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N°31 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015<br />
€ 3,50<br />
N.31 - settembre/ottobre 2015 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />
NUTRIRE<br />
LA VITA<br />
ENERGIA PER IL PIANETA<br />
Il benessere<br />
STILI DI VITA<br />
Le note di Mozart<br />
ALIMENTAZIONE ECOABITARE AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Cemento Verde<br />
Iran, non solo nucleare<br />
Dog Beach
AIAB CALABRIA<br />
Periodico culturale di informazione<br />
sullo sviluppo sostenibile<br />
SOMMARIO<br />
pag. 10<br />
Editoriale<br />
Sostenibilmente<br />
Giorgio Nebbia<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Cemento Verde - Nicola Saluzzi<br />
Polvere di ...latte - Fabrizio Piva<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
L’altopiano di piné e la valle dei mòcheni:<br />
valli parallele, ambienti sub-alpini, destini diversi - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
Dog Beach - Andrea Alessandro Muntoni<br />
ECOABITARE<br />
La casa di Materiavera: L’abitare naturale e sano - Maria Elisabetta Tonali<br />
Gli orti urbani: come richiederli per coltivarli - Filippo Mariani<br />
Iran, non solo nucleare - Marco Cagelli<br />
STILI DI VITA<br />
Carta di Milano - a cura della Redazione<br />
Cerimonia Shu Uemura - Daniela Milano<br />
Il Benessere Biologico:<br />
Un viaggio alla ricerca del benessere interiore ed esteriore - a cura della Redazione<br />
Per un’ecologia della relazione:<br />
la condivisione delle parti di sè e dell’altro - Franco Cirone<br />
Assalti Pittorici - Pittura.In.Movimento - a cura della Redazione<br />
Le note di Mozart in memoria delle vittime della fame nel mondo - Nicola Saluzzi<br />
Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />
Le nostre convenzioni<br />
Ecologia in vetrina<br />
Econews<br />
Biblioteca della sostenibilità<br />
2<br />
3<br />
4<br />
8<br />
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12<br />
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20<br />
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36<br />
40<br />
43<br />
44<br />
46<br />
47<br />
48<br />
pag. 14<br />
pag. 20<br />
pag. 36<br />
Prodotti a base di carne Formaggi Olio d’oliva Vino Agrumi e derivati Liquirizia Patata<br />
Con il contributo di:<br />
Dipartimento 7<br />
Agricoltura e Risorse Agroalimentari<br />
Rinenergy ® Associazione no profit per lo Sviluppo Sostenibile costituita il<br />
5.12.2007 con sede in Milano via Sardegna 57 - www.rinenergy.it<br />
Presidente: Nicoletta Cova<br />
È attiva nei seguenti settori: agricoltura biologica, salvaguardia delle riserve<br />
energetiche, economia del recupero, progettazione ecologica dei prodotti,<br />
nuove tecnologie, utilizzo di nuovi materiali, nuove professioni, benessere.<br />
Rinenergy ® comunica i propri valori attraverso i propri mezzi periodici e<br />
siti internet. Nella ricerca di un nuovo valore sociale una particolare attenzione<br />
è dedicata agli animali d’affezione ed alla loro convivenza con l’uomo nel<br />
contesto urbano.<br />
Scelte e progetti sono avallati dal Comitato Scientifico composto da:<br />
Ing. Silvano Benitti | fonti rinnovabili – efficienza energetica<br />
Prof. Stefano Bocchi | cropping systems Università degli Studi di Milano<br />
Dr. Gianni Cavinato | tecnologia alimentare<br />
Dr. Franco Cirone | medico chirurgo ricercatore<br />
Prof. Marco Dezzi Bardeschi | urbanistica<br />
Ing. Andrea Alessandro Muntoni | ingegneria ambientale<br />
Prof. Giorgio Nebbia | ecologia<br />
Ing. Alberto Pianta | mobilità<br />
Dr. Fabrizio Piva | certificazione<br />
Dr. Rodrigo Rodriquez | imprenditore (Material Connexion Italia)<br />
Dr.ssa Paola Santeramo | agricoltura periurbana<br />
Dr. Dario Sonetti | biodiversità<br />
Dr. Alessandro Spadoni | chimica cosmetologica<br />
Prof. Roberto Spigarolo | UNIMI Facoltà di Agraria<br />
Registro Tribunale di Milano N.60 del 13 Febbraio 2009 - Registro stampa periodica<br />
<strong>Ecoideare</strong><br />
Periodico culturale di informazione sullo sviluppo sostenibile<br />
Direzione, Amministrazione, Redazione<br />
Via Sardegna, 57 20146 Milano - tel. 02 36642800<br />
fax 02 36642803 - info@ecoideare.it - www.ecoideare.it<br />
Direttore editoriale: Nicoletta Cova (n.cova@rinenergy.it)<br />
Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />
Art Direction e impaginazione: Clara Falchi<br />
Copertina: Clara Falchi<br />
Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />
Marketing e Sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />
Pubblicità e iniziative speciali 02 36642800 – 348 7638654<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Mario Allodi, Marco Cagelli, Valentina Castellani, Franco Cirone, Filippo Mariani,<br />
Andrea Marziani, Daniela Milano, Andrea Alessandro Muntoni, Giorgio Nebbia,<br />
Fabrizio Piva, Serenella Sala, Nicola Saluzzi, Maria Elisabetta Tonali.<br />
<strong>Ecoideare</strong> è realizzata in collaborazione con Gaia Animali e Ambiente Onlus<br />
Testata registrata al Tribunale di Milano.<br />
Registro Stampa Periodica n. 60 - 13/02/2009.<br />
Stampa: Verde Smeraldo di Stefano Molinai – Via Fogazzaro,14<br />
21020 Varano Borghi (VA)<br />
Per abbonarsi e per informazioni sul proprio abbonamento:<br />
tel. 02 36642800 - segreteria@ecoideare.it<br />
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€ 40,00 privati<br />
€ 60,00 professionisti e associazioni<br />
€ 150,00 aziende<br />
www.rinenergy.it/soci/servizi<br />
Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Regione Calabria<br />
Cofinanziato Feasr Regolamento (CE) n°1698/2005 Misura 133<br />
ECOIDEARE È AMICA DELL’AMBIENTE. QUESTA TESTATA È STAMPATA CON IL 100% DI ENERGIA PULITA SU CARTA CERTIFICATA FSC<br />
PROVENIENTE DA FORESTE DOVE SONO RISPETTATI DEI RIGOROSI STANDARD AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI.<br />
3
Il Benessere<br />
In questi giorni dobbiamo prendere<br />
atto che la politica dell’Europa<br />
sull’accoglienza dei migranti sta<br />
cambiando. Per troppo tempo l’Italia<br />
è rimasta isolata nel far fronte al<br />
dramma che vede protagonisti milioni<br />
di esseri umani disperati, senza<br />
casa, senza cibo, scappare dalle torture,<br />
dalla guerra e dalla fame, abbandonare<br />
la propria terra e affrontare<br />
un viaggio “di speranza” verso<br />
il Vecchio continente. Per questo ci<br />
piace l’Italia solidale che accoglie<br />
e assiste le persone che fuggono<br />
dall’inferno. Pur con i limiti economici<br />
e organizzativi, e i ritardi e le<br />
carenze della politica (non possiamo<br />
accettare la gestione delinquenziale<br />
e strumentale del problema), la solidarietà<br />
umana è prevalsa alla logica<br />
del rifiuto dello straniero, che può<br />
decretare la morte delle persone. Il<br />
rifiuto è un pregiudizio culturale del<br />
nostro tempo, perché a leggere la<br />
storia, la nostra è la fusione di culture<br />
diverse, l’Italia in particolare per<br />
la sua posizione geografica. Fino al<br />
secolo passato, che ha visto in periodo<br />
di pace, tra gli altri, milioni di italiani<br />
che dal Sud hanno cercato lavoro<br />
al Nord dell’Italia e dell’Europa, e<br />
in altri continenti.<br />
È incomprensibile e inaccettabile<br />
che alcuni Paesi che oggi fanno parte<br />
dell’Unione Europea, abbiano chiuso<br />
le frontiere addirittura costruendo<br />
muri e filo spinato. Assistiamo ad un<br />
esodo biblico che segna la storia di<br />
questo secolo. E purtroppo contiamo<br />
anche i morti, in migliaia, che si aggiungono<br />
ai milioni che nel mondo<br />
hanno il destino segnato dalla denutrizione.<br />
Questo è il contesto storico<br />
in cui viviamo e su cui dobbiamo<br />
riflettere per interrogare la nostra<br />
coscienza.<strong>Ecoideare</strong> esce in periodo<br />
ricco di eventi che ci vede interpreti.<br />
Aderiamo, sosteniamo e partecipiamo<br />
al concerto del 16 ottobre a<br />
Milano, che commemora le vittime<br />
della guerra e della fame, sulle note<br />
«Siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi<br />
segnali di luce che si scambiano i pini sulle<br />
montagne e le stelle nelle galassie.»<br />
Carlo Rovelli<br />
Editoriale<br />
del Requiem di Mozart, di cui si parla<br />
nelle prossime pagine. <strong>Ecoideare</strong><br />
è media partner de “Il Benessere<br />
Biologico”, una manifestazione alla<br />
prima edizione e sarà in distribuzione<br />
all’incontro del 27 ottobre “Cemento<br />
Verde”, organizzato da Rinenergy,<br />
che propone un confronto tra<br />
esperti e amministratori locali per<br />
un miglior rapporto uomo-ambiente<br />
attraverso la pratica di coltivare orti<br />
urbani.<br />
È, infatti, un dato inconfutabile che<br />
il benessere dell’uomo passa, in senso<br />
ampio, anche dal benessere dello<br />
spazio che ci circonda. Ce lo ricorda<br />
Giorgio Nebbia nel suo articolo Il<br />
Verde Urbano, che invita tutti, istituzioni<br />
e cittadini, a rispettare, curare<br />
e ampliare i giardini e le piante, in<br />
quanto essenziali per la nostra esistenza<br />
oltre che essere di arredo e di<br />
piacere alla vista.<br />
Segnaliamo infine le pagine dedicate<br />
a La Carta di Milano, documento<br />
propositivo che sarà l’eredità di<br />
Expo Milano 2015 che ci richiama<br />
ad una maggiore responsabilità individuale.<br />
Buona lettura!<br />
Edgar Meyer<br />
Sostenibilmente<br />
a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />
Serenella Sala<br />
Dottore di ricerca in ecologia<br />
applicata, è ricercatore<br />
nell’ambito della scienza della<br />
sostenibilità.<br />
LA SHARING ECONOMY AIUTA DAVVERO<br />
L’AMBIENTE?<br />
Che cos’è la sharing economy?<br />
Si tratta di un sistema economico<br />
basato sulla condivisione.<br />
Significa che invece che acquistare<br />
beni o servizi singolarmente, si<br />
sceglie di condividerne la proprietà, o in<br />
alcuni casi solamente l’utilizzo, con altre<br />
persone. Obiettivo finale di questo sistema<br />
è ottenere gli stessi benefici dell’acquisto<br />
singolo, ma con una maggiore efficienza<br />
(dell’uso delle risorse naturali, dell’utilizzo<br />
dei propri soldi e del proprio tempo,<br />
ecc).<br />
Secondo una ricerca realizzata da Duepuntozero<br />
DOXA e presentata a Sharitaly,<br />
l’evento organizzato da collaboriamo.org<br />
lo scorso nel dicembre 2014, il<br />
13% della popolazione in Italia ha preso<br />
parte almeno una volta all’economia della<br />
condivisione.<br />
Dal 2011 ad oggi i numeri sono più che triplicati,<br />
in particolare nell’ambito dei trasporti,<br />
delle energie, dell’alimentazione e<br />
del design. Chi partecipa alla sharing economy<br />
indica il risparmio come principale<br />
vantaggio ottenibile grazie a questa scelta,<br />
seguito dal minore impatto ambientale,<br />
dalla flessibilità dello stile di vita, dalla<br />
maggiore praticità, e da un più facile accesso<br />
a beni e servizi. Per quanto riguarda<br />
i benefici immateriali, gli intervistati hanno<br />
indicato l’appartenenza a una comunità,<br />
la maggiore responsabilità, e infine, la<br />
partecipazione. In effetti, oltre a garantire<br />
un risparmio economico, l’economia della<br />
condivisione risponde ai principi dell’economia<br />
circolare, mirati alla riduzione<br />
dell’uso di risorse e ad una migliore efficienza<br />
nell’uso dei beni che produciamo.<br />
Tuttavia, come possiamo misurare il<br />
contributo al raggiungimento di questo<br />
obiettivo?<br />
È molto difficile valutare gli effetti dell’utilizzo<br />
in condivisione di beni e servizi. Ad<br />
esempio, l’uso dei sistemi di car sharing<br />
può permettere ad una famiglia di rinunciare<br />
alla seconda auto, riducendo il numero<br />
di autovetture private in circolazione.<br />
Ma siamo sicuri che allo stesso tempo<br />
il fatto di avere a disposizione un servizio<br />
che, per un costo minore rispetto a quello<br />
del possesso di un’auto propria, ci garantisce<br />
lo stesso servizio dei mezzi pubblici<br />
ma con maggiore confort non spinga alcune<br />
persone ad utilizzare l’auto (seppure in<br />
condivisione) al posto dei mezzi pubblici?<br />
E, in questo caso, come facciamo a valutare<br />
se l’impatto ambientale complessivo è<br />
diminuito o aumentato rispetto al passato?<br />
Dottore di ricerca in scienze<br />
ambientali, è ricercatore<br />
nell’ambito della scienza della<br />
sostenibilità.<br />
Per rispondere a questa domanda, applicabile<br />
non solo al settore della mobilità,<br />
ma anche ad altre innovazioni nell’ambito<br />
della condivisione (ad es. il possibile<br />
aumento del numero di voli per turismo,<br />
grazie al risparmio sull’affitto degli appartamenti),<br />
sono stati realizzati numerosi<br />
studi mirati ad una quantificazione dei<br />
vantaggi ambientali che includa anche<br />
eventuali “rebound effects”, ovvero effetti<br />
secondari generati dai benefici, soprattutto<br />
economici, derivanti da questa modalità di<br />
scambio.<br />
I risultati di questi studi dimostrano che<br />
in alcuni casi le innovazioni garantiscono<br />
effettivamente un miglioramento, mentre<br />
in altri c’è addirittura il rischio di un peggioramento<br />
rispetto alla situazione precedente.<br />
Per questo motivo, come sempre,<br />
se vogliamo fare delle scelte davvero sostenibili,<br />
è molto importante analizzare le<br />
situazioni con una prospettiva più ampia<br />
e cercare di informarsi il più possibile per<br />
poter fare la scelta migliore. ■<br />
Serenella Sala e<br />
Valentina Castellani<br />
Valentina Castellani<br />
5
Giorgio Nebbia<br />
Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />
uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />
Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo<br />
nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico,<br />
dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />
IL VERDE<br />
URBANO<br />
L’attitudine di una società verso il verde è un indicatore<br />
di molte cose importanti. Se ci si guarda intorno si vedono<br />
molte persone eccellenti che senza dubbio amano<br />
il verde; le loro case sono abbellite di piante curate e<br />
costose; nelle riunioni di condominio accettano rilevanti spese<br />
per abbellire il cortile con alberi esotici. Il loro comportamento<br />
cambia completamente nei confronti del verde pubblico, degli<br />
ultimi alberelli rimasti nelle nostre strade, degli ultimi pezzi di<br />
campagna rimasti intrappolati fra le case. Il poco verde residuo<br />
viene spazzato via senza rimorsi per far posto a strade, nuovi<br />
edifici, parcheggi di asfalto, i veri segni del “progresso”!<br />
La crisi del verde urbano in molte grandi città nasce da questa<br />
doppia attitudine, di rispettosa cura per il verde privato, strano<br />
e costoso, e di totale disprezzo per il verde collettivo. Eppure il<br />
verde urbano non è una cosa inutile, un arredo superfluo.<br />
Un grande igienista del passato, Vincenzo De Giaxa, scriveva<br />
all’inizio del Novecento: “Con il destinare una parte della superficie<br />
stradale a giardino o ad aiuole, precedenti le case che<br />
prospettano sui due lati delle vie, con l’alberare queste e con<br />
il situarvi strisce di giardini, indi con le piazze-giardino e con<br />
i vari giardini e parchi pubblici, si crea il verde sanitario della<br />
città, cui oggi si ascrive il meritato interesse dell’igiene urbana<br />
e anche dell’estetica”.<br />
GIORGIO NEBBIA<br />
Ogni città dovrebbe perciò avere, chiedere, rispettare, aumentare<br />
il verde nelle strade, in qualsiasi spazio accessibile<br />
al pubblico, in qualsiasi ritaglio di spazio privato, intorno agli<br />
uffici e alle fabbriche. Il verde è, infatti, il principale depuratore<br />
dell’aria: attraverso il processo fotosintetico qualsiasi pianta<br />
verde è capace di eliminare dall’atmosfera l’anidride carbonica<br />
che vi viene immessa da tutti i fenomeni di combustione, dagli<br />
impianti di riscaldamento alle automobili, alle industrie.<br />
La fotosintesi consiste, infatti, proprio nella capacità delle<br />
piante di far combinare insieme, con l’energia fornita dal Sole,<br />
l’anidride carbonica e l’acqua “fabbricando” nelle foglie nuove<br />
sostanze organiche. La forza vitale delle piante è straordinaria;<br />
anche nelle condizioni più ostili le piante sono capaci di<br />
crescere traendo le sostanze nutritive anche dai piccoli depositi<br />
di polvere e di terra che si infiltrano negli angoli delle strade,<br />
fra i mattoni o le pietre. Oltre all’anidride carbonica le piante<br />
sono capaci di trattenere molte altre sostanze nocive presenti<br />
allo stato di gas, ma soprattutto di polveri, nell’atmosfera. Una<br />
ricerca sull’ecosistema urbano di Roma, condotta molti anni fa,<br />
ha mostrato che le foglie delle piante dei viali avevano trattenuto<br />
una parte del piombo e degli altri metalli immessi nell’aria<br />
dall’inquinamento fissandoli nelle foglie e riducendo così<br />
le polveri nocive assorbite dai polmoni degli esseri umani che<br />
vivono nella città.<br />
John Evelyn, uno studioso vissuto in Inghilterra nel 1600, propose<br />
di diminuire l’inquinamento di Londra dovuto al carbone,<br />
che già allora si usava in abbondanza, circondando la città di<br />
una cintura di alberi d’alto fusto capaci di filtrare i fumi puzzolenti,<br />
dimostrando di aver ben compreso la capacità disinquinante<br />
della vegetazione. Altrettanto importante è il fatto che il<br />
verde urbano, nel suo processo vitale, libera anche continuamente<br />
ossigeno, il gas essenziale per la vita che è consumato<br />
durante la combustione della benzina, del gasolio, del metano<br />
nei mezzi di trasporto e negli impianti di riscaldamento. In una<br />
zona ricca di Sole come l’Italia le piante spontanee - lecci, olivi,<br />
pini, carrubi - sono sempreverdi e perciò in grado di svolgere<br />
durante tutto l’anno la loro funzione di depurazione e riossigenazione<br />
dell’atmosfera. Queste sono le piante che, in armonia<br />
6<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
7
