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La circolare dei bollini - Carte Bollate

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Pregiudizi<br />

migraNTi – Il dossier statistico 2011 della Caritas<br />

Criminalità e stranieri<br />

tra pregiudizi e realtà<br />

L ’associazione<br />

della parola “straniero” a quella di “criminale”<br />

è solo uno slogan da utilizzare per un disegno<br />

politico ben preciso. Il messaggio è incutere la paura<br />

fra gli elettori per sfruttarne l’emotività suscitata da<br />

fatti di cronaca che vengono messi in risalto e far crescere un<br />

sentimento di ostilità nei confronti degli immigrati.<br />

Molti esponenti politici, coloro che dovrebbero essere promotori<br />

e difensori della democrazia, non hanno ancora capito<br />

che la globalizzazione è un processo irreversibile e tentare di<br />

fermarla è solo una illusione reazionaria, questo sia in Italia<br />

sia nel mondo intero.<br />

Non c’è alcuna relazione a priori tra l’immigrazione e la criminalità,<br />

è una opinione molto lontana dalla realtà, che però<br />

testimonia una percezione molto diffusa fra gli italiani.<br />

Quando ci si mette a discutere di questi argomenti si rischia<br />

di essere catalogati o da una parte o dall’altra, innocentisti<br />

o colpevolisti. A essere innocentista si rischia di passare per<br />

“difensore <strong>dei</strong> delinquenti”.<br />

Ciò che si dimentica è la storia italiana, che è storia di migranti,<br />

di discriminazioni e ingiustizie subite, di tragedie, di<br />

nomignoli ed etichettature, ma anche di criminalità nostrana<br />

che concorre con lo Stato nella gestione delle risorse finanziarie<br />

e allunga i suoi tentacoli in tutto il mondo.<br />

Il rapporto statistico 2011 della Caritas/Migrantes ci dice<br />

che negli ultimi 150 anni oltre 30 milioni di italiani sono emigrati<br />

e di questi solamente dieci sono rimpatriati. Passando<br />

ad analizzare i dati disponibili sul rapporto nella sezione<br />

relativa al rapporto tra stranieri e criminalità, vediamo che<br />

i pregiudizi sono infondati. Bisogna premettere che nella<br />

maggior parte <strong>dei</strong> casi l’autore di reati non è noto, in quanto<br />

la denuncia viene sporta verso ignoti. Perciò tutte le analisi<br />

vengono fatte sulle denunce, nelle quali l’autore è noto e sulla<br />

base di questa considerazione si possono fare solamente<br />

delle ipotesi.<br />

Denunce verso autore noto<br />

anno totale italiani stranieri % stranieri<br />

2004 709.614 480.231 229.383 32,33%<br />

2005 751.715 499.699 252.016 33,53%<br />

2007 859.269 556.549 302.270 35,18%<br />

2009 869.132 593.109 276.023 31,76%<br />

2010 866.395 592.447 273.949 31,62%<br />

Analizzando i dati consolidati per gli anni dal 2004 al 2009<br />

dal Dossier statistico Caritas/Migrantes emerge innanzitutto<br />

una forte diminuzione dal 2007 in poi delle denunce<br />

contro gli stranieri, a fronte di un costante e forte aumento<br />

degli immigrati residenti. Emerge inoltre che l’incidenza della<br />

criminalità fra gli stranieri regolari è sostanzialmente agli<br />

stessi livelli di quella italiana.<br />

D’altra parte invece è possibile ipotizzare che i tassi di criminalità<br />

siano più elevati tra gli stranieri irregolari, anche se<br />

12 carte<strong>Bollate</strong><br />

moltissimi di loro vengono denunciati solamente per violazione<br />

della normativa in materia di immigrazione. Gli studiosi<br />

sono concordi nell’affermare che non si può teorizzare una<br />

relazione automatica tra irregolarità e criminalità, e nemmeno<br />

tra immigrazione e delinquenza.<br />

Semmai negli ultimi anni si è sviluppata una maggiore attenzione<br />

allo studio delle cause che possono influire sul livello<br />

di criminalità, prima tra tutte l’instabilità.<br />

L’argomento è trattato in modo esauriente nell’ultimo rapporto<br />

del CNEL Analisi dell’occupazione e della criminalità<br />

per collettività (luglio 2010), oltre che in alcune tesi di<br />

laurea dedicate alla questione. Tali studi adottano modelli<br />

matematici statistici per individuare le relazioni che intercorrono<br />

tra la “variabile dipendente” denominata livello di<br />

criminalità degli immigrati, e le altre “variabili indipendenti”<br />

rappresentate da alcuni indicatori riguardanti le loro caratteristiche<br />

demografiche e il loro inserimento socio-occupazionale.<br />

In sintesi i fattori variabili indipendenti principali sono rappresentati<br />

dall’attrattività territoriale, dall’inserimento sociale<br />

e dall’inserimento occupazionale.<br />

A ogni variabile fanno riferimento una serie di dati riferiti a<br />

situazioni analitiche, fra le quali, l’incidenza sulla residenza,<br />

la densità, la ricettività migratoria, l’accessibilità al mercato<br />

immobiliare, la dispersione scolastica, il differenziale retributivo<br />

in genere, l’appartenenza familiare, l’impiego di mano<br />

d’opera migratoria, il reddito da lavoro dipendente.

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