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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 3 N. 10<br />
Ottobre 2016<br />
ASPIRANTI FOTOMODELLE<br />
CURVY... È BELLO<br />
UN PARCO INCANTATO:<br />
"LA MORTELLA"<br />
Viaggio nella natura incontaminata<br />
dell'isola d'Ischia, in visita ad<br />
uno dei più belli e rigogliosi giardini<br />
d'Europa<br />
OLIVE ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
IL CASTAGNO<br />
DEI CENTO CAVALLI<br />
A MICHELE MIGLIONICO<br />
IL PREMIO BASILEO 2016<br />
Il prestigioso riconoscimento<br />
premia l'attaccamento del noto<br />
stilista lucano alla sua terra d'origine.<br />
DON CAMILLO GIUNGE IN RUSSIA
2 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 Venaria Reale, un progetto<br />
che integra il Borgo e la Reggia.<br />
24 Un parco incantato:<br />
"La Mortella".<br />
CULTURA<br />
18 Don Camillo giunge in Russia.<br />
22 Nell'Italia degli anni '60<br />
il cinema del boom economico.<br />
NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />
28 Il castagno dei cento cavalli.<br />
30 Phubbing: la sindrome<br />
da cellulare compulsivo.<br />
34 Mostre all’Orizzonte.<br />
FASHION & MODELS<br />
66 Aspiranti Fotomodelle:<br />
I generi alternativi:<br />
Curvy... è bello!<br />
66 A Michele Miglionico<br />
il Premio BasiLEO 2016.<br />
RUBRICHE<br />
53 Orizzonte Food<br />
Olive all'ascolana al contrario.<br />
58 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
Benessere al naturale.<br />
60 Lo sapevate che<br />
Il Tarassaco.<br />
77 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa aut<strong>oriz</strong>zazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
EDITORIALE<br />
Leggere o guardare?<br />
È assodato, gli italiani leggono sempre meno. In<br />
questa società frenetica leggere comporta tempo, e<br />
allora la nostra attenzione preferisce le immagini alle<br />
parole: sono più rapide da individuare, più immediate<br />
da comprendere; basta uno sguardo, non servono<br />
regole complicate, circonvoluzioni verballi, macchinosi<br />
costrutti sintattici.<br />
I quotidiani ormai si sfogliano solo per guardare le figure,<br />
al massimo soffermandosi di sfuggita sui titoli più grandi,<br />
quelli che saltano subito all'occhio. I libri sono ancora<br />
più impegnativi. Il risultato è che i giornali sono in profonda<br />
crisi e le librerie sono semivuote, mentre la gente va in<br />
giro per il web perduta nel proprio smartphone.<br />
Senza peraltro leggere neanche lì; basta infatti un "I<br />
like" ogni tanto per dar segno della propria esistenza in<br />
vita e lasciare eterna testimonianza nel mondo.<br />
Naturalmente, se la tendenza è di non leggere per<br />
quale motivo bisognerebbe saper scrivere? Non è importante,<br />
tanto non leggerà nessuno, e se proprio qualcuno<br />
dovesse prendersi questa briga, con molta probabilità<br />
non saprà scrivere neanche lui. La lingua italiana<br />
presa a calci nelle gengive è ormai una costante: nessuno<br />
ci fa più caso, spesso neanche gli stessi giornalisti<br />
che, forse perché scrivono per professione, riversano le<br />
loro frustrazioni su grammatica e sintassi. È infatti loro<br />
la responsabilità di aver diffuso urbi et orbi termini come<br />
il celodurismo di bossiana memoria o il bunga bunga berlusconiano,<br />
facendoli diventare beceri neologismi che<br />
pure hanno trovato posto nel dizionario italiano.<br />
C'è da meravigliarsi, quindi, se sui muri si leggono<br />
perle tipo "Mi ai spendo il cuore" o "Prova à d'amarmi"?<br />
Forse ha proprio ragione l'anonimo filosofo di strada<br />
che ha scritto: "Il futuro non è più quello di una volta".<br />
Franco Ardito<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 3 n. 10 - Ottobre 2016<br />
Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />
tel.: 080 9697552<br />
e-mail: direzione@<strong>oriz</strong>zontemagazine.it<br />
www.<strong>oriz</strong>zontemagazine.it<br />
La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per e-<br />
mail a: articoli@<strong>oriz</strong>zontemagazine.it Gli<br />
articoli dovranno pervenire in formato<br />
doc o docx e le immagini in formato<br />
jpeg, con una risoluzione non inferiore<br />
a 300 ppi.<br />
4 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 5
VENARIA REALE<br />
UN PROGETTO CHE INTEGRA<br />
IL BORGO E LA REGGIA<br />
di Fabrizio Capra<br />
Centro Storico s’incontrano<br />
dieci pannelli che<br />
illustrano tappe storiche,<br />
personaggi, luoghi architettonici<br />
e vicende di Venaria,<br />
caso unico di città<br />
ideata in simbiosi con la<br />
sua Reggia.<br />
Q<br />
uando da piazza<br />
Vittorio Veneto<br />
si imbocca via<br />
Andrea Mensa,<br />
inoltrandosi nell’anima<br />
antica di Venaria Reale, ci<br />
si immerge in un percorso<br />
permeato di storia;<br />
entrando poi in piazza<br />
dell’Annunziata, quando<br />
sullo sfondo inizia a<br />
materializzarsi concretamente<br />
la Reggia, lo sguardo<br />
corre attorno pieno<br />
di ammirazione. Ma solo<br />
una volta giunti in piazza<br />
della Repubblica (nome<br />
azzardato per una piazza<br />
nel cuore di un simbolo<br />
di Casa Savoia) la Reggia<br />
si rivela in tutta la sua magnificenza<br />
e imponenza.<br />
Da oltre trecento anni<br />
il Borgo Antico accoglie<br />
i visitatori, offrendosi a<br />
loro con le sue architetture,<br />
la prospettiva e la<br />
storia che rappresenta.<br />
Raccontare in un articolo<br />
la Reggia nel suo complesso<br />
è un’impresa ardua,<br />
soprattutto per il rischio<br />
di dimenticarne qualche<br />
passaggio o di sottovalutarne<br />
qualche aspetto: in<br />
questo servizio cercherò<br />
di stimolare l’attenzione<br />
del lettore verso una<br />
visita a questo gioiello<br />
storico della provincia di<br />
Torino e del Piemonte,<br />
lasciando ogni approfondimento<br />
alla navigazione<br />
sul sito ufficiale www.lavenaria.it<br />
e col consiglio<br />
di acquistare, una volta<br />
visitata la Reggia, la Guida<br />
realizzata da Giovanna<br />
Francesca Grasso (difficile<br />
sintetizzare quello che<br />
la curatrice della guida<br />
ha racchiuso in oltre 180<br />
pagine).<br />
Il contesto<br />
Fin dalla metà del Seicento<br />
la Reggia e il Borgo<br />
Antico sono stati concepiti,<br />
nel progetto di Amedeo<br />
di Castellamonte<br />
per integrarsi a vicenda.<br />
La pianta del Borgo Antico<br />
riproduce il “Collare<br />
dell’Annunziata”, la più<br />
alta onorificenza di Casa<br />
Savoia: la piazza circolare<br />
su cui si affacciano, una a<br />
destra e l’altra a sinistra,<br />
due chiese gemelle è<br />
creata in corrispondenza<br />
del “medaglione” del<br />
Collare; naturalmente<br />
la piazza è dedicata alla<br />
Santissima Annunziata.<br />
Disegnato come una<br />
Corte minore rivolta alla<br />
facciata del gran palazzo,<br />
il Borgo seicentesco<br />
apriva il lungo cerimoniale<br />
che conduceva i visitatori<br />
fin dentro la Corte<br />
d’Onore, per poi accompagnarli<br />
all’ingresso della<br />
Sala di Diana.<br />
Lungo il percorso del<br />
La Venaria Reale<br />
Si tratta di un “progetto<br />
culturale permanente”<br />
in grado di proporre opportunità<br />
di conoscenza,<br />
emozioni ed esperienze<br />
molteplici. Si trova alle<br />
porte di Torino ed è<br />
composto dagli 80mila<br />
metri quadri di edificio<br />
monumentale della Reggia,<br />
60 ettari di Giardini, e<br />
3mila ettari recintati del<br />
Parco La Mandria.<br />
Ci si trova, quindi, al cospetto<br />
di un capolavoro<br />
dell’architettura e del<br />
paesaggio, dal 1997 Patrimonio<br />
dell’Umanità<br />
dell’Unesco e dal 2007<br />
aperto al pubblico.<br />
Storia in breve<br />
E’ la metà del diciassettesimo<br />
secolo quando il<br />
duca Carlo Emanuele II<br />
di Savoia e la duchessa<br />
Maria Giovanna Battista<br />
di Savoia Nemours<br />
incaricano Amedeo di<br />
6 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 7
Castellamonte, architetto<br />
di corte, di disegnare<br />
un luogo destinato al<br />
piacere e alla caccia. Il<br />
progetto, di grandioso<br />
impatto scenografico,<br />
comprende il palazzo,<br />
il parco, i boschi di caccia<br />
e un intero borgo.<br />
Dal 1699 l’architetto Michelangelo<br />
Garove mette<br />
mano al complesso<br />
della Reggia, per dargli<br />
un carattere più grandioso,<br />
secondo le ambizioni<br />
di Vittorio Amedeo II.<br />
Nel frattempo il duca diventa<br />
re e nel 1716 affida<br />
il progetto di ampliamento<br />
a Filippo Juvarra,<br />
che con la sua Galleria<br />
Grande, la Cappella di<br />
Sant’Uberto, la Citroniera<br />
e la Scuderia, inserisce<br />
la Reggia tra i capolavori<br />
del barocco.<br />
Nel 1739 Carlo Emanuele<br />
III incarica Benedetto<br />
Alfieri di dare unità al<br />
complesso con un sistema<br />
di gallerie di comunicazione<br />
e ambienti di servizio,<br />
tra cui le scuderie e<br />
il maneggio coperto.<br />
La Reggia prosegue con<br />
la sua vita di corte durante<br />
il regno di Vittorio<br />
Amedeo III, che fa realizzare<br />
da Giuseppe Battista<br />
Piacenza e da<br />
Carlo Randoni il<br />
collegamento tra<br />
il Piano nobile e i<br />
piani alti, e di Carlo<br />
Emanuele IV, fino<br />
al declino dell’Antico<br />
Regime.<br />
Dopo l’arrivo di<br />
Napoleone, la conseguente<br />
fuga e il<br />
successivo ritorno<br />
del re, all’inizio<br />
dell’Ottocento la<br />
Reggia si trasforma<br />
in caserma,<br />
ospitando le divise<br />
delle guerre d’Indipendenza<br />
e quindi,<br />
durante la Prima e<br />
la Seconda guerra<br />
mondiale, quelle<br />
dell’esercito italiano.<br />
Tolto il presidio<br />
militare, la Reggia<br />
diventa preda dei<br />
vandali, che spogliano<br />
il palazzo di<br />
tutti i materiali riutilizzabili.<br />
Un periodo<br />
d’oblio riscattato<br />
dai generosi<br />
tentativi della comunità<br />
e della Soprintendenza<br />
dei<br />
Beni Architettonici<br />
di scongiurare l’irreparabile.<br />
Il restauro della Reggia<br />
e dei Giardini, il<br />
recupero del Borgo<br />
Antico e del Parco<br />
della Mandria vengono<br />
avviati nel 1999<br />
dal Ministero dei Beni<br />
e le Attività Culturali<br />
e dalla Regione<br />
Piemonte, con il sostegno<br />
dell’Unione<br />
Europea e del Ministero<br />
dell’Economia<br />
e la collaborazione<br />
della Provincia di<br />
Torino, del Comune<br />
di Venaria e del<br />
Comune di Torino.<br />
Il progetto riporta<br />
alla luce affreschi,<br />
decorazioni e testimonianze<br />
archeologiche<br />
attraverso<br />
metodologie di intervento<br />
all’avanguardia.<br />
L’inaugurazione, avvenuta<br />
il 12 ottobre<br />
2007, ha restituito<br />
al pubblico la Reggia<br />
e i suoi Giardini.<br />
L’architettura, la<br />
storia, il paesaggio,<br />
i moderni linguaggi<br />
artistici, i capolavori<br />
d’arte e uno spettacolare<br />
ed evocativo<br />
allestimento sugli<br />
stili di vita del Seicento<br />
e del Settecento<br />
offrono ai contemporanei<br />
lo splendore di una<br />
grande corte europea.<br />
Attraverso il percorso<br />
di visita, le mostre, gli<br />
spettacoli, i concerti, i<br />
convegni e i piaceri enogastronomici,<br />
la regalità e<br />
il piacere di vivere sono<br />
ritornati di casa alla Reggia<br />
di Venaria.<br />
La visita<br />
A questo punto diventa<br />
facile raccontare la visita<br />
alla Reggia e ai suoi Giardini,<br />
ma ne risulterebbe<br />
un articolo didascalico,<br />
incapace di trasmettere<br />
quello che veramente<br />
rappresenta questo importante<br />
monumento,<br />
caratterizzato da alcune<br />
fra le più alte espressioni<br />
del barocco.<br />
È il “Teatro della Storia<br />
e della Magnificenza” a<br />
fare da cornice a questo<br />
capolavoro: un percorso<br />
espositivo di quasi 2mila<br />
metri dedicato ai Savoia,<br />
suddiviso tra piano interrato<br />
e piano nobile, in<br />
due momenti capaci di<br />
far rivivere, appunto, la<br />
storia e la magnificenza<br />
di questo luogo, arricchito<br />
dal suggestivo allesti-<br />
8 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 9
mento sulla vita di corte<br />
“Ripopolare la Reggia” di<br />
Peter Greenaway.<br />
Il Piano Seminterrato, dedicato<br />
alla “Storia”, propone<br />
gli affascinanti locali<br />
che un tempo erano adibiti<br />
alle attività di servizio,<br />
in modo che si possano<br />
cogliere e fare riflessioni<br />
su fatti storici, temi e<br />
vicissitudini della dinastia<br />
sabauda, dalle mitologiche<br />
origini dell’anno Mille<br />
fino alla prima metà<br />
dell’Ottocento, quando<br />
si estinse il ramo principale<br />
dei Savoia. Nelle ultime<br />
sale, prima di salire<br />
al Piano Nobile, troviamo<br />
il racconto delle trasformazioni<br />
della Reggia:<br />
il progetto del Castellamonte<br />
e un’affascinante<br />
“storia delle idee incompiute”,<br />
di come il palazzo<br />
avrebbe dovuto essere<br />
secondo i progetti, mai<br />
completati, di Garove,<br />
Juvarra e Alfieri.<br />
Al livello superiore, il<br />
Piano Nobile è dedicato<br />
alla “Magnificenza”, dove<br />
viene raccontata la seicentesca<br />
Reggia di Diana<br />
per proseguire poi con<br />
la grande Promenade<br />
à la cour, attraverso gli<br />
appartamenti del Duca<br />
e della Duchessa, quelli<br />
del Re e della Regina, la<br />
Galleria Grande, il Rondò<br />
alfieriano, la Cappella<br />
di Sant’Uberto, un grandioso<br />
“percorso cerimoniale”<br />
che caratterizzava<br />
il palazzo settecentesco.<br />
Il tutto viene riproposto<br />
senza soluzione di continuità,<br />
permettendo al visitatore<br />
di muoversi liberamente<br />
nei grandi spazi<br />
della Reggia e di ammirarne<br />
le fantastiche prospettive<br />
architettoniche.<br />
Dipinti, sculture, arazzi,<br />
mobili, lampadari, tappeti,<br />
bandiere, argenti, tabacchiere,<br />
orologi e strumenti<br />
musicali evocano<br />
l’arredo perduto e ricreano<br />
le antiche atmosfere<br />
di corte e il gusto del Seicento<br />
e del Settecento.<br />
Inoltre nelle sale dell’Appartamento<br />
della principessa<br />
Ludovica sono<br />
esposte ventisette prestigiose<br />
opere del XVI<br />
e XVII secolo, concesse<br />
in prestito dalla Galleria<br />
Sabauda del Polo Reale<br />
di Torino. Sono dipinti<br />
appartenuti ai re Savoia,<br />
opere di maestri come<br />
Schedoni, Guido Reni,<br />
Guercino, Rubens, van<br />
Dyck, Brueghel il Vecchio<br />
e Brueghel il Giovane<br />
che vanno a rievocare<br />
la “quadreria della Reggia”.<br />
Il percorso si chiude<br />
con la Scuderia Grande<br />
juvarriana, uno degli<br />
spazi architettonici più<br />
imponenti della Venaria<br />
e del barocco europeo:<br />
all’interno è esposto lo<br />
splendido Bucintoro, fatto<br />
realizzare a Venezia da<br />
Vittorio Amedeo II fra il<br />
1729 e il 1731, oggi unico<br />
esemplare originale<br />
rimasto al mondo, presentato<br />
in un allestimento<br />
spettacolare che prevede<br />
filmati didattici, luci<br />
e musiche originali, con<br />
la celebre imbarcazione<br />
“armata” per intero con<br />
albero, remi e vele. Insieme<br />
si ammirano anche<br />
alcune fra le più sontuose<br />
carrozze di gala utilizzate<br />
dai Savoia nell'Ottocento,<br />
tra cui la Berlina dorata.<br />
Si tratta, nel complesso,<br />
di una mostra permanente<br />
imperdibile, sia<br />
per il valore eccezionale<br />
delle opere esposte<br />
con soluzioni scenografiche<br />
moderne e di effetto<br />
straordinario, sia per<br />
comprendere meglio la<br />
storia della Reggia, del<br />
suo territorio, della dinastia<br />
che l’ha governato, e<br />
di un’epoca che insieme<br />
rappresentano.<br />
Architetture mozzafiato<br />
recuperate, scorci e<br />
assialità prospettiche riproposte,<br />
ambienti, tappezzerie,<br />
