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settimanale aquile del 10 diceembre 2016

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L’editoriale<br />

di Carlo Cagnetti<br />

Altro giro, altra sconfitta, altro<br />

derby, altro regalo. Ormai si è<br />

perso il conto di quanti doni la<br />

squadra biancoceleste abbia<br />

elargito alla seconda squadra<br />

<strong>del</strong>la capitale, ma quello che è<br />

accaduto nella domenica referendaria<br />

ha <strong>del</strong> paranormale.<br />

L’errore clamoroso di Wallace,<br />

proprio lui, il muro che stava disputando<br />

partite da urlo, ha spianato<br />

la strada <strong>del</strong>la vittoria col<br />

minimo sforzo alla roma che non<br />

aspettava altro. Per non farci<br />

mancare nulla e per dare alla<br />

squadra giallorossa la sicurezza<br />

<strong>del</strong> successo ecco la topica di<br />

Marchetti che prende un gollonzo<br />

da distanza siderale e che<br />

lascia basiti gli attoniti tifosi<br />

biancocelesti che mai avrebbero<br />

pensato che quel tiro così prevedibile<br />

e così innocuo potesse finire<br />

in rete.<br />

Vero è che la partita si stava incanalando<br />

sullo zero a zero, ma<br />

è altrettanto vero che c’erano<br />

stati dei campanelli d’allarme che<br />

suonavano annunciando l’irreparabile.<br />

A ciò si aggiungeva il fatto<br />

che la Lazio non riusciva a creare<br />

nulla di buono in avanti. Purtroppo<br />

il tridente KIA ha steccato<br />

completamente la sfida, soprattutto<br />

dal punto di vista caratteriale,<br />

tanto che una Lazio così<br />

spuntata non si era mai vista,<br />

basti dire che il portiere avversario<br />

non ha toccato praticamente<br />

palla.<br />

C’è il forte sospetto che se la<br />

Lazio continuerà a giocare i derbies<br />

con sciatteria e con supponenza<br />

la roma avrà sempre vita<br />

facilissima; scrivevo proprio<br />

una settimana fa che la vittoria<br />

nel derby <strong>del</strong> 26 maggio aveva<br />

imborghesito la squadra biancoceleste<br />

nei riguardi <strong>del</strong> derby,<br />

togliendogli grinta e determinazione,<br />

doti necessarie per una<br />

partita così particolare. Da<br />

quella finale leggendaria contiamo<br />

zero vittorie due pareggi<br />

e cinque sconfitte (di cui quattro<br />

consecutive) e siffatti numeri<br />

non sono casuali.<br />

La Lazio perde il derby perché<br />

non sa più cos’è il derby, non sa<br />

più come si deve giocare il<br />

derby, non sa più come si deve<br />

vincere il derby. È una Lazio<br />

snob, quasi infastidita dal giocare<br />

una partita siffatta, a cui<br />

mancano terribilmente quei personaggi<br />

carismatici che sapevano<br />

perfettamente come<br />

preparare un derby. Spero che<br />

questa lezione sia servita ai giocatori<br />

e che per la gara di ritorno<br />

non vengano commessi i<br />

soliti errori.<br />

Sull’arbitraggio di Banti tutto<br />

previsto: quattro clamorosi errori<br />

a danno <strong>del</strong>la Lazio, ma non<br />

si doveva arrivare alla sua designazione<br />

visti i precedenti con<br />

i biancocelesti. Questione di<br />

buon senso, ma quando c’è di<br />

mezzo la roma si può fare tutto.<br />

A suo favore naturalmente.<br />

Malgrado la sconfitta, la classifica<br />

non ne ha risentito e basterebbe<br />

una vittoria a Genova per<br />

cancellare la brutta pagina <strong>del</strong><br />

derby e rimanere ancorati al<br />

grande carro. Una risposta di carattere<br />

e d’orgoglio è comunque<br />

obbligatoria anche per postare<br />

pubblicamente il messaggio che<br />

la Lazio ha tutte le credenziali<br />

per raggiungere traguardi prestigiosi.<br />

Dunque, come titola la nostra<br />

copertina, «Fuori le palle!!!» cara<br />

Lazio… lotta, vinci, torna grande<br />

perché il popolo laziale, presente<br />

in massa al derby, ha voglia<br />

di sognare e non di vivere<br />

un’altra stagione anonima ed<br />

anodina.<br />

E ora sulle ali di Aquile voliamo<br />

tra i servizi, le interviste e gli articoli<br />

in attesa di Samp-Lazio e<br />

Lazio-Fiorentina, due gare toste<br />

che testeranno lo stato di forma<br />

dopo gli strascichi <strong>del</strong> derby,<br />

anche quelli fuori dal campo<br />

come la vicenda Lulic e le sue<br />

parole ironiche nei confronti <strong>del</strong><br />

provocatore rudiger. Tanto rumore<br />

per nulla verrebbe da dire<br />

e solo per alzare un polverone<br />

sulla Lazio; è un deja vu che non<br />

ci sorprende ma che non finiremo<br />

mai di condannare.<br />

Ultima avvertenza prima <strong>del</strong>l’uso:<br />

il prossimo numero sarà<br />

edito dopo Inter-Lazio che chiuderà<br />

l’anno solare e che dirà<br />

molto sulle ambizioni biancocelesti.<br />

Buona lettura e ora più che mai<br />

forza ragazzi.


Più & Meno<br />

PIÙ:<br />

25: Minuti iniziali <strong>del</strong> primo tempo. I migliori <strong>del</strong>la<br />

Lazio. Poi una lenta ma inesorabile involuzione provocata<br />

da un furbo spalletti e da un calo fisico/psicologico<br />

biancoceleste. Certo, senza i regali sarebbe<br />

stato uno zero a zero spaccato.<br />

LULIC: L'uomo <strong>del</strong>la storia combatte alla grande in<br />

campo e davanti ai microfoni. Sistemato il fenomeno<br />

da stoccarda. Riprenderà a breve a vendere cinte e<br />

calzettoni.<br />

LAZIALI: Si presentano al derby in 30.000 ed è subito<br />

amore. Grande tifo malgrado la sconfitta ed applausi<br />

al gruppo di Inzaghi a fine gara. Non è successo<br />

nulla.<br />

CLASSIFICA: Meno quattro dalle seconde che si affronteranno<br />

tra loro nel prossimo turno. Genova per<br />

noi...Vincere malgrado tutto.<br />

MENO:<br />

AT THE WALL...ACE: No così no amico mio. Loro<br />

sono talmente aiutati che non meritano regali di siffatta<br />

portata. Al ritorno la tua vendetta. Magari con<br />

gol.<br />

ANGOLO: di Marchetti. E altro regalo.ad un essere<br />

che detesto e che non meritava tanta grazia. Grave<br />

non aver riconfermato Strakosha da parte di Simoncino.<br />

Eppure dovrebbe sapere che squadra che vince<br />

non si cambia.<br />

KIA: Impalpabile.<br />

LINO BANTI: Una macchietta. Sbaglia tutto. Naturalmente<br />

a favore <strong>del</strong>la roma. Ma non avevamo dubbi.<br />

CATALDI: A quel punto potevi dargli un pugno al provocatore<br />

dalla faccia di latta...


Lazio - Roma 0-2<br />

Le Pagelle<br />

MARCHETTI 5: Insieme a Wallace (primo gol) ha sulla<br />

coscienza il secondo gol che chiude la gara<br />

BASTA 6: ordinato ma insufficiente nel complesso,<br />

comunque il meno peggio <strong>del</strong>la giornata.<br />

WALLACE 5: l’errore che spiana il derby alla Roma<br />

è di quelli che segna per molto tempo, peccato...<br />

RADU 6: buona partita e buone chiusure, si perde<br />

Dzeko una volta e momenti è quella decisiva.<br />

MILINKOVIC 6: non incide come suo solito, probabilmente<br />

sente il derby da esordiente purtroppo.<br />

PAROLO 6: corre come sempre ma sta cominciando<br />

a soffrire la mancanza <strong>del</strong> gol che non arriva.<br />

ANDERSON 6: un peccato rivedere l’Anderson timoroso<br />

che non vogliamo. Mai incisivo nei guizzi.<br />

IMMOBILE 6 : potrebbe segnare in due occasioni ma<br />

i suoi tiri sono imprecisi. 4 gare senza gol, ora basta.<br />

LULIC 6: corre, si da da fare, ma anche lui è confuso<br />

e disordinato come la squadra nel 2° tempo.<br />

KEITA 6: poteva fare lo spacca derby e invece non<br />

ha spaccato proprio nulla.<br />

BIGLIA 6: ha iniziato bene ma poi finisce male, si pretende<br />

di più da uno <strong>del</strong> suo carisma in campo.<br />

PATRIC 6: Rientra senza timori dopo l’infortunio,<br />

fa la sua parte tranquillamente.<br />

DIORDJEVIC 5,5: Entra e pressa la difesa avversaria<br />

ma non incide molto sulla verve <strong>del</strong>la squadra.<br />

LOMBARDI 6: il ragazzino entra ma fa quello che<br />

può, il derby non è una partita come le altre.<br />

INZAGHI 6: partita studiata bene ma purtroppo non<br />

ha avuto le risposte dei giocatori sul campo.