col paesaggio naturale, dovrebbero essere diffuse e gelosamente<br />
protette nelle nostre città insieme ad altre piante spontanee come<br />
le robinie e le ginestre, tipiche delle zone aride, ricche di foglie<br />
e bellissime. Di robinie, per esempio, sono ornati molti viali e<br />
molte strade di Roma, con un effetto molto gradevole. Alle virtù<br />
delle piante nella città va aggiunta la proprietà di dare ombra, un<br />
bene particolarmente prezioso d’estate nei paesi caldi, di filtrare<br />
e attutire il rumore, e infine<br />
di fornire bellezza, una cosa così<br />
preziosa e rara, che spesso si manifesta,<br />
quasi a sorpresa, nei posti<br />
più impensati, sui muri delle case<br />
invasi da rampicanti, nell’angolo<br />
di un cortile. Tutte virtù salutari<br />
particolarmente importanti per gli<br />
strati più deboli della popolazione<br />
urbana, quelli dotati di minore<br />
mobilità, i bambini, i ragazzi, gli<br />
anziani. I metri quadrati di verde<br />
urbano disponibili per ciascun<br />
abitante in una città sono una misura<br />
anche del modo in cui la città<br />
è sorta, è cresciuta, viene rispettata.<br />
La crescita disordinata della<br />
città nel dopoguerra ha spazzato<br />
via ogni spazio che non avesse<br />
valore monetario; i giardini sono<br />
diventati parcheggi o garage,<br />
ogni superficie occupata da verde<br />
“inutile” è stata edificata; perfino<br />
i pochi alberelli che affiancavano<br />
alcune strade sono stati soffocati<br />
nell’asfalto e poi gradualmente<br />
sradicati per far posto alle automobili<br />
in sosta.<br />
Il mito delle città di cemento e<br />
asfalto, piene di luccicanti automobili, è stato creato non certo<br />
nell’interesse degli abitanti, ma per ricavare il massimo profitto<br />
da ogni metro quadrato di spazio. Che cosa conta se i bambini<br />
devono giocare a pallone in mezzo alle pietre, se le mamme<br />
devono scavalcare le automobili in sosta sui marciapiedi per far<br />
passare le carrozzine con i figli? La distruzione del verde è un<br />
altro aspetto della violenza urbana, per cui la città stessa alla<br />
fine si rivolta contro i suoi abitanti, impedendo la circolazione<br />
dei mezzi di trasporto, diventando quasi inaccessibile.<br />
La violenza dei ragazzi che strappano la borsetta alle signore o<br />
che forzano le macchine in sosta è del tutto simile a quella che<br />
è stata esercitata quando è stata tollerata la crescita di un orribile<br />
agglomerato di case senza luce e senza verde, senza spazi<br />
per giocare, per incontrarsi, per camminare: i marciapiedi, come<br />
dice il nome, dovrebbero essere fatti per chi va a piedi, non per<br />
le automobili in sosta. La battaglia per il verde è quindi una battaglia<br />
per ottenere che la collettività<br />
ridiventi padrona degli spazi<br />
in cui stare insieme, dell’aria non<br />
inquinata, del diritto al silenzio.<br />
Ricordo che molti anni fa, quando<br />
si celebrava ogni anno la giornata<br />
dell’ecologia nelle scuole, ho<br />
partecipato con i ragazzi di una<br />
Scuola media alla messa a dimora<br />
di alcune pianticelle in un<br />
cortile: i ragazzi erano pieni di<br />
entusiasmo, speravano di vedere<br />
crescere, insieme a loro, i virgulti<br />
trasformati in alberi. Ho poi saputo<br />
che dei passanti, per disprezzo<br />
e stupidità, avevano strappato le<br />
pianticine, vanificando un piccolo<br />
ma importante atto di fiducia<br />
nel futuro, nella natura, nella vita.<br />
Questo episodio di violenza mi<br />
viene alla mente ogni volta che<br />
vedo il comportamento di tante<br />
persone verso il verde pubblico,<br />
quasi una forma di odio e di disprezzo:<br />
eppure, come ricorda<br />
Alfieri nella “Vita”, anche noi<br />
affondiamo le radici in un mondo<br />
naturale dalla cui integrità dipende<br />
la nostra stessa salute. L’odio<br />
per il verde è come odio verso noi stessi.<br />
Cerchiamo di ritrovare i valori da cui dipende la nostra sopravvivenza,<br />
cerchiamo di ristabilire un nuovo rapporto di amicizia<br />
con la natura, col verde, con gli altri abitanti della città. Chiediamo<br />
agli amministratori di ampliare gli spazi verdi con prati e alberi<br />
spontanei del nostro paese; chiediamo ai nostri concittadini,<br />
nelle scuole, nelle parrocchie, nei posti di lavoro, nei partiti, di<br />
rispettare il verde in quanto bene di tutti. ■<br />
CEMENTO<br />
L'ORTO URBANO<br />
PARADIGMA DELLA MODERNITÀ POST INDUSTRIALE<br />
PROPOSTE FU ORI EXPO PER NUTRIRE LA VITA<br />
A confronto:<br />
Gianni Cavinato: Tecnologo Alimentare, Presidente ACU<br />
"entrare in relazione con la natura all'interno di un orto significa entrare in relazione con noi stessi"<br />
Paola Santeramo: Presidente ISTVAP<br />
"utilizzare il verde esistente o trasformare il non esistente"<br />
Franco Cirone: Medico e Psicoterapeuta<br />
"dalle nostre pratiche noi decidiamo il nostro modo di essere nel mondo"<br />
con Amministratori Locali<br />
modera Nicola Saluzzi<br />
VERDE<br />
Politiche per il benessere dei cittadini, dell'ambiente, del paesaggio<br />
Esperienza, progetti, impegni per il futuro sostenibile<br />
MARTEDÌ 27 OTTOBRE 2015 - ORE 18:00 - 21:00<br />
EXPOINCITTÀ LOUNGE (EX SPAZIO COBIANCHI)<br />
MILANO, P.ZA DUOMO 19/A<br />
INGRESSO GALLERIA VITTORIO EMANUELE<br />
Evento Certificato da<br />
8<br />
ecoIDEARE - Luglio / Agosto 2015<br />
tel. 02 36642800 - info@rinenergy.it - www.rinenergy.it
CEMENTO<br />
VERDE<br />
ALIMENTAZIONE<br />
INCONTRO RINENERGY<br />
FUORI EXPO<br />
di Nicola Saluzzi<br />
CEMENTO VERDE<br />
martedì 27 ottobre - ore 18:00 - 21:00<br />
Expoincittà Lounge (ex Cobianchi)<br />
Milano, P.za Duomo 19/a<br />
ingresso Galleria Vittorio Emanuele<br />
Richiesta prenotazione:<br />
email: segreteria@rinenergy.it<br />
Infoline 0236642800<br />
Se da una parte la conoscenza scientifica e le nuove tecnologie<br />
segnano uno stadio avanzato del progresso e di<br />
benessere, dall’altra le stesse sono corresponsabili del<br />
rapporto compromesso uomo-natura, perché costituiscono<br />
il fattore di accelerazione della formazione del mercato<br />
unico “globale”.<br />
Gli eventi che fino a pochi anni fa ci venivano riportati come fenomeni<br />
naturali, oggi si spiegano come la conseguenza di interventi<br />
umani, dettati da convenienze economiche e da giochi<br />
di potere che interferiscono con il naturale assetto dei territori.<br />
Difficile classificare la gravità degli interventi umani-fenomeni<br />
(in)naturali, perché ciascuno concorre ai cambiamenti climatici<br />
che minacciano irreversibilmente la salute della Terra, che negli<br />
ultimi 50 anni ha subito un’accelerazione senza precedenti<br />
anche a causa dell’industrializzazione dell’agricoltura (uso<br />
massiccio della chimica, deforestazione, sperpero e inquinamento<br />
dell’acqua).<br />
Solo per semplificare porto due esempi che naturalmente non<br />
esauriscono l’elenco, ma danno l’idea della diversità dei disastri<br />
perpretati a danno dell’unica “Casa comune” (espressione<br />
recentemente usata dal Papa): la cementificazione degli alvei<br />
dei fiumi in ambito nazionale o locale, e la costruzione di siti<br />
nucleari disposti secondo una logica di nuovi assetti geopolitici<br />
(e quindi militari) di importanza planetaria. Con uno scenario<br />
così distruttivo dobbiamo trovare il coraggio a non rassegnarci<br />
e arginare per quanto possibile il declino, consapevoli che il<br />
primo passo per un cambiamento è dentro ciascuno di noi. Con<br />
la conoscenza e l’agire attraverso le buone pratiche possiamo<br />
ridisegnare nuovi modelli economici che rimettano al centro i<br />
bisogni dell’uomo in armonia con la natura, oggi depredata.<br />
Nell’ultimo numero di <strong>Ecoideare</strong>, a margine delle riflessioni<br />
sull’andamento di Expo, abbiamo riportato la sintesi degli interventi<br />
che abbiamo ascoltato all’incontro organizzato da Rinenergy<br />
alla fine di maggio. Nonostante il clima politico, sociale<br />
ed economico si presenti sempre più deprimente, abbiamo registrato<br />
in quelle parole di saggezza, una prospettiva di speranza.<br />
Abbiamo così deciso di approfondire i concetti e sottoporre le<br />
proposte avanzate dagli esperti coinvolgendo nuovi attori e allargando<br />
il pubblico.<br />
“L’orto urbano è il nuovo paradigma della modernità industriale”,<br />
ci ha detto Gianni Cavinato. Ci pare un tentativo di offrire,<br />
anzi, di costruire, una prospettiva che ha una sua concreta applicazione;<br />
è anche una metafora efficace perché sta dentro il<br />
concetto di benessere per “nutrire la vita” in funzione spirituale,<br />
che ribalta quella del cibo come nutrimento chimico-fisico.<br />
Prendere cura della porzione di terra da coltivare per averne benefici<br />
materiali e spirituali, prendere cura di se stessi attraverso<br />
un nuovo (ritrovato) rapporto con la natura dentro (o appena<br />
fuori) i confini della città, significa anche solidarietà e spirito<br />
di comunità. La comunità del borgo rurale da cui proviene la<br />
maggior parte delle famiglie italiane prima della massiccia urbanizzazione,<br />
oggi può essere comunità di quartiere, dove i cittadini<br />
“cementano” le relazioni mentre frequentano, coltivano e<br />
ammirano l’orto che curano, di cui godranno anche i frutti.<br />
“Cemento verde” abbiamo intitolato il prossimo incontro Fuori<br />
Expo che vedrà anche la partecipazione di amministratori locali<br />
che fanno parte della nuova Città metropolitana (e non solo)<br />
dove l’agricoltura periurbana è già una realtà.<br />
Ma la sfida è più grande. E Rinenergy l’ha raccolta! ■<br />
10 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
11
POLVERE<br />
ALIMENTAZIONE<br />
DI<br />
…LATTE<br />
di Fabrizio Piva<br />
Il tema merita un po’ di chiarezza perché i diritti in gioco sono<br />
molti, quelli dei produttori di latte, quelli che producono i formaggi<br />
ed i cittadini che in questo caso acquistano i prodotti e<br />
desiderano essere informati correttamente. In Italia esiste una<br />
Legge, la n.138 dell’11 aprile 1974, che vieta la detenzione, la<br />
vendita e il commercio di latte alimentare diretto o destinato alla<br />
produzione di formaggi e prodotti caseari che contengano latte in<br />
polvere o altri latti conservati con qualunque trattamento chimico<br />
o comunque concentrati.<br />
Questo implica che i consumatori italiani non consumino prodotti<br />
che contengano il latte in polvere?<br />
Assolutamente no perchè l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’UE<br />
e nell’UE questo divieto non c’è e per la libera circolazione delle<br />
merci i produttori di formaggio possono acquistare semilavorati<br />
provenienti da altri paesi dell’UE che contengono polvere di latte<br />
così come i distributori possono acquistare formaggi e yogurth che<br />
contengono polvere di latte e tranquillamente venderli nel mercato<br />
italiano. Già da queste prime righe possiamo notare come non<br />
vengano rispettati i diritti dei produttori di formaggio, che non<br />
godono di una competizione leale con i loro omologhi europei, e<br />
quelli dei consumatori in quanto non vi è l’obbligo di indicare in<br />
etichetta che questi prodotti sono stati ottenuti con l’aggiunta di<br />
latte in polvere. Su questa tematica la Commissione UE ha chiesto<br />
all’Italia di intervenire sulla legge del 1974, togliendo di fatto il<br />
divieto all’utilizzo del latte in polvere, avviando una procedura di<br />
infrazione a cui il nostro paese deve dare risposta entro il prossimo<br />
29 settembre 2015. La Commissione ritiene che il comportamento<br />
dell’Italia leda il principio della libera circolazione delle merci,<br />
e su questo non vi è alcun dubbio, così come non ha imposto<br />
l’utilizzo del latte in polvere nei prodotti caseari e tanto meno nei<br />
formaggi tipici, i cui disciplinari di produzione prevedono il solo<br />
ricorso al latte fresco alimentare. Sul piano più strettamente tecnico<br />
il latte in polvere non è certo dannoso alla salute, basti pensare<br />
ai latti in polvere usati per i bambini, se ne usano percentuali<br />
molto limitate per aggiustare il livello di grassi e proteine nella<br />
produzioni di formaggi, yogurth, creme di latte e semilavorati<br />
usati in pasticceria e gelateria. Se pensassimo a produrre un formaggio<br />
con solo latte in polvere ne avremo una massa informe, di<br />
colore scuro e certamente non apprezzabile dal mercato. Il latte in<br />
polvere subisce un processo di “sprayzzazione” con eliminazione<br />
dell’acqua e mantenimento del potere nutritivo originario salvo<br />
la denaturazione di alcune vitamine e proteine conseguentemente<br />
al processo termico ma non certo acquista connotati negativi nei<br />
confronti degli aspetti igienico sanitari. Sicuramente consente di<br />
ridurre i costi di trasporto e di rendere maggiormente competitiva<br />
la produzione del latte, oggi in taluni momenti minata da prezzi<br />
poco remunerativi. Già oggi molti produttori importano semilavorati,<br />
pronti all’uso, che contengono latte in polvere aggirando il<br />
divieto della legge n. 138 ma dovendo sopportare costi più elevati<br />
e scaricandoli sul consumatore.<br />
La tematica ci porta a riflettere sull’elevata concorrenza che la<br />
rimozione di tale divieto comporterebbe per gli allevatori. Se l’industria<br />
alimentare potesse ricorrere al latte in polvere, facilmente<br />
trasportabile su lunghe percorrenze, vi sarebbe una maggiore<br />
pressione sul prezzo del latte alla stalla, già oggi su livelli intorno<br />
ai 30 centesimi al litro. D’altro canto, però, vi sono allevatori italiani<br />
che producono per realtà che utilizzano il latte in polvere e<br />
che spuntano prezzi superiori al latte fresco alimentare. Anche in<br />
questo caso occorre organizzare la filiera affinchè il latte in polvere<br />
sia equivalente a quello eventualmente di importazione.<br />
Il tema vero, poi, è quello dell’informazione al consumatore in<br />
quanto l’UE non obbliga il produttore ad indicare la presenza del<br />
latte in polvere sui prodotti che lo possono contenere. Questo non<br />
è ammissibile e occorre porre il consumatore nelle condizioni di<br />
poter scegliere senza nascondere nulla e riportare la “battaglia”<br />
del latte in polvere sui binari dell’economicità e dell’appartenenza<br />
ad un mercato unico e non tanto sventolando le bandiere delle<br />
“paure igienico-sanitarie” o, mentendo, che le nostre eccellenza<br />
casearie potranno contenere polvere di latte; questi ultimi sono<br />
regolati da disciplinari che non prevedono il ricorso alla polvere<br />
di latte. ■<br />
12<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
13
L’ALTOPIANO DI PINÈ E<br />
LA VALLE DEI MÒCHENI:<br />
VALLI PARALLELE,<br />
AMBIENTI SUB-ALPINI,<br />
DESTINI DIVERSI.<br />
di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
I<br />
l nostro percorso parte dalla Valsugana, dall’abitato di Pergine.<br />
Da lì, seguendo il torrente Fersina si percorre la valle<br />
dei Mòcheni. Un incipit con dolci pendenze si trasforma in<br />
salita repentina, portandoci ad altra quota. La strada sale poi<br />
con morbidezza per raggiungere le parti più rinserrate della valle.<br />
Colpiscono subito le coltivazioni, particolarmente ricorrenti<br />
quelle di frutti minori, versione attualizzata di una vocazione<br />
agricola mai sopita tra il gruppo di coloni stabili fin dal ‘400.<br />
Traiettoria evolutiva di un luogo che ha attraversato anche lo<br />
sfruttamento dei ricchi giacimenti minerali di ferro, rame ed<br />
argento per poi ritornare nobilmente agricolo, proprio attraverso<br />
la coltivazione del frutto minore, scoprendosi in questo<br />
settore distretto produttivo di rilevanza globale. Le coltivazioni<br />
segnano linearità e disegni con passo costante in cui anche gli<br />
elementi verticali, i tutori, generano piccoli volumi con ritmi<br />
disciplinati ed una geometria suasiva del rapporto equilibrato<br />
delle genti con il territorio.<br />
I paesi mòcheni sono adagiati su entrambi i versanti della valle,<br />
orientata dal suo fiume su un’asse sud-ovest/nord-est. Canalone<br />
accompagnato costantemente dal corso d’acqua che l’ha generato,<br />
il luogo ha una caratteristica singolare: è una valle trentina<br />
abitata storicamente da una comunità tedesca – i Mòcheni<br />
- che ha mantenuto inalterate nel tempo le proprie tradizioni.<br />
L’origine germanica è racchiusa in ogni toponimo, così come<br />
in lingua tedesca sono declinati i patronimici che indicano le<br />
case delle famiglie, destando lo stupore del visitatore. La storia<br />
di questa popolazione, i cui antenati attraversavano questi<br />
luoghi su mandato dei loro regnanti, allo scopo di procurarsi<br />
prodotti e approvvigionamenti agricoli, ha come peculiarità<br />
l’autosufficienza; è per questa attitudine che, dal momento in<br />
cui i Mòcheni vi si sono stabiliti, sono stati ridotti al minimo<br />
nel corso della storia i contatti con l’esterno. In pieno inverno i<br />
colori delle terre e dei gialli dominano le inquadrature fino ad<br />
intercettare le aree boscate dove sono massicciamente presenti<br />
le aghifoglie. La lingua e la tradizione mòchene non sono l’unica<br />
presenza esogena radicatasi in questa parte del territorio sospesa<br />
tra Veneto e Trentino. Vi è anche traccia, anche se ormai<br />
effimera della lingua Cimbra, parlata dai Cimbri, popolazione<br />
di matrice nord europea migrata a sud est, che in queste terre ha<br />
vissuto quasi 5 secoli di prosperità, fino a declinare alla metà<br />
del ‘900 nella quasi estinzione in comunità pulviscolari distribuite<br />
tra le provincie di Vicenza, Verona e Trento. Un destino<br />
diverso da quello della lingua mòchena, legata ad un comunità<br />
rinsaldata nello stretto alveo delle valle chiusa in cui si stabilirono<br />
originariamente. A tracciare il carattere del luogo, uno dei<br />
piatti più importanti, frutto del clima di questo territorio, è il<br />
raviolo mòcheno (Rufioi); pasta casereccia ripiena di verdure<br />
