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OZ MAGAZIONE: psichedelia e surrealismo

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Dali e abusi:<br />

metodo paranoico critico.<br />

Il gusto provocatorio, l’esasperato<br />

egocentrismo, il tema del paradosso e l’ossessione<br />

per il lusso fecero di Salvador Dalì<br />

(1904-1989) una delle personalità più intrepide<br />

e significative della corrente surrealista,<br />

soprattutto in relazione al ruolo che ha la<br />

sua arte all’interno della manifestazione ed<br />

espressione dell’inconscio e di una realtà non<br />

controllata dalle restrizioni razionali.<br />

Per quanto riguarda, invece, l’adesione<br />

di Dalì al Surrealismo, questa fu breve ma<br />

significativa, lasciando al movimento un’interpretazione<br />

artistica completa quanto esasperata.<br />

Entrato a far parte del gruppo di Breton<br />

nel ’29, fu poi espulso, come già accennato,<br />

dieci anni dopo, nel ’39. La partecipazione<br />

dell’artista al gruppo di Parigi fu fondamentale:<br />

Dalì diede vita, infatti, ad un personale metodo<br />

per esprimere artisticamente e concettualmente<br />

l’automatismo. Si venne quindi a<br />

costituire il cosiddetto metodo paranoico-critico,<br />

una tecnica usata soprattutto in pittura<br />

mediante la rappresentazione di illusioni ottiche<br />

e immagini multiple, al fine di conoscere<br />

i fenomeni causati dal delirio. Lo scopo ultimo<br />

di tale tecnica era la successiva raffigurazione<br />

su tela. In altre parole esso consisteva<br />

nell’interpretazione diretta e impersonale di<br />

fenomeni che l’artista sintetizzava in un sorta<br />

di nuova visione dove gli elementi temporali<br />

avevano consistenza plastica, mentre quelli<br />

con significato spaziale ne avevano una rigida.<br />

Tale trasposizione si rifaceva all’equazione<br />

per cui “paranoico uguale a plastico” e “critico<br />

uguale a duro”.<br />

Le scene che Dalì dipingeva erano<br />

dettate dalla paranoia, inventate cioè dall’incomprensibile<br />

e dall’incontrollato agitarsi<br />

dell’inconscio. Per dar vita a tali visioni e allucinazioni<br />

però, Dalì si abbandonò, senza<br />

ombra di dubbio, anche al vizio. Droga, alcol,<br />

erotismo estremo: gli effetti “stupefacenti”<br />

che ne conseguirono, gli consentirono di<br />

esprimere e rappresentare concetti paradossali<br />

e inimmaginabili per la mente razionale,<br />

ma veri e tangibili se considerati in modo<br />

nuovo nei campi dell’arte, del cinema e della<br />

pittura.<br />

Equilibri più alti, più trascendenti,<br />

istinti reconditi, forze magnetiche, energie<br />

ancestrali ed occulte sono esplorati da artisti<br />

surrealisti al fine di spiegare, o meglio comprendere,<br />

la realtà visibile.<br />

Nella Persistenza della memoria,1931,<br />

Salvadòr Dalì rappresenta orologi flosci, pronti<br />

a liquefarsi, o divorati delle mosche. Sulla<br />

spiaggia catalana dove è ambientata la sce-<br />

Salvador Dali con la moglie Gala.<br />

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