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4<br />

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GALLURA ANGLONA<br />

Anno XXIV<br />

n. 3<br />

29 marzo<br />

2016<br />

giubileo<br />

Sacerdoti carissimi,<br />

fratelli e sorelle<br />

che oggi vi unite a noi,<br />

presbiterio diocesano,<br />

in questa celebrazione giubilare,<br />

un saluto e un grazie molto<br />

sentito!<br />

Un saluto e un grazie particolare<br />

voglio rivolgere ai<br />

Padri Francescani che sono<br />

venuti per ascoltare le nostre confessioni<br />

e darci il perdono del Signore.<br />

Dio vi ricompensi e vi dia<br />

pace. Condivido con voi qualche<br />

parola, nella convinzione che in<br />

un momento come questo più che<br />

dire e sentire parole, tutti abbiamo<br />

bisogno di ascoltare il nostro cuore,<br />

l’eco profonda che in esso lascia<br />

ciò che per grazia di Dio stiamo<br />

vivendo: la grazia dell’aver<br />

passato la porta della misericordia<br />

della nostra chiesa cattedrale, la<br />

grazia di esserci accostati al banchetto<br />

sacramentale del perdono,<br />

di sentirci un cuor solo e un’anima<br />

sola con Dio e con i nostri fratelli,<br />

di poterci nutrire tutti insieme<br />

dell’unico pane e dell’unico<br />

sangue di Cristo che ci fa essere<br />

l’unico Corpo di Cristo, di essere<br />

tutti insieme, qui, oggi, perché ci<br />

sentiamo fragili e peccatori, ma<br />

anche con un duplice, straordinario<br />

e sconvolgente privilegio:<br />

quello di sentirci avvolti dal perdono<br />

e dalla misericordia di Dio<br />

che supera ogni nostra debolezza<br />

e quello di essere noi stessi ministri<br />

di quel mistero di amore, di<br />

perdono e di misericordia, che il<br />

Signore Gesù ha posto nelle nostre<br />

mani. Tutto, questo, e molto<br />

di più, prima che cosa da dire è<br />

cosa da sentire, esperienza profonda<br />

da vivere, emozione da cui<br />

lasciarci avvolgere e conquistare.<br />

Quante volte, fratelli sacerdoti, e<br />

forse lo dovremmo fare molto di<br />

più e sempre più frequentemente,<br />

ascoltiamo le confessioni di chi<br />

Giovedì 3 marzo il vescovo ha convocato il presbiterio<br />

Giubileo sacerdotale nella cattedrale di Tempio<br />

Stimolante riflessione di don Giovanni Pittorru prima delle confessioni<br />

viene a bussare alla porta della<br />

misericordia, porta di cui ci è stata<br />

affidata la chiave! Quanti fratelli<br />

e sorelle, per il nostro ministero,<br />

si sentono baciati dal sorriso di un<br />

Dio buono e paziente, di un Dio<br />

ricco nell’amore, di un Dio che<br />

non si stanca di perdonare chi<br />

glielo chiede! Come ci sentiamo<br />

piccoli in quei momenti, consapevoli<br />

che siamo solo poveri strumenti<br />

di un evento che ci sovrasta,<br />

ma che sempre ci stupisce e ci<br />

commuove! Perché sentiamo che<br />

lì Dio è presente, lì Dio opera e<br />

salva, lì Dio mostra il suo vero<br />

volto! Ebbene, fratelli, noi non potremmo<br />

gioire della gioia dei nostri<br />

fratelli, se anche noi per primi<br />

non facessimo esperienza dello<br />

stesso perdono, se non sentissimo<br />

il bisogno di essere perdonati, se<br />

non provassimo la gioia e la leggerezza<br />

di quell’abbraccio di un<br />

Padre buono che ci vede, e commosso<br />

ci corre incontro, ci si getta<br />

al collo e ci bacia, e poi fa festa,<br />

come il padre della parabola<br />

evangelica. (cfr Lc 15, 11-32); ma<br />

anche se non sentissimo il bisogno<br />

di perdonare, di essere misericordiosi,<br />

di sentirci debitori di<br />

comprensione, di ascolto, di aiuto<br />

reciproco verso i confratelli e il<br />

prossimo. Questa, riservata a noi<br />

sacerdoti, è la prima delle giornate<br />

giubilari diocesane, dopo la solenne<br />

apertura delle tre porte della<br />

misericordia. Io vescovo, insieme<br />

al presbiterio, umilmente davanti<br />

a Dio e alla Chiesa ci sentiamo<br />

peccatori e chiediamo perdono<br />

dei nostri peccati. Un gesto vero,<br />

sentito, di pastori che precedono<br />

il gregge, che si sentono<br />

parte del gregge, non migliori del<br />

gregge, ma con la consapevolezza<br />

e la responsabilità di guidare, di<br />

