il 

progetto Ermitage. 

ERMITAGE ITALIA. «Su questo progetto - dichiara Sergio Lenzi - la Fondazione Carife è ancora alla 

finestra, al momento siamo fermi perché aspettiamo di valutare la situazione e il grado di 

coinvolgimento che ci verrà chiesto». Il presidente pesa bene le parole perché vuole assolutamente 

evitare scontri e polemiche istituzionali, ma dal ragionamento si capisce bene che qualcosa in merito 

alla sede italiana del prestigioso museo russo a Ferrara, non lo sta soddisfando. «Ci aspettiamo per 

lo meno - prosegue - che non ci venga solo chiesto un contributo finanziario, ma ci auguriamo un 

coinvolgimento più diretto in questo importantissimo progetto visto anche le premesse che erano 

state fatte dopo la scelta ferrarese del direttore Mikhail Piotroskiy». All'indomani dell'assegnazione 

ferrarese di Ermitage Italia, avvenuta lo scorso 4 ottobre, si era detto che i russi erano stati colpiti 

soprattutto dalla coesione delle forze messe in campo dalle massime istituzioni ferraresi a tutti i livelli. 

A distanza di nove mesi, probabilmente questa coesione dovrebbe essere maggiormente rafforzata, 

visto che la Fondazione Carife è ancora ferma sulle sue posizioni, in uno stallo che sta facendo 

sorgere interrogativi, e forse un po' di apprensione soprattutto a Provincia e Comune. «Tuttavia - 

precisa Lenzi - c'è ancora tempo fino ad ottobre, mese in cui arriverà il presidente della Repubblica 

Giorgio Napolatano ad inaugurare la sede ferrarese dell'Ermitage, per definire bene il progetto e il 

nostro ruolo in questa importantissima iniziativa culturale internazionale». 

SAN CRISTOFORO. E' il fiore all'occhiello dell'attività culturale della Fondazione in questo periodo. 

Ancora tre mesi e il restauro del tempio di San Cristoforo verrà definitivamente ultimato con la 

cerimonia di inaugurazione. «Sono positivi i dati di apertura al culto del tempio avvenuta lo scorso 

dicembre dopo il primo importante restauro - afferma il presidente - con migliaia di visitatori che 

hanno potuto apprezzare le architetture di Biagio Rossetti, le ancone lignee e le pale dell'arredo 

certosino. Posso anche confermare, l'ultimo contatto l'abbiamo avuto pochi giorni fa, la presenza il 

prossimo settembre del coro della Cappella Sistina di Roma che terrà un concerto per la cerimonia di 

inaugurazione. La somma impegnata nel 2006 per il progetto è stata di 750.000 euro». 

FONDI ALLA CULTURA. Non solo restauro nel fitto carnet degli appuntamenti culturali e artistici, ma 

anche sostegno ad iniziative peculiari. «Mi piace ricordare - dichiara Lenzi - il grande successo della 

rassegna "Aperitivi d'arte", tenutasi nei mesi invernali ed in primavera presso la Pinacoteca 

nazionale. Bella anche la seconda edizione delle letture dantesche in un duomo di Ferrara stracolmo 

di gente. Anche il sostegno alle grandi esposizioni (nel 2006 la Fondazione Carife ha stanziato 495 

mila euro per le mostre di De Pisis e Derain ai Diamanti n.d.r.) e ad altri importanti eventi, 

contribuiscono a mantenere alto il punto di riferimento cui far tendere tutte le attività culturali ed 

artistiche del nostro territorio, con tante iniziative anche in provincia». 




ED. NAZIONALE 

Pag. 9 

OCCHIO ALLA SCIENZA. «La ricerca scientifica - continua il presidente - è un settore che ha 

particolarmente rilevanza in una città come Ferrara, non grande ma dotata di una università che 

svolge in pieno il proprio ruolo non solo nella didattica ma anche nell'altro pilastro fondamentale, 

grazie ad un'opera attenta di coinvolgimento delle realtà istituzionali del territorio. La costituzione del 

Comitato dei Sostenitori, ha incentivato la valorizzazione della ricerca scientifica e le opportunità che 

dalla stessa scaturiscono». Non a caso la Fondazione Carife partecipa al sostentamento di questo 

comitato e nel 2006 ha deliberato 400.000 euro. Per potenziale le ricerche in campo genetico è stata 

acquistata anche una macchina per la cura dei tumori nel cavo orale. 

INTERVENTI SANITARI. «Un altro importante punto di intervento - continua Lenzi - è rappresentato 

dalla salute pubblica, dalla prevenzione e dalla riabilitazione. Vi sono situazioni meritevoli di grande 

attenzione, a partire dalla grande incidenza della popolazione anziana, che necessita di sviluppare al 

massimo i fattori di prevenzione, di tempestività della diagnosi, di scorrevolezza dei percorsi 

terapeutici. Questi sono obiettivi che la Fondazione tiene ben presenti per indirizzare la propria 

azione». Sono stati investiti fondi per l'acquisto di veicoli di soccorso e di assistenza sanitaria per 

120.000 euro, oltre all'acquisto di impianti necessari per esami clinici come un apparecchio per la 

risonanza magnetica per l'ospedale del Delta (264.000 euro). 

NUOVI SOCI. Quest'anno si è provveduto anche alla nomina di 11 nuovi soci all'interno della 

Fondazione Carife, che hanno fatto salire a 164 il numero complessivo dei soci. Sono in ordine 

alfabetico: Nicola Barbieri, Andrea Benetti, Pier Luigi Bonora, Nino Bruni, Francesco Cristofori, 

Graziano Gibelli, Paolo Lazzari, Guido Rizzati, Francesco Scutellari, Giuseppe Toscano, Massimo 

Mario Zaghi. Il consiglio di amministrazione della Fondazione è invece composto da Sergio Lenzi 

(presidente), Piero Puglioli (vice presidente), consiglieri: Enzo Cavallari, Gian Carlo Cavazzini, Ennio 

Manuzzi, Mario Mazzoni, Paolo Ravenna, Abdon Sgarbi, Francesca Zanardi; Guido Reggio 

(segretario generale); revisori: Giantomaso Giordani, Tullio Chiesa, Ettore Donini. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 9 

Ricerca scientifica 

Quasi un milione di euro è stato destinato nel 2006 per finalità di ricerca scientifica e tecnologica, con 

la Fondazione Carife che fa parte attiva del comitato dei sostenitori dell'Università (nella foto il 

Rettorato). Sono stati attribuiti anche 19 borse di studio ed assegni di ricerca per quasi duecentomila 

euro, oltre all'acquisizione di nuove attrezzature. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 27 

Toccare la preistoria? A Ostellato ora si può 

Al Museo del Territorio una mostra visitabile anche dai non vedenti 

OSTELLATO. Un progetto europeo che vede insieme partner di quattro paesi sotto la guida e il 

coordinamento del Comune di Ostellato e la direzione scientifica dell'Università di Ferrara. Questo è 

To touch or not touch (toccare o non toccare), la mostra aperta ieri nel Museo del Territorio, che 

permette al visitatore anche diversamente abile di toccare con mano gli oggetti esposti in un'originale 

percorso didattico-archeologici con riproduzioni di manufatti della preistoria umana. Tutto ciò prende 

il nome di archeologia tattile e consente di infrangere una regola sovrana dei musei, quella che 

impone ai visitatori di non toccare le opere in mostra. Nel Museo del Territorio il divieto si trasforma in 

invito. Qui toccare si può, e in alcuni casi si deve, per entrare in contatto con le decine di reperti 

archeologici esposti. Si tratta prototipi realizzati in legno, resina, ceramica, tessuto che riproducono, 

con il sistema del calco, strumenti di caccia preistorici tra cui pietre e lance, resti di animali estinti 

(crani, mascelle, dentature), oggetti di uso quotidiano dalla preistoria fino al Medioevo. To touch or 

not to touch rientra nel programma comunitario "Cultura 2000" e che è stato presentato nei mesi 

scorsi in Portogallo e Bulgaria. Pensata per soddisfare la voglia di conoscenza dei non vedenti, 

l'iniziativa va anche nella direzione dei musei interattivi, tendenza seguita negli ultimi anni. «In questo 

modo il pubblico può avere l'opportunità di interagire direttamente con la mostra e quindi, di riflesso, 

con la storia antica e recente della nostra civiltà - ha spiegato Carlo Peretto, preside della facoltà di 

Scienze naturali e responsabile del progetto - Un modo di vivere epoche lontanissime attraverso 

percezioni tattili e sensoriali». Ieri alla cerimonia d'inaugurazione, gestita dal giornalista Alessandro 

Pasetti, si sono alternati al microfono autorevoli studiosi, visitatori e non vedenti, amministratori, tra 

cui l'assessore provinciale al welfare Diego Carrara, il rettore Patrizio Bianchi, il presidente di Delta 

2000 Malacarne; «E' un progetto di forte valenza sociale - ha detto il sindaco di Ostellato Paolo - che 

mira a rendere riconoscibili al tatto opere dell'uomo provenienti da diversi territori dei partner, 

sottolineando ciò che li accomuna». Gli oggetti arrivano dal Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, dal 

Centro Cultuarle Trakart di Plovdiv, dal Museo Storico di Smolyan in Bulgaria, dal Politecnico di 

Tomar (Portogallo), dal Museo di Quinson (Francia). 

Franco Corli 




ED. NAZIONALE 

Pag. 26 

Il santuario restaurato E la facciata ora risplende 

CESTA Un intervento da 70mila euro 

CESTA. La facciata del santuario della Madonna della Pace di Cesta è tornata al suo antico 

splendore, grazie ad un intervento di restauro finanziato dei Padri Passionisti e un contributo della 

Fondazione Carife oltre che dalle offerte dei fedeli. Intervento costato 70mila euro con aiuto anche 

della Soprintendenza ai Beni Architettonici. A compierlo è stata la ditta Tiver di Copparo e la giovane 

restauratrice Mariella Goderti. La cerimonia del taglio del nastro si è svolta venerdì, con la presenza 

del sindaco di Copparo, Maria Teresa Bertuzzi e la benedizione di Padre Ennio. Allo stesso tempo si 

è festeggiata la donazione di un pulmino al Centro di formazione professionale di Cesta, gestito dalla 

fondazione San Giuseppe. Centro che si rivolge in particolare ad adolescenti in età compresa tra i 15 

e i 17 anni, per espletare l'obbligo scolastico, attraverso l'acquisizione di una qualifica professionale 

di base: corsi anche per giovani e adulti disoccupati. La cerimonia è stata scandita dai musici del 

rione Mota. Sempre nella stessa giornata si è svolto un forum sulla formazione e il ruolo del Cfp 

(ispirato alla dottrina sociale della chiesa: che lavora in sinergia con Comune, Provincia di Ferrara e 

Università). 

Sono intervenuti oltre al presidente della fondazione Giovanni Lolli, l'assessore alle Attività produttive 

del Comune di Copparo Marino Veronesi, rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, dei servizi 

sociali, il presidente della Fondazione Carife Sergio Lenzi e Bracciano Lodi, assessore provinciale 

alla Formazione Professionale. L'assessore ha dato atto del circolo virtuoso nel Copparese tra Cfp e 

istituzioni. Cesta è sopra la media provinciale di chi trova poi occupazione dopo i corsi (oltre l'80%) 

che rispondono alle esigenze del mercato del lavoro. Lodi ha aggiunto che «entro luglio sarà 

approvato il nuovo piano triennale per le politiche formative. Però sono troppi 23 centri presenti nel 

Ferrarese: ne basteranno 6 o 7 e Cesta ci sta per la sua capacità». 

Al Cfp locale nell'ultimo anno formativo sono stati erogati 155 corsi, 17mila ore di formazione, 

coinvolgendo 2.300 utenti. (f.c.) 




ED. NAZIONALE 

Pag. 6 

L'OPINIONE 

La deriva autoritaria della Polonia 

GIANCESARE FLESCA 

Gli ostacoli maggiori per il nuovo Trattato europeo sono venuti in parte dal solito isolazionismo 

britannico, ma soprattutto dalla Polonia, per meglio dire dai suoi attuali governanti, i quali pretendono 

di contare numericamente tanto quanto avrebbero contato se l'invasione tedesca e la guerra non 

avessero sterminato un buon 20 per cento della popolazione nazionale. Il vertice ha dovuto fare 

numerose concessioni ai gemelli che governano a Varsavia, il presidente Lech e il premier Jaroslaw, 

fondatori del partito «Legge e Giustizia», coalizzato con la «Lega delle famiglie polacche» capeggiata 

da Roman Giertych. La principale mascalzonata di questo terzetto si chiama «lustracja», che significa 

grosso modo repulisti. Tutti i funzionari pubblici, gli avvocati, i giornalisti e gli editori, insegnanti e 

presidi, per un totale di 700 mila persone, hanno dovuto presentarsi entro la metà di maggio di fronte 

a un improbabile Istituto per la memoria nazionale dichiarando se abbiano mai avuto rapporti con 

l'SB, il KGB locale, i cui archivi sono pieni di menzogne. Chiunque non si sia presentato o non abbia 

detto la verità sarà sospeso per dieci anni dalla vita pubblica. E dieci anni di prigione vengono 

richiesti da costoro per l'ottantaquattrenne generale Wojciech Jaruzelski per aver proclamato nel 

1981 quello stato d'emergenza che risparmiò alla Polonia l'invasione dei tank sovietici. Gli uomini più 

rappresentativi di Solidarnosc come l'ex premier Mazowiecki o Bronislaw Geremek hanno rifiutato di 

sottoporsi a questa farsa sinistra. All'inizio dell'anno l'arcivescovo di Varsavia monsignor Wielgus si è 

dovuto invece dimettere. L'attuale classe dirigente polacca è arrivata al potere grazie ai sentimenti di 

paura e di odio verso il mondo occidentale ispirati da padre Tadeusz Rydzyk attraverso l'emittente 

ultracattolica chiamata Radio Maria. La povera gente, gli esclusi dal boom neocapitalista che 

rappresentano più di tre quarti della popolazione polacca sono stati a sentire gli appelli di Radio 

Maria e alla fine hanno votato per i Kaczynski e per Giertych. Se i gemelli sono stati i teorici della 

lustracja, Giertych è un campione di antisemitismo e di omofobia. I giovani del suo partito gridano: 

«Eutanasia per i gay, camera a gas per le lesbiche». Recentemente Giertych, che oltre ad essere 

vicepremier è anche ministro dell'Educazione ha chiesto di bandire dalle scuole e dalle Università 

autori come Dostoyevski, Kafka, Camus e Goethe. Stessa sorte per due grandi polacchi come 

Witkievicz e Gombrowicz. Ce n'é quanto basta perché l'Ue, invece di blandirli, li bandisca mettendoli 

alla gogna con l'accusa di violare i più elementari diritti umani. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 28 

Un' estate sulla piazza 

Migliarino, iniziativa per animare il centro - Si comincia il 5 luglio con il concerto della Big One Band 

MIGLIARINO. Ritorna a Migliarino, per il terzo anno la manifestazione «Restate in piazza», 

organizzata dal Comune per animare le notti d'estate. «Ritengo - dichiara l'assessore alla 

Cultura Romano Sgarzi - che gli spettacoli estivi siano un momento di ritrovo e di 

aggregazione. Il fatto di condividere un'esperienza è sempre qualcosa che unisce le persone 

legate da un comune interesse». 

«Il fatto di farlo in uno stesso luogo - prosegue l'assessore migliarinese - diventa punto di riferimento 

per tutti e attesa costante per gli anni successivi. E' necessario ritrovarsi più spesso e le sere d'estate 

possono diventarne un'occasione. Mi auspico - continua Sgarzi - che la gente premi con la propria 

presenza un impegno che anno dopo anno cerca di dare sempre qualcosa in più». 

Anche quest'anno è particolarmente ricco il calendario delle iniziative che comincerà giovedì 5 luglio 

e terminerà il 26 agosto nella centrale piazza Repubblica. Il 5 luglio alle 21.30 esordio con la Big One 

Band in concerto. Il 15 luglio alle 21.30 sarà la volta di Pascal Persiano che presenta un particolare 

Sanremo in tour con la partecipazione di Nini Zironi (migliarinese doc), Maeva, Elena Carlini, Ofelia 

(l'ex sindaco di Massa Fiscaglia) e Didi Balboni (di Pieve di Cento, cantante notissima negli anni 

Sessanta e Settanta). 

Giovedì 26 luglio, alle 21.30 Beatles and the Choir. Il coro dell'Università di Ferrara guidato dal 

maestro Francesco Pinamonti proporrà un omaggio al 40° anniversario Sgt. Pepper's; il gruppo che 

accompagnerà il coro sarà: voce Lorenzo Campani, chitarra Luca Longhini, batteria Stefano Peretto, 

basso Giorgio Santisi, Renato Droghetti alle tastiere. Venerdì 3 agosto il centro cittadino si trasforma 

in un circuito per la seconda edizione della «Mille Miglia...Rino», la corsa con le auto a pedali. Il 9 

agosto spettacolo di cabaret musicale:''30, 40 e 50 vietato ai minori di anni 60'' con Giuseppe Boron e 

Fabio KoRyu Calabrò, uno spettacolo con le musiche degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta con 

una bella storia divertente che le lega insieme. 

La manifestazione «Restate in piazza» si concluderà, il 26 agosto spostandosi al centro 

Polifunzionale con una grande festa dedicata al mondo del volontariato (particolarmente importante 

per tutta la comunità migliarinese), spettacoli e giochi per salutare l'estate 2007 e darsi 

appuntamento alla prossima stagione estiva targata 2008. Il calendario degli eventi potrebbe subire 

variazioni. Per ulteriori informazioni al riguardo gli interessati possono consultare il sito 

www.comune.migliarino.fe.it 




ED. NAZIONALE 

Pag. 25 

BREVI 

BREVI 

BONDENO 

Giostre e bancarelle 

E' tempo di fiera. Piazza Garibaldi è occupata da tante giostre e viale Repubblica presenta il volto di 

un grande supermercato tra bancarelle e punti di degustazione di cibi e non mancano anche le 

bancarelle con i vestiti per gli extracomunitari o per coloro che li vogliono acquistare. La fiera di 

giugno è dedicata al santo protettore del paese che è San Giovanni e per i giovani è una festa 

continua perché sono anche finite le scuole. Il traffico risulta sconvolto, ma da martedì in poi tutto 

tornerà alla normalità. Non entusiasti dell'occupazione i residenti che lamentano disturbo. 

