OZ MAGAZIONE: psichedelia e surrealismo
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I sogni come<br />
creazione d’arte.<br />
PSICHEDELIA &<br />
SURREALISMO<br />
Le droghe come<br />
manifestazione<br />
dell’inconscio.
Foto di Sofia Rivolta. Modella Alice Rivolta.<br />
2
Nei diciotto anni che ho vissuto<br />
fino ad ora mi sono sempre ritenuta una<br />
persona estremamente razionale, controllata<br />
e solitamente oggettiva. Solamente di recente,<br />
tale considerazione di me stessa mi ha<br />
portato ad interessarmi a tematiche che in un<br />
certo senso sono opposte a quella che sono,<br />
ma che, proprio per questo, mi hanno particolarmente<br />
incuriosita. Attraverso la stesura<br />
della presente tesi, ho voluto riconsiderare,<br />
o meglio, ampliare i miei punti di vista su una<br />
serie di argomenti, che per quanto vari, ho<br />
trovato estremamente connessi uno all’altro.<br />
Partendo dal presupposto che non<br />
sono minimamente una fan delle droghe, il<br />
punto di partenza delle mie considerazioni e<br />
ricerche è stato, inaspettatamente, un pensiero<br />
che parla proprio di droghe: “… l’uso<br />
di sostanze stupefacenti ci ha fatto dimenticare<br />
che la natura umana possiede mezzi<br />
propri in grado di farci provare l’ebbrezza di<br />
viaggi per così dire allucinogeni”.<br />
Quali sono però questi mezzi? Cercando<br />
una risposta a questa domanda mi<br />
sono inevitabilmente avvicinata alla cultura<br />
psichedelica, scoprendo presto che, per<br />
quanto nell’uso quotidiano del termine,<br />
questa sia messa in relazione all’uso di sostanze<br />
psicotrope, dalle anfetamine all’LSD,<br />
quest’ultima non ha paradossalmente nulla<br />
a che fare con tali droghe. D’altro canto, è<br />
altrettanto vero che la <strong>psichedelia</strong> non è un<br />
movimento che riguardava solamente quella<br />
generazione Hippie degli anni Settanta, ma<br />
è piuttosto una filosofia che accarezza l’essenza<br />
vitale stessa: un movimento evolutivo<br />
in grado di costruire mondi paralleli ed onirici<br />
simile a quello che era stato il movimento<br />
surrealista in inizio Novecento. Ed è proprio<br />
qui che si apre il parallelismo sul quale si<br />
basa la mia tesina: “Surrealismo e Psichedelia”,<br />
entrambe soluzioni creative, a loro tempo<br />
anti-conformiste, espressioni dell’estasi,<br />
della surrealtà, di una conoscenza magica e<br />
di un energia vitale evolutiva.<br />
Sofia Rivolta<br />
3<br />
<strong>OZ</strong> Magazine:<br />
rivoluzione<br />
culturale.<br />
L’idea per la realizzazione e presentazione<br />
cartacea della tesina vuole ispirarsi<br />
alla rivista australiana “Oz Magazine”. Nonostante<br />
ebbe vita breve, dal 1963 al 1973, le<br />
sue pubblicazioni furono storicamente rivoluzionarie.<br />
Lasciando spazio ed espressione<br />
a quella che era la cultura psichedelica ed<br />
hippie contemporanea, “Oz Magazine” fu la<br />
rivista underground più controversa mai esistita,<br />
in quanto trattava di tematiche tabù o<br />
argomenti considerati osceni o delicati dalla<br />
Società tra gli anni ’60 e ’70: dai diritti degli<br />
omosessuali al femminismo, dall’acido e dalle<br />
nuove droghe alla musica rock, dalla guerra<br />
in Vietnam alla lotta razziale.<br />
Nonostante oggi questa non sia per<br />
niente conosciuta, la serie di “Oz Magazine”<br />
deve essere considerata anche dal punto di<br />
vista artistico come piattaforma che lasciò<br />
spazio ad artisti, illustratori e fotografi di nicchia<br />
del tempo. Attraverso la rivista, costoro<br />
ebbero modo di presentare ad un pubblico,<br />
che per quanto ristretto era comunque considerevole,<br />
tematiche, opere e lavori poco<br />
vicini ai canoni artistici classici, ma validi e<br />
soprattutto rivoluzionari.<br />
La mia versione personale di “Oz Magazine”<br />
vuole percorrere argomenti che, per<br />
quanto non siano scabrosi come quelli della<br />
rivista vera e propria, sono forzatamente<br />
ignorati dal pensiero corrente che troppo<br />
spesso basato sulla sola razionalità e su regole<br />
sociali consolidate e conservatrici, e<br />
troppo poco spesso si lascia andare ad un’interpretazione<br />
più libera e spontanea della<br />
vita e dell’arte: una realtà un po’ surrealista e<br />
un po’ psichedelica.<br />
3
INDICE<br />
PSICHEDELIA &<br />
SURREALISMO<br />
Pagina 16<br />
FILOSOFIA<br />
EVOLUTIVA<br />
LO STATO NATURALE DELL’ESSERE<br />
E’ LA MERAVIGLIA ESTETICA<br />
Pagina 6<br />
Qualcuno volò sul<br />
nido dell’acido<br />
Pagina 8<br />
L’anno degli<br />
Acid-Test<br />
e di Ken Kesey<br />
Pagina 26<br />
cHI<br />
4
Pagina 28<br />
Automatismo<br />
psichico puro.<br />
SOGNO<br />
Surrealismo e<br />
<strong>psichedelia</strong><br />
a confronto.<br />
Pagina 44<br />
Dali e abusi:<br />
metodo paranoico critico.<br />
Pagina 48<br />
rivoluzione<br />
individuale.<br />
scena<br />
Pagina 51<br />
ONIRICA<br />
Pagina 40<br />
Pagina 58<br />
Bibliografia.<br />
Sitografia.<br />
Filmografia.<br />
IRRAZIONALE:<br />
LA RITIRATA DELLA LOGICA<br />
5
Qualcuno volò sul<br />
nido dell’acido<br />
1943, la guerra si diffonde per tutto il<br />
continente europeo. Nello stato neutrale svizzero,<br />
il chimico Albert Hofmann, mentre è alla<br />
ricerca di una cura per l’emicrania, ingerisce<br />
accidentalmente una sostanza sperimentale<br />
che cambierà lui e il mondo intero: l’LSD, una<br />
sostanza psicoattiva con un potenziale di utilizzo<br />
tanto immenso quanto sconosciuto, uno<br />
strumento psicologico e tecnologico, persino<br />
considerato un possibile antidoto alla bomba<br />
atomica.<br />
Albert Hofmann (1906-2008)<br />
Ken Kesey (1935-2001)<br />
Prima che si concluda il decennio, la<br />
CIA, che stava effettuando ricerche per il controllo<br />
mentale e il lavaggio del cervello, inizia<br />
a sostenere segretamente la scoperta di Hofmann,<br />
che comincia ad essere prodotta e inviata<br />
a ricercatori e psichiatri di tutto il mondo<br />
per la sperimentazione.<br />
L’utilizzo illecito, ma soprattutto immorale<br />
dell’LSD da parte della CIA a danno di persone<br />
incoscienti e mal informate sugli effetti<br />
e sulla natura nociva della sostanza, è senza<br />
dubbio uno dei più gravi crimini mai commessi<br />
connessi a questa droga. D’altro canto<br />
però, mentre psicoterapisti sostenitori dell’L-<br />
SD promuovevano il suo uso credendo fosse<br />
benigno e terapeutico, il US Secret Service<br />
Operation iniziava un’operazione di controllo<br />
in merito alla diffusione della sostanza psicoattiva<br />
che intanto si era diffusa anche al di<br />
fuori dei laboratori.<br />
6
Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.