contesti storici<br />
nuovamente citati, adesso<br />
come allora accompagnano<br />
il visitatore nelle<br />
magiche atmosfere della<br />
vita di corte, per uno<br />
straordinario viaggio nella<br />
cultura e nel loisir di<br />
ieri e di oggi.<br />
Galleria grande<br />
Collegava l’appartamento<br />
del re a quello dell’erede<br />
al trono. E’ uno dei<br />
capolavori dell’architettura<br />
settecentesca, firmato<br />
dall’architetto Filippo<br />
Juvarra: armonia e<br />
proporzioni, decori fatti<br />
di stucchi, cornici, lesene<br />
ne fanno uno degli ambienti<br />
più sorprendenti<br />
e spettacolari dell’intero<br />
complesso.<br />
Il pavimento è stato realizzato<br />
nel 1995: l’originale,<br />
durante l’occupazione<br />
10 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 11
francese, fu smontato e<br />
riutilizzato per la Galleria<br />
del Beaumont a Torino.<br />
Le finestrature e i “grandi<br />
occhi” consentono un<br />
gioco di luci e penombre<br />
tali da esaltare la varietà<br />
degli infiniti decori e delle<br />
due esedre, suggestionando<br />
inesorabilmente i<br />
visitatori. Il ricco apparato<br />
decorativo è dovuto<br />
a Pietro Filippo Somasso,<br />
Giuseppe Bolina, Antonio<br />
Papa e Giovambattista<br />
Sanbartolomeo.<br />
Alcuni dati: 15 metri l’altezza<br />
al centro volta, 80<br />
metri la lunghezza, 12<br />
metri la larghezza, 44 le<br />
ampie finestrature, 22<br />
aperture ovali all’interno<br />
e rettangolari all’esterno<br />
(grandi “occhi”).<br />
Sala di Diana<br />
Vi si accedeva dopo aver<br />
percorso il cortile d’accesso<br />
e quello d’onore. E’<br />
rettangolare, ricca di stucchi<br />
e rappresentazioni allegoriche<br />
incentrate sulla<br />
caccia; la volta è affrescata<br />
da Jan Miel e vi sono<br />
enormi ritratti equestri e<br />
tele a tema venatorio.<br />
Nei Seicento la sala era<br />
utilizzata per banchetti e<br />
ricevimenti.<br />
Cappella di Sant’Uberto<br />
E’ un capolavoro juvarriano<br />
dedicato a Sant’Uberto,<br />
protettore dei<br />
cacciatori, voluto da Vittorio<br />
Amedeo II. Iniziato<br />
nel 1716 e completata nel<br />
1729, si presenta con maestose<br />
volumetrie disposte<br />
intorno ad un impianto<br />
a croce greca smussata,<br />
con due grandi altari ai lati<br />
del transetto e quattro<br />
cappelle circolari all’interno<br />
e poligonali all’esterno,<br />
poste sulle diagonali. Un<br />
ambiente unico fatto di<br />
fastose decorazioni e sapienti<br />
contrasti di luce.<br />
L’altare maggiore è opera<br />
di Giovanni Baratta e<br />
si sviluppa in senso verticale,<br />
collocandosi tra le<br />
due colonne centrali della<br />
conca realizzata dall’abside.<br />
Baratta è autore anche<br />
delle quattro statue<br />
dei Dottori della Chiesa,<br />
poste nelle nicchie dei<br />
pilastri centrali: Sant’Agostino,<br />
Sant’Ambrogio,<br />
Sant’Atanasio e San Giovanni<br />
Crisostomo. Sugli<br />
altari laterali si trovano le<br />
quattro grandi pale, opera<br />
di affermati pittori di<br />
scuola romana.<br />
La Cappella fu collegata<br />
alla Reggia per mano<br />
di Benedetto Alfieri, che<br />
ideò anche lo scenografico<br />
scalone monumentale<br />
che sale alle tribune della<br />
Cappella.<br />
Scuderie juvarriane<br />
Realizzate dal 1722 al<br />
1727 da Juvarra, la Citroniera<br />
(antica serra creata<br />
per il ricovero degli agrumi)<br />
e la Scuderia Grande,<br />
con i loro 5mila metri<br />
quadri totali di superficie,<br />
oltre 140 metri di<br />
lunghezza per quasi 15 di<br />
larghezza e altrettanti di<br />
altezza ognuna, rappresentano<br />
il più vasto polo<br />
espositivo del complesso<br />
della Reggia di Venaria.<br />
Citroniera<br />
Usata per riporre d'inverno<br />
le piante d'agrumi<br />
ornamentali, emerge come<br />
quinta scenografica<br />
del Giardino a Fiori e il<br />
suo ingresso principale<br />
s'attesta su uno dei viali<br />
più lunghi: l'Allea Reale.<br />
Internamente appare<br />
come un'enorme serra,<br />
con le finestre aperte<br />
verso sud al fine di ottenere<br />
il massimo sole. Si<br />
tratta di un ambiente di<br />
grande ricchezza di luci<br />
e decorazioni: lo spazio<br />
interno, oltre che imponente<br />
per dimensioni, è<br />
stato concepito anche<br />
in termini di grande ricchezza<br />
chiaroscurale e<br />
plastica; le pareti laterali<br />
sono scavate da nicchie<br />
che, con la loro scansione,<br />
imprimono un forte<br />
dinamismo all'involucro,<br />
risultando caratterizzate a<br />
sud dalla grande luminosità<br />
delle aperture ad arco<br />
sormontate da oculi (per<br />
accogliere il massimo di<br />
luce e calore d'inverno)<br />
e a nord dalla replica dei<br />
serramenti in trompe<br />
l'oeil sul muro di separazione<br />
dalla scuderia.<br />
Scuderia grande<br />
Poteva contenere 160<br />
cavalli; dei box lignei, oggi<br />
scomparsi, restano i<br />
precisi disegni realizzati<br />
dai mastri minusieri. Le<br />
amplissime dimensioni di<br />
questo ambiente, maggiori<br />
di qualsiasi altra scuderia<br />
di residenza reale presente<br />
in Piemonte, rivelano<br />
non solo l'importanza del<br />
cavallo nella grande coreografia<br />
delle cacce reali,<br />
ma anche l'ambizione della<br />
committenza.<br />
Sale delle Arti<br />
Situate ai “piani alti” della<br />
reggia rappresentano lo<br />
spazio ideale per mostre<br />
temporanee organizzate<br />
nel corso dell'anno. Imperdibile<br />
la vista che si<br />
gode sui Giardini, verso il<br />
borgo o sulla Corte d’Onore.<br />
Corte d’Onore<br />
12 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 13
Accoglie il visitatore in<br />
tutta la sua magnificenza,<br />
offrendo uno sguardo<br />
d’insieme da cui si percepisce<br />
una delle peculiarità<br />
della Reggia: quella<br />
di essere un complesso<br />
straordinario anche per<br />
le differenti fasi storiche<br />
che evoca, visibilmente<br />
intersecate tra loro in<br />
quanto frutto di radicali<br />
cambiamenti architettonici<br />
attuati dai vari architetti<br />
che hanno operato<br />
a Venaria.<br />
Nella Corte d’Onore era<br />
collocata la Fontana del<br />
Cervo, un ricco apparato<br />
marmoreo raffigurante<br />
dodici cani e quattro cacciatori<br />
sorpresi nell’atto<br />
di inseguire il cervo<br />
bronzeo. Oggi la Fontana<br />
rivive come citazione<br />
storica dell’antico sito, di<br />
cui rimangono le fondamenta<br />
e parte delle decorazioni;<br />
è stata inserita<br />
in una nuova grandiosa<br />
ellisse di 120 metri, che<br />
recupera così il baricentro<br />
della Corte. Il Teatro<br />
d’Acqua, con i suoi 100<br />
ugelli d’acqua (alti fino<br />
a 12 metri), i proiettori<br />
colorati e i condotti di<br />
vapore, costituisce una<br />
delle più scenografiche<br />
e suggestive fontane del<br />
mondo.<br />
I Giardini<br />
Oggi rappresentano un<br />
connubio tra antico e<br />
moderno, tra insediamenti<br />
archeologici e opere<br />
contemporanee, dove<br />
la monumentale statua<br />
dell’Hercole Colosso<br />
(originariamente posizionata<br />
all’interno della Fontana<br />
dell’Ercole) ultima<br />
opera originale ancora<br />
Le foto del servizio<br />
sono di Fabrizio Capra<br />
14 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 15
esistente, convive con le<br />
opere di importanti artisti<br />
contemporanei.<br />
I giovani Giardini della<br />
Reggia di Venaria, inaugurati<br />
solo nel 2007, superata<br />
la prima fase di<br />
assestamento, stanno<br />
entrando in un momento<br />
importante della loro<br />
crescita ed evoluzione,<br />
durante la quale iniziano<br />
a delinearsi in maniera<br />
più evidente e definita gli<br />
elementi caratterizzanti<br />
e la "forza" del loro disegno,<br />
a testimonianza<br />
di una continua trasformazione<br />
naturale che nel<br />
panorama dei grandi giardini<br />
storici europei rappresenta<br />
un'esperienza<br />
unica. La loro visita può<br />
dunque costituire una<br />
piacevole sorpresa anche<br />
per chi li ha già visitati in<br />
passato, proprio perché<br />
sempre in evoluzione.<br />
I giardini, oltre che a piedi<br />
o con visite guidate, sono<br />
percorribili con il “trenino<br />
Freccia di Diana”, la<br />
“Gondola” o la “Carrozza<br />
a cavallo”.<br />
Proviamo anche per i<br />
Giardini a sintetizzare ciò<br />
che il visitatore può vedere.<br />
Parco Alto<br />
Creato nel Settecento<br />
comprende il rinato<br />
Gran Parterre, le grandi<br />
Allee (di Terrazza e Reale),<br />
i Boschetti, dove è<br />
possibile scorgere pavoni<br />
e pavoncelle, il Giardino<br />
delle Rose e il Fantacasino,<br />
attrazione del Boschetto<br />
dei Giochi pensata<br />
per le famiglie e un<br />
pubblico di ogni età, che<br />
ripropone in chiave moderna<br />
la funzione di luogo<br />
di loisir dei Giardini.<br />
L’attuale allestimento ricalca<br />
quelli originari e si<br />
basa, per il tracciato, su<br />
disegni e rilievi del Settecento<br />
e sulle linee nel<br />
terreno individuate mediante<br />
la lettura di fotografi<br />
e aeree.<br />
Parco Basso<br />
Include il grande bacino<br />
d'acqua della Peschiera<br />
(11 milioni di litri d'acqua<br />
per una visuale scenografica<br />
immensa), lo spazio<br />
del Giardino delle Sculture<br />
Fluide di Giuseppe Penone,<br />
le grotte seicentesche,<br />
i resti della Fontana<br />
dell'Ercole e del Tempio<br />
di Diana collegati dalla<br />
visione all'infinito del canale<br />
d’acqua, e gli orti e i<br />
frutteti del Potager Royal<br />
più grande d'Italia.<br />
Asse Centrale<br />
Lungo la linea retta che,<br />
in prosecuzione della via<br />
centrale di Venaria Reale<br />
(Via Mensa), attraversando<br />
la Sala di Diana e<br />
il Giardino a Fiori, corre<br />
in coincidenza con l’Allea<br />
Centrale, si trovano nuove<br />
realizzazioni e resti di<br />
strutture antiche, riportate<br />
alla luce mediante<br />
scavo archeologico: la<br />
Corte d’Onore con la<br />
Fontana del Cervo, il<br />
Giardino a Fiori, i ruderi<br />
della Fontana d’Ercole,<br />
l’Allea Centrale, con<br />
il canale d’acqua e il basamento<br />
del Tempio di<br />
Diana.<br />
Era questo il percorso<br />
originario sviluppato<br />
sull’asse centrale del progetto<br />
del Castellamonte<br />
che, nella seconda metà<br />
del Seicento, concepì<br />
Borgo, Reggia e Giardini<br />
come unico complesso.<br />
16 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 17
18 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 19
GRAZIE ALLA PASSIONE<br />
DELLA SUA TRADUTTRICE<br />
DON CAMILLO<br />
GIUNGE IN RUSSIA<br />
di Erica Caimi<br />
"O<br />
ra non è che<br />
io mi dia le<br />
arie del creatore,<br />
mica dico di averli<br />
creati io. Io ho dato<br />
ad essi una voce. Chi li<br />
ha creati è la Bassa. Io li<br />
ho incontrati, li ho presi<br />
sottobraccio e li ho fatti<br />
camminare su e giù per<br />
l’alfabeto”, con queste<br />
parole Giovannino Guareschi<br />
descriveva la nascita<br />
dei suoi personaggi<br />
nell'introduzione di “Don<br />
Camillo e il suo gregge”,<br />
senza rivendicarne la paternità,<br />
attribuendoli al<br />
ventre materno della<br />
quotidianità nella Bassa.<br />
Sicuramente Giovannino,<br />
mentre popolava il suo<br />
mostra la grande rilevanza<br />
del ruolo, che si basa<br />
sull'instabile equilibro di<br />
“adattare”, rielaborare in<br />
funzione del nuovo contesto<br />
e nel contempo<br />
“proteggere” il più possibile<br />
l’originale. Talvolta<br />
accade che la traduzione<br />
sia l'amata figlia di una travolgente<br />
passione, voluta<br />
e partorita dal traduttore<br />
stesso in un mondo<br />
distante dalle logiche di<br />
mercato che pilotano le<br />
case editrici. E’ proprio<br />
così che il libro “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo” è<br />
comparso anche in Russia,<br />
grazie al fortuito incontro<br />
tra i personaggi<br />
della Bassa e la sua futuimmaginario<br />
mondo di<br />
Brescello, non poteva di<br />
certo prevedere che le<br />
avventure dell’energico<br />
Don Camillo e del suo<br />
amico rivale Giuseppe<br />
Bottazzi detto Peppone,<br />
sarebbero arrivate così<br />
lontano. Sì, perché “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo”<br />
è stato tradotto<br />
fin da subito in moltissime<br />
lingue, eccezion fatta<br />
per il russo e il cinese, a<br />
causa di evidenti motivi<br />
politici. L’attività del traduttore,<br />
spesso sottovalutata,<br />
rivela a posteriori<br />
la sua importanza: molti<br />
libri s’imbruttiscono o al<br />
contrario migliorano in<br />
traduzione e questo dira<br />
traduttrice, che con<br />
convinzione e caparbietà<br />
è riuscita a far parlare in<br />
russo Don Camillo, Peppone<br />
e tutti gli eroi del<br />
paesello.<br />
Nel lontano 1994 Ol'ga<br />
Gurevich, all'epoca studentessa<br />
universitaria d'italiano,<br />
decise di venire<br />
per qualche tempo in Italia,<br />
in viaggio studio, per<br />
perfezionare la lingua.<br />
Una sera si trovò ad assistere<br />
alla proiezione di<br />
un film: Don Camillo. Fin<br />
dalle prime battute venne<br />
rapita dalle avventure<br />
del prete di Brescello<br />
che pare aver sempre la<br />
meglio sul suo antagonista<br />
Peppone, sindaco di<br />
convinzione comunista.<br />
A lei, che era stata cittadina<br />
sovietica, sembrò<br />
una storia curiosa, a tratti<br />
imbarazzante, ma soprattutto<br />
le fece pensare che<br />
nell'Italia degli anni ‘90 esistevano<br />
ancora i comunisti,<br />
nonostante il crollo<br />
dell'ormai ex Unione Sovietica.<br />
Era più che mai<br />
persuasa ad approfondire<br />
la storia della politica<br />
italiana per capire cosa<br />
realmente significasse il<br />
comunismo per gli italiani.<br />
Dopo qualche gior-<br />
20 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 21
menti esplicativi, scrisse<br />
una breve prefazione e<br />
spedì la bozza. Dopo che<br />
ebbe consegnato il lavoro,<br />
la casa editrice recise<br />
improvvisamente il contratto,<br />
senza darle alcuna<br />
spiegazione. Tramite una<br />
collega venne poi a sapere<br />
che un tal recensore<br />
avrebbe «fortemente<br />
sconsigliato la pubblicazione<br />
di questo autore».<br />
A quel punto Ol'ga, sconvolta<br />
e delusa, non riusciva<br />
ad accettare che<br />
nella Russia del 1999 la<br />
pubblicazione di un'opera<br />
letteraria potesse ancora<br />
subire le pressioni della<br />
censura. Condusse degli<br />
studi sull'autore e sulle<br />
no, a passeggio per Salò,<br />
notò su una bancarella<br />
il libro “Piccolo Mondo:<br />
Don Camillo” e dovette<br />
sembrarle un segno del<br />
destino. Lo comprò e lo<br />
lesse tutto d'un fiato, finendolo<br />
in una notte.<br />
Passarono gli anni e dopo<br />
la laurea Ol'ga iniziò a insegnare<br />
italiano nella sua<br />
stessa Università. Era già<br />
docente quando una casa<br />
editrice le propose di<br />
redigere un manuale di<br />
lettura per studenti russi<br />
d'italiano. Ol'ga pensò<br />
subito a Guareschi e si<br />
buttò a capofitto nell’impresa,<br />
tradusse alcuni<br />
paragrafi di Piccolo Mondo,<br />
corredandoli di comtraduzioni<br />
in altri paesi e<br />
ne concluse che, forse,<br />
tale approccio si poteva<br />
in parte spiegare con la<br />
biografia stessa dell’autore,<br />
odiato dai comunisti,<br />
criticato dai democristiani<br />
e sottovalutato dai<br />
critici letterari. Tradurre<br />
un autore con queste<br />
caratteristiche significava<br />
rischiare di sollevare possibili<br />
polveroni ideologici<br />
e fronteggiare ipotetici<br />
attacchi da più fronti.<br />
Più approfondiva e più si<br />
convinceva che doveva<br />
fare in modo di svelare il<br />
“Piccolo Mondo” ai lettori<br />
russi, doveva trasmettere<br />
la testimonianza di<br />