Post<br />

INZAGHI<br />

Mi spiace perché per 60 minuti non abbiamo<br />

concesso un tiro alla Roma. Dalla panchina la<br />

sensazione è che se una <strong>del</strong>le squadre avesse<br />

avuto la possibilità di segnare prima sarebbe<br />

stata la mia. Avremmo dovuto avere un po’ di<br />

“ignoranza” in più, avrei voluto commentare<br />

un derby diverso, avrei voluto perdere facendo<br />

i complimenti alla Roma. E invece abbiamo<br />

perso per colpa dei nostri errori. Ora avremo tre partite<br />

difficilissime e dovremo cercare di essere bravi, di farci scivolare<br />

questa partita di dosso. Per determinate partite ci vuole più<br />

cattiveria, perché non ci si può permettere di regalare palloni,<br />

di tentare tacchi, perché può dirti bene una volta, due, poi però<br />

prendi goal. Noi non abbiamo concesso un tiro in porta alla<br />

Roma, una squadra costruita per vincere lo scudetto e venuta a<br />

difendersi a 5 contro la Lazio: ha avuto più cattiveria ed ha vinto<br />

il derby. Non devono esserci contraccolpi psicologici: so cosa<br />

vuol dire disputare un derby e perderlo, sicuramente dovremo<br />

cercare di essere bravi perché è una partita che lascia strascichi,<br />

resta la rabbia per aver perso un derby mettendoci <strong>del</strong> nostro.<br />

Dovevamo cercare di essere più incisivi nelle due/tre palle<br />

goal create. Io non penso siamo stati presuntuosi, né che il<br />

gesto di Wallace lo sia stato. Penso che abbiamo sbagliato i movimenti,<br />

non abbiamo capito che non era il caso di cincischiare<br />

con tacchi-punta. Ci sono <strong>del</strong>le assonanze nelle sconfitte ottenute<br />

contro le prime tre in classifica, dove non puoi permetterti<br />

alcun errore individuale. Si vede che determinate partite le prepariamo<br />

bene ma le roviniamo con quei piccoli errori individuali.<br />

Strakosha non ha giocato perché Marchetti è il portiere titolare<br />

e stava bene. Non c’è <strong>del</strong>usione: questi ragazzi stanno facendo<br />

bene, stanno proponendo calcio. È normale che spiace commentare<br />

una partita così, che non avremmo meritato di perdere.<br />

Ora dobbiamo lasciarcela alle spalle, ci spiace per le persone<br />

accorse allo stadio. Ora dobbiamo capire che soprattutto con le<br />

prime non puoi concedere nulla, perché ti puniscono. De Vrij è<br />

rimasto fuori perché la squadra mi aveva fornito ottime prove,<br />

mi aveva dato ampie garanzie. Anche oggi è stata bravissima ad<br />

interpretare la gara fino alla leggerezza che ci è costata il derby.<br />

A posteriori forse avrei potuto cambiare prima, ma ripeto: abbiamo<br />

subito il goal con la palla in nostro possesso, dovevamo<br />

solo rinviare palla. È questo il più grande rammarico di oggi, ma<br />

io non ricordo un derby disputato senza tiri in porta, il primo<br />

colpo <strong>del</strong>la partita è stato il colpo di testa di Dzeko al 61′. Vero<br />

che nel secondo tempo la Roma ha imbrigliato il gioco <strong>del</strong>la<br />

Lazio, marcandola stretta. Ora è mio compito preparare al meglio<br />

la partita di sabato a Genoa. Non posso commentare le dichiarazioni<br />

pre derby o di Lulic, posso dire che i tifosi ci hanno<br />

dato una carica fortissima. L’unico mio rammarico è che abbiamo<br />

perso un derby non meritandolo, perché ci abbiamo<br />

messo <strong>del</strong> nostro e non posso accettarlo: avrei preferito tre<br />

euro-goal <strong>del</strong>la Roma così da stringere la mano al mio avversario<br />

e sapere che non avremmo potuto fare di più.<br />

Lazio - R<br />

a cura di Stefan<br />

LULIC<br />

“Sono due errori<br />

che non dobbiamo<br />

fare, ci hanno fatto<br />

perdere la partita.<br />

Gli errori però si<br />

fanno e solo così<br />

si cresce. Wallace<br />

sta facendo un<br />

campionato molto<br />

positivo, oggi ha fatto questo errore<br />

che io spero che non ripeterà. Ma tutti<br />

abbiamo fatto degli sbagli, io per<br />

primo. Ora ci alziamo e guardiamo<br />

avanti. Fattore emotivo ha influito?<br />

No, non ha influito, nel primo tempo<br />

abbiamo creato molto e avremmo dovuto<br />

segnare. La partita sarebbe cambiata.<br />

Poi gli episodi hanno deciso il<br />

derby. Classifica? I conti si fanno alla<br />

fine. Abbiamo perso tre punti, andremo<br />

a Genova per vincere. Dobbiamo<br />

guardare a casa nostra e fare<br />

punti. Oggi è stata una partita tipica<br />

da 0-0, nessuno voleva rischiare. Noi<br />

abbiamo fatto meglio il primo tempo<br />

e loro il secondo. Senza errori non<br />

avremmo perso. Vediamo ora le prossime<br />

partite, vediamo come reagiremo<br />

dopo la sconfitta di oggi.<br />

Giocatori Roma troppo spavaldi? Lasciamo<br />

perdere, non ne voglio più<br />

parlare, ora è inutile. Dopo la sconfitta<br />

le teste sono calde e si dicono cose<br />

che non si dovrebbero dire”.


Partita<br />

oma 0-2<br />

o Petruccetti<br />

SPALLETTI<br />

E.PALMIERI<br />

“Oggi ho fatto<br />

una buona<br />

prestazione,<br />

ringrazio la<br />

squadra che<br />

mi ha aiutato,<br />

sono contento<br />

per la<br />

vittoria. Lazio in forma? Nel<br />

primo tempo abbiamo trovato<br />

difficoltà, è stato complicato.<br />

Nel secondo abbiamo comandato<br />

il gioco e abbiamo vinto.<br />

Il derby era importantissimo,<br />

ora ci sono Milan e Juventus.<br />

Dobbiamo continuare così e<br />

puntare a giocare meglio.<br />

Emozioni? Grandissime, è<br />

stato il mio primo derby da titolare,<br />

sono molto contento.<br />

Devo continuare così, con<br />

umiltà, e ringraziare Dio. Sono<br />

molto contento”.<br />

"Noi non abbiamo<br />

iniziato<br />

bene, la Lazio<br />

sì. Sono stati<br />

insidiosi con<br />

le mine vaganti<br />

lì davanti.<br />

Keita, Felipe Anderson,<br />

Immobile, tutti pericolosi.<br />

C’era da attaccare di più Biglia,<br />

e tenere la palla. Dell’episodio<br />

di Strootman non so<br />

che dire, non ho visto nulla.<br />

Le parole di Lulic? Si commentano<br />

da sole, sono un problema<br />

di chi le ha dette. Le<br />

lasciamo lì, spero che non le<br />

abbia pensate, è un grande<br />

calciatore e un grande uomo.<br />

Contrasto esagerato, meglio<br />

ammorbidirsi un po’. Meglio<br />

guardare al Brasile, tutti sorridenti<br />

nonostante la tragedia.<br />

Questa è una partita bellissima,<br />

vedi il coinvolgimento<br />

anche per strada. Se succedono<br />

certi episodi, a questo<br />

punto, giusto non togliere le<br />

barriere. Continuando così ci<br />

facciamo male tutti"


di Arianna Michettoni<br />

I Precedenti<br />

I 50 precedenti disputati allo stadio Ferraris vedono la Sampdoria in vantaggio con 18 vittorie: l’ultimo<br />

successo dei padroni di casa risale al 24 Aprile scorso, dove i blucerchiati ribaltarono l’iniziale<br />

vantaggio biancoceleste – a segno Djordjevic al 3’ – grazie alle reti di Fernando e Diakitè. Ben 17 i<br />

pareggi; fermi a 15 i successi <strong>del</strong>la Lazio: l’ultimo nella stagione 2014/2015, uno 0 - 1 firmato Gentiletti.<br />

Sono 118 le reti realizzate in totale da Sampdoria e Lazio: 63 portano la firma di calciatori blucerchiati,<br />

55 hanno permesso ai tifosi capitolini di esultare.<br />

Le Statistiche<br />

La Lazio, a causa <strong>del</strong>la cocente sconfitta rimediata nel derby, ha interrotto la sua imbattibilità: la<br />

serie è durata nove giornate di campionato. Prosegue invece il digiuno realizzativo di Ciro Immobile:<br />

quattro gare senza segnare, non accadeva in serie A dallo scorso Febbraio. La Sampdoria ha subito<br />

goal in 12 <strong>del</strong>le 15 gare di campionato, ma ha segnato almeno un goal per 11 partite consecutive ed<br />

ha inanellato 4 vittorie consecutive in casa; in sola una <strong>del</strong>le 7 partite casalinghe di questa stagione<br />

non ha segnato. Allo stesso modo la Lazio: i biancocelesti non hanno realizzato goal in solamente<br />

una <strong>del</strong>le 7 trasferte <strong>del</strong> campionato. Quando la Lazio si porta in vantaggio per 1 - 0 nei match in<br />

trasferta, poi vince la partita nell’80% dei casi; viceversa, i capitolini non hanno mai vinto fuori casa<br />

se passati in svantaggio. Così la Sampdoria: quando i blucerchiati si portano in vantaggio per 1 - 0<br />

nei match casalinghi, poi vincono la partita nell’88% dei casi.


di Arianna Michettoni<br />

I Precedenti<br />

67 i precedenti all’Olimpico di Roma tra Lazio e Fiorentina, con un bilancio di gran lunga favorevole<br />

ai biancocelesti: 32 vittorie per i laziali, 14 successi per i viola e 21 pareggi. Nonostante i precedenti<br />

sorridano alla Lazio, l’ultimo incontro disputato – sebbene inutile all’allora classifica dei capitolini<br />

– ha però coinciso con una netta sconfitta per i biancocelesti: nell’ultima giornata <strong>del</strong>lo scorso campionato<br />

la Fiorentina si è infatti imposta per 4 a 2; al 2’ Lulic ha portato la Lazio in vantaggio, poi<br />

Vecino, Bernardeschi e Tello già chiudono la partita al termine <strong>del</strong> primo tempo. La serata era però<br />

focalizzata sull’ultima gara in biancoceleste di Miroslav Klose, il quale concorreva per diventare il<br />

miglior marcatore straniero <strong>del</strong>la storia biancocelste: grazie al rigore calciato al 74’ raggiunge quota<br />