1966<br />
8
L’anno degli<br />
Acid-Test<br />
e di Ken Kesey<br />
“How did the substance make you feel?”<br />
chiese l’infermiera a Ken Kesey. “I felt like I<br />
discovered a hole in the centre of the Earth<br />
and you could see jewelry down there, and<br />
you wanted other people to go down there<br />
and enjoy it.” rispose lui, a cui venne somministrato<br />
LSD per la prima volta in un ambulatorio<br />
governativo americano.<br />
Prima che l’LSD divenne diffusissimo<br />
nel mercato nero del movimento hippie, il<br />
governo Americano stesso decise, come già<br />
accennato, di sottoporre alcuni soggetti alla<br />
ricerca sperimentale degli effetti della droga.<br />
Quello che il governo non riuscì a prevedere,<br />
però, fu che uno dei primi soggetti scelti per<br />
la sperimentazione, appunto Kesey, potesse<br />
diventare una sorta di guida spirituale psichedelica<br />
per generazioni di hippie e altri giovani<br />
americani, promuovendo l’uso di droghe e<br />
forme di cosiddetto “amore-libero”. Da cavia<br />
di esperimenti governativi, Kesey divenne<br />
presto la personificazione negli anni ’70 di<br />
tutti quegli eccessi creativi delle sostanze stupefacenti,<br />
della libertà assoluta e della droga<br />
come viaggio senza paura nelle profondità<br />
della psiche.<br />
Dalla stesura di romanzi di successo<br />
come “One Flew Over the Cuckoo’s Nest”<br />
negli anni ‘70, reinterpretato anche nel omonimo<br />
film con Jack Nicholson, e dal successivo<br />
libro “Sometimes a Great Notion”, nel 1964<br />
Ken Kesey decise di concretizzare le idee che<br />
per anni aveva espresso in forma scritta, intraprendendo<br />
un nuovo percorso di scoperta<br />
personale.<br />
Utilizzando lo spirito che tanto caratterizzava<br />
i suoi libri, Kesey comprò un tipico<br />
scuola-bus americano che colorò interamente<br />
con motivi e colori psichedelici. Su questo,<br />
una dozzina di amici e conoscenti con il medesimo<br />
animo psichedelico e hippie, dettero<br />
vita al gruppo dei Merry Pranksters e presero<br />
parte ad un pazzesco viaggio coast to coast.<br />
Spazio all’interno del Further, nome che<br />
fu dato al colorato bus di Kesey, fu anche riservato<br />
ad attrezzature video, e ovviamente<br />
aranciate all’LSD e sandwich di tacchino con<br />
tavolette di droga.<br />
Se da un lato sembra ovvio che uno<br />
degli scopi dei Merry Pranksters e del loro<br />
cosiddetto Magic Trip fosse la promozione di<br />
droghe per “aprire” l’uomo a percezioni alterate<br />
e facoltà nuove,<br />
nonché quella della prosecuzione degli esperimenti<br />
con l’LSD a cui Kesey aveva già preso<br />
parte nel 1959, dall’altra parte ci fu anche<br />
una spiccata volontà da parte del creatore<br />
del gruppo di dar vita ad un’avventura on the<br />
road che celebrasse l’ideologia della contro-cultura.<br />
9
Durante il viaggio, che prendeva il via da La<br />
Honda, California con destinazione New York,<br />
a Kesey venne in mente di organizzare gli Acid<br />
Test. Poco dopo i Merry Pranksters, vestiti<br />
con stracci colorati e curiosi disegni sul corpo,<br />
distribuivano volantini scritti a mano con<br />
la misteriosa dicitura: “Can you pass the Acid<br />
Test?”, “Te la senti tu di superare l’Acid Test?”.<br />
Si trattava essenzialmente di happenings, una<br />
sorta di antenati dei moderni raves, dove tutti<br />
si muovevano sotto l’effetto di allucinogeni.<br />
Ogni giorno decine di curiosi e di seguaci si<br />
univano ai Merry Pranksters per prendere parte<br />
agli Acid Tests: boschi della California del<br />
centro America, pillole, pastiglie, joints, tutto<br />
quello che secondo Kesey poteva stimolare<br />
la mente. Luci colorate, musica come regalo<br />
allucinogeno, il film del viaggio sull’autobus<br />
e LSD. Il risultato sorprendete fu la partecipazione<br />
di oltre 2.400 persone al Test del gennaio<br />
del ’66.<br />
Gli Acid Tests volevano essere una “chiamata<br />
alle armi” per “espandere l’area della coscienza”,<br />
non uno spettacolo e nemmeno un<br />
business, ma solo un semplice “gioco” al limite<br />
delle proprie fantasie e possibilità, dove<br />
niente è programmato ma tutto accade. D’altro<br />
canto la vita stessa di Kesey era diventata<br />
arte, le sue azioni andavano a coinvolgere<br />
le persone nella totalità delle loro possibilità<br />
percettive, sovraccaricando la realtà in cui<br />
esse vivevano per il raggiungimento di un’altra<br />
dimensione.<br />
10<br />
Ken Kesey ei Merry Pranksters., 1966<br />
Further Bus, 1964.<br />
Manifestazioni americane contro la guerra in Vietnam.
“Pensateci:<br />
forse più matta<br />
è una persona,<br />
più potente<br />
può diventare.”<br />
Ken Kesey<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modelli Sanja Davidovic e Riccardo Milanesi.<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modelli Moises Santos e Thomas Lietti.<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modelli Linda Greggio e Moises Santos.<br />
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Con Kesey e tutto quello che gli<br />
girava attorno, cominciò a diffondersi la<br />
consapevolezza dell’estasi come legittima<br />
necessità umana, altrettanto necessaria<br />
per la nostra salute psicofisica quanto potrebbe<br />
essere dormire o mangiare. Negli<br />
anni Sessanta tutto si espanse: le nuove generazioni<br />
rinunciarono ai valori e ai dogmi<br />
cari alla società per affidarsi alla ricchezza<br />
dell’esperienza. Gli Hippies, per esempio,<br />
si lasciarono andare all’assunzione di droghe,<br />
costituirono comunità di amore-libero<br />
in una ricerca che per quanto maldestra, fu<br />
limpida e spirituale.<br />
Non a caso ciò che questa generazione<br />
sosteneva, era la meraviglia estetica<br />
come stato naturale dell’essere umano.<br />
Estasi è la sensazione di abbandono alle vibrazioni,<br />
alle visioni che portano al di fuori<br />
del cosiddetto sé; estati è l’esperienza di<br />
piacere/dolore che purtroppo non può durare<br />
a lungo, perché, come è scritto nella<br />
Bibbia, “nessuno può vedere Dio e rimanere<br />
vivo”. Nonostante questa precarietà<br />
dell’estasi è pur sempre vero che l’immersione<br />
temporanea in essa, attraverso l’uso<br />
di droghe o, come vedremo, attraverso la<br />
creazione o fruizione di arte, può trasformare<br />
la nostra normale consapevolezza e<br />
la nostra visione del mondo in qualcosa di<br />
nuovo, di luminoso e di trasparente.<br />
E’ proprio questo tipo di concezione<br />
che è alla base del movimento<br />
psichedelico. Troppo spesso e troppo<br />
facilmente però, quest’ultimo<br />
viene affiancato a temi quali<br />
l’abuso di acidi o droghe,<br />
oppure alle cosiddette<br />
storie di “sballati” degli<br />
anni Sessanta. Nonostante<br />
sia vero che la <strong>psichedelia</strong><br />
abbia le sue radici in questo<br />
tipo di realtà “drogate”, essa<br />
assume significati più profondi<br />
nel momento in cui si amplia il discorso<br />
ad una visione generale e alle<br />
sfaccettature del termine: la <strong>psichedelia</strong><br />
non come genere ma come sensibilità,<br />
non come sistema di regole ma come assoluta<br />
apertura agli eventi. La <strong>psichedelia</strong><br />
come bussola sempre orientata verso<br />
