OZ MAGAZIONE: psichedelia e surrealismo
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l’abbandono dell’individuo ai propri sogni<br />
ed ai propri pensieri. Ne “L’interpretazione<br />
dei sogni”, Freud ben chiarisce anche il ruolo<br />
dei sogni all’interno della nostra esistenza,<br />
dichiarando che questi sono la strada verso la<br />
conoscenza dell’inconscio essendo propriamente<br />
appagamento dei desideri rimossi. La<br />
somma di contenuto latente, cioè la tendenza<br />
che provoca una determinata scena onirica, e<br />
contenuto manifesto, che è la visione onirica<br />
stessa, è soggetta ad una censura da parte<br />
della nostra psiche. Tale censura si riferisce ai<br />
contenuti latenti che si manifestano nei nostri<br />
sogni mediante forme travestite, che vanno a<br />
dar forma al contenuto manifesto.<br />
Freud, sempre ne “L’interpretazione<br />
dei sogni”, sostiene che la creatività è una<br />
conseguenza dell’inconscio e che l’uomo,<br />
solo attraverso l’espressione creativa e creatrice,<br />
è veramente libero. Nonostante il “padre<br />
della psicoanalisi” affermi che la creatività<br />
umana dipenda dall’inconscio, è altrettanto<br />
vero che anche tante altre cose dipendono da<br />
esso. Il rapporto tra sogno ed arte, in questo<br />
frangente, si realizza dunque dalla considerazione<br />
del sogno come un luogo di possibile<br />
creatività. Senza dubbio, l’arte ha un posto<br />
privilegiato in quelle che sono le attività che<br />
manifestano l’inconscio, proprio perché esso<br />
è concepito come luogo dell’espressione<br />
umana non vincolato dalle esigenze del reale.<br />
Nonostante però l’arte possa essere intesa, da<br />
Freud e non solo, come produzione dell’irrazionale<br />
è necessario considerarla anche come<br />
produzione altrettanto razionale: per quanto<br />
essa possa essere informale, non può essere<br />
del tutto informe in quanto inevitabilmente si<br />
deve connettere anche alle tecniche, ai saperi<br />
e all’io che sa fare.<br />
“Scena della psicanalista”. Fotogramma del film “Io ti salverò” di A. Hitchcock,1945.<br />
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