64 reti realizzate, eguagliando Goran Pandev.<br />

Le Statistiche<br />

I biancocelesti hanno nella squadra viola il bersaglio preferito in campionato: 180 goal realizzati<br />

dalla Lazio in totale, a nessun club hanno segnato di più. Sono invece 178 le reti realizzate da Lazio<br />

e Fiorentina nei 67 scontri diretti disputati all’Olimpico di Roma. 115 portano la firma di calciatori<br />

biancocelesti, mentre i rimanenti 63 goal sono stati realizzati dai toscani. La vera sfida è però nelle<br />

difese: entrambe le squadre hanno una <strong>del</strong>le migliori retroguardie <strong>del</strong>la serie A, tanto più che la Fiorentina<br />

può vantare di aver tenuto la porta inviolata in questa stagione per sei volte; la Lazio, invece,<br />

ha nel suo portiere Strakosha il 60% di “clean sheets”.


di Arianna Michettoni<br />

Anche le decisioni arbitrali fan<br />

parte <strong>del</strong> campionato, ed a volte<br />

sono estremamente necessarie<br />

all'analisi <strong>del</strong>le giornate <strong>del</strong> torneo<br />

– ed allo svolgimento <strong>del</strong>lo<br />

stesso. Dunque: il giudice sportivo<br />

ferma per 2 turni ( incredibilmente<br />

tolte dalla Corte d’Appello)<br />

il centrocampista <strong>del</strong>la Roma,<br />

Strootman, per "condotta gravemente<br />

antisportiva: “ha simulato".<br />

L'episodio <strong>del</strong>lo scandalo<br />

aveva originariamente causato<br />

l'espulsione di Cataldi – reo, appunto,<br />

di aver strattonato il calciatore<br />

giallorosso – e la sola<br />

ammonizione <strong>del</strong> numero 6 romanista.<br />

Nulla di strano, la lealtà<br />

sportiva pare proprio essere<br />

l'universo parallelo <strong>del</strong>la Roma,<br />

eppure è immediatamente evidente<br />

che lo stridente clamore<br />

con cui è stata accolta questa decisione<br />

sia servito a camuffare<br />

una ben più pregnante realtà: la<br />

simulazione, in quanto tale, andava<br />

punita sul campo con il cartellino<br />

rosso; ragion per cui la<br />

roma sarebbe stata costretta ad<br />

affrontare la restante parte di<br />

gioco in inferiorità numerica –<br />

seppure in vantaggio. Ma il calcio,<br />

nella sua riduzione, è fatto di<br />

episodi: così un tale esito appare<br />

scontato, la Lazio ha perso il<br />

derby e mai si potrà sapere come<br />

sarebbe andata altrimenti. Il sospetto,<br />

però, è che i biancocelesti<br />

sarebbero stati comunque sconfitti:<br />

non si tratta infatti solo di<br />

una partita – una partita come le<br />

altre 38 che compongono il campionato,<br />

una partita con i soliti tre<br />

punti in palio; si tratta, piuttosto,<br />

di una sorta di complesso di inferiorità<br />

che affligge gli uomini di<br />

Inzaghi. Non è un caso infatti che<br />

le tre sconfitte stagionali siano<br />

arrivate contro tre formazioni che<br />

precedono la Lazio in classifica:<br />

è un problema di consapevolezza,<br />

come la bella morale sulla<br />

struttura alare <strong>del</strong> calabrone –<br />

che in relazione al suo peso non<br />

è adatta al volo, ma lui non lo sa<br />

e vola lo stesso – ma applicata all'esatto<br />

opposto contrario. È una<br />

Lazio, insomma, che perde contro<br />

se stessa: la sua precisa identità<br />

è negativamente connotata<br />

da un timore reverenziale che ne<br />

annulla le potenzialità. Se si dovesse<br />

proprio scegliere una<br />

squadra complementare alla<br />

Lazio allora è senza dubbio il<br />

Milan, la formazione <strong>del</strong> minimo<br />

sforzo e massima resa, sempre<br />

più anti-Juve per costanza di rendimento<br />

e risultati. Se non fosse<br />

che i bianconeri, tornati prontamente<br />

alla vittoria dopo la debacle<br />

in casa genoana, paiono<br />

davvero poco impensieriti dalle<br />

dirette rivali. Tutto torna, in fin dei<br />

conti: la riflessione sin dall'inizio<br />

impostata sulla mentalità vincente<br />

non può che richiamare il<br />

pensiero juventino. E magari contrapporlo<br />

alla disfunzione interista:<br />

viene sconfitta anche dal<br />

Napoli; meteora <strong>del</strong>la Serie A caduta<br />

al decimo posto in classifica,<br />

neanche più tra "color che<br />

son sospesi" ma definitivamente<br />

"tra color che non son nulla".


Lazio bocciata al referendum derby<br />

di Carlo Cagnetti<br />

Nulla da fare. Continua la serie nerissima al derby dopo il 26 maggio 2013 (quarta sconfitta consecutiva e<br />

zero vittorie, due pareggi e cinque sconfitte totali). Numeri raccapriccianti che fanno il paio con le nefandezze<br />

di Wallace e Marchetti che hanno spianato la strada al successo <strong>del</strong>la roma. Sì, l’errore ci sta, ma in<br />

questa partita non doveva esserci, anche perché la Lazio ha mostrato di essere tranquillamente alla pari<br />

dei dirimpettai giallorossi almeno sotto il profilo <strong>del</strong> gioco. Le qualità che sono mancate inopinatamente<br />

sono state la cattiveria di voler vincere a tutti i costi, la concentrazione massimale ed il coraggio di non<br />

aver paura. Nessuna di queste componenti ha accompagnato la Lazio; a ciò aggiungiamoci l’indecente<br />

sfilza di errori individuali ed il gioco è fatto. Purtroppo, ed è un’amara realtà, la Lazio al momento non è ancora<br />

pronta per la Champions; troppe le lacune caratteriali, troppe le amnesie, troppe le inconcludenze<br />

<strong>del</strong>la KIA quando ci si trova di fronte alle difese <strong>del</strong>le squadre migliori <strong>del</strong> campionato. No, non è un caso<br />

che la Lazio abbia assommato le sue tre sconfitte con Juventus, Milan e roma, peraltro a seguito di partite<br />

fotocopia in cui gli avversari hanno recapitato ringraziando i gentili omaggi <strong>del</strong>la squadra biancoceleste.<br />

Anche Simone Inzaghi ci ha messo <strong>del</strong> suo, ma è il meno colpevole perché la sua strategia stava portando<br />

ad uno zero a zero di quasi assoluta tranquillità ed un errore come quello di Wallace nessuno avrebbe mai<br />

potuto prevederlo. Ed invece è successo l’incredibile e la Lazio si è liquefatta come burro in pentola senza<br />

imbastire un benché minimo straccio di reazione. E qui sono venuti fuori i limiti caratteriali di una squadra<br />

che di fronte alle squadre più forti si sente impotente. Lazio bocciata al referendum derby e direi anche al<br />

referendum Champions; se non si migliorano in fretta quelli che sembrano difetti congeniti la strada per il<br />

podio avrà il segnale di accesso vietato. Ora bisogna ripartire con forza e determinazione, dimenticando il<br />

sapore amaro <strong>del</strong> derby, ma avendone tesaurizzato la lezione. La sconfitta non è mai positiva, ma può essere<br />

utile per capire dove intervenire per migliorare. Di questo dovrà parlare Inzaghi con i suoi e dovrà<br />

spiegargli che la partita con la Samp andrà affrontata con quelle qualità che hanno clamorosamente difettato<br />

al derby. Non sarà facile sbancare il Marassi blucerchiato, ma alla Lazio si chiede una risposta convincente<br />

alle sue ambizioni. Riguardo al premio Cuore di Lazio naturalmente basse le votazioni ottenute<br />

dai giocatori biancocelesti. I migliori sono stati valutati Lulic e Parolo mentre Wallace si è beccato due<br />

quattro. Per il resto tutti insufficienti. Nella classifica generale <strong>del</strong> nostro premio è cambiato pochissimo,<br />

tranne il rosicchiamento di 1 punto da parte di Parolo nei confronti <strong>del</strong> leader Immobile


Ricordiamo che la classifica <strong>del</strong> nostro premio è il frutto <strong>del</strong>le votazioni dei quotidiani sportivi più venduti<br />

e cioè il Corriere <strong>del</strong>lo Sport e la Gazzetta <strong>del</strong>lo Sport, e che la classifica la potete anche trovare nel numero<br />

<strong>del</strong> <strong>settimanale</strong> Aquile, e che uscirà giovedì prossimo, in un numero ricchissimo di servizi e che vi<br />

terrà compagnia in attesa <strong>del</strong> “Saturday night match” contro la Samp. Per chi volesse leggerlo è sufficiente<br />

visitare il sito www.cuoredilazio.it ed andare alla sezione magazine.<br />

Intanto ecco i prospetti, sia generale che quello relativo alla classifica di dicembre, limitati alle prime posizioni<br />

dopo le quindici gare giocate dalla Lazio.<br />

CLASSIFICA GENERALE<br />

AGGIORNATA ALLA 15esima GIORNATA<br />

GIOCATORE PARTITE GIOCATE PUNTI TOTALI<br />

1) Immobile 15 194,5<br />

2) Parolo 15 183,5<br />

3) Felipe Anderson 14 182<br />

4) Lulic 14 171,5<br />

5) Keita Balde 13 167<br />

CLASSIFICA FINALE DEL MESE DI DICEMBRE<br />

GIOCATORE PARTITE GIOCATE PUNTI MESE<br />

1) Lulic 1 12,5<br />

2) Parolo 1 12,5<br />

3) Basta 1 11,5<br />

4) Keita Balde 1 11,5


Po<br />

I perchè di un derby perso<br />

di Domiliano Pellino<br />

Un assioma di Julio Velasco, allenatore vincente e pluridecorato di pallavolo<br />

e soprattutto Maestro di Sport e motivazione, recita così…”…chi<br />

vince festeggia, chi perde spiega…”….ed è questo che tenterò di fare,<br />

ben consapevole che per spiegare questa bruciante sconfitta basterebbe<br />

anche dire che è stata una gara equilibrata spezzata in maniera decisiva<br />

da una superficialità illogica e gratuita di Wallace; probabilmente è vero,<br />