STELLATA 

Una «tesi» alla Rocca 

Si tiene oggi pomeriggio alle ore 18 presso la Rocca Possente di Stellata la presentazione del 

volume "Territorio, qualità della vita e valorizzazione turistico culturale: Il caso Bondeno di Enrico 

Casari". Si tratta della tesi con cui Enrico Casari si è laureato qualche tempo fa all'Università di 

Ferrara. Lo sfortunato Enrico Casari è deceduto alcuni mesi fa per una grave malattia. 

CONCORSO A BONDENO 

La più bella di Ferrara 

Stasera alle 21 in Viale Repubblica terrà la sua tappa locale il concorso di bellezza "La più bella di 

Ferrara". Nel corso della serata avverrà anche la premiazione del concorso "Fiori in Fiera". 

MOSTRA A BONDENO 

Inaugurazione col dj 

E' stata inaugurata mercoledì sera presso la Casa operaia la mostra delle opere degli artisti che 

hanno frequentato i corsi di pittura organizzati da Auxing e diretti dalla pittrice Paola Paganelli. Nel 

corso della serata si è esibito anche Filippo Bernini di 9 anni che è il più giovane Dj d'Italia. 

MIRABELLO 

Sbiciclata con pranzo 

Domani a Mirabello sbiciclata con pranzo finale. Partenza alle 10.30 davanti al piazzale della chiesa 

per raggiungere Ponte Rodoni, dove ci sono gli stand della sagra. Adesioni presso il forno jolly. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 18 

ACQUAZZONI 

Sicurezza idraulica del territorio 

Le vicende dei recenti allagamenti "tengono banco" nella discussione politica e sociale di questi ultimi 

giorni. Chiedo preliminarmente scusa per la lapidarietà, indotta dallo status quo, ma credo, purtroppo, 

che la "tropicalizzazione del clima", che alterna lunghi periodi di siccità a rovesci temporaleschi 

eccezionali, non ci consentirà di uscire facilmente da questa situazione. Eventi come quello della 

prima decade di Giugno sono l'emblema, ovvero la causa-effetto, dei medesimi accadimenti. Ciò che 

più interessa all'opinione pubblica, giustamente, è però l'eventuale incuria, e dunque se si è fatto 

quanto possibile per prevenire. In primo luogo vorrei affermare, senza tema di smentita, che i condotti 

fognari di qualsiasi località, piccola e grande, non sono in prevalenza commisurati a queste intensità 

di precipitazione che, solo alcuni anni fa, si ipotizzava potessero ripetersi ogni venti anni e più. A 

mero titolo di esempio, circa l'ultimo fenomeno, il picco di intensità nel comune di Cento ha raggiunto 

i 52 mm/ora fra le 7,00 e le 7,15 (!) del 7 giugno. Per quanto concerne il sistema bonifica, pur 

essendo nel pieno della stagione irrigua, durante la quale nei canali vengono mantenuti i necessari 

invasi di acqua, tale fatto non ha avuto influenza sulle conseguenze delle piogge e le canalizzazioni 

erano in grado di ricevere afflussi dai centri urbani. Si è inoltre provveduto ad installare le motopompe 

per coadiuvare gli interventi dei VV.FF. intervenuti presso private abitazioni. 

Nonostante in questa circostanza la bonifica non sia andata in"tilt", è comunque in fase accelerata di 

redazione lo Studio per la sicurezza idraulica del territorio ad opera dei Consorzi ferraresi e del 

Consorzio di Burana, con l'ausilio dell'Istituto danese di idralica, per monitorare e programmare tutte 

le opere necessarie e la sua compenetrazione con quanto già fatto dall' Università di Ferrara per 

conto della nostra Provincia. Vale assolutamente la pena, qui ed ora, ribadire quanto più volte 

sostenuto circa la causa determinante dei gravi allagamenti, indicabile prevalentemente 

nell'incremento che hanno avuto l'urbanizzazione e gli investimenti infrastrutturali in diverse attività 

pubbliche e private, in assenza di adeguamento delle strutture di difesa idraulica del territorio dal 

rischio idraulico. 

Alcuni centri edificati, si sono raddoppiati in meno di un decennio e, sempre in questo ultimo periodo, 

è stata sottratta - a livello regionale una superficie agricola utilizzabile pari a quella ferrarese (180.000 

ettari!). Come si può evincere, la situazione è molto preoccupante e solo una grande "cabina di regia" 

tra tutti i portatori di interesse può atture strategie dirimenti. 

Approfitto per comunicare che il rifinanziamento del Piano irriguo nazionale ci consente, con la 

riattivazione di Pontelagoscuro, di gettare le basi per un futuro siccitoso meno problematico. Spero 

che siamo in grado di fare lo stesso, con l'ausilio di tutti, relativamente alla sicurezza idraulica del 

territorio e dei suoi centri abitati. 

Daniele Vecchiattini Presidente Consorzio generale ferrarese di bonifica 




ED. NAZIONALE 

Pag. 15 

Gli esperti a confronto a Bologna e a Ferrara 

Cardiologia, le novità su scompenso e staminali 

Due Università dell'Emilia Romagna al vertice della cardiologia mondiale. Bologna e Ferrara (insieme 

a Padova e Pavia) ospitano infatti le sessioni dei gruppi continentali del XIX International Society for 

Heart Research (Ishr), al Palazzo della cultura e dei Congressi di Bologna fino al 25 giugno. Il 

congresso riunisce 2.500 delegati da tutto il mondo con 2 premi Nobel, Louis Ignarro e Aaron 

Ciechanover, che discuteranno delle ultime novità nella lotta alle malattie cardiovascolari. 

«E' l'occasione - afferma Roberto Ferrari, presidente del Congresso, direttore della cardiologia 

dell'ospedale di Ferrara e presidente della International Society for Heart Research - per far 

conoscere alla comunità scientifica mondiale il valore dei nostri atenei, in particolare di Bologna, sede 

della più antica università del mondo, e di Ferrara, che ha ospitato studenti illustri come Paracelso e 

Copernico». 

A Bologna (Santa Lucia) 300 ricercatori nordamericani faranno il punto sullo scompenso cardiaco e 

a Ferrara, presso il Castello Estense, si riuniranno 200 ricercatori giapponesi per definire lo stato 

dell'arte sulle cellule staminali, per poi confluire tutti nel congresso mondiale a Bologna. Per la prima 

volta nella sua storia il congresso dell'Ishr (XIX edizione, si tiene ogni 3 anni) è ospitato dall'Italia, a 

Bologna ma anche a Ferrara, Padova e Pavia. E per la prima volta nella storia dell'Ishr, l'élite dei 

ricercatori mondiali ha deciso di tenere in contemporanea in Italia le sessioni dei singoli gruppi 

continentali, Nord-America (Bologna), Europa (Padova), Giappone (Ferrara) e Austro Asiatica 

(Pavia). In primo piano gli studi e le applicazioni delle cellule staminali per riparare il cuore infartuato, 

la ricerca su proteine marker in grado di predire l'attacco e tutte le più recenti innovazioni in terapia e 

diagnosi precoce, dall'ipertensione alla frequenza cardiaca. L'Emilia Romagna è protagonista nella 

ricerca sulle cellule staminali per curare l'infarto. La Regione ha infatti recentemente bandito un 

programma di ricerca sulla terapia rigenerativa con un finanziamento di oltre 5 milioni di euro per 3 

anni per studiare le capacità rigenerative delle cellule staminali anche in ambito cardiologico. A 

questo proposito a Ferrara presso il Castello Estense si si è riunita la Sessione Giapponese dell'Ishr 

proprio per discutere il ruolo delle staminali in cardiologia. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 3 

di Gabriele Rizzardi 

Quattro ministri danno l'ultimatum a Prodi 

Verdi, Prc, Pdci e Sinistra Democratica «Cambio di rotta, Padoa-Schioppa non va» 

ROMA. «Serve un cambio di rotta». A pochi giorni dalla presentazione del Documento di 

programmazione economica e finanziaria, quattro ministri della sinistra radicale attaccano 

Padoa-Schioppa su «scalone» e «tesoretto» e lanciano un ultimatun a Romano Prodi. 

L'iniziativa forte, che non ha precedenti e testimonia grande tensione nella maggioranza, è 

partita ieri mattina. I ministri dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), della Solidarietà 

Sociale, Paolo Ferrero (Prc), dei Trasporti, Alessandro Bianchi (area Pdci) e dell'Università, 

Fabio Mussi (Sinistra Democratica), si sono riuniti con quasi tutti i viceministri e i 

sottosegretari dell'area «massimalista» dell'Unione e poi hanno scritto una lettera a Prodi per 

dire che la trattativa con le parti sociali non va, che non accetteranno un Dpef «a scatola 

chiusa» e che le decisioni non potranno essere prese solo dal ministro dell'Economia. 

«Caro Romano», si legge nella lettera, «scriviamo innanzitutto per segnalarti la nostra forte 

preoccupazione relativamente al modo in cui viene condotta la trattativa con le parti sociali. Non 

condividiamo la posizione con cui il governo, e segnatamente il ministro dell'Economia, affronta 

questa iniziativa». Due giorni fa Padoa-Schioppa aveva detto che per l'abolizione dello «scalone» 

non c'è la copertura finanziaria ed aveva aggiunto che per quanto riguarda il «tesoretto» non si 

poteva andare oltre i 2,5 miliardi. Una cifra «troppo bassa» per i quattro ministri che accusano il 

titolare di via XX Settembre di dare vita ad un «balletto delle cifre incomprensibile». 

Le critiche mosse dai quattro ministri, però, non preoccupano palazzo Chigi. Il portavoce del 

governo, Sivio Sircana, ribadisce la «piena fiducia» di Romano Prodi nei confronti dei suoi ministri. E 

ricorda che il Professore ha impostato il lavoro del consiglio dei ministri rispettando lo «spirito di 

collegialità», ha sempre considerato «lecito» esercitare il diritto di critica da parte di ciascuno così 

come ha sempre chiesto il «rispetto» delle prerogative e delle deleghe di «ciascun ministro». Le 

osservazioni sulla trattativa con le parti sociali «saranno prese in considerazione» e le decisioni 

«verranno prese dall'intero consiglio dei ministri sotto la guida di Prodi», conclude Sircana. Padoa- 

Schioppa, insomma, non potrà decidere in solitudine. 

Per la sinistra dell'Unione, i temi da affrontare in maniera diversa sono: la lotta al precariato, il 

superamento della legge Biagi, la ricerca, l'abolizione dello «scalone» e il problema della sicurezza. Il 

tesoretto fiscale, poi, non deve andare alla riduzione del debito ma deve essere destinato alla spesa 

sociale. Pecoraro Scanio, Mussi, Ferrero e Bianchi concludono avvertendo che sono nettamente 

contrari ad una «frettolosa» ratifica del Dpef e chiedono a Prodi che gli venga mandato il testo un 

«congruo numero» di giorni prima della data prevista per la sua approvazione (fine di giugno). 

Nell'attesa di conoscere il testo, il ministro della Solidarietà Sociale ricorda che lo «scalone» va 

eliminato perché «è stato promesso agli elettori». Pecoraro Scanio aggiunge che il Dpef dovrà 

affrontare i «cambiamenti climatici», mentre Fabio Mussi denuncia una «confusione di annunci», e 

invita il governo a «chiarire bene la sua missione». 

Nello stesso tempo anche Fausto Bertinotti scende in campo per chiedere un «risarcimento sociale 

per pensioni e salari». Negli ultimi anni, denuncia, gli operai sono stati il «ventre molle» dell' Italia. 

«La retribuzione del lavoro manuale in Italia è uno scandalo sociale. Si potrebbe parlare di una 

congiura antioperaia che si è determinata e che», precisa il presidente della Camera, «va superata». 

L'offensiva della sinistra radicale nei confronti di Padoa Schioppa e dell'area liberal dell'Unione 

obbligherà Prodi a cambiare strategia? Francesco Rutelli ricorda che siamo ad una settimana dalla 




ED. NAZIONALE 

Pag. 3 

presentazione del Dpef e quindi, in questa fase, «ognuno può presentare le proprie proposte». 



22/06/2007 Vita 

23/29 GIUGNO 2007 N.25 

Ateneo del bene comune: in Italia si studiano acqua e mondialità 

Al via l'anno accademico dell'università del Bene A comune nelle facoltà che hanno sede in Italia: 

quella dell'Acqua e della Mondialità. L'università del Bene comune, presieduta da Riccardo Petrella e 

da Francois Martou, è un progetto educativo, nato a seguito dei lavori del Gruppo di Lisbona, che 

parte dal principio che la conoscenza è un bene comune, patrimonio dell'umanità. Un'idea concepita 

da un gruppo di docenti di Belgio, Canada, Francia, Italia, Spagna e Tunisia. In questi Paesi sono 

state attivate le facoltà in cui si articola l'università del Bene comune: Mondialità (Italia), Acqua (Italia, 

Canada, Corsica, Brasile), Alterità (Belgio), Immaginazione (Belgio). I corsi si rivolgono a operatori e 

quadri del terzo settore e a dipendenti di istituzioni private e pubbliche. Sui temi della mondialità a 

Ferrara si svolgeranno due moduli di formazione base e due di approfondimento. Le prime lezioni -La 

mondializzazione e la globalizzazione: fenomeni contrapposti per il "vivere insieme"- si tengono dal 

22 al 24 giugno. Il 12 e il 13 ottobre il tema sarà Percorsi e proposte di mondialità per la realizzazione 

del "vivere insieme". Tra i docenti: Rosario Lembo, Riccardo Petrella, Riccardo Traisi. A settembre si 

tengono i moduli di approfondimento. Dal 7 al 9 settembre Altraeconomia e cooperazione: percorsi e 

proposte di mondialità. Dal 28 al 30 settembre Intercultura e partecipazione: percorsi e proposte di 

mondialità. Quota: 60 euro. Attestato di partecipazione con la frequenza dei moduli base e di uno di 

approfondimento. 




REGGIO EMILIA 

Pag. 28 

Legacoop su etica e impresa 


Le sollecitazioni del presidente regionale Paolo Cattabiani per un "grande rigore" 

L'assemblea di Legacoop ER «Imprese diverse per un'etica comune».E'qusta la sintesi del confronto 

che ha accompagnato l'assemblea congressuale di Legacoop Er, ieri a Bologna. Il confronto è stato 

aperto da Patrizio Bianchi,Rettore dell'Università di Ferrara,che ha sottolineato l'importanza 

dell'aderenza a sistemi valoriali forti per la tenuta delle associazioni complesse.Tema ampliato da 

Paolo Cattabiani,presidente di Legacoop Er.Giorgio Clementi,Vicepresidente della Federazione delle 

Bcc ha rilevato come negli ultimi anni si sia rovesciato il rapporto tra economia e finanza a favore di 

quest'ultima,con gravi episodi di compromissione dell'etica.Secondo il Presidente della Camera di 

Commercio di Bologna, Giancarlo Sangalli una parte consistente della classe dirigente economica 

«dibatte molto bene di etica, ma pratica spesso male».Pier Luigi Stefanini,presidente di Unipol ha 

sottolineato l'esigenza di compiere uno sforzo per superare le apparenti antinomie tra sviluppo 

dell'impresa e sua funzione sociale, per raggiungere un equilibrio più stabile e duraturo nei rapporti 

col mercato e con i consumatori. 




PARMA 

Pag. 30 

Legacoop su etica e impresa 


Le sollecitazioni del presidente regionale Paolo Cattabiani per un "grande rigore" 

«Imprese diverse per un'etica comune».E'qusta la sintesi del confronto che ha accompagnato 

l'assemblea congressuale di Legacoop Er, ieri a Bologna. Il confronto è stato aperto da Patrizio 

Bianchi,Rettore dell'Università di Ferrara,che ha sottolineato l'importanza dell'aderenza a sistemi 

valoriali forti per la tenuta delle associazioni complesse.Tema ampliato da Paolo 

Cattabiani,presidente di Legacoop Er.Giorgio Clementi,Vicepresidente della Federazione delle Bcc 

ha rilevato come negli ultimi anni si sia rovesciato il rapporto tra economia e finanza a favore di 

quest'ultima,con gravi episodi di compromissione dell'etica.Secondo il Presidente della Camera di 

Commercio di Bologna, Giancarlo Sangalli una parte consistente della classe dirigente economica 

«dibatte molto bene di etica, ma pratica spesso male».Pier Luigi Stefanini,presidente di Unipol ha 

sottolineato l'esigenza di compiere uno sforzo per superare le apparenti antinomie tra sviluppo 

dell'impresa e sua funzione sociale, per raggiungere un equilibrio più stabile e duraturo nei rapporti 

col mercato e con i consumatori. 


AZIENDA OSPEDALIERA S.ANNA 

7 articoli



ED. NAZIONALE 

Pag. 54 

Diagnosi Con 5-6 indagini all'addome si raggiunge la soglia di pericolo 

Radioattivi per troppe Tac 

Allarme da un rapporto Usa: eccesso di esami 

L a 

dose di radiazioni che il nostro organismo incamera con una Tac dell'addome è pari a quella di 400 

radiografie del torace. Bel pugno nello stomaco! «Eppure, è così» dice Paola Angelini, l'esperta in 

radioprotezione del servizio di sanità pubblica dell'Emilia- Romagna che raccoglie i dati sulla 

radioattività che la popolazione assorbe in seguito ad esami diagnostici come la Tac nella sua 

regione (l'unità che la misura è il millisievert). 

La preoccupazione della specialista è più che condivisa dal Consiglio nazionale per la 

radioprotezione statunitense che, grazie a fondi governativi, ha realizzato un'indagine su tutto il 

territorio federale che verrà pubblicata all'inizio del prossimo anno. 