camminare insieme verso l’unica<br />

sorgente dell’amore e della misericordia,<br />

verso l’acqua di cui parla<br />

Il Vescovo<br />

presiede<br />

l’eucaristia<br />

I sacerdoti<br />

alla messa<br />

crismale<br />

Cristo nel dialogo con la donna<br />

samaritana, quell’acqua che disseta,<br />

che purifica, che ristora, che ci<br />

dà vita e gioia, che ci dà la forza<br />

di rialzarci quando cadiamo e di<br />

continuare sulla strada della fedeltà<br />

e della santità. E’ ben radicata<br />

in noi la consapevolezza che non<br />

possiamo dare Dio ai nostri fratelli<br />

se prima non ce l’abbiamo noi,<br />

non possiamo essere ministri del<br />

perdono, se noi per primi non<br />

chiediamo e ci facciamo perdonare,<br />

non possiamo essere profeti,<br />

annunciatori del vangelo dell’amore<br />

e della misericordia, se non<br />

ne siamo per primi testimoni, come<br />

esperienza di Chiesa unita e<br />

pacificata, chiesa e presbiterio<br />

pervasi dall’amore di Dio. Ecco,<br />

questo il significato e la portata di<br />

questa giornata giubilare sacerdotale.<br />

Giornata che vogliamo vivere<br />

insieme ai nostri fratelli e sorelle<br />

di fede. Facciamo riecheggiare nel<br />

nostro animo le parole del canto<br />

al Vangelo di oggi, prese dal profeta<br />

Gioele (2, 12-13): “Ritornate<br />

a me con tutto il cuore, dice il Signore,<br />

perché sono misericordioso<br />

e pietoso”. Parole che si coniugano<br />

bene con quelle che il Signore pone<br />

sulle labbra del profeta Geremia<br />

(7, 23): “Ascoltate la mia voce,<br />

e io sarò il vostro Dio e voi sarete il<br />

mio popolo; camminate sempre<br />

sulla strada che vi prescriverò,<br />

perché siate felici”.<br />

Dio ci vuole felici e ce ne indica<br />

la strada.<br />

- Ritornare con tutto il cuore a Dio,<br />

che è misericordioso e pietoso;<br />

- ascoltare la sua voce;<br />

- camminare sulla sua strada;<br />

- vivere, cioè, in profonda comunione<br />

con Lui, non lasciandoci invischiare<br />

e travolgere dalle nostre<br />

fragilità, ma affidandoci al suo<br />

perdono e sperimentando l’infinita<br />

sua misericordia …. è la condizione<br />

per essere felici, cioè, per<br />

essere in pace con noi stessi, con<br />

la nostra coscienza, ma anche per<br />

essere in pace e in armonia con i<br />

nostri fratelli; … non solo, ma anche<br />

per essere in mezzo ai nostri<br />

fratelli guide e fermento di concordia<br />

e di misericordia, per essere<br />

non solo ministri del perdono,<br />

ma anche testimoni gioiosi e contagiosi<br />

della misericordia di Dio.<br />

E’ il forte messaggio di questo<br />

tempo di quaresima, di questo<br />

giubileo straordinario della misericordia.<br />

E’ il messaggio centrale di<br />

Cristo, che ci porta a coniugare indissolubilmente<br />

la fede con le<br />

opere. E le opere, sappiamo, sono<br />

le opere della carità, le opere della<br />

misericordia. Nell’ufficio delle<br />

letture di due giorni fa ci è stato<br />

proposto un brano dei “discorsi”<br />

di San Pietro Crisologo, dove dice:<br />

“Tre sono le cose, o fratelli, per cui<br />

sta salda la fede, perdura la devozione,<br />

resta la virtù: la preghiera,<br />

il digiuno, la misericordia. Ciò per<br />

cui la preghiera bussa, lo ottiene il<br />

digiuno, lo riceve la misericordia.<br />

Quesste tre cose, preghiera, digiuno,<br />

misericordia, sono una cosa<br />

sola, e ricevono vita l’una dall’altra”.<br />

In questo sfondo si comprende<br />

bene il monito del profeta<br />

Isaia: “Non consiste forse il digiuno<br />

nel dividere il pane con l’affamato,<br />

nell’introdurre in casa i miseri,<br />

senza tetto, nel vestire uno<br />

che vedi nudo, senza distogliere<br />

gli occhi da quelli della tua carne?<br />

Allora la tua luce sorgerà come<br />

l’aurora, la tua ferita si rimarginerà<br />

presto… la gloria del Signore<br />

ti seguirà” (Is 58, 7-8).<br />

Ci accompagni questa parola di<br />

vita e di speranza in questo cammino<br />

verso la Pasqua, in questo<br />

cammino quaresimale. Siamone<br />

annunciatori. Siamone testimoni<br />

convinti e gioiosi. Amen.<br />

✠Sebastiano Sanguinetti

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