e non si sbaglierebbe, perché un’assurdità tecnica di tale gravità, ma soprattutto<br />

ingiustificata e gratuita, in una partita così importante, equilibrata<br />

e <strong>del</strong>icata non può che risultare decisiva….però come scritto prima<br />

nel calcio ci sono dettagli che finiscono per essere analizzati e che possono<br />

servire, oltre che a dare una spiegazione, a trovare chiavi di lettura<br />

che facilitano la comprensione, la critica e magari offrono uno spunto<br />

migliorativo per il futuro.<br />

Per cercare di comprendere questa sconfitta, ma anche e soprattutto il<br />

perché da quel 26 maggio 2013 non si riesce a vincere un Derby, parto<br />

da una riflessione, con riferimento al biennio stagionale 2011-12 e 2012-<br />

2013, premettendo che nelle successive stagioni alla storica vittoria di<br />

coppa Italia di talenti ne abbiamo avuto, nel 2015 la squadra allenata da<br />

Pioli sembrava nettamente superiore, eppure non solo non siamo riusciti<br />

a vincere un derby ma neanche abbiamo avuto la sensazione di poterlo<br />

vincere, speranze a parte.<br />

In quel biennio avevamo una Lazio composta sì da giocatori che avevano<br />

talento, esperienza e personalità, magari non giovani, ma essenziali,<br />

umili e combattivi, Biava, Dias, Matuzalem, Scaloni, Ledesma, Onazi Gonzalez,<br />

lo stesso Klose, Mauri e ci metto pure Cissè…non voglio citare<br />

Hernanes, che rappresentava il tocco di classe in più, il campione, il<br />

primo Candreva, quello umile, non quello “svogliato” o egoista….dall’altra<br />

parte c’era la Roma americana, quella <strong>del</strong> nuovo corso, <strong>del</strong>la mentalità<br />

nuova, dei giovani talenti acquisiti da Sabatini e celebrati dalla stampa e<br />

dalle televisioni…noi con Reja e Petkovic, Mister che schieravano la<br />

squadra secondo le caratteristiche dei giocatori, essenziali, loro con i<br />

Maestri Luis Enrique prima e Zeman poi, e poi tanti giovani talenti, più o<br />

meno celebrati, il giovane Pjanic, Osvaldo, Kijaer, Lamela, Piris, Josè<br />

Angel, Borini, Bojan tutti giovani di ottima tecnica e consapevoli di poter<br />

avere un gran futuro….di quei 5 derby giocati in quel biennio 4 li abbiamo<br />

vinti ed uno pareggiato, celebrato dalla Roma come una vittoria, per far<br />

capire come loro ci temessero….in tutte e 5 le partite la Lazio non aveva<br />

mai dominato la Roma, anzi in due di questi loro erano passati in vantaggio,<br />

eppure noi tifosi e spettatori notavamo che in quelle partite la<br />

Lazio aveva qualcosa in più…personalità, sicurezza, grinta, UMILTA’, ma<br />

non l’umiltà di chi si sente piccolo, parlo <strong>del</strong>l’UMILTA’ dei FORTI, di quella<br />

che ti fa rispettare l’avversario, che ti consiglia di non fare il dribbling di<br />

troppo, che ti suggerisce che non è importante la grande giocata o il mettersi<br />

in mostra, o pensare la grande giocata, quell’UMILTA’ che guida a<br />

fare le cose semplici, passaggi semplici, cross immediati e normali…<br />

.ecco in quelle partite facevamo cose normali, avevamo rispetto e timore<br />

per Totti, per Destro, non si rischiava, con questa essenzialità si è vinta<br />

la finale storica <strong>del</strong> 26 maggio, e l’abbiamo vinta con CANA, impressa<br />

nella nostre mente ci sono gli ultimi minuti di gioco in cui la Roma attaccava<br />

ed il nostro gigante CIANI (non Nesta…) spazzava via la palla senza<br />

stare a pensare…parlo di Ciani….ma quella finale l’avremmo vinta se<br />

CIANI avesse cercato di uscire palla al piede invece di spazzare…<br />

E’ IL CALCIO, SIGNORI….la Roma ieri ha vinto semplicemente perché al<br />

momento è più forte, e nel calcio essere più forti non significa né giocare<br />

meglio né dominare l’avversario, ma avere più personalità e forza mentale,<br />

come Noi eravamo più forti in quel biennio.<br />

Tornando alla partita, dopo un buonissimo primo tempo nella ripresa il<br />

calo c’è stato, loro incominciavano a salire, l’occasione di Dzeko era<br />

stato già un campanello d’allarme, inoltre c’è stata una nostra azione che<br />

mi aveva fatto capire di come alcuni dei nostri avessero allentato tensione<br />

e concentrazione….Immobile che rincorre avversario e palla, la riconquista<br />

si libera con grinta e velocità e mette la palla in mezzo<br />

all’area….non c’era nessuno, anzi c’era circa 7-8 metri dietro un Felipe<br />

Anderson che seguiva l’azione di Immobile trotterellando, mentre Keita<br />

neanche quello faceva….ecco lì c’è la risposta al perché ieri è arrivata la<br />

bruciante <strong>del</strong>usione…ed addirittura già nel primo tempo c’erano stati atteggiamenti<br />

errati, ripartenze non sfruttate per aver trattenuto troppo il<br />

pallone, tocchettini di troppo, errati movimenti degli attaccanti, lo stesso<br />

Felipe ha perso stupidamente due palle che potevano creare molte difficoltà,<br />

e che solo il caso e la nostra buona difesa ha evitato che accadesse<br />

già qualcosa di spiacevole….e poi…bastava osservare il viso e l’espressione<br />

di Keita e Felipe Anderson e confrontarla con quella di Perotti e<br />

Strootmann per capire che forse il DERBY non l’avremmo vinto….<br />

Spero che i vari agenti di Keita, Wallace, Milinkovic, Felipe Anderson rendano<br />

un buon e saggio servigio ai loro assistiti, li convincano a rimanere<br />

alla Lazio, diverranno ricchi e pure famosi, un po’ come avvenuto con<br />

Lulic e Radu, e si toglieranno anche parecchie soddisfazioni, non facciano<br />

l’errore di ritenersi più forti di quel che sono, come fece Diakitè, o<br />

come ha fatto Hernanes o Onazi, non sono minimamente da livello di United<br />

o Real Madrid, prima se lo tolgono dalla testa meglio sarà per loro e<br />

per la loro crescita e carriera.<br />

Non si faccia l’errore di aprire la caccia al colpevole, si vince e si perde<br />

in 25 più l’allenatore e la società, Inzaghi sia durissimo con Wallace, ma<br />

dentro lo spogliatoio, ma niente punizioni o umiliazioni, non si butti via<br />

un patrimonio, a Genova sabato deve ripartire da titolare….è una sconfitta<br />

che brucia, che <strong>del</strong>ude, ma è una semplice sconfitta, talvolta dalle<br />

sconfitte se ne può anche trarre spunto e beneficio per ripartire….però<br />

tutto passa sempre dal manico, dalla società…a proposito ieri ed in settimana<br />

il POPOLO LAZIALE ha dimostrato che C’E’ ed ESISTE, BASTA<br />

CON LE DIVISIONI, BASTA CON LE INFANTILI ACCUSE E RIVINCITE<br />

PERSONALI; I LAZIALI CI SONO, MA PRETENDONO non le vittorie, ma<br />

PRETENDONO LA VOGLIA DI VINCERE, L’AMBIZIONE…e quindi la società<br />

faccia capire che questa sconfitta, questo organico sono punti di<br />

partenza, palesi gli obiettivi e le ambizioni, perché quello vuole il Popolo<br />

biancoceleste….dopo la storica e devastante sconfitta <strong>del</strong> 26 maggio<br />

2013 la malandata e malconcia dirigenza <strong>del</strong>la Roma dichiarò ai quattro<br />

venti che avrebbero ricostruito una squadra con l’obiettivo di vincere il<br />

campionato….quella di ieri non è assolutamente una sconfitta storica, è<br />

un derby perso e basta, ma la Roma LAZIALE lo ha vinto, per Tifo, entusiasmo<br />

e Fe<strong>del</strong>tà, una Fede che esultava e si irradiava nel meraviglioso<br />

sventolio <strong>del</strong>le bandiere sul campo e sugli spalti nel pre-partita, Il Direttore<br />

Sportivo ed il Presidente operino avendo bene in mente lo sguardo<br />

dei giovani tifosi inquadrati in tv dopo il goal giallorosso, si operi per<br />

guardare in alto, ed allora questa rimarrà una semplice sconfitta, si scelgano<br />

giocatori forti ma utili alla causa, si ceda chi deve essere ceduto,<br />

si acquisisca chi gioca sapendo di giocare per un Popolo, per una Maglia<br />

Storica, e non chi gioca sognando lo United o il Real Madrid, e nel frattempo<br />

offra prestazioni mediocri e non all’altezza….come diceva Eric<br />

Cantona….un Campione Vero non deve giocare per il nome dietro la maglia,<br />

ma per il Simbolo che porta davanti. Forza Lazio.