Dai primi dati resi noti dal quotidiano statunitense New York Times 

emerge un quadro da Chernobyl: la dose di radiazioni assorbita pro-capite in seguito alle tecniche di 

imaging, detta dose efficace, è aumentata del 600 per cento dal 1980 al 2006. Non a caso negli Stati 

Uniti nel 2006 sono state eseguite 62 milioni di Tac contro i 3 milioni del 1980. Secondo il rapporto, 

ogni Tac dell'addome comporta una dose efficace individuale di radiazioni assorbite di circa 10 

millisievert, fortunatamente ben al di sotto dei 50 considerati la soglia di rischio per la comparsa di 

tumori e leucemie (soglia calcolata sulla scorta degli effetti sui sopravvissuti delle esplosioni atomiche 

di Hiroshima e Nagasaki). Ma se si considera che oggi nel corso della vita di Tac se ne fa più di una, 

l'effetto di sommazione diventa insidioso. 

«La dose efficace che emerge dal nostro lavoro di sorveglianza è più bassa da quella del rapporto 

americano: 8,2 millisievert per la Tac dell'addome, 4,6 per quella della colonna vertebrale. Ma anche 

da noi c'è stato un aumento del ricorso a queste indagini: dal 2001 al 2004 le Tac dell'addome sono 

passate da 63.000 a 80.000 e quelle del testa-collo da 130.000 a 170.000; sono in calo solo quelle 

della colonna sostituite dalla risonanza magnetica». 

L'Emilia-Romagna è una delle regioni, insieme alla Lombardia, al Veneto, al Friuli, alla Toscana, alla 

Liguria e all'Umbria che raccoglie dati sulla dose efficace collettiva (dose individuale moltiplicata per il 

numero delle prestazioni erogate) di radioattività assorbita dalla popolazione in seguito alle procedure 

diagnostiche e li invia al Ministero della Salute. Dove «dovrebbe» esistere un centro di raccolta 

nazionale, ancora in via d'organizzazione nonostante che una legge del 2000, la 187, recependo una 

direttiva comunitaria, ne avesse imposto la creazione. «Molte regioni sono inadempienti nel flusso dei 

dati, nonostante le nostre sollecitazioni», si difende Giancarlo Marano, uno dei dirigenti della 

direzione generale prevenzione sanitaria del Ministero della salute. Ma i ritardi e le inadempienze non 

sono soltanto nel registro. 

«La legge 187 fissa altri obblighi - informa Giovanna Zatelli, fisico sanitario dell'Asl 10 di Firenze, 

esperta in radioprotezione -. In primo luogo precisa che gli esami radiologici vengono eseguiti sotto 

"la responsabilità specifica" del medico che li richiede e del radiologo che li esegue. E impone a 

quest'ultimo l'obbligo di valutare se è possibile ricorrere ad un'indagine alternativa a più basso 

rischio, come l'ecografia. Si tratta di una responsabilità penale. Il radiologo, inoltre, deve sorvegliare 

sulla dose di radiazioni erogata che compare sulla 

consolle di comando dell'apparecchiatura e tenerne memoria». 

AZIENDA OSPEDALIERA S.ANNA 57



ED. NAZIONALE 

Pag. 54 

Ma dove? Che fine ha fatto il libretto radiologico che il paziente doveva ripresentare ad ogni esame, 

di cui tanto si parlò anni addietro? Si è dissolto nel nulla - solo in Germania ha trovato attuazione - 

quando è balenata la possibilità di una cartella clinica elettronica. Cartella che resta per ora una 

buona intenzione anche nelle Regioni a più alto tasso di informatizzazione. 

Commenta Giancarlo Candini, responsabile del servizio di fisica sanitaria dell'ospedale Sant'Anna di 

Ferrara e presidente dell'Associazione italiana di fisica medica: «È evidente che la normativa non ha 

le gambe su cui marciare. Ci sono problemi organizzativi, ma anche una noncuranza ingiustificata: i 

medici di famiglia prescrivono Tac a getto continuo e i radiologi continuano a farle senza andare 

troppo per il sottile». Un "consumismo" rischioso nel quale il privato accreditato sguazza facendo 

profitti. «Cominciamo ad informare le persone sui pregi e i difetti di queste indagini - conclude la 

dottoressa Angelini -, utilissime in molti casi, superflue in altri, ma mai a rischio zero ». 

Franca Porciani 

In Italia una legge del 2000 impone al radiologo di sorvegliare la dose di radiazioni emesse ad ogni 

esame e di tenerne memoria Il libretto che conserva la «storia radiologia» del paziente ha trovato 

attuazione soltanto in Germania 




FERRARA 

Pag. 30 

COPPARO 

Avis, un centro donazioni grande e moderno 

UN CENTRO raccolta sangue moderno, che risponde a tutte le caratteristiche previste dalla 

legislazione in vigore. La nuova struttura è stata inaugurata ieri mattina all'ospedale civile San 

Giuseppe di Copparo alla presenza di numerose autorità locali, rappresentanti delle Avis della nostra 

provincia e dell'Azienda Usl. 

Un traguardo importantissimo raggiunto pur con non poche difficoltà, come tra l'altro ha sottolineato il 

sindaco Maria Teresa Bertuzzi, che riempie di gioia gli iscritti delle sezioni avisine dei sei comuni del 

copparese i quali hanno ora a disposizione un centro più ampio rispetto a quello precedente con un 

ambulatorio medico, una sala per i prelievi e per l'accettazione per i donatori. 

Dopo la cerimonia di inaugurazione i presenti e gli ospiti si sono recati alla sala torre estense dove 

sono intervenuti la presidente provinciale dell'Avis Deanna Marescotti che ha fatto il punto sulla 

situazione della raccolta di sangue nella nostra provincia, il responsabile del servizio immunologico 

trasfusionale del Sant'Anna di Ferrara Roberto Riverberi, il direttore di medicina di comunità Dario 

Pelizzola, il sindaco di Polesella, la cui Avis è gemellata con quella copparese, Ornella Astolfi e la 

figlia di Ugo Coluccia, Elena, che ha letto una lettera di ringraziamento da parte di tutti i familiari per 

l'intitolazione del centro a suo padre la cui figura di uomo, medico ed assessore alla cultura è stata 

ricordata anche dal presidente dell'Avis copparese Rodolfo Borghesi. 

Al termine ai famigliari del dottor Ugo Coluccia è stata consegnata una targa in ricordo di questa 

giornata di grande festa all'insegna della solidarietà. 

Arturo Orlandini 




FERRARA 

Pag. XV 

L'AUTOPSIA sul cadavere di Lodovica Selvatico... 

L'AUTOPSIA sul cadavere di Lodovica Selvatico ha tolto ogni dubbio: la donna è morta per cause 

naturali. Questo il responso dell'esame autoptico eseguito ieri mattina nel reparto di medicina legale 

del Sant'Anna, su disposizione del sostituto procuratore Barbara Cavallo. 

L'anziana donna era stata ritrovata due mattine fa dal figlio, senza vita sul pavimento della cucina di 

via XXV Aprile a Goro. La cosa che in qualche modo aveva insospettito gli inquirenti era la ferita sulla 

sua testa. I carabinieri di Goro e Comacchio, diretti dal pm Cavallo, hanno sequestrato l'abitazione, 

sentito il figlio, i vicini, controllato i cassonetti lungo la via. Sul corpo della vittima non è stato trovato 

nessun segno riconducibile ad un evento violento e delittuoso, così una volta tolti anche gli ultimi 

dubbi il magistrato ha disposto la restituzione dell'immobile e della salma ai familiari. Lodovica 

Selvatico, 83 anni, lascia due figli, Silvano e Luigi. Proprio il primo, che era tornato a Goro da qualche 

giorno, giovedì all'alba era sceso in cucina perchè non sentiva più la madre. L'ha trovata a terra 

senza vita con quella ferita alla testa provocata durante la caduta. 




REGGIO 

Pag. XXVI 

CASTELNOVO 

«Al S. Anna investimenti costanti» 

- CASTELNOVO MONTI - 

NON MANCANO le repliche alle affermazioni critiche del consigliere regionale Fabio Filippi (Fi), 

promotore di un'interrogazione in Regione sull'ospedale Sant'Anna di Castelnovo Monti, che ha 

definito "una costola del Santa Maria Nuova". La prima risposta arriva dal direttore sanitario degli 

ospedali della provincia di Reggio, dottor Fausto Nicolini, che da tecnico, dati alla mano, 

contrariamente alle affermazioni di Filippi conferma la validità e la crescita dell'ospedale della 

montagna. 

«Gli investimenti sul piano attuativo - afferma - sono costanti. I cantieri continuano ad essere aperti 

sia per l'adeguamento alle nuove norme che per nuovi investimenti. Nel 2006 sono stati stanziati per 

il Sant'Anna 21milioni di euro. Negli ultimi tre anni sono stati investiti 2 milioni e mezzo in nuove 

tecnologie. Ha una dotazione di servizi unica che attrae l'utenza. L'ospedale di Castelnovo Monti, 

scelto dal 92,2% dei reggiani, ha il più alto tasso di gradimento fra gli ospedali della nostra provincia. 

Se i cittadini scelgono il Sant'Anna vuol dire che trovano un buon servizio altrimenti andrebbero 

altrove». 

Anche sulla riduzione dei posti letto, sistema introdotto in tutti gli ospedali, Castelnovo ha un posto e 

mezzo per mille abitanti mentre gli altri ospedali della provincia hanno un letto per mille residenti». 

Settimo Baisi 




ED. NAZIONALE 

Pag. 18 

Copparo. La nuova struttura sorge all' ospedale 

Avis, il centro prelievi intitolato a Ugo Coluccia 

COPPARO. Una personalità poliedrica. Che univa la figura del bravo medico molto apprezzato dai 

tanti pazienti della zona, a quella di raffinato uomo di cultura, amante del teatro, dotato di ironia, 

nonchè buon amministratore come vicesindaco per alcuni anni del Comune di Copparo. Questo ed 

altro era la figura del compianto Ugo Coluccia, cui ieri è stato intitolato il nuovissimo e moderno 

centro prelievi (situato presso l'ospedale "San Giuseppe") della sezione cittadina Avis "Dino Rinaldi": 

associazione di cui Coluccia fu tra i soci fondatori, tanto per aggiungere «un altro aspetto di una 

persona capace ed amata da tutti - ha ricordato il sindaco Bertuzzi - di una presenza ed un impegno 

sociale a tutto campo. Lo si trovava praticamente dappertutto, impegnato in ogni settore della vita 

sociale», ha detto ancora il primo cittadino durante il taglio del nastro. Alla cerimonia (molto attesa 

dall'Avis) sono intervenuti in tanti, i famigliari dello scomparso, commossi, con gli interventi del 

presidente dell'associazione Rodolfo Borghesi, dei rappresentanti delle Avis sorelle dei comuni del 

copparese, oltre che quella di Polesella (Rovigo) che era rappresentata dal sindaco Ornella Astolfi: 

«Con l'Avis del Comune veneto c'è da anni un fecondo rapporto di gemellaggio ed amicizia», hanno 

detto gli avisini copparesi. Presente anche il primario del servizio trasfusionale dell'arcispedale 

Sant'Anna di Ferrara, Roberto Riverberi, i rappresentanti dei Comuni del territorio, il medico dell'Avis 

copparese Rolando Mantovani. 

La cerimonia è poi proseguita alla sala Torre Estense, con altri interventi che hanno ricordato 

Coluccia, tra i quali quello di Ivana Marescotti, presidente Avis della provincia di Ferrara. 

La donazione del sangue rimane sempre l'atto più concreto di solidarietà; tante le donazioni svolte, 

anche perchè di sangue c'è sempre bisogno. Nel ricordo dell'impegno di Coluccia, medico e 

intellettaule, che si era perfettamente integrato in questa comunità. (f.c.) 




ED. NAZIONALE 

Pag. 9 

Salute pubblica 

E' stato di 864.310 euro il finanziamento deliberato della Fondazione Carife nel corso del 2006 per 

interventi sulla salute pubblica e la medicina preventiva e riabilitativa, in calo rispetto al 2005. 

Rafforzata in questo campo la collaborazione con l'azienda Sant'Anna e l'Usl. Finanziato l'acquisto di 

un impianto per la cobaltoterapia (400.000 euro). 




ED. NAZIONALE 

Pag. 15 

ODISSEA AL SANT'ANNA 

E alla fine il paziente deve arrangiarsi 

Scrivo per sottoporre al giudizio dei lettori una storia umana. Ho accompagnato mio padre al pronto 

soccorso dell'Ospedale S. Anna di Ferrara il 14/06/2007 alle 6, perché non riusciva più ad urinare. 

Visitato in pronto soccorso si attende l'arrivo di un urologo alle ore 8.30. Inviato in Reparto Urologia, 

visitato, viene diagnosticata una fimosi serrata. Un'infermiera inserisce a fatica un catetere 

provocando una piccola lesione e perdita di sangue, che sarebbe di poco conto nel caso di un 

giovane, ma non per un anziano di 79 anni, che ha fatto due importanti interventi al cuore, è mono 

rene, portatore di pace maker, e seguito dal Centro del Cumadine di Ferrara. Viene quindi rispedito a 

casa con catetere, sanguinante, senza una medicazione (abbiamo tamponato con dei fazzoletti di 

carta), con il consiglio di contattare il Centro del Cumadine e il suo Cardiologo per la terapia 

sostitutiva in attesa di un Day Hospital per un intervento di circoncisione. Ringraziamo il Centro del 

Cumadine di Ferrara, Medici e Infermieri, che già dal 15/06/2007 si attivano per la terapia sostitutiva 

di due iniezioni al giorno sulla pancia, e dal 19/06/2007 i valori della coagulazione consentirebbero il 

piccolo intervento. Il 16/06/2007 il papà viene visitato in libera professione sempre in reparto da un 

Urologo, che constatata anche problemi di prostata. 

Questi fissa per il 21/06/2007 la giornata di pre intervento. Il 19/06/2007 si sfila il catetere con 

abbondante emorragia, si torna al P.S. dove un'infermiera inserisce un altro catetere, viene fatta 

un'ecografia e un esame del sangue: globuli rossi ai limiti minimi, coagulazione con valori pronti per 

l'intervento. Si torna in Urologia e un Urologo vista la situazione ci dice di ritornare a casa e di 

presentarci il 21/06/2006. Il giorno dopo tento varie volte di contattare l'urologo di riferimento, ma dal 

Reparto gli infermieri non riescono a passarmelo. Mi telefoneranno dalla Segreteria in giornata 

confermando l'appuntamento del 21/06/2007. Ci presentiamo in Urologia il 21/06/2007 alle 9 dopo 

essere passati al Centro del Cumadine per il prelievo. L'urologo che dovrebbe seguire mio padre è in 

Sala Operatoria, ne uscirà alle 14.30. Alle 10.30 un altro Urologo vede mio padre per compilare la 

Cartella Clinica e recuperare gli esami necessari all'intervento, poi ci manda in sala d'attesa, gli 

infermieri ci spiegheranno il da farsi. Dopo un'ora gli infermieri ci chiedono cosa attendiamo: 

evidentemente notizie su cosa fare. Ci viene detto che mio padre è stato inserito in lista d'attesa per il 

Day Hospital, ma la data non si sa, ce la comunicheranno per telefono. Sono ormai le 12, fa un caldo 

infernale, oltre 30° C, decidiamo di attendere l'Urologo di riferimento fino alle 14.30, anche perchè per 

telefono è praticamente impossibile comunicare. All'uscita della Sala Operatoria l'Urologo ci dice che 

forse opererà lui mio padre, ma non prima della prossima settimana e che ci chiameranno dalla 

Segreteria. Ci viene detto di tornare a casa: mio padre continuerà a fare due iniezioni al giorno sulla 

pancia, ad avere il catetere, a perdere sangue misto ad urina, a non avere nessuna copertura 

antibiotica, senza sapere il giorno della banalissima operazione. Mio padre ha deciso di rinunciare 

alla lista d'attesa, andrà presso una Casa di Cura privata. La salute del cittadino è un diritto? Che 

servizio ci è stato offerto? Il paziente dovrebbe essere valutato nella sua interezza o a compartimenti 

stagni? Chi decide la priorità della lista d'attesa del Day Hospital? E se in tale situazione ci fosse un 

loro congiunto?... 

Il cittadino sofferente che viene in Reparto dopo essere passato dal P.S. avrebbe un solo desiderio: 

essere accolto con cortesia e professionalità e possibilmente curato. 

Anna Fiori 


AZIENDA USL DI FERRARA 

6 articoli



FERRARA 

Pag. XV 

«DOPO QUASI 20 anni di attività... 

«DOPO QUASI 20 anni di attività come medico di famiglia, ho deciso per motivi personali di lasciare 

la convenzione e dedicarmi esclusivamente alla libera attività». 

Inizia così la lettera indirizzata ai 1100 pazienti di Marco Fogli che per una scelta professionale 

abbandona l'azienda sanitaria e si dedica alla libera professione «una scelta non facile - dice - e 

sicuramente sofferta, ma che ho ritenuto indispensabile per ritrovare serenità e stimoli nuovi». Una 

missiva appesa all'ingresso del suo ufficio all'interno dell'ambulatorio di Codigoro nel quale operano 

altri cinque colleghi e che le segretarie hanno consegnato a tutti i pazienti mentre l'Ausl sta 

chiedendo, a coloro che non l'hanno ancora fatto, di scegliere il nuovo medico di medicina generale. 

Oltre all'attività per i pazienti a cui dice «vi ho comunque tutti nel cuore, perché anni di rapporti 

motivati da consigli, visite, accertamenti e cure non possono andar dimenticati in un batter d'occhio»; 

Marco Fogli è presidente provinciale dell'associazione medico sportiva e dell'Associazione medici 

italiani volley. 

«Ho deciso di dedicarmi esclusivamente all'attività specialistica con la passione che mi ha sempre 

motivato e la voglia di ritrovare il piacere dello studio e dell'aggiornamento costante nelle materie che 

maggiormente amo. Un desiderio difficilmente compatibile con i numerosi impegni che la medicina 

generale giustamente impone. Lascio quindi a te - si legge - la libera scelta di trovare un nuovo 

medico che sappia curarti e seguirti come meriti e con il quale instaurare quel rapporto interpersonale 

di fiducia che è la base indispensabile di una buona terapia». 

