22.06.2016 Views

Dossier Cina n° 002

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

DOSSIER<br />

CONSUMATORE<br />

(IN)CONSAPEVOLE?<br />

Sulla base di quanto detto proviamo<br />

a ipotizzare due possibili<br />

situazioni:<br />

Situazione 1<br />

Una ditta orientale, produttrice di<br />

diffusori, realizza una serie di componenti<br />

di fatto esteticamente indistinguibili<br />

da alcuni componenti<br />

Scan-Speak (tweeter Scan-Speak<br />

serie D2905, woofer Scan-Speak<br />

18W 8545). Un povero audiofilo, ingannato<br />

dalla vista, può essere indotto<br />

ad acquistare dei diffusori sconosciuti,<br />

ma di buona qualità (visto<br />

che apparentemente montano dei<br />

driver Scan-Speak), dato il prezzo<br />

molto concorrenziale (i vari cloni<br />

made in China dei componenti<br />

Scan-Speak costano in genere dal<br />

70% al 85% meno rispetto agli originali,<br />

alcuni sono buonini altri proprio<br />

no).<br />

È da notare che la Scan-Speak ha<br />

fatto un’azione legale per far ritirare<br />

dal mercato tedesco i cloni dei<br />

suoi componenti: se la Scan-Speak<br />

avesse voluto produrre dei componenti<br />

in <strong>Cina</strong>, lo avrebbe fatto con lo<br />

stabilimento cinese della consociata<br />

DST China!<br />

Situazione 2<br />

Un produttore mette sul mercato un<br />

buon prodotto high-end con componenti<br />

Scan-Speak e SEAS e un<br />

cabinet di alta qualità made in Italy,<br />

il tutto molto costoso. Sottopone il<br />

prodotto ai vari test nelle varie riviste<br />

internazionali, per crearsi la nomea.<br />

Arrivato a una certa notorietà,<br />

tutti i componenti vanno mano a<br />

mano sostituiti con “cloni” made in<br />

China: il woofer, il cabinet etc... Ovviamente<br />

il costo dei “cloni” è di<br />

tutt’altro ordine rispetto al made in<br />

Europe!<br />

È quello che ha fatto un noto produttore<br />

austriaco... Evidentemente al<br />

di là della liceità di un comportamento<br />

del genere, la possibilità che<br />

il consumatore rimanga confuso e<br />

acquisti qualche cosa che non è<br />

quella che pensava di acquistare è<br />

molto alta! Di dubbioso, oltre ormai<br />

le origini di quasi qualsiasi prodotto,<br />

vi è per il consumatore la possibilità<br />

di capire effettivamente in valore<br />

effettivo di un prodotto, analisi<br />

che resta la base di ogni valutazione<br />

del prodotto stesso: posso acquistare<br />

qualità e pagarla o scegliere<br />

la simil qualità e pagarla di meno…<br />

basta che lo capisco: se poi<br />

questo è il frutto di uno scippo di conoscenze<br />

è compito degli organi<br />

preposti lo stabilirlo! Proprio questo<br />

1 • Lo Xindak XA 6900SE, uno splendido integrato<br />

originalmente made in China.<br />

2 • I diffusori Aurum Cantus Veris (provati<br />

su SUONO n.357 - Giugno 2003) prodotti<br />

presso la Jinlang.<br />

3 • L’Airon A 160: un integrato stereo dal<br />

prezzo, come da tradizione della casa italo-cinese,<br />

estremamente concorrenziale.<br />

4 • Il Vincent SV 233 un integrato di alta<br />

potenza e straordinario rapporto qualità/prezzo:<br />

è stato provato su SUONO 355 -<br />

Aprile 2003.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

compito credo spetti a una rivista come<br />

la nostra che non si tira certo indietro,<br />

che ha affinato le armi e le<br />

conoscenze da questo punto di vista<br />

e che vuole, in tutti i sensi continuare<br />

a rappresentare una faro nell’oscurità<br />

di queste problematiche. Difficilmente<br />

il singolo utente può avere<br />

le armi necessarie (conoscenza<br />

tecnica e di mercato, relazioni internazionali,<br />

strumenti di misura)<br />

per stabilire il reale rapporto tra la<br />

qualità intrinseca di un prodotto e il<br />

suo prezzo d’acquisto.<br />

Credo che questa sia la nuova (vecchia)<br />

frontiera su cui SUONO si<br />

confronterà in futuro!<br />

Stregato<br />

Manrico Casagrande, Presidente Audio<br />

& C.è stato forse il primo a fiutare<br />

le possibilità del mercato cinese. Da<br />

qualche anno Casagrande trascorre quasi<br />

più tempo in <strong>Cina</strong> che nella sua madre<br />

patria, alla ricerca dei migliori fornitori<br />

imparando a scansare le insidie di un<br />

mercato dove fin dalla possibilità di farsi<br />

comprendere le cose non sono sempre<br />

facili. Abbiamo scambiato una piacevole<br />

chiacchierata con lui…<br />

SUONO: Da qualche tempo si sente<br />