la ricchezza neurologica, mentale, emotiva,<br />
psico-chimica che gli esseri umani<br />
possiedono in sé.<br />
24
“IL MISTERO<br />
DELLA VITA NON<br />
E’ UN PROBLEMA<br />
DA RISOLVERE,<br />
MA UNA REALTA’<br />
DA SPERIEMNTARE.<br />
E’ QUESTO QUELLO CHE<br />
CI INSEGNA IL<br />
MOVIEMNTO<br />
PSICHELICO.”<br />
25
BIOCHIMICA<br />
della<br />
creatività<br />
DROGA<br />
ARTE<br />
26
La creatività artistica è una delle più alte<br />
manifestazioni delle capacità cognitive dell’uomo,<br />
ma la relazione tra questa e l’assunzione di<br />
sostanze stupefacenti, in grado di modificare lo<br />
stato di coscienza e percezione della realtà, è<br />
un tema assolutamente delicato e ancora dibattuto.<br />
Gia nel 500 a.C., l’uso di funghi allucinogeni<br />
da parte di artisti dell’epoca era considerato<br />
un mezzo per ricevere un’ispirazione divina. In<br />
tempi più vicini, i poeti romantici di inizio Ottocento<br />
raccontano di esperienze introspettive<br />
sotto l’influenza di sostanze allucinogene, mentre<br />
negli anni ’60 e ’70 il binomio arte-droga arriva<br />
alla sua massima espressione.<br />
A livello scientifico, l’uso di droghe, in<br />
particolari modo l’LSD, produce il “rafforzamento”<br />
dei tratti preesistenti della nostra personalità<br />
e delle nostre capacità estetiche. Ciò,<br />
però, non si collega automaticamente ad un<br />
aumento e miglioramento della produttività<br />
artistica. Infatti se questi farmaci psichedelici<br />
vengo assunti da soggetti dotati di preesistenti<br />
doti artistiche, il loro stato di percezione alterata<br />
della realtà genera un’inusuale esperienza<br />
introspettiva, cosa che su soggetti comuni non<br />
è automaticamente connessa. Come provano<br />
le ricerche condotte negli ultimi decenni, ad<br />
essere messa in dubbio è la capacità di determinati<br />
composti psicoattivi di aumentare automaticamente,<br />
direttamente e in maniere aspecifica<br />
la creatività artistica in qualsiasi soggetto.<br />
Tuttavia, in coloro che già possiedono una predisposizione<br />
alla creatività, la combinazione tra<br />
le esperienze sensoriali psicoattive e il preesistente<br />
substrato cognitivo-emotivo è in grado<br />
di generare un’arte, che occasionalmente e non<br />
invariabilmente, può essere di maggiore valore<br />
estetico-artistico.<br />
Tornando invece alla considerazione del<br />
binomio droga-creatività, senza però cadere<br />
necessariamente nel mito dell’artista maledetto<br />
e della bohémienne di fine ‘800, l’assunzione di<br />
LSD o simili sostanze risulta essere prerogativa<br />
per il potenziamento delle capacità percettive<br />
del soggetto, amplificando le sensazioni, permettendo<br />
di compiere esperienze interiori più<br />
profonde e acquisendo conoscenze, che seppur<br />
innaturali, confluiscono nella produzione artistica<br />
di ogni tipo, dall’arte visiva, alla musica,<br />
alla letteratura.<br />
Negli anni ’50 del secolo scorso, tra gli<br />
artisti della beat-generation si diffonde l’idea<br />
che l’assunzione di sostanze allucinogene permettesse<br />
esperienze di coscienza vicine al buddismo<br />
zen. Nel decennio successivo, la cultura<br />
della droga ha spopolato tra gli esponenti<br />
dell’Espressionismo astratto Americano, tra i<br />
seguaci della filosofia hippy dei figli dei fiori, tra<br />
gli aderenti all’Arte Psichedelica, tra l’entourage<br />
della Factory di Andy Warhol dove moriranno<br />
per droga grandi personalità quali uno dei<br />
più grandi esponenti del graffitismo americano,<br />
Jean Michel Basquiat, e il poeta e curatore artistico<br />
del MOMA, Frank O’Hara.<br />
In tutti questi casi, si può rilevare come<br />
le droga, nel campo dell’arte, analogamente<br />
ad alcune forme di malattia mentale, permetta<br />
attraverso l’allentamento dei cosiddetti freni<br />
inibitori della nostra persona, di attuare legami<br />
e correlazioni tra idee anche lontane tra loro,<br />
rafforzare quindi la capacità creativa ed immaginifica<br />
del soggetto, creando il cosiddetto<br />
pensiero “allusivo” e alimentando la capacità di<br />
unire in un unico concetto contenuti distanti per<br />
qualsiasi altro individuo e superando in questo<br />
modo le contraddizioni rilevabili dal pensiero<br />
razionale. Proprio a proposito di contraddizioni,<br />
è interessante come l’arte e la creatività, che di<br />
base implicherebbero un certo grado di lucidità<br />
dell’io, diventino puro istinto dionisiaco nel<br />
momento in cui l’artista assume stupefacenti.<br />
Seppur moltissimi hanno visto o vedono nell’uso<br />
di sostanze allucinogene una sorta di potenziamento<br />
dell’attività percettiva, qualcosa per<br />
forzare l’accesso alla vita emotiva più profonda<br />
o creare una nuova strutturazione del rapporto<br />
dell’io col reale e l’immaginifico, è altrettanto<br />
vero che l’attività artistica richiede un “momento<br />
di formalizzazione” che liberi l’artista dalla<br />
confusione per basarsi sulle proprie capacità<br />
costruttive. Nonostante molti movimenti artistici,<br />
soprattutto quelli d’avanguardia del Novecento,<br />
abbiano prediletto tematiche quali<br />
l’inconscio, il sogno, la soggettività, questo non<br />
giustifica automaticamente una regressione del<br />
grado di lucidità con il quale l’artista deve esprimersi.<br />
Se questo è sommerso nell’allucinazione<br />
dovuta a droghe non riuscirà a produrre granché.<br />
Se l’assunzione di psicofarmaci può essere<br />
considerata un fenomeno passivo, l’atto<br />
creativo è concepito, invece, come esperienza<br />
attiva: l’interazione di questi due realtà, quella<br />
dell’arte e quella della droga, hanno dunque influenza<br />
reciproca.<br />
27
Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.<br />
28
Automatismo<br />
psichico puro.<br />
SOGNO<br />
Surrealismo e<br />
<strong>psichedelia</strong><br />
a confronto.<br />
"Tempo di sogno. Sogno a occhi chiusi e a occhi aperti.<br />
A pelle. Non è un’idea.<br />
E' un sogno: non posso pensarlo, definirlo, arginarlo.<br />
E’ una scelta: entrare in contatto con il proprio sogno,<br />
portarlo fuori dalla notte e fare<br />
della vita il proprio sogno."<br />
Con la <strong>psichedelia</strong> il sogno non è inteso<br />
come rifugio notturno e nemmeno come<br />
un qualcosa di esterno a noi stessi. Esso è<br />
piuttosto l’espansione che ognuno di noi sperimenta<br />
direttamente, spirito e corpo che scivolano<br />
dentro mondi paralleli dove il “trip”,<br />
un viaggio sensoriale, porta ad incontrare e<br />
conoscere improvvisazioni surrealiste, esperienze<br />
estetiche, sonorità inaudite.<br />
La cultura psichedelica insegna che<br />
l’esperienza vitale, luminosa, ci appartiene<br />
direttamente e singolarmente; che ci sono<br />
tante vie per sentire, esplorare, conoscere e<br />
tutto questo parte da noi. Con il movimento<br />
psichedelico il sogno viene considerato come<br />
strumento di conoscenza preesistente alla<br />
nostra volontà.<br />
29
"Nel sogno è possibile<br />
giocare con i sensi:<br />
guardare con il corpo,<br />
accarezzare con gli occhi,<br />
baciare con le mani,<br />
rispondere con la pelle…”<br />
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31<br />
Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.