st<br />

Lazio ma chi sei…<br />

Babbo Natale ???<br />

Abbiamo perso il derby, lo abbiamo perso in maniera incredibile,<br />

da sprovveduti e con errori grossolani, per due<br />

reti a zero .<br />

Partita iniziata con il piede giusto per la S.S. Lazio, che<br />

parte a spron battuto, e non lascia respirare i rivali cittadini<br />

che parcheggiano un autobus davanti alla porta con cinque<br />

difensori sempre attenti a triplicare sugli esterni biancocelesti.<br />

Ciro Immobile ha la possibilità di far male, ma non è lucido<br />

e spreca un paio di occasioni nel primo tempo, ma durante<br />

la partita fallisce anche dei passaggi interrompendo dei<br />

contropiedi interessanti.<br />

Wallace impeccabile nel primo tempo, nel secondo decide<br />

di uscire dall’area di rigore in modo a dir poco comico e<br />

imbarazzante, regalando palla a Strootman che si trova a<br />

tu per tu con Marchetti e mette la palla in rete, Fortuna non<br />

ti riconosco!!<br />

Seguiamo lo sviluppo <strong>del</strong>le solite pagliacciate durante le<br />

esultanze, Strootman rientrando dalla corsa sotto lo spicchio<br />

ospite provoca chi si sta scaldando a bordo campo tirando<br />

<strong>del</strong>l’acqua, gesto che equiparo ad un sputo,<br />

giustamente Cataldi non ci sta e reagisce con un piccolo<br />

strattone alla maglia <strong>del</strong> giocatore olandese, che cade a<br />

terra come se colpito da una pugnalata.<br />

Cosa inventa Banti? Espulso giustamente Cataldi, solo<br />

ammonito incredibilmente il provocatore Strotman che era<br />

il primo a dover abbandonare il campo.<br />

La S.S. Lazio sparisce da quel momento dal campo, come<br />

organico, come entità di squadra, come individualismi,<br />

come parte integrante di un tifo che oggi non meritava questo.<br />

Nonostante la squadra abbia ormai gettato la spugna, cosa<br />

ti reinventa Banti? Dallo sviluppo di un’azione di rimpallo<br />

la palla viene fermata di mano da un calciatore <strong>del</strong>la Roma<br />

in area, rigore netto, invece no lui continua a tarallucci e<br />

vino.<br />

Avevamo provato ad alzare l’attenzione sull’arbitro durante<br />

la settimana, ma non è valso a nulla, se poi consideriamo<br />

l’invenzione totale sulla punizione dal limite <strong>del</strong>l’area, concessa<br />

a Bruno Peres, che è costata un cartellino a Biglia ,<br />

tutto scientificamente creato da nulla, Peres scivola sul<br />

di Orlando De Rossi<br />

piede d’appoggio e cade da solo, considero Banti un arbitro<br />

inadatto a qualsiasi categoria.<br />

Non ci sono Alibi però, perchè la squadra è come se fosse<br />

stata ingoiata da un vortice nero, di entità nascosta e soprannaturale.<br />

Marchetti, che qualche minuto prima era riuscito a fare<br />

anche una gran bella figura, perchè il giocatore bosniaco<br />

prende la mira e lo centra di testa, questa volta prende un<br />

gol da distanza siderale con un tiro nemmeno cosi irresistibile<br />

di Nainggolan, sul suo palo, caro Marchetti, non è il<br />

primo che prendi in questa maniera indecorosa, è ora che<br />

ti guardi allo specchio e decidi se essere ancora un portiere<br />

di calcio o un portiere di condominio. Faccio fatica a<br />

citare un migliore in campo, mi inibisco se penso alla prestazione<br />

di squadra, e se penso alla prestazione sotto<br />

suolo di Felipe Anderson, Keita Balde Diao, Biglia, ma devo<br />

comunque sottolineare la prova <strong>del</strong> guerriero Radu, e Parolo<br />

che corre come un matto, Lulic con devozione e qualche<br />

imperfezione.<br />

Simone Inzaghi avrebbe fatto meglio a tenere un giocatore<br />

come Milinkovic in panchina, per cercare di cambiare a<br />

partita in corso tatticamente la sua squadra, che quando<br />

tutto è finito, non ha avuto nemmeno la lucidità questa<br />

volta di stravolgere la squadra sul campo, anche per mancanza<br />

di idee.<br />

Spalletti ha la fortuna di inventare di nuovo un modulo da<br />

una defezione di un suo calciatore, e rispolvera una squadra<br />

con un 5-4-1 tanto vecchio ma tanto caro quando c’e’<br />

da fare legna e contropiede, fortunato il toscano sempre<br />

quando serve.<br />

Si torna con i piedi saldi, saldissimi a terra, si deve lavorare<br />

duro, si deve capire che quello che hanno fatto oggi giocatori<br />

come Wallace e Marchetti deve rimanere confinato<br />

in questa giornata.<br />

Sono stato tradito sul più bello, quando tutto sembrava<br />

fatto, quando tutto sembrava mio, quella carezza che si trasforma<br />

in uno schiaffo mi fa male, mi lascia il segno, ma<br />

sono laziale e non demordo.<br />

FORZA LAZIO SEMPRE


Ripar...ti<br />

…amo Lazio!!!<br />

di Carlo Cagnetti<br />

1: RIPAR…TI..AMO: Ripar…are i guasti <strong>del</strong> derby e<br />

ripar..tire subito senza tentennamenti. La Lazio è<br />

forte, ha steccato una gara importante ma bisogna<br />

andare avanti. Malgrado tutto e malgrado tutti. La<br />

parola d’ordine è: ripar…ti…amo Lazio!!!<br />

2: LINO BANTI: Non c’erano dubbi, ma sulla sconfitta<br />

pesano anche le decisioni cervellotiche di un<br />

arbitro che non vorremmo mai più vedere fischiare<br />

la Lazio. Inutile rievocarne le nefandezze, dal primo<br />

gol in fuorigioco, al rigore negato per fallo di mano<br />

di de rossi, alla mancata espulsione di strootman,<br />

al pasticciaccio brutto <strong>del</strong> rigore convertito in punizione<br />

con assurda ammonizione a Biglia. La cosa<br />

che mi deprime è che stiamo entrando nel 2017 ed<br />

il calcio rimane l’unico sport che non si avvale <strong>del</strong>la<br />

tecnologia (se non per la goal-line…mai usata finora…ed<br />

è tutto dire…) per supportare il lavoro<br />

degli arbitri. A questo punto la domanda è lecita: ma<br />

il calcio è davvero uno sport?<br />

3: FORTUNA: Che ha abbandonato proprio lui, il<br />

muro biancoceleste che, prima <strong>del</strong> pastrocchio,<br />

aveva fornito una prestazione senza sbavature. Peccato<br />

davvero, perché senza quel regalo stavamo<br />

parlando di un altro risultato.<br />

4: SAMP D’ORO: E come ti puoi sbagliare? Per la<br />

Lazio subito un impegno difficile nel Marassi blucerchiato<br />

contro una squadra reduce da cinque vittorie<br />

consecutive in casa. Test probante per le ambizioni<br />

biancocelesti, ma vogliamo vedere gli occhi <strong>del</strong>la<br />

tigre per cancellare l’amaro <strong>del</strong> derby. Massima concentrazione<br />

e voglia di vincere. Non si molla di un<br />

millimetro.<br />

5: SCUDETTO 1915: Un’ingiustizia centenaria sta<br />

per essere sanata e dunque la Lazio potrà fregiarsi<br />

<strong>del</strong> suo terzo scudetto. Un mio plauso personale va<br />

all’ottimo lavoro, oltre che <strong>del</strong>l’avv. Mignogna e <strong>del</strong>lo<br />

storico Emiliano Foglia, anche <strong>del</strong>la controparte genoana:<br />

il Secolo XIX il lunedì successivo a Lazio-<br />

Genoa ha redatto un articolo circostanziato ed<br />

oggettivo su quello accaduto nella conferenza<br />

stampa di Juric, in seguito alla mia domanda relativa<br />

alla questione. Faccio i miei complimenti al giornalista<br />

genoano che ha dimostrato grande<br />

professionalità ed obiettività. Applausi.<br />

6: 30.000: I presenti biancocelesti a Lazio-roma, con<br />

una Curva Nord tornata a riempirsi come ai bei<br />

tempi. Tifo d’annata ed applausi alla squadra a fine<br />

gara malgrado la sconfitta. Questa è la strada giusta<br />

per riattivare un percorso virtuoso che non potrà<br />

che fare bene a tutta la Lazio.<br />

7: TRITTICO: Prima <strong>del</strong> Natale, ecco un trittico da far<br />

tremare i polsi. Abbiamo detto <strong>del</strong>la Sampdoria, poi<br />

la viola in casa e quindi il «rendez voux» a Milano<br />

da Pioli per affrontare l’Inter. Qui si fa la Lazio.<br />

7-1: CINTE E CALZINI: Tanto ha fatto discutere la<br />

battuta di Lulic in risposta alle parole provocatorie<br />

di Rudiger. Mi verrebbe da dire, mutuando una tragedia<br />

shakespeariana, tanto rumore per nulla. Il<br />

derby prevede anche acrimonie dialettiche, non ci<br />

si deve sorprendere. Chi ha scritto e parlato di battuta<br />

razzista ha mentito sapendo di mentire. Ma<br />

ormai le favole inventate sul pianeta Lazio sono all’ordine<br />

<strong>del</strong> giorno…e non ce ne stupiamo più.