parlare, e ancora più spesso si legge,<br />

di Audio 4 come di un’azienda OEM.<br />

Di cosa si tratta? Non facevate gli<br />

importatori?<br />

M.Casagrande: Sono lieto di condividere<br />

il mio punto di vista su alcuni cambiamenti<br />

importanti che il nostro business,<br />

nel complessivo, ha vissuto in questi ultimi<br />

anni: necessaria prefazione alla comprensione<br />

delle ragioni sostanziali legate<br />

al nostro shift aziendale. Perché è proprio<br />

di cambiamento che si tratta! È, quasi, di<br />

pubblico dominio la notizia che l’Italia,<br />

ad eccezione di qualche geniale, seppur<br />

impopolare esempio, abbia ricoperto un<br />

ruolo molto secondario a sostegno di<br />

progetti di sviluppo industriale nel campo<br />

dell’elettronica civile. Potremmo, inoltre,<br />

aggiungere che pochi, sennonché<br />

pochissimi, sono stati gli esempi di crescita<br />

legati al numero dei protagonisti in<br />

questo contesto. Audio 4 è sicuramente,<br />

un testimone efficace di questa grande<br />

volontà di cambiamento: niente altro se<br />

non un sentito bisogno di necessaria<br />

evoluzione!<br />

Di fatto, nel mercato dell’elettronica di<br />

consumo siamo stati noi di Audio 4 i primi,<br />

come testimonia il caso del nostro<br />

LA NUOVA QUALITÀ CINESE<br />

Ridurre però il “fenomeno <strong>Cina</strong>”<br />

solo alla semplice stregua di abili<br />

copiatori è ingiusto e fuorviante:<br />

il “Dragone” è decisamente qualche<br />

cosa di più!<br />

Una vera macchina da guerra per<br />

la produzione, la nuova frontiera,<br />

dopo la baldanzosa avanzata dei<br />

produttori coreani (non da poco la<br />

conquista di posizioni di preminenza<br />

da parte di Samsung nel<br />

mercato dell’elettronica di consumo<br />

mondiale!) in grado di far segnar<br />

dati di uno sviluppo travolgente:<br />

un PIL schizzato al +9%,<br />

un export per 190,3 milioni di<br />

dall’Oriente<br />

marchio Aeron, a interrogarsi, anche con<br />

grande coraggio, su questo grande e<br />

“inesplorato” tema. Aeron è il tipico modello<br />

e il perfetto esempio dell’utilizzo<br />

delle grandi economie di scala per il soddisfacimento<br />

sia delle esigenze del massmarket<br />

sia dei bisogni specifici delle demografie<br />

locali. Aeron è, sicuramente, il<br />

miglior esempio del progressivo ed oculato<br />

cambiamento che la nostra società<br />

sta operando da oltre dodici anni. La<br />

produzione dei prodotti Audio 4 è sostenuta<br />

dalle macro-economie dei mercati<br />

OEM (Original Equipment Manufacturer).<br />

Ricopre una parte rilevante nei processi<br />

esecutivi ed operativi del nostro gruppo.<br />

Risulta, quindi, inevitabile porre grande<br />

attenzione al prodotto. Gli dedichiamo il<br />

più attento studio e le più sostenute<br />

analisi.<br />

Lei si riferisce alle aziende asiatiche: in<br />

quest’ottica, secondo la sua osservazione,<br />

quali vantaggi oggettivi esisterebbero<br />

per l’utenza finale italiana ed<br />

europea?<br />

Innanzi tutto, nell’operare questo nuovo<br />

e importante cambiamento aziendale,<br />

nella sua più profonda struttura, potevamo<br />

non tener conto dell’elemento principe<br />

che alimenta ogni suo presupposto?<br />

L’end-user crediamo possa essere<br />

soddisfatto solo alla presenza di due elementari<br />

condizioni: migliore qualità<br />

complessiva del prodotto e miglior prezzo<br />

finale. Crediamo, altresì, di poter soddisfare<br />

quest’esigenza solo attraverso<br />

un’ulteriore equazione: migliori costi<br />

complessivi, migliori possibilità che il retail<br />

price (prezzo di scaffale) possa essere<br />

decisamente il migliore. Senza alcun sacrifico<br />

alla qualità intrinseca del prodot-<br />

dollari solo nei primi sei mesi del<br />

2003 (+39%); il 5° posto nelle<br />

quote di mercato mondiale per la<br />

globalità delle merci (dietro a<br />

Usa, Germania, Giappone e Francia<br />

con il 4,4% delle quote) sono<br />

lo specchio di un export che vola<br />

a pochi mesi dall’ipotetico tracollo<br />

dovuto alla SARS e che spaventa<br />

i mercati (in Italia vedi le<br />

polemiche del senatore Bossi e<br />

della Lega di qualche mese fa).<br />

Dati che fanno paura uniti a provvedimenti<br />

protezionistici da parte<br />

del paese orientale che fanno arrabbiare<br />

e soffiano sul fuoco, anche<br />

se una corretta prospettiva del-<br />

38 dicembre 2003 • SUONO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!