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Antichi porti del Lazio - Cultura Lazio

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Foto aerea<br />

di Civitavecchia<br />

prima dei bombardamenti<br />

(da<br />

“Immagini di<br />

Civitavecchia”,<br />

1993).<br />

Centumcellae ed il porto di Traiano<br />

Il porto di Centumcellae fu realizzato per<br />

volontà <strong>del</strong>l’imperatore Traiano nei primi<br />

anni <strong>del</strong> ii secolo d.C. Strategicamente<br />

ubicato in una parte <strong>del</strong>la costa tirrenica<br />

fino ad allora povera di approdi, rientrava<br />

in un disegno politico promosso dall’imperatore,<br />

volto a favorire l’approvvigionamento<br />

alimentare di Roma. Oltre alla funzione<br />

commerciale, l’impianto servì anche da<br />

base militare per la flotta imperiale, normalmente<br />

stanziata a Ravenna e a Miseno.<br />

Di eccezionale importanza è la descrizione<br />

dettagliata <strong>del</strong>le fasi di costruzione <strong>del</strong><br />

porto, documentata da una lettera di<br />

Plinio il Giovane che ne fu testimone<br />

oculare, trovandosi in quel preciso periodo<br />

nella residenza di Traiano, prossima al<br />

litorale. Nella lettera <strong>del</strong>lo storico, amico<br />

e consigliere <strong>del</strong>l’imperatore, datata al<br />

106-107 d.C, compare per la prima volta<br />

il nome di Centumcellae, riferito dapprima<br />

alla magnifica villa di Traiano; il<br />

toponimo successivamente definì l’intera<br />

area portuale e la città stessa. Nel 416,<br />

Rutilio Namaziano, descrivendo il suo<br />

viaggio per mare verso la Gallia, parla<br />

<strong>del</strong>l’approdo di Centumcellae, che, grazie<br />

alla sua darsena interna, era in grado di<br />

accogliere le navi in acque perennemente<br />

quiete e, ancora nel vi secolo, lo storico<br />

bizantino Procopio ricorda la città come<br />

grande e popolosa. Nell’854 d.C., a<br />

seguito degli attacchi dei Saraceni, gli<br />

abitanti furono costretti a ritirarsi nell’entroterra<br />

dove fu fondata Leopoli (città di<br />

Leone iv); cessato il pericolo tornarono a<br />

risiedere lungo la costa e il centro urbano<br />

adiacente al porto assunse il nome di<br />

Civitas Vetula, ovvero, Civitavecchia.<br />

A partire dal Rinascimento i pontefici,<br />

consapevoli <strong>del</strong>l’importanza di questo<br />

scalo per la difesa e il rifornimento di<br />

Roma, impegnarono per il restauro e la<br />

ristrutturazione <strong>del</strong>le antiche strutture<br />

ingenti ricchezze e il genio dei più grandi<br />

architetti <strong>del</strong> tempo. L’impianto traianeo<br />

era comunque ben riconoscibile fino alla<br />

seconda guerra mondiale, quando il<br />

porto, per il suo valore strategico, fu quasi<br />

totalmente distrutto dai bombardamenti.<br />

La struttura era costituita da un grande<br />

bacino <strong>del</strong>imitato da due moli convergenti<br />

che si spingevano in mare dalla terra<br />

ferma, nel punto in cui la costa formava<br />

un’insenatura naturale. Alla testata di ciascuna<br />

banchina si trovavano due torri-faro<br />

a pianta circolare, <strong>del</strong>le quali, quella <strong>del</strong><br />

molo sud-orientale, detta “<strong>del</strong> Bicchiere”,<br />

è stata rasa al suolo dai bombardamenti,<br />

mentre quella <strong>del</strong> molo di nord-ovest,

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