Un rischio nell’affrontare questa sfida<br />
è senza dubbio perdersi in un labirinto: non<br />
comprendere il trip oppure in modo opposto<br />
prenderlo troppo seriamente, catalogando le<br />
esperienze del viaggio per paura di perderne<br />
la sequenza logica e il significato, dimenticandosi<br />
di conseguenza di viverlo.<br />
L’idea di poter accedere a queste dimensioni<br />
inconsce per ottenere un tipo specifico<br />
di creatività fu fortemente e similmente<br />
cercato dai surrealisti. Sia nel <strong>surrealismo</strong> che<br />
nella cultura psichedelica l’esperienza vitale,<br />
come già detto, coinvolge in prima persona.<br />
Questi due movimenti culturali partono da<br />
sé stessi, ovvero attraverso il proprio sentire<br />
ed esplorare. Il sogno, diventa così uno stru-<br />
mento di sollecitazione a scoprire livelli più<br />
profondi e nascosti del proprio “essere”, raggiungendo<br />
quello che è l’inconscio.<br />
Tuttavia l’inconscio, sfera della nostra<br />
attività psichica, non raggiunge propriamente<br />
il massimo livello della conoscenza oggettiva<br />
e razionale. Esso costituisce piuttosto quella<br />
parte della vita interiore della quale non<br />
possiamo avere né consapevolezza, né conoscenza<br />
diretta.<br />
Proprio perché l’inconscio non è filtrato<br />
dalla ragione, il sogno sarà, senza dubbio,<br />
la via privilegiata, attraverso la quale l’inconscio<br />
si rivela, oltre che cardine del movimento<br />
surrealista francese del 1924.<br />
"Surrealismo, n.m. Automatismo psichico puro col quale ci si propone di<br />
esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo,<br />
il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero, in assenza di<br />
qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni<br />
preoccupazione estetica o morale."<br />
Primo Manifeste du Surréalisme. Parigi, 1924<br />
Il <strong>surrealismo</strong> si fonda sull’idea di un grado di realta' superiore,<br />
connesso a certe forme d'associazione, finora trascurate<br />
sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero.<br />
Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e<br />
a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita.<br />
Con la pubblicazione del manifesto<br />
surrealista da parte del poeta francese Henry<br />
Breton viene stabilito l’obiettivo stesso della<br />
corrente, ovvero la creazione di un arte slegata<br />
sia dalle convenzioni sociali che dalla razionalità.<br />
A differenza del Dadaismo che voleva<br />
un’arte decostruttiva, la distruzione delle<br />
convenzioni sociali, nonché l’adozione di una<br />
posizione filosofica radicalmente antagonista<br />
alla guerra, anti-autoritaria e pacifista della realtà,<br />
con il Surrealismo viene ad associarsi la<br />
medesima critica della società, in particolare<br />
modo in riferimento agli orrori della prima<br />
guerra mondiale, ma anche la ricerca di elementi<br />
che permettano il raggiungimento della<br />
surrealtà. Per surrealtà, dunque, si intende una<br />
dimensione alternativa a quella reale in cui razionale<br />
e irrazionale convivono armonicamente;<br />
una realtà perciò assoluta.<br />
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33 33
34
Credo alla futura soluzione di quei due stati (*),<br />
in apparenza così contraddittori, in una specie di realtà<br />
assoluta, di surrealtà, se così si può dire.<br />
(*momenti dell’esistenza: quello della veglia<br />
o della realtà e quello del sogno).<br />
A. Breton<br />
Per i Surrealisti, come riprenderà anche<br />
il movimento psichedelico, l’automatismo<br />
psichico è un processo automatico che<br />
non comporta l’utilizzo della ragione ma che<br />
fa sì che l’inconscio, che si manifesta solitamente<br />
nel sogno, diventi vivo anche quando<br />
siamo svegli.<br />
L’opera surrealista si basa quindi sull’indagine<br />
e sulla rivelazione di ciò che di più occulto si<br />
cela dietro l’inconscio e la follia umana.<br />
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Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.
Foto di Sofia Rivolta. Modella Vittoria Pitrè Gemignani.<br />
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IRRAZIONALE:<br />
LA RITIRAT<br />
dagli studi di Freud sull’inconscio, e seguendo<br />
i principi di onnipotenza del sogno e del gioco<br />
libero della mente dettati da Breton, i surrealisti<br />
dovevano dedicarsi al “puro automatismo<br />
psichico per esprimere un reale che fosse funzionamento<br />
della mente senza alcun controllo,<br />
esercitato dalla ragione, e che fosse al di là di<br />
ogni preoccupazione etica o estetica”.<br />
Come non sostituire il pensiero<br />
cosciente e il controllo razionale con<br />
la liberta’ irrazionale e l’immaginazione<br />
inconscia?<br />
Proseguendo in merito all’analisi<br />
dell’arte surrealista è importante analizzare<br />
come questa abbia abbandonato i fini evocativi<br />
e rappresentativi dell’arte tradizionale,<br />
sgravandosi dal compito di testimoniare il reale,<br />
ricercando così nuovi modi di espressione<br />
visiva.<br />
Questa libertà era dovuta da una mancanza<br />
di una regola e dalla determinazione<br />
di mille strade percorribili per manifestare<br />
ciò che l’artista voleva. Come conseguenza<br />
a questa nuova libertà, nel corso del Novecento<br />
si intensifica il rapporto tra l’arte e<br />
il mondo delle fantasie irrazionali. Partendo<br />
Il fenomeno dell’estasi. Salvador Dalì, 1933<br />
40
A DELLA LOGICA<br />
I 10 punti stabiliti da Breton per essere membri a pieno<br />
titolo del movimento surrealista:<br />
LE 10 REGOLE DEL SURREALISTA:<br />
• Accettare gli automatismi e l’inconscio come i motori principali dell’attività creativa.<br />
• Essere a favore della rivoluzione contro le tradizioni consolidate.<br />
• Mostrare disprezzo per tutte le forme di religione.<br />
• Sostenere il partito comunista.<br />
• Essere attivi in un gruppo surrealista.<br />
• Accettare l’azione collettiva e rifiutare l’individualità.<br />
• Partecipare con le proprie opere alle mostre o alle pubblicazioni surrealiste.<br />
• Rendere pubblici i propri dipinti o scritti esclusivamente in mostre o<br />
pubblicazioni surrealiste.<br />
• Non essere stati espulsi da nessun gruppo surrealista.<br />
• Essere stati surrealisti attivi per tutta la vita adulta.<br />
Pietrificazione di una papessa. Victor Brauner, 1945<br />
Perché questi punti, le cosiddette ”dieci<br />
regole del surrealista”, appaiono, ora come<br />
allora, troppo limitanti e restrittivi per artisti e<br />
personalità dalla forte individualità, molti membri<br />
del gruppo surrealista, tra cui anche lo stesso<br />
Dalì, vennero presto allontanati o espulsi dal<br />
movimento proprio per il non rispetto di tali regole.<br />
La leadership quasi dittatoriale di Breton<br />
basata su un processo di “indottrinamento”<br />
