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spiritualità<br />
Anno XXIV<br />
n. 3<br />
29 marzo<br />
2016<br />
&<br />
GALLURA ANGLONA<br />
13<br />
Turismo,<br />
al via il percorso francescano<br />
in Sardegna<br />
Stefano Bugini<br />
Il ‘Percorso francescano in Sardegna’,<br />
ideato e progettato dal<br />
frate cappuccino Fabrizio Congiu<br />
e dall’ingegnere Luca Baltolu,<br />
condiviso e perfezionato dall’assessorato<br />
del Turismo, Artigianato<br />
e Commercio. L’iniziativa prende<br />
avvio durante il Giubileo straordinario<br />
proclamato da Papa Francesco,<br />
nonché nell’anno nazionale<br />
dei cammini. Nell’Isola è possibile<br />
ripercorre le orme e la storia dell’ordine<br />
di san Francesco d’Assisi<br />
attraverso la scoperta dei luoghi<br />
scelti dai suoi seguaci sin dal 1230.<br />
Il percorso francescano si inserisce<br />
in una serie di iniziative promozionali<br />
che nel 2016 rafforzerà il<br />
ruolo strategico degli itinerari storici<br />
e religiosi e valorizzerà il patrimonio<br />
culturale e ambientale isolano<br />
nell’ottica di un turismo sostenibile.<br />
Sarà formalizzato un protocollo<br />
di intesa fra assessorato e<br />
aree coinvolte dall’itinerario secondo<br />
gli indirizzi delle linee guida<br />
progettuali e il percorso andrà<br />
ad aggiungersi a un panel strutturato<br />
e coordinato di proposte, le<br />
più significative del turismo religioso<br />
in Sardegna. Il progetto dell’assessorato<br />
del Turismo prevede<br />
azioni di promozione sui cammini<br />
già iscritti nel registro ufficiale della<br />
Regione. Inoltre, sta per decollare<br />
il piano di valorizzazione delle<br />
destinazioni di pellegrinaggio<br />
che coinvolge i comuni di Dorgali,<br />
Galtellì, Gesturi, dello stesso Laconi,<br />
Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco.<br />
L’inestimabile patrimonio<br />
custodito grazie all’attività della<br />
Chiesa e delle comunità locali<br />
rappresenta, sempre preservandone<br />
la valenza spirituale, uno strumento<br />
capace di produrre beni e<br />
servizi e di creare sviluppo complessivo,<br />
specie nelle aree interne.<br />
Occorrerà una stretta sinergia fra<br />
Chiamati a seguire Gesù Due in una carne sola<br />
Mariella Nanni<br />
Molti pensano che la strada del matrimonio<br />
e della famiglia non sia una vocazione,<br />
ma una scelta guidata da sentimenti<br />
e da interessi privati. I cristiani invece, alla<br />
luce della parola di Dio, scoprono nella vita<br />
matrimoniale il culmine di un progetto che Dio<br />
ha tracciato fin dalla creazione. L’essere uomo e<br />
donna, l’attrattiva che questo comporta, costituiscono<br />
già un appello a Dio a diventare “una carne<br />
sola”, a costruire cioè una comunità di vita.<br />
E’ un cammino lungo e affascinante quello che<br />
Dio apre con questa prima chiamata: uscire dalla<br />
solitudine, per l’incontro dell’amore fino ad<br />
arrivare gradualmente a condividere tutta la vita.<br />
Su questo cammino, però, il peccato dell’uomo<br />
innalza barriere di diffidenza, di incomprensione,<br />
di egoismo. C’è sempre in agguato la tentazione<br />
di trasformare l’amore in desiderio di<br />
possesso e di dominio della persona amata. Uomo<br />
e donna non solo sono parte della stessa<br />
umanità e hanno pari dignità, ma sono chiamati<br />
ad accogliersi nella loro diversità come un dono<br />
reciproco. Essere disponibili all’accoglienza<br />
dell’altro è una strada impegnativa che esige<br />
tempi lunghi. Non è bene che l’uomo sia solo:<br />
la solitudine è come essere senza nome e senza<br />
volto. Nella solitudine, imposta o egoisticamente<br />
voluta, noi non contiamo e non abbiamo valore<br />
per nessuno, e nessuno è interessante e importante<br />
per noi. Per non rimanere in questa solitudine<br />
egoistica, Dio ci propone un lungo cammino<br />
di maturazione. Il racconto biblico ce lo<br />
svela in immagini: Dio fa scendere un sonno<br />
sull’uomo, da una sua costola plasma la donna<br />
Quando i media parlano di Chiesa molto<br />
spesso parlano largamente di preti pedofili<br />
con ripetizioni della stessa notizia<br />
che porta allo sfinimento a forza di doverli<br />
ascoltare. Eseguono pedissequamente il vecchio<br />
adagio popolare, vecchio quanto l’uomo,<br />
che afferma che una bugia ripetuta cento volte<br />
diventa una verità; ma se anche vi fosse all’origine<br />
una verità anziché una bugia, e la stessa<br />
venisse ugualmente ripetuta se ne amplificherebbe<br />
il risultato, tanto da apparire molto più<br />
persuadente avendone aumentato il suo effetto<br />
essendosi convertita anch’essa ad una delle più<br />
semplici strategie mediatiche per convincere<br />