Lulic al patibolo dopo<br />

anni di “Tottismo”:<br />

tutto molto<br />

interessante…<br />

di Arianna Michettoni<br />

tratto da “Lazio Story”<br />

Poiché qualcuno ha deciso di dover ammantare la<br />

società contemporanea di un velo di ipocrita perbenismo,<br />

leggo, con fin troppo partecipe sgomento, il<br />

titolo odierno <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>lo Sport: “Ora Lulic rischia<br />

<strong>10</strong> giornate di squalifica”. Tutto molto interessante<br />

(una citazione non casuale, difficile da<br />

cogliere e che tornerà in seguito): una punizione<br />

così severa – esemplare in un pensiero che difende<br />

diritti e doveri con un impeto parziale e diversificato<br />

fu sicuramente la stessa inflitta in passato alle ormai<br />

celeberrime, per chi di memoria ne fa buon uso, dichiarazioni<br />

giallorosse. Non può che essere altrimenti,<br />

sicuramente, certo: e infatti così non è stato.<br />

Qual è dunque il confine che separa l’insulto dalla<br />

goliardia, lo sfottò pepato dalla richiesta censura?<br />

La risposta è nota e assai facile: il confine lo stabilisce<br />

la trama (e la brama) di potere che una sola fazione<br />

ha in città, e non quella biancoceleste.<br />

Non è che l’inizio di una disamina a freddo come ilpiatto<br />

con cui va servita la vendetta circa quella finta<br />

indignazione che ci esalta e ci costringe al ruolo di<br />

giudice: ma un buon giudice è sempre sopra le parti.<br />

Allora quel che ha detto Lulic, nella piena facoltà di<br />

intendere e volere, è anzitutto una risposta un venire<br />

dopo, un re-agire, una conseguenza all’arroganza<br />

boriosa di un giocatore romanista. Uno qualsiasi,<br />

sia chiaro: di quelli presi al sol fine di triplicarne il<br />

valore – che neanche Gesù con i pani e coi pesci –<br />

per crearne ad arte la plusvalenza adatta, neanche<br />

a dirlo, a risanare quel profondo rosso che è il bilancio<br />

<strong>del</strong>la società giallorossa. Ma i giocatori qualsiasi<br />

vanno e vengono, le loro parole volano: chi<br />

resta, invece, a disputare l’eterna sfida tra roma e<br />

Lazio è lui, il simbolo, il “c’è solo un capitano”: mo<strong>del</strong>lo<br />

di morale rettitudine, santo patrono degli onesti<br />

il portatore sano <strong>del</strong>l’ignoranza mancante agli<br />

uomini di Inzaghi: Francesco Totti. Più prolifico nelle<br />

interviste che nei trofei vinti, vanta il maggior numero<br />

di pensieri spesi nei confronti dei primi <strong>del</strong>la<br />

capitale chiodo fisso di una carriera che ha ben<br />

poco altro da ricordare, se non il pregio di militare<br />

in una formazione di nascita coatta, successiva e<br />

cadetta. Del pupone però piacciono gli occhi grandi<br />

e azzurri, spesso zoomati ai limiti <strong>del</strong> dettaglio <strong>del</strong>le<br />

venature <strong>del</strong>l’iride; fa ridere, è infatti comico, è il re<br />

Mida al contrario: quel che tocca rovina, ma che importa,<br />

“so regazzi, giocheno!” lo giustificano i difensori<br />

con lupa al collo. Forse è vero, forse tanta<br />

pochezza comprensiva <strong>del</strong> fantastico, caotico<br />

mondo Totti è dovuto ad una mia ostinata e fiera<br />

chiusura mentale: in realtà quel che Francesco dice<br />

e fa ha un sostrato culturale più ampio di quel che<br />

appare.<br />

Quindi, quando con fierezza Francesco Totti afferma:<br />

«meglio avere un figlio gay che laziale» il suo<br />

non è affatto razzismo, sessismo o, più propriamente,<br />

una contraddizione in termini – intervistato<br />

da “le Iene”, asserisce un “mi ammazzo se scopro<br />

mio figlio gay”; no, è evidente che il suo intento,<br />

sempre puro e innocente, è una difesa <strong>del</strong>le minoranze,<br />

una rivendicazione dei diritti omosessuali,<br />

una orgogliosa e commovente sensibilizzazione<br />

sulla realtà che devia dalla etero-normativa: come i<br />

laziali tutti si siano potuti offendere dalla più generosa<br />

<strong>del</strong>le elargizioni Tottiane è un mistero che ancora<br />

turba gli animi altrui, così prevenuti. Nessuna<br />

giornata di squalifica, anzi: è un argomento che<br />

Francesco ha sollevato con così tanta <strong>del</strong>icatezza<br />

che un mezzo busto eretto in suo onore mai avrebbe<br />

equiparato tanta gloria e magnificenza.


La mia Lazio, ovver<br />

tra Cesare Persi<br />

tica legale, divento avvocato e all’epoca <strong>del</strong>la trasformazione<br />

<strong>del</strong>la Lazio in s.p.a. vengo nominato componente <strong>del</strong> Collegio<br />

sindacale. Nei tre anni di sindacatura, stante la vicinanza tra il<br />

mio studio, in via Oslavia, e la sede <strong>del</strong>la Lazio, in via Col di<br />

Lana, frequento molto l’ambiente biancoceleste, collaborando<br />

nella soluzione di varie problematiche fino a meritare la nomina<br />

a Consigliere d’Amministrazione, carica che rivestirò continuativamente,<br />

per lasciarla soltanto nel 1983, allorquando Giorgio<br />

Chinaglia, diventato proprietario e Presidente <strong>del</strong>la società, preferisce<br />

rivolgersi ad altro legale. In questi lunghi anni, e precisamente<br />

a partire dal girone di ritorno <strong>del</strong> campionato 1971/72,<br />

inserito nel censimento <strong>del</strong>la Lega Nazionale Professionisti fra<br />

i tesserati abilitati, fungo a volte da dirigente accompagnatore<br />

e costantemente da addetto all’arbitro nelle partite casalinghe:<br />

in quest’ultima qualità ho saltato una sola partita, un Lazio-Torino<br />

<strong>del</strong>la fine <strong>del</strong> 1979.<br />

Benché abbandonato dalla Lazio, non smetto di amarla, mentre<br />

l’impegno professionale sportivo si svolge in strutture federali<br />

quali la Lega e la Federazione; in particolare sono stato Presidente<br />

<strong>del</strong> Collegio Arbitrale presso la LNP e responsabile <strong>del</strong>l’Ufficio<br />

Legale di entrambe, <strong>del</strong>la prima fino al 1996, <strong>del</strong>la<br />

seconda fino al 2002. Ho poi continuato attività professionale<br />

in ambito sportivo quale componente <strong>del</strong>la Corte Federale.<br />

Alla Lazio ho dato, in poche parole, tutto quello che avevo:<br />

tempo, professionalità e soprattutto passione che, come accade<br />

nei tifosi autentici, si accende e brilla nei momenti più difdi<br />

Carlo Cagnetti<br />

Cuore di Lazio è orgoglioso di ospitare un pezzo di storia <strong>del</strong>la<br />

Lazio, l’avv. Cesare Persichelli al quale ho rivolto dieci domande.<br />

Ne è venuto fuori un affresco emozionante sulla storia<br />

biancoceleste che tramandiamo ai giovani lettori per custodirne<br />

l’insegnamento. Cesare ha risposto con entusiasmo e con dovizia<br />

di particolari, tanto che scherzando gli ho detto che mi ha<br />

dato materiale per un libro anzi un’enciclopedia, tutta colorata<br />

di biancoceleste e <strong>del</strong>la professionalità di un uomo che tanto<br />

ha dato alla causa comune. Ho diviso l’intervista in due puntate<br />

per dare modo di leggere con attenzione quello che ci ha detto<br />

Persichelli. Ultima annotazione: nella splendida foto <strong>del</strong>la copertina<br />

Cesare è quell’uomo alto con gli occhiali dietro Nanni e<br />

Re Cecconi dopo il derby vinto nel 1974. Bando alle ciance ed<br />

ecco a voi il testo.<br />

Autoritratto di Cesare Persichelli, quanto hai dato alla<br />

Lazio e cosa è la Lazio per te.<br />

“Nasco il lontanissimo 31 marzo 1933 e mi entusiasmo subito<br />

al gioco <strong>del</strong> calcio, trascinato in questa passione da un appuntato<br />

dei Carabinieri, tifoso <strong>del</strong> Bologna, che frequentava la nostra<br />

casa perché cugino <strong>del</strong>la collaboratrice domestica.<br />

Era il 1938, epoca dei campionati <strong>del</strong> mondo, mi innamoro per<br />

radio di Silvio Piola e trasferisco la mia passione dalla Nazionale<br />

alla Lazio, entrambe mai più abbandonate.<br />

Compiuti gli studi, dopo la laurea in giurisprudenza, inizio la pra-


o la storia d’amore<br />

chelli e la Lazio<br />

ficili. La Lazio è la cara compagna <strong>del</strong>la mia, ormai lunga, vita:<br />

è stato un amore costante, secondo soltanto a quello per la mia<br />

famiglia, peraltro mai gelosa e sempre coinvolta nel sentimento<br />

biancoceleste: mio figlio Stefano – oggi Consigliere Federale<br />

F.I.P. – ha giocato ed è stato capitano <strong>del</strong>la Lazio Basket conducendola<br />

ad una promozione in serie B, i miei nipoti Saverio<br />

e Giacomo hanno giocato a rugby nella Lazio Primavera, il<br />

primo, a sua volta, fungendo anche da capitano.”<br />

Cosa aggiungere?<br />

Hai vissuto varie fasi <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la Lazio. Il momento<br />

più bello e quello più brutto.<br />

“I momenti belli, come <strong>del</strong> resto quelli brutti, sono stati tanti:<br />

quello che ricordo con particolare piacere l’ho vissuto il 12 maggio<br />

1974, ero in campo, sulla panchina <strong>del</strong>la squadra <strong>del</strong> cuore,<br />

a gioire nell’indicabile giorno <strong>del</strong> primo scudetto: il sogno <strong>del</strong><br />

bambino che a 5 anni, nel 1938, aveva cominciato a tifare<br />

Lazio, si era realizzato nella più esaltante <strong>del</strong>le maniere.<br />

Fra i momenti brutti ricordo l’angoscia e lo sgomento che mi<br />

colpirono, insieme a tanti altri, nelle fredde mura <strong>del</strong>l’Ospedale<br />

S. Giacomo quando morì Luciano Re Cecconi; i medesimi sentimenti<br />

mi rattristarono quando venne ucciso Vincenzo Paparelli:<br />

uno di noi. Sul piano strettamente sportivo, il momento più<br />

brutto è stato quando il Segretario <strong>del</strong>la CAF, un amico, mi comunicò<br />

telefonicamente ed in anteprima, una mattina molto<br />

presto di un indimenticabile giorno di primavera <strong>del</strong> 1980, che<br />

la Corte, ribaltando il verdetto di primo grado nel procedimento<br />

per il primo scandalo scommesse, aveva retrocesso la Lazio in<br />

Serie B: ero sconfitto come tifoso, come uomo e come professionista.”<br />

Sei entrato in contatto con tanti personaggi, giocatori, presidenti<br />

ecc. ecc.; qual è quello che è rimasto più dentro di<br />

te?<br />

“Sicuramente Roberto Lovati, un amico affettuoso che ho assistito<br />

in alcune importanti vicende <strong>del</strong>la vita, il nostro reciproco<br />

sentimento è stato trasmesso al figlio Stefano che è l’ortopedico<br />

di fiducia mio e dei miei familiari.<br />

Roberto, pur venendo dalla Lombardia, era laziale nelle viscere:<br />

ho avuto con lui un lunghissimo rapporto d’amicizia che poteva<br />

finire solo con la morte di uno dei due, mi ha preceduto e mi<br />

manca molto.”<br />

Sei un esperto di diritto sportivo; come si è evoluta la materia<br />

nel corso degli anni e cosa si può fare de jure condendo?<br />

“L’evoluzione <strong>del</strong> diritto sportivo è materia così ampia da non<br />

poter offrire in questa sede esauriente trattazione.<br />

Sia concesso ricordare che nell’ambito di un corso riguardante<br />

proprio tale diritto, sarò Relatore, assieme ad altri due illustri<br />

professionisti, di una lezione, già fissata al <strong>10</strong> febbraio 2017,<br />

riguardante lo sviluppo e le prospettive <strong>del</strong>la legge fondamentale<br />

in materia, quella n. 91 <strong>del</strong> 1981.