un'Italia in dissolvenza e<br />
rendere giustizia<br />
all'autore,<br />
talentuoso affabulatore<br />
e brillante<br />
umorista.<br />
Indagando si era<br />
accorta che in<br />
Russia fino ad allora<br />
erano usciti<br />
soltanto pochi<br />
racconti tradotti<br />
da Elena Molockovskaja<br />
e<br />
pubblicati su una<br />
rivista letteraria<br />
nel 2002. Da allora<br />
più niente.<br />
Cosí Ol'ga, a più<br />
di cinquant'anni dalla prima<br />
uscita dell'originale in<br />
Italia, cominciò a prendere<br />
sul serio l’idea di tradurre<br />
per intero “Piccolo<br />
Mondo: Don Camillo”.<br />
Nel 2004 riuscì a far uscire<br />
pochissimi racconti su<br />
un numero speciale della<br />
rivista «Inostrannaja literatura»,<br />
poi ancora nulla.<br />
In attesa della sua occasione,<br />
continuava a<br />
tradurre con passione,<br />
finché nel 2011 la casa<br />
editrice Rudomino, su iniziativa<br />
dell’Istituto Italiano<br />
di Cultura e soprattutto<br />
del suo direttore professor<br />
Adriano Dell’Asta,<br />
le propose di pubblicare<br />
la versione integrale<br />
di “Mondo piccolo: Don<br />
Camillo” e scrivere una<br />
piccola prefazione. Il libro<br />
uscì, ma la pubblicazione<br />
venne da lì a poco interrotta<br />
a causa delle difficoltà<br />
finanziare in cui si<br />
trovava la casa editrice.<br />
In seguito, Ol’ga ricevette<br />
un’inaspettata proposta<br />
da un’altra casa editrice,<br />
occupata per lo più nella<br />
diffusione di opere medico-scientifiche:<br />
si dicevano<br />
pronti a pubblicare e<br />
vendere Guareschi come<br />
“medicina per l’anima”.<br />
Finalmente<br />
la distanza<br />
tra volontà<br />
e progetto a<br />
lungo termine<br />
si accorcia<br />
nel 2015,<br />
quando la<br />
casa editrice<br />
Granat realizza<br />
e promuove<br />
una<br />
riedizione a<br />
episodi del<br />
romanzo,<br />
manifestando<br />
l’intenzione<br />
futura di allargare<br />
l’offerta<br />
bibliografica<br />
in russo, attraverso<br />
la pubblicazione<br />
di altre opere letterarie<br />
dell’autore .<br />
Guareschi non saprà mai<br />
di essere in debito con<br />
un’appassionata studentessa<br />
moscovita di ieri,<br />
Ol'ga Gurevich, la cui tenacia<br />
e passione ha permesso<br />
la pubblicazione di<br />
Don Camillo in russo.<br />
A sinistra:<br />
Disegno di Giovannino Guareschi.<br />
Sotto:<br />
"Don Camillo" edito in lingua russa.<br />
22 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 23
NELL'ITALIA DEGLI ANNI '60<br />
IL CINEMA DEL BOOM ECONOMICO<br />
di Antonio Agosta<br />
E<br />
rano gli anni’50,<br />
il nostro Paese<br />
era uscito dal<br />
lungo periodo oscuro del<br />
secondo conflitto mondiale,<br />
le cui tragiche conseguenze<br />
avevano sollecitato<br />
in milioni di italiani<br />
la volontà di cambiare, di<br />
ricostruire le distruzioni<br />
della guerra, dando origine<br />
alla necessaria crescita<br />
economica e tornando<br />
alla normalità della vita di<br />
tutti i giorni.<br />
Il cinema era lo specchio<br />
della società di quel<br />
momento, con i suoi<br />
mutamenti e le sue contraddizioni.<br />
Andavano<br />
diminuendo i film del<br />
neorealismo, girati con<br />
attori non professionisti<br />
tra le campagne e le<br />
periferie delle città. L’Italia<br />
voleva dimenticare<br />
gli scenari inquietanti di<br />
un assurdo conflitto, le<br />
aspre situazioni che la<br />
guerra aveva portato con<br />
sé, i suoi crimini, fino ad<br />
allora così crudamente<br />
denunciati ma ripresi<br />
anche in seguito, come<br />
nel film “La Ciociara”, diretto<br />
nel ‘60 da Vittorio<br />
De Sica e interpretato da<br />
Sophia Loren, che per la<br />
sua interpretazione ricevette<br />
l’Oscar, oltre ad<br />
una serie di altri riconoscimenti,<br />
fra cui il David<br />
di Donatello, il Nastro<br />
d’Argento, il British Academy<br />
Film Award, il Prix<br />
d'interprétation féminine<br />
al Festival di Cannes e il<br />
New York Film Critics<br />
Circle Award.<br />
Gli italiani chiedevano<br />
nuove pellicole che, quasi<br />
fiabe moderne, restituissero<br />
loro i sogni di serenità<br />
e d’amore accantonati<br />
da tempo. “Le ragazze di<br />
Piazza di Spagna”, “Pane<br />
amore e fantasia” e<br />
“Poveri ma belli” furono<br />
alcune delle commedie<br />
sentimentali legate al boom<br />
economico, oltre a<br />
“I soliti ignoti” di Mario<br />
Monicelli, in stile capermovie,<br />
con un brillante<br />
Vittorio Gassman, l’angelica<br />
Claudia Cardinale e<br />
Totò, il re della risata.<br />
Il Paese voleva riorganizzare<br />
la propria economia,<br />
la propria produzione<br />
industriale, realizzare la<br />
propria rinascita emer-<br />
gendo fra gli altri stati<br />
europei; una sorta di<br />
superamento magistralmente<br />
illustrato nel 1962<br />
da Dino Risi con “Il sorpasso”:<br />
il lungo viaggio in<br />
auto sull’Aurelia, a velocità<br />
sostenuta, di Bruno<br />
Cortona (Vittorio Gassman),<br />
quarantaduenne<br />
gagliardo con la passione<br />
per le auto, e di Roberto<br />
Mariani (Jean-Louis Trintignant),<br />
studente in legge<br />
dal carattere tranquillo<br />
e un po’ schivo, che finisce<br />
tragicamente quando<br />
l’auto precipita in un burrone.<br />
E’ l’Italia lanciata verso il<br />
successo, il mito del benessere<br />
che promette di<br />
condurre il paese verso<br />
la spensieratezza e che<br />
invece s’infrange tragicamente<br />
proprio contro<br />
questo eccesso di rilassatezza.<br />
24 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 25
VIAGGIO NELLA NATURA INCONTAMINATA<br />
DELL'ISOLA D'ISCHIA<br />
UN PARCO INCANTATO:<br />
"LA MORTELLA"<br />
di Teresa Russo<br />
O<br />
spitato dalla meravigliosa<br />
baia di<br />
Forio, il parco<br />
botanico “la Mortella” è<br />
uno dei giardini europei<br />
più belli e rigogliosi, senza<br />
dubbio una visita da non<br />
perdere per chi ama la<br />
natura.<br />
Nato da un idea di Susana<br />
e William Walton, il<br />
giardino è stato aperto<br />
al pubblico nel 1991, ma<br />
i lavori sono iniziati nel<br />
1956 ad opera di Russel<br />
Page, famoso architetto<br />
dell’epoca, amico della<br />
coppia.<br />
William Walton era un<br />
famoso musicista inglese<br />
che insieme alla moglie si<br />
trasferì ad Ischia per vivere<br />
la propria vita coniugale<br />
in un posto incantevole<br />
e dalla natura incontaminata.<br />
La moglie di Walton<br />
era una collezionista botanica<br />
e l’idea del giardino<br />
è attribuibile in particolar<br />
modo a lei, che cominciò<br />
a curarlo accostando<br />
alla flora tipica del posto<br />
innumerevoli piante provenienti<br />
da ogni angolo<br />
della terra.<br />
Il parco è strutturato in<br />
due parti principali: la valle<br />
(o giardino inferiore),<br />
e la collina (o giardino<br />
superiore), interamente<br />
curato da Lady Susana.<br />
Più dettagliatamente, nel<br />
giardino inferiore si possono<br />
ammirare ben quattro<br />
fontane, tutte disegnate<br />
da Page: la fontana<br />
a 4 vasche, preceduta da<br />
un tunnel di palma bambù<br />
e decorata con piante<br />
palustri e magnolie orientali;<br />
la fontana ottagonale,<br />
costruita in occasione<br />
dell’ottantesimo compleanno<br />
di Walton; la fontana<br />
grande, circondata dal<br />
maestoso papiro gigante<br />
e dalle ninfee, e infine la<br />
fontana alta, protetta da<br />
diverse tipologie di palme.<br />
Una tappa fondamentale<br />
del giardino a valle è sicuramente<br />
la Serra della<br />
Victoria: una serra coperta<br />
che ospita appunto<br />
la Victoria Amazonica,<br />
una ninfea gigante (la più<br />
grande al mondo) che<br />
fiorisce solo di notte con<br />
foglie che arrivano fino<br />
a 6 metri di diametro e<br />
che possono sostenere<br />
il peso di una persona.<br />
La ninfea è ospitata da<br />
uno specchio d’acqua alimentato<br />
da una fontana a<br />
bocca, anch’essa disegnata<br />
da Russel Page.<br />
Da non perdere sono la<br />
voliera, la serra delle or-<br />
chidee (per la quale bisogna<br />
pagare un piccolo<br />
cadeau) e il museo-sala<br />
dove sono conservati<br />
oggetti e documenti di<br />
Sir Walton e dove oggi<br />
si tengono i concerti<br />
organizzati dalla Fondazione<br />
“William Walton<br />
e la Mortella”, istituita<br />
nel 1983, la quale cura il<br />
giardino e il suo sviluppo<br />
oltre agli eventi che vi si<br />
tengono.<br />
Se si ritiene necessaria<br />
una piccola pausa prima<br />
di continuare la visita,<br />
ci si può fermare al bar,<br />
un posto caratteristico e<br />
perfettamente integrato<br />
nella natura del parco,,<br />
con sedie in ferro battuto<br />
e tavoli decorati finemente<br />
dove poter gustare<br />
una vasta collezione di<br />
the o una bevanda fresca,<br />
rifocillandosi prima di<br />
continuare il tour.<br />
Nel giardino superiore è<br />
possibile ammirare piante<br />
tipiche della macchia<br />
mediterranea e flora<br />
originaria dell’Australia e<br />
del Sudafrica. Nella zona<br />
chiamata Ninfeo sono<br />
conservate le ceneri di<br />
Lady Susan, scomparsa<br />
nel 2010, mentre in corrispondenza<br />
del Giardino<br />
delle Aloe c’è la Roccia di<br />
26 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 27
William, una pietra vulcanica<br />
nella quale sono custodite<br />
le ceneri del musicista.<br />
Il giardino superiore, inoltre,<br />
ospita il Tempio del<br />
Sole decorato da Simon<br />
Verity con bassorilievi<br />
erotico-mitologici e frasi<br />
musicali di William Walton.<br />
Esso è diviso in tre sale:<br />
la stanza della nascita, la<br />
stanza della vita adulta e<br />
la stanza della morte (con<br />
la Sibilla Cumana).<br />
Sullo stesso piano troviamo<br />
una Thai House costellata<br />
da bambù e aceri<br />
giapponesi e affacciata su<br />
un laghetto puntellato di<br />
fiori di loto. In ultimo, ma<br />
non per importanza, c’è il<br />
teatro greco, che sfrutta<br />
il pendio della collina affacciandosi<br />
sulla baia.<br />
Costeggiato da agavi e<br />
rose cinesi, circondato<br />
da grandi muri in pietra<br />
naturale che assicurano<br />
un’acustica perfetta, il teatro<br />
può ospitare fino a<br />
400 spettatori sui sedili in<br />
pietra tappezzati da timi<br />
aromatici che diffondono<br />
il loro profumo speziato.<br />
È utilizzato soltanto in<br />
estate e prevalentemente<br />
di sera, nei mesi di giugno<br />
e luglio, per concerti di<br />
musica sinfonica.<br />
La maestosità del parco<br />
è meravigliosamente<br />
affiancata dal panorama<br />
della baia di Forio, che fa<br />
capolino tra la vegetazione.<br />
L’immensa distesa del<br />
mare blu cobalto dell’isola<br />
si mescola all’azzurro<br />
del cielo e accompagna il<br />
visitatore offrendogli uno<br />
spettacolo mozzafiato.<br />
INFORMAZIONI UTILI<br />
Il parco è aperto da Aprile<br />
fino a fine Ottobre<br />
dalle 9:00 alle 19:00 e il<br />
biglietto di ingresso costa<br />
12 euro. È possibile visitare<br />
il giardino entrando<br />
sia dalla parte inferiore<br />
che da quella superiore in<br />
collina (dove è presente<br />
un parcheggio gratuito); a<br />
valle è presente uno shop<br />
dove si possono acquistare<br />
piccoli souvenir.<br />
28 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 29
IL CASTAGNO<br />
DEI CENTO CAVALLI<br />
di Antonio Agosta<br />
“U<br />
n prodigio<br />
della natura,<br />
una miracolosa<br />
sopravvivenza<br />
di un profondissimo<br />
tempo”. Dopo la<br />
rilevazione del 1780, il<br />
castagno situato nel territorio<br />
di Sant’Alfio, in provincia<br />
di Catania, e ubicato<br />
nel Parco dell’Etna è<br />
l’albero più antico e più<br />
grande d’Europa, con una<br />
età compresa tra i 3000 e<br />
4000 anni.<br />
Sia la sua altezza che la<br />
sua circonferenza misu-<br />
rano circa 22 metri. Nel<br />
1982 l’albero è stato inserito<br />
nel patrimonio italiano<br />
dei monumenti verdi,<br />
per l’eccezionale valore<br />
storico e monumentale<br />
e per la leggenda legata<br />
al suo soprannome, raccontata<br />
e cantata da tanti<br />
viaggiatori che l’hanno<br />
considerato meta turistica<br />
sul territorio siciliano<br />
orientale. Nella narrazione<br />
tradizionale si rievoca<br />
la disavventura di una Regina<br />
che, con i suoi cento<br />
cavalieri, fu sorpresa da<br />
un forte temporale durante<br />
una battuta di caccia<br />
e trovò riparo sotto i<br />
grandi rami del castagno<br />
con tutto il numeroso<br />
seguito per l’intera notte.<br />
Le origini e il nome della<br />
Regina non si conoscono,<br />
perché non si riesce<br />
a collocare l’avvenimento<br />
storicamente: secondo<br />
alcuni studiosi, potrebbe<br />
trattarsi di Giovanna<br />
d’Aragona, secondo altri<br />
dell’imperatrice Isabella<br />
d’Inghilterra, terza moglie<br />
di Federico II. Riguardo<br />
alla leggenda si è fatto anche<br />
il nome di Giovanna<br />
I d’Angiò, del cui soggiorno<br />
in Sicilia, tuttavia, non<br />
si hanno testimonianze<br />
storiche.<br />
“La sua mole è tanto superiore<br />
a quella degli altri<br />
alberi, che mai si può<br />
esprimere la sensazione<br />
<strong>prova</strong>ta nel descriverlo”.<br />
Con queste parole<br />
si espresse il pittore Jean<br />
Houel che, rimasto colpito<br />
dal fascino del castagno<br />
dei Cento Cavalli, lo<br />
ritrasse in un quadro che<br />
lo rappresenta con una<br />
casetta sotto le sue fronde.<br />
Il quadro a tutt’oggi<br />
è conservato a San<br />
Pietroburgo, all’interno<br />
dell’Hermitage.<br />
Gli abitanti di Sant’Alfio,<br />
per sancire il profondo<br />
legame della cittadinanza<br />
col Castagno dei Cento<br />
Cavalli, lo raffigurarono<br />
nello stemma civico.<br />
A circa quattrocento metri<br />
dal Castagno, vicino la<br />
zona di Mascali, si trova<br />
il Castagno Nave, così<br />
chiamato perché ricorda<br />
lo scafo di una nave, conosciuto<br />
anche con il nome<br />
di Castagno S. Agata<br />
o Arrusbigghiasonnu, ovvero<br />
risveglia sonno per<br />
il cinguettio degli uccelli<br />
sulle fronde basse dell’albero.<br />
Il Castagno ha quasi<br />
duemila anni, è alto 23<br />
metri ed ha un fusto di 20<br />
metri di circonferenza; è<br />
il secondo in Europa per<br />
dimensione e antichità.<br />
30 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 31
PHUBBING: LA SINDROME<br />
DA CELLULARE COMPULSIVO<br />
di Patrizia Cannazza<br />
A<br />
vete mai fatto<br />
caso a quanto<br />
pochi siano quelli<br />
che riescono<br />
a scordarsi del proprio<br />
smartphone? Effettivamente<br />
sono una piccola<br />
goccia nel mare. La maggior<br />
parte di noi <strong>prova</strong><br />
un richiamo irresistibile<br />
a controllare compulsivamente<br />
il cellulare ogni<br />
pochi secondi, indipendentemente<br />
dal lavoro<br />
o dalla conversazione in<br />
cui siamo coinvolti. Molti<br />
al mattino, o peggio<br />
ancora nel cuore della<br />
notte, controllano le notifiche<br />
giunte al proprio<br />
cellulare (che si tratti di<br />
mail, chiamate, messaggi,<br />
WhatsApp o Twitter).<br />
Perché ogni notifica è “vitale”:<br />
nei rapporti umani<br />
siamo sempre più distratti,<br />
manca il confronto, c’è<br />
poco dialogo e i social in<br />
molti casi ci allontanano.<br />
In termini tecnici questo<br />
fenomeno si chiama<br />
Phubbing, una nuova parola<br />
coniata circa un paio<br />
d’anni fa dal mix tra<br />
«phone» e «snubbing»<br />
(snobbare) per definire<br />
l’atteggiamento, assai poco<br />
cortese, di chi trascura<br />
una persona con cui è<br />
impegnato in una qualsiasi<br />
situazione sociale (da<br />
una cena romantica ad<br />
un caffè al bar) per controllare<br />
compulsivamente<br />
lo smartphone.<br />
Alcuni ricercatori sostengono<br />
che questa compulsione<br />
sia legata al fatto<br />