AZIENDA USL DI FERRARA 66



RAVENNA 

Pag. II 

Stoppa: «Popolazione anziana in forte crescita» 

IN PROVINCIA gli ultrasettantacinquenni aumentano di circa 600 all'anno, e nel 2009 si stima che 

supereranno quota 23 mila. Ravenna è, insieme a Ferrara, la provincia che conta più anziani, in una 

delle regioni più longeve d'Italia. Per questo spenderà in un anno (da luglio al primo semestre del 

2008) 3,6 milioni di euro in aiuti agli anziani non autosufficienti, che comprendono assegni, 

assistenza domiciliare e assistenza integrata alla residenza in case protette, e corsi di formazione per 

le badanti. La somma arriva da un'iniziativa regionale, e fa parte dei 100 milioni che l'Emilia Romagna 

ha ottenuto dallo 0,5% dell'addizionale Irpef. La regione ha trattenuti 15 milioni per iniziative 

particolari, rivolte per esempio alla disabilità minorile, e ha poi ripartito tra tutte le province i rimanenti 

85 milioni. 

«GLI ANZIANI preferiscono indiscutibilmente restare a casa, tra le mura domestiche, e finchè è 

possibile bisogna privilegiare la soluzione domiciliare - spiega Pericle Stoppa, assessore comunale ai 

Servizi sociali - Ma quando la situazione non è più sostenibile e le famiglie non sono più in grado di 

garantire l'assistenza, è necessaria la risposta della residenzialità. E su questo fronte - ammette - 

serve indubbiamente maggiore attenzione». Il riferimento è alla carenza di posti letto nelle case 

famiglia per anziani. Per questo motivo l'Amministrazione comunale si sta battendo per l'apertura di 

una nuova struttura in città, convenzionata con l'Ausl e con i servizi sociali. 




FERRARA 

Pag. XXVI 

SONO STATI oltre trenta gli equipaggi... 

SONO STATI oltre trenta gli equipaggi che domenica hanno gareggiato per la prima delle regata 

della stagione estiva, organizzate dal Circolo Nautico Volano di Codigoro. La manifestazione ha visto 

nella categoria dei multiscafi imporsi la coppia Bassan-Filippi, che hanno preceduto Daniele 

Menegatti ed il duo Fontanesi e Fontanesi. 

Nella categoria Hobiecat è stata la coppia codigorese (nella foto) Mignatti e Mancini che ha battuto il 

duo Boselli-Lavezzi davanti a loro volta a Mantovani-Realdini. Fra le derive la vittoria è andato a 

Graziano Bellato, davanti a Nicola Dalla Bona ed alla coppia Magarò-Russo. Il Circolo ha attivato 

corsi di vela e canoa per tutte le età e sta realizzando la meritoria attività di far navigare, su una 

barca appositamente attrezzata, disabili dell'intero distretto Sud-Est dell'Ausl. 




FERRARA 

Pag. VI 

I PROGRAMMI 

Presentato nuovo bando sui progetti di servizio civile nel territorio 

SCADRÀ il prossimo 12 luglio il termine per presentare la domanda di partecipazione ai progetti di 

servizio civile nella provincia di Ferrara. 

250 i posti disponibili per giovani fra i 18 e i 28 anni, e 28 gli enti pubblici e privati coinvolti 

dall'iniziativa. Questi i numeri relativi alla provincia ferrarese presenti nel Bando nazionale 2007 del 

servizio civile. 

Li ha resi noti il presidente del 'Coordinamento provinciale degli enti di servizio civile della Provincia 

di Ferrara' e assessore provinciale alle politiche sociali, Diego Carrara, il quale ha ribadito che « 

Ferrara è una realtà all'avanguardia in tutta la regione alla luce dei 960 posti complessivi disponibili». 

«L'impegno richiesto per questa esperienza annuale di volontariato ammonta a 30 ore settimanali 

part-time, compatibile con gli studi universitari - ha continuato Laura Berti, referente provinciale del 

Copresc - e prevede un'unica domanda presentata esclusivamente a un ente». «I volontari 

percepiranno 433,80 euro». 

I progetti spaziano dall'assistenza alle persone, alla tutela del patrimonio artistico, alla promozione 

della cooperazione internazionale all'estero. 

In rappresentanza di alcuni enti aderenti all'iniziativa hanno reso la propria testimonianza Alberto 

Fabbri dell'Azienda Usl di Ferrara, Chiara Zanirati dell'Ufficio servizio civile del Comune di Ferrara, 

Michele Luciani della Caritas diocesana di Ferrara e Paola Bottoni di Arci-Servizio civile. 

Alberto Fabbri ha spiegato come siano 9 i progetti approvati dall'Azienda Usl di Ferrara. 

Chiara Zanirati ha indicato in 7 il numero dei progetti del Comune più uno all'estero «per apportare 

novità». 

Michele Luciani ha illustrato l'unico progetto della Caritas «con 13 posti destinati al settore 

immigrazione, a una comunità di recupero di tossicodipendenti e a un centro interculturale per dare ai 

ragazzi l'opportunità di affacciarsi in gruppo al mondo della diversità». 

Paola Bottoni ha esplicato il progetto Arci sull'educazione e promozione culturale. 

Per quanto riguarda i due progetti di servizio civile all'estero, uno è promosso per la sua seconda 

edizione dal Comune di Ferrara e prevederà la partenza di 4 volontari con destinazione Cipro, e un 

altro è organizzato da Ibo Italia e si occuperà di interventi umanitari in aree di crisi. 

Informazioni sul bando sono reperibili al sito www.ferrara.copresc.it o telefonando al numero 0532- 

299668. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 15 

Servizio civile, aperte le iscrizioni Un part time per il volontariato 

Sono aperte le iscrizioni del servizio civile con tanti enti e tante opportunità di crescita personale. Da 

una decina di giorni, infatti, tutte le ragazze o i ragazzi, fra i 18 e i 28 anni non ancora compiuti, 

possono presentare domanda per entrare a far parte della grande famiglia del servizio civile 

volontario nazionale. 

Tanti gli enti fra cui scegliere, fra privati e pubblici, che vanno dall'assistenza all'educazione e 

promozione culturale, dal patrimonio artistico e culturale all'esperienza all'estero; quest'ultima da fare 

a Cipro, riproposta dopo il successo dello scorso anno, per portare la pace in un paese da sempre in 

conflitto diviso com'è fra greci e turchi. Alla fine sono stati approvati ben 231 progetti contro i 181 

dello scorso anno, ma questo, che è un ottimo risultato, non sarebbe stato possibile senza 

l'intervento di due importanti fattori: la bontà dei progetti proposti e il fatto che loro approvazione sia 

passata dal livello nazionale a quello regionale. «La Regione, infatti, conosce meglio le singole realtà 

provinciali - ha affermato Diego Carrara, assessore alle Politiche Sociali della Provincia - se ci si 

fosse basati, invece, solo sul numero di abitanti, al massimo ci sarebbero stati assegnati un centinaio 

di posti. Questo non è avvenuto perchè i nostri enti hanno fatto un ottimo lavoro». 

Unici esclusi, invece, coloro che hanno già fatto l'esperienza di servizio civile o chi, per errore, 

presenterà a più di un ente la domanda di partecipazione. «Per questo - precisa Laura Berti, neo 

referente provinciale del Co.Pr.Esc (Coordinamento Provinciale degli Enti di Servizio Civile di Ferrara 

), - è importante informarsi bene sugli enti cui si vuol prestare servizio. Si tratta di un lavoro part-time 

(12 mesi retribuiti per 30 ore settimanali, ndr.), ottimo per i giovani universitari a cui possono venir 

riconosciuti crediti o tirocini formativi.'' Presenti alla conferenza, inoltre, un responsabile a testa di Asl 

, Comune, Caritas e Arci. Le domande, infine, vanno consegnate presso le sedi dei rispettivi enti 

proponenti entro le ore 14 del 12 luglio, mentre per ulteriori informazioni basta rivolgersi a Co.Pr.Esc 

in viae Cavour, 143 Ferrara, telefonare al 0532-299668 o andare sul sito www.ferrara.copresec.it 

Corrado Magnoni 




ED. NAZIONALE 

Pag. 15 

SANITA' 

Tremila donatori potenziali 

Campagna promozionale per chi può cedere gli organi 

Per promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione sulla donazione di organi, tessuti 

e cellule, il Comune di Ferrara si è messo in rete con le associazioni Admo, Aido, Avis, in 

collaborazione con l'Usl realizzando un kit che sarà distribuito gratuitamente a tutti i cittadini che si 

recheranno presso gli uffici anagrafe. «Sono state coinvolte otto circoscrizioni anagrafiche cittadine e 

26 comuni della provincia - hanno sottolineato gli assessori Maria Giovanna Cucurru e Mariella 

Michelini - inizialmente sono stati distribuiti 2.150 kit in buste plastificate e successivamente si 

provvederà a distribuirne altre arrivando a un totale di 5.000 unità. Dobbiamo esprime la nostra 

gratitudine ai sindaci che partecipano a questa iniziativa perchè la loro solidarietà e disponibilità ha 

permesso la realizzazione della campagna». Unite per lavorare insieme, accomunate dallo stesso 

principio ovvero l'amore per la vita, le tre associazioni stanno collaborando attivamente come hanno 

già fatto altre volte anche se questo è il primo progetto unitario. «Un progetto - ha sottolineato 

Antonia Pareschi responsabile Admo Ferrara - che ha al suo centro il valore della vita umana, valore 

da diffondere e sostenere mediante il contributo di tutti coloro che credono nella solidarietà. 

Desideriamo sottolineare infine che il bisogno di donatori di organi, tessuti e cellule aumenta sempre 

più perchè la medicina compie progressi nella cura e nella guarigione di tante patologie per le quali è 

necessario l'aiuto degli "altri"». La compatibilità genetica necessaria per effettuare un trapianto è 

molto rara: tra fratelli 1 su 4, fra i non consanguinei uno su 100.000; per trovare i donatori compatibili 

con i pazienti che non hanno un consanguineo disponibile, è necessario quindi avere un gran 

numero di donatori tipizzati. Nel mondo i donatori potenziali sono più di 10 milioni, ciò nonostante 

solamente il 60% dei pazienti bisognosi di trapianto trova una persona compatibile, quindi una 

speranza di vita. In Italia i donatori potenziali sono oltre 320.000 in Emilia Romagna più di 39.000 ed 

a Ferrara più di 3.000. Ieri come testimonial sono intervenuti Matteo Bonazza di 33 anni, donatore di 

midollo, che ha donato nel 2006 per la prima volta e che sarà richiamato il 25 luglio per una seconda 

donazione sempre per lo stesso destinatario e Luca Testoni 27 anni di Poggio Renatico che donò nel 

2005 sangue midollare con anestesia totale. Per diventare donatori bisogna avere un'età fra i 18 e i 

40 anni e pesare più di 50 chili, essere in buona salute. 

Margherita Goberti 


AZIENDA USL FERRARA LOCALI 

7 articoli



FERRARA 

Pag. XVI 

UNA VETRINA per i musicisti e... 

UNA VETRINA per i musicisti e i gruppi rock. È il concorso 'Bande Rumorose' in programma il 28, 29 

e 30 settembre che quest'anno si presenta con una veste rinnovata, non più a carattere nazionale ma 

interprovinciale. «Purtroppo - spiega il referente del progetto giovani del comune di Copparo e 

coordinatore della rassegna musicale Germano Rolfini - ai concorsi nazionali sta diminuendo la 

partecipazione dei gruppi locali a cui invece intendiamo dare risalto». Interessanti saranno le 

opportunità per i vincitori che, oltre ai due giorni di registrazione al Natural Headquarter Recording 

Studio di Ferrara, avranno la possibilità di presentare il loro cd in una conferenza stampa negli studi 

di Davide Benetti dell'Universal Music Italia di Milano e di esibirsi all'Exit Fest di Novi Sad, in Serbia, 

gemellato con Bande Rumorose che ricambierà il favore ospitando il gruppo primo classificato al 

concorso serbo, i Groove Orchestra. «Abbiamo cercato di valorizzare le band del nostro territorio - 

precisa l'assessore alle politiche giovanili Nicola Rossi - attraverso l'inserimento di questa iniziativa 

nei piani di zona». La manifestazione vede anche la collaborazione della gestione associata dei 

servizi socio-assistenziali dei sei comuni del copparese. «La musica è infatti - sottolinea la dirigente 

dei servizi sociali Stefania Mattioli - importante per offrire momenti di aggregazione e come strumento 

di prevenzione per il disagio giovanile». Per maggiori informazioni: www.comune.copparo.fe.it. 

Arturo Orlandini 

AZIENDA USL FERRARA LOCALI 73



ED. NAZIONALE 

Pag. 25 

BONDENO 

Preoccupati per l' ospedale 

BONDENO. Bisogno di certezze e di capire come si evolverà la situazione all'ospedale «Borselli». 

Questa la richiesta dei lavoratori e delle forze politiche locali all'Asl. «Alla base di tutto deve esserci il 

rispetto per i cittadini e per chi lavora nella struttura. Siamo da mesi sotto pressione - affermano i 

lavoratori - perchè non intravvediamo una prospettiva serena per la struttura ospedaliera. Ci arrivano 

messaggi verbali di diversa connotazione e questo accade da diversi mesi ed in pratica chi lavora in 

alcuni servizi non sa ancora se dopo le ferie rientrerà nel proprio posto o dovrà fare altre scelte. Una 

situazione incresciosa che speriamo venga superata al più presto». 

Non meno preoccupate della situazione sono le forze politiche locali. Giovanni Nardini, segretario 

comunale dei Ds afferma: «Sono a conoscenza del fatto che il Pal prevedeva la trasformazione dei 

Day hospital in Day service, ma che si dovessero già bloccare i servizi adesso lo trovo almeno 

intempestivo». Per il Prc interviene Gino Alberghini: «esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori 

che si trovano in una specie di limbo lavorativo. L'Asl deve fare chiarezza». 




ED. NAZIONALE 

Pag. 18 

Ferroni chiede chiarezza da Provincia e Comune 

«Sui reperti di Spina polemiche e ritardi» 

COMACCHIO. Il consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Iginio Ferroni, sulla questione reperti di 

Spina vuole andare fino in fondo e sta raccogliendo tutta la documentazione necessaria per cercare 

una soluzione. «Nei giorni scorsi - spiega Ferroni - sono entrato in possesso di un documento molto 

importante, e vorrei delle spiegazioni». Il consigliere si riferisce ad una lettera inviata dal presidente 

della Provincia Per Giorgio Dall'Acqua al sindaco di Comacchio Cristina Cicognani. Oggetto della 

stessa il «materiale archeologico proveniente dagli scavi nelle necropoli di Valle Trebba e Pega». 

Ecco il contenuto: «Il Consiglio provincia, nella seduta del 27 febbraio scorso, con l'approvazione di 

un ordine del giorno, ha chiesto alla giunta provinciale di farsi parte diligente affinchè il materiale 

proveniente dagli scavi, conservato ma non esposto nelle sale del Museo archeologico di Spina 

possa trovare quanto prima collocazione all'interno dell'ospedale degli Infermi di Comacchio». «La 

richiesta è motivata anche dal fatto che detta collocazione darebbe un nuovo impulso a studi e 

ricerche ed aprirebbe nuovi scenari culturali. A detto proposito il Consiglio ha sottolineato lo 

straordinario interesse dei rinvenimenti (....)». «Come richiesto dal Consiglio provinciale, auspico che 

i progetti di destinazione museale del materiale portato alla luce dai nuovi scavi comprendano anche 

il materiale rinvenuto nel corso delle precedenti campagne e non esposti al Museo archeologico di 

Spina. In considerazione anche del progetto per la messa in rete dell'offerta museale ferrarese, 

ritengo utile l'attivazione di un confronto. Resto in attesa di cortese riscontro». Ora, le domande che 

pone Ferroni sono le seguenti: «Perchè se si è discusso l'ordine del giorno il 27 febbraio, il 

presidente Dall'Acqua aspetta il 5 di giugno per rispondere? Il documento è stato protocollato il 13 

giugno dal comune di Comacchio, quando l'inaugurazione delle nuove sale era già stata prevista». 

«Dall'Acqua chiede un confronto, bene, ma come mai solo adesso?». «In attesa di risposte, diamo 

appuntamento al 27 giugno all'inaugurazione della sala dei Tesori, dove saremo tutti presenti, salvo 

chiarimenti immediati». 

Annarita Bova 




ED. NAZIONALE 

Pag. 18 

BREVI 

BREVI 

MESOLA 

Incontro 

sulla sanità 

Martedì 27 giugno alle 9.30 in Castello a Mesola si terrà un importante convegno su "La sanità di 

prossimità". Introdurrà la discussione Gianni Padovani, assessore alla sanità di Mesola, parleranno: 

Lorenzo Marchesini sindaco di Mesola, Fosco Foglietta direttore generale dell'Asl di Ferrara, Alberto 

Pulga primario di chirurgia all'ospedale del Delta, Sandro Guerra direttore cliniche primarie, Cinzia 

Martellossi - odontoiatria, Federico Monti - riabilitazione, Imer Arveda medico di base. L'assessore 

provinciale alla sanità, Diego Carrara, chiuderà i lavori. 

BOSCO 

Una rotatoria 

in centro 

Il consiglio comunale di Mesola, si riunirà martedì 27 alle 20.45 presso la residenza municipale. 

Tredici i punti iscritti all'ordine del giorno. Tra questi l'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2006, 

variazione bilancio 2007 e applicazione parziale dell'avanzo di amministrazione 2006; convenzione 

con la Provincia di Ferrara per una rotatoria nel centro abitato di Bosco; regolamentazione della 

velocità sulla Provinciale Cristina, che collega Bosco con Goro. (o.z.) 

GORINO 

Pesce di mare 

e buona musica 

Stasera alla sagra del pesce di mare di Gorino sarà la volta di Cristian e Jak che proporranno 

musica da ballo e da ascolto. Gli stand apriranno a partire dalle ore 18.30. La sagra chiudera' la 

prossima settimana sabato 30 giugno e domenica 1° luglio. 