che chiariscono più d’ogni parola le qualità atmosferiche del<br />
luogo: verze, porri e verdure a spalleggiarsi per intessere una<br />
trama di profumi e sapori che evocano refoli di vento lontano,<br />
con un sentore di cannella e pepe.<br />
Il percorso nella valle può essere affrontato anche attraverso<br />
una via ciclabile, appassionatamente denominata “il sentiero dei<br />
piccoli frutti, quando la via del gusto è un sentiero”, che permette<br />
ancor di più che in automobile, di intercettare i profumi della<br />
natura e di guardare alcuni scorci di paesaggio a velocità lenta.<br />
La valle culmina nella località di Palù del Fersina, la più elevata,<br />
dov’è presente l’Istituto Culturale Mòcheno che ha lo scopo di<br />
preservare e valorizzare la cultura e il patrimonio degli abitanti<br />
di tradizione Mochena. Morbido e suasivo è uno dei dolci tipici<br />
della zona, gli Straboi , presente con denominazioni assonanti<br />
(strauben) nelle aree fino al sud-tirolo. Un dolce generato dalla<br />
trasformazione di una pastella fluida che, versata attraverso il<br />
collo di un imbuto forma una sinuosa serpentina che solidifica<br />
nell’olio bollente. Di un invitante giallo-oro viene servita spolverata<br />
di zucchero e contrastata con l’asprezza di una composta<br />
di mirtillo rosso. La valle può essere ripercorsa anche dal versante<br />
opposto perché la strada “ritorna” su se stessa dopo aver<br />
attraversato il fiume. I colpi d’occhio cambiano completamente<br />
a seconda delle luci del giorno e questo versante è sempre più<br />
freddo ed innevato perché peggio esposto ai raggi del sole. In<br />
alternativa si suggerisce invece di prendere la carrozzabile per<br />
Bedollo attraversando il passo di Redebus.<br />
Si sale ulteriormente di quota fino a quasi 1500 m s.l.m. con paesaggi<br />
le cui presenze dominanti sono di larici e abeti. Dall’abitato<br />
di Bedollo si gode un’infilata valliva straordinaria, sequenze<br />
di corsi d’acqua e piccoli laghi ghiacciati, con abitati garbati<br />
che si affacciano sulle rive, con radici ben piantate nel terreno e<br />
nella roccia. I formaggi locali, sia di capra che di latte vaccino<br />
portano con sé gli odori del fieno, dei prati primaverili, dei profumi<br />
delle erbe roride, che lo stesso animale ha respirato prima<br />
e durante la produzione del latte. Una mirabile esemplificazione<br />
di questo insieme è rappresentato dal termine francese terroir,<br />
coniato per condensare il sedimento culturale della lavorazione<br />
operata dall’uomo, le peculiarità climatiche del luogo, le caratteristiche<br />
dell’aria, dell’acqua e del suolo che all’unisono,<br />
determinano i prodotti espressione di quella specifica realtà. La<br />
discesa è repentina e si scende nell’altopiano di Pinè. Anche in<br />
questa zona fin dal 1400 i coloni tedeschi giunsero per rendere<br />
agricole le pendici dei monti che determinavano la valle. La<br />
colonia ha mantenuto per molti secoli le tradizioni e la lingua<br />
fino ad essere integrata ed assorbita dalla popolazione locale. I<br />
laghi ghiacciati formano una distesa bianco-grigia in cui i timidi<br />
raggi del sole si riflettono, e solo pochi uccelli si avventurano<br />
sulla lastra sottile. Questo vasto tavolato pianeggiante è un invaso<br />
incantevole cinto da monti che sembrano “vestirsi” nelle<br />
loro sommità da boschi mentre il resto della falda è coltivato<br />
finemente dall’uomo. Tutta l’area è circondata negli scenari più<br />
elevati dalle dolomiti del Lagorai. La discesa riprende e quando<br />
la valle si riapre si scorgono sulla destra le grandi cave del porfido<br />
di Albiano, enormi ferite lapidee, montagne violentate per<br />
soddisfare pavimentazioni delle aree pedonali di molte città. ■<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
14<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
15
DOG<br />
BEACH<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
di Andrea Alessandro Muntoni<br />
Il termine BENESSERE è giustamente associato agli aspetti<br />
fisici e psichici e, con tale accezione, può essere ricompreso<br />
anche il RAPPORTO UOMO – ANIMALE e i suoi effetti sulla<br />
salute fisica e psichica dell’uno e dell’altro. Quest’articolo<br />
tenta di dare una risposa sul piano ingegneristico ad un aspetto<br />
legato al rapporto uomo – animale con riferimento al cane. In<br />
particolare ci si interroga sull’opportunità e sulla valenza nonché<br />
sulle criticità – risolvibili adottando opportuni criteri e regolamenti<br />
– legate al delicato rapporto fra l’uomo e il cane sia<br />
quando esso è di tipo personale consenziente (padrone – animale<br />
d’affetto e da compagnia) che sociale e collettivo (comunità di<br />
persone – animale tout court); saranno, parimenti, analizzati alcuni<br />
riflessi che l’uso di aree specificatamente allestite per i cani<br />
possono avere sul piano ambientale.<br />
Generalità sulle aree specialmente allestite per cani<br />
Molti Comuni costieri della Penisola e delle Isole maggiori<br />
(Sardegna, Sicilia) stanno provvedendo al riordino del litorale<br />
e alla revisione, modifica e integrazione del proprio Piano<br />
di Utilizzo del Litorale (PUL) secondo le Linee Guida emanate<br />
dalle Regioni (ordinarie o a statuto speciale) in ottemperanza<br />
alle norme di legge vigenti e applicabili a tutto il territorio nazionale.<br />
In seno all’attività di riordino molti Comuni costieri stanno<br />
valutando la possibilità di inserire nell’anzidetto strumento di<br />
pianificazione territoriale della fascia costiera (PUL), un’area<br />
da destinarsi all’accoglienza di cani, denominata comunemente<br />
come “Dog Beach”. La previsione e l’allestimento di tale<br />
area necessita di alcune valutazioni preliminari in relazione al<br />
contesto ambientale e naturale nonché alle norme di sicurezza,<br />
igiene e ambientali che devono essere rispettate dall’esercente<br />
l’attività; molte delle valutazioni fatte sono da approfondirsi, naturalmente,<br />
anche in seno alla procedura di Valutazione Ambientale<br />
Strategica (VAS) prevista per l’adozione e approvazione del<br />
PUL da parte del Soggetto procedente, così come previsto dal<br />
D.Lgs. 152/2006 recante “Norme in materia ambientale”.<br />
Norme di riferimento<br />
La materia è senz’altro disciplinata, fra le altre, dalle seguenti<br />
disposizioni di legge e regolamentari:<br />
1) D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. recante “Norme in materia ambientale”<br />
e in particolare dalla Parte IV relativa alla gestione<br />
dei rifiuti<br />
2) Ordinanza del Ministero della Salute del 12/12/2006 recante<br />
“Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”<br />
3) Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n.<br />
320 recante “Regolamento di polizia veterinaria”.<br />
Nelle regioni che hanno disciplinato in modo speciale le regole<br />
e modalità d’uso del litorale, possono essere applicabili anche<br />
altre disposizioni; a titolo di esempio si citano quelle emanate<br />
dalla Regione Autonoma della Sardegna: Allegato alla Deliberazione<br />
G.R. n. 10/28 del 17/03/2015 recante “Linee Guida per<br />
la Predisposizione del Piano di Utilizzo dei Litorali con finalità<br />
turistico ricreativa – Disposizioni generali e pianificazione –<br />
Istruzioni gestionali”.<br />
Tali disposizioni regolamentari vanno lette, tuttavia, anche tenendo<br />
conto delle ordinanze balneari emanate, nella Penisola,<br />
dalle competenti capitanerie di Porto; esse disciplinano le attività<br />
esercitabili sul demanio marittimo.<br />
Disposizioni generali per la presenza di cani in spiaggia<br />
Sulle spiagge e negli specchi acquei, all’infuori della Dog Beach,<br />
durante tutta la stagione balneare, è generalmente vietato<br />
transitare o trattenersi con qualsiasi tipo di animale, anche<br />
se munito di museruola o guinzaglio. Sono tuttavia escluse dal<br />
divieto le unità cinofile da salvataggio munite di brevetto per<br />
16 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
17
il salvataggio accompagnate dal conduttore. Le unità Cinofile,<br />
durante i servizi, devono comunque essere munite di tessera di<br />
riconoscimento dell’Associazione di appartenenza, censita presso<br />
il Registro Regionale del Volontariato, laddove istituito. Sono<br />
altresì esclusi dal divieto di transito nelle spiagge i cani guida<br />
per i non vedenti ed i cani condotti al guinzaglio dal personale<br />
addetto alla sorveglianza degli stabilimenti balneari nelle<br />
ore di chiusura.<br />
Aree assentibili per la dog beach<br />
Le norme di legge e i regolamenti applicabili consentono, generalmente,<br />
all’Amministrazione comunale interessata di individuare<br />
apposite porzioni di litorale nelle quali consentire – a precise<br />
regole, non già scritte - l’accesso anche agli animali (cani).<br />
Le aree assentibili in concessione nel litorale possono essere individuate<br />
sia nel demanio marittimo sia nelle aree retrostanti;<br />
in quest’ultimo caso l’area dovrebbe essere individuata fra<br />
quelle pubbliche o per usi civici o fra quelle di privati che, con<br />
apposita convenzione, manifestino interesse a esercire o far esercire<br />
sul proprio terreno le attività di cui trattasi. Non sono, in generale,<br />
assentibili aree con presenza di vegetazione psammofila<br />
- che vive sulla sabbia - e alofila – adattatasi a livelli di salinità<br />
piuttosto elevati, molto superiori a quelli normalmente tollerati<br />
dai normali organismi (NaCl 7,5%) – tipiche delle spiagge marine<br />
- ovvero con presenza di uccelli o altre specie protette, in<br />
ragione del particolare rapporto cane - uccello.<br />
Delimitazione ed uso dell’area da parte del concessionario<br />
Le aree oggetto di concessione demaniale dovrebbero essere delimitate,<br />
fatta salva la fascia di libero transito profonda almeno 5<br />
metri dalla linea di battigia (riferita al livello medio marino estivo),<br />
con sistema a giorno, di altezza non superiore a 1 metro (per<br />
es. con paletti di legno distanti tra loro non più di 3 metri uniti<br />
tra loro da corda o sagola festonata) o palloni colorati infissi al<br />
suolo collocati agli angoli del perimetro dell’area. Tuttavia molti<br />
regolamenti prevedono che le aree destinate ai cani e ai loro<br />
accompagnatori vengano chiuse in modo tale da segregare tanto<br />
gli animali quanto le persone, generalmente adducendo motivazioni<br />
di ordine pubblico e sicurezza non del tutto condivisibili.<br />
Alcuni esperti del rapporto uomo – cane sostengono, infatti, che<br />
i cani trovano nella dog beach un’area da cui sarebbe – per il<br />
cane – difficile allontanarsi; ivi, infatti, l’animale trova gli spazi<br />
e i compagni di gioco adatti a esprimere la propria personalità<br />
e il proprio bisogno di correre; sarebbe un po’ come credere che<br />
un bambino col lecca lecca al luna park possa, anche solo per<br />
un istante, desiderare di allontanarsi volontariamente per sfuggire<br />
all’area giochi e voglia, pertanto, dirigersi verso i cancelli<br />
d’uscita! In altri termini, la segregazione dell’area, a tutte le<br />
condizioni e regole appresso specificate, sembrerebbero essere<br />
superflue e finanche controproducenti in un’ottica di gestione<br />
del contesto e accettabilità dell’intervento rispetto alla pubblica<br />
opinione.<br />
Obblighi generali del concessionario<br />
Il concessionario della Dog Beach, con la sottoscrizione dell’atto<br />
di concessione dell’area di spiaggia o di retrospiaggia (marina<br />
o lacuale o fluviale), dovrebbe necessariamente impegnarsi:<br />
1) a richiedere a tutti i competenti enti comunali, provinciali,<br />
regionali e dello Stato le prescritte autorizzazioni, avendo<br />
cura di trasmettere copia delle stesse ai competenti uffici del<br />
Demanio;<br />
2) ad organizzare la corretta, efficiente ed efficace gestione<br />
dei rifiuti (sia speciali sia assimilabili agli urbani) prodotti<br />
dagli utenti e dagli animali;<br />
3) a emanare un regolamento per l’esercizio dell’attività,<br />
comprendente obblighi e doveri degli utenti – utilizzatori;<br />
4) a vigilare affinché gli utenti della dog beach non pratichino,<br />
all’interno e soprattutto all’esterno dell’area (dog beach),<br />
giochi e attività sportive che possano arrecare disturbo alle<br />
persone e alla quiete del luogo in generale;<br />
5) a organizzare e svolgere attività (ivi compresi eventuali<br />
concorsi canini) evitando di cagionare un qualsivoglia danno<br />
all’ambiente o agli habitat o molestia alle persone o turbativa<br />
alla pubblica quiete.<br />
Disposizioni e obblighi speciali del Concessionario<br />
Fermo restando quanto più sopra precisato, il concessionario dovrebbe,<br />
inoltre, essere tenuto o quanto meno invitato e obbligato<br />
a rispettare le seguenti ulteriori prescrizioni:<br />
1) attivare un efficiente servizio di soccorso e salvataggio di<br />
uomini e animali con le modalità indicate, laddove adottate,<br />
nei programmi di previsione e prevenzione del rischio balneare<br />
redatti dalla competente Provincia o Regione in conformità<br />
alle indicazioni fornite dalla competente Capitaneria di Porto<br />
e al Dipartimento / Servizio di Protezione Civile;<br />
2) rispettare i vigenti contratti collettivi nazionali di categoria,<br />
relativamente all’organizzazione dei servizi ed all’espletamento<br />
delle attività oggetto della concessione nonché le norme<br />
d sicurezza a tutela dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008);<br />
3) esporre in luogo ben visibile al pubblico copia dell’atto<br />
concessorio rilasciato dal Soggetto che ne ha titolo nonché le<br />
tariffe applicate per i servizi resi;<br />
4) curare la manutenzione e la pulizia delle aree in concessione<br />
e delle aree limitrofe fino al battente del mare o lago o fiume;<br />
5) al verificarsi di qualsiasi circostanza legata all’esercizio<br />
della Dog Beach che costituisca pericolo per le persone, sia<br />
sulla spiaggia che in acqua, il Concessionario dovrà effettuare<br />
la relativa segnalazione alla più vicina Autorità Marittima<br />
e dovrà prendere ogni possibile, immediato provvedimento a<br />
salvaguardia delle persone.<br />
Inoltre, il Concessionario dovrebbe essere obbligato, a pena di<br />
revoca immediata della concessione demaniale o dell’autorizzazione<br />
all’esercizio dell’attività di Dog Beach nelle aree pubbliche<br />
o private di retrospiaggia marina o lacuale o fluviale, fatti<br />
salvi tutti i diritti di rivalsa sul Concessionario da parte dell’Amministrazione<br />
competente e degli altri soggetti aventi diritto:<br />
✓ ad acquisire la licenza di esercizio e l’autorizzazione sanitaria<br />
nei casi previsti dalla legge prima dell’apertura al pubblico;<br />
✓ a disporre di congrua dotazione antincendio, nei casi e nel<br />
rispetto delle prescrizioni previste dalla specifica normativa in<br />
materia, soprattutto se la Dog Beach è inserita in un pregevole<br />
contesto ambientale e naturalistico, tanto più se in zone (boscose)<br />
già percorse o percorribili dal fuoco;<br />
✓ a predisporre eventuali servizi igienici correlati all’esercizio<br />
dell’attività, se non già presenti nelle aree di retrospiaggia o<br />
parcheggi, devono essere collegati alla rete fognaria comunale<br />
ovvero essere dotati di sistema di smaltimento riconosciuto<br />
idoneo dalla competente autorità sanitaria;<br />
✓ a predisporre presso ogni Dog Beach dei servizi igienici<br />
per gli utenti diversamente abili, al fine di poter promuovere<br />
lo speciale rapporto UOMO – ANIMALE anche alle persone<br />
svantaggiate, con l’auspicio che anch’esse possano ottenere il<br />
giusto BENESSERE psico – fisico dalle attività ludico ricreative<br />
con i cani.<br />
Inoltre, al fine di preservare l’ambiente e gli habitat dall’inquinamento,<br />
dovrebbero essere vietati:<br />
✓ l’uso di sapone e shampoo per il lavaggio dei cani qualora<br />
siano utilizzate docce non dotate di idoneo sistema di scarico<br />
e collettamento alle reti fognario - depurative;<br />
✓ lo spazzolamento e la toeletta del cane in acqua, al fine di<br />
evitare la dispersione dei peli e arrecare disturbo alle persone<br />
che usufruiscono dello specchio acqueo.<br />
Regolamento generale per gli utenti<br />
Il Regolamento per la frequentazione della Dog Beach da parte<br />
degli utenti dovrebbe essere esposto in luogo ben visibile e consegnato<br />
a ciascun utente, eventualmente con l’obbligo di sottoscriverlo<br />
(per accettazione) prima dell’accesso all’interno della<br />
Dog Beach. Il Regolamento della Dog Beach, cui gli utenti<br />
dovrebbero uniformarsi, dovrebbe, in generale, essere aderente<br />
e coerente con le seguenti disposizioni regolamentari generali,<br />
fermo restando che le regole di convivenza civile, buon senso ed<br />
educazione dovrebbero, in una Società davvero evoluta, essere<br />
sufficienti a garantire un adeguato rapporto di convivenza tra<br />
persone in genere che aspirano e coltivano interessi diversi:<br />
1) l’accesso ai cani e alla spiaggia è consentito unicamente<br />
agli utenti che abbiano con se il libretto sanitario del cane;<br />
2) è consentito l’accesso ai cani di qualsiasi taglia o razza ad<br />
eccezione di quelli ritenuti o giudicati, da parte dello staff<br />
(qualificato) del Concessionario della Dog Beach, di natura<br />
aggressiva o palesemente molto territoriali, indipendentemente<br />
dalla razza o tagli;<br />
3) non è consentito l’accesso ai cani ad aggressività non controllata;<br />
4) i cani non possono oltrepassare il limiti della spiaggia sia<br />
sciolti che al guinzaglio. Sul rispetto di tale disposizione rispondono<br />
in solido lo staff della Dog Beach e il proprietario o<br />
accompagnatore del cane;<br />
5) il cane può essere lasciato libero di correre e giocare purché<br />
non oltrepassi i limiti esterni della spiaggia o area in concessione;<br />
6) agli utenti è consentita la balneazione del proprio cane<br />
sotto la stretta sorveglianza del padrone - accompagnatore,<br />
comunque entro lo specchio acqueo all’uopo delimitato con<br />