che ogni volta che riceviamo<br />
una notifica viene<br />
stimolato il circolo del<br />
piacere e della ricompensa,<br />
trasformandoci in veri<br />
e propri “dipendenti” dal<br />
cellulare, che attendono,<br />
come su carboni ardenti,<br />
qualsiasi forma di comunicazione<br />
proveniente<br />
dal mondo digitale. C’è<br />
invece chi pensa che questa<br />
compulsione sia legata<br />
all’idea narcisista di<br />
essere indispensabili alla<br />
società, e quindi di temere<br />
di perdere qualcosa di<br />
importante, che non può<br />
aspettare e a cui dobbiamo<br />
imperativamente rispondere.<br />
Quale che sia la motivazione,<br />
il problema è che<br />
questo comportamento<br />
è virale. Quante volte<br />
al giorno assistiamo alla<br />
stessa scena: c’è un gruppo<br />
di persone che chiacchiera,<br />
ad un tratto una di<br />
esse tira fuori il cellulare<br />
e inizia a controllarlo, nel<br />
giro di qualche minuto<br />
tutti gli altri fanno lo stesso.<br />
Spesso questa scena<br />
si verifica anche a casa,<br />
quando la famiglia è riu-<br />
nita intorno al tavolo da<br />
pranzo a scambiarsi opinioni<br />
e qualcuno guarda il<br />
cellulare o interagisce sui<br />
social.<br />
Vittime del phubbing,<br />
quindi, stiamo diventando<br />
tutti, pur senza rendercene<br />
conto. Questo spiega<br />
perché sono già attive un<br />
po’ ovunque, soprattutto<br />
nei paesi anglosassoni,<br />
campagne volte a fermare<br />
il phubbing. In Italia<br />
questo termine è ancora<br />
poco conosciuto e poco<br />
o nulla si fa, soprattutto<br />
sul piano educativo, per<br />
fronteggiare il fenomeno<br />
e aiutare le generazioni<br />
digitali ad un uso corretto<br />
dei dispositivi di comunicazione.<br />
Prima di tutto<br />
però è necessario ricordare<br />
che in educazione,<br />
come sempre, quello che<br />
conta è l’esempio.<br />
Su come affrontare questa<br />
“piaga sociale” ci<br />
vengono suggeriti, dalla<br />
giornalista Heather Kelly,<br />
alcuni esempi pubblicati<br />
sul sito della CNN. Secondo<br />
H. Kelly possiamo<br />
disattivare le notifiche<br />
generali e utilizzare dei<br />
filtri che permettano di<br />
ricevere solo le notifiche<br />
urgenti dalla famiglia o dal<br />
lavoro. Se si possiede un<br />
iPhone è possibile anche<br />
utilizzare un’app chiama-<br />
32 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 33
ta Moment, che consente<br />
di misurare in tempo<br />
reale il tempo impiegato<br />
al cellulare, di impostare<br />
limiti e programmare allarmi<br />
se si superano certe<br />
soglie. Il solo vedere<br />
quanto tempo effettivamente<br />
si trascorre sullo<br />
smartphone può aiutare<br />
a ridurne l’utilizzo.<br />
Inoltre, possiamo stabilire<br />
delle regole per un buon<br />
utilizzo del cellulare in casa,<br />
creando momenti offlimits,<br />
per esempio a tavola,<br />
o stabilire zone della<br />
casa dove gli smartphone<br />
non sono ammessi, come<br />
la camera da letto, o<br />
almeno decidere di spegnere<br />
il cellulare un’ora<br />
prima di andare a letto.<br />
Questo potrebbe migliorare<br />
sia la qualità del nostro<br />
sonno che la relazione<br />
di coppia (mi sembra<br />
che a letto sia più intima<br />
una luce soffusa piuttosto<br />
che vedere il proprio<br />
compagno/a coinvolto in<br />
Candy Crush…). E nel<br />
caso si abbia il timore di<br />
non svegliarsi in tempo,<br />
in giro si trovano ancora<br />
le vecchie e amate sveglie<br />
da comodino di una volta.<br />
Se fino ad ora tutto questo<br />
è parso sconvolgente,<br />
una soluzione più drastica<br />
è quella che propone<br />
Levi Felix, il fondatore<br />
della Digital Detox, una<br />
società che organizza veri<br />
e propri ritiri dove le persone<br />
sono disposte a pagare<br />
per farsi sequestrare<br />
il cellulare e trascorrere<br />
del tempo nella natura,<br />
riconnettendosi con il<br />
mondo reale. Il principio<br />
di Levi Felix è molto semplice:<br />
sostituire il tempo<br />
speso a controllare il telefono<br />
con le esperienze<br />
del mondo reale. Secondo<br />
Felix, quello che<br />
in realtà cerchiamo nel<br />
cellulare è una fuga dalla<br />
noia, un senso di comunità,<br />
un’interazione con il<br />
mondo. Tutte cose che<br />
possiamo raggiungere in<br />
maniera “analogica”, con<br />
la sola differenza che il<br />
“digitale” è più veloce,<br />
più economico, richiede<br />
poco impegno e poca responsabilità.<br />
Infine, impariamo a sopravvivere<br />
alla noia, senza<br />
passare per il telefonino.<br />
Perché il nostro cervello<br />
a volte ha bisogno di pause.<br />
E poiché la noia stimola<br />
la creatività, chissà che<br />
da queste pause non sorga<br />
qualche brillante idea.<br />
34 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 35
MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />
a cura di Fabrizio Capra<br />
Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />
ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />
le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />
biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />
ogni mese.<br />
MILANO<br />
Palazzo Reale<br />
(Piazza del Duomo 12)<br />
Pietro Paolo Rubens e<br />
la nascita del Barocco<br />
dal 27 ottobre 2016 al<br />
27 febbraio 2017<br />
La mostra ospita una<br />
straordinaria selezione di<br />
capolavori del maestro<br />
fiammingo precursore<br />
del Barocco Europeo.<br />
Attraverso suggestivi<br />
confronti con la statuaria<br />
classica e con le opere del<br />
Rinascimento Europeo<br />
con cui Rubens si confrontò,<br />
l'esposizione mira<br />
a sottolineare gli aspetti<br />
innovativi dell'arte di Rubens,<br />
il quale, partendo<br />
da una matrice classicheggiante,<br />
arrivò a ingigantire<br />
le figure, ad esasperarne i<br />
colori, a smaterializzarne<br />
le forme, a dilatare spazi<br />
e prospettive, acuire le<br />
luci, fino a giungere ad<br />
uno stile completamente<br />
nuovo che si diffuse grazie<br />
ai suoi numerosi viaggi.<br />
La mostra pone anche<br />
l'accento sul confronto<br />
con opere di artisti più<br />
giovani, come Gian Lorenzo<br />
Bernini, Pietro da<br />
Cortona e Luca Gordano,<br />
i quali, influenzati in<br />
maniera incisiva dall'arte<br />
di Rubens, divennero gli<br />
incontrastati protagonisti<br />
della grande stagione del<br />
Barocco europeo.<br />
Escher<br />
dal 29 luglio 2016 all’8<br />
gennaio 2017<br />
Partendo da suggestioni<br />
ancora di gusto Liberty,<br />
e senza tralasciare le importanti<br />
influenze dell’arte<br />
dell’amata Italia, Escher<br />
riuscì a elaborare un gusto<br />
figurativo assolutamente<br />
personale combinato<br />
con una sapienza<br />
grafica e tecnica di altissimo<br />
livello, che lo ha portato<br />
ad essere uno degli<br />
artisti più ammirati del<br />
Novecento. Forme impossibili,<br />
prospettive infinite,<br />
animali geometrizzati,<br />
spazi irreali affollano le<br />
composizioni di Escher,<br />
animate dal senso grafico<br />
non meno che dagli studi<br />
matematici e geometrici,<br />
creando opere geniali,<br />
poliedriche, divertenti e<br />
curiose.<br />
La mostra risulta essere<br />
un’ottima occasione per<br />
penetrare il mondo giocoso<br />
e complesso, simpatico<br />
e unico del grande<br />
artista, che con xilografie,<br />
litografie, disegni e acquarelli<br />
sonda al contempo<br />
spazi matematici e visioni<br />
artistiche.<br />
Hokusai, Hiroshige,<br />
Utamaro. Luoghi e<br />
volti del Giappone<br />
dal 22 settembre<br />
2016 al 29<br />
gennaio 2017<br />
Allestita in occasione<br />
dei 150<br />
anni dal primo<br />
Trattato d’Amicizia<br />
e di Commercio<br />
tra il Regno<br />
d’Italia e l’Impero del<br />
Giappone,<br />
è un’occasione<br />
speciale per indagare il<br />
rapporto artistico e culturale<br />
tra due mondi lontani.<br />
La cultura raffinata e<br />
soave del Giappone, con<br />
la sua millenaria storia,<br />
è raccontata in un’esposizione<br />
che presenta al<br />
grande pubblico la produzione<br />
dei tre artisti<br />
giapponesi più famosi e<br />
che meglio ne incarnarono<br />
nella loro produzione<br />
l’essenza di una<br />
nazione lontana e seducente.<br />
Un viaggio lontano<br />
nel tempo e nello spazio,<br />
che non mancherà di incantare,<br />
far riflettere e,<br />
al contempo, appagare lo<br />
spirito.<br />
Arnaldo<br />
Pomodoro.<br />
90 anni di scultura<br />
dal 21 novembre 2016<br />
al 27 gennaio 2017<br />
Dedicata a uno dei più<br />
grandi scultori italiani<br />
contemporanei, la mostra<br />
rappresenta una<br />
grande esposizione che<br />
festeggia i 90 anni dell'artista.<br />
Pomodoro ha oggi<br />
una notorietà internazionale<br />
grazie alle sculture<br />
di bronzo dallo stile particolare<br />
con cui ha adornato<br />
le piazze di molte<br />
città, italiane ed estere, in<br />
cui lo spazio urbano dialoga<br />
con la materia delle<br />
sfere dell'artista, spaccate<br />
e smontate, concave e<br />
convesse, rotte e al contempo<br />
integre, in un<br />
significato contrastante<br />
e provocatorio.<br />
Gli esordi<br />
informali degli<br />
anni Cinquanta<br />
si trasformano<br />
progressivamente<br />
nell'arte<br />
di Pomodoro<br />
in una ricerca<br />
in cui la forma è<br />
Nella foto:<br />
Arnaldo Pomodoro,<br />
Sfera.<br />
Mostra a<br />
Palazzo Reale,<br />
Milano.<br />
36 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 37
Foto a destra:<br />
Giovanni Gastel, Ritratto.<br />
Mostra al Palazzo<br />
della Ragione Fotografia,<br />
Milano.<br />
consequenziale<br />
alla materia,<br />
ricerca per cui<br />
l'incontro con<br />
Lucio Fontana<br />
sarà decisivo nella determinazione<br />
di uno stile<br />
personale.<br />
La mostra di Arnaldo<br />
Pomodoro, ospitata nella<br />
meravigliosa Sala delle<br />
Cariatidi, è un'occasione<br />
per conoscere un artista<br />
originale, che ha impresso<br />
la sua impronta in<br />
molti luoghi della città, da<br />
Piazza Meda al Cimitero<br />
Monumentale di Milano.<br />
fitismo, in grado di far<br />
convivere la cultura occidentale<br />
e con quella africana.<br />
Un percorso cronologico<br />
dai primi graffiti<br />
della metropolitana newyorkese<br />
fino alle ultime<br />
tormentate opere in una<br />
sintesi di spunti autobiografici,<br />
tradizioni africane,<br />
riferimenti alla Pop Art e<br />
all'Art Brut di Jean Dubuffet.<br />
Homo Sapiens<br />
dal 30 settembre 2016<br />
al 26 febbraio 2017<br />
Un vero e proprio viaggio<br />
nella storia dell’Homo<br />
Sapiens, attraverso<br />
diverse discipline e testimonianze<br />
paleoantropologiche,<br />
geografiche<br />
e scientifiche. Curata da<br />
un team internazionale di<br />
Mudec (via Tortona 56)<br />
www.mudec.it<br />
Jean-Michel Basquiat<br />
dal 28 ottobre 2016 al<br />
26 febbraio 2017<br />
La mostra di Milano ripercorre<br />
la fulminea<br />
carriera dell'artista americano,<br />
che ha saputo<br />
dare una personalissima<br />
interpretazione del grafscienziati,<br />
la mostra Homo<br />
Sapiens ripercorre<br />
la storia della nostra specie<br />
dai primi ritrovamenti<br />
risalenti ad oltre 200.000<br />
anni fa fino ai giorni nostri,<br />
analizzandone l’evoluzione,<br />
le migrazioni,<br />
le conquiste strumentali,<br />
intellettive e sprituali, fino<br />
alla colonizzazione dell’intero<br />
pianeta.<br />
Museo Diocesano<br />
(corso di Porta Ticinese<br />
95)<br />
www.museodiocesano.it<br />
Antonio da Fabriano.<br />
La Madonna della Misericordia<br />
fino al 20 novembre<br />
2016<br />
Per tutta la durata del Giubileo<br />
straordinario della<br />
Misericordia, voluto da<br />
papa Francesco, il Museo<br />
Diocesano ospita la Madonna<br />
della Misericordia<br />
di Antonio da Fabriano.<br />
Il dipinto, un olio e tempera<br />
su tavola, realizzato<br />
da maestro marchigiano<br />
intorno al 1470, è stato<br />
recentemente oggetto di<br />
un accurato intervento<br />
condotto dallo Studio di<br />
restauro Carlotta Beccaria<br />
& C.<br />
Galleria Carla Sozzani<br />
(corso Como 10)<br />
David Seidner<br />
dal 4 settembre al 1 novembre<br />
2016<br />
Per la prima volta in Italia<br />
una mostra inedita di<br />
David Seidner, uno dei<br />
massimi esponenti della<br />
fotografia di moda degli<br />
anni ‘80 e ‘90. La mostra,<br />
in collaborazione<br />
con l’International Center<br />
of Photography di<br />
New York, prevede un<br />
corpus di cinquanta fotografie<br />
che ripercorrono<br />
la sua ricerca fotografica<br />
in oscillazione continua<br />
tra la moda, il ritratto e la<br />
storia dell’arte.<br />
Palazzo della Ragione<br />
Fotografia (piazza Mercanti,<br />
1)<br />
http://www.palazzodellaragionefotografia.it/<br />
Giovanni Gastel. Quarant’anni<br />
di storia e di<br />
immagini<br />
dal 23 settembre al 13<br />
novembre 2016<br />
La mostra sarà articolata<br />
in quattro sezioni dedicate<br />
ciascuna a un decennio<br />
di attività artistica del fotografo<br />
Giovanni Gastel,<br />
sviluppando da un lato<br />
la sua vita professionale<br />
e, dall’altro, il mood<br />
di quegli anni, al fine di<br />
comprendere e connotare<br />
maggiormente i singoli<br />
scatti seguendo l’evoluzione<br />
professionale<br />
dell’artista.<br />
Foto sotto:<br />
Giuseppe De Nittis,<br />
Effetto neve.<br />
Mostra alla Galleria<br />
Gammanzoni, Milano.<br />
38 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 39
James Nachtwey. 30 anni<br />
di fotogiornalismo<br />
dal 1° novembre 2016<br />
al 30 aprile 2017<br />
Considerato universalmente<br />
l’erede di Robert<br />
Capa per la sua capacità<br />
di cogliere momenti tragici<br />
a una distanza ravvicinata,<br />
e con una tecnica e<br />
precisione sconvolgente,<br />
Nachtwey è un testimone<br />
di eccezione. Pietas<br />
raccoglie oltre 200 immagini<br />
dai suoi celebri<br />
reportage in una produzione<br />
nuova e con un<br />
montaggio innovativo.<br />
Museo Archeologico<br />
(Cripta di San Maurizio –<br />
corso Magenta, 15)<br />
http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/<br />
vivicitta/luoghicultura/<br />
musei_spazi_espositivi/<br />
museo_archeologico<br />
Fra collezionismo e archeologia.<br />
La raccolta<br />
egizia del Museo Archeologico<br />
di Milano e alcuni<br />
dei suoi protagonisti<br />
dal 23 settembre 2016<br />
al 31 maggio 2017<br />
La mostra intende val<strong>oriz</strong>zare<br />
la collezione egizia<br />
milanese, insistendo sia<br />
sul legame con le campagne<br />
di scavo condotte in<br />
Egitto da Achille Vogliano<br />
negli anni Trenta sia sui<br />
caratteri della cultura egizia,<br />
offrendo un percorso<br />
di scoperta dell’Egitto<br />
lungo tutta la sua storia<br />
plurimillenaria, dalla preistoria<br />
al periodo copto.<br />
Galleria Gammanzoni<br />
(via A. Manzoni, 45)<br />
http://www.gammanzoni.<br />
com/<br />
Anima bianca. La neve<br />
da De Nittis a Morbelli<br />
dal 21 ottobre<br />
2016 al 19 febbraio<br />
2017<br />
Una mostra affascinante<br />
sulla<br />
pittura italiana<br />
dell'Ottocento.<br />
Tema dell'esposizione<br />
è<br />
la neve, elemento<br />
che ha<br />
molto affascinato<br />
gli artisti<br />
Foto a sinistra:<br />
Giacomo Balla,<br />
Velocità astratta auto<br />
passata.<br />
Mostra alla Fondazione<br />
Ferrero, Alba.<br />
dell'Ottocento,<br />
a partire dagli<br />
Impressionisti,<br />
interessati alle<br />
possibilità di<br />
sperimentazioni<br />
luministiche<br />
offerte della superficie<br />
bianca.<br />
Attraverso una<br />
ricca selezione<br />
di opere di collezione<br />
privata,<br />
la mostra indaga<br />
come e con<br />
quale ruolo la<br />
neve sia stata<br />
la protagonista<br />
dei dipinti di<br />
paesaggio dei<br />
maggiori interpreti<br />
della pittura<br />
italiana.<br />