fondato sulla filosofia surrealista, causò una comune<br />
dispersione da parte dei maggiori talenti.<br />
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale<br />
nel ’39, inoltre, i surrealisti da Parigi fuggirono a<br />
New York in attesa della pace, convinti di poter<br />
presto riprendere la loro attività in Europa. Così<br />
non avvenne, in quanto già negli anni Cinquanta<br />
il movimento si poteva considerare esaurito.<br />
Alla fine Breton si ritrovò circondato dal nulla<br />
sia per causa di queste motivazioni storiche sia<br />
per via dell’impostazione stessa del movimento.<br />
Nonostante tutto però, il Surrealismo, non<br />
solo cambiò la vita di tutti quelli che vi aderirono,<br />
infondendo uno slancio per avvicinare le<br />
anime ad avventure visive mai intraprese prima<br />
di allora, ma fornì alla storia soprattutto una rivoluzionaria<br />
concezione del mondo e percezione<br />
dell’inconscio.<br />
41
In ambito artistico e rappresentativo, tale avventura visiva viene intrapresa secondo differenti<br />
metodologie in ambito surrealista, che sono sia alla base della nostra percezione e del nostro ricordo<br />
del sogno, sia dalla cultura e della filosofia psichedelica.<br />
Composizione con ritratto. Victor Brauner, 1942<br />
Scene oniriche.<br />
La scena è circonfusa di intensità onirica. Nonostante<br />
l’immagine rimanga riconoscibile,<br />
l’atmosfera diventa ambigua e misteriosa. Ciò<br />
che si viene a creare in questo caso è un sentimento<br />
di profonda corrispondenza interiore<br />
tra arte e uomo, l’inconscio è toccato inspiegabilmente<br />
nel momento in cui esso diventa<br />
fruitore dell’opera.<br />
Madre e figlio II. Wilfredo Lam, 1939<br />
Automatismi.<br />
E’ l’arte creata secondo un processo automatico<br />
ed accidentale. I meccanismi automatici<br />
sono adottati come forma espressiva.<br />
Invenzioni biomorFIche.<br />
Si tratta sostanzialmente della creazione di<br />
immagini organiche ambigue, impossibili da<br />
riconoscere. Gli elementi riportati hanno valore<br />
onirico, non sono attinti direttamente dal<br />
mondo esterno ma non per questo non hanno<br />
validità.<br />
Testa rossa, corpo blu. Meret Oppennheim, 1936<br />
42
Paesaggio catalano (Il cacciatore). Joan Mirò, 1924<br />
Valori personali. Rene Magritte, 1952<br />
Alloggio del desiderio. Salvador Dali, 1929<br />
Illusioni ottiche e<br />
distorsioni metamorfIche.<br />
Le immagini, gli oggetti sono presentati in<br />
maniera così surreale e innaturale che ricevono<br />
interpretazioni molteplici. A primo impatto<br />
il fruitore risponde con una confusione visiva<br />
che porta alla riesamina. Sarà il caso di Dalì. In<br />
altri autori come Mirò, Brauner e Lam, questo<br />
processo verrà invece estremizzato con una<br />
totale distorsione irrazionale del soggetto<br />
che diventerà libero da qualsiasi considerazione<br />
razionale, nonostante rimanga ancora<br />
parzialmente riconoscibile.<br />
Giustapposizioni<br />
irrazionali.<br />
E’ l’arte di Magritte, Dalì, Oppenheim e Brauner.<br />
Essi mettono assieme elementi riconoscibili<br />
della vita quotidiana in maniera provocatoriamente<br />
innaturale. Nonostante gli oggetti<br />
rimangano riconoscibili, l’accostamento che<br />
li unisce manca di senso razionale. L’impatto<br />
che creano tali immagini è forte lasciando<br />
aperte le porte dell’immaginazione e dell’inconscio.<br />
Iregenesi della ripartizione. Victor Brauner, 1932<br />
Gli amanti. Rene Magritte, 1928<br />
43
Dali e abusi:<br />
metodo paranoico critico.<br />
Il gusto provocatorio, l’esasperato<br />
egocentrismo, il tema del paradosso e l’ossessione<br />
per il lusso fecero di Salvador Dalì<br />
(1904-1989) una delle personalità più intrepide<br />
e significative della corrente surrealista,<br />
soprattutto in relazione al ruolo che ha la<br />
sua arte all’interno della manifestazione ed<br />
espressione dell’inconscio e di una realtà non<br />
controllata dalle restrizioni razionali.<br />
Per quanto riguarda, invece, l’adesione<br />
di Dalì al Surrealismo, questa fu breve ma<br />
significativa, lasciando al movimento un’interpretazione<br />
artistica completa quanto esasperata.<br />
Entrato a far parte del gruppo di Breton<br />
nel ’29, fu poi espulso, come già accennato,<br />
dieci anni dopo, nel ’39. La partecipazione<br />
dell’artista al gruppo di Parigi fu fondamentale:<br />
Dalì diede vita, infatti, ad un personale metodo<br />
per esprimere artisticamente e concettualmente<br />
l’automatismo. Si venne quindi a<br />
costituire il cosiddetto metodo paranoico-critico,<br />
una tecnica usata soprattutto in pittura<br />
mediante la rappresentazione di illusioni ottiche<br />
e immagini multiple, al fine di conoscere<br />
i fenomeni causati dal delirio. Lo scopo ultimo<br />
di tale tecnica era la successiva raffigurazione<br />
su tela. In altre parole esso consisteva<br />
nell’interpretazione diretta e impersonale di<br />
fenomeni che l’artista sintetizzava in un sorta<br />
di nuova visione dove gli elementi temporali<br />
avevano consistenza plastica, mentre quelli<br />
con significato spaziale ne avevano una rigida.<br />
Tale trasposizione si rifaceva all’equazione<br />
per cui “paranoico uguale a plastico” e “critico<br />
uguale a duro”.<br />
Le scene che Dalì dipingeva erano<br />
dettate dalla paranoia, inventate cioè dall’incomprensibile<br />
e dall’incontrollato agitarsi<br />
dell’inconscio. Per dar vita a tali visioni e allucinazioni<br />
però, Dalì si abbandonò, senza<br />
ombra di dubbio, anche al vizio. Droga, alcol,<br />
erotismo estremo: gli effetti “stupefacenti”<br />
che ne conseguirono, gli consentirono di<br />
esprimere e rappresentare concetti paradossali<br />
e inimmaginabili per la mente razionale,<br />
ma veri e tangibili se considerati in modo<br />
nuovo nei campi dell’arte, del cinema e della<br />
pittura.<br />
Equilibri più alti, più trascendenti,<br />
istinti reconditi, forze magnetiche, energie<br />
ancestrali ed occulte sono esplorati da artisti<br />
surrealisti al fine di spiegare, o meglio comprendere,<br />
la realtà visibile.<br />
Nella Persistenza della memoria,1931,<br />
Salvadòr Dalì rappresenta orologi flosci, pronti<br />
a liquefarsi, o divorati delle mosche. Sulla<br />
spiaggia catalana dove è ambientata la sce-<br />
Salvador Dali con la moglie Gala.<br />
44
La vita E' <strong>surrealismo</strong> nelle<br />
sue imprevedibili<br />
manifestazioni.<br />
DalI era surrealista,<br />
ma un surrealista<br />
eclettico.<br />
Un poco’ cubista,<br />
un poco’ dadaista,<br />
un poco psichedelico,<br />
fuori dalle<br />
convenzioni dei<br />
generi artistici,<br />
egli era il suo <strong>surrealismo</strong>.<br />
45
Ne “La Persistenza della memoria”, 1931,<br />
Salvadòr Dalì rappresenta orologi flosci,<br />
pronti a liquefarsi, o divorati<br />
delle mosche. Sulla<br />