boe di fronte all’area di concessione;<br />
7) il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio - almeno temporaneamente<br />
- qualora sia ravvisato, da parte dello staff, un atteggiamento<br />
eccessivamente “esuberante”;<br />
8) lo staff della Dog Beach ha la facoltà di permettere o meno<br />
l’accesso ad alcuni cani se ritenuti inadeguati alla convivenza<br />
con gli altri e ha inoltre la facoltà di decidere quali cani possano<br />
essere ammessi purché tenuti a guinzaglio all’interno della<br />
Dog Beach;<br />
9) è obbligatorio raccogliere le deiezioni dei propri cani nell’area<br />
della Dog Beach, fermo restando che i trasgressori potranno<br />
essere immediatamente allontanati dalla Dog Beach. Ciascun<br />
visitatore con cane al seguito deve essere munito degli<br />
attrezzi o dei sacchetti per raccogliere le deiezioni del proprio<br />
animale; qualora non le possedesse deve recarsi dallo staff del<br />
Concessionario che deve comunque fornirli al richiedente;<br />
10) è vivamente sconsigliato accedere alla spiaggia con cani<br />
in calore; lo staff del Concessionario dovrà essere informato<br />
dai padroni e dovrà provvedere ad una idonea sistemazione<br />
all’interno della Dog Beach.<br />
Conclusioni<br />
Sono sempre di più le persone che decidono di condividere la<br />
propria vita con animali domestici, che diventano parte integrante<br />
della famiglia; altri, invece, sono obbligati a condividere<br />
la propria vita con animali addestrati per supportarli e assisterli<br />
(cani per non vedenti, ecc.), ma in entrambi i casi il BENESSE-<br />
RE psico fisico che può derivare dal rapporto con un animale<br />
supera le più rosee aspettative. Gli animali da compagnia e<br />
quelli di assistenza, soccorso, salvataggio meritano di poter<br />
trascorrere con i propri padroni del tempo libero in spazi<br />
socialmente stimo-<br />
lanti sia per le persone che<br />
per i cani. ■<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
18<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
19
La casa di Materiavera<br />
L’ABITARE NATURALE<br />
E SANO<br />
MARIA ELISABETTA TONALI<br />
Architetto - esperta in architettura<br />
sostenibile e materiali naturali.<br />
Dal 2004 è titolare di Materiavera,<br />
studio di ricercaprogettazione-<br />
design eco.<br />
ECOABITARE<br />
di Maria Elisabetta Tonali<br />
Tante volte ci ritroviamo a parlare di casa ecologica, di<br />
sostenibilità, di bioarchitettura. Spesso però non è del<br />
tutto chiaro a cosa ci si riferisca con questi termini. Per<br />
noi una casa ecologica è una casa prima di tutto SANA.<br />
I materiali edili tradizionali non tengono conto degli effetti sulla<br />
salute che hanno i loro componenti chimici. Molto spesso la causa<br />
di allergie e relativi effetti collaterali, asma, disturbi del sonno,<br />
mal di testa, intolleranze alimentari, fino ad arrivare all’insorgenza<br />
di fenomeni oncologici, è da ricercare proprio nelle emissioni<br />
tossiche dei materiali con i quali sono costruite le case che abitiamo.<br />
I materiali naturali o bioedili non hanno emissioni di VOC,<br />
né di polveri pericolose, né di altre sostanze che se re spirate o<br />
toccate possono avere pesanti effetti negativi. L’utilizzo di questi<br />
materiali evita l’insorgere di disturbi nei soggetti sani.<br />
Di fondamentale importanza è la traspirabilità dell’involucro,<br />
che crea una sensazione di benessere ambientale nettamente percepibile,<br />
evita il ristagno di umidità e quindi l’insorgere di muffe<br />
e funghi, intonaci che si scrostano, conden se, minore efficienza<br />
degli impianti di riscaldamento. L’isolamento delle pareti va<br />
preferibilmente realizzato all’esterno; internamente solo dove<br />
non sia in alcun modo possibile intervenire in facciata, in quanto<br />
il pericolo di condense è molto elevato. Per questo motivo è decisamente<br />
consigliato un calcolo termoigrometrico del comportamento<br />
delle pareti nei confronti della formazione di condensa.<br />
I migliori materiali per i cappotti esterni sono la fibra di legno e<br />
il sughero. A differenza dei materiali sintetici, hanno da un lato<br />
l’enorme vantaggio di evitare il passaggio del caldo non solo<br />
verso l’esterno, ma d’estate anche verso l’interno; inoltre sono<br />
in grado di isolare acusticamente gli ambienti agendo sia da<br />
fonoassorbenti che da fonoisolanti. In linea di massima le case<br />
isolate con questo tipo di materiale addirittura non necessitano di<br />
impianto di raffrescamento, con un notevole risparmio sia nella<br />
realizzazione dell’impianto sia in seguito per la sua gestione. Di<br />
conseguenza il comfort interno dell’abitazione è elevatissimo:<br />
l’aria è naturalmente più fresca e l’ambiente si trova in equilibrio<br />
igrotermico ottimale. Per i cappotti interni così come per le coperture<br />
si possono valutare anche soluzioni realizzate con materiali<br />
sfusi da inserire in intercapedini, come i fiocchi di cellulosa<br />
o la perlite; o con materassi morbidi (canapa, lana di pecora,<br />
fibre di tessuti riciclati, fibra di legno, fibra di lino) da chiudere<br />
all’interno di contropareti in lastre di fibrogesso, realizzato<br />
esclusivamente in gesso e cellulosa pura, senza le pericolose resine<br />
contenute nel cartongesso che ne determinano emissioni tossiche<br />
considerevoli; ha una elevata resistenza al fuoco (classe 0);<br />
è resistentissimo, al punto da poter essere utilizzato per appende-<br />
re mobili, o come sottofondo per pavimenti posati a secco;<br />
isola acusticamente e termicamente. Anche gli intonaci<br />
devono essere traspiranti, per evitare pericolosi ristagni<br />
di umidità al loro interno, che possono poi<br />
portare alla formazione di sali che, rigonfiandosi,<br />
determinano lo sgretolamento<br />
del rivestimento. Materiali antichi<br />
come la calce, il cocciopesto e<br />
l’argilla, traspiranti, antibatterici,<br />
regolatori dell’umidità,<br />
rappresentano il naturale<br />
completamento degli isolanti<br />
organici. Esistono addirittura versioni<br />
termoisolanti dell’intonaco di<br />
calce, miscelata a granuli di sughero.<br />
Ovviamente anche le pitture<br />
devono avere le stesse caratteristiche<br />
di traspirabilità e salubrità: pitture<br />
ai solventi vegetali, alla calce,<br />
di argilla, ai silicati naturali sono<br />
solo alcuni esempi.<br />
I pavimenti naturali non sono solo<br />
di legno: linoleum naturale,<br />
pavimenti in argilla o in calce del tutto simili come<br />
effetto estetico alle resine, graniglie. Il parquet però è<br />
il materiale preferito: va scelto tra le essenze nostrane,<br />
marchiate FSC, evitando quelle esotiche,<br />
fonte di distruzione ambientale. Inoltre<br />
preferire il legno massello al multistrato<br />
e le finiture a olio o cera, di facile<br />
manutenzione e ripristino<br />
in caso di danneggiamento<br />
del pavimento. Quando si<br />
pensa ai pavimenti è necessario<br />
valutare anche le colle,<br />
principale fonte di emissioni tossiche<br />
indoor soprattutto se bicomponenti.<br />
Vanno scelte con<br />
attenzione. Per finire bisogna<br />
difendersi da nemici invisibili<br />
come il gas radon o l’elettromagnetismo:<br />
in questi<br />
casi vanno adottati accorgimenti<br />
progettuali pensati da<br />
professionisti specializzati.<br />
www.materiavera.it ■<br />
20 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
21
FILIPPO MARIANI<br />
Membro dell’Accademia Kronos,<br />
Associazione riconosciuta<br />
dal ministero dell’ambiente.<br />
Da più di vent’anni opera nel settore<br />
salute e ambiente sia su territorio<br />
nazionale che internazionale.<br />
www.accademiakronos.it<br />
ECOABITARE<br />
22<br />
GLI ORTI<br />
URBANI:<br />
COME RICHIEDERLI PER COLTIVARLI<br />
di Filippo Mariani<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
È<br />
tempo di crisi e molti italiani non riescono ad arrivare<br />
alla fine del mese con la sola pensione o con lo stipendio.<br />
Si risparmia su tutto e in molti casi si rinuncia anche alla<br />
frutta e alla verdura perché dall’avvento dell’euro sono<br />
diventati generi alimentari molto costosi. Per chi vive in città,<br />
rispetto ai piccoli centri abitati, tali problemi si sono amplificati di<br />
molto. Nascono così in tutt’Italia gli orti sociali e gli orti urbani.<br />
Negli ultimi anni, il numero delle persone interessate e impegnate<br />
a coltivare un orto è andato sempre di più crescendo. Ma non<br />
sono solo i soliti pensionati a trasformarsi in contadini urbani, vi<br />
troviamo anche giovani, donne, impiegati e professionisti. Alcuni<br />
comuni italiani in questo settore si sono attrezzati istituendo<br />
uno sportello apposito, gli altri, i più, ancora ci stanno pensando.<br />
Diamo allora qualche informazione ai nostri amici e lettori per<br />
saperne di più su questi orti. Per prima cosa vanno individuate le<br />
aree urbane, soprattutto periferiche, dove è possibile creare un<br />
orto. Poi sarà utile costituire un gruppo di persone interessate a<br />
coltivare questi terreni periferici abbandonati, creando mappe e<br />
progetti da sottoporre al proprio comune. Fatto questo si dovrà<br />
fare richiesta al proprio comune per ottenere l’autorizzazione<br />
per l’allestimento degli orti sociali o urbani.<br />
Ma che cos’è un orto urbano?<br />
Sono spazi dedicati all’agricoltura domestica, alla creazione di<br />
un piccolo orto, che molti Comuni, soprattutto in città, mettono a<br />
disposizione della comunità. Gli orti urbani o sociali sono messi<br />
a disposizione dei cittadini che abitano in appartamento e non<br />
dispongono di uno spazio adeguato da potersi dedicare al giardinaggio<br />
e alla coltivazione di verdura e frutta.<br />
Qual è la procedura per richiedere un orto urbano?<br />
Per richiedere l’uso di un orto urbano, se il comune è già attivo<br />
in questo settore, prima di tutto sarà necessario entrare in qualche<br />
lista di attesa. Contrariamente sarà necessario portare all’assessorato<br />
specifico il progetto e l’elenco delle persone interessate,<br />
con la richiesta ufficiale per usufruire dei terreni comunali. Per<br />
i comuni già attivi sugli orti sociali varranno alcuni requisiti che<br />
dovranno stabilire una graduatoria per l’assegnazione degli spazi.<br />
I requisiti variano da Comune a Comune, pertanto è consigliabile<br />
richiedere al Comune di competenza i criteri di assegnazione<br />
dell’orto urbano o sociale. Tra i requisiti:<br />
l’assenza di conviventi che già ne gestiscono uno, per evitare<br />
di assegnare spazi allo stesso nucleo familiare. Di solito l’assegnazione<br />
degli orti urbani avviene per alcuni anni consecutivi e<br />
successivamente si deve lasciare lo spazio oppure partecipare di<br />
nuovo alla selezione.<br />
Bisogna pagare il Comune per usufruire di un orto urbano?<br />
Alcuni orti urbani vengono concessi gratuitamente, per altri occorre<br />
versare una piccola quota annuale, una cifra quasi simbolica che<br />
serve per pagare le spese di gestione dell’area a fronte dell’acquisizione<br />
dei prodotti dell’orto da parte dei cittadini. In alcune zone<br />
dell’Italia spesso gli orti vengono coltivati in forma collettiva,<br />
come giardino comunitario; infatti le persone anziane che hanno<br />
giardini di proprietà, ma non sono più in grado di occuparsene,<br />
vengono messe in contatto con altri cittadini che possono occuparsene<br />
direttamente. Il giardino di queste persone rivive quindi e i<br />
prodotti dell’orto vengono divisi equamente tra il vecchio proprietario<br />
e chi se ne occupa. A Milano, per esempio, è nata addirittura<br />
una rete, quella delle Libere rape metropolitane, che raccoglie tutti<br />
gli orti e le realtà di verde spontaneo e “partecipato”. Gli orti sociali<br />
o urbani sono anche una soluzione al degrado delle periferie<br />
delle città troppo spesso abbandonate e il più delle volte prive di<br />
manutenzione, essi infatti rilanciano gli spazi pubblici, li valorizzano<br />
e li rendono produttivi per chi li coltiva.<br />
Sono molti i vantaggi di un orto urbano:<br />
● educare al rispetto dell’ambiente;<br />
● ridurre la produzione di rifiuto organico attraverso l’attivazione<br />
di piccoli processi di compostaggio;<br />
● fornire un’integrazione al reddito attraverso l’autoconsumo;<br />
● fornire alle scuole, attraverso la creazione di “orti didattici”,<br />
uno strumento per approcciarsi in maniera innovativa ed esperienziale<br />
all’insegnamento delle scienze.<br />
Il 16 settembre 2015 Accademia Kronos si incontrerà a Roma<br />
con il Papa. L’associazione si presenterà in Vaticano con 24<br />
persone scelte tra le più virtuose dell’ambiente: dai sindaci, agli<br />
scienziati e dai giornalisti agli imprenditori. ■<br />
23
Vi sono nazioni che salgono alla ribalta italiana solo in<br />
casi del tutto eccezionali. L’Iran è sicuramente una di<br />
queste, tornata all’attenzione mondiale per il recente<br />
accordo internazionale in tema di non proliferazione<br />
di armi nucleari. Prima di questa notizia, credo rimangano nella<br />
memoria dei più solo notizie relative ad esternazioni della leadership<br />
del paese o a racconti sul regime attualmente in vigore.<br />
Voglio invece richiamare l’attenzione sul patrimonio di conoscenze<br />
architettoniche presente in Iran, i cui effetti in passato<br />
giunse sino in Italia. A Palermo, infatti, si può ammirare la Zisa,<br />
edificio costruito fra il 1164 e 1180. L’ingegnoso sistema di ventilazione<br />
si richiama alla tradizione costruttiva ereditata dai regnanti<br />
arabi. In particolare dai lati corti emergono due torri che,<br />
unitamente alla sala della fontana, rappresentano gli elementi<br />
del sistema di ventilazione, il cui funzionamento è semplice: i<br />
venti dominanti entrano nel captatore del vento, vengono portati<br />
corrispondenza di una stanza chiamata Howz Khaneh, situata<br />
al termine della stanza estiva. I camini portano l’aria al di sopra<br />
del piccolo specchio d’acqua al fine di abbattere la temperatura<br />
dell’aria per evaporazione, aria che giunge nella sala estiva.<br />
Nelle case più ricche la Howz Khaneh è una stanza separata e<br />
canalizzazioni portano l’aria fresca nella stanza.<br />
L’utilizzo delle torri del vento non si limita alle stanze abitate,<br />
ma anche alle stanze adibite a dispensa, in iraniano Sardab.<br />
Nella maggioranza dei casi i camini del vento sono realizzati in<br />
argilla e legno, per favorire la resistenza ai venti ed al sisma. Tipologicamente<br />
i camini del vento possono poi avere una più entrate<br />
in base al tipo di schema di ventilazione previsto, alla zona<br />
climatica in cui vengono realizzati ed al microclima della zona.<br />
Tali soluzioni potrebbero essere utilizzate con efficacia ancora<br />
oggi, rapprensentando soluzioni sostenibili, non fosse altro per<br />
l’assenza di impianti (se non limitandosi a sistemi domotici di<br />
ECOABITARE<br />
IRAN,<br />
NON SOLO NUCLEARE<br />
di Marco Cagelli<br />
nella sala centrale dove l’aria transita sulla fontana d’acqua, garantendo<br />
un microclima ideale anche in estate.<br />
Il metodo applicato a Palermo trae origine dall’utilizzo di volte<br />
nel clima caldo e secco della zona persiana per cercare di allontanare<br />
l’aria calda dagli edifici. Questa semplice soluzione<br />
costruttiva era già largamente impiegata nel 3.000 a.c. Nel corso<br />
dei secoli si sono sviluppate diverse tipologie di captatori<br />
del vento e soluzioni sempre più ingegnose per migliorare il<br />
comfort interno agli ambienti. Tali soluzioni caratterizzano fortemente<br />
la città storica di Yazd, situata 500 km a sud est della<br />
capitale Teheran, nota per avere la maggior concentrazioni di<br />
sistemi di capatazione del vento ed anche per avere il più alto<br />
fra questi, presente nei giardini Dowlat Abad. Nelle abitazioni<br />
i camini del vento, in iraniano baad gir, vengono costruiti in<br />
controllo delle griglie di areazione). In Iran sono stati impiegati<br />
più recentemente tali tecnologie come per esempio nella torre<br />
Azadi, edificata nel 1970 su progetto dell’architetto Hossein<br />
Amanat, mentre diversi studi internazionali hanno cercato di tradurre<br />
queste soluzioni con materiali innovativi per poter sfruttare<br />
i benefici della soluzione tecnologica come per esempio Ove<br />
Arup nel campo da cricket di Kensington Oval delle Barbados.<br />
Nel corso dei secoli sono state ricercate ed utilizzate altre soluzioni<br />
interessanti, come per esempio nella città di Bam, ove la<br />
stanza ed il camino del vento distano cinquanta metri. Il canale<br />
che collega i due edifici passa al di sotto di un giardino che, irrigato,<br />
raffresca l’aria passante. Anche in tal caso, tali soluzioni si<br />
possono ritrovare in Italia in alcune ville venete, in cui l’edificio<br />
è connesso a caverne che fungono da bacini di raffrescamento.<br />
24<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
25
Quando l’acqua manca, ovvero quando sarebbe troppo oneroso<br />
il ricorso a questo bene prezioso, i camini del vento sfruttano<br />
l’effetto camino per richiamare aria calda dalla stanza, tale<br />
spostamento di masse d’aria richiama aria fresca dalle zone<br />
alberate e/o ombrose prossime all’edificio. Questa necessità<br />
di ombra, di protezione<br />
dai raggi solari, caratterizza<br />
molte città iraniane,<br />
ma anche spagnole, per<br />
esempio Granada, ultimo<br />
baluardo arabo in Europa.<br />
Gli agglomerati sono<br />
infatti densamente edificati,<br />
generando vicoli e<br />
corti strette ed ombrose,<br />
che fungono da “bacini”<br />
di aria fresca per questi<br />
sistemi di estrazione.<br />
Questa vicinanza fisica fra<br />
edifici, genera una socialità<br />
diversa da quella della<br />
città contemporanea, dove<br />
ognuno tende a “recintare”<br />
il proprio mondo, sino a ridurlo ad una stanza, magari ben<br />
condizionata.<br />
Questa breve descrizione di alcune soluzioni architettoniche, e<br />
delle ricadute urbanistiche e sociali, vuole essere uno stimolo<br />