PAVIA<br />
Scuderie<br />
Castello<br />
del<br />
Visconteo<br />
(viale XI Febbraio, 35)<br />
http://www.scuderiepavia.com<br />
Foto in alto:<br />
Andy Warhol, Four Marylin<br />
Mostra a Palazzo Ducale, Genova.<br />
Guttuso. La forza delle<br />
cose<br />
dal 16 settembre al 18<br />
dicembre 2016<br />
Le nature morte di Renato<br />
Guttuso costituiscono,<br />
dalla fine degli anni<br />
Trenta, una componente<br />
essenziale della sua produzione<br />
e un punto di<br />
riferimento per gli artisti<br />
della sua generazione.<br />
L’artista indaga ossessivamente<br />
una serie di oggetti<br />
che si animano nelle tele<br />
e che diventano i protagonisti<br />
indiscussi delle<br />
opere grazie alla straor-<br />
40 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 41
dinaria forza espressiva e<br />
alla potenza cromatica.<br />
TORINO<br />
Museo Accorsi-Ometto<br />
(via Po, 55)<br />
www.fondazioneaccorsiometto.it/<br />
Carlo Pittara e i pittori<br />
di Rivara. Un momento<br />
magico dell’Ottocento<br />
pedemontano<br />
dal 22 settembre 2016<br />
all’8 gennaio 2017<br />
La mostra indaga quella<br />
che fu un’esperienza<br />
individuale e collettiva<br />
d’incontri estivi nel paese<br />
canavesano: di artisti piemontesi<br />
e liguri (altresì<br />
del fiorentino di nascita<br />
Antenore Soldi, del portoghese<br />
Alfredo D’Andrade<br />
e dello spagnolo<br />
Serafin De Avendaño),<br />
tutti ospiti nel castello del<br />
banchiere Ogliani, cognato<br />
di Pittara. Tra il settimo<br />
e l’ottavo decennio<br />
del secolo XIX, di fronte<br />
a una realtà agreste «vera»,<br />
non più manierata,<br />
che variamente influenzerà<br />
la declinazione del<br />
realismo di molti pittori,<br />
si rivoluzionerà anche in<br />
senso moderno, il gusto<br />
del pubblico.<br />
VENARIA REALE (TO)<br />
Reggia di Venaria<br />
(Piazza della Repubblica,<br />
4)<br />
www.lavenaria.it<br />
Meraviglie degli Zar. I<br />
Romanov e il Palazzo<br />
Imperiale di Peterhof<br />
fino al 29 gennaio 2017<br />
La mostra ripercorre<br />
lo splendore di uno<br />
dei complessi di palazzi<br />
e fontane più sontuosi<br />
d’Europa: grandi proiezioni,<br />
immagini e un centinaio<br />
di opere tra dipinti,<br />
abiti, porcellane, arazzi<br />
ed oggetti preziosi provenienti<br />
dalle sale auliche<br />
di Peterhof, rievocano<br />
una delle più importanti<br />
e prestigiose residenze<br />
dei Romanov, oggi meta<br />
principale del turismo<br />
culturale in Russia.<br />
ALBA (CN)<br />
Fondazione Ferrero<br />
(via Vivaro 49)<br />
https://www.fondazioneferrero.it/i-progetti/<br />
Futur Balla<br />
dal 29 ottobre 2016 al<br />
27 febbraio 2017<br />
Il progetto, dedicato a<br />
Giacomo Balla, prevede<br />
un'esposizione articolata<br />
in sezioni tematiche: il<br />
realismo sociale e la tecnica<br />
divisionista; le compenetrazioni<br />
iridescenti e<br />
gli studi sulla percezione<br />
della luce; l'analisi del movimento<br />
e il futurismo.<br />
Nelle opere che seguono<br />
il primo apprendistato<br />
torinese, lo sguardo penetra<br />
la realtà dolorosa<br />
e crudele delle classi ai<br />
bordi della società. Un<br />
ampio numero di opere<br />
documenterà questa fase,<br />
tra fine ottocento e<br />
primi novecento, durante<br />
la quale, in parallelo a<br />
temi tra sofferenza e alienazione,<br />
l'artista svilupperà<br />
un'altissima sensibilità<br />
tecnica, le cui origini affondano<br />
nel divisionismo<br />
piemontese. La pennellata<br />
ricca di filamenti luminosi,<br />
il forte contrasto<br />
tra chiari e scuri, la scelta<br />
Foto a sinistra:<br />
Elliott Erwitt,<br />
USSR. Moscow. 1959.<br />
Nikita Kruschev and Richard Nixon.<br />
© Elliott Erwitt / Magnum Photos<br />
Mostra al Forte di Bard.<br />
Foto sotto:<br />
Ippolito Caffi, Egitto: carovana nel deserto.<br />
Mostra al Museo Correr, Venezia.<br />
Foto a sinistra:<br />
Gli Annali di Caffaro.<br />
Mostra all'Archivio di Stato, - Complesso<br />
Monumentale Sant'Ignazio,<br />
Genova<br />
42 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 43
di tagli prospettici audaci<br />
ed estremi rappresenterà<br />
per i futuri aderenti al<br />
Manifesto del Futurismo<br />
un modello unico e straordinario<br />
da seguire.<br />
GENOVA<br />
Palazzo Ducale<br />
(piazza Matteotti 9)<br />
Foto sopra:<br />
Coco Chanel a Fauborg St Honoré, Parigi<br />
Mostra a Ca' Pesaro, Venezia.<br />
www.palazzoducale.genova.it<br />
Helmut Newton<br />
dal 14 settembre 2016<br />
al 22 gennaio 2017<br />
Per la prima volta a Genova,<br />
oltre 200 immagini di<br />
Helmut Newton, uno dei<br />
fotografi più importanti e<br />
celebrati del Novecento,<br />
esposizione frutto di un<br />
progetto nato nel 2011<br />
per volontà di June Newton,<br />
vedova del grande<br />
fotografo. La rassegna<br />
raccoglie le immagini<br />
di White Women,<br />
Sleepless Nights e Big<br />
Nudes, i primi tre libri<br />
di Newton pubblicati<br />
alla fine degli anni ‘70,<br />
volumi oggi considerati<br />
leggendari e gli<br />
unici curati dallo stesso<br />
Newton. Nel selezionare<br />
le fotografie,<br />
Newton mette in sequenza,<br />
l’uno accanto<br />
all’altro, gli scatti compiuti<br />
per committenza<br />
con quelli realizzati<br />
liberamente per se<br />
stesso, costruendo<br />
una narrazione in cui<br />
la ricerca dello stile e<br />
la scoperta del gesto<br />
elegante sottendono<br />
l’esistenza di una realtà<br />
ulteriore, di una<br />
vicenda che sta allo spettatore<br />
interpretare.<br />
Andy Wharol. Pop Society<br />
dal 21 ottobre 2016 al<br />
26 febbraio 2017<br />
A trent’anni dalla scomparsa<br />
del grande artista<br />
americano, Palazzo Ducale<br />
dedica una grande<br />
retrospettiva ad Andy<br />
Warhol, 170 opere tra<br />
tele, prints, disegni, polaroid,<br />
sculture, oggetti,<br />
provenienti da collezioni<br />
private, musei e fondazioni<br />
pubbliche e private<br />
italiane e straniere.<br />
Il percorso tematico si<br />
sviluppa intorno a sei linee<br />
conduttrici: il disegno,<br />
le icone, le polaroid,<br />
i ritratti, Andy Warhol<br />
e l’Italia, e infine il cinema,<br />
e copre l’intero arco<br />
dell’attività dell’artista più<br />
famoso e popolare del<br />
secolo scorso. Completa<br />
la mostra un video in cui<br />
il curatore, Luca Beatrice,<br />
racconta al pubblico<br />
la vita e le opere di Andy<br />
Warhol.<br />
Archivio di Stato<br />
Complesso Monumentale<br />
Sant'Ignazio<br />
(via S.Chiara 28R)<br />
http://www.asgenova.<br />
beniculturali.it/index.<br />
php?it/22/modulo-eventi/51/genova-tesori-darchivio<br />
Genova. Tesori d’archivio<br />
fino al 30 novembre<br />
2016<br />
L’Archivio di Stato di Genova<br />
apre al pubblico, per<br />
la prima volta in un’unica<br />
esposizione, i suoi tesori<br />
più preziosi, immagine e<br />
simbolo della storia millenaria<br />
di una città che<br />
ha fatto del commercio<br />
e dell’incontro con altri<br />
popoli e diverse civiltà<br />
il fulcro stesso della sua<br />
esistenza.<br />
La nascita del governo<br />
comunale, concomitante<br />
con la prima crociata,<br />
l’espansione commerciale<br />
in Oltremare e nelle<br />
terre dell’Impero bizantino,<br />
i rapporti con le potenze<br />
del Mediterraneo<br />
e del mar Nero, i viaggi<br />
lungo la Via della Seta e<br />
la riapertura della rotta<br />
Atlantica sono illustrati<br />
da documenti originali<br />
unici al mondo, scritti in<br />
lingua latina, araba, greca,<br />
armena e turca. Le vicende<br />
istituzionali della città,<br />
dal patto della Compa-<br />
Nella foto sotto:<br />
Pierre-Auguste Renoir,<br />
Mademoiselle Irène Cahen d`Anvers<br />
(La piccola Irene), 1880<br />
Mostra al Museo di Santa Caterina, Treviso.<br />
44 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 45
gna alla riforma di Andrea<br />
Doria, fanno da sfondo ai<br />
primati che Genova ha<br />
stabilito in ogni campo,<br />
dalla navigazione all’evoluzione<br />
del documento<br />
notarile, dalle assicurazioni<br />
alla nascita del Banco di<br />
San Giorgio.<br />
Un viaggio affascinante ed<br />
unico nel passato di una<br />
città straordinaria, che si<br />
rispecchia nei due manoscritti<br />
più antichi degli Annali<br />
di Caffaro, per la prima<br />
volta esposti insieme,<br />
e nella Cronaca di Iacopo<br />
da Varagine, e che trova<br />
nuova gloria nell’impresa<br />
di Cristoforo Colombo<br />
ed autentica bellezza nei<br />
manoscritti delle famiglie<br />
nobili, nei bozzetti di affreschi<br />
e sculture, nelle<br />
carte geografiche che disegnano<br />
i luoghi più belli<br />
della Liguria<br />
La mostra è realizzata in<br />
collaborazione con Magnum<br />
Photos Paris, dedicata<br />
all’immensa opera<br />
fotografica di Elliott Erwitt,<br />
uno dei più importanti<br />
fotografi del nostro<br />
tempo, nato a Parigi nel<br />
1928, cresciuto in Italia<br />
e vissuto negli Stati Uniti.<br />
Le immagini sono state<br />
selezionate fra le più significative<br />
e iconiche della<br />
sua immensa produzione<br />
e coprono un arco temporale<br />
che va dal 1948 al<br />
2005.<br />
Marc Chagall. La vie<br />
dal 25 giugno al 13 novembre<br />
2016<br />
La proposta culturale<br />
estiva del Forte culminerà<br />
con la mostra dedicata<br />
alla vocazione poetica<br />
del grande artista russo.<br />
Il percorso espositivo<br />
prende il nome e ruota<br />
intorno all’opera La vie,<br />
eccezionalmente concessa<br />
in prestito dalla Fondation<br />
Marguerite et Aimé<br />
Maeght di Saint-Paul-de-<br />
Vence, che ha partecipato<br />
all’organizzazione della<br />
mostra insieme al Museo<br />
Picasso di Münster<br />
e il Comitato Chagall di<br />
Parigi. Questo imponente<br />
olio su tela, realizzato<br />
nel 1964, riunisce in sé la<br />
maggior parte dei temi<br />
che caratterizzano la produzione<br />
artistica di Chagall.<br />
La mostra propone<br />
ai visitatori una scelta di<br />
dipinti, acquerelli, gouaches,<br />
litografie, ceramiche,<br />
tappezzerie, oltre a<br />
un approccio sensoriale<br />
legato al piacere delle<br />
forme, dei colori e della<br />
poesia, con l’obiettivo di<br />
avvicinare il pubblico alla<br />
visione artistica di Chagall,<br />
quella di un universo<br />
riconciliato grazie alla vita,<br />
all’amore e all’arte.<br />
VENEZIA<br />
Museo Correr<br />
(San Marco 52)<br />
www.correr.visitmuve.it<br />
Ippolito Caffi 1809-<br />
1866. Tra Venezia e l’Oriente<br />
fino all’8 gennaio 2017<br />
A 150 anni dalla morte<br />
del grande artista bel-<br />
lunese, la Fondazione<br />
Musei Civici di Venezia<br />
espone per la prima volta<br />
l’intero corpus di dipinti<br />
di Ippolito Caffi, il<br />
più innovativo e originale<br />
vedutista dell’Ottocento<br />
italiano. Al Museo Correr<br />
è possibile visitare<br />
la più completa raccolta<br />
del percorso artistico di<br />
un pittore del XIX secolo,<br />
che fu viaggiatore<br />
instancabile per inquietudine<br />
personale e desiderio<br />
di conoscenza.<br />
Foto sotto:<br />
Sebastião Salgado,<br />
Donne Zo'e nello Stato del Pará, Brasile.<br />
Mostra alla Chiesa di San Giacomo in<br />
San Domenico, Forlì<br />
BARD (AO)<br />
Forte di Bard<br />
www.fortedibard.it<br />
Elliot Erwitt. Retrospective<br />
dall’11 giugno al 13 novembre<br />
2016<br />
Nella foto:<br />
Ruggero Savinio, Figura marina.<br />
Mostra a Palazzo Giacomelli, Treviso.<br />
46 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 47
Ca' Pesaro - Galleria<br />
Internazionale di Arte<br />
Moderna<br />
(Santa Croce 2076)<br />
http://capesaro.visitmuve.<br />
it/it/mostre/mostre-incorso/mostra-culturechanel/2016/07/17887/<br />
culture-chanel-la-donnache-legge<br />
CULTURE CHANEL,<br />
La donna che legge<br />
fino all'8 gennaio 2017<br />
Episodio di CULTURE<br />
CHANEL, evoca l’universo<br />
creativo di Gabrielle<br />
Chanel nell’ottica inedita<br />
del suo rapporto con il<br />
libro e la lettura. Dai classici<br />
greci ai poeti moderni,<br />
la fornitissima biblioteca<br />
di Gabrielle Chanel<br />
svela opere che hanno<br />
segnato la vita e modellato<br />
la personalità di quella<br />
che fu una grande lettrice.<br />
Nel suo appartamento<br />
al 31 di rue Cambon,<br />
di fronte agli scaffali di libri<br />
si trovano le iscrizioni<br />
dei pannelli di lacca di<br />
Coromandel, presenza<br />
rassicurante degli scritti<br />
che la accompagnano e<br />
le rivelano ciò che può<br />
significare la costruzione<br />
della propria opera.<br />
BASSANO<br />
DEL GRAP-<br />
PA (VI)<br />
Museo Civico<br />
(piazza Garibaldi,<br />
34)<br />
www.comune.bassano.<br />
vi.it<br />
Il magnifico<br />
guerriero<br />
fino al 19<br />
gennaio<br />
2017<br />
Di ritratti di<br />
Jacopo Bassano<br />
se ne conoscono<br />
pochi, tutti molto belli.<br />
“Il Magnifico Guerriero”,<br />
o più esattamente “Il ritratto<br />
di uomo in armi”<br />
rappresenta un affascinate<br />
nobiluomo dalla fulva,<br />
curatissima barba. Non<br />
un giovane ma un uomo<br />
maturo, certo aduso al<br />
comando ma soprattutto<br />
ad una vita raffinata lontano<br />
dai campi di battaglia.<br />
Indossa una preziosa<br />
corazza alla moda dell’epoca,<br />
che lo costringe,<br />
ma che non riesce ad<br />
ingabbiare la sua grazia e<br />
la sua flessibilità. Le lunghe<br />
dita, curate e perfette,<br />
non sembrano le più<br />
adatte a menar fendenti,<br />
così come il suo spadino<br />
di ferro e oro sembra più<br />
da parata che da battaglia.<br />
TREVISO<br />
Foto sopra:<br />
Antoine Jean-Baptiste Thomas,<br />
Benedizione del “Bambino” dell'Aracoeli,<br />
Mostra al Museo di Roma, Roma<br />
Museo di Santa Caterina<br />
(piazzetta Mario Botter<br />
1)<br />
http://www.lineadombra.<br />
it/ita/index.php<br />
Storie dell’Impressionismo.<br />
I grandi protagonisti<br />
da Monet a Renoir,<br />
da Van Gogh a Gauguin<br />
dal 29 ottobre 2016 al<br />
17 aprile 2017<br />
Per dare l’idea dei<br />
vent’anni di attività di Linea<br />
d’ombra ecco una<br />
mostra storica che racchiude<br />
i motivi più distintivi<br />
della ricerca di Linea<br />
d’ombra quale strumento<br />
organizzativo.<br />
Una vasta esposizione dedicata<br />
alle Storie dell’impressionismo,<br />
raccontata<br />
in 140 opere (soprattutto<br />
dipinti, ma talvolta anche<br />
fotografie e incisioni a colori<br />
su legno) e sei capitoli,<br />
con un forte intento di<br />
natura didattica. Per dire<br />
in ogni caso non solo di<br />
quel mezzo secolo che va<br />
dalla metà dell’Ottocento<br />
fino ai primissimi anni<br />
del Novecento, ma anche<br />
di quanto la pittura in<br />
Francia aveva prodotto,<br />
con l’avvento di Ingres a<br />
inizio Ottocento,<br />
nell’ambito<br />
di un classicismo<br />
che sfocerà, certamente<br />
con minore<br />
tensione<br />
creativa, nelle<br />
prove, per lo più<br />
accademiche,<br />
degli artisti del<br />
Salon. Ma anche,<br />
con Delacroix,<br />
entro i termini<br />
di un così definito<br />
romanticismo<br />
che interesserà<br />
molti tra i pittori<br />
delle nuove generazioni,<br />
fino a Van Gogh.<br />
Tiziano Rubens Rembrandt.<br />
L’immagine<br />
femminile tra Cinquecento<br />
e Seicento. Tre<br />
capolavori dalla Scottish<br />
National Gallery di<br />
Edimburgo<br />
Tre capolavori esposti<br />
per i vent’anni di attività<br />
di Linea d’Ombra appositamente<br />
selezionati.<br />
Da Guttuso a Vedova a<br />
Schifano<br />
Quello che si propone<br />
l’esposizione in oggetto,<br />
è di individuare un percorso<br />
− attraverso la<br />
selezione di una cinquantina<br />
di autori importanti<br />
− della pittura italiana<br />
dagli anni che seguono<br />
la chiusura della Seconda<br />
guerra mondiale per<br />
giungere alla conclusione<br />
del Novecento. Scegliendo<br />