spiaggia catalana dove<br />
è ambientata la scena<br />
dipinta, Dalì dà vita ad<br />
una vera e propria riflessione<br />
sulla relatività.<br />
Tale tematica viene<br />
considerata dall’artista<br />
soprattutto in relazione<br />
al tempo,<br />
che<br />
secondo lui non può essere misurato razionalmente<br />
ma è inevitabilmente soggettivo, come<br />
già ad inizio secolo aveva chiarito Einstein<br />
demolendo il concetto newtoniano di tempo<br />
assoluto. Oltre alle considerazioni relative alla<br />
relatività temporale, è interessante considerare<br />
il processo mentale che portò l’artista alla<br />
rappresentazione di una visione onirica<br />
di per sè assurda e del tutto surreale.<br />
In una sua autobiografia, “Diario<br />
La persistenza della memoria. Salvador Dalì, 1931.<br />
46
di un genio”, lo stesso Dalì racconta la buffa<br />
genesi che portò all’idea di Persistenza della<br />
memoria. A cena da amici, l’artista si ritrova<br />
ad osservare le pietanze offerte a tavola<br />
tra le quali un formaggio Camembert. La<br />
mollezza di questo che si stava man mano<br />
sciogliendo provocò, secondo uno sviluppo<br />
inconscio non propriamente descrivibile o<br />
spiegabile, l’immagine degli orologi molli<br />
sulla tela.<br />
è indubbia quella che fu la capacità dello spagnolo<br />
di spostare, nelle sue opere e nel suo<br />
modo di concepire l’arte, l’accento dalla creatività<br />
alla creazione, dall’estro estetico all’energia<br />
estetica. Decenni prima che nascesse<br />
la <strong>psichedelia</strong>, Dalì era riuscito ad entrare in<br />
contatto con tutto il proprio potere vitale per<br />
dar vita ad un nuovo principio di creazione.<br />
Quanto la produzione artistica e la<br />
creazione surreale di scene oniriche sia<br />
legata, nel caso di Dalì, all’utilizzo di sostanze<br />
stupefacenti rimane una questione<br />
aperta. Ciò che è certo è che<br />
l’artista fu sia un genio artistico che<br />
un grande fruitore di droghe. Nonostante<br />
questo,<br />
47
Bisogna rendere grazie a Freud. In forza delle sue scoperte, si delinea finalmente una corrente d’opinione<br />
grazie alla quale l’esploratore umano potrà spingere più avanti le proprie investigazioni,<br />
sentendosi domani autorizzato a non considerare soltanto le realtà sommarie. L’immaginazione<br />
deve riconquistare i propri diritti …<br />
A. Breton<br />
Freud:<br />
GIOCO E SOGNO.<br />
Come già detto, il Surrealismo, che<br />
si contrapponeva propriamente alla logica,<br />
volle ben presto sviluppare un linguaggio capace<br />
invece di rilevare, in modo genuino ed<br />
autentico, l’essere. A livello sociale ed universale<br />
questo si traduceva nell’esigenza politica<br />
di rigenerazione del mondo.<br />
Per questo, il movimento artistico francese del<br />
primo dopoguerra si agganciò, come vedremo<br />
in seguito, da un lato alla figura di Freud<br />
e alla centralità dell’inconscio all’interno della<br />
sua filosofia, dall’altro al pensiero marxista<br />
che si traduceva nella volontà di liberazione<br />
totale dell’uomo all’interno della società.<br />
rivoluzione<br />
liberTA' individuale.<br />
Il teorico surrealista, André Breton<br />
ben chiarisce come la società sia basata sulla<br />
razionalità, nella quale i procedimenti logici<br />
si applicano unicamente alla soluzione di<br />
problematiche secondarie. Quelle primarie,<br />
legate alla comprensione della profondità<br />
dello spirito sono invece spesso trascurate in<br />
quanto è necessario percorre un’altra via per<br />
la loro analisi e comprensione.<br />
Il pensiero slegato dalla razionalità, che accomuna<br />
le radici filosofiche sia del movimento<br />
surrealista che di quello psichedelico, comporta<br />
una ricerca e un accrescimento della<br />
libertà vista secondo due diverse concezioni:<br />
quella sociale e quella individuale. Al fine di<br />
accrescere la libertà individuale la figura di riferimento<br />
è senza dubbio Sigmund Freud, il<br />
quale si dedica allo studio dell’attività artistica<br />
scaturita propriamente dall’inconscio.<br />
“L’arte costituisce un regno intermedio tra<br />
realtà che frustra i desideri e il mondo della<br />
fantasia che li appaga, un dominio in cui sono<br />
rimaste per così dire vive le aspirazioni all’onnipotenza<br />
dell’umanità primitiva.”<br />
S. Freud<br />
Nella filosofia freudiana, l’arte è l’attività<br />
che libera e purifica l’immaginazione, che<br />
consente all’essere umano di far emergere gli<br />
stati profondi della coscienza. L’artista è inteso<br />
come colui che è nel processo o alla ricerca<br />
di un’auto-liberazione, che attraverso l’opera,<br />
viene trasmessa agli altri uomini che soffrono<br />
degli stessi desideri trattenuti. L’arte diventa<br />
quindi in primo luogo appagamento delle<br />
fantasia personali dell’artista, ed in un secondo<br />
momento vuole esserlo anche di quelle<br />
del fruitore, dell’osservatore.<br />
48
Solo successivamente Freud metterà<br />
in relazione l’arte a tre diversi elementi: il sogno,<br />
il gioco e la fantasia. Particolarmente interessante<br />
è il collegamento tra gioco e arte.<br />
Questo nasce da una constatazione linguistica<br />
della lingua tedesca nella quale si usa il<br />
verbo giocare anche per indicare il “fare” altre<br />
attività artistiche come comporre musica,<br />
recitare, dipingere ecc.<br />
Nel gioco, il bambino arricchisce la<br />
realtà di elementi fantastici, cosa che, man<br />
mano che cresce, smetterà di fare. Poichè<br />
tutto il processo di crescita ed educazione<br />
dell’individuo voluto dalla società si ispira<br />
all’imperativo di restare aderenti alla realtà,<br />
il bambino crescendo smetterà di trasporre<br />
le proprie fantasie nel gioco, limitandosi a<br />
sognare ad occhi aperti senza però potersi<br />
esprimere e poter condividere ciò che abita il<br />
suo inconscio.<br />
Il ricordo del piacere provato nel gioco d’infanzia,<br />
tuttavia, rimane ben presente nell’animo<br />
adulto che nel momento in cui si trova<br />
faccia a faccia con l’arte rivive il superamento<br />
del confine tra realtà e irrealtà, proiettandosi<br />
nel mondo fantastico ed onirico creato<br />
dall’artista. Secondo Freud, dunque, l’importanza<br />
dell’artista e la sua capacità è quella di<br />
far rivivere agli individui la realtà onirica e la<br />
fantasia senza rimorso né vergogna agli occhi<br />
di una società restrittiva e razionale.<br />
Breton, dopo aver letto nel 1919 gli scritti<br />
di Freud, elabora la cosiddetta scrittura automatica:<br />
attraverso questa tecnica di scrittura,<br />
il pensiero viene liberato dal controllo della ragione<br />
e fa emergere la dimensione inconscia.<br />
Quella parte della mente umana, che altrimenti<br />
si coglierebbe solo nel sogno, diventa così attiva<br />
anche nello stato di veglia.<br />
