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caritas<br />

Anno XXIV<br />

n. 3<br />

29 marzo<br />

2016<br />

&<br />

GALLURA ANGLONA<br />

7<br />

La formazione permanente<br />

per vincere le nuove povertà<br />

Antonella Sedda<br />

Si è svolto lo scorso 5 marzo, presso<br />

i locali del seminario diocesano di<br />

Tempio Pausania, l’incontro di formazione<br />

permanente rivolto agli operatori<br />

Caritas, tenuto dal vescovo S.E. mons.<br />

Sebastiano Sanguinetti, dal titolo “Testimoni<br />

della misericordia del Padre accanto<br />

agli ultimi”. Erano presenti, la direttrice<br />

della Caritas suor Luigia Leoni, il parroco<br />

di Castelsardo, mons. Giovanni Pittorru<br />

e tantissimi operatori Caritas. La<br />

proposta formativa si è rivelata un momento<br />

essenziale per la crescita personale<br />

di ogni credente, a livello morale e individuale,<br />

sviluppando una maggiore<br />

consapevolezza e responsabilità della<br />

motivazione al servizio e l’acquisizione di<br />

capacità personali e di gruppo, orientate<br />

alla relazione d’aiuto nonché di esperienza<br />

e di condivisione. Di fronte infatti alla<br />

realtà attuale mutevole e frantumata, la<br />

Chiesa e la Caritas sono chiamate a tenere<br />

le “orecchie drizzate”, spalancare gli<br />

occhi sugli interrogativi presenti, per dare<br />

risposte sempre più coerenti ed efficaci<br />

ai diversi bisogni. La prima parte dell’incontro<br />

è stata dedicata all’importanza<br />

della formazione permanente che rappresenta,<br />

oggigiorno, un requisito essenziale<br />

per essere parte attiva nella società,<br />

comprendere le nuove sfide e imparare<br />

ad affrontarle, accompagnando coloro<br />

che già possiedono competenze di base,<br />

proponendo nuove chiavi di lettura e piste<br />

di ricerca, per sostenerne le motivazioni<br />

e approfondire il senso del mandato<br />

nella quotidianità della Caritas. Essa si<br />

attua a tutti i livelli, sia in ogni ambito<br />

professionale, sia a livello individuale<br />

che istituzionale, in tutte le sfere sia della<br />

vita pubblica che privata. Il nostro vescovo,<br />

ha preso per esempio, la formazione<br />

che avviene in famiglia, affermando<br />

che: “Un padre e una madre non sono<br />

mai sufficientemente genitori preparati,<br />

ma sono in stato di formazione permanente,<br />

poiché quotidianamente si trovano<br />

ad affrontare situazioni, contesti ed<br />

esperienze che hanno bisogno di dare<br />

una risposta immediata, che non può essere<br />

rimandata”. Ha poi aggiunto- “La<br />

storia stessa dell’uomo e’ in continua<br />

evoluzione; sbagliamo dunque quando<br />

guardiamo l’oggi, rivolgendo lo sguardo<br />

verso il passato. Questo è infatti necessario<br />

per capire da dove veniamo, ci aiuta<br />

a capire la nostra storia e le nostre radici,<br />

ma abbiamo bisogno di essere continuamente<br />

aggiornati, in quanto sono<br />

cambiati i contesti storici, la struttura antropologica,<br />

il modo di essere, di sentire,<br />

di capire e di agire della persona umana,<br />

il suo modo di relazionarsi con il mondo<br />

e di capire se stesso, sia sotto il profilo<br />

morale che politico. Ecco che allora ci si<br />

pone il problema di come tradurre e trasmettere<br />

quelle verità della nostra fede, (i<br />

dogmi), a noi stessi, agli altri e alla società<br />

di oggi, come annunciare Dio al<br />

mondo di oggi nella consapevolezza che<br />

il cristiano è “un cristiano in uscita”. Tutto<br />

ciò ha portato a riflettere su quanto è<br />

importante “lavorare su se stessi” per potersi<br />

poi avvicinare all’altro, per ridare<br />

centralità alla persona e alle relazioni.<br />

L’uomo d’oggi egoista ed egocentrico e’<br />

una maratona di 1350 km<br />

in onore della Patrona della Sardegna<br />

Una fiaccola arriva da Nostra Signora di Bonaria<br />

nei santuari mariani della Gallura e dell’Anglona<br />

Pietro Zannoni<br />

Calangianus. Una fiaccola, accesa a Cagliari<br />

nel santuario di Bonaria dall’arcivescovo<br />

di Cagliari, subito dopo l’apertura<br />

della Porta santa per il Giubileo della Misericordia,<br />

sarà portata di corsa da gruppi di<br />

atleti in varie tappe,partenza per i santuari<br />

mariani dell’isola un percorso di 1350 km.<br />

Partenza il 19 marzo da Sinnai arrivo a Cagliari<br />

il 25 aprile ai piedi del simulacro della<br />

Vergine di Bonaria. Il 5 aprile, proveniente dal<br />

santuario di N.S. di Castro, Oschiri, la fiaccola<br />

arriverà nella nostra diocesi : alle 18 nella cattedrale<br />

di Tempio, il sei nel santuario di N.S.<br />

delle Grazie a Calangianus, il 7 alla Basilica di<br />

N.S. di Luogosanto, regina di Gallura, l’8 una<br />

breve tappa a Santa Maria Cohignas nella marcia<br />

di avvicinamento alla Basilica di N.S di<br />