artisti nati tra la fine<br />
del primo decennio del<br />
XX secolo e la fine degli<br />
anni trenta. Quanto a dire<br />
due generazioni di pittori,<br />
che vanno da Afro e<br />
Guttuso fino a Novelli e<br />
Schifano.<br />
Palazzo Giacomelli<br />
(piazza Garibaldi 13)<br />
De Pictura. Dodici pittori<br />
in Italia<br />
dal 29 ottobre 2016 al<br />
17 aprile 2017<br />
De Pictura riunisce dodici<br />
artisti, evidenziando<br />
la loro produzione dal<br />
1995 fino ai giorni più recenti.<br />
Pier Luigi Lavagnino,<br />
Gianfranco Ferroni e<br />
proprio Piero Ruggeri e<br />
Alberto Gianquinto, che<br />
non ci sono più, saranno<br />
comunque presenti con<br />
opere dalla metà degli<br />
anni novanta fino ai primi<br />
anni Duemila. Ciascuno<br />
dei dodici artisti viene<br />
documentato da un nucleo<br />
di quattro opere, attentamente<br />
selezionate.<br />
48 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 49
TRENTO<br />
MUSE - Museo delle<br />
Scienze<br />
(corso del Lavoro e della<br />
Scienza 3)<br />
www.mart.trento.it<br />
Estinzioni. Storie di catastrofi<br />
e altre opportunità<br />
fino al 26 giugno 2017<br />
Il MUSE dà il via a un ambizioso<br />
progetto che mette<br />
in dialogo le ricerche<br />
e le riflessioni sulla sesta<br />
estinzione di massa - ovvero<br />
la crisi ecologica<br />
che stiamo vivendo - con<br />
le dinamiche che hanno<br />
caratterizzato le cinque<br />
grandi estinzioni paleontologiche<br />
avvenute negli<br />
ultimi 500 milioni di anni.<br />
Il progetto nasce da un<br />
importante lavoro di ricerca<br />
e selezione dei più<br />
significativi reperti originali<br />
di vertebrati estinti in<br />
tempi storici, preservati<br />
presso i musei italiani:<br />
dallo scheletro di un<br />
grande dinosauro sauropode<br />
(l’unico di questo<br />
tipo esposto in un museo<br />
italiano) che accoglierà il<br />
pubblico all’ingresso della<br />
mostra, al celebre cranio<br />
di Homo neanderthalensis<br />
“Guattari I”,<br />
il più completo<br />
preservato nel<br />
nostro paese.<br />
Il repertorio di<br />
reperti esposti<br />
- tutti originali<br />
- con le storie<br />
che si celano<br />
dietro ognuno<br />
di essi, permetterà<br />
di conoscere<br />
il destino<br />
delle specie più<br />
carismatiche ormai<br />
scomparse<br />
e di addentrarsi<br />
fra le pieghe di<br />
vicende meno<br />
note, ma altrettanto<br />
illuminanti.<br />
ROVERETO (TN)<br />
MART (Corso Bettini<br />
43)<br />
www.mart.trento.it<br />
Umberto Boccioni<br />
(1882-1916). Genio e<br />
memoria<br />
dal 4 novembre 2016 al<br />
19 febbraio 2017<br />
Un progetto concepito<br />
dai curatori con un originale<br />
taglio critico che offre<br />
un percorso selettivo<br />
sulle fonti visive che hanno<br />
contribuito alla formazione<br />
e all’evoluzione<br />
dello stile dell’artista.<br />
Dopo Milano, l’attività di<br />
Umberto Boccioni viene<br />
esplorata a Rovereto<br />
attraverso accostamenti<br />
con le opere dei suoi coevi,<br />
molte delle quali appartenenti<br />
alle Collezioni<br />
del Mart, e con preziosi<br />
materiali d’archivio. La<br />
mostra su Boccioni dialoga<br />
con l’attività espositiva,<br />
sviluppata nel museo<br />
e negli spazi della Casa<br />
d’Arte Futurista Depero,<br />
e si riverbera nella ricerca<br />
internazionale dell’Archivio<br />
del ’900, presso cui<br />
ha sede il CISF, Centro<br />
Internazionale Studi sul<br />
Futurismo.<br />
FORLÌ<br />
Chiesa di San Giacomo in<br />
San Domenico<br />
(piazza Guido da Montefeltro<br />
12)<br />
http://www.fondazionecariforli.it/it/mostre_musei_san_domenico1/<br />
Genesi – Sebastião Salgado<br />
dal 28 ottobre 2016 al<br />
29 gennaio 2017<br />
Potente nella sua essenziale<br />
purezza,<br />
il messaggio di<br />
"Genesi" è incredibilmente<br />
attuale, perché<br />
pone al centro il<br />
tema della preservazione<br />
del<br />
nostro pianeta,<br />
tema portante<br />
anche della Settimana<br />
del Buon<br />
Vivere, nel cui<br />
ambito ha preso<br />
il via il ciclo delle<br />
grandi mostre<br />
fotografiche forlivesi<br />
inaugurato<br />
lo scorso anno<br />
da Steve Mc-<br />
Curry.<br />
"Genesi" di Sebastião Salgado<br />
è un progetto iniziato<br />
nel 2003 e durato 10<br />
anni, un canto d’amore<br />
per la terra e un monito<br />
per gli uomini. Con 245<br />
eccezionali immagini che<br />
compongono un itinerario<br />
fotografico in un<br />
bianco e nero di grande<br />
incanto, la mostra racconta<br />
la rara bellezza del<br />
patrimonio unico e prezioso,<br />
di cui disponiamo:<br />
il nostro pianeta.<br />
Le fotografie di Salgado<br />
sono state realizzate con<br />
lo scopo di immortalare<br />
un mondo in cui natura<br />
ed esseri viventi vivono<br />
ancora in equilibrio<br />
con l’ambiente. Ideata da<br />
Amazonas Images, promossa<br />
dalla Fondazione<br />
Cassa dei Risparmi di<br />
Forlì in collaborazione<br />
con il Comune di Forlì, la<br />
mostra è organizzata da<br />
Civita Mostre in collaborazione<br />
con Contrasto.<br />
FIRENZE<br />
Palazzo Strozzi<br />
(piazza degli Strozzi)<br />
www.palazzostrozzi.org<br />
Ai Weiwei. Libero<br />
dal 23 settembre 2016<br />
al 22 gennaio 2017<br />
Artista dissidente e<br />
personalità provocatoria,<br />
protagonista di mostre<br />
presso i maggiori<br />
musei del mondo, Ai<br />
Weiwei invaderà Palazzo<br />
Strozzi con opere storiche<br />
e nuove produzioni<br />
che coinvolgeranno tutto<br />
lo spazio: la facciata, il<br />
cortile, il piano nobile e<br />
la Strozzina. Per la prima<br />
volta Palazzo Strozzi sarà<br />
utilizzato come uno spazio<br />
espositivo unitario,<br />
Nella foto:<br />
Antonio Ligabue, Autoritratto.<br />
Mostra al Complesso del Vittoriano, Roma<br />
50 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 51
creando un’esperienza<br />
totalmente inedita per i<br />
propri visitatori ed esaltando<br />
una delle peculiarità<br />
dell’arte di Ai Weiwei,<br />
il rapporto tra tradizione<br />
e modernità, in un luogo<br />
simbolo della storia di Firenze.<br />
La mostra proporrà<br />
un percorso tra installazioni<br />
monumentali, sculture<br />
e oggetti simbolo<br />
della sua carriera, video<br />
e serie fotografiche dal<br />
forte impatto politico e<br />
simbolico, permettendo<br />
una totale immersione<br />
nel mondo artistico e<br />
nella biografia personale<br />
di Ai Weiwei. Le opere<br />
esposte spazieranno così<br />
dal periodo newyorkese<br />
tra gli anni ottanta e novanta<br />
in cui scopre l’arte<br />
dei suoi “maestri” Andy<br />
Warhol e Marcel Duchamp<br />
alle grandi opere<br />
iconiche degli anni duemila,<br />
fatte di assemblaggi<br />
di materiali e oggetti come<br />
biciclette e sgabelli,<br />
fino alle opere politiche<br />
e controverse che hanno<br />
segnato gli ultimi tempi<br />
della sua produzione artistica,<br />
come i ritratti di dissidenti<br />
politici in LEGO o<br />
i recenti progetti sulle migrazioni<br />
nel Mediterraneo.<br />
PERUGIA<br />
Palazzo<br />
Lippi Assandri<br />
(corso<br />
Vannucci,<br />
39)<br />
www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />
I Tesori della Fondazione<br />
Cassa di Risparmio di<br />
Perugia e il caravaggismo<br />
nelle collezioni di<br />
Perugia<br />
fino al 20 novembre<br />
2016<br />
Si tratta di oltre 50 dipinti<br />
di grande rilievo, rappresentativi<br />
non solo delle<br />
esperienze artistiche che<br />
si affermano in Umbria<br />
nell’arco di quattro secoli,<br />
dal Trecento al Settecento,<br />
ma anche di altri<br />
aspetti della cultura figurativa<br />
italiana dal Rinascimento<br />
al Barocco.<br />
ROMA<br />
Museo di Roma<br />
(piazza Pantaleo 10 –<br />
piazza Navona 2)<br />
http://www.museodiroma.it/<br />
Antoine Jean-Baptiste<br />
Thomas e il popolo di<br />
Roma (1817-1818)<br />
fino al 4 dicembre 2016<br />
Come doveva apparire<br />
agli occhi di un francese<br />
la Roma di inizio Ottocento?<br />
Caotica e rumorosa,<br />
certo, ma anche<br />
piena di colori e di suoni,<br />
di odori perfino, e costellata<br />
di volti caratteristici e<br />
anonimi al tempo stesso,<br />
inconfondibili. Sono<br />
i mestieri del popolo ad<br />
animare le vie e le piazze,<br />
assieme ai rituali condivisi<br />
dalla gente come dai nobili<br />
e dal clero, e snocciolati<br />
come i grani di un rosario<br />
Chiostro del Bramante<br />
(via Arco della Pace 5)<br />
http://chiostrodelbramante.it<br />
LOVE. L’arte contemporanea<br />
incontra l’amore<br />
fino al 19 febbraio 2017<br />
Una novità assoluta e imperdibile<br />
nel panorama<br />
delle proposte culturali<br />
capitoline degli ultimi anni<br />
che si candida a riportare<br />
la città di Roma agli stessi<br />
livelli delle più stimate<br />
realtà espositive internazionali.<br />
Per la prima volta<br />
saranno riuniti alcuni<br />
tra i più importanti artisti<br />
dell’arte contemporanea,<br />
come Yayoi Kusama,<br />
Tom Wesselmann, Andy<br />
Warhol, Robert Indiana,<br />
Gilbert & George, Franlungo<br />
tutto l’anno, giorno<br />
dopo giorno, a cadenzare<br />
il tempo e le stagioni.<br />
Questo caleidoscopio di<br />
scene quotidiane colpì a<br />
tal punto il pittore Antoine<br />
Jean-Baptiste Thomas<br />
da spingerlo a realizzare<br />
una serie di schizzi<br />
dal vero, durante il suo<br />
soggiorno romano tra il<br />
1816 e il 1818 in qualità<br />
di vincitore del Prix de<br />
Rome dell’Accademia di<br />
Francia. Solo dopo il suo<br />
rientro in Francia questi<br />
fogli vennero selezionati<br />
dall’autore e organizzati<br />
in 12 sezioni corrispondenti<br />
ai mesi dell’anno,<br />
con un testo esplicativo di<br />
accompagno alle immagini.<br />
Fu poi François Le Villain<br />
a trarne<br />
le litografie<br />
che confluirono<br />
nel volume<br />
Un an<br />
à Rome et<br />
dans ses environs,<br />
edito<br />
da Firmin<br />
Didot prima<br />
nel 1823 e<br />
poi nel 1830.<br />
Complesso<br />
del Vittoriano<br />
(via di San<br />
Pietro in Carcere)<br />
www.ilvittoriano.com<br />
Antonio Ligabue<br />
dall'11 Novembre 2016<br />
all'8 Gennaio 2017<br />
Un excursus storico e<br />
critico attraverso circa<br />
100 lavori del genio artistico<br />
dalla vita segnata<br />
da disgrazie, solitudine,<br />
sradicamenti, fame e miseria.<br />
Tra gli olii esposti<br />
Carrozza con cavalli e<br />
paesaggio svizzero (1956-<br />
1957), Tavolo con vaso<br />
di fiori (1956) e Gorilla<br />
con donna (1957-1958),<br />
accanto a sculture in<br />
bronzo come Leonessa<br />
(1952-1962) e Lupo<br />
siberiano (1936).<br />
In mostra anche una<br />
sezione dedicata alla<br />
produzione grafica<br />
con disegni e incisioni<br />
quali Mammuth (1952-<br />
1962), Sulki (1952-<br />
1962), Autoritratto<br />
con berretto da fantino<br />
(1962) e una sezione<br />
sulla sua incredibile vicenda<br />
umana.<br />
Nella foto:<br />
Tom Wesselmann, Lulù.<br />
Mostra al Chiostro del Bramante, Roma<br />
52 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 53
cesco Vezzoli, Tracey<br />
Emin, Marc Quinn, Francesco<br />
Clemente, Joana<br />
Vasconcelos, con delle<br />
opere dai linguaggi fortemente<br />
esperienziali ("All<br />
the Eternal Love I Have<br />
for the Pumpkins della<br />
Kusama tra le più instagrammate<br />
al mondo"),<br />
adatte a coinvolgere il<br />
pubblico attraverso molteplici<br />
sollecitazioni.<br />
unicum con l’ambiente<br />
circostante.<br />
Tradizionalmente pensati<br />
come contraddittori e<br />
opposti, i concetti di durata<br />
e intervallo, sono al<br />
centro dell’esposizione,<br />
in maniera sempre diversa,<br />
come due facce della<br />
stessa medaglia: due momenti<br />
simultanei e indissociabili<br />
di un unico processo<br />
di trasformazione.<br />
Galleria Nazionale d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea<br />
(viale delle Belle Arti 131)<br />
http://lagallerianazionale.<br />
com/<br />
The Lasting. L’intervallo<br />
e la durata<br />
fino al 29 gennaio 2017<br />
L’esposizione, dedicata<br />
all’importanza che assume<br />
la dimensione temporale<br />
sia nella pratica<br />
che nella poetica artistica,<br />
presenta oltre 30 lavori<br />
di 15 artisti italiani e<br />
internazionali di diverse<br />
generazioni. I lavori, tutti<br />
di grande formato, dalla<br />
pittura alla scultura, dal<br />
video alla fotografia all’installazione,<br />
occupano un<br />
solo ampio spazio sfruttandone<br />
anche la verticalità,<br />
per costruire un<br />
Museo Nazionale del<br />
Palazzo di Venezia<br />
(via del Plebiscito 118)<br />
Capolavori dell’antica<br />
porcellana cinese<br />
fino al 16 febbraio 2017<br />
È l’occasione per ammirare<br />
da vicino 74 preziose<br />
ceramiche dell’antica<br />
tradizione cinese, di diversa<br />
datazione storica:<br />
dalla grande varietà delle<br />
ceramiche Song e Yuan,<br />
in cui la produzione della<br />
ceramica conobbe<br />
grande prosperità (960-<br />
1368), alle ceramiche<br />
Ming delle fornaci di Jingdezhen<br />
(1368-1644), che<br />
produssero in particolare<br />
per la corte imperiale, fino<br />
alle più recenti prodotte<br />
durante la dinastia<br />
Qing (1644-1911), momento<br />
in cui la produzione<br />
imperiale raggiunse<br />
il suo picco più alto e la<br />
piena maturità.<br />
CAPACCIO (SA)<br />
Parco Archeologico di<br />
Paestum - Museo<br />
(via Magna Grecia 919)<br />
http://www.museopaestum.beniculturali.it/<br />
Possessione - Trafugamenti<br />
e falsi d’antichità<br />
a Paestum<br />
www.mostramitonatura.it/<br />
fino al 31 dicembre<br />
2016<br />
Gli scavi clandestini comportano<br />
la perdita non<br />
solo degli oggetti stessi<br />
ma anche del loro contesto<br />
stratigrafico, e quindi<br />
di tutta una serie di informazioni<br />
che sono fondamentali<br />
per la conoscenza<br />
del mondo antico – evidenzia<br />
il curatore della<br />
mostra e direttore del<br />
Parco, Gabriel Zuchtriegel<br />
- La questione del<br />
possesso incide sull’essenza<br />
dell’opera d’arte:<br />
possesso e possessione<br />
sono pertanto questioni<br />
di estetica, intesa come<br />
disciplina filosofica, oltre<br />
che di legislazione e tutela.<br />
Inseriti in collezioni<br />
private dove spesso sono<br />
affiancati a falsi di vario<br />
genere, gli oggetti antichi<br />
perdono la loro attinenza<br />
con la storia collettiva,<br />
per essere ridotti allo<br />
stato di una merce o di<br />
un semplice godimento<br />
estetico. Sono sempre gli<br />
stessi oggetti, ma il cambiamento<br />
del contesto<br />
in cui sono inseriti comporta<br />
un mutamento intrinseco<br />
del loro valore<br />
artistico e culturale.<br />
ANTEPRIME…<br />
ALL’ORIZZONTE<br />
MILANO<br />
Gallerie d'Italia<br />
Bellotto e Canaletto.<br />
Lo stupore della luce<br />
dal 25 novembre 2016<br />
al 3 marzo 2017<br />
ROMA<br />
Palazzo Braschi<br />
Artemisia Gentileschi<br />
dal 30 novembre 2016<br />
all’8 maggio 2017<br />
FORLÌ<br />
Musei San Domenico<br />
Art Déco. Gli anni ruggenti<br />
in Italia<br />
dal 10 febbraio al 18 giugno<br />
2017<br />
VICENZA<br />
Palladio Museum<br />
Palladio. Il mistero del<br />
volto<br />
dal 3 dicembre 2016 al<br />
4 giugno 2017<br />
54 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 55
56 • Orizzonte Magazine<br />
OLIVE ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
Orizzonte Magazine • 57
OLIVE<br />
ALL'ASCOLANA<br />
AL CONTRARIO<br />
di Ornella Mirelli<br />
N<br />
el suo libro<br />
“Il riposo della<br />
polpetta” Massimo<br />
Montinari,<br />
medievalista e esperto<br />
di alimentazione di livello<br />
mondiale, scrive: “Un<br />
filosofo tedesco dell’Ottocento,<br />
Ludwig Feuerbach,<br />
scrisse una frase<br />
destinata a grande fortuna,<br />
che sentiamo spesso<br />