MASSENZATICA 

La festa 

del patrono 

Ha preso il via ieri sera con un film sulla vita di San Paolo, la festa patronale. Questa mattina alle 9 è 

in programma una messa. Le manifestazioni proseguiranno venerdì 29 alle 20.30 con un'altra messa 

e la processione per le vie del paese. Dal 29 giugno al 1° luglio altre iniziative ludiche a cura di Acli, 

pro Loco e Comune. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 29 

«Bande Rumorose» a Copparo Presentato il bando del 2007 

COPPARO. Presentata ieri in Comune a Copparo la nona edizione del concorso musicale Bande 

Rumorose, proposto ed organizzato dal Comune di Copparo e dall'Associazione dei Comuni del 

Copparese tramite la gestione associata dei Servizi Sociali. Molte le novità. Intanto l'ambito del 

concorso sarà specificatamente locale e non nazionale come in anni precedenti, si alza leggermente 

l'età media consentita (passa a 32 anni) e come sempre i gruppi dovranno presentare pezzi originali 

(niente cover, fusion, jazz, classica), essere gruppi rock e sostenere una preselezione tramite l'invio 

di demo o dal vivo (al centro Sonika di Ferrara. Lo scopo, come ci ha chiarito Germano Rolfini, che 

ha seguito da vicino l'organizzazione del concorso, è di coinvolgere il più possibile gruppi locali e 

soprattutto pubblico alle esibizioni dal vivo. Al vincitore un monte ore in sala di registrazione e verrà 

presentato in conferenza stampa a Milano alla Universal Music. Il concorso si articolerà su tre serate, 

tutte ospitate dal Teatro De Micheli di Copparo: 28 e 29 settembre per le selezioni (quattro gruppi a 

sera, 15 minuti o tre canzoni per l'esibizione, passa la prima di ogni serata ed un gruppo ripescato). 

Ospite d'onore il 29 la Groove Orchestra, un gruppo electric Funk che ha vinto il concorso gemellato 

con quello Copparese. Dopo anni di gemellaggio con il toscano Suoni nella notte, stavolta Bande 

Rumorose è andato all'estero, e si è gemellato con l'Exit Festival di Novi Sad in Serbia. Il gruppo 

vincitore di Bande rumorose parteciperà come ospite all'exit Festival (tre giorni a Novi Sad), oltre al 

premio per il concorso. Il limite per l'iscrizione (gratuita) è il 15 settembre e la giuria di selezione e di 

merito sarà composta di musicisti professionisti locali. Ospite d'onore alla serata conclusiva, il gruppo 

delle Braghe Corte. Rimane aperta la possibilità (che però andrà valutata coi responsabili del teatro) 

di organizzare una serata in teatro per i vincitori. Chi vincerà il premio del pubblico avrà uno 

strumento musicale da Free Sound. 

Alessandro Bassi 




ED. NAZIONALE 

Pag. 25 

«Il Day Hospital chiude a fine estate» 

Bondeno , il personale preoccupato dalle indiscrezioni 

BONDENO. Doccia fredda sull'ospedale «Borselli». Pare che la direzione abbia annunciato che dopo 

la chiusura estiva i Day Hospital non riaprano più. Preoccupazione fra i lavoratori che vedono in 

pericolo il posto di lavoro. Si stavano già programmando gli interventi per settembre. «Abbiamo letto 

e ascoltato mille rassicurazioni - dicono i dipendenti dell'ospedale - ma la notizia che è arrivata da un 

primario ospedaliero, quindi da persona che è a conoscenza dello sviluppo delle scelte dell'Ausl, 

sembrano togliere a questa struttura ogni speranza di funzionamento per il futuro. In questi giorni, 

dicono ancora gli operatori sanitari del Borselli, stavamo predisponendo i servizi per settembre, infatti 

il reparto chiude come ogni anno dal 28 luglio al 2 settembre per consentire il normale turno delle 

ferie del personale, ma stavamo già predisponendo gli interventi per il rientro, ci sembra che siano 

impegnate già tre settimane di interventi, poi è arrivata una comunicazione via telefono che di fatto ci 

ha sconvolto. Dove invieremo le persone che vengono qui per le visite se poi non avranno dove 

recarsi per gli interventi, tenuto conto del fatto che in altri ospedali le liste sono lunghissime?». Per 

ora si resta in attesa di una comunicazione ufficiale che non dovrebbe tardare a confermare oppure a 

smentire quanto temuto. Il servizio è fruito ogni giorno da circa 40 persone. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 1 

Tagli al "Borselli" 

A settembre non riapre il Day Hospital 

BONDENO. Doccia fredda sull'ospedale «Fratelli Borselli» di Bondeno. Sarà ancora 

ridimensionato. Pare che la direzione abbia annunciato che dopo la chiusura estiva i Day 

Hospital non riaprano più. Preoccupazione fra i lavoratori della struttura sanitaria che a 

questo punto vedono in serio pericolo i loro posti di lavoro. 

La notizia è arrivata da un primario ospedaliero che è a conoscenza delle scelte dell'Ausl. «In questi 

giorni, dicono gli operatori sanitari del "Borselli", stavamo predisponendo i servizi per settembre, (il 

reparto chiude ogni anno dal 28 luglio al 2 settembre per consentire il normale turno delle ferie del 

personale), e predisponendo gli interventi per il rientro poi è arrivata una comunicazione via 

telefono». Day Hospital addio. 

A PAGINA 25 


SCENARIO SANITA E SALUTE 

3 articoli



Pag. 6 

IN «GAZZETTA UFFICIALE» 

Sette decreti per i bandi dei direttori degli Irccs 

Sono stati pubblicati sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 45 dell'8 giugno, serie concorsi, i bandi per la 

designazione dei direttori scientifici degli Irccs con le nuove regole volute dal ministro della Salute, 

Livia Turco. Si tratta di sette decreti sulla nomina della commissione di esperti e l'avvio del bando 

pubblico per la designazione del direttore scientifico di altrettanti Irccs pubblici: Inrca di Ancona, 

Istituto tumori "Giovanni Paolo II" di Bari, Istituto "Saverio De Bellis" di Castellana Grotte (Ba), Istituto 

oncologico Veneto di Padova, il Cro di Aviano, ospedale infantile "Burlo Garofolo" di Trieste, gli Istituti 

ortopedici Rizzoli di Bologna. Successivamente sarà emesso il bando relativo all'Ist di Genova, in 

corso di registrazione presso gli organi di controllo. Per la nomina sono contemplati un bando 

pubblico, una commissione composta da tre esperti della materia, anche stranieri, nella quale i 

membri istituzionali parteciperanno solo come garanti delle procedure. E una serie di criteri 

predeterminati per la valutazione dei titoli riguardanti l'attività scientifica (calcolo dell'impact factor, 

page rank, citation analysis, posizioni di preminenza nel novero degli autori, continuità dell'attività 

scientifica, brevetti ecc.) oppure "la capacità manageriale" o ancora "la capacità di organizzazione". 

Al termine della selezione la commissione indicherà una terna di candidati, mettendo a fuoco i profili 

degli aspiranti e le ragioni della preferenza. Solo a questo punto verrà esercitata la scelta motivata da 

parte del ministro della Salute. (Testi: www.24oresanita.com) 

SCENARIO SANITA E SALUTE 81



Pag. 5 

Sindacati alla carica sull'intramoenia allargata e sulle proposte di riorganizzazione 

I medici: troppa carne al fuoco 

Il Ddl Turco divide - Contratto: indennità di esclusiva da rimpolpare 

Barbara Gobbi, Manuela Perrone 

Per i medici dirigenti, la carne messa al fuoco dal Governo è troppa e rischia di bruciarsi. Soprattutto 

perché c'è una scadenza precisa che difficilmente potrà essere corretta in tempo: il 31 luglio, 

secondo il Dl Bersani, l'intramoenia allargata dovrebbe finire. Ma questo è soltanto uno dei nodi da 

sciogliere: la questione medica è appesantita da una serie di zavorre - dall'ammodernamento alla 

sicurezza, fino al rinnovo del contratto - su cui tutti i sindacati esprimono perplessità. Con diverse 

sfumature, ovviamente. «Il centro-sinistra ha creato il problema, il centro-sinistra deve risolverlo da 

Roma». Stefano Biasioli, presidente Cimo, se la prende con il Governo, responsabile di aver normato 

lo stop all'intramoenia allargata nel 2006, «ben consapevole che non esistevano le condizioni 

strutturali, soprattutto al Centro-Sud, perché da lì a un anno si potesse far esercitare l'intramuraria 

all'interno delle Asl». Biasioli scongiura l'eventualità di «dover pregare i vari governatori regionali di 

concedere una proroga», ma anche la possibilità di un decreto legge omnibus che ricomprenda tutto 

il Ddl messo a punto dal ministro della Salute, Livia Turco, e varato da Palazzo Chigi l'11 maggio. «Mi 

auguro che si limitino a scrivere due righe soltanto per sanare l'errore commesso un anno fa». Sulla 

questione sicurezza il presidente Cimo boccia il testo: «Il Ddl Turco è minimale rispetto a quanto già 

previsto nel contratto: occorrono azioni forti e nette, le aziende devono essere obbligate a istituire le 

unità di risk management. I costi sarebbero riassorbiti dal calo dei premi assicurativi». Biasioli lancia 

anche una provocazione, a suo dire serissima: «Non è più possibile che per eseguire i test dell'Hiv e 

della Tbc sui pazienti bisogna chiedere loro l'autorizzazione. Non siamo tutelati, il personale è 

spaventato e il rischio di contagio è reale. Qualcuno intervenga». Sul resto spara a zero. 

L'ammodernamento del Ssn? «Finirà come la governance di Sirchia: 43 versioni diverse e un nulla di 

fatto. Non vedo una maggioranza capace di modificare l'assetto organizzativo di Asl e ospedali. Già 

sono spaccati sulla composizione del collegio di direzione, tra chi ci vorrebbe i Comuni e chi no». Il 

Ddl sui rapporti Ssn-Università? «Fantomatico: come si fa a continuare a parlarne se finora nessuno 

si è degnato di consultare i sindacati medici per redigere i protocolli d'intesa? Bisognerebbe dire una 

volta per tutte che le aziende ospedaliero- universitarie sono parte integrante del Ssn, non isole felici 

per il personale universitario. E si deve chiarire cosa paga il Ssn e cosa l'Università. Insomma: sia 

fatta chiarezza senza penalizzare gli ospedalieri». Biasioli è più morbido sul contratto. Meglio: più 

"attendista". «Stiamo aspettando l'atto di indirizzo per verificare le risorse. Tre elementi sono caldi: 

l'adeguamento dell'indennità di esclusiva all'inflazione 2002-2007, la rivalutazione della posizione per 

chi non ha un incarico di direzione e la revisione dell'emergenza per garantire piena copertura». Sui 

12milamedici precari, la Cimo chiede infine un «programma serio per riassorbirli, con criteri precisi 

per evitare atti di estrema discrezionalità». Su toni discordanti i sindacati confederali. «Passare dal 

medico pubblico con studio privato al medico pubblico con studio pubblico»: questo è l'obiettivo- 

slogan lanciato da Massimo Cozza (Cgil Medici), a commento del Ddl Turco. Continua: «Prevedere 

ambigue convenzioni con studi privati, come previsto nel Ddl, significherebbe tornare a una 

situazione ante decreto Bindi, istituzionalizzando la figura del medico pubblico con studio privato. 

Quindi ben vengano le "convenzioni", purché però siano transitorie e relative a spazi collettivi. La Cgil 

accoglie con favore anche le nuove regole sulla trasparenza, ma ne sollecita l'estensione a tutti gli 

ambiti di erogazione delle cure, compresi intramoenia tout court e regime di ricovero: «Chiederemo la 

cancellazione dal testo Turco - Ddl o Dl che sia - di quell'inciso che limita la gestione dei criteri di 




Pag. 5 

trasparenza da parte delle aziende sanitarie alla sola "attività libero-professionale intramuraria"». 

Ancora, la Cgil chiede un "patto di chiarezza" sul fronte esclusività: andrebbe sempre prevista, per 

tutte le strutture con autonomie gestionali. «In linea con il dettato del Dlgs 229 - sottolinea Cozza - 

nessuna struttura semplice può esserne esentata. Ci chiediamo se il problema vero dell'ambiguità 

contenuta nel Ddl Turco (che prevede l'obbligo di esclusiva solo nel caso di strutture semplici 

dipartimentali con autonomia gestionale, ndr) non derivi piuttosto dalla situazione di fatto di alcune 

aziende, dove con una logica ad personam sono state create strutture di primo livello anche laddove 

non c'era nulla da gestire». Partita legata a stretto filo alle sorti del Ddl è la rivalutazione dell'indennità 

di esclusività. «Questione che esula dagli automatismi del rinnovo contrattuale e su cui il ministro 

Turco - chiosa Cozza - ha impegnato la parola dello stesso presidente del Consiglio, promettendo 

una soluzione in Finanziaria sulle risorse». L'ammodernamento, infine. Condivisi i temi di massima: 

governance, rilancio del territorio, trasparenza nei concorsi. «Ma - ricorda Cozza - i sindacati 

aspettano ancora una presentazione ufficiale del provvedimento». Sostanzialmente positivo sulla 

bozza per l'ammodernamento anche il giudizio di Armando Masucci (Federazione Medici-Uil Fpl). 

«Anche se - spiega - ci sono due punti critici: la riorganizzazione della medicina generale in "case 

della salute", sovrapposizione inutile rispetto al distretto, che andrebbe piuttosto potenziato; e il 

super-ruolo assegnato alle farmacie, che diventerebbero veri e propri mini-laboratori e mini-centri di 

salute. Si rischia, anche in questo caso, di sostituire presìdi già esistenti». Giudizio pienamente 

positivo sull'impianto generale del Ddl intramoenia, che però «va perfezionato. Ben vengano le 

norme sulla trasparenza. Auspichiamo - continua Masucci - il mantenimento e addirittura un 

ampliamento dell'attività degli ambulatori. Ma a patto che siano fissati paletti chiarissimi. Ci 

aspettiamo che garanzie e maggiore completezza, in questo senso, si acquisiscano durante il 

percorso parlamentare. I tempi sono strettissimi, è vero, ma le nuove regole sul rischio clinico inserite 

nel Ddl potrebbero, paradossalmente, trasformarsi proprio nel "cavallo di Troia" in grado di accelerare 

e portare a conclusione l'intero iter». Pollice verso dalla Cisl Medici di Giuseppe Garraffo. «La 

sensazione è che le ultime proposte governative sulla Sanità non vadano alla sostanza delle cose. 

Basti pensare al Ddl intramoenia allargata, che torna a proporre un regime di "prorogatio". Dal nostro 

punto di vista, il problema non è certo la proroga di un anno. Il punto è che allungare ancora i tempi 

ha senso solo affrontando il problema in un'ottica di concertazione, tra le forze politiche e con il 

sindacato. L'intramoenia allargata andrebbe ricondotta nell'alveo della questione contratto, con un 

doppio vantaggio: affrontare in quella sede anche il tema collegato della rivalutazione economica 

dell'esclusività; ottenere una regolamentazione omogenea. È chiaro infatti che se il Ddl, come 

probabile, dovesse decadere, ci sarebbe il rischio che ogni Regione decida per sé, considerando 

ordinatorio e non perentorio il termine del 31 luglio. «Discorso analogo - prosegue Garraffo - vale per 

l'ammodernamento Ssn: non ha molto senso progettare riforme a ogni cambio di Legislatura. 

Sarebbe meglio completare l'applicazione del Dlgs 229. Oppure dar vita a provvedimenti di sostanza, 

che non si limitino a ripianare i deficit delle Regioni in rosso. «E poi - conclude - c'è un problema 

vero, che la politica continua a non risolvere: come riportare il medico al centro del sistema. La bozza 

sull'ammodernamento ci gira intorno, prevedendo innovazioni burocratiche senza assegnare al 

medico quella posizione "ordinatoria" di tutti i servizi, che invece gli competerebbe. E che potrebbe 

svolgere meglio, a esempio, se si ponesse fine alla precarietà dei dirigenti, che tocca il 10-12 per 

cento e danneggia sia i medici sia il funzionamento complessivo delle aziende. Su questo fronte, sì 

che occorrerebbe una linea guida nazionale, magari inserita proprio nel testo sull'ammodernamento. 