Privo di freni inibitori morali o estetici, il<br />
pensiero fluisce libero e raggiunge la surrealtà,<br />
una realtà superiore e assoluta in cui sogno<br />
e veglia si compenetrano. Ciò che interessa<br />
quindi ai surrealisti, come poi sarà anche per gli<br />
aderenti alla filosofia psichedelica, è far emergere<br />
l’io sepolto nella mente umana e scoprire<br />
i suoi meandri più nascosti. Rinunciare a quello<br />
che Freud ha chiamato super-io, visto come<br />
coscienza morale e insieme e delle proibizioni<br />
imposte all’uomo dalla società, e liberare i sensi<br />
rendono possibile svincolare l’inconscio dalla<br />
razionalità che impedisce il fluire dell’immaginazione.<br />
dalle<br />
associazioni<br />
libere<br />
all'interpretazioni<br />
dei sogni.<br />
Secondo Freud l’inconscio rappresenta<br />
la realtà primaria di cui il conscio è solo la<br />
manifestazione visibile. Il significato di inconscio<br />
verrà scomposto dal filosofo austriaco<br />
in una prima parte, il cosiddetto preconscio,<br />
che comprende i ricordi che diventano consci<br />
grazie ad uno sforzo d’attenzione, e in una<br />
seconda parte, quella del rimosso, che raggruppa<br />
tutti gli elementi psichici propriamente<br />
inconsci.<br />
Ciò su cui Freud si focalizza, ciò che non<br />
a caso sarà alla base dell’indagine surrealista<br />
e il punto d’arrivo a cui aspirano gli psichedelici,<br />
è la seconda parte: il rimosso. Il metodo<br />
ultimo per elaborare tale parte dell’inconscio<br />
è quello che Freud chiama metodo per<br />
associazioni libere, che avviene attraverso<br />
49
l’abbandono dell’individuo ai propri sogni<br />
ed ai propri pensieri. Ne “L’interpretazione<br />
dei sogni”, Freud ben chiarisce anche il ruolo<br />
dei sogni all’interno della nostra esistenza,<br />
dichiarando che questi sono la strada verso la<br />
conoscenza dell’inconscio essendo propriamente<br />
appagamento dei desideri rimossi. La<br />
somma di contenuto latente, cioè la tendenza<br />
che provoca una determinata scena onirica, e<br />
contenuto manifesto, che è la visione onirica<br />
stessa, è soggetta ad una censura da parte<br />
della nostra psiche. Tale censura si riferisce ai<br />
contenuti latenti che si manifestano nei nostri<br />
sogni mediante forme travestite, che vanno a<br />
dar forma al contenuto manifesto.<br />
Freud, sempre ne “L’interpretazione<br />
dei sogni”, sostiene che la creatività è una<br />
conseguenza dell’inconscio e che l’uomo,<br />
solo attraverso l’espressione creativa e creatrice,<br />
è veramente libero. Nonostante il “padre<br />
della psicoanalisi” affermi che la creatività<br />
umana dipenda dall’inconscio, è altrettanto<br />
vero che anche tante altre cose dipendono da<br />
esso. Il rapporto tra sogno ed arte, in questo<br />
frangente, si realizza dunque dalla considerazione<br />
del sogno come un luogo di possibile<br />
creatività. Senza dubbio, l’arte ha un posto<br />
privilegiato in quelle che sono le attività che<br />
manifestano l’inconscio, proprio perché esso<br />
è concepito come luogo dell’espressione<br />
umana non vincolato dalle esigenze del reale.<br />
Nonostante però l’arte possa essere intesa, da<br />
Freud e non solo, come produzione dell’irrazionale<br />
è necessario considerarla anche come<br />
produzione altrettanto razionale: per quanto<br />
essa possa essere informale, non può essere<br />
del tutto informe in quanto inevitabilmente si<br />
deve connettere anche alle tecniche, ai saperi<br />
e all’io che sa fare.<br />
“Scena della psicanalista”. Fotogramma del film “Io ti salverò” di A. Hitchcock,1945.<br />
50
Enormi occhi allucinati sovrapposti uno<br />
all’altro, sguardi velati, surreali partite a carte<br />
costituivano gli elementi essenziali<br />
immaginati e riprodotti da Dalì nel<br />
film “Io ti Salverò” di A. Hitchcock.<br />
51
52<br />
Enormi occhi allucinati sovrapposti uno<br />
all’altro, sguardi velati, surreali partite a carte<br />
costituivano gli elementi essenziali<br />
immaginati e riprodotti da Dalì nel film<br />
“Io ti Salverò” di A. Hitchcock.
scena<br />
ONIRICA<br />
Ambiguità irrazionali.<br />
La luce del cinema è una luce<br />
molto spirituale e molto fisica<br />
nello stesso tempo. Il cinema<br />
afferra gli esseri e gli oggetti<br />
insoliti, più invisibili ed eterei<br />
che le apparizioni delle<br />
mussoline spiritiche.<br />
Ogni immagine cinematografica<br />
è la cattura d’una spiritualità<br />
incontestabile.<br />
Altrettanto interessante è l’analisi del<br />
parallelismo tra Surrealismo e Cultura Psichedelica<br />
in merito al rapporto che ebbero<br />
questi due movimenti culturali con il cinema.<br />
Seppur in modo differente, per entrambi,<br />
questo nuovo mezzo artistico che andava diffondendosi<br />
in modo massimale nel corso del<br />
ventesimo secolo, non solo vide una sua stupefacente<br />
evoluzione ma rappresentò anche<br />
un modo sorprendente per poter esprimere<br />
concretamente l’irreale e l’onirico, o meglio<br />
dar vita e movimento all’inconscio, dando vita<br />
ad altre realtà.<br />
Analizzando in primo luogo il rapporto<br />
tra Surrealismo e cinema è utile proseguire<br />
con analisi della produzione artistica del<br />
surrealista Salvador Dalì. Il pittore spagnolo<br />
infatti opererà nel campo pittorico quanto in<br />
quello del cinema, intraprendendo collaborazioni<br />
cinematografiche con personalità di<br />
notevole importanza tra cui quella con Luis<br />
Buñuel che portò alla pubblicazione dei cortometraggi<br />
“Un chien andalou” del 1929, e<br />
di “L’age d’or” prodotto l’anno successivo.<br />
L’indecifrabilità delle scene della prima produzione<br />
scaturita dalla collaborazione tra Bunuel<br />
e Dalì nasce dal tentativo di creare immagini<br />
dal significato ambiguo. Le immagini<br />
e le scene del cortometraggio sono realizzate<br />
tanto per smentire quanto per ostacolare i<br />
meccanismi di spiegazione e comprensione<br />
del caso, della logica e della razionalità. Se<br />
con “L’age d’or” è possibile individuare una<br />
linea cronologica più o meno definita, che in<br />
Fotogrammi tratti dal cortometraggio<br />
“Un chien andalou”<br />
diretto da L.Bunuel e S.Dali,1929.<br />
53
Fotogrammi tratti dal cortometraggio<br />
“L’age d’or” diretto da L.Bunuel e S.Dali,1930.<br />
Fotogrammi tratti dal cortometraggio<br />
“Un chien andalou” diretto da L.Bunuel e S.Dali,1929.<br />
questo caso si sviluppa intorno alla storia di<br />
due innamorati e il loro rapporto ostacolato<br />
da corpi politici ed istituzionali di natura borghese,<br />
nel precedente lavoro “Un chien andalou”<br />
non è presente alcuna sequenza temporale<br />
definita e cronologica.<br />
Sovvertendo tecnicamente i modi di<br />
ripresa cinematografica tradizione e quelli<br />
d’avanguardia, eliminando la successione<br />
narrativa dei fotogrammi per una accidentale,<br />