La mia Lazio, ovver<br />

tra Cesare Pers<br />

A mio avviso altra tappa basilare <strong>del</strong>l’evoluzione in discorso è<br />

la Legge 17/<strong>10</strong>/2003 n. 280, con la quale è stato convertito in<br />

legge, con modificazioni, il decreto 19/08/2003 n. 220, laddove<br />

prevede la giurisdizione esclusiva <strong>del</strong> Giudice amministrativo e<br />

la competenza territoriale <strong>del</strong> Tar Lazio nei casi in cui questioni<br />

originatesi nell’ambito <strong>del</strong>lo sport assumono rilevanza anche<br />

per l’ordinamento statuale.<br />

Queste disposizioni hanno sottratto controversie calcistiche alla<br />

giurisdizione di vari Tribunali, ordinari ed amministrativi (fra questi<br />

ultimi ricorso in particolare il Tar Sicilia), che spesso giudicavano<br />

sulla spinta di pressioni ed emozioni locali.<br />

Sotto un terzo profilo, poiché, come tutti sappiamo, ogni legge<br />

è migliorabile, mi auguro che in futuro si disciplini in maniera<br />

più soddisfacente il fenomeno <strong>del</strong> doping, dei suoi controlli e<br />

<strong>del</strong>le sue sanzioni, e si provveda ad emanare normative a tutela<br />

<strong>del</strong>la salute degli atleti, limitandone gli impegni, in quanto, come<br />

accade tutte le settimane, gli infortuni, soprattutto nel gioco <strong>del</strong><br />

calcio, si riproducono con allarmante frequenza.”<br />

Ti piace questa Lazio <strong>2016</strong>/2017?<br />

“Nel momento in cui scrivo la Lazio viene da un ciclo positivo<br />

assolutamente meritato, e devo quindi ammettere che mi piace<br />

non poco, tenuto conto che assenze fondamentali – parlo di Biglia<br />

e De Vrij – si fanno indubbiamente sentire. La mia impressione,<br />

anzi il mio convincimento, è che con un paio di innesti di<br />

alta qualità la squadra potrebbe sicuramente competere per le<br />

primissime posizioni.”<br />

La politica di Lotito è molto ferrea: attenzione al bilancio,<br />

cura <strong>del</strong> settore giovanile e guerra ai procuratori. Che ne<br />

pensi?<br />

“Condivido l’attenzione al bilancio e la cura <strong>del</strong> settore giovanile,<br />

e condivido altresì la “guerra ai procuratori”, se questa<br />

espressione significa una più attenta regolamentazione <strong>del</strong>le<br />

loro attività. In particolare, poiché le finalità degli agenti di calciatori<br />

non sono sempre rivolte agli interessi anche sportivi e di<br />

crescita degli loro assistiti, ma tendono unicamente ad aumentarne<br />

i corrispettivi con conseguenti loro personali vantaggi, ritengo<br />

indispensabile la stesura e la rigorosa applicazione di un<br />

codice, dove siano previste pene severe allorquando certi interventi<br />

(sostanzialmente trasferimenti) non giovano alla crescita<br />

e alla maturazione <strong>del</strong>l’atleta, ma vengono effettuati a soli<br />

fini di maggior guadagno. Peraltro, la risposta a questo interrogativo<br />

viene completata da quella resa nel capo successivo”<br />

La Lazio potrà rivincere lo scudetto ed entro quanti anni?<br />

“Non è lecito escludere che la Lazio, anche in virtù <strong>del</strong>le sue<br />

tradizioni, abbia la possibilità di rivincere lo scudetto; non è, invece,<br />

consentito stabilire entro quanti anni. E’ opportuno precisare<br />

che per primeggiare in una competizione sportiva, tanto<br />

più se difficile come il campionato italiano di Serie A, devono<br />

concorrere la convinzione e l’aspirazione di diverse componenti<br />

quali: la società stessa, l’allenatore, la squadra ed i tifosi. Se<br />

andiamo indietro nel tempo, ci rendiamo conto che questo “concorso”<br />

non si è realizzato con immediatezza e che il primato sia<br />

stato raggiunto nell’anno successivo a quello in cui pure si sarebbe<br />

meritato. E’ successo al Bologna, al Cagliari e, per<br />

ben due volte, alla stessa Lazio: la circostanza che lo scudetto<br />

arrivi un anno dopo è rivelatrice <strong>del</strong> ritardo con il quale<br />

si è realizzata la coesione fra le componenti che ho nominato.<br />

Per concludere, dato per scontato che i tifosi siano sempre<br />

pronti, occorre che l’obiettivo sia perseguito da allenatore,<br />

squadra e soprattutto dalla società: in altre parole, quando<br />

Lotito vorrà, lo scudetto potrebbe arrivare.”<br />

A proposito di scudetto, perché lo scudetto <strong>del</strong> 1915<br />

non fu assegnato anche alla Lazio?<br />

“Non ho elementi per giudicare perché lo scudetto 1915<br />

venne assegnato al Genoa, per conseguenza, non posso<br />

esprimermi, salvo osservare che, tanto dal punto di vista<br />

sportivo, che da quello <strong>del</strong>la giustizia, l’assegnazione 1915<br />

realizza un vero e proprio sopruso.”


o la storia d’amore<br />

ichelli e la Lazio<br />

Il calcio è diventato un fenomeno televisivo; a parte<br />

qualche partita di cartello e lo «Stadium» bianconero gli<br />

stadi sono vuoti dappertutto. Se Lotito riprendesse il<br />

Flaminio, superando tutte le difficoltà che sappiamo, farebbe<br />

una mossa che spiazzerebbe tutti e che farebbe<br />

tornare in massa i tifosi allo stadio?<br />

“Indiscutibilmente il calcio è diventato un fenomeno televisivo.<br />

Un vecchio adagio francese insegna: “c’est l’argent qui<br />

fait la guerre”, il principio purtroppo si è trasferito nello sport<br />

ed in particolare nel calcio. Tuttavia, è impossibile trascurare<br />

che i nostri stadi sono vecchi, anzi obsoleti, addirittura, per<br />

quanto riguarda l’Olimpico, le difficoltà di parcheggio nelle<br />

vicinanze impediscono a molti tifosi – tra i quali io stesso –<br />

di godere in diretta la partita. Ed infatti, lo stadio <strong>del</strong>la Juventus,<br />

ricordato dalla domanda, consente agli spettatori di<br />

raggiungerlo facilmente parcheggiando nei pressi la propria<br />

auto.<br />

Per rivedere i nostri tifosi all’Olimpico, basterebbe, anzitutto<br />

una squadra vincente, ed in secondo luogo l’eliminazione<br />

<strong>del</strong>la causa appena individuata, fermo restando che, secondo<br />

il mio personale convincimento, la ristrutturazione <strong>del</strong><br />

Flaminio contribuirebbe non poco ad affollarlo con continuità,<br />

sempre naturalmente a condizione che la squadra sia<br />

competitiva.”<br />

Un pensiero finale proprio ai tifosi; i laziali li conosci<br />

bene, quindi a te la parola.<br />

“Ai nostri supporters non devo insegnare nulla, tanto meno<br />

l’amore per i propri colori: quello che ha subìto il tifoso laziale<br />

nel corso degli anni è imparagonabile con le sofferenze<br />

di ogni altra tifoseria: se siamo rimasti innamorati <strong>del</strong>la nostra<br />

squadra significa che il nostro sentimento è più forte di<br />

tutti gli altri ed è in grado di superare ogni avversità. Mi limito<br />

pertanto a dire a tutti gli amici biancocelesti continuate ad<br />

amare la vostra squadra come sempre avete fatto.”