Pag. 2 

SENATO/ ISTRUZIONE E SANITÀ SALVANO LE SPERIMENTAZIONI GESTIONALI 

Ssn- Università : le equiparazioni economiche slittano all'aula 

Sara Todaro 

La parità di trattamento economico per il personale delle aziende integrate ospedaliere-universitarie è 

stata rinviata all'aula di Palazzo Madama; così pure l'indennità di equiparazione alla dirigenza 

ospedaliera per gli universitari che fanno assistenza. Sono finiti invece in ordini del giorno il riposo 

minimo di 11 ore - anche non consecutive - da garantire al personale nell'arco delle 24 ore e la 

creazione delle Unità di valutazione delle tecnologie, d'intesa con le Regioni. Ma s'è aperta la porta 

delle convocazioni ai sindacati firmatari del contratto del comparto e della dirigenza in tutti i Policlinici 

dove operino dipendenti del servizio sanitario pubblico. E s'è tagliato il nastro del soprannumero ai 

fini della formazione specialistica. È scattato così il via libera delle commissioni riunite VII (Istruzione) 

e XII (Igiene e Sanità) che mercoledì scorso hanno licenziato per l'aula del Senato il testo del Ddl 

recante interventi per il settore sanitario e universitario (S 1334) che detta norme per la costituzione 

immediata delle aziende ospedaliero-universitarie, dotate di personalità giuridica di diritto pubblico, 

per assicurare la completa integrazione tra l'attività assistenziale e quella didattica e di ricerca 

secondo le modalità previste nei protocolli di intesa tra Università e Regioni di appartenenza. Nel 

passaggio in commissione il testo - proposto dai ministri della Sanità, Livia Turco e dell'Università, 

Fabio Mussi, in febbraio, all'indomani dello scandalo che ha coinvolto il Policlinico Umberto I di Roma 

- ha registrato alcuni significativi aggiustamenti, che non ne alterano tuttavia l'impianto originale. Tra 

le principali modifiche figura l'emendamento (primo firmatario Cursi, An) che fa comunque salve le 

sperimentazioni gestionali alternative già approvate su protocolli regionali entro il 31 dicembre 2006, 

ferma restando la caratterizzazione pubblica da conferire alle relative esperienze all'atto del 

consolidamento dopo verifica positiva della sperimentazione, che dovrà concludersi - come previsto 

per legge - nell'arco di un quadriennio. Su emendamento (Baio, Ulivo), è stato precisato anche che i 

protocolli d'intesa vanno stipulati puntando all'equiparazione dei sistemi di finanziamento e 

remunerazione e attuati solo alla luce del provvedimento legislativo che ne indichi la copertura, 

mentre è stata portato a 90 giorni (erano 60; primo firmatario Tomassini, Fi) il tempo concesso a 

Regioni e Università, dall'entrata in vigore della legge, per definire i protocolli d'intesa per la 

definizione delle nuove strutture aziendali. Destinato alla riformulazione per l'aula, infine, 

l'emendamento Tomassini per la nomina di un commissario ad acta in caso di mancata emanazione 

dei protocolli. Stessa sorte per l'emendamento del Relatore (Binetti, Ulivo) denso di puntualizzazioni 

sulla procedura di trasferimento delle proprietà demaniali alle neonate aziende. Il relativo capitolo è 

stato tuttavia integrato prevedendo che la cessione diventa inefficace quando non venga rispettato il 

vincolo di destinazione per finalità istituzionali (Capelli, Rc-Se), stabilendo che gli immobili oggetto di 

trasferimento alle Università sono inalienabili (Relatore) e non possono essere usati a fini di lucro 

(Cursi, An). Novità anche al capitolo del rischio clinico: si prevede la creazione delle relative unità di 

gestione in tutte le Asl, Ao, aziende integrate e Irccs (Tomassini e altri) e si concedono tre mesi di 

tempo alla Salute per l'emanazione d'intesa con la Stato-Regioni di linee guida che precisino le 

procedure diagnostiche e terapeutiche connesse alle singole patologie per ridurre le infezioni 

nosocomiali (Capelli). Via libera infine all'emendamento del Relatore che prevede l'ammissione in 

soprannumero alla formazione specialistica per chi sia già in possesso di una specializzazione. 

L'ammissione in soprannumero dovrebbe essere disposta su apposita graduatoria per un massimo 

del 20% dei posti a bando nella singola scuola, prevedendo la riserva del 50% per i medici di ruolo 

negli ospedali pubblici, negli Irccs e in altre strutture identificate dai citati protocolli Università- 




Pag. 2 

Regione. 


UNIVERSITA E RICERCA 

9 articoli


25/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Pag. 11 

Innovazione. Nell'ultimo triennio sono raddoppiate le start-up aiutate dai «business angel» 

Sempre più idee sul mercato 

Ancora debole la qualità degli spin-off universitari 

Rosalba Reggio Operazioni più che raddoppiate negli ultimi tre anni. Sono i numeri dei business 

angel: nella sostanza un circuito di investitori privati informali che apporta capitale di rischio a piccole 

e medie imprese in fase di avviamento e primo sviluppo. Il lavoro di questi investitori consiste nel 

selezionare dall'ambiente universitario, ma non solo, idee innovative che abbiano però un potenziale 

sviluppo commerciale. In Italia i business angel sono rappresentati dall'Iban (www.iban.it) - guidata 

da Paolo Anselmo e Tomaso Marzotto Caotorta - che ne ha "registrati" circa 200. Nel Paese, però, il 

fenomeno è ben più diffuso e registra elevati ritmi di crescita. Tra affiliati all'associazione e non, si è 

passati dalle 12 operazioni del 2004, alle 35 del 2005 fino alle 70 del 2006, per investimenti di 1,3 

milioni il primo anno, 8 milioni il secondo e 12 milioni il terzo. «È fondamentale che il business angel 

affianchi chi lavora nella ricerca in ambito universitario - spiega Tomaso Marzotto Caotorta, 

segretario generale di Iban -, per poter selezionare le idee migliori da proporre al mercato». 

Identificato il progetto giusto, entra in campo l'investitore che, nel caso dei business angel, mette in 

gioco capitali che vanno dai 30mila ai 500mila euro. Una partecipazione al rischio dell'azienda che si 

può affrontare da soli o con altri soci. Al momento dell'ingresso nella start up, l'investitore pianifica già 

l'obiettivo di uscita, in media dopo tre anni. Ma la sua partecipazione non si limita al capitale: il 

business angel assume responsabilità manageriali e dà il suo apporto per portare al successo il 

progetto e realizzare una plusvalenza dall'uscita dal capitale di rischio. Il possibile acquirente, in 

questa fase di sviluppo della nuova impresa, è una società di venture capital. «Si tratta di un mercato 

ancora molto difficile - aggiunge Marzotto Caotorta -, ma le operazioni di investimento in start up o in 

piccole e medie imprese in fase di avviamento stanno aumentando. E gli attori aumentano: da 

quest'anno, infatti, Kpmg ha dichiarato di voler affiancare Iban in questo tipo di business». La 

selezione dei progetti giusti diventa dunque essenziale per il futuro successo della nuova impresa. 

Soprattutto se si tratta di spin-off universitari, che in Italia hanno ancora una struttura finanziaria 

debole, come conferma una ricerca condotta da Finlombarda e Scuola Sant'Anna di Pisa che verrà 

presentata oggi a Milano nel corso del convegno "Creazione e crescita delle imprese innovative in 

Italia". «Gli spin-off rilevati - spiega Marco Nicolai, direttore di Finlombarda - sono quantitativamente 

rilevanti, ma qualitativamente in gran parte deludenti, con un fatturato che nei due terzi dei casi non 

supera i 500mila euro, investimenti che nel 93% dei casi sono meno di 250mila euro, una compagine 

societaria dal l'età media di 63 anni, neppure un dipendente nel 65% dei casi e meno di 10 

dipendenti nel 91% dei casi. Nella gran parte, più che avventure professionali in cui alcuni 

accademici e giovani ricercatori si assumono un rischio d'impresa, sembrano attività addizionali di 

maturi professori volte a garantire, attraverso un impegno collaterale a quello universitario, 

compensazioni economiche e motivazionali che il loro ambiente non offre». 

rosalba.reggio@ilsole24ore.com 

I NUMERI 

12 milioni di euro Le risorse del 2006 È il totale degli investimenti fatti da business angel nel 2006. Si 

tratta di 70 diverse operazioni finanziarie verso start up o società in primo sviluppo 35 Le operazioni 

del 2005 È il numero delle operazioni di investimento in capitale di rischio fatte dai business angel nel 

2005. La somma investita per tutte e 35 le operazioni è di circa 8 milioni di euro 12 I progetti finanziati 

nel 2004 È il numero delle operazioni che hanno visto coinvolti business angel nel 2004. Il totale delle 

UNIVERSITA E RICERCA 87


25/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Pag. 11 

risorse messe in gioco è stato di 1,3 milioni di euro 



24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Pag. 43 

Le lotte di oggi 

L'inferno chimico nel manto nevoso 

La salute di chi vive in queste regioni è a rischio soprattutto a causa di pericolosi inquinanti, che qui si 

concentrano 

di Sylvie Coyaud Per il primo dei reportages pubblicati dal «New Yorker» e raccolti in Cronache da 

una catastrofe (Muovi mondi, pagg. 176, € 16,50), Elizabeth Kolbert era andata a Shishmaref, un 

villaggio degli Inupiat sull'isola di Sarichef, in Alaska. Sul mare il ghiaccio si formava sempre più tardi 

e si scioglieva sempre più presto; non era più possibile cacciare le foche e d'estate spariva attorno 

all'isola la corona di ghiaccio che frenava le onde durante le tempeste. Gli abitanti avevano deciso di 

abbandonare Sarichef e di trasferirsi sulla terraferma. Il libro è bello e struggente, ma l'inizio rischia di 

ingannare. Nel circolo polare, la catastrofe è dovuta più all'inquinamento che al riscaldamento 

globale. Per un'ironia della geografia, da un secolo quel mondo intonso e più disabitato che abitato, 

solcato per millenni da nomadi che non si lasciavano dietro un rifiuto, è diventato una discarica. I 

venti ci depositano le sostanze tossiche emesse dalle industrie del nostro emisfero. Piombo, cadmio, 

mercurio, diossine, pesticidi, gli acidi delle piogge, gli NOx delle scie degli aerei, gli ossidi e gli 

ossidanti. Insomma tutti i "Pop" (inquinanti organici persistenti) e le patologie associate: ritardo 

mentale, malformazioni, aborti, tumori. Di certe diossine, i ricercatori dell'Università del Québec 

continuano a misurare concentrazioni di 160-180 nanogrammi negli Inuit nati a nord dello stato, 26 

negli Inuit nati a sud, e poco più o meno di uno nei cittadini di Montréal discendenti dai coloni. 

Sessant'anni fa la sedentarizzazione, in parte forzata, voluta dai governi canadesi partiva forse da 

buone intenzioni, ma gli Inuit hanno qualche motivo di pensare il contrario. Slitte distrutte, cani 

abbattuti, figli che nelle mense scolastiche erano costretti a mangiar cereali, frutta e verdura e 

crescevano anemici, rachitici, e da adulti diabetici, nati com'erano per una dieta di proteine animali, 

non di zuccheri e carboidrati. Nel frattempo zone di caccia finivano off-limits, concesse a compagnie 

minerarie e petroliere in cambio di case, scolarità, televisione. Più alcol e droghe per quelli che 

lavoravano nelle miniere o alle trivellazioni. Negli anni Settanta, gli Inuit chiesero ai tribunali canadesi 

di riavere le proprie terre. Nel 1999, dopo aver formato una classe di pubblici amministratori, il 

governo canadese ricavò un pezzo dai suoi territori del Nordovest, ne riconobbe l'autonomia e 

accettò di versare mille miliardi di dollari canadesi, in quattordici rate annue, a titolo di risarcimento al 

neonato Nunavut. Non è successo in Alaska, e men che meno in Siberia, una discarica anche di 

plutonio e uranio scaricati in mare da militari e civili. Il governo attuale giura che si tratta solo di flebili 

tracce, forse perché gli Yupik o i Ciukci non chiedano risarcimenti e gli Stati Uniti il rimborso dei 

miliardi versati a Yeltsin per la messa in sicurezza di testate e reattori nucleari scaduti. Attorno al 

Polo Nord, la temperatura è aumentata più velocemente che nel resto del mondo, ma aumentano 

soprattutto alcolismo, tossicodipendenze, suicidi, tubercolosi, epatiti. Più del caldo, per ora a 

ucciderne gli abitanti sono lo sporco e la disperazione. Per il futuro, tuttavia, si può sperare in dati 

meno deprimenti di quelli che emergono dai rapporti quinquennali dell'Arctic Monitoring Assessment 

Program (Amap) e dalle riviste uscite nella stampa scientifica, in particolare sul «Journal of 

Environmental Health». Il Canada e i Paesi scandinavi hanno programmi di educazione sanitaria, 

assistenza e riabilitazione che dovrebbero produrre miglioramenti. Come in Finlandia dove i Saami 

stanno molto meglio dei Saami in Russia, perché le campagne di prevenzione sono costanti e le cure 

gratuite. E nel 2007-2008, anno mondiale dei poli, sono finanziate nuove ricerche. Una delle più 

ambiziose è partita, nel 2004 in realtà, dall'Università del Laval. Sta reclutando dodicimila volontari 

Inuit e Yupik, di 18 anni e più, che sono nati e vivono in Alaska, Groenlandia meridionale, Nunavik e 



24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

Pag. 43 

Chukotka (Siberia). Con ognuno di loro un'équipe multinazionale - o meglio multietnica: danesi, 

canadesi, statunitensi, russi, inuit e yupik - di clinici e ricercatori di svariate discipline, trascorre 

quattro ore, il tempo di un esame medico, di un prelievo del sangue e di informarsi su alimentazione, 

esercizi fisici, abitudini. Fuori, intanto, altri prelevano campioni di acqua, terreno e aria. Il progetto è 

abbastanza indiscreto, c'è chi dice che sonderà pure le pattumiere, ma è stato discusso, approvato e 

divulgato dall'Inuit Circumpolar Council, il coordinatore anche dell'Amap, e dalle Organizzazioni delle 

popolazioni artiche indigene di cui è l'espressione. Lo scopo è di identificare oltre ai soliti sospetti 

quali il fumo e gli inquinanti, le usanze sociali e culturali, per definire le interazioni tra l'ambiente, i 

fattori di rischio e le condizioni e gli stili di vita. E se esistono programmi sanitari, di valutarne i risultati 

per poi diffondere quelli efficaci. A dieci anni di distanza i volontari saranno ricontattati per una 

seconda "presa dati". Trovarli tutti, un decimo della popolazione totale, in quel deserto sterminato è 

un'impresa che si protrarrà probabilmente oltre l'anno polare, anche se questo ne dura due. Per 

fortuna i ricercatori approfittano dei fondi e dei mezzi a disposizione di altre discipline. Hanno trovato 

un passaggio sull'Admunsen, un rompighiaccio dotato di laboratori high-tech e comfort moderno per 

un'altra campagna di ricerca che salta alcune stagioni. L'autunno scorso, li ha portati sulle coste della 

Groenlandia occidentale e dell'Artico canadese orientale. L'anno prossimo li accompagnerà sul mare 

di Beaufort, in Alaska, nell'Inuvik e in Chukotka. A ogni scalo l'équipe si porta appresso un laboratorio 

mobile per effettuare misure ambientali. E mentre procedono i colloqui con i volontari, lo usa anche a 

fin di bene immediato. Insegna alcune tecniche di base a persone della comunità alla quale vengono 

distribuiti appositi kit, per esempio per controllare se l'acqua è potabile. 

Foto: Attivista. Sheila Watt-Cloutier, leader politico degli Inuit, mercoledì ha ricevuto il premio alla 

carriera dell'Undp (l'organizzazione Onu per l'Ambiente) per l'impegno contro il riscaldamento 

climatico. È candidata al Nobel per la pace 

Foto: Olimpiadi. Il simbolo dei giochi invernali del 2010 di Vancouver è un Inuksuit, una scultura Inuit 



24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

ECONOMIA E IMPRESE 

Pag. 23 

R&S . Nel Bioindustry Park del Canavese impiegherà 110 addetti 

Nuovo centro Bracco per la diagnostica 

Laura Di Pillo IVREA. Dal nostro inviato È la scommessa del Gruppo Bracco. Un nuovo Centro di 

ricerca in Piemonte nel Bioindustry Park del Canavese, a Colleretto Giacosa nei pressi di Ivrea, 

focalizzato sulla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti per la diagnostica medica per immagini. Ieri 

l'inaugurazione della nuova iniziativa che accoglie 110 dei circa 300 ricercatori del gruppo italiano 

leader nella diagnostica per immagini (fatturato da 800 milioni di cui il 12% investiti in R&D, un 

patrimonio di 1.500 brevetti). La nuova struttura (comprende 4 laboratori e due impianti pilota uno 

chimico e l'altro farmaceutico) si affianca ai centri già operativi a Ginevra, Princeton nel New Jersey e 

a Pechino e alle collaborazioni con centri accademici e parchi scientifici in Italia e all'estero. «Milano 

resta il cervello e la guida della nostra ricerca» ha assicurato il presidente e a.d. del gruppo Diana 

Bracco confermando l'arrivo a breve della quotazione in Borsa «il momento mi sembra buono e ci 

stiamo preparando». La Bracco ha poi sottolineato la grande opportunità offerta dal contesto 

piemontese «per favorire il processo di contaminazione delle conoscenze e delle esperienze 

all'interno di una realtà di eccellenza in una regione che ha saputo riqualificare la sua 

industrializzazione». Insomma, un modello di collaborazione pubblico e privato il Bioindustry Park, un 

parco scientifico bioindustriale che lavora nel campo delle scienze della vita collegando ricerca 

universitaria, mondo accademico e quello delle imprese (tra i soci oltre a Bracco anche la Serono). 

«Questo - ha detto Andrea Bairati assessore regionale alla Ricerca - è il Polo più importante in 

Piemonte per la ricerca nelle biotecnologie e siamo determinati a rafforzarlo con ulteriori iniziative di 

sviluppo». Società a maggioranza pubblica (70%) che nel 2006 ha registrato ricavi complessivi da 4,5 

milioni di euro. «Questo nuovo centro - ha aggiunto la Bracco - rappresenta un esempio concreto di 

impegno dell'industria nell'innovazione, un'iniziativa tutta italiana con un know how di eccellenza 

internazionale». Un caso interessante di combinazione pubblico-privato, ricerca e mercato anche per 

il ministro della Salute Livia Turco, intervenuta all'inaugurazione. «Un compito della politica è quello 

di raccogliere i buoni esempi per valorizzarli e questo centro ricerche è senza dubbio un buon 

esempio» ha precisato il ministro. La Turco ha poi annunciato che sarà pubblicato nei prossimi giorni 

il decreto che assegna 15 milioni ai giovani ricercatori italiani. «Una novità assoluta perché fino ad 

ora non erano mai stati stanziati fondi per i giovani ricercatori». Risorse che fanno parte dei 350 

milioni, 60 in più dello scorso anno, previsti in Finanziaria 2007 per la ricerca. 

Foto: EMBLEMA 

Foto: In visita al Centro. Il ministro Livia Turco ( a sin.) e Diana Bracco a Ivrea 



24/06/2007 Il Sole 24 Ore 

COMMENTI E INCHIESTE 

Pag. 8 

RICERCA & UNIVERSITÀ 

«Spin-off» a caccia di qualità 

Il modello è quello americano. Su questo sono tutti d'accordo. La ricerca universitaria che produce 

innovazione "vera", cioè applicabile all'industria. E che quindi, prospera attraverso il classico "spin- 

off", letteralmente si potrebbe tradurre "sottoprodotto", ma il termine è entrato nel linguaggio 

manageriale come un'impresa che nasce da un'altra organizzazione. In Italia (si veda il servizio a 

pag. 23) ne sono stati catalogati 454. Il tutto grazie alla "miccia" accesa nei primi cento giorni del suo 

mandato dell'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha trasferito la titolarità del brevetto 

dall'università al singolo ricercatore. Una liberalizzazione a costo zero che ha appunto innescato le 

nuove iniziative. Non tutte eccellenti. Nel senso che poco più del 10% di queste nuove imprese 

sembra avere le carte in regola per stare sul mercato. C'è una qualità pure per l'innovazione. Che 

potrebbe essere aiutata da un venture capital un po' più coraggioso. 