aperta all’immaginazione ma soprattutto<br />
all’inconscio, Dalì e Bunuel non presentano<br />
solamente un cortometraggio dal tempo indeterminato<br />
ma inseriscono anche un’ulteriore<br />
suggestione data dall’ambiguità spaziale.<br />
I diciassette minuti di bizzarra, simbolica e<br />
scioccante successione di immagini nascono<br />
dall’unione di due sogni lasciati liberi di manifestarsi<br />
nella più completa irrazionalità, oltrepassando<br />
quelli che erano i limiti del buongusto<br />
e del visivamente gradevole. Il segreto<br />
del successo della produzione di Dalì di un<br />
“cinema antiartistico”, come lo chiamava lui<br />
stesso, stava nell’affiancare contenuti violenti<br />
ad una naturalezza formale ed estetica sorprendente.<br />
54
Nel ’45 l’artista catalano si trovò ad<br />
intraprendere un’importante collaborazione<br />
con il regista Alfred Hitchcock, per il quale<br />
progetta la famosa sequenza onirica del film<br />
“Spellbound, the House of Dr. Edwards”, conosciuto<br />
in Italia con il titolo di “Io ti salverò”.<br />
Il contesto freudiano e psicanalitico di tutto il<br />
film, e in particolare la scena stessa del sogno,<br />
divenne l’esemplificazione dell’instabilità psicofisica<br />
appartenente alla realtà dell’inconscio<br />
e dunque anche all’arte stessa di Dalì.<br />
to disorganizzato: chilometri e chilometri di<br />
pellicola senza capo né coda, senza progetto<br />
narrativo divennero impossibili da gestire e<br />
riordinare una volta conclusa l’avventura. Per<br />
anni dimenticato, il materiale fu pubblicato<br />
solo decenni dopo dallo stesso Kesey.<br />
Spettatori attivi.<br />
Decenni dopo Dalì, alla fine degli anni<br />
’60 la cultura psichedelica, che si stava diffondendo<br />
soprattutto negli States, sente anch’essa<br />
la necessità di esprimersi attraverso<br />
nuovi mezzi cinematografici. Diversi aspetti<br />
di questa realtà, uniti a quelli delle recenti rivoluzioni<br />
giovanili contro la cultura del controllo<br />
sociale, cominciarono ad interessare<br />
una nuova generazione di film-makers e sceneggiatori.<br />
Le loro capacità tecniche nel mestiere<br />
e nella regia erano volte non a caso alla<br />
ricerca dell’estasi. Non a caso i Merry Pranksters,<br />
durante il loro Magic Trip, partirono con<br />
attrezzature video per documentare in modo<br />
spontaneo la loro avventura allucinogena.<br />
Nonostante il loro obiettivo fosse produrre un<br />
documentario vero e proprio, il materiale girato<br />
e raccolto durante la loro avventura non<br />
venne mai post-prodotto. Il progetto di ripresa,<br />
per quanto spontaneo, si rilevò altrettan-<br />
Fotogrammi tratti dalle riprese fatte dai Merry Pranksters,<br />
durante il viaggio sul Further, fine anni ‘60.<br />
Light Shows al concerto dei Greatful Dead.<br />
Fillmore East, 1969.<br />
Ken Kesey e momenti del girato<br />
del viaggio sul Further Bus.<br />
Nonostante questa parentesi che riguarda<br />
i seguaci di Kesey sul Magic Bus, la<br />
nuova concezione di cinema, che si opponeva<br />
concettualmente all’industria holliwoodiana,<br />
era generalmente indirizzata ad esperienze<br />
sensoriali a cui lo spettatore doveva partecipare<br />
e non più solamente assistere. La spettacolarità<br />
non era più abbastanza. Non c’era<br />
un progetto, una morale, un preciso significato<br />
logico da comunicare, era sufficiente<br />
esprimersi. Il vecchio stile di ammiccamenti<br />
sessuali venne presto sostituito con eleganti<br />
capolavori di arte erotica.<br />
55
Performance sensoriali.<br />
Con l’avvicinarsi del movimento psichedelico<br />
al cinema, si vennero ad infrangere<br />
anche le barriere tra palco, o meglio scena,<br />
e pubblico: la gente doveva venire totalmente<br />
immersa in visioni iridescenti ed ipnotiche,<br />
pulsazioni sonore nuove, luci mai viste prima,<br />
alternative sofisticate dei primitivi light show<br />
degli anni Sessanta.<br />
Dopo l’esperienza degli “Acid test”,<br />
anche il cosiddetto “nuovo cinema” non era<br />
più abbastanza. Bisognava creare performance<br />
sensoriali, un teatro ambientale di massa:<br />
musica su cui la gente poteva danzare e me-<br />
diante l’abuso di droghe, all’epoca ancora legali,<br />
entrare in uno stato di trance pubblico e<br />
condiviso. Era proprio in questi contesti che<br />
nascevano le prime installazioni audio-video.<br />
C’erano camere per la tv a circuito<br />
chiuso sulla pista da ballo in modo che le persone<br />
potessero guardarsi mentre si muovevano.<br />
Microfoni e impianti sonori dissaminati<br />
ovunque, tra la natura, nei boschi, perché la<br />
musica doveva invadere tutti, esplodendo a<br />
volumi terrificanti.<br />
56
Le nuove tecnologie<br />
multimediali diventano<br />
liberazione dell’istinto<br />
dionisiaco: l’interazione,<br />
non solo dell’anima,<br />
ma ora anche del corpo.<br />
Con le sonorità e le immagini<br />
veniva permesso<br />
alle persone di pulirsi<br />
della rigidità sociale.<br />
Acid Test Graduation:<br />
musica, luce e perfrmances.<br />
57
Bibliografia.<br />
Sitografia.<br />
Filmografia.<br />
Nicosia, Fiorella, and Salvador Dalí. Dalí. Firenze:<br />
Giunti, 2002. Print.<br />
Harari, Yuval Noah., and Giuseppe Bernardi.<br />
Da Animali a Dèi: Breve Storia Dell’umanità.<br />
Milano: Bompiani, 2014. Print.<br />
Bertoncelli, Riccardo. Storia Leggendaria Della<br />
Musica Rock. Firenze: Giunti, 1999. Print.<br />
Bolelli, Franco, and Franco Berardi. Le Nuove<br />
Droghe: Dalla Sintesi Vegetale All’estasi Sintetica.<br />
Roma: Castelvecchi, 1996. Print.<br />
Wolfe, Tom. L’acid Test Al Rinfresko Elettriko.<br />
Milano: Feltrinelli, 1970. Print.<br />
Bolelli, Franco. Starship: Viaggio Nella Cultura<br />
Psichedelica. Roma: Castelvecchi, 1995.<br />
Print.<br />
Nadeau, Maurice. Storia E Antologia Del Surrealismo.<br />
Milano: Mondadori, 1972. Print.<br />
Petrella, Carlo. Droga e favole. Milano: Il Timore.<br />
Print.<br />
HenryBloggit. “Acid Test Graduation Ceremony<br />
1966 (Actual Footage).” YouTube.<br />
“Magic Trip.” (Official Movie Site). N.p., n.d.<br />
Web. 19 June 2016.<br />
Un Chien Andalou. Luis Buñuel Et S. Dali,<br />
1929.<br />
The Golden Age. By Luis Buñuel and Salvador<br />
Dalí. Dir. Luis Buñuel. Perf. Gaston Modot, Lya<br />
Lys, and Max Ernst. Corinth Films, 1930.<br />
Spellbound, the House of Dr. Edwards. Dir.<br />
Alfred Hitchcock. Perf. Ingrid Bergman, Gregory<br />
Peck. 1945.<br />
Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo. Dir.<br />
Miloš Forman. Perf. Jack Nicholson, Louise<br />
Fletcher. Warner Home Video, 2002.<br />
58
59<br />
Foto di Sofia Rivolta. Modella Alice Rivolta.
60<br />
Psichedelia e Surrealismo: le droghe come<br />
manifestazione dell’incoscio, i sogni come<br />
creazione d’arte. Tesina di maturità.<br />
Anno scolastico 2015-2016<br />
Liceo Artistico G.Terragni<br />
Sofia Rivolta