ripetere: ”L’uomo è ciò<br />
che mangia”... Vuol dire<br />
che il cibo, a cui è legata<br />
l’identità dell’uomo, non<br />
è semplicemente un oggetto<br />
nutritivo, bensì una<br />
realtà ricca di valori, di<br />
simboli di significati, elaborati<br />
dagli uomini e dalle<br />
donne che quel cibo hanno<br />
prodotto e preparato.<br />
Una realtà - in una parola<br />
- culturale.”<br />
La massima espressione<br />
di questo concetto è<br />
rappresentata dall’oliva<br />
e, naturalmente, dall’olio<br />
che ne deriva. L’olivo<br />
ha segnato l’esistenza<br />
dell’uomo dalla Bibbia ai<br />
giorni nostri, sottolineandone<br />
i passi non solo<br />
in cucina ma attraverso il<br />
mito, la religione e la vita<br />
sociale: è un ramo d’ulivo<br />
che la colomba riporta a<br />
Noè dopo il diluvio, è in<br />
un enorme tronco d’ulivo<br />
che Ulisse aveva intagliato<br />
il suo letto nuziale,<br />
con l’olio d’oliva venivano<br />
unti i re biblici e lo stesso<br />
nome di Cristo significa<br />
“unto”.<br />
Fin dall’epoca imperiale<br />
a Roma le olive si servivano<br />
in tutte le cene, anche<br />
nelle più importanti;<br />
per averle a disposizione<br />
in ogni periodo dell’anno<br />
venivano conservate in<br />
salamoia fino al momento<br />
di consumarle. Oltre<br />
ad essere gustose, le olive<br />
rappresentavano un cibo<br />
nutriente: comparivano<br />
nella dieta dei legionari,<br />
che erano soliti portarle<br />
con sé anche nei lunghi<br />
viaggi, mentre le più<br />
pregiate venivano scolate,<br />
snocciolate e tritate<br />
insieme ad aromi vari,<br />
ottenendo ottime conserve<br />
che costituivano un<br />
saporito companatico.<br />
Continua la collaborazione<br />
con Orizzonte Magazine di<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
58 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 59
Nel medio evo i monaci<br />
Olivetani del Piceno sarebbero<br />
stati i primi ad<br />
operare la concia delle<br />
olive, conservando in salamoia<br />
le grosse olive della<br />
zona; intorno agli inizi<br />
dell’Ottocento pare poi<br />
che i cuochi delle famiglie<br />
nobili ascolane abbiano<br />
inventato le olive farcite<br />
e poi fritte, chiamate appunto<br />
Olive all’ascolana,<br />
per consumare i tagli di<br />
carne avanzati che, non<br />
potendosi conservare a<br />
lungo, sarebbero andati a<br />
male.<br />
Scrive ancora Massimo<br />
Montinari: “Ludwig<br />
Feuerbach ci insegna che<br />
non esistono simboli senza<br />
materia, ma neppure<br />
materia senza simboli.<br />
Per questo, quando parliamo<br />
di cibo e cultura,<br />
non parliamo di due realtà<br />
diverse, separate o<br />
magari contrapposte, ma<br />
di una realtà unica: il cibo<br />
è cultura.”<br />
La ricetta di oggi riguarda<br />
le Olive all’ascolana<br />
ma al contrario, e cioè<br />
con l’oliva all’interno del<br />
macinato, gustose ma più<br />
semplici da preparare.<br />
Olive all'ascolana<br />
al contrario<br />
Ingredienti:<br />
250 gr di carne tritata mista<br />
(vitello, maiale, tacchino)<br />
100 gr circa di olive verdi<br />
denocciolate (circa 30)<br />
1 uovo<br />
25 gr di mollica di pane<br />
raffermo<br />
30 gr di mortadella tritata<br />
grossolanamente<br />
5 cucchiai di parmigiano<br />
(circa)<br />
una confezione di fette<br />
biscottate multicereali<br />
sale q.b.<br />
olio extra vergine (per<br />
friggere)<br />
Togliete le olive dal loro<br />
liquido di governo e<br />
lasciatele asciugare su<br />
carta da cucina. Tritate<br />
le fette biscottate con<br />
l’aiuto di un cutter elettrico,<br />
passate la granella<br />
ottenuta attraverso un<br />
colino a maglie strette e<br />
mettetela in una ciotola,<br />
tenendo da parte le briciole<br />
più grosse che vi<br />
serviranno per l’impasto.<br />
Passate al mixer anche la<br />
mortadella. Ammollate la<br />
mollica di pane in un po'<br />
d'acqua o latte, strizzatela<br />
benissimo e mescolatela<br />
alla carne, alla mortadella,<br />
all’uovo, al parmigiano ed<br />
ad un paio di cucchiai di<br />
fette tritate grossolanamente.<br />
Procedete ad impastare<br />
con le mani fino ad<br />
ottenere un composto<br />
liscio e sodo quanto<br />
basta. A questo punto<br />
formate delle polpette<br />
grandi quanto una noce.<br />
In ogni polpetta inserite<br />
un'oliva e compattate<br />
bene il tutto tra le mani.<br />
Date alle polpette la forma<br />
ovoidale delle olive e<br />
passatele nel pangrattato<br />
finissimo ricavato dalle<br />
fette multicereali. Friggete<br />
le polpette in olio<br />
caldo, dapprima ad una<br />
temperatura media, per<br />
dare modo all'impasto di<br />
cuocere in maniera omogenea,<br />
successivamente a<br />
temperatura più alta, per<br />
far prendere colore alle<br />
polpette.<br />
Sgocciolatele su carta per<br />
fritti e servite calde. Sono<br />
buonissime anche a temperatura<br />
ambiente.<br />
60 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 61
BENESSERE AL NATURALE<br />
Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
I VANTAGGI DI MANGIAR PIC-<br />
CANTE<br />
Stando a una ricerca condotta da<br />
esperti della Oxford University, della<br />
Harvard School of Public Health e<br />
della Chinese Academy of Medical<br />
Sciences sembrerebbe proprio che<br />
mangiare piccante aiuti a vivere più<br />
a lungo e in salute. L’uso del peperoncino<br />
ridurrebbe infatti il rischio di<br />
patologie cardiovascolari, tumorali e<br />
respiratorie grazie alla presenza della<br />
Capsaicina.<br />
Sarebbero più longeve quelle persone<br />
che consumano quotidianamente<br />
o al massimo ogni due giorni cibi<br />
piccanti e ciò perché la Capsaicina ha<br />
proprietà anti-tumorali, anti-obesità,<br />
anti-infiammatorie e anti-ossidanti.<br />
In sintesi:<br />
AZIONE ANTI-TUMORALE: la<br />
Capsaicina sembra facilitare la morte<br />
programmata delle cellule tumorali e<br />
inibire la vascolarizzazione della massa<br />
tumorale e la conseguente metastatizzazione.<br />
AZIONE ANTI-INFIAMMATORIA:<br />
la Capsaicina sembra efficace nell'artrite<br />
reumatoide, in patologie articolari,<br />
traumi, psoriasi e arteriosclerosi.<br />
AZIONE ANTI-DOLORIFICA: è noto<br />
da anni l’uso analgesico dovuto alla<br />
presenza di recettori specifici che, dopo<br />
una iniziale attivazione, tendono a<br />
inattivarsi, esplicando in questo modo<br />
le proprietà analgesiche.<br />
AZIONE ANTI-OBESITÀ: risulterebbe<br />
sia dall’attivazione di proteine responsabili<br />
della dissipazione di energia<br />
sotto forma di calore, sia dall'attivazione<br />
del sistema nervoso simpatico. L’attività<br />
induttrice nei confronti del metabolismo<br />
aumenterebbe la termogenesi e,<br />
quindi, il metabolismo basale.<br />
Controindicazioni: l’uso va evitato in<br />
caso di tosse cronica e di emorroidi,<br />
ma anche durante la gravidanza e il periodo<br />
di allattamento al seno.<br />
RIMEDI PER IL MAL DI TESTA<br />
In autunno il rischio di mal di testa cervicale<br />
è sempre in agguato, anche per<br />
i maggiori ritmi di lavoro, lo stress,<br />
l’assunzione di posture scorrette, con<br />
conseguenti sensazioni dolorose a carico<br />
della muscolatura del collo e delle<br />
spalle, le cattive abitudini alimentari.<br />
Per contrastare questo fenomeno è<br />
utile adottare una corretta postura e<br />
uno stile di vita sano, prevedendo attività<br />
all’aria aperta nelle pause lavorative,<br />
riducendo lo stress attraverso l’uso di<br />
rimedi naturali o la pratica dello Yoga<br />
ma anche ritagliandosi spazi, anche piccoli,<br />
per il relax.<br />
È necessario anche scegliere una corretta<br />
e sana alimentazione: frutta, verdura<br />
e liquidi saranno le colonne portanti dei<br />
pasti, che dovranno essere consumati<br />
a intervalli regolari. La colazione non<br />
andrà sottovalutata: ad essa è affidato il<br />
compito di avviare nel modo giusto la<br />
giornata dal punto di vista energetico.<br />
Determinante è poi il trattamento del<br />
mal di testa già dai primi sintomi, intervenendo<br />
prontamente per evitare<br />
l’intensificarsi del problema. Tra i rimedi<br />
naturali si consiglia l’infuso di salice<br />
(che esplica proprietà simili a quelle<br />
dell’aspirina), la camomilla o l’artiglio del<br />
diavolo.<br />
AFORISMA DEL MESE<br />
Nessun corpo vale più del tuo corpo.<br />
(Anonimo)<br />
62 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 63
FAMIGLIA ASTERACEE<br />
NOME SCIENTIFICO:<br />
taraxacum<br />
COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />
E IN ITALIA<br />
di Angelo Ferri<br />
LO<br />
SAPEVATE<br />
CHE<br />
TARASSACO<br />
(Taraxacum officinale)<br />
Il tarassaco, anche detto<br />
1.<br />
dente di leone o cicoria<br />
selvatica, è una pianta<br />
erbacea spontanea della<br />
famiglia delle Composite. Cresce in tutta<br />
Italia e può essere raccolta con una<br />
certa facilità nei terreni incolti o lungo i<br />
margini di sentieri di campagna.<br />
Conosciuto volgarmente con il curioso<br />
nome di ‘piscialetto’, il tarassaco (Taraxacum<br />
officinale – fam. Asteracee)<br />
deve la sua fama alle note proprietà depurative<br />
e diuretiche della radice.<br />
In botanica, il tarassaco è classificato come<br />
pianta erbacea perenne di dimensioni<br />
e altezza modeste, caratterizzato<br />
per lo più dalla grossa radice a fittone<br />
che si sviluppa a profondità<br />
ridotte e dalla tipica infiorescenza<br />
giallo-dorata. Il tarassaco è diffuso<br />
lungo tutto lo stivale e ben si adatta<br />
a qualsiasi tipo di latitudine: è facile,<br />
infatti, ritrovarlo sia in pianura che<br />
in montagna, anche oltre i 2000 metri,<br />
e predilige i bordi dei sentieri, i<br />
prati e i terreni incolti.<br />
Nel Medioevo, il tarassaco<br />
veniva utilizzato<br />
come efficace rimedio<br />
contro i disturbi di fegato<br />
e reni, forse per via del suo<br />
colore ‘giallo’ intenso che ricorda<br />
quello della bile.<br />
In effetti, col passare dei secoli, la<br />
scienza ne provò l’efficacia e tra il<br />
1500-1600 diversi furono i naturalisti<br />
e farmacisti che riconobbero al<br />
tarassaco proprietà diuretiche e addirittura<br />
curative per le ferite. Per<br />
motivi analoghi la medicina cinese<br />
ne fa da sempre ampio uso.<br />
Il taraxacum officinalis viene utilizzato<br />
in tutte le sue parti, benché la<br />
parte più preziosa, quella che contiene<br />
in forma più concentrata le<br />
proprietà depurative, sia la radice.<br />
2. 4.<br />
Le foglie di questo ingrediente<br />
della cucina<br />
3. naturale possono essere<br />
consumate in insalata<br />
ma è opportuno<br />
utilizzare quelle più giovani perché<br />
più tenere e meno amare, mentre<br />
quelle più vecchie, che sono quelle<br />
vicine alla base della pianta, si possono<br />
usare cotte, come si faceva un<br />
tempo, per minestre, minestroni e<br />
zuppe. Invece i fiori di tarassaco in<br />
alcune zone d’Italia vengono messi<br />
sott’aceto e consumati come i capperi.<br />
La parte del tarassaco più ricca di<br />
virtù terapeutiche, come anticipato,<br />
sono le radici. Essendo una pianta<br />
perenne, le radici possono allungarsi<br />
in modo evidente nel terreno e<br />
divenire sensibilmente robuste.<br />
Si utilizzano sia fresche<br />
che essicate per decotti<br />
e tisane, le cui proprietà<br />
sono depurative<br />
favoriscono l’eliminazione delle tossine<br />
dall’organismo, combattono la<br />
stitichezza ed il colesterolo.<br />
Hanno poi proprietà digestive e<br />
colagoghe perché aiutano l’eliminazione<br />
della bile ma anche dei calcoli<br />
renali, infine stimolano l’attività del<br />
fegato.<br />
I fiori si aprono all’alba e si chiudono<br />
al tramonto tanto che il dente<br />
di leone è anche chiamato “orologio<br />
del pastore”. Pur essendo molto<br />
comune e diffuso su prati e giardini<br />
fioriti, ha delle proprietà al di là del<br />
comune con effetti buonissimi su<br />
tutto il sistema linfatico e non solo.<br />
Fra le ricette più famose della tradizione<br />
sicuramente quella piemontese<br />
che si prepara di solito per Pasqua<br />
e Pasquetta ovvero l’insalata a<br />
base di tarassaco, filetti di acciughe<br />
e uova sode. Per i fiori di tarassaco<br />
invece fra le preparazioni più classiche<br />
– insieme alla conservazione in<br />
salamoia o sotto aceto.<br />
64 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 65
5.<br />
Miele di Tarassaco<br />
Ingredienti g. 300 di<br />
fiori di tarassaco due<br />
litri di acqua kg. 1,5 di zucchero la<br />
scorza affettata sottile di due limoni<br />
non trattati.<br />
Procedimento Togliere il gambo dai<br />
fiori, e metteterli in un tagame dove<br />
saranno già a bollore i due litri<br />
di acqua. Cuocere per un’oretta e<br />
colarte bene il succo. Mettere l’acqua<br />
così ottenuta in una casseruola<br />
insieme allo zucchero ed alla scorza<br />
di limone. Fare bollire fino a quando<br />
il composto non avrà raggiunto la<br />
densità del miele.<br />
attenzione<br />
Lasciate asciugare i boccioli ponendoli<br />
prima in una scolapasta e poi<br />
distesi su uno straccio da cucina<br />
asciutto.<br />
Riempite il fondo di un baratto con<br />
del sale, ponete i boccioli di tarassaco<br />
in nel medesimo barattolo e<br />
copriteli di sale. Fate riposare per 4<br />
Tarassaco sott’olio o sotto aceto<br />
Come preparare il tarassaco sott’olio,<br />
sotto aceto o sotto sale? A seguito<br />
del trattamento sotto sale, i<br />
boccioli di tarassaco possono essere<br />
conservati sott’olio o sotto sale.<br />
La procedura è molto semplice:<br />
Raccogliete i boccioli chiusi<br />
Lavate i boccioli maneggiandoli con<br />
o 5 giorni.<br />
Trascorsi i giorni, rimuovete i boccioli<br />
di tarassaco dal sale, sciacquateli<br />
grossolanamente sotto acqua<br />
corrente e lasciate asciugare.<br />
Ponete i boccioli in un barattolo<br />
dalla chiusura ermetica e copritelo<br />
completamente con aceto o olio.<br />
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it<br />
66 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 67
68 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 69
Associazione Culturale “Bensalem”<br />
Castel del Monte<br />
Il Tempio della Rosa<br />
a cura di Attilio Castronuovo<br />
FASHION, BEAUTY, SHOOTING, PROJECTS & MORE<br />
Castel del Monte è uno dei misteri più affascinanti che, dalle nebbie del passato, siano giunti fino a noi.<br />
Adagiato su un poggio che domina la pianura, enigmatico per tutto ciò che attiene ai suoi scopi e alla sua<br />
funzionalità, sembra sfidare il visitatore desideroso di comprenderne il segreto. Si potrebbero affastellare<br />
all’infinito ipotesi su ipotesi nella speranza di giungere a qualche certezza, ma il castello sembra sottrarsi a<br />
questa ricerca, mostrandosi sempre più sfuggente, evanescente, irraggiungibile.<br />
70 • Orizzonte Magazine<br />
di Daniela Gagliano<br />
edizionigagliano@gmail.com<br />
Aspiranti Fotomodelle<br />
I GENERI ALTERNATIVI:<br />
CURVY... È BELLO!<br />
Conferito il Premio BasiLEO 2016<br />
ALLO STILISTA<br />
MICHELE MIGLIONICO<br />
Model: Giorgia Marino<br />
Foto: Federica Covella<br />
MUA & Hairy Style:<br />
Francesca Smeraldi<br />
Orizzonte Magazine • 71
ASPIRANTI FOTOMODELLE<br />
I GENERI ALTERNATIVI: CURVY... È BELLO!<br />
di Fabrizio Capra<br />
La rubrica dedicata alle “aspiranti<br />
fotomodelle” ha ospitato per molti<br />
numeri le problematiche collegate<br />
con questa professione; dal numero<br />
scorso abbiamo invece cominciato ad<br />
analizzare alcuni generi fotografici. Dopo<br />
il genere “alternativo” trattato sul<br />
numero di settembre, questa volta trattiamo<br />
il genere “curvy”.<br />
Sul web circola un concetto: “Le modelle<br />
curvy sono la risposta intelligente<br />
alle classiche top model quasi anoressiche<br />