ED. NAZIONALE 

Pag. 36 

Nel laboratorio-sentinella della nuova tubercolosi 

MARIO CALABRESI Successe nel 1990, quando la tubercolosi, ormai quasi scomparsa, incontrò una 

pandemia nuovissima, apparsa a Manhattan meno di dieci anni prima. Una delle malattie più antiche 

della storia dell'uomo, presente da quindicimila anni, rintracciabile perfino nelle mummie egiziane, 

trovò l'habitat ideale per risorgere: i corpi debilitati dall'aids. Ma si presentò con una sorpresa: non era 

più solo la malattia scatenata da quel micobatterio scoperto da un oscuro medico tedesco, Robert 

Kock, nel 1882 e curata con farmaci messi a punto negli anni Quaranta, aveva un volto nuovo e 

sconosciuto, aveva fatto il salto di qualità, era diventata più forte e resistente ai vecchi antibiotici. Il 

primo caso apparve in un carcere a nord di New York. Sarebbe rimasto isolato, ma il «peggior 

scenario possibile» doveva avverarsi. L'uomo uscì per curarsi e la sorte volle che nell'ospedale in cui 

arrivò il reparto dei malati di tbc e quello di chi aveva l'aids conclamato fossero contigui. Fu un gioco 

da ragazzi e tra le due malattie si celebrò un matrimonio perfetto. La tbc è vigliacca, capace di 

dormire per anni nei corpi sani per presentarsi non appena riconosce i primi sintomi di debolezza: 

vecchiaia, alcolismo, malnutrizione, droga. Niente di meglio di una malattia che distrugge il sistema 

immunitario come l'aids, quello è l'habitat ideale e allora la combinazione diventa esplosiva. 

L'epidemia a New York fu terribile: in quarantatré mesi, dal gennaio 1990 all'agosto '93, i casi furono 

oltre dodicimila. La città corse ai ripari, spese un miliardo di dollari per fronteggiare l'emergenza, 

riaprì i laboratori chiusi nell'era reaganiana, stanziò fondi in una lotta contro il tempo e di fronte al 

vecchio ospedale Bellevue, lo storico sanatorio di New York, nacque un centro d'avanguardia dove 

raccogliere i migliori medici e microbiologi per fermare l'epidemia e attrezzarsi per il futuro. Il simbolo 

di quello sforzo oggi si è trasferito in New Jersey, a Newark, attratto da una politica intelligente di 

finanziamenti alla ricerca: è un edificio nuovissimo che si raggiunge in venti minuti di treno da 

Manhattan. Qui c'è la sede del TB Center, il centro che studia la tubercolosi del Public Health 

Research Institute. Nove laboratori d'avanguardia, ognuno ha grandi stanze BL3, spazi di bio- 

sicurezza di terzo livello, a pressione negativa - l'aria è filtrata ed entra ma non esce - ci si accede 

solo con la tuta, la mascherina e gli occhiali, qui si studiano i micobatteri della tubercolosi. Ce lo 

racconta Marilà Gennaro, medico italiano con specializzazione a Londra che fa ricerca da più di 

vent'anni negli Stati Uniti. Dirige uno dei gruppi che studia le risposte immunitarie e nuovi metodi di 

diagnosi. Sullo stesso piano, un ambiente impressionante per gli spazi, la luce e le tecnologie 

d'avanguardia, lavora Barry Kreiswirth, microbiologo. Sul suo tavolo un mattone con incisa una 

scritta, «Non sputate sul pavimento», viene da un sanatorio degli anni Venti, intorno i poster della 

prima metà del secolo scorso con i bambini malati che dicono: «Non baciatemi». Lui è un 

investigatore. È quello che prende le impronte digitali ai batteri della tbc, li scopre, li traccia, li archivia 

e così li può seguire, può ricostruire percorsi dei contagi, per cercare di rompere la serie. Ha scoperto 

il colpevole delle morti: «Ci volle oltre un mese, mentre eravamo nel bel mezzo dell'epidemia. Lo 

isolammo, capimmo che era simile al ceppo Beijing che si trova in Asia e nell'Europa dell'Est ma 

questo era diverso da tutti gli altri. Era nato qui. Era il ventitreesimo, lo chiamammo «W»: i batteri 

hanno le lettere dell'alfabeto come gli uragani, qualcuno dice che la scegliemmo perché significava 

«wicked», malvagio, ma la verità è che era la prima lettera disponibile. Identificammo 357 pazienti 

con il W, in gran parte sieropositivi, morirono quasi tutti, il novanta per cento, fu terribile ma questo 

fermò l'epidemia». Oggi i valori sono tornati a scendere ma ci sono ancora un migliaio di casi di tbc 

l'anno a New York e il ceppo W circola per l'America. Ogni tanto salta fuori da qualche parte, è 

successo centosessanta volte da allora. Una ventina erano persone che a quel tempo lavoravano 




ED. NAZIONALE 

Pag. 36 

negli ospedali. Pochi giorni fa è accaduto nella Carolina del Nord: un malato, uno strano ceppo, 

dall'ospedale si rivolgono al centro di Newark, gli mandano una mail con l'identikit, a vederlo 

stampato su carta sembra un codice a barre come quelli dei prodotti del supermercato. Lo 

inseriscono nella banca dati dove ci sono 22.493 micobatteri schedati, il verdetto è W: «Chiedetegli 

subito se è mai vissuto a New York», la risposta arriva quasi subito: «Sì, nella prima metà degli anni 

Novanta». Già ventidue volte è stato trovato lontano da Manhattan: il W viaggia nei corpi di chi 

cambia casa, lavoro, amici. Un giorno a sorpresa si presenta, insieme a un tumore, al deperimento 

dovuto ad un diabete non curato, alla droga, all'alcolismo, a un forte stress; è accaduto a Miami, Las 

Vegas, Atlanta e perfino a Parigi. «Andrà avanti per generazioni. Ogni volta - conclude Barry - 

spieghiamo come provare a curarlo, con quale cocktail di farmaci, perché, se diagnosticato in tempo, 

la metà dei pazienti sopravvive. Isoliamo il paziente, facciamo ricerche sui familiari per prevenire il 

diffondersi del contagio». Gli Stati Uniti da soli investono più soldi nella ricerca sulla tbc di tutti gli altri 

paesi del mondo messi assieme. Ma non basta. Nel mondo la situazione si fa più pesante: c'è un 

morto ogni quindici secondi, che nell'intero 2005 porta alla cifra totale di due milioni di decessi. Il 

numero dei casi è arrivato a nove milio ni. «E pensare che era in un declino che sembrava 

irreversibile, poi l'aids - spiega Marilà Gennaro - ha rotto un equilibrio e quello che è successo a New 

York si è replicato in modo identico in Sud Africa. La malattia ritorna in auge sfruttando le 

devastazioni dell'aids e, grazie alle trascuratezze delle cure, fa il salto di qualità, diventa "multi drug 

resistant". Prendere novanta pillole alla settimana, nella fase intensiva, per poi continuare sei mesi, 

un anno, è pesante e faticoso, molti abbandonano la cure, senza controlli, dopo poche settimane non 

appena hanno la sensazione di stare meglio. Così si selezionano i batteri più resistenti agli antibiotici, 

i mutanti spontanei». «Nei paesi dell'Europa dell'Est che erano sotto l'Urss - continua Marilà Gennaro 

- con il crollo del sistema sanitario sono esplosi i ceppi resistenti ai farmaci. Quasi mezzo milione dei 

nuovi malati ogni anno nel mondo è di questo tipo. Intanto la tbc corre e ha fatto il nuovo salto, il 

terzo: ora è anche "extensively drug resistant", è la tubercolosi estrema che resiste anche ai farmaci 

di seconda linea. Si prova a curarla con farmaci sempre più costosi e tossici. In Sud Africa ha avuto 

una fiammata all'inizio dell'anno con una mortalità pressoché totale: la sopravvivenza media dal 

giorno della diagnosi è sedici giorni. Una malattia che era terribile ma affrontabile con farmaci poco 

costosi e relativamente tossici sta diventando, nelle sue forme estreme, incurabile. Stiamo tornando a 

scenari di possibile mortalità precedenti alla terapia antibiotica». Bisogna aumentare la ricerca, ma i 

soldi non bastano, quando in Occidente si deve dare priorità a una malattia per assegnare i fondi di 

ricerca si sceglie qualcosa che è più vicino a noi, dal cancro al diabete. Non si punta su malattie che 

colpiscono i poveri, i malati di aids africani e, negli Stati Uniti, i neri, gli ispanici e gli immigrati. 

Bisogna cercare nuove medicine, l'ultima è del 1963, sono più di quarant'anni che non si mettono a 

punto terapie antibiotiche aggiornate, che siano capaci di abbreviare le terapie. E si devono trovare 

metodi per fare diagnosi precoci, prima che i malati diventino contagiosi. Ma costa troppo alle case 

farmaceutiche, è uno sforzo eccessivo in termini di tempi e investimenti in ricerca per dare vita a una 

medicina che non sarà mai remunerativa, perché utilizzata soprattutto dai più poveri del pianeta. Così 

bisogna puntare sui centri di ricerca finanziati con il denaro pubblico. Bill e Melinda Gates invece 

stanno sponsorizzando la ricerca di un vaccino, prima di loro c'erano solo fondi statali anche in 

questo campo. Da mesi i laboratori di tutto il mondo e l'Organizzazione mondiale della sanità 

lanciano l'allarme, ma sono poco ascoltati. Poi arriva il "colpo di fortuna": si chiama Andrew Speaker. 

Bianco, giovane, occhi azzurrissimi, avvocato, classe media, con una moglie, Sarah, dai capelli 

lunghi biondi e con il classico filo di perle al collo. È l'incarnazione dell'americano tipo. Si scopre che 

ha la tubercolosi nella sua forma peggiore, quella estremamente resistente. Scatta l'allarme perché 




ED. NAZIONALE 

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ha viaggiato tra l'Europa e gli Usa, passando per Roma, indisturbato. Viene messo in quarantena. 

Televisioni, giornali e siti internet si riempiono delle sue foto. La moglie gli si avvicina coperta da una 

mascherina con il becco da paperino. La tbc entra nelle case americane all'ora di cena, diventa 

dibattito da ufficio, da treno di pendolari. Occupa le paure dei cittadini. Conquista prepotentemente 

un posto di rilievo nell'agenda dell'informazione e della politica. E segna una sconfitta dei meccanismi 

di controllo antiterrorismo: Andrew è entrato serenamente in macchina dal Canada, anche se il suo 

volto era stato segnalato e l'Fbi aveva diramato l'ordine di bloccarlo senza esitazioni. E se fosse stato 

un terrorista con un'arma biologica? L'imbarazzo delle autorità è stato terribile. Prima si pensa che 

Speaker abbia preso la tbc da un parente che lavora al Center for Disease Control, il quartier 

generale delle emergenze mediche e della prevenzione a stelle e strisce. Invece quel ceppo non 

esiste nei laboratori di Atlanta, sembra possa venire dal Vietnam o dal Perù, dove lui ha fatto 

volontariato. Ora Andrew è a Denver e per salvarlo gli dovranno asportare la parte di polmone 

attaccata dal microbatterio. E subito arrivano i nuovi fondi, la tbc è tornata a fare paura, il Congresso 

approva stanziamenti straordinari e si fanno avanti anche i privati per rispondere alle apprensioni 

dell'intera America. Nei corridoi del laboratorio di Newark, al tramonto, dietro le vetrate a tutta parete, 

risuona una battuta: «È il caso perfetto, un regalo, un vero colpo di fortuna, neanche ce lo fossimo 

inventato». 

Foto: Barry Kreiswirth, microbiologo, dirige il TB Center di Newark: è uno scienziato "detective" che 

studia i ceppi della tbc per scoprirne le "impronte digitali", schedarli e ricostruirne il percorso In questa 

foto, mostra la lastra di un polmone attaccato dalla tbc "multi drug resistant" IERI E OGGI Dall'alto, la 

corsia di un antico ospedale per malati di tubercolosi Una visita per la prevenzione della tbc in una 

scuola americana nel 1938 Uno scienziato del TB Center di Newark, nel New Jersey, indossa abiti e 

mascherina protettivi prima di entrare nei laboratori dove si svolge la ricerca di punta negli Stati Uniti 

contro le nuove forme di tbc multi resistente 




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lánalisi/ C´è un rapporto diretto tra il livello di scolarizzazione della popolazione e la produttività del 

sistema economico 

In Italia pochi laureati, ma solo metà dopo tre anni ha un lavoro 

stabile 

Secondo i dati Ocse il tasso di abbandono universitario si avvicina al 60 per cento - Nella fascia tra 

25 e 64 anni sono solo l´11,4 per cento della popolazione, contro il 25 per cento di Germania e 

Francia. Tra chi esce oggi dallúniversità trovano posto più rapidamente ingegneri, chimici e laureati 

in economia 

GIOVANNI AJASSA* 

Scolarità fa rima con produttività. Un passaggio essenziale per consolidare i segni di ripresa 

delléconomia italiana è rappresentato dal miglioramento del nostro sistema di istruzione e da una 

sua maggiore sintonia con lévoluzione del mondo produttivo. Se lÍtalia vuole riposizionarsi ai piani 

alti della globalizzazione - dove si fa design e innovazione prima che produzione - deve avere i titoli 

per farlo. Lauree e diplomi, innanzitutto. Istat e Banca dÍtalia offrono alcune indicazioni interessanti. 

Nelle imprese industriali con almeno 50 addetti líncidenza del personale laureato sale dal 6,9% del 

2000 al 9,5% del 2006. Nellíntero sistema produttivo la quota dei tecnici è cresciuta da meno del 

12% nel 1993 a oltre il 17% nel 2006. Presso le imprese industriali con oltre 50 addetti la quota di 

imprenditori laureati è salita dal 23% del 2002 al 37,4% del 2006. Gli imprenditori con titoli post- 

universitari di perfezionamento sono aumentati dal 2,8% al 4,2%. Quelli con solo la licenza media o 

elementare sono scesi dal 22,4% al 9,5% del totale. 

Sono numeri incoraggianti, ma il divario tra lÍtalia e gli altri paesi rimane ancora molto ampio. Nel 

2004 la percentuale di laureati sulla popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni si attestava al 

25,2% nella media dei paesi OCSE. In Italia era pari solo all´11,4%. In Francia e in Germania, i nostri 

principali partner e concorrenti sui mercati globali, la quota di laureati si collocava tra il 24 e il 25% 

della popolazione 25-64. Tra il 1991 e il 2004 lÍtalia ha pressoché raddoppiato líncidenza dei propri 

laureati (dal 6,1% all´11,4%) ma rimane ancora ad una quota che non arriva alla metà di quella di 

Francia e Germania. 

I laureati in Italia sono pochi perché da noi è particolarmente elevato il numero di chi lascia gli studi 

senza finirli. Secondo i dati dellÓCSE, nel nostro paese il tasso di abbandono delle università si 

avvicina al 60%. Si tratta di una proporzione doppia rispetto alla media dei paesi industrializzati. 

Perché tanti abbandoni? In un recente lavoro, due economisti del Servizio Studi della Banca dÍtalia 

mettono in evidenza la rilevanza delle condizioni famigliari. Più alto è il grado di istruzione dei 

famigliari, minore diviene la probabilità che lo studente lasci gli studi prima della laurea. A parità di 

altre condizioni, la presenza in famiglia di un padre laureato riduce la probabilità di abbandono di ben 

14 punti percentuali. Allo stesso modo, una correlazione importante è rintracciata con il tipo di scuola 

secondaria frequentata prima dellúniversità. Il fatto di aver frequentato un liceo riduce la probabilità 

di abbandono di oltre 50 punti percentuali. A monte dellístruzione dei genitori e del tipo di scuola 

secondaria precedentemente frequentata, lo studio di Francesco Cingano e di Piero Cipollone 

individua nelle condizioni socio-economiche della famiglia di provenienza un fattore importante di 

influenza sulle probabilità di successo dello studente allúniversità. A parità di altre condizioni, c´è il 

rischio che finisca lúniversità chi può permetterselo piuttosto che chi lo merita. Al contrario, un 

sistema di istruzione capace di selezionare i migliori offrendo opportunità di educazione e di 

emancipazione a tutti serve sia allo sviluppo economico sia alla coesione sociale. 

Al problema del completamento degli studi universitari si aggiunge il passaggio critico dalla scuola al 

lavoro. I dati diffusi a fine maggio dallÍstat nellámbito dellíndagine annuale sullínserimento 




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professionale dei laureati sono illuminanti. Nel 2001 in Italia si laurearono 154.324 persone. Di 

queste, nel 2004 solo 86.146 risultavano aver trovato un lavoro continuativo: il 56% del totale. Come 

spesso accade in Italia, intorno alla media c´è molta varianza. Sono infatti appena 19 su 100 i 

laureati in medicina che godono di un lavoro continuativo a tre anni dalla laurea. Alláltro capo della 

distribuzione, risultano invece 81 su 100 gli ingegneri in possesso di unóccupazione stabile ad un 

triennio dal completamento degli studi. Al di sotto degli ingegneri, ma sopra la media nazionale, 

troviamo i laureati chimico-farmaceutici, quelli del gruppo economico-statistico e gli architetti. Al di 

sotto delláliquota di 56 occupati per 100 laureati, si collocano i laureati in discipline politico-sociali, 

letterarie e giuridiche. Riguardo alle tipologie di contratto dei laureati al lavoro ad un triennio dalla 

laurea, i contratti a tempo indeterminato sono largamente maggioritari nel caso di laureati in discipline 

chimico-farmaceutiche, in ingegneria, in materie economico-statistiche. Le collaborazioni coordinate 

e continuative hanno invece un peso significativo per i laureati del blocco politico-sociale, per i 

laureati in lettere e per quelli del gruppo psicologico. 