chi non la pensa come te. Nel 1992, il professor<br />
Begg, della McMaster University in Ontario, dimostrò<br />
l’effetto della ripetizione con un esperimento<br />
semplice ma curioso. I partecipanti dovevano<br />
semplicemente valutare l’attendibilità di<br />
alcune frasi che venivano loro proposte. La parte<br />
interessante consisteva nel fatto che alcune<br />
di queste frasi venissero pronunciate solo una<br />
volta mentre altre si ripetevano almeno due volte.<br />
Al termine dell’esperimento si accertò che le<br />
persone tendevano a considerare le frasi ripetute<br />
più volte, come più attendibili e, come sappiamo<br />
bene, se credessimo che il messaggio<br />
fosse vero, saremo maggiormente suggestionabili<br />
e ricettivi all’informazione che ci offrirebbe.<br />
Sembrerebbe quindi che la parola d’ordine fosse<br />
quella di accreditare nell’opinione pubblica<br />
una chiesa di molestatori e di nient’altro. I media<br />
non parlano invece con uguale enfasi ripetitiva<br />
dei martiri cristiani del XXI secolo. Perché<br />
mai? Secondo l’International Bulletin of Missionary<br />
Research che da 27 anni pubblica una relazione<br />
annuale, indica che i martiri cristiani tra<br />
il 2000 e il 2010 abbiano raggiunto il milione,<br />
con una media di 270 morti ogni 24 ore. Ma<br />
nessuno ne parla. Si confronti questa cifra con<br />
i 34 mila martiri cristiani del 1900 ed è facile capire<br />
in quali tempi stiamo vivendo. Di tutto ciò,<br />
però si ascolta solo un mediatico e globalizzato<br />
silenzio. Ne parla Papa Francesco e solo i media<br />
cattolici di rimando commentano i TG. nazionali,<br />
poi cade il silenzio. Quando ricorre la<br />
giornata dell’Olocausto se ne parla all’infinito.<br />
Giustissimo! Eppure dei cristiani perseguitati se<br />
ne parla poco e non si fa nulla. Ma allora sorge<br />
un dubbio. Tutto questo parlare di “terribili<br />
stragi” e “orrendi massacri” del passato, non sarà<br />
forse solo un grande palcoscenico dell’ipocrisia<br />
e delle falsità? Prima ancora di riempirci<br />
le amministrazioni locali, con la<br />
regia regionale, per proporre<br />
un’offerta unitaria capace di attrarre<br />
possibili fruitori nei mercati nazionali<br />
e internazionali.<br />
e la conduce all’uomo, così come si offre un dono,<br />
perché egli l’accolga come tale (Genesi 2,21-<br />
23). Guardando a questo grandioso piano di<br />
Dio, l’uomo e la donna credenti consacrano il loro<br />
amore con uno speciale sacramento. Con<br />
questo segno essi proclamano che è Cristo a sostenere,<br />
guidare ed accompagnare l’esperienza<br />
del loro amore, in ogni momento della vita.<br />
Questa realtà celebrata nel sacramento, diventa<br />
programma di vita. Essa esige un amore unico,<br />
indiviso e fedele, la capacità di donarsi totalmente<br />
nel corpo e nello spirito. Apre ad un amore<br />
fecondo, che genera ed educa nuovi figli di<br />
Dio. Una famiglia cristiana si costruisce in tal<br />
modo come “piccola Chiesa”. Nel vivere insieme<br />
giorno per giorno, si impara l’amore cristiano e<br />
ci si rende disponibili agli altri. Dio non abbandona<br />
mai coloro che chiama sulle sue strade.<br />
8 Marzo 2016, festa delle martiri invisibili<br />
gli occhi di immagini truci di ebrei sterminati,<br />
non sarebbe il caso che noi tutti, l’intera società,<br />
ci adoperassimo perché nel mondo cessino<br />
le persecuzioni contri i martiri odierni? Rendere<br />
amore e protezione ai perseguitati di oggi non<br />
sarebbe il modo più bello, concreto e nobile<br />
per rendere omaggio alle <strong>vittime</strong> delle persecuzioni<br />
di ieri? Allora, almeno noi da queste poche<br />
righe di questo giornale, renderemo onore<br />
alle nostre sorelle Anselm, Marguerite, Judit, Reginette.<br />
I loro nomi non erano noti al grande<br />
pubblico. Le conoscevano solo le persone disabili<br />
e anziane, troppo povere perché le loro famiglie<br />
li potessero sfamare e accudire per cui<br />
venivano assistiti da queste figlie di Madre Teresa<br />
di Calcutta nella cui congregazione religiosa<br />
avevano scelto di spendere la vita. I media<br />
mondiali hanno ignorato quei volti anche quando<br />
sono stati sfregiati dalla violenza dei bastoni<br />
impugnati dall’odio fanatico insieme a quelli di<br />
altre 12 persone innocenti e di fede islamica,<br />
che collaboravano, avendo scelto di rimanere<br />
accanto ai loro assistiti. Nuovi martiri invisibili.<br />
Per questo, l’Unione mondiale delle organizzazioni<br />
femminili cattoliche (Umofc/ Wucwo) ha<br />
voluto dedicare l’8 marzo 2016 ad Anselm, Marguerite,<br />
Judit, Reginette, le suore massacrate ad<br />
Aden, in Yemen.