Tergu , regina dell’Anglona. Questa singolare<br />

manifestazione di fede è una iniziativa per festeggiare<br />

il 30° pellegrinaggio a piedi da Sinnai<br />

a Bonaria promosso dall’associazione il<br />

Segno che dà a vita ad un evento di fede che<br />

raduna oltre diecimila pellegrini nella notte fra<br />

il 24 ed il 25 aprile. La maratona sarà possibile<br />

grazie alla Federazione italiana di atletica<br />

leggera che sovrintende al mega pellegrinaggio<br />

a staffette con atleti delle varie zone, i<br />

quali, correndo a tappe, porteranno la fiaccola<br />

benedetta della Madonna attraverso i santuari<br />

più importanti dell’isola. Attraversando<br />

le diocesi e i comuni, gli atleti delle varie società<br />

porteranno in giro per l ‘isola il messaggio<br />

di pace e amore della Madonna. Un percorso<br />

a staffetta dove fede e sport potranno<br />

essere un’unica cosa e far memoria della devozione<br />

alla Madonna di Bonaria, Patrona<br />

Massima della Sardegna. Dal sud, attraverso<br />

la Marmilla e l’Ogliastra, attraverso la Barbagia,<br />

verso la Gallura e l’Anglona; poi il Logudoro<br />

raggiungendo la Madonna del Latte Dolce<br />

a Sassari, S. Pietro di Sorres, Valverde e<br />

Oristano. Poiché negli ultimi anni al pellegrinaggio<br />

da Sinnai a Cagliari partecipano fedeli<br />

galluresi che danno vita al pellegrinaggio a<br />

piedi da Calangianus a Nostra Signora di Luogosanto,<br />

si è come creato una specie di gemellaggio<br />

fra i gruppi organizzatori accomunati<br />

anche dalla appartenenza al movimento<br />

di Comunione e Liberazione, la Gallura è divenuta,<br />

a buon diritto, tappa obbligata di<br />

questa maratona Il vescovo Mons. Sanguinetti,<br />

i parroci don Antonio Tamponi, don Umberto<br />

Deriu, don Gavinello Cossu, don Gian<br />

Paolo Raffatellu hanno ben accolto l’iniziativa<br />

ed in ogni tappa un comitato si è impegnato<br />

ad organizzare l’accoglienza della fiaccola<br />

che è stata accesa ai piedi Nostra signora di<br />

Bonaria, patrona della Sardegna.<br />

Sr Luigia Leoni, il Vescovo e d. Giovanni Pittorru<br />

proiettato su se stesso, proteso all’autorealizzazione,<br />

diventata l’unico orizzonte<br />

della propria vita, proteso a soddisfare i<br />

propri desideri, che diventano diritti,<br />

spesso a scapito dei doveri. Siamo di<br />

fronte a una cultura dell’immagine, dell’apparire,<br />

dell’idolatria del denaro, del<br />

profitto e della finanza mondiale, che sta<br />

affamando popoli e continenti interi, per<br />

scelte scellerate, per l’ingordigia di chi<br />

vuole avere tutto il controllo del mondo.<br />

A questo proposito Papa Francesco ci invita<br />

a vincere l’indifferenza di chi ha paura<br />

di perdere qualcosa; oggi più che mai<br />

il grido del povero arriva fino a noi, un<br />

monito ad essere misericordiosi e a raggiungere<br />

le periferie esistenziali, intensificando<br />

il nostro impegno. Nella seconda<br />

parte dell’incontro, mons. Sebastiano<br />

Sanguinetti ha analizzato il tema centrale<br />

della Misericordia, partendo dal significato<br />

proprio del termine che “Ci dice chi è’<br />

Dio, in che cosa consiste la fede, che cos’è<br />

la Chiesa, il cristiano, ci dice in che<br />

cosa consiste la nostra salvezza e la nostra<br />

missione. Essa è la parola riassuntiva<br />

e soprattutto sorgiva da cui nasce tutto<br />

quello che siamo, tutto quello che dobbiamo<br />

essere e dobbiamo fare, ed è per<br />

questo che essa deve essere metabolizzata<br />

e incarnata nella nostra vita e nella nostra<br />

vita di Chiesa. Dobbiamo essere uomini<br />

e donne di Dio, di fede, di chiesa,<br />

che la amano e la servono, che non creano<br />

divisioni, che non fanno pettegolezzi,<br />

ma sanno stare al proprio posto, in comunione<br />

di intenti, non sentendoci mai<br />

primi, ma che sanno farsi ultimi con gli<br />

l’ultimi. La Misericordia é prima che fare,<br />

dare e essere. Non possiamo essere misericordiosi<br />

nei confronti degli altri, se<br />

non lo siamo in profondità, se non siamo<br />

conquistati e impastati di Dio”. Da qui<br />

l’invito a riappropriarci delle opere di misericordia<br />

spirituale e corporale. La formazione<br />

si è dipanata tra i tanti quesiti ed<br />

esempi concreti calati sulle nostre esperienze,<br />

sulla nostra quotidianità e sulle<br />

nostre comunità che, non sono ricche<br />

per quello che ricevono, ma per quello<br />

che sono in grado di dare; un momento<br />

di Chiesa dunque, che cammina col suo<br />

vescovo, per andare avanti e migliorare,<br />

un cammino da perseguire come obiettivo<br />

fervente della nostra carità, fatta di<br />

sostanza e di un agire in persona di Cristo<br />

e di Chiesa, perché la nostra coscienza<br />

cristiana possa riprendere vigore.

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