La ripresa in corso delléconomia italiana parte dallíndustria. Degli 86.146 laureati nel 2001 che nel 

2004 avevano unóccupazione, il 20% lavorano nellíndustria. Líndustria assorbe un quinto dei neo- 

assunti laureati del paese mentre è titolare di un quarto del valore aggiunto nazionale. Se guardiamo 

i dati divisi per i diversi gruppi di laurea, la quota di occupati nellíndustria sale al 36% dei neo-assunti 

laureati in discipline chimiche-farmaceutiche e al 48% degli ingegneri. Ecco quindi che il cerchio si 

stringe. In Italia ogni anno si iscrivono allúniversità circa 330mila giovani. Oltre la metà di questi non 

finisce gli studi. Gli 80-90mila giovani che ce la fanno si distribuiscono su un ventaglio di lauree 

piuttosto diverso dalla matrice delle possibilità di assorbimento espressa dal mondo delle imprese e, 

in particolare, dallíndustria. E´ come un acquedotto con parecchie perdite lungo le tubazioni e un 

sistema di sbocchi che prescinde dai fabbisogni degli utenti finali. Meno abbandoni degli studi e più 

laureati nelle discipline chiave per il rilancio della competitività e láttività dei settori esposti alla 

concorrenza internazionale: passa anche da qui il consolidamento della ripresa. 

*Responsabile Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas 




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Saranno digitalizzate le grandi biblioteche di tutto il mondo e sarà unificata la ricerca di notizie, testi, 

immagini e video 

La nuova sfida di google si chiama personal search 

MARCO PANARA PARIGI 

Noi tendiamo a pensare che su Google ci sia tutto, ma non è così. E ai signori di Mountain View 

questo non sta bene, e infatti si stanno dando fare per chiudere accordi con le grandi biblioteche del 

mondo per digitalizzare migliaia di libri, antichi e moderni, che ancora non sono raggiungibili dal suo 

motore di ricerca. Perché la ricerca online, parola di Eric Schmidt, numero uno del colosso fondato 

meno di dieci anni fa, sarà la ´killer application´ per molti anni a venire. 

Naturalmente dovrà essere esaustiva, ovvero coprire tutte le informazioni possibili, veloce, efficace. A 

questa parte del lavoro si dedica Marissa Mayer, entrata in Google fin dallínizio dellávventura e ora 

vice presidente nonché responsabile dei prodotti di ricerca e di quella che viene chiamata úser 

experience´. A Parigi per il Google Press Day, questánno organizzato per la prima volta fuori dagli 

Stati Uniti, la giovane e bionda signora Mayer ha spiegato che la sfida si gioca sulla completezza 

della base sulla quale effettuare la ricerca, la rilevanza da dare ai siti nellórdinarli di fronte alla 

richiesta di un utilizzatore e la velocità di risposta. La base è già enorme, dai 30 milioni di pagine web 

del 1998 si è passati a svariati miliardi ma crescerà ancora. Quello che cambierà di più però sarà il 

modo di accedervi. Lo staff di Google sta lavorando su tre fronti: il primo è la traduzione, ovvero un 

sistema che consenta di effettuare la richiesta nella propria lingua, svolgere la ricerca nella lingua 

nella quale sono espresse le informazioni e fornire la risposta nella lingua con la quale è stata fatta la 

richiesta; il secondo fronte è la ricerca universale, ovvero che si svolga in tutti i data-base, che si tratti 

di notizie, libri, immagini, video, per fornire una risposta completa; il terzo fronte, il più delicato, è 

quello della personalizzazione. Alla Google sono convinti che seguendo le scelte di ciascun 

utilizzatore per un certo periodo di tempo si riesce a rispondere meglio alle sue domande. Lo slogan 

è: "Chiudere il gap tra quello che vuoi e quello che digiti sul computer". Naturalmente la 

personalizzazione è volontaria e, per contenere i problemi di privacy, Google si offre di conservare i 

dati per non più di 18 mesi prima di renderli anonimi. E´ un punto sensibile, sul quale già assai vivace 

è la discussione. 

Schmidt, anche lui a Parigi per lóccasione, nella personalizzazione della ricerca crede molto: "Sarà il 

prossimo fenomeno", dice. La sua convinzione è che Google possa aiutare molto ciascuno a trovare 

esattamente quello che cerca, fino ad essere in grado, a chi le chiede, di fornire soluzioni di fronte a 

scelte personali. Il problema è la tutela della privacy: la sua risposta è la volontarietà e 

lássicurazione che Google "non terrà i vostri dati in ostaggio". 

La sua visione è di una tendenza in cui aumenta la propensione a condividere, e in cui crescono la 

frammentazione della audience e i contenuti creati dagli utilizzatori. 

Per Google la chiave del successo futuro è nel rapporto con i partner, sempre più numerosi, 

ancorché talvolta spaventati dal suo strapotere. "Nel 2006 abbiamo distribuito ai nostri partner 3 

miliardi di dollari di utili condivisi e siamo arrivati a un miliardo nel solo primo trimestre del 2007. 

Senza i nostri partner - ha concluso Schmidt - non potremmo avere il successo che abbiamo". 

Lúltimo capitolo della kermesse parigina è quello ´verde´. Google si sta impegnando molto sul fronte 

ambientale, sia riducendo i consumi di energia e le emissioni legate direttamente alla sua attività (nei 

suoi data-center consuma la metà delle altre strutture comparabili, a Montain View ha costruito una 

centrale solare che fornisce un terzo dellénergia necessaria al campus e ha creato un servizio di 

navette alimentate con biodiesel per i trasferimenti dei suoi dipendenti), che spingendo le innovazioni 




Pag. 2 

e i contributi che líct può portare alla riduzione globale di emissioni. In particolare con una iniziativa 

insieme ad altri gruppi tecnologici per dimezzare i consumi di computer e server in tutto il mondo. 




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TERAPIE IMMUNOSOPPRESSIVE Trapianti, svelato il rischio antirigetto 

Paola Romagnani 

Il trapianto è un'efficace terapia per alcune gravi malattie che colpiscono gli organi del corpo umano e 

che non sono curabili in altro modo, oppure solo con terapie che garantiscono una bassa qualità di 

vita e una sopravvivenza limitata. Tuttavia, il numero di organi a disposizione è sufficiente soltanto 

per un numero limitato di pazienti rispetto a tutti quelli che ne avrebbero necessità. Inoltre, il trapianto 

ha tuttora una durata limitata nel tempo, che mediamente non supera i 15-20 anni. La perdita del 

trapianto è legata soprattutto alla capacità, diversa da individuo a individuo, di accettare un organo 

proveniente da un organismo diverso dal proprio. In assenza di terapie farmacologiche 

"immunosoppressive" (che deprimono il sistema immunitario che rappresenta il sistema di difesa 

dell'organismo nei confronti degli agenti infettivi), il trapianto non sarebbe possibile e l'organo 

verrebbe rapidamente rigettato. Grazie ai farmaci immunosoppressori è possibile deprimere le 

risposte immunitarie dell'organismo e impedire loro di rigettare il trapianto. Tuttavia, i farmaci 

immunosoppressori deprimono la reattività dell'organismo non solo nei confronti dell'organo 

trapiantato, ma anche nei confronti delle infezioni e quindi non possono essere usati a dosaggi molto 

elevati. Dal momento che la durata del trapianto è strettamente legata alla reattività del singolo 

paziente nei confronti dell'organo trapiantato e che tale reattività è variabile da soggetto a soggetto, è 

necessario disporre di marcatori clinici in grado di identificare quei pazienti che presentano un 

maggior rischio di rigettare e quindi perdere il trapianto. Questo obiettivo è stato a lungo perseguito 

dai più importanti centri internazionali di ricerca sul trapianto ed è stato recentemente raggiunto da un 

gruppo di ricercatori coordinato dalla sottoscritta, che lavora presso il Centro di eccellenza per la 

ricerca, il trasferimento e l'alta formazione "Denothe", dell'Università di Firenze. La ricerca è stata 

realizzata nell'ambito del progetto di ricerca Tresor (Tuscany Regional Studies on Rosiglitazone), 

coordinato da Mario Serio e finanziato dalla Regione Toscana, Dg Diritto alla Salute, per un 

ammontare di 7,575 milioni in tre anni. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulle autorevoli 

riviste internazionali "American Journal of Transplantation" e "Transplantation" e sono stati oggetto di 

due brevetti internazionali di proprietà dell'Università di Firenze e della Regione Toscana. Il nostro 

gruppo di ricerca ha infatti scoperto che la misurazione nel sangue del paziente da sottoporre al 

trapianto di due proteine, denominate IP-10 e Mig, consente di individuare i soggetti più reattivi, e 

quindi con un maggior rischio di sviluppare gravi episodi di rigetto e successivamente di perdere il 

trapianto. Questa scoperta può consentire di trattare questi individui con terapie immunosoppressive 

più potenti in modo da evitare la perdita dell'organo. Per contro, nei pazienti con bassi livelli di queste 

due proteine nel sangue è possibile utilizzare terapie immunosoppressive meno pesanti, riducendo in 

tal modo il rischio di infezioni e di altri gravi effetti collaterali, con importanti implicazioni per la qualità 

di vita dei pazienti trapiantati. Paola Romagnani Professore associato di Nefrologia Università degli 

studi di Firenze 




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PIEMONTE/ Il Dg dell'Aso Maggiore della Carità tratteggia le linee essenziali del progetto 

Novara declina la salute così 

Il nuovo polo poggerà sull'integrazione tra assistenza, ricerca e didattica 

Claudio Macchi 

La Regione Piemonte volge uno sguardo al futuro dell'innovazione in Sanità, ricerca e formazione, 

anche pensando alle opportunità di interagire con il mondo delle applicazioni produttive. Il 

programma "Città della salute" si muove in questa direzione, coinvolgendo le due realtà regionali sedi 

di insegnamento universitario e, in particolare, del corso di laurea in Medicina e chirurgia: Torino e 

Novara. Per quest'ultima l'obiettivo di una cittadella della salute e della scienza, si realizza pensando 

un insieme polifunzionale che faccia perno su un nuovo ospedale (l'attuale, vetusto, è privo di 

prospettive efficaci di riordino e adeguamento per i molteplici vincoli esistenti), garantendo in 

particolare, oltre a una sede idonea per gli insediamenti universitari: OE l'assistenza ospedaliera di 

base per il territorio limitrofo, anche rapportandosi a centri sociosanitari di interesse comunale e 

distrettuale; il riferimento specialistico di eccellenza destinato a una rete integrata di ospedali del 

Piemonte orientale; il collegamento tra funzione clinica Hub, ricerca avanzata, avvio correlato di 

nuove esperienze produttive, ricaduta su qualità/efficienza dei percorsi e delle pratiche assistenziali, 

della ricerca e della didattica. Si tratta quindi di realizzare in spazi, non necessariamente contigui, ma 

vicini, opere complesse che coinvolgano interventi infrastrutturali quali: viabilità, parcheggi, albergo, 

foresteria, alloggi, mensa e ambienti di accoglienza e ricreazione per gli studenti. La condizione 

essenziale, su cui poggia l'avvìo dell'articolato sistema è la costituzione, nello spirito del Dlgs 517/99, 

di un'Azienda ospedaliero-universitaria fondata su dipartimenti che riunifichino attività e operatori, 

protagonisti, a prescindere dal loro primitivo rapporto contrattuale con il Ssn o con l'Università, di un 

comune sforzo - vero esperimento organizzativo - di integrazione di assistenza, ricerca e didattica. La 

Regione Piemonte ne è consapevole. L'Università del Piemonte Orientale e l'Azienda ospedaliera 

"Maggiore della Carità", che rappresento, ne sono convinte sostenitrici, il che lascia intravedere la 

concreta esistenza di un primario elemento di fattibilità dell'ambizioso progetto. Come pure è chiara 

l'intenzione di promuovere e realizzare la funzione di "incubatore d'impresa", contigua alla 

componente laboratoristica (assistenziale, di ricerca clinica e biomedica), come sperimentazione 

gestionale, fissata dall'articolo 9 bis del Dlgs 502/92 e dalle sue successive evoluzioni verso una più 

diretta competenza regionale. Tornando al nucleo centrale dell'intervento, la costruzione del nuovo 

ospedale, la vera e propria "congiunzione astrale positiva", rispetto al ben più frequente caso di 

contrapposizioni e polemiche, è l'assoluta unanimità di interventi con cui gli enti già citati, il Comune e 

la Provincia di Novara, affrontano scelte fondamentali, come l'ubicazione della struttura, il formale 

superamento di vincoli storico-ambientali a fronte del sostanziale rispetto del luogo, la ridestinazione 

urbanistica delle aeree ospedaliere da dismettere, anche per garantirne una congrua valorizzazione. 

L'area individuata ha il pregio della facile accessibilità dal centro cittadino e da fuori. Le linee guida 

per la progettazione, in completamento, disegnano un ospedale che vuole cogliere una pluralità di 

obiettivi: ? fusione armonica nel parco e nel vicino contesto urbanizzato, nel rispetto ecologico 

dell'ambiente circostante; ? sviluppo in senso prevalente orizzontale, con soli 4 piani dislocati fuori 

terra; ? articolazione flessibile della degenza in strutture modulari ripetitive di 22-24 posti letto, 

equamente suddivise in ampie camere da 2 e 1 letto, che risultino differenziate per le grandi aree 

medica, chirurgica e materno-infantile, con ambienti destinati alla formazione universitaria 

specialistica comuni a 2-3 strutture modulari; ? individuazione di un'area, l'ospedale del "bambino", 

progettata a sua misura, per poter rispondere a tutte le sue esigenze assistenziali; ? realizzazione di 




Pag. 22 

una rete strutturale che sia in grado di intrecciare aree disciplinari e aree di intensità di cura, 

ricercando la collocazione ottimale del paziente, lo sviluppo dei percorsi clinici e la condivisione di 

risorse a pari livello di necessità assistenziale; ? massima funzionalità dei percorsi (per interni, per 

esterni, logistici automatizzati), facilitando l'accesso ai servizi a "doppio fronte" (ambulatori, prelievi, 

radiologia,) e ai servizi di utilità generale (banca, posta, bar, negozi, cappella) agli utenti esterni 

tramite la grande "strada" su cui si affacciano; ? contenimento della dotazione complessiva in circa 

650 posti letto, privilegiando la superficie dei servizi di diagnosi e cura e la degenza intensiva e 

semintensiva, per raggiungere una maggiore attività che poggi soprattutto sull'efficienza e la 

tecnologia e non su un mero ampliamento della ricettività alberghiera; ? messa a disposizione per la 

facoltà di un ampio spazio dedicato alla didattica frontale oltre che ai necessari servizi; ? previsione di 

un volume, a scavalco tra le componenti assistenziale e didattica, per attività laboratoristiche 

integranti finalità cliniche, ricerca di base e applicata, aperto all'avvio sperimentale di iniziative 

produttive. La razionalizzazione degli spazi consente una superficie totale contenuta in 140mila mq, 

che rendono comunque fruibili più di 200 mq per posto letto, parametro più che accettabile per 

ospedali di alto livello assistenziale e destinati all'insegnamento. Il costo stimato ammonta a 350 

milioni di euro, di cui una parte non trascurabile (115 milioni di euro circa) sarà sostenuta attraverso il 

ricorso alla valorizzazione del patrimonio aziendale. Il leasing immobiliare, innovativo percorso di 

realizzazione, lascia presagire tempi rapidi, tenuto conto che il primo canone dovrà essere sostenuto 

a positivo collaudo di opere edili, impiantistiche, di arredi e tecnologie. Si prevede a breve la 

sottoscrizione del protocollo di intesa tra i vari enti coinvolti e l'avvio della gara che ritengo possa 

suscitare l'interesse del mondo finanziario e delle imprese. Prezzo del canone e caratteristiche delle 

soluzioni progettuali proposte saranno i parametri di riferimento. La qualità del personale, ospedaliero 

e universitario, del "Maggiore" di Novara sono il valore aggiunto a garanzia di un buon risultato futuro. 

Claudio Macchi Direttore generale Azienda sanitaria ospedaliera Maggiore della Carità - Novara 

progetto - La nuova "Città della salute" di Novara 

OSPEDALE PER ACUTI Degenza ordin. (letti) 384 libera professione 32 day care 80 terapie 

intensive 36 letti tecnici 26 Ambulatori (n.) 79 amb. di libera prof. 16 Blocco operatorio (n.) 4 Ss.oo. 

cardio vascolari 3 Ss.oo. alta chirurgia 5 Ss.oo. chirurgia gen. 6 Ss.oo. di day surgery 4 Diagnost. per 

imm. (n.) - Tc 3 - Rm 3 - Angiografia 2 - Diagnostica Rx 6 - Diagnostica Eco 4 Neuroradiologia (n.) - 

Tc 1 - Rm 1 - Angiografia 1 Centro di cardiologia interventistica (n.) - Angiografia digitale 3 

Radioterapia (n.) - Acceleratore lineare 3 - Tc simulatore 1 Dipartimento emergenza e accettazione 

(n.) 1 - Tac 1 - diagn. ecografiche 2 - diagn. radiologiche 2 - shock room a 4 posti 1 - box visita 20 - 

osservazione breve intensiva a 10 posti 1 CASA DONNA E BAMBINO Degenza ordin. (letti) 72 - 

libera professione 8 - day care 16 - terapie intensive e sub intens. neonatali (n.) 8+8 - ter. int. e sub 

int. ped. 4+4 Ambulatori (n.) 16 Blocco operatorio (n.) 1 - Ss.oo. ostetricia gin. 2 - Ss.oo. pediatriche 2 

- Ss.oo. di day surgery 2 Sala travaglio e parto (n.) 5 - Casa parto 1 - Parto in acqua 1 Centro cura 

sterilità (n.) 1 L'offerta sanitaria

o - Azienda USL di Ferrara

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