affinché in ognuno di noi cresca la consapevolezza del patrimonio<br />
di conoscenze che l’umanità ha dimenticato.<br />
Proprio da questa riscoperta deve partire la ricerca di un mondo<br />
più sostenibile, un mondo che abbia ancora elevati livelli di<br />
benessere, ma che sappia raggiungerli con l’uso dell’ingegno<br />
e non con l’uso della sola<br />
energia. Alla conferenza<br />
di Parigi sarà siglato un<br />
nuovo accordo sul clima,<br />
mentre si scopre che i titoli<br />
bianchi, publicizzati come<br />
soluzione per la riduzione<br />
delle emissioni di CO2 nel<br />
recente passato, abbiano in<br />
realtà prodotto un aumento<br />
in diverse nazioni. Questo<br />
dimostra come per invertire<br />
la rotta in tale ambito<br />
non ci si possa limitare<br />
all’efficientamento o allo<br />
stimolo all’industria energetica<br />
di ottenere incentivi,<br />
ma sia quello di una<br />
conversione individuale alla sostenibilità.<br />
Solo in tal modo le conoscenze potranno diffondersi ed essere<br />
utilizzate non solo nei grandi interventi edilizi internazionali,<br />
ma anche nelle abitazioni private, garantendoci un comfort a<br />
costo zero. ■<br />
a cura della Redazione<br />
STILI DI VITA<br />
PUBBLICITÀ<br />
A<br />
conclusione di EXPO 2015 verrà consegnato al Segretario<br />
Generale delle Nazioni Unite un documento firmato<br />
da diversi soggetti: istituzioni, imprese e soprattutto<br />
cittadini che si impegnano a rispettare i principi<br />
etici con cui produrre cibo e valorizzare le risorse del pianeta. È<br />
certo un documento importante che noi, redazione di <strong>Ecoideare</strong>,<br />
riteniamo utile diffondere nelle parti più significative rimandando<br />
la lettura del testo integrale ai siti ecoideare.it e rinenergy.it;<br />
è un manifesto considerato l’eredità che questo EXPO italiano<br />
lascia al mondo. Non si può infatti non essere d’accordo sui suoi<br />
contenuti nelle linee di principio e non si può non condividerne<br />
i presupposti.<br />
Tuttavia ci rimane qualche perplessità se consideriamo alcuni<br />
elementi che non sono stati contemplati, come ad esempio,<br />
l’importanza dell’agricoltura familiare, che è la spina dorsale<br />
dell’alimentazione del Sud del mondo, a cui si aggiunge il<br />
dubbio sulla reale efficacia che potrà avere nell’applicazione dei<br />
fondamenti.<br />
27
La Carta di Milano resta un elenco di diritti e<br />
di impegni:<br />
● diritti ritenuti fondamentali<br />
per l’umanità;<br />
● impegno dei cittadini<br />
ad essere responsabili<br />
per lasciare alle generazioni<br />
future un mondo<br />
sostenibile;<br />
● impegno a mantenere<br />
le promesse lette e sottoscritte<br />
e a sostenere le<br />
Nazioni Unite nella lotta<br />
alla fame nel mondo.<br />
Il Documento rappresenterà<br />
il contributo italiano<br />
alle Riflessioni che si<br />
terranno nel prossimo mese di<br />
novembre all’ONU in vista dell’aggiornamento<br />
degli Obiettivi del Millennio,<br />
cioè gli otto Obiettivi Generali<br />
delle politiche di cooperazione allo sviluppo emanati nel 2000,<br />
che 191 Stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere<br />
entro il 2015 con la promessa di fare quanto necessario per<br />
costruire un mondo più prospero, più sicuro e più equo; in tale<br />
occasione essi saranno sostituiti dai Nuovi Obiettivi di Sviluppo<br />
Sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’iter è iniziato con la<br />
giornata “L’EXPO delle Idee” nel febbraio 2015 che ha visto il<br />
coinvolgimento di circa 5000 individui con il compito di approfondire<br />
i temi espositivi seguendo quattro percorsi:<br />
● Quali modelli economici e produttivi possono garantire uno<br />
sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale;<br />
● Quali tra i diversi tipi di agricoltura esistenti riusciranno a produrre<br />
una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare<br />
le risorse idriche e la biodiversità;<br />
● Quali migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianze<br />
all’interno delle città dove si sta concentrando la maggior<br />
parte della popolazione umana;<br />
● Come riuscire a considerare il cibo non solo come mera fonte<br />
di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale.<br />
Al di là degli impegni teorici presi nel sottoscrivere<br />
questa Carta, sul piano pratico,<br />
cosa si ha, anzi cosa abbiamo<br />
intenzione di fare?<br />
Perché non è sufficiente<br />
mettere una firma per<br />
cambiare le cose! È certamente<br />
un primo passo e<br />
rappresenta un’opportunità<br />
per il cittadino di<br />
partecipare alla rex<br />
pubblica, ma è necessario<br />
dare un valore<br />
e un peso importanti<br />
a questa firma,<br />
poiché è un impegno<br />
che prendiamo con il<br />
mondo, con i nostri figli<br />
e con le nostre famiglie per<br />
il nostro futuro. Allora dobbiamo<br />
domandarci: siamo abbastanza informati su<br />
quello che sottoscriviamo nella Carta? L’abbiamo<br />
letta con attenzione? Conosciamo le motivazioni che<br />
hanno spinto a scriverla? Per quanto sia corretto pretendere dalle<br />
istituzioni un impegno di proposte concrete che poi diventino<br />
norme, sarebbe coerente che noi cittadini, in prima persona,<br />
nella nostra vita quotidiana, cominciassimo a mettere in pratica<br />
azioni che diano valore al nostro impegno. Un’azione diventa<br />
abitudine quando viene ripetuta nel tempo e noi sentiamo il desiderio<br />
di far diventare questo impegno sottoscritto parte delle<br />
nostre abitudini quotidiane?<br />
La Carta di Milano è un primo passo che ci coinvolge direttamente<br />
e ci responsabilizza, ci offre qualche indicazione pratica<br />
sulla direzione da prendere, ma le iniziative non devono esaurirsi<br />
in queste pagine. Bisogna agire per primi. La “rivoluzione<br />
alimentare” comincia a casa nostra, nelle scuole, nei luoghi di<br />
lavoro. Ogni occasione può essere un’opportunità e può diventare<br />
un’”onda” che fa la differenza. Oggi le informazioni non<br />
mancano, quello che manca è la consapevolezza del nostro potenziale<br />
potere per dare forza e concretezza agli impegni contenuti<br />
nella Carta di Milano. ■<br />
“Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto<br />
delle generazioni future del mondo intero a vivere<br />
esistenze prospere e appaganti è la grande sfida<br />
per lo sviluppo del 21° secolo.<br />
Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale<br />
ed equità è essenziale se vogliamo espandere<br />
le libertà umane per le generazioni attuali e future.”<br />
Sottoscrivendo questa Carta di Milano affermiamo la responsabilità<br />
della generazione presente nel mettere in atto azioni, condotte e scelte<br />
che garantiscano la tutela del diritto al cibo anche per le generazioni<br />
future; ci impegniamo a sollecitare decisioni politiche che consentano<br />
il rag giungimento dell’obiettivo fondamentale di garantire un equo accesso<br />
al cibo per tutti…<br />
Quindi noi, donne e uomini, cittadini ‘di questo pianeta, sottoscrivendo<br />
questa Carta di Milano, chiediamo con forza a governi, istituzioni<br />
e organizzazioni internazionali di impegnarsi a:<br />
• adottare misure normative per garantire e rendere effettivo il diritto al<br />
cibo e la sovranità alimentare;<br />
• rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo, per<br />
regolamenta re gli investimenti sulle risorse naturali, tutelando le popolazioni<br />
locali;<br />
• promuovere il tema della nutrizione nei forum internazionali tra governi,<br />
assicurando una effettiva e concreta attuazione degli impegni in<br />
ambito nazionale e un coordinamento anche nell’ambito delle organizzazioni<br />
in ternazionali specializzate;<br />
• sviluppare un sistema di commercio internazionale aperto, basato su<br />
re gole condivise e non discriminatorio capace di eliminare le distorsioni<br />
che limitano la disponibilità di cibo, creando le condizioni per una migliore<br />
si curezza alimentare globale;<br />
• considerare il cibo un patrimonio culturale e in quanto tale difenderlo<br />
da contraffazioni e frodi, proteggerlo da inganni e pratiche commerciali<br />
scor rette, valorizzarne origine e originalità con processi normativi trasparenti;<br />
• formulare e implementare regole e norme giuridiche riguardanti il<br />
cibo e la sicu rezza alimentare e ambientale che siano comprensibili e<br />
facilmente applicabili;<br />
• sostenere e diffondere la cultura della sana alimentazione come<br />
strumen to di salute globale;<br />
• combattere ed eliminare il lavoro sia minorile sia irregolare nel settore<br />
agro alimentare;<br />
• lavorare alla realizzazione di una struttura sovranazionale che raccolga<br />
le attività di informazione e analisi dei reati che interessano la<br />
filiera agro-ali mentare e che rafforzi la cooperazione per il contrasto<br />
Human Development Report 2011<br />
degli illeciti;<br />
• declinare buone pratiche in politiche pubbliche e aiuti allo sviluppo<br />
che siano coerenti coi fabbisogni locali, non emergenziali e indirizzati<br />
allo sviluppo di si stemi alimentari sostenibili;<br />
• promuovere patti globali riguardo le strategie alimentari urbane e rurali<br />
in relazione alla sostenibilità e all’accesso al cibo sano e nutriente,<br />
che coin volgano sia le principali aree metropolitane del pianeta sia le<br />
campagne;<br />
• aumentare le risorse destinate alla ricerca, al trasferimento dei suoi<br />
esiti, alla formazione e alla comunicazione;. introdurre o rafforzare nelle<br />
scuole e nelle mense scolastiche i programmi di educazione alimentare,<br />
fisica e ambientale come strumenti di salute e pre venzione, valorizzando<br />
in particolare la conoscenza e lo scambio di culture alimentari<br />
diverse, a partire dai prodotti tipici, biologici e locali;<br />
• sviluppare misure e politiche nei sistemi sanitari nazionali che promuovano<br />
die te sane e sostenibili e riducano il disequilibrio alimentare,<br />
con attenzione prio ritaria alle persone con esigenze speciali di nutrizione,<br />
di corretta idratazione e di igiene, in particolare anziani, donne in<br />
gravidanza, neonati, bambini e malati;<br />
• promuovere un eguale accesso al cibo, alla terra, al credito, alla formazione,<br />
all’energia e alle tecnologie, in particolar modo alle donne, ai<br />
piccoli produttori e ai gruppi sociali più svantaggiati;<br />
• creare strumenti di sostegno in favore delle fasce più deboli della<br />
popola zione, anche attraverso il coordinamento tra gli attori che operano<br />
nel set tore del recupero e della distribuzione gratuita delle eccedenze<br />
alimentari;<br />
• includere il problema degli sprechi e delle perdite alimentari e idriche<br />
all’in terno dell’agenda internazionale e nazionale, attraverso investimenti<br />
pub blici e privati a favore di sistemi produttivi più efficaci;<br />
• valorizzare la biodiversità a livello sia locale sia globale, grazie anche<br />
a indicatori che ne definiscano non solo il valore biologico ma anche il<br />
valore economico;<br />
• considerare il rapporto tra energia, acqua, aria e cibo in modo complessivo<br />
e dinamico, ponendo l’accento sulla loro fondamentale relazione,<br />
in modo da poter gestire queste risorse all’interno di una prospettiva<br />
strate gica e di lungo periodo in grado di contrastare il cambiamento<br />
climatico.<br />
STILI DI VITA<br />
Poiché crediamo che un mondo senza fame<br />
sia possibile e sia un fatto di dignità umana,<br />
nell’Anno Europeo per lo sviluppo e in occasione<br />
di Expo Milano 2015, noi ci impegniamo<br />
ad adottare i principi e le pratiche esposte<br />
in questa Carta di Milano, coerenti con la strategia<br />
che gli Stati membri delle Nazioni Unite<br />
hanno elaborato per sradicare il problema<br />
della fame entro il 2030.<br />
Sottoscrivendo questa Carta di Milano<br />
noi dichiariamo di portare la nostra adesione<br />
concreta e fattiva agli Obiettivi per uno<br />
Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.<br />
Un futuro sostenibile e giusto<br />
è anche una nostra responsabilità.<br />
28<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
29
Shu Uemura è considerato l’uomo che ha portato la<br />
bellezza ad una forma d’arte, nel 1958, grazie alla sua<br />
sensibilità di artista, portò una rivoluzione nel Make<br />
Up e nei prodotti per capelli. La perfetta unione tra natura,<br />
arte e scienza rappresentano lo straordinario mondo di SHU<br />
UEMURA ART OF HAIR. Da mezzo secolo dal suo debutto a<br />
Tokyo fino al giorno della morte, avvenuta alla fine del 2007, la<br />
sua visione stravolgente continua a guidare questa ricerca verso<br />
la bellezza universale con “Art of HAir”.<br />
Shu Uemura lascia una preziosa eredità: una visione completa<br />
ed un universo perfettamente equilibrato, fatto di natura,<br />
scienza ed arte che rimangono fonti inesauribili d’ispirazione.<br />
STILI DI VITA<br />
La vera innovazione è la preziosità di ogni ingrediente, dovuta<br />
alla sua rarità e alle tecnologie usate per ricavarlo direttamente<br />
da fonti naturali. Questa combinazione di elementi rende ogni<br />
ingrediente davvero unico e speciale: da lo Shiso, pianta che<br />
nasce in Giappone con proprietà purificanti, Onsen, i fermenti<br />
ispirati all’acqua termale giapponese dall’olio di rosa muschiata,<br />
all’olio di cumino nero, all’olio di camelia e di argan, di gelsomino,<br />
fino alla rarissima Depsea Water, generata dall’acqua<br />
purissima dei ghiacciai della Groenlandia ed estratta a 320 MT<br />
sotto il livello del mare a Capo Muroto. È un’acqua estremamente<br />
pura, non esposta a raggi UV e all’inquinamento, ricca di<br />
minerali e nutrienti per fortificare la fibra.<br />
La ricerca dell’equilibrio e l’esplorazione di un’armonia<br />
che sia anche espressione di benessere ha portato a realizzare<br />
e applicare un vero metodo nel trattamento dei capelli e cuoio<br />
capelluto che non si limita alla scelta dei prodotti ma diventa<br />
celebrazione, compimento di un rito.<br />
Dopo una attenta diagnosi della fibra capillare e l’identificazione<br />
dei prodotti più adatti ad ogni singolo caso (shampoo,<br />
balsamo, maschera, siero), inizia la cerimonia. La cliente viene<br />
accompagnata attimo per attimo per tutta la durata del trattamento<br />
in una atmosfera di completo relax. Il tempo viene scandito<br />
da gesti che si trasformano in un massaggio shiatsu che<br />
parte dalla nuca e ivi si concentra fino all’applicazione dell’olio<br />
Essence Absolue, derivato dalla Camelia, adatto a ogni tipo di<br />
capello. Applicato dopo lo shampoo senza risciacquo, questo<br />
olio naturale rende i capelli estremamente soffici al tatto e dona<br />
loro lucentezza dalle radici alle punte. A questo punto le mani<br />
scorrono lentamente nella zona della cervicale e delle braccia<br />
e lavorano attraverso digitopressioni al fine di sciogliere le ten-<br />
CERIMONIA<br />
SHU UEMURA<br />
l’arte rivoluzionaria che valorizza<br />
la bellezza di ogni donna<br />
di Daniela Milano<br />
30<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
31
sioni accumulate durante la giornata. Una pratica con durata che<br />
va dai 30 ai 50 minuti che dona benefici in termini di bellezza,<br />
di rilassamento, di energia generale, in quanto agisce a livello<br />
psicofisico della persona.<br />
Walter Bajo è uno dei pochi parrucchieri a Milano, insieme a pochi<br />
nomi celebri ad offrire alle sue clienti le cerimonie Shu Uemura.<br />
Da sempre attento alla sua clientela, ha voluto inserire come<br />
ulteriore servizio di cura e di benessere l’eredità dell’artista Shu<br />
Uemura. Allora finita la vacanza, lo slogan è “RIMETTIAMO LA<br />
TESTA A POSTO” l’estate reca molti benefici fisici, ma maltratta<br />
i vostri capelli... Walter Bajo Vi aspetta per farvi conoscere Shu<br />
Uemura. www.paginebianche.it/bajohairstyle-milano ■<br />
UN VIAGGIO ALLA RICERCA<br />
DEL BENESSERE INTERIORE ED ESTERIORE<br />
Vi è una grande richiesta di “benessere”. Parlarne è<br />
diventato molto attuale, basta vedere le riviste, i programmi<br />
televisivi, i libri, i centri e le fiere, le terapie<br />
alternative che gli sono state e che gli vengono dedicate,<br />
abusando anche spesso del termine. Lo stato di Benessere è la<br />
condizione ottimale che tutti vorremmo raggiungere come salto<br />
qualitativo per<br />
a<br />
migliorare<br />
cura della<br />
la nostra<br />
Redazione<br />
vita avendo ottenuto un sufficiente<br />
livello di beni materiali senza riuscire ad essere “felici”.<br />
Ma come ricorda lo psicoterapeuta dr. Franco Cirone la felicità<br />
e lo star bene vanno pensati in relazione alla capacità di vivere<br />
il momento presente, con noi consapevoli della condizione del<br />
corpo e di quella della mente, due realtà non separate che insieme<br />
convivono nell’essere parte di uno stesso processo biologico<br />
virtuale. Un nuovo approccio, riconducibile alla visione olistica<br />
dell’individuo che si va sempre più affermando, che per la prima<br />
volta viene affrontato in termini divulgativi in un week end<br />
di appuntamenti cadenzati in cui medici nutrizionisti, biologi,<br />
esperti in cosmesi naturale, personaggi televisivi, bioarchitetti,<br />
stilisti e chef incontreranno, il 3 e il 4 ottobre prossimi, a Milano<br />
presso la Fondazione Riccardo Catella, i visitatori de Il Benessere<br />
Biologico.<br />
Un appuntamento voluto e creato da Morino Studio per rispondere<br />
a una domanda sempre più attuale e per affrontare in modo<br />
scientifico, ma anche piacevole e divertente, le infinite sfacettature<br />
del benessere.<br />
I visitatori saranno accolti da esperti che li accompagneranno<br />
alla scoperta di nuovi modi di bere un’acqua che, oltre a dissetarti,<br />
protegge il corpo dallo stress della vita quotidiana come<br />
Drink Holy, truccarsi, vestirsi, rendere eco il proprio habitat con<br />
la nuova gamma di Boero painting natural; potranno sperimentare<br />
direttamente pratiche e tecniche che aiutano ad affrontare il<br />
quotidiano come le sedute di Reiki proposte dalla dott.ssa Daniela<br />
Milano e il Pilates insegnato da Annamaria Cova che per<br />
prima ha portato questa disciplina in Italia. Potranno partecipare<br />
ai focus programmati nel corso delle due giornate come quello<br />
sull’educazione alimentare tenuto dalla Fondazione Umberto<br />
Veronesi, o sull’inner wellness tenuto dal Maestro Zen Carlo<br />
Tetsugen Serra. Non mancheranno le occasioni conviviali in cui<br />
gli show-cooking delle più rinomate food-blogger introdurranno<br />
i partecipanti al mondo del bio food di qualità sorseggiando vini<br />
vegani privi di solfiti.<br />
Uno spazio tutto loro sarà dedicato ai bambini per i quali verranno<br />
organizzati divertenti laboratori sull’orto biologico, organizzato<br />
dalla Fondazione Catella, e di cucito su tessuti naturali organizzato<br />
da Cora HappyWear. E per i genitori un focus sui bambini<br />
del terzo millennio condotto dalla dott.ssa Cristina Freire.<br />
La manifestazione sarà presentata venerdi 2 settembre in una<br />
serata ad inviti. ■<br />
STILI DI VITA<br />
Il Benessere Biologico 1° edizione<br />
3 e 4 ottobre 2015<br />
Milano - Fondazione Catella - Via Gaetano de Castilla, 28<br />
Ore 10:00 - 20:00<br />
Ingresso libero<br />
IL MEGLIO DI SHU UEMURA<br />
● Essence absolue: Definito la “Diva” dagli Hair-Stylists di tutto il mondo, è un prodotto unico e prezioso, grazie al suo raro ingrediente,<br />
l’Olio di Camelia Giapponese. Elisir di luminosità disciplinante ed emolliente, l’olio di camelia era per le geishe il prodotto per la bellezza<br />
assoluta dei capelli. Questo prezioso ingrediente deriva dalla Camelia Japonica, pianta centenaria ed estremamente forte; neanche la<br />
neve le impedisce di fiorire.<br />
● Depsea Water: Acqua altura è tratto dalla profondità dell’oceano dove la luce solare non arriva, a 200 metri. completamente privo di<br />
colore artificiale, estratti aromatici naturali svengono poi aggiunti per completare l’azione di idratazione e ringiovanimento del cuoio<br />
capelluto e della pelle.<br />
● Estratto di Shiso: un’erba aromatica coltivata nel sud est asiatico, conosciuta per le sue proprietà purificanti, e fermenti onsen, sali<br />
estratti da sorgenti vulcaniche. Rimuove a lungo la forfora dal cuoio capelluto fino alle punte, lasciando i capelli morbidi e lucenti.<br />
● Olio di cumino nero: Rimedio rinomato sin dai tempi dell’antico Egitto, fortemente aromatico è una vera miniera di acidi grassi polinsaturi,<br />
e in particolare fino al 60% di acido linoleico. I semi da cui viene estratto sono certificati biologici e l’uso principale è di<br />
massaggio per le proprietà calmanti, rigeneranti, vitalizzanti sia della pelle che del cuoio capelluto e capelli.<br />
● Olio di Gelsomino: appartiene alla grande famiglia delle Oleacee, composta da arbusti e piante rampicanti. Da sempre<br />
viene utilizzato in India e dalla medicina ayurvedica come tonico per i capelli, oltre che per la sua essenza aromatica.<br />
32<br />
33
PER UN’ECOLOGIA<br />
DELLA RELAZIONE<br />
La condivisione delle parti di sé e dell’altro<br />
STILI DI VITA<br />
di Franco Cirone<br />
“Conoscere se stessi è dimenticare se stessi” (Dogen Zenji)<br />
…Possiamo provare ad essere e a stare, così come stiamo, dove ci troviamo. Possiamo concederci giornalmente<br />
abbastanza tempo per sedere nella calma e provare, costantemente, e riprovare a oltrepassare la personalità, che<br />
crediamo di essere, e i suoi rituali, sospendendo quanto basta le varie idee e conclusioni che facciamo su di noi.<br />
Perseverando in tal modo potrebbero crearsi spazi interiori di autentica meraviglia, con insperate trasformazioni interne<br />
ed esterne a noi. Quello che importa è la semplicità, l’autenticità e la non solennità di quello che si sta facendo.<br />
Si potrebbe avere una certa stanchezza per certe parti e manifestazioni della persona che siamo e che vediamo,<br />
fino a sentire il bisogno urgente di andare oltre le identificazioni inutili verso vecchi ricordi incombenti e verso certe<br />
abitudini dure a morire e fare di tutto per liberarcene…per poi ritrovarci ancora al punto di prima, da dove eravamo<br />
partiti, riuscendo però, con nostro stupore, magari una strana volta, a vedere la stanchezza, verso le cose già viste<br />
di noi, in altro modo, come un’energia che ci può guidare invece che deluderci... come quando si ri-ama chi avevamo<br />
in passato amato e poi lasciato e ora lo rivediamo sotto un’ altra luce… praticando la possibilità di farci raggiungere<br />
dal silenzio e di immergerci nel suo mondo, come nell’acqua del mare del primo mattino...<br />
Il silenzio è un approdo, uno strumento e un costume, idoneo a chi è già avanzato nel percorso di consapevolezza…<br />
La mente ordinaria ha sempre un certo bisogno di parole per spiegare più che comprendere le cose che vengono<br />
vissute. La vita vissuta è anche dentro le parole ma le oltrepassa, non ha bisogno di molte spiegazioni.<br />
Ha urgenza di vivere...<br />
34<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
Quando incontriamo qualcuno che ci interessa, che ci<br />
attrae, prima ancora di poterlo comprendere, la nostra<br />
corporeità avverte, sente e partecipa di questo<br />
circostanza e, anche se non sempre ce ne accorgiamo<br />
fino in fondo, anticipa e sa quello che soltanto dopo razionalizziamo<br />
e realizziamo. Il tempo che intercorre, prima che le parti<br />
di noi ricompongano, in unità, il dualismo di interpretazione ed<br />
emozione, è variamente individuale, oscillando tra dimensione<br />
cognitiva e dimensione corporea. L’unità è nella mente cellulare,<br />
dove ogni cellula, ogni parte del corpo è coinvolta e assiste<br />
all’avvenimento di essere mente, sistema cognitivo pensante e<br />
memoria in azione. Il corpo non mente e occorre dare corpo alla<br />
mente, coperta e rivestita di presupposti e abitata da inevitabili<br />
filtri che la costituiscono, imparando a fare quello che sappiamo<br />
quando siamo già. Essere già, dove da sempre noi siamo, è l’essere<br />
unità di mente e corpo che si co-appartengono e si condividono,<br />
in unità di coscienza.<br />
D’altronde spesso siamo in ritardo d’essere e non può che essere<br />
così, dovendo immergerci nel mondo in cui siamo gettati,<br />
naufraghi un po’ inzuppati di vari odori, sapori e visioni anche<br />
distraenti, cercando di rammemorarci dell’origine e del compito<br />
che ci appartiene, che è dare senso e volto al nostro cammino e<br />
alla nostra via, mai completamente nostra e che mai completamente<br />
ci appartiene. Una delle strade, spesso tortuose e in salita,<br />
verso l’interno di noi, è quella dell’apparizione dell’altro nel<br />
nostro campo di visione, del suo riconoscimento e valore e del<br />
nostro reciproco contatto e confronto. Si incontrano i corpi, si<br />
attraggono come si respingono. Sapori, odori, suoni, sensazioni,<br />
colori si mischiano e ci ipnotizzano verso il desiderio di qualcuno<br />
o verso il suo allontanamento.<br />
Il corpo è corporeità, energia pulsante vivente, emozione e sentimento,<br />
vita vissuta e da vivere, memoria da riattivare e trasformare,<br />
voglia di libertà, desiderio senza fine, bellezza e interesse<br />
di stare insieme. È anche dialogo, voce e pathos.<br />
35
Siamo attratti da qualcuno, da quel suo modo di fare, da quella<br />
forma o disposizione di forme, da quell’insieme, da quel particolare,<br />
da quella voce, da quel sorriso, da quell’esserci, da quelle<br />
labbra. Questo fatto accade tante volte nella nostra esistenza<br />
quanto più siamo aperti all’incontro col nuovo, con l’altro da noi.<br />
Succederà per tutta la vita all’interno e oltre il tempo che passa,<br />
con i mutamenti della sensibilità e del gusto, anche a seguito<br />
dell’esperienza, plasmati e modellati dagli incontri che abbiamo<br />
fatto e facciamo, dai riscontri che abbiamo avuto, nonostante gli<br />
affanni, le delusioni, le fatiche, ancora presenti, che, andare oltre<br />
noi, comporta.<br />
Realizziamo col tempo, crescendo non solo di età, che di qualcuno<br />
non possiamo fare a meno: ci manca un pezzo. Ci manchiamo<br />
senza chi ci fa incontrare parti di noi o quello che crediamo<br />
di essere. Sentiamo un vuoto senza l’altro che ci fa da specchio,<br />
anche se a volte lo specchio si rompe o è già un pò rotto. Lo<br />
specchio è fragile per natura e facilmente si può infrangere. Ma<br />
lo specchio siamo noi, ed è anche la metafora e l’occasione per<br />
infrangere e superare le regole imposte dalla biologia che ci confina<br />
in noi, quando un’altra parte di noi vola, oltre i limiti dello<br />
spazio-tempo a cercare qualcosa che ancora non sappiamo bene.<br />
Siamo esseri nella possibilità di essere, di essere sempre qualcos’altro,<br />
oltre il confine e approdo appena raggiunto, oltre la<br />
presunta pacificazione dello star bene soltanto da poco sentito.<br />
Qualcosa di noi chiede un altro esserci, che mai saremo appieno<br />
e che ancora non siamo. Abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo<br />
di vederci e sentirci riflessi in un senso e significato ulteriore<br />
a noi, oltre i nostri confini, che assiduamente si rinnovi e si<br />
riattualizzi. Oltre i limiti del nostro corpo e del nostro essere. Abbiamo<br />
bisogno d’altro, sempre. L’altro è la boccata d’aria inattesa,<br />
ineliminabile e incessante, per essere noi, semplicemente<br />
noi. Questo semplice essere ed esserci è in realtà tutt’altro che<br />
facile da realizzare. È una costruzione che dura tutta una vita e<br />
non solo, è un progetto mai concluso dove la meta è il cammino,<br />
sempre da percorrere e mai terminato. Quello che ci attrae è anche<br />
il mondo intorno a noi. Le cose esterne a noi possono essere<br />
animate o non animate,<br />
ma per noi, che le incontriamo<br />
sul terreno<br />
del valore, del significato,<br />
della possibilità<br />
di farci essere altro dal<br />
solito essere che siamo<br />
o crediamo di essere,<br />
hanno sempre un’anima<br />
che emerge, come<br />
in un incontro galante,<br />
quando partecipiamo,<br />
con battito accelerato<br />
al piacere di chi riceve<br />
un nostro dono.<br />
Le cose cosi rivestite di<br />
un ulteriore senso, non<br />
sono più semplicemente<br />
cose e ci restituiscono a noi altre parti di noi, che, proprio nel<br />
contatto e nel confronto con loro, con qualcosa, possiamo condividere<br />
con qualcuno e con noi stessi. Siamo nati, apparsi alla<br />
luce e al mondo, ringraziando due possibili cellule, che fra molte,<br />
hanno pensato di incontrarsi e superare la loro separazione<br />
unendosi a condividere parti di loro, nella breve, fondamentale<br />
fusione. Da qui, da questo progetto iniziale, di riconoscimento e<br />
partecipazione, nasce l’individuo, colui che non è diviso. Noi gli<br />
indivisi, siamo parti di qualcosa di più grande che ci oltrepassa,<br />
oltre la nostra piccola storia che ci consente la vita. Siamo parti<br />
del cosmo, di molti cosmi e molti mondi. Siamo unità nella divisione<br />
e cerchiamo di riunirci, aggrapparci a qualcosa per poter<br />
stare dentro di noi non separati.<br />
L’altro è una soglia, un bilico, un confine, un passaggio. Una<br />
soglia sul mondo e sul resto. E allora si può sentire davvero il<br />
valore dell’esistenza, il sapore della vita che pulsa, quando per<br />
condividere pezzi dell’altro usciamo da noi e alcuni lembi di noi<br />
si perdono nel mare sconosciuto dell’altro. Possiamo così dimenticarci<br />
chi è l’altro e chi siamo noi, anche solo per un istante,<br />
per un momento che diventa oceanico, vasto come un sogno e<br />
reale e sconcertante come la pioggia improvvisa nel sole d’estate,<br />
dove convivono più realtà contemporaneamente e diversi<br />
stati d’animo e pensieri si mescolano e si coagulano. Possiamo<br />
riuscire a fare il balzo in avanti oltre la soglia della separazione<br />
e delle divisioni, sapendo dimenticare la soglia e il confini, e la<br />
pressante macchina delle definizioni. Prendendo i retaggi concettuali<br />
e le paure nell’incontro con l’altro per farne un mondo a<br />
parte, innocuo e silente, che assiste, in uno spazio che abbiamo<br />
creato dentro di noi, al nuovo nostro rappresentarci sul palcoscenico<br />
della nostra storia, dove tutto ha un senso, anche quello che,<br />
solo intravisto, non è compiuto.<br />
Saper stare accanto ad un’altra persona è arte dell’incontro,<br />
dove il regnante incontrastato e fragile è il silenzio, da custodire<br />
e proteggere. Nel silenzio della voce i corpi sentono meglio il<br />
suono di chi ci sta accanto, il respiro cellulare avverte l’attrazione<br />
reciproca e condivide lo scambio di battiti e voglie. Un silenzio<br />
che sa di appartenere alla parola e al linguaggio e sa quando<br />
verbalizzare, soprattutto nei momenti di intimità, parole che nascono<br />
dal silenzio piuttosto che dalla confusione o dalla paura.<br />
Ci fu un tempo in cui l’uomo non esisteva, in cui non c’era il<br />
tempo e l’ora. Non c’era l’adesso, il dopo e il prima. Non c’era<br />
alcun panorama da vedere o suono da sentire. L’assenza del linguaggio<br />
non pronunciava alcuna parola. Nessuna definizione, né<br />
frase, né significato. Eppure, in qualche modo, quello che c’era<br />
aveva un senso. Non certo per noi che non c’eravamo. Quando,<br />
non ancora nati, forte era il vento, che scuoteva foglie e fronde<br />
e gli alberi muovevano<br />
l’aria, nessuno di<br />
noi vedeva e sentiva,<br />
comunque qualcosa<br />
succedeva nel cosmo,<br />
come anche per quella<br />
goccia di brina che<br />
attraversava le ere. In<br />
quel tempo senza tempo<br />
in cui non c’era l’era,<br />
l’è e il sarà, si stava<br />
preparando l’evento<br />
di qualcosa di nascente.<br />
Come allora anche<br />
ora, qui, adesso, nella<br />
nostra vita possiamo<br />
essere, in modo nuovo,<br />
vento che scuote le<br />
foglie dei sensi e alberi con i rami “non tremanti della ben rotonda<br />
verità” dell’abbraccio con l’altro. Ritornare a un silenzio<br />
senza significato non si può. Possiamo, invece, ripresentarci al<br />
cospetto dell’altro con un silenzio pieno di senso. Un silenzio<br />
carico e pieno di ascolto di chi è vicino a noi, inaudibile il vibrare<br />
insieme, senza quello spazio interiore reso vuoto come un<br />
ampolla da riempire. Un vuoto pieno, una assenza, una sospensione,<br />
anche solo per qualche tempo opportuno, di frasi e parole<br />
e una presenza di silenzio che cala su certe abitudini verbali, sui<br />
pensieri automatici senza pensatore, che ancora ci portano dove<br />
non vogliamo andare e possono farci soffrire. Questo vuoto, pieno<br />
d’oriente, dove nasce il nostro sole interno, viene chiamato<br />
anche vacuità. Non è inconsistenza o futilità. La vacuità è condivisione.<br />
Vuol dire che tutte le cose non esistono in maniera<br />
indipendente. Il compimento, la messa in opera della vacuità<br />
sta nell’apprendere che tutti i fenomeni esistono non separati,<br />
sussistono nei modi dell’interdipendenza. Si può parlare di io in<br />
quanto presente il tu e viceversa. L’io è anche insieme al diverso<br />
e analogo polo che è l’altro. Siamo interdipendenti, all’interno di<br />
una rete di significati condivisi e da condividere, in mondi intersoggettivi<br />
che si costruiscono<br />
e si costituiscono.<br />
Quanti movimenti e quali<br />
parti, aspetti di me si incrociano,<br />
vengono intercettati<br />
e comunicano con l’altro?<br />
Quante reti e messaggi più<br />
o meno sottili intercorrono<br />
tra due persone in sintonia<br />
o con poca sintonia? Quanto<br />
ci sfugge e quanto ci deve<br />
sfuggire nella relazione con<br />
l’altro, come nella relazione<br />
con noi?<br />
La consapevolezza delle comunicazioni<br />
in atto, dei vari<br />
risvolti più o meno espliciti<br />
su vari piani, emozionale innanzitutto, verbale, cognitivo e sentimentale,<br />
fa la differenza tra stare in una relazione significativa,<br />
in modo soddisfacente oppure in modo sofferente.<br />
Nello stare con te quali parti di me interagiscono con le tue?<br />
Come mai non troviamo accordo a certi livelli mentre su altri<br />
c’è intesa e anche armonia?<br />
Le emozioni sono una grande palestra di condivisione tra noi e<br />
gli altri. Il discernimento, la consapevolezza può dirigere le varie<br />
emozioni che proviamo verso una direzione utile al loro ritrovamento<br />
dentro di noi. Possiamo sapere se quello che ho provato,<br />
soprattutto grazie a qualcuno, mi ha turbato, mi ha colpito, mi ha<br />
smosso, ha prodotto certi cambiamenti e non altri. Normalmente<br />
non siamo allenati a praticare qualcosa di ulteriore se non reagire<br />
a ciò che sentiamo. Inoltrarci dentro un ambito, che, grazie<br />
all’altro è emerso dal nascosto, è condividere con noi una parte,<br />
a volte, o ancora, spesso rimossa di noi, che non adeguatamente<br />
vista, trasformata e messa in contatto con le altre parti, permane<br />
nella sua condizione isolata di parte a volte dolente, a volte<br />
abbandonata. Senza rendercene conto ci abbandoniamo, tralasciando<br />
l’ascolto e il reclamo che da tempo parti di noi chiedono,<br />
anche con urgenza, di essere accolte e di stare in compagnia<br />
con qualcosa d’altro, di sedere alla tavola imbandita della nostra<br />
personalità composita e molteplice. A volte il solo stare insieme<br />
agli altri, agli altri io rende la solitudine, delle parti rimosse,<br />
visibile e presentabile alla visione, relativizzando stati interiori,<br />
forse da tempo non modificati, che qui possono trovare, nuove<br />
manifestazioni e apparentemente insperate integrazioni. Condividere<br />
dentro di noi luoghi e aspetti a volte a lungo separati, farli<br />
dialogare con quelli di altre persone e consentirne il gioco delle<br />
parti è dare spazio ad un nuovo tempo dell’incontro, un nuovo<br />
tempo interiore, pieno di opportunità di essere anche altro rispetto<br />
a quello che pensiamo di essere. Si può immaginarlo come un<br />
campo inesplorato che viene percorso per la prima volta, a cui<br />
assistiamo novizi e increduli, che può aprire scenari di conoscenza<br />
e nuove modalità di rapportarsi con noi e tra noi e gli altri, in<br />
uno spirito di rivelazione di verità nascoste e di cura di dolori<br />
non rimarginati, che ancora chiedono accoglienza, cittadinanza e<br />
ascolto. Nel tempo opportuno della relazione emozionale e consapevole<br />
si entra in un percorso anche labirintico dove molte<br />
sono le cose da dire e da provare, attraversando trame riflesse e<br />
rimandi senza fine come “in una rete crescente e vertiginosa di<br />
tempi divergenti, convergenti e paralleli. Questa trama di tempi<br />
che si avvicinano, biforcano, si intersecano o si ignorano…<br />
abbraccia tutte le possibilità..” Scrivere la storia delle nostre<br />
relazioni è scrivere un romanzo e costruire nel medesimo tempo<br />
un labirinto..” un labirinto di<br />
simboli…un invisibile labirinto<br />
di tempo” dai dettagli<br />
irrecuperabili, dove romanzo,<br />
labirinto e tempo sono “un<br />
solo oggetto”, un solo campo<br />
di esperienze, un solo progetto,<br />
dove risediamo, vivendo<br />
sospesi come in una costante<br />
“biforcazione del tempo”,<br />
come un giardino di sentieri<br />
“che si biforcano” dove la<br />
divergenza è nel tempo (interiore)<br />
più che nello spazio.<br />
La divergenza non è separativa,<br />
rimanda alla possibilità<br />
di riunirsi dalla separazione,<br />
dalla distanza verso una zona<br />
di confluenza. Riunirsi anche nel corpo dell’altro, facendosi<br />
raggiungere dalla capacità di essere posseduti e invasi nei nostri<br />
confini, arrendendosi e perdendo il controllo del controllo,<br />
è avere il coraggio di entrare nelle varie paure, evitando l’evitamento,<br />
come quando fiduciosi ci abbandoniamo al sonno ed<br />
entriamo in un altro tempo, in campi dalla diversa luce e dalla<br />
diversa vita. Separazione e allontanamento possono farci entrare<br />
in contatto con ferite ancora aperte, come fusione e unione<br />
possono alimentare paure non ancora affrontate e non superate.<br />
Avere il coraggio di condividere la fiducia nel lasciare andare le<br />
resistenze nell’incontro con l’interno di noi, qualunque esso sia,<br />
ci fa andare verso il ritrovamento di molti dei processi e percorsi<br />
di guarigione. Le nostre relazioni significative si specchiano<br />
dentro i riflessi cangianti dell’altro. Gli incontri che le nostre<br />
vite ci regalano rivelano e portano alla luce quello che siamo,<br />
che mai completamente sapremo, come un enigma che è ancora<br />
da risolvere.<br />
…‟trasformazione significa dissolverci nella sorgente vuota del<br />
nostro essere e riemergere esattamente nel modo in cui siamo.<br />
È a un tempo risolutivo e deludente il fatto che precisamente<br />
ciò che siamo sia la sorgente tanto della saggezza che della<br />
confusione. Prima di poter realizzare la non esistenza dell’io,<br />
dobbiamo fare amicizia con ciò che crediamo di essere. Dobbiamo<br />
accettare qualunque cosa noi siamo, non solo come punto di<br />
partenza ma anche, stranamente, come meta di arrivo. In questo<br />
c’è qualcosa di bizzarramente potente, qualcosa di imprevedibile<br />
e, in senso relativo, di estremamente inaffidabile…è l’energia<br />
del nostro essere manifesto… l’essenza…. di ciò che accade… la<br />
danza dell’esistenza e della non esistenza… il nostro rapporto<br />
con la vita...” (N.C) ■<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
KANDEL E.R., Alla ricerca della memoria, Codice edizioni,Torino (2010);<br />
BATESON G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi,Milano (2000);<br />
HOLDERLIN F., Iperione, Feltrinelli (2013);<br />
J.L.BORGES, “I Giardini dei sentieri che si biforcano”, Adelphi, Milano (2003)<br />
STILI DI VITA<br />
36<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
37
Era l’anno 2007<br />
“…ho sfidato l’organizzazione<br />
e la cultura<br />
ufficiale della Biennale<br />
di Venezia saltando i<br />
confini con il mio zaino<br />
e i miei colori per realizzare<br />
uno dei miei Assalti<br />
Pittorici.<br />
Alla composizione della<br />
mia Rota hanno partecipato<br />
gente comune e<br />
personaggi noti.<br />
Grazie a questa intrusione<br />
sono stata accettata<br />
dall’establishment<br />
e ho partecipato alla<br />
Biennale…”<br />
STILI DI VITA<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
ASSALTI<br />
PITTORICI<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
Così ci racconta Linda<br />
Brindisi, pronipote del<br />
famoso pittore Remo Brindisi,<br />
una delle tante performances<br />
spontanee che fanno parte di<br />
un progetto itinerante che lei sviluppa<br />
fin dagli anni 90 con lo scopo di far<br />
dipingere il maggior numero di persone<br />
che vengono coinvolte a condividere<br />
opere sempre diverse come diversi<br />
sono i luoghi in cui le propone.<br />
L’artista sperimenta la pittura su tutte<br />
le superfici possibili, lavorando<br />
su diversi aspetti sia per quanto riguarda<br />
la scelta dei materiali, rivisitando<br />
quelli di scarto e poveri come<br />
faesite, legno, canapa, sughero,<br />
stoffe, carte riciclate, sia ponendo<br />
attenzione alle potenzialità che essi<br />
possono sviluppare: pennelli con<br />
manico in legno naturale, colori primari,<br />
vasetti realizzati con i cappucci<br />
delle bic…<br />
Si sofferma sulla forma, funzionale e dinamica, giungendo ad<br />
un lavoro ricercato ma nello stesso tempo semplice ed essenziale<br />
e ricerca un modo per trasmettere la pittura agli altri come<br />
lei l’aveva assorbita da piccola, interessata a grandi spazi, formati<br />
estesi e pittura a terra. Per quattro anni ha lavorato sui<br />
materiali, sullo spazio e sulla forma e la rotondità del cerchio è<br />
stata la forma che più l’ha interessata. Ha cominciato a costruire<br />
enormi cerchi, anche di quattro metri di diametro: le “Rote”<br />
e a farli ovunque, in città diverse, quasi tutti abusivi.<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO ha fatto dipingere in questi<br />
anni all’interno di eventi culturali (festival, mostre, spazi museali),<br />
all’aperto o al coperto, in notturne ben illuminate, con<br />
musica dal vivo, su tutti i tipi possibili di pavimentazioni. Le<br />
dimensioni e le forme cambiano ogni volta; sono stati dipinti<br />
in quattro giorni a Perugia 400 mt. di pittura su lunghe strisce<br />
a terra, altrove grandi murales, pannelli, grandi tele dai<br />
differenti formati, grandi Rote e anche una casa a grandezza<br />
naturale.<br />
38<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
39
Le Rote, un nome che ha in sé il movimento come il cerchio<br />
che è alla base di quest’arte, vengono dipinte dal centro e via via<br />
sviluppate verso l’esterno da tutti i partecipanti. La più grande<br />
è di 5 metri di diametro, realizzata alla Biennale di Venezia<br />
nel 2007. Con questo progetto forte e innovativo, Linda ha toccato<br />
con le sue “Gocce di Colore”, come le ama definire, oltre<br />
la Biennale di Venezia, nel 2009 l’Australia a Melbourne; nel<br />
2010 lo Spazio Oberdan di Milano con un’esposizione di tutte le<br />
grandi Rote; nel 2012 la Casa Museo Remo Brindisi e il Museo<br />
del ‘900 di Milano; nel 2013 il MuSe di Trento. I suoi Assalti<br />
Pittorici sono numerosi: 44 Rote in 14 anni.<br />
Un progetto, ©PITTURA.IN.MOVIMENTO, che è stato già definito<br />
in tanti modi: Arte Contemporanea, Street Art al femminile<br />
ma che Linda ama chiamare “Pittura Viva” perchè è viva, ha una<br />
forma, un tema, dei colori, è materica. I suoi lavori non sono mai<br />
lasciati al caso, tutto è pensato, studiato e provato prima di essere<br />
realizzato. Quello di Linda è un progetto di pittura collettiva e<br />
chiunque può dipingere sulla Rota. A tutti è data la possibilità di<br />
esprimersi con i colori, di dipingere in qualsiasi punto. Per questo<br />
vengono scelti materiali di prima qualità ed ecologici e per<br />
la base un tipo di supporto sul quale si possa anche camminare<br />
sopra. Le sue Rote sono visioni di colori che trasmettono energia<br />
e senso del gioco allo spettatore che assiste e all’attore che<br />
dipinge. Ogni evento è gratuito e aperto a tutti. È una proposta<br />
nuova, un’idea che da voce alla fantasia di bambini e di adulti.<br />
L’arte di liberare su un grande disco di carta la propria creatività<br />
artistica insieme ad altre persone di età diverse e che non si<br />
conoscono. Una formula di pittura estemporanea che raccoglie<br />
le emozioni e le sensazioni di esponenti di generazioni diverse.<br />
La mission di Linda Brindisi è di contagiare con il piacere della<br />
pittura appassionati, curiosi e aspiranti artisti. La pittura è per<br />
lei una forma di comunicazione che prevede l’interazione con il<br />
pubblico che viene coinvolto a dipingere l’opera sempre diversa<br />
e con un tema che varia. Lo spettatore diventa protagonista in un<br />
momento di creatività e libertà.<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
Nella foto: l’artista Linda Brindisi mentre dipinde una delle sue famose Rote<br />
Ed è sul concetto di libertà che sono recentemente nate le due<br />
nuove performances: Liberate in Volo e Liberate in Acqua,<br />
dedicate ai giovani. A Comacchio i partecipanti alla performance<br />
hanno dipinto 304 barche poi messe in acqua nei canali del<br />
centro storico lagunare e 200 aquiloni sono stati dipinti da studenti,<br />
passanti, artisti improvvisati in un affascinante workshop<br />
a Lido Spina. ■<br />
www.lindabrindisi.it<br />
STILI DI VITA<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
40<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />
41
LE NOTE DI<br />
MOZART IN<br />
MEMORIA<br />
DELLE<br />
VITTIME<br />
DELLA FAME<br />
NEL MONDO<br />
STILI DI VITA<br />
Photo by Steve McCurry<br />
re più produttivi i loro raccolti. In ampie regioni i campi sono a<br />
coltivazione intensiva, ad esempio della palma per ottenere olio<br />
impiegato soprattutto nell’industria alimentare. I prodotti chimici<br />
usati nelle piantagioni, che sono una causa della deforestazione,<br />
inquinano i terreni e impoveriscono il suolo. Un criterio di<br />
produzione agricola che bada poco alla qualità e soprattutto non<br />
considera l’importanza della biodiversità su cui si sta giocando<br />
la partita dello sviluppo e la salute dell’uomo e del pianeta.<br />
Un modello che arricchisce le multinazionali e concettualmente<br />
opposto a quello sostenibile. Su questo terreno è impegnata<br />
AFA Associazione per il Futuro dell’Africa, ponte tra l’Italia e il<br />
Benin, dove sono avviati con successo molti progetti in ambiti<br />
diversi, anche grazie alla collaborazione con la Onlus italiana<br />
Project for People: un’azienda agricola biologica, un orfanatrofio<br />
(laico), una falegnameria, un ambulatorio. Ho avuto la fortuna<br />
di conoscere il presidente di AFA Salifou Lawani, uomo dalle<br />
qualità eccezionali con lo spirito dell’imprenditore consapevole<br />
delle contraddizioni di un paese che è formalmente indipendente<br />
ma culturalmente ed economicamente assoggettato al neocolodi<br />
Nicola Saluzzi<br />
Secondo il rapporto annuale dell’ONU sullo stato<br />
dell’insicurezza alimentare nel mondo, sono circa 805<br />
milioni le persone (cioè una su nove) che al mondo<br />
soffrono la fame. Entro la fine del 2015 l’Obiettivo<br />
di Sviluppo del Millennio (MDG) di dimezzare la proporzione<br />
delle persone che soffrono la fame è ancora raggiungibile. Nel<br />
2014 sono stati 100 milioni in meno negli ultimi dieci anni e<br />
209 milioni in meno rispetto al 1990. Il tasso di riduzione della<br />
fame è dunque in aumento. Tuttavia, se consideriamo il benessere<br />
e l’abbondanza di cibo (accompagnata dallo spreco) dei paesi<br />
industrializzati, il divario delle condizioni nei paesi più poveri è<br />
intollerabile: la proporzione ci presenta l’immagine di una forbice<br />
allargata. Ridurre al massimo la distanza tra i due estremi<br />
deve essere la priorità nell’agenda dei paesi più ricchi. Un anno<br />
fa ho “catturato” i volti delle persone incontrate soprattutto nei<br />
villaggi che ho visitato in una zona dell’Africa. In verità, non<br />
ho colto i segni di sofferenza della fame o della disperazione.<br />
Ho tuttavia avuto la conferma di quanto sia necessario e urgente<br />
offrire alle popolazioni rurali la conoscenza e i mezzi per rende-<br />
Per noi che viviamo in questa parte del mondo, il tema della<br />
fame può essere dibattuto da diversi punti di vista;<br />
per chi ne soffre invece, non ce n’è che uno:<br />
attuare politiche sostenibili per accedere al cibo!<br />
42<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
43
nialismo, in questo caso francese. Ogni giorno assistiamo (impotenti)<br />
alle assurde disgrazie in mare di popolazioni costrette<br />
ad abbandonare la propria terra per fuggire dalla povertà, dalla<br />
fame e dalla guerra in cerca di sicurezza. Il lavoro delle strutture<br />
di volontariato è meritevole ed è spesso encomiabile l’impegno<br />
soprattutto dei medici che aiutano le popolazioni che soffrono.<br />
Voglio, però, distinguere queste da altre organizzazioni, che,<br />
sotto varie forme, sono spesso portatrici di interessi economici<br />
nei paesi dove destinano gli aiuti. Viene da pensare ad una<br />
sorta di “multinazionali dell’umanitarismo”, che per raccogliere<br />
fondi destinati al cosiddetto Terzo Mondo, fanno leva<br />
sul turbamento psicologico indotto dal senso di colpa. Una<br />
reazione che si attiva quando per esempio, vieni colpito<br />
dall’immagine di un bambino visibilmente denutrito, che<br />
punta gli occhi dritto alla tua coscienza. Un dramma umano<br />
vero che diventa virtuale e strumentale, fondato sul pietismo.<br />
Le popolazioni dei paesi che hanno subito il colonialismo,<br />
l’Africa in primis, sono vittime del paradosso di soffrire<br />
o morire per fame pur abitando territori il cui sottosuolo è ricco<br />
di giacimenti di minerali preziosi e di fonti energetiche: ricchezze<br />
destinate al Nord del mondo. Fame, miseria, sottosviluppo,<br />
si combattono con l’attuazione di programmi di medio lungo termine.<br />
Insieme all’istruzione, bisogna fornire a quelle popolazioni<br />
gli strumenti e le tecnologie che permettano loro di progettare<br />
il futuro sulla propria terra. I pozzi per la raccolta dell’acqua e i<br />
pannelli fotovoltaici per ottenere energia elettrica sono esempi di<br />
soluzioni a basso costo che favoriscono l’autonomia dei villaggi<br />
dove si può praticare un’agricoltura sostenibile e al tempo stesso<br />
fermare l’urbanizzazione e la migrazione. Nonostante la riduzione<br />
del tasso della fame registrato nell’ultimo anno, bisogna<br />
reclamare un maggior impegno della politica mondiale, che deve<br />
sentire la responsabilità e il peso delle morti causate dalla fame e<br />
dalla denutrizione, ma anche delle morti per malattie soprattutto<br />
dei bambini indegnamente e vergognosamente sfruttati nelle miniere<br />
dei preziosi minerali.<br />
Ancora porto nella memoria scene dei filmati in bianco e nero<br />
proiettati, in mancanza di una sala, sulla parete di un edificio nella<br />
piazza del paese, quando ero in età scolare, nello stile del film<br />
“Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Per quel che<br />
ricordo, lo scopo dell’iniziativa era di far conoscere l’impegno<br />
dei missionari italiani in Africa. Non credo che fosse un programma<br />
promosso dalle istituzioni nazionali o che facesse parte<br />
di un programma di sensibilizzazione riconducibile alle Nazioni<br />
Unite. Tutto era ambientato in un villaggio rurale dove, le persone,<br />
soprattutto bambini, in evidente stato di denutrizione, erano<br />
in fila per una ciotola di riso o per fare le vaccinazioni. Sono immagini<br />
rimaste impresse, avvolte da un sentimento misto di compassione<br />
e di speranza. Immagini che oggi accostandole e confrontandole<br />
con gli scatti del grande fotografo Steve McCurry,<br />
a distanza di mezzo secolo restano ancora terribilmente attuali.<br />
Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause<br />
ad essa correlate (fonti: ONU, FAO, UNICEF).<br />
Il 16 ottobre 1979 è stata istituita dai paesi membri della FAO<br />
(Nazioni Unite) e celebrata ogni anno, la Giornata Mondiale<br />
dell’Alimentazione (GMA), che quest’anno è inserita nel<br />
calendario degli eventi all’interno di Expo, dal tema esplicativo:<br />
“Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo<br />
della povertà rurale”. Dunque la protezione sociale come<br />
fondamento di soluzioni atte a ridurre la povertà rurale nelle<br />
campagne per assicurare l’accesso al cibo e ai mezzi per<br />
produrlo. E’ intuibile l’importanza della Giornata perché<br />
Expo, con la presenza dei paesi in via di sviluppo sarà l’amplificatore<br />
di un messaggio dalla grande valenza culturale,<br />
soprattutto ai giovani attraverso la scuola.<br />
La data celebrativa del prossimo 16 ottobre è una tappa del percorso<br />
di sensibilizzazione al tema della nutrizione e alla salvaguardia<br />
delle risorse naturali. Un percorso di sostenibilità che,<br />
coerente con il programma di Expo, deve tendere alla massima<br />
riduzione della forbice. I valori che la data esprime sono stati<br />
fatti propri dall’Associazione Mozart Italia sezione di Milano<br />
che ha deciso di proporre quel giorno come commemorativo,<br />
organizzando un concerto dedicato, dal titolo “In memoria delle<br />
vittime della fame nel mondo”. L’evento è stato inserito nel<br />
programma di Expo sotto gli auspici del Presidente della Repubblica,<br />
e vedrà la partecipazione dei rappresentanti dei paesi<br />
in via di sviluppo presenti a Expo e delle loro comunità in Italia.<br />
In programma è il Requiem in Re minore di Wolfgang Amadeus<br />
Mozart diretto dal Maestro Aldo Bernardi nella chiesa di San<br />
Marco a Milano. L’occasione richiedeva la scelta di un’opera significativa<br />
e suggestiva e non c’è opera più adatta e affascinante<br />
dell’ultimo lavoro del grande Amadeus, interrotta dalla sua morte<br />
precoce e per questo poi rimaneggiata nella parte conclusiva.<br />
Le note vibranti del Requiem mozartiano esprimono in<br />
modo ineguagliabile l’umana sofferenza, trasmettono pathos,<br />
mistero e speranza anche a chi fede non ha.<br />
Numerose sono le celebrazioni nel 2015 in cui viene eseguito il<br />
Requiem di Mozart in tutta Italia. Per il contesto e la profondità<br />
del tema, ma anche per la capacità esecutiva dell’Orchestra Associazione<br />
Mozart Italia Milano, “In memoria delle vittime della<br />
fame nel mondo” resterà certo negli annali dei grandi eventi. Più<br />
che un concerto sarà un’esperienza emotiva di grande effetto, un<br />
segno di umanità verso le morti innocenti. ■<br />
Daniela Milano<br />
MEDITAZIONE IN AUTUNNO<br />
Laureata in filosofia, specializzata<br />
in psicologia psicosomatica,<br />
junghiana, lavora a titolo di libera<br />
professionista come counselor<br />
per il benessere, la formazione,<br />
l’istruzione della persona<br />
ed è giornalista.<br />
IDEA BENESSERE<br />
Con l’entrata dell’autunno si verificano dei cambiamenti importanti<br />
sia nell’ambiente, come la diminuzione delle ore di<br />
luce, sia nell’organismo in cui il più importante è la variazione<br />
della produzione di alcuni ormoni che ne influenzano l’equilibrio.<br />
Questi due fattori accompagnati dalla ripresa delle attività<br />
lavorative, possono generare stanchezza, apatia, stress. Silvia<br />
Giananti insegnante yoga e responsabile Associazione Ytaca (a<br />
Massa Marittima) , consiglia un paio di esercizi di meditazione<br />
e rilassamento per mantenere i benefici e le energie positive accumulate<br />
durante l’estate.<br />
● Mettetevi supini rendendo la posizione confortevole e lasciatevi<br />
andare alla terra che vi sostiene. Un piccolo cuscino sotto il<br />
capo o una salvietta arrotolata che riempia l’arco naturale sotto<br />
il collo. Con gli occhi della mente entrate in contatto con<br />
tutto il corpo a cominciare dai piedi, risalendo lungo le gambe,<br />
dalle mani lungo le braccia, lungo il tronco fino alle spalle.<br />
Lasciate che affiorino i piccoli disagi, eventuali tensioni e, ad<br />
ogni respiro, lentamente lasciate che la terra le assorba. Qualche<br />
piccola oscillazione del capo vi aiuta ad abbandonarlo di<br />
più. Davanti agli occhi chiusi morbidamente, cominciate a<br />
fare esperienza della luminosità diffusa che si espande a tutta<br />
l’area della fronte come uno schermo luminoso. Risiedete<br />
nell’area con alcuni espiri prolungati fino a raggiungere l’esperienza<br />
dell’aria che esce e rientra dalla fronte.<br />
● Respirazione a narici alternate “sole-luna” Questo semplice<br />
esercizio può essere praticato in qualunque momento della<br />
giornata. Al lavoro prima di una riunione importante, oppure<br />
prima di affrontare un appuntamento che reca ansia, ma anche<br />
per mantenere calma e lucidità là dove venga richiesto. - Seduti<br />
in posizione confortevole, con la colonna vertebrale diritta<br />
ed il peso del busto sui due ischi, portare la mano destra con<br />
dito indice e medio appoggiati in mezzo alle sopracciglia e<br />
con pollice ed anulare che chiudono alternativamente la narice<br />
destra e sinistra nella fossetta alta. Prima la sinistra inspira e<br />
la destra espira, poi la destra inspira e la sinistra espira. E così<br />
via… Continuare così per una quindicina di respiri.<br />
Benefici: calma la mente, allevia il mal di testa e riequilibra a<br />
livello energetico. ■<br />
STILI DI VITA<br />
> Opera di Silvia Giananti<br />
Qualora abbiate voglia di<br />
fare osservazioni su quanto<br />
ho scritto o sollevare nuovi<br />
quesiti potete scrivermi a:<br />
redazione_ecoideare@libero.it<br />
44 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
45
LE NOSTRE CONVENZIONI<br />
Per essere sempre più vicini ai nostri associati, Rinenergy ha stretto una serie di accordi per proporre sconti<br />
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Viale Monza, 16 Milano<br />
Tel. 02 28381873<br />
www.cortereginabio.it<br />
Verde Saporito<br />
Via Vittorio Sereni, 27<br />
21016 Luino (VA)<br />
Tel. 0332 1951305<br />
aryma.1snc@gmail.com<br />
Ecopsiché<br />
Scuola di<br />
Ecopsicologia<br />
23875 Osnago (Lc)<br />
Cell. 335 6052912<br />
www.ecopsicologia.it<br />
G.I.A.N. Gruppo Italiano<br />
Amici della Natura<br />
Via Guani,12<br />
25050 Saviore dell’Adamello (Bs)<br />
Tel. 0364 634664<br />
www.amicidellanaturasavioro.org<br />
Aperto mezzogiorno e sera, il Ristorante propone specialità<br />
della migliore tradizione emiliana: gnocco fritto con salumi, tortelli<br />
ripieni di verdure. Ampia scelta di vini biologici e di altissima<br />
qualità. SCONTO 10% su pranzi o cene.<br />
Apicoltura Lares<br />
Via Plizze, 51<br />
25048 Edolo (BS)<br />
Tel. 335 5871623<br />
tosanag0@gmail.com.<br />
Azienda certificata – biologica. Produce stagionalmente (primavera<br />
e estate) miele di rododendro, flora alpina, tarassaco di montagna,<br />
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Cortaccia Biocucina<br />
Piazza Corte dei Sogliari, 6<br />
Zona Portici Corso Umberto<br />
46100 Mantova<br />
Tel. 0376 368760<br />
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Nel centro storico di Mantova, cucina biologica di qualità e della<br />
tradizione. Menù personalizzati su prenotazione per occasioni<br />
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Tel. 02 54071428<br />
www.planerbe.it<br />
Produzione e punto vendita di prodotti erboristici e alimentari<br />
bio. Spazio di eventi culturali con musica dal vivo.SCONTO 20%<br />
per prodotti a marchio Planerbe e tisane personalizzate. SCONTO 10%<br />
per prodotti cosmetici, fitoterapici, alimentari.<br />
La Pica Giardino Botanico<br />
Via imperiale<br />
41038 San Felice sul Panaro (MO)<br />
Tel. 349 8868512<br />
www.giardinolapica.it<br />
L’ associazione nasce nel 2007, in seguito al terremoto, con<br />
l’obiettivo di tutelare e valorizzare la natura e l’ambiente della<br />
pianura modenese. Oggi il giardino vanta una collezione di<br />
700 specie di piante. Offriamo visite accesso e guidate gratuite su<br />
prenotazione<br />
Aggiornamento professionale e Specializzazione in EcoCounseling.<br />
SCONTO del 10% su percorso formativo Eco Tuning di 260 ore con<br />
riconoscimento EES (European Ecopsychology Society) e AssoCounseling.<br />
Az. Agr. FortunatoErrera<br />
Tel. 338 3521837<br />
www.fortunatoerrera.it<br />
Prodotti tipici di Pantelleria: capperi, olio, origano, passito, spumante,<br />
miele d’uva, confetture extra di zibibbo, di gelsi, arance, limoni,<br />
caponata e pesto “panteschi”. Spese trasporto gratis in tutte le regioni.<br />
SCONTO 10% su tutti i servizi di ospitalità dell’Albergo Bue Marino.<br />
A.s.d Ytaca<br />
Via Pascoli, 4<br />
58024 Massa Marittima, (Gr)<br />
Tel 349 2877032<br />
www.facebook.com/YtacaAsd<br />
Associazione sportiva dilettantistica di benessere e cultura affiliata<br />
ACSI (Associazione di sport, cultura e tempo libero) riconosciuta<br />
CONI. Partecipazione gratuita ad una lezione tematica.<br />
Gelati Graziosi<br />
Via Don Giovanni Minzoni<br />
20090 Segrate (MI)<br />
Tel. 338 3363238<br />
www.gelatigraziosi.it<br />
Preparato base per Vice, il gelato 100%vegetale da fare in casa senza<br />
gelatiera. Anche per celiaci. SCONTO 10% sull’acquisto della scatola da 8 vasetti.<br />
Agriturismo<br />
Bio Villa Padura<br />
Via Matteotti,1<br />
90020 Castellana Sicula (Pa)<br />
Tel. 0921 562180<br />
www.agriturismovillapadura.it<br />
Azienda biologica con piscina a copertura telescopica, ampio<br />
parco, sei camere. SCONTO 10% per soggiorni da aprile a novembre,<br />
gratis per bambini fino a 5 anni, 50% per bambini dai 6 anni.<br />
SCONTO 15% su pranzi o cene.<br />
Semprebio<br />
alimentari con ristoro<br />
Via Broggi, 13 (MM Lima) Milano<br />
Tel. 02 29407378<br />
www.semprebio.net<br />
Prodotti biologici e locali di qualità. Bio-bar gastronomico.<br />
Consegna a domicilio. SCONTO 10% sulla spesa.<br />
Panificio Cattaneo<br />
Piazza Wagner, 13 Milano<br />
Tel. 02 462384<br />
Un luogo per conoscere la natura, favorire l’aggregazione, riscoprire<br />
attività tradizionali. Partecipazione gratuita a escursioni alla ricerca di erbe<br />
e a laboratorio con preparazione di decotti e di creme a uso terapeutico.<br />
Bajo Hairstyle<br />
Via Piero Capponi, 5<br />
20145 Milano<br />
Tel. 02 463044<br />
www.hairbajomilano.it<br />
Da sempre attento alla qualità, utilizza la linea di prodotti Shu Uemura<br />
creata nel 1958 dall’ artista giapponese Shu Uemura, tutti basati su<br />
estratti di piante ricche di proprietà benefiche. SCONTO 10% sulla<br />
cerimonia Shu Uemura<br />
Materiavera s.a.s.<br />
Show room e studio di progettazione<br />
Corso San Gottardo, 8 - Milano<br />
Tel. 02 8373179<br />
www.materiavera.it<br />
Bioedilizia e progetta, vende prodotti, fornisce consulenze.<br />
SCONTO 10% su vernici e prodotti Solas oppure sconto del 10% su<br />
prodotti di trattamento del legno Ecoevergreen.<br />
Associazione foreste<br />
per sempre (fps)<br />
Via d’Avia Sud 65/a<br />
41126 Modena<br />
Tel./Fax: 059 4270723<br />
www.forestepersempre.org<br />
L’organizzazione segue progetti per la conservazione dei sistemi<br />
naturali nel mondo. Partecipazione gratuita ad una conferenza.<br />
Associazione La Pila<br />
Via 5 Cerri, 91<br />
06084 Bettona (PG)<br />
Tel. 347 5028485<br />
www.facebook.com/lapila.bettonaassisi<br />
Un luogo per organizzare ritiri di crescita personale e apprendere<br />
antichi/nuovi saperi sul valore dell'ambiente, delle arti e del<br />
patrimonio culturale. Partecipazione gratuita ad una conferenza tematica.<br />
NaturaBio<br />
Via Cavour, 22<br />
20090 Sesto San Giovanni<br />
Tel. 02 24416432<br />
biobim@libero.it<br />
Nel cuore di Sesto San Giovanni (MM1 Rondò) una realtà nata per la<br />
passione del cibo sano e biologico, attenta al rispetto dell’ambiente.<br />
SCONTO 10% su prodotti Fitoterapici, integratori e linee profumate.<br />
Moda Ismeralda<br />
Showroom - Olbia (OT)<br />
Tel. 07 891969765<br />
labottegadisilvia@virgilio.it<br />
www.modaismeralda.it<br />
Una famiglia che da tre generazioni porta avanti la bellezza del<br />
Storico punto di riferimento da oltre 50 anni,<br />
made in Italy. I capi sono stati disegnati e realizzati ispirandosi prima<br />
produce pane a lievitazione naturale e realizza<br />
alla tradizione positanese e successivamente alla raffinatezza della<br />
dolci artistici per ogni occasione.<br />
Costa Smeralda. La famiglia da sempre collabora con piccole sartorie<br />
artigiane.<br />
46 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
47
Ecologia in vetrina<br />
EcoNews<br />
VEVE - IL PRIMO ORTO<br />
AEREOPONICO PER IL PUBBLICO<br />
Veve viene considerato dal suo inventore Matteo Sansoni un nuovo<br />
elettrodomestico smart, 1 metro x 2,30 di ingombro, produce vegetali<br />
e frutta per una famiglia di quattro persone. È stato pensato<br />
per semplici cittadini, condomini, per chi vorrebbe un orto ma ha<br />
un balcone. Le radici degli ortaggi risultano sospese nell’aria e gli<br />
elementi nutritivi, ovviamente biologici, vengono erogati tramite<br />
nebulizzazione con uso ridotto d’acqua e di energia. Veve è il prodotto<br />
di una start-up innovativa di Progetto Manifattura, incubatore<br />
e hub della green economy creato da Trentino Sviluppo a Rovereto.<br />
www.veve.bio<br />
16 GIORNI DI SCIENZA,<br />
CONFERENZE E SPETTACOLI<br />
Dal 2 al 18 ottobre si svolgerà a Bergamo la XIIIa edizione di Bergamo<br />
Scienza con 16 giornate di eventi aperti gratuitamente al pubblico<br />
con Premi Nobel e scienziati di fama mondiale. Temi come ambiente<br />
e salute, neuroscienze, genetica, musica, meccanica quantistica,<br />
biodivesità e immunologia, progettazione e design saranno trattati<br />
con linguaggio divulgativo in modo interdisciplinare. In programma<br />
spettacoli e concerti con artisti di fama internazionale.Tra gli ospiti il<br />
biologo Rino Rappuoli, il nobel per la fisica Konstantin Novoselov, la<br />
neuroscienziata Suzanne Corking e l’astronomo Massimo Tarenghi.<br />
www.bergamoscienza.it<br />
LA EAMES SHELL CHAIR<br />
CHE RISPETTA L’AMBIENTE<br />
La Eames Shell Chair, una delle icone più note del modernismo anni<br />
50, progettata dai designer Charles e Ray Eames e prodotta per la prima<br />
volta nel 1950 da Herman Miller con il guscio in vetroresina, è oggi<br />
riproposta, nel rispetto per l’ambiente e per amore dei collezionisti, in<br />
polipropilene riciclabile 100% utilizzando la tecnologia del settore auto.<br />
Per gli amanti del design e per i curiosi www.archdaily.com/615276<br />
A VIENNA IL PRIMO GRATTACIELO PASSIVO AL<br />
MONDO CERTIFICATO PASSIVHAUS<br />
É stato costruito nella capitale austriaca il primo gratacielo per uffici certificato<br />
Passivhaus. Una torre di 20 piani affacciata sul canale del Danubio<br />
che ospita circa 900 dipendenti della Raiffesen Bank.Specifiche scelte<br />
progettuali sull’involucro hanno consentito a questa costruzione di garantire<br />
un risparmio energetico di più dell’80% rispetto ai grattacieli per uffici<br />
tradizionali. L’energia è fornita da un impianto fotovoltaico, un impianto<br />
geotermico e un impianto di trigenerazione. www.passivhaus-institut.de.<br />
COLLANE MATTE O MATTI PER LE COLLANE<br />
Questa esperienza particolarmente interessante nasce dalla collaborazione<br />
tra l’Associazione Onlus Contatto, impegnata a sviluppare la cultura<br />
della solidarietà e a sostenere l’inclusione sociale delle persone a rischio<br />
di disagio psicosociale, e il Centro Psicosociale di Via Litta Modignani a<br />
Milano per contrastare lo stigma sulla malattia mentale. Le persone coinvolte<br />
vengono inserite in un’attività manuale che offre anche l’opportunità<br />
di relazionarsi con il mondo esterno e nello stesso tempo realizzare<br />
oggetti che rispondono ad un principio di eticità. Infatti riciclando le capsule<br />
di caffè i pazienti creano collane, orecchini, spille, cinture divertenti<br />
e attuali che esprimono la loro creatività e incontrano il gusto della gente.<br />
Per sapere dove e come acquistarli collanematte@gmail.com<br />
facebook (CollaneMatte)<br />
TEAM ELITE - LA BICICLETTA<br />
PER IL CROSS COUNTRY<br />
La linea mountainbike dal peso piuma, completamente in carbonio,<br />
per affrontare i tragitti più difficili, polverizzare le salite e<br />
tracciare facilmente le discese più tortuose. L’angolatura più aperta<br />
del normale del tubosterzo facilita il controllo, l’attacco corto<br />
del manubrio e l’avantreno ribassato permettono stabilità, il telaio<br />
in carbonio assicura una guida stabile anche ad alta velocità.<br />
Disponibile in divesi colori.<br />
www.bmc-switzerland.com/it-it<br />
NUTRIAMO LA NOSTRA ENERGIA<br />
ATTRAVERSO LO YOGA:<br />
PREPARIAMO CORPO E MENTE AI CAMBIAMENTI AUTUNNALI<br />
L’energia vitale non è qualcosa di astratto e indefinibile e attraverso<br />
lo Yoga possiamo imparare ad attivare quel “fiume” che è dentro<br />
di noi. L’Associazione Ytaca propone, a ridosso dell’equinozio di<br />
autunno, a Massa Marittima, un seminario tenuto da Silvia Giananti,<br />
Giovanna Spina eValeria Trumpy. Stile e tecniche: Hatha yoga,<br />
Viniyoga, Meditazione, Yoga Nidra, Pranayama.<br />
Domenica 25 ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 18:00<br />
Costo: 65 euro a persona, alloggio escluso<br />
Per chi viene da fuori, saranno forniti nomi di ostelli, affittacamere<br />
ed alberghi vicini. Per info e prenotazioni:<br />
Associazione YTACA, Via Pascoli 4 - 58024 Massa Marittima, GR<br />
Tel 349 28.77.032 email a.s.d.ytaca@gmail.com<br />
POMARIA IN VAL DI NON<br />
Nei giorni 10 e 11 ottobre si svolgeranno a Cles, capoluogo della<br />
Val di Non, due giornate in cui i visitatori avranno a disposizione<br />
un intero campo di mele per capire come si raccoglie la frutta. Tra<br />
le novità dell’edizione 2015 visite guidate al frutteto storico di Cles<br />
che raccoglie più di 80 varietà di mele e di pere a rischio estinzione,<br />
il field food ossia il cibo che si portava in campagna e il viaggio con<br />
la ferrovia elettrica Trento-Male in compagnia di attori che racconteranno<br />
la Pomaia. www.pomaria.org<br />
48 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
49
Biblioteca della sostenibilità<br />
IL GIARDINO<br />
IN MOVIMENTO<br />
di Gilles Clément<br />
Quodlibet Editore<br />
Pag. 319 - € 28,00<br />
REINVENTARE<br />
LA TUA CASA<br />
di Henriette Thompson<br />
Mondadori Editore<br />
Pag. 272 - € 24,90<br />
NATURA IN BANCAROTTA<br />
di Anders Wijkman<br />
e Johan Rockstrom<br />
Edizioni Ambiente<br />
Pag. 272 - € 24,00<br />
Il giardino in movimento è uno spazio in cui<br />
la natura non è assoggettata a un progetto<br />
o a uno schema preconfezionato. Il libro<br />
racchiude divesi gradi di leggibilità: è una<br />
guida per il giardiniere, è un trattato di<br />
filosofia della natura, è un resoconto letterario<br />
delle esperienze che Gilles Clément,<br />
paesaggista, ingegnere agronomo, botanico<br />
ed entomologo, ha fatto interagendo con la<br />
natura. Si apprende l’arte di incoraggiarla,<br />
agevolarla e favorirla.<br />
Un manuale pieno di risorse per non rimanere<br />
mai a corto di idee. Un libro intelligente<br />
e divertente per trasformare qualcosa di vecchio,<br />
di fuori uso o che non piace più reinventando<br />
e riutilizzando. Per evitare inutili<br />
sprechi, proteggere la natura, restare al passo<br />
con le ultime tendenze del design contemporaneo.<br />
Per rivoluzionare la casa ispirandosi<br />
alle creazioni si designer all’avanguardia<br />
mettendo in pratica i suggerimenti e i progetti<br />
contenuti nel volume.<br />
Il libro propone un nuovo approccio alla<br />
sostenibilità. Gli autori individuano nove<br />
sistemi che consentono al nostro pianeta<br />
di funzionare e sostentarci e per ognuno<br />
propongono un confine da non superare per<br />
non innescare fattori pericolosi. Dato che<br />
abbiamo già superato tre di questi confini è<br />
evidente che urge una radicale trasformazione<br />
del sistema