che sfilano da sempre in passerella.<br />
Per anni è passato il messaggio che per<br />
essere belle bisogna essere magre, anzi<br />
magrissime”.<br />
Partendo da questa affermazione intendiamo<br />
rassicurare quelle ragazze che,<br />
pur avendo molti dei requisiti necessari<br />
ad una fotomodella, si sentono a torto<br />
penalizzate per via di “qualche curva di<br />
troppo”: esiste una buona richiesta di<br />
“Modelle Curvy”, sia come indossatrici<br />
sia per servizi fotografici, purché si rispettino<br />
certi canoni che il mondo della<br />
moda richiede e, a volte, impone.<br />
Importante è avere ben presente questo<br />
concetto: “Se qualcosa ti appassiona,<br />
non fermarti e continua per la tua<br />
strada lottando per il tuo sogno”.<br />
Ed entriamo in argomento.<br />
Quando si parla di modelle curvy non ci<br />
Nella foto:<br />
Iskra Lawrence<br />
72 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 73
si riferisce a modelle di serie B ma a quelle<br />
anche attraverso una buona attività fisica e<br />
zienza e autodisciplina; in sostanza deve<br />
della propria immagine. Le occasioni non si<br />
modelle che rappresentano le “taglie forti”,<br />
una vita sana; è necessario sentirsi bene nel<br />
essere capace di scoprire e trasmettere i<br />
materializzano da sole: è importante creare<br />
cioè le taglie che vanno dalla 44 alla 48 (al-<br />
proprio corpo, senza esagerare con diete a<br />
valori positivi che sono tipici di una ragazza<br />
l’opportunità perché si possano realizzare,<br />
cuni marchi sono alla ricerca anche di mo-<br />
volte errate e dannose. Il proprio corpo va<br />
bella, sorridente e femminile.<br />
pertanto è necessario saper comunicare,<br />
delle taglia 50 - 52, in particolare all’estero).<br />
sempre rispettato, evitando gli eccessi, che<br />
Proviamo quindi a sintetizzare alcuni consigli<br />
promuovere nel modo migliore la propria<br />
Le misure corrette per una curvy dovreb-<br />
sono sempre dannosi.<br />
che riteniamo utili per affrontare nel modo<br />
immagine e val<strong>oriz</strong>zare il proprio corpo. Af-<br />
bero essere: 100/110 di seno, 75/85 di vi-<br />
Oltre alla bellezza la modella curvy deve<br />
migliore, da curvy, il mondo delle modelle,<br />
finché il sogno diventi realtà bisogna gestire<br />
ta e 100/110 di fianchi. Se poi l’obiettivo è<br />
avere personalità, un carattere forte, pa-<br />
e che vertono in particolare sulla gestione<br />
la propria immagine in modo serio e profes-<br />
quello di calcare le<br />
sionale, in particolare<br />
passerelle come in-<br />
sui social network e<br />
dossatrice vi è anche<br />
su internet in genere;<br />
il requisito dell’altez-<br />
sempre più spesso è<br />
za che deve essere di<br />
attraverso questi ca-<br />
almeno 173-175 cm.<br />
nali che si viene no-<br />
Chiaramente sia per<br />
tate, per cui è bene<br />
sfilare sia per posare<br />
pubblicare foto che<br />
è necessario essere<br />
rispecchino la vostra<br />
ben<br />
proporzionate<br />
volontà di intrapren-<br />
ed eleganti, avere<br />
dere un percorso<br />
un bel portamento,<br />
da modella. Bisogna<br />
saper camminare in<br />
però tener sempre<br />
modo leggero e di-<br />
distinte l’attività di<br />
sinvolto,<br />
muoversi<br />
modella dalla vita<br />
con grazia ed essere<br />
privata:<br />
mischiare<br />
fotogeniche.<br />
questi due momenti<br />
Essenziale è anche<br />
può creare diverse<br />
la cura del proprio<br />
difficoltà.<br />
corpo: è necessario<br />
Importante è tra-<br />
tenersi in forma e<br />
smettere con posi-<br />
avere sempre una<br />
tività la vostra voglia<br />
pelle<br />
curatissima,<br />
di posare o sfilare:<br />
tenere d’occhio le<br />
riviste di moda, sul-<br />
Nella foto:<br />
Iskra Lawrence<br />
le quali è possibile<br />
trovare interessan-<br />
74 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 75
ti spunti per migliorare il proprio modo di<br />
proporsi.<br />
Se si ritiene di avere le caratteristiche di<br />
“modella curvy” consigliamo di rivolgersi<br />
ad agenzie specializzate (in Italia sono<br />
pochissime) e ai casting indetti da alcuni<br />
brand alla ricerca di modelle per taglie forti.<br />
Anche per la modella curvy è utile avere un<br />
proprio book o un buon portfolio fotografico<br />
da inviare per posta o via mail all’agenzia,<br />
insieme ai propri dati e ad una presentazione.<br />
Ci si può recare anche di persona ma<br />
questo normalmente serve solo per lasciare<br />
il proprio materiale.<br />
Sulla scelta delle agenzie vale il discorso fatto<br />
più volte su queste pagine in merito alla<br />
serietà o meno di alcune di loro, importante<br />
è evitare le false agenzie che chiedono<br />
solo soldi in cambio di nulla.<br />
Non dimenticare la potenza del web, dov’è<br />
possibile trovare annunci relativi<br />
a casting o richieste di modelle<br />
curvy. Importante è non abbattersi:<br />
ci sono persone che si stanno<br />
battendo affinché le “modelle<br />
curvy” possano avere un proprio<br />
spazio anche in Italia, dove per<br />
promuovere o far sfilare abiti per<br />
taglie forti vengono spesso preferite<br />
modelle dalla taglia “normale”.<br />
La modella curvy Iskra Lawrence<br />
nelle sue interviste auspica<br />
che presto il mondo della moda<br />
possa aprirsi al cambiamento, accettando<br />
ancora di più le modelle<br />
curvy, che sono molto più vicine<br />
alle donne “normali”. Invece Elisa<br />
D’Ospina, top model e impegnata<br />
da tempo nella sensibilizzazione<br />
verso i problemi dei disturbi alimentari,<br />
in primis anoressia e bulimia,<br />
nel suo libro “Una vita tutta<br />
curve” (Giunti editore) offre<br />
interessanti e utili spunti su come<br />
76 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 77
A MICHELE MIGLIONICO<br />
IL PREMIO BASILEO 2016<br />
N<br />
el corso di una solenne<br />
cerimonia che si è<br />
svolta mercoledì 28<br />
settembre presso la Sala del<br />
Consiglio Provinciale di Potenza,<br />
il Leo Club Potenza ha<br />
conferito al fashion designer<br />
Michele Miglionico il Premio<br />
BasiLeo 2016, alla presenza dei<br />
rappresentanti dei Lions Clubs<br />
Potenza, dell’Amministrazione<br />
Comunale e Provinciale di Potenza<br />
e del Consiglio Regionale<br />
della Basilicata.<br />
Il prestigioso riconoscimento,<br />
giunto ormai alla sua quarta<br />
edizione, viene assegnato a chi,<br />
avendo raggiunto nella cultura<br />
e nell’arte livelli di eccellenza in<br />
ambito nazionale e internazionale,<br />
ha mantenuto vivo l’attaccamento<br />
alla sua terra d’origine.<br />
Dopo l'architetto Antonio Maroscia,<br />
lo chef Federico Valicenti<br />
e lo scrittore Gaetano Cappelli,<br />
quest’anno il premio, consistente<br />
in una scultura lignea del maestro<br />
Giuseppe Ligrani, è stato<br />
78 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 79
attribuito allo stilista Michele Miglionico,<br />
che nel 1989 inaugurò il suo primo atelier<br />
a Potenza. Proprio dal capoluogo lucano il<br />
couturier iniziò il suo percorso di successo<br />
che in pochi anni lo ha portato a diventare<br />
famoso protagonista dell'Alta Moda a Roma<br />
e nel mondo.<br />
Ricevendo il premio dalle mani della Presidente<br />
del Leo Club Potenza, Ivana Grillo,<br />
lo stilista ha raccontato alla platea quanto<br />
la lucanità dei suoi esordi abbia ispirato le<br />
sue creazioni, aprendogli le porte del successo<br />
e della popolarità. “Questo riconoscimento<br />
– ha detto – rappresenta per me<br />
una doppia soddisfazione, perché mi viene<br />
consegnato nella città dove ho vissuto la<br />
mia fanciullezza e dove vivono i miei genitori.<br />
E’ una gioia per me ma anche per<br />
loro”. Per quanto concerne i progetti futuri<br />
Michele Miglionico ha raccontato di<br />
essere in procinto di concludere la nuova<br />
collezione, “che è il proseguimento della<br />
Franco Ardito - Simona Ardito<br />
Castel del Monte: Il Grembo della Vergine<br />
Castel del Monte è un concentrato di applicazioni astronomiche, geografiche, matematiche e geometriche,<br />
un inspiegabile condensato di simboli, di segni, di formule. Si dà per scontato che lo abbia fatto costruire<br />
Federico II ma è quasi certo che l’Imperatore non vi soggiornò mai. E’ assolutamente inadatto ad essere<br />
abitato e non è ancora chiaro per quali motivi sia stato costruito né chi abbia inteso impegnare per la sua<br />
costruzione tanto denaro, energie e sapienza. E poi l’acqua: nella vasca monolitica che era nel cortile, nelle<br />
cisterne sulle torri, nel pozzo sotto il castello, quasi a proteggere il visitatore come in un grembo...<br />
E' possibile acquistare il libro Castel del Monte il grembo della vergine al link:<br />
http://www.<strong>oriz</strong>zontemagazine.it/shopping/categoria-prodotto/libri-e-riviste-nuovo/<br />
80 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 81
OROSCOPO<br />
OTTOBRE 2016<br />
Invia il tuo curriculum a:<br />
collaboratore@<strong>oriz</strong>zontemagazine.it<br />
82 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 83
ARIETE<br />
Partenza di mese densa di opportunità.<br />
L’umore potrebbe essere alto,<br />
la fiducia nel futuro potrebbe prendere<br />
il posto dello scoraggiamento<br />
e delle tensioni che ti hanno avvelenato<br />
l’esistenza.<br />
Insomma, ottime, buone, grandi opportunità<br />
che potrebbero riguardare<br />
uno o più settori della tua vita.<br />
In famiglia le cose potrebbero migliorare.<br />
Tu stesso ti sentirai molto<br />
meglio, e torneranno fiducia ed<br />
entusiasmo, oltre ad allegria e vita<br />
sociale…<br />
TORO<br />
Ti aspetta un mese altalenante, che<br />
potrebbe riservarti buone occasioni,<br />
serenità e divertimenti, e a momenti<br />
anche qualche attimo di disagio<br />
e tensione.<br />
I transiti rivelano un clima oscillante,<br />
come il tuo umore: ci sarà l’accordo<br />
in famiglia, ma ci saranno anche<br />
discussioni. E lo stesso avverrà<br />
per altri settori.<br />
Insomma, ottobre si annuncia come<br />
un periodo da insalata mista… Usa<br />
il condimento giusto: tenacia con lucidità!<br />
LEONE<br />
Potresti assomigliare ad un vulcano,<br />
pronto ad erompere in iniziative, a<br />
coinvolgere chi ti circonda con progetti<br />
e situazioni.<br />
Atmosfera piacevole, venata di cambiamenti,<br />
novità e anche di qualche<br />
tensione, specie a inizio e a fine<br />
mese, quando potrebbero esserci<br />
piccoli battibecchi, dovuti ad equivoci,<br />
a incomprensioni che risolverai<br />
contando sul tuo entusiasmo e<br />
sulla tua forza d’animo.<br />
Dal dieci in poi, vita sociale in primo<br />
piano e tanta allegria!<br />
VERGINE<br />
Un po’ di nervosismo potrebbe appesantire<br />
un mese che comunque<br />
non sarà da buttar via, anzi! Il problema,<br />
in cielo, sarà rappresentato<br />
dal passaggio disarmonico di Marte<br />
in Sagittario che, però, il ventisei ottobre<br />
passerà in armonico trigono<br />
in Capricorno.<br />
Come si tradurrà quaggiù in terra?<br />
Stanchezza, nervosismo, voglia di<br />
cambiare le cose, insoddisfazione…<br />
accanto a te, anche situazioni, persone,<br />
circostanze positive e piacevoli.<br />
CANCRO<br />
Un po’ di nervosismo serpeggia lungo<br />
questo mese.<br />
Qualcuno oppure una situazione<br />
che ti farà irritare, che metterà a<br />
nudo la tua sensibilità. No, tu non<br />
sei permaloso come spesso si dice,<br />
sei solo portatore sano di una grande<br />
sensibilità.<br />
Purtroppo, non è da tutti riuscire a<br />
capirlo, quindi, dovrai rassegnarti e<br />
cercare di non prendertela troppo.<br />
Ci saranno anche belle situazioni:<br />
dunque non abbatterti e guarda al<br />
bicchiere mezzo pieno!<br />
GEMELLI BILANCIA SCORPIONE<br />
Serenità, soddisfazioni affettive, la<br />
certezza che il futuro non sarà un<br />
buco nero: ottobre ti porterà in<br />
dono per il tuo compleanno tante<br />
situazioni positive, ma soprattutto<br />
una bella botta di ottimismo e<br />
di entusiasmo (stati d’animo che di<br />
recente, a volte, scarseggiavano un<br />
po’, vero?).<br />
Vivrai la vita sociale che ti piace<br />
condurre, e potrai anche ricevere<br />
soddisfazioni di natura pratica e affettiva.<br />
Insomma, ti aspetta un bel<br />
mese!<br />
Le tue doti mentali e la tua voglia<br />
di socializzare questo mese potrebbero<br />
essere esaltate dal passaggio<br />
di Mercurio che dal dieci ottobre<br />
dallo Scorpione tornerà indietro in<br />
Bilancia. Questo transito, insieme a<br />
quello di Marte (in opposizione per<br />
buona parte del mese) indica che<br />
torneranno alla ribalta questioni<br />
non del tutto affrontate e risolte.<br />
Potrebbe essere un po’ antipatico<br />
dover ridiscutere situazioni che credevi<br />
risolte, ma, se accadrà, fallo con<br />
impegno e senza rimandare nulla...<br />
Il periodo più favorevole? Il principio<br />
e la fine del mese.<br />
Favorevoli per divertimento, socializzare,<br />
rapporti familiari e affettivi<br />
in genere, e tanto altro ancora.<br />
La parte centrale di ottobre non<br />
sarà sfavorevole a priori, ma dovrai<br />
prestare attenzione agli eccessi, di<br />
qualunque tipo.<br />
Con un pizzico di attenzione vedrai<br />
che l’intero periodo sarà scorrevole.<br />
Occhio agli imprevisti familiari,<br />
però!<br />
84 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 85
SAGITTARIO<br />
Emozioni positive, buon umore, la voglia di lasciarti alle<br />
spalle tensioni e periodi incerti.<br />
Ottobre si annuncia come un mese davvero favorevole,<br />
per qualsiasi tipo di questione.<br />
Accetta serenamente eventuali cambiamenti (in qualsiasi<br />
settore dovessero capitare) perché saranno fonte<br />
di soddisfazione.<br />
Il trend delle stelle è chiaro: si viaggia verso la realizzazione<br />
e il miglioramento. Novità positive ti aspettano<br />
al varco, insieme ad allegria, divertimento e un buon<br />
momento per le tue relazioni.<br />
CAPRICORNO<br />
Un periodo lineare? Ma tu non sai che fartene,<br />
vero? Ironia a parte per sdrammatizzare, questo<br />
mese si annuncia ad alti e bassi. Ci saranno momenti<br />
positivi, alternati ad altri di tensione e nervosismo.<br />
I problemi potrebbero essere concentrati<br />
nella sfera pratica o familiare, quindi, nei limiti del<br />
possibile, cerca di prevenirli e non prendere (mai!)<br />
una previsione come assoluta.<br />
Conoscere le stelle significa conoscere i tempi giusti<br />
per agire, spremendo sempre il meglio.<br />
Occhio agli equivoci dal dieci in poi.<br />
ACQUARIO<br />
Una grande grinta, accompagnata a fascino e un pizzico<br />
di irritabilità, inaugurano questo mese.<br />
Occhio agli equivoci e alle incomprensioni, specie durante<br />
i primi dieci giorni di ottobre. In seguito, comunque<br />
avrai modo di chiarire e di approfondire, e quindi<br />
anche di risolvere eventuali (mai sicuri) battibecchi.<br />
Tutto sommato ti aspetta un mese scorrevole e vivace,<br />
e l’unica cosa davvero irritante saranno le uscite domestiche...<br />
Pazienza!<br />
PESCI<br />
Mese altalenante, ma non negativo. Cosa non fa dire<br />
alle stelle che sarà un mese favorevole a tutto tondo?<br />
Un po’ di fiacca o di insoddisfazione o di aperta tensione<br />
che serpeggia per buona parte del mese, e che<br />
inizierà a risolversi (bene) soltanto da fine mese.<br />
Forse sei stanco, o speri in un cambiamento che tarda<br />
ad arrivare o sei molto irritato con una persona<br />
che non vuole proprio ascoltarti. Nulla, però che tu<br />
non risolverai.<br />
86 • Orizzonte Magazine<br />
Orizzonte Magazine • 87
OUROBOROS<br />
Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />
E’ possibile leggerlo gratuitamente all’indirizzo:<br />
http://www.<strong>oriz</strong>zontemagazine.it/<strong>oriz</strong>zontegroup/ouroboros/