CARI GIORNALISTI<br />

VE MANCA<br />

“ER CORE LAZIALE”<br />

Tutto ciò che è successo dopo il derby ha solo dimostrato,<br />

laddove ce ne sia ancora bisogno, che la categoria giornalistica<br />

al seguito <strong>del</strong>la Lazio, è una categoria senza “Core laziale”<br />

come si dice a Roma, “Eh ma il giornalista non deve<br />

scrivere con il cuore ma essere imparziale e professionale<br />

al massimo. Raccontare ciò che accade per permettere<br />

a chi legge di capire cosa sta succedendo. Tutto<br />

questo senza essere condizionati dalla fede calcistica0”-<br />

In teoria e anche in pratica per un giornalista professionista<br />

dovrebbe essere cosi, però poi la realtà che si applica a 360°<br />

gradi è ben diversa. I giornalisti <strong>del</strong> passato sono stati indubbiamente<br />

di una professionalità superiore sia per cultura calcistica<br />

sia per deontologia professionale. Più di qualche<br />

giornalista di fede laziale vera e non presunta o addirittura virtuale<br />

come si riscontra oggi in più di qualche protagonista<br />

<strong>del</strong>la penna d’oggi oltre che <strong>del</strong> microfono o telecamera, nel<br />

suo passato almeno una volta, proprio per il “core laziale” che<br />

batteva forte, ha soprasseduto una news, oppure ha raccontato<br />

senza gettare ulteriore benzina, oppure ancora, ha cercato<br />

in primis di rendere il tutto molto più leggibile e<br />

di Rodolfo Casentini<br />

conciliante per far sì che la vicenda in questione non trascendesse<br />

mai oltre misura. Oggi purtroppo invece nella stragrande<br />

maggioranza di addetti ai lavori al seguito <strong>del</strong>la Lazio,<br />

c’è esattamente l’opposto. Non appena si intravede il minimo<br />

appiglio, da questo piccolo appiglio ci si costruisce sopra una<br />

vera e propria sceneggiatura da film dove l’1% corrisponde al<br />

vero e il resto tutto romanzato a secondo <strong>del</strong>l’ispirazione <strong>del</strong>l’autore.<br />

I fatti avvenuti subito dopo il derby sono solo l’ultimo<br />

atto di una eterna commedia senza fine che è iniziata da qualche<br />

anno a questa parte, dove troviamo realtà giornalistiche<br />

di vario genere, Tv, radio, Internet, Quotidiani, che ruotano fatalmente<br />

però a pochi editori e questi pochi editori nel 95%<br />

dei casi sono dichiaratamente di fede romanista, quindi <strong>del</strong><br />

tutto indifferenti alle sorti dei biancocelesti. Una news oggi,<br />

scritta su un quotidiano, viene riportata e quindi sfruttata da<br />

molte realtà giornalistiche che fanno capo allo stesso editore<br />

con il risultato che basta un unica fonte per far sì che la news<br />

possa prepotentemente invadere tutti i canali da cui i tifosi apprendono<br />

le sorti <strong>del</strong>la Lazio. Il tifoso si sa, è spesso pigro nel<br />

pensare in proprio e quindi percepisce le news e le elabora


senza chiedersi quanto esse siano vere, presunte vere o<br />

addirittura leggende metropolitane. Ed è proprio su questo<br />

processo di elaborazione che le realtà giornalistica poggiano<br />

la base fondamentale <strong>del</strong> loro successo e seguito<br />

con l’ovvia conseguenza materiale di sponsor al seguito<br />

di radio per un’audience più corposo, di un numero di visiste<br />

più elevate sui pezzi pubblicati sui siti internet con<br />

tanto di pubblicità che paga i click effettuati, con la notorietà<br />

che si acquisisce matematicamente nel circuito che<br />

porta quindi ad essere presente con interventi extra su<br />

radio, tv e quant’altro. Chiariamo subito che tutto questo<br />

è perfettamente legale ed è la logica di una strategia commerciale<br />

però....però qui stona qualcosa. Stona il fatto che<br />

tale circuito è praticamente monopolizzato da addetti che<br />

<strong>del</strong>la Lazio gliene frega meno di zero dal punto di vista affettivo.<br />

Perchè invece frega molto dal punto di vista di opportunità<br />

professionale. L’attaccare per primi la Lazio<br />

sapendo <strong>del</strong> malcontento stabile nei confronti <strong>del</strong>la dirigenza<br />

che gestisce il club, è una tattica talmente consolidata<br />

che porta risultati automatici e mai <strong>del</strong>udenti. Tutto<br />

però a patto che tale malcontento si alimenti sempre quotidianamente<br />

soprattutto quando le cose vanno bene per<br />

la Lazio perchè altrimenti il tifoso potrebbe travasare dentro di sè<br />

una dose massiccia di positività che andrebbe poi a cozzare con<br />

i risultati d’interesse che invece è il pane quotidiano di chi lavora<br />

in certi cirtuiti viziosi. La vicenda Lulic è lapalissiana per comprendere<br />

come un giocatore in zona mista venga preso d’assedio dalla<br />

stampa romanista in virtù <strong>del</strong>le sue dichiarazioni su Rudiger, e la<br />

stampa laziale invece di far uscire in quel momento “er core laziale”<br />

cercando di contrapporsi a difesa <strong>del</strong> giocatore, rimane a guardare<br />

e prende appunti pronta anzi ad essere lei la prima a mettere in risalto<br />

tutto per bruciare sul tempo i colleghi giallorossi. La verità<br />

amara è che quasi tutti sono sotto la stessa bandiera editoriale,<br />

che spesso c’è lo scambio degli interventi in radio con radio dai colori<br />

opposti, divise in realtà da un corridoio di 2 metri dentro la<br />

stessa palazzina, con giornalisti di carta stampata che a turno intervengono<br />

in questa o l’altra radio, dove basta scrivere un solo<br />

articolo per soddisfare siti internet, radio e tv <strong>del</strong>la stessa linea editoriale.<br />

E tutto questo avviene perchè il 95% dei giornalisti sono<br />

semplicemente dei pubblicisti e quindi non vivono esclusivamente<br />

di questa professione ma hanno anche altre attività lavorative remunerate.<br />

Di giornalisti professionisti, cioè quelli che scrivono per<br />

un giornale a tempo pieno, ne esistono molto pochi, il resto è sottocultura<br />

giornalistica che riduce tutti alla corsa all’arrivismo, al diventare<br />

il nuono Brera o il nuovo Gianni Mura o l’esperto di mercato<br />

o di contabilità sportiva. La gogna mediatica sulla Lazio rende<br />

tanto, rende e fa felici tutti, al contrario, una strategia positiva rende<br />

pochissimo, quasi niente anzi si rende molto, in fatto di insulti, di<br />

minacce, di offese, quelle sì se ne incamerano in quantità industriale.<br />

Non importa se la news sia falsa o parzialmente<br />

vera, basta romanzarla un pò e metterci dentro ciò che il<br />

tifoso incazzato vuole sentire, cioè l’errore societario, il<br />

dilettantismo societario, l’incompetenza societaria,la non<br />

lazialità societaria, il non voler far crescere il club. Una<br />

<strong>del</strong>le colpe più gravi di questa società secondo l’ambiente<br />

è quella di non trasmettere emozioni o sentimenti che<br />

sono alla base <strong>del</strong> tifo e <strong>del</strong> gioco <strong>del</strong> calcio, poi però l’addetto<br />

ai lavori di stampo specificatamente laziale tutto fa<br />

meno che metterci i sentimenti in ciò che pubblica, ma<br />

solo <strong>del</strong> cinismo che cozza con lo scrivere cor “Core Laziale”<br />

che invece dovrebbe essere l’unica forte base per<br />

fare il giornalista al seguito <strong>del</strong>la Lazio soprattutto in<br />

quelle realtà nate e cresciute per serguire H24 la Lazio e<br />

non il resto. Non vi si chiede di mentire, ma vi si chiede<br />

buon senso in certe situazioni, senza inventare, senza<br />

gonfiare,e se davvero provate emozioni e sentimento per<br />

la Lazio, allora evitate gli arrivismi a tutti i costi con l’inevitabile<br />

danno nei confronti di chi dite di amare.


Agriturismo<br />

Abbond<br />

di Enzo Carpegna<br />

In un casale <strong>del</strong> 1500 entrerai in un’atmosfera magica. Appartenente alla famiglia Torlonia, la villa ora agriturismo<br />

è sita su una collina in mezzo al verde nelle campagne vicino Moricone a pochi chilometri da Roma,<br />

verso l’alto Lazio reatino sulla Salaria strada <strong>del</strong>la Neve. L’agriturismo è a conduzione familiare il che lo rende<br />

ancora più caloroso e accogliente poichè tutto ciò è fatto con grande passione e amore. E poi la qualità <strong>del</strong><br />

cibo che potremmo mangiare qui è favolosa pasta fresca fatta in casa stesa con il famoso “ Stennarello”, attrrezzo<br />

con cui le nostre noinne usavano stendere la pasta per poi creare le fettuccine o i tagliolini da leccarsi<br />

i baffi. Orlando e sua moglie insieme alla mamma e alla sorella saranno sempre a disposizione per farvi passare<br />

una giornata di relax con la vostra famiglia. La domenica hanno un loro menù al prezzo di 20 euro dove<br />

si può mangiare in quantità industriale a partire dall’abbondante antipasto, due primi piatti, due secondi un<br />

contorno, acqua , vino caffè e dolce <strong>del</strong>la casa. Il nostro amico Orlando è davvero una persona squisita, alla<br />

mano che vi metterà immediatamente a vostro agio e vi sentirete subito a casa come nelle migliori domeniche<br />

in famiglia. Certi posti non basta descriverli, bisogna visitarli e realizzare con i propri occhi e gusto, la veridicità<br />

di ciò che stiamo scrivendo. Noi di Aquile insieme a tutta la redazione di Cuoredilazio, abbiamo sposato in<br />

pieno questo agriturismo perchè a pochi minuti dal caos cittadino, si riesce ad avere un clima genuino, rilassato<br />

e che ti permette di ricaricare le batterie attraverso cibo buono, aria buona, ospitalità buonissima. Nel<br />

salutare Orlando e tutta la sua famiglia per la sua grande disponibilità e sensibilità alle vicende laziali essendo<br />

un cuore binacoceleste doc, ricordiamo a tutti voi che presto organizzeremo un grande evento qui da Orlando.<br />

Ma non aspettate noi, venite a trovarli e resterete arci soddisfatti di tutto e ringrazierete Orlando di esistere


anza<br />

Fusi<br />

Ogni Domenica a soli 20 euro<br />

Un pranzo senza fine con:<br />

Antipasto abbondante<br />

due primi piatti ( pasta fresca fatta in casa)<br />

due secondi piatti<br />

un contorno<br />

acqua, vino, caffè e dolce <strong>del</strong>la casa<br />

che aspettate quindi,<br />

prenotatevi una bella giornata


Loc. Osteria di Moricone<br />

strada Salaria Km. 29<br />

A pochi chilometri da Roma trovi<br />

una cucina casareccia e un casale <strong>del</strong><br />

1500 che ti aspetta per passare <strong>del</strong>le<br />

bellissime giornate insieme


Cena di Capodanno


FRASCHETTA DA I FRATELLI<br />

FRASCHETTA DA I FRATELLI<br />

FRASCHETTA DA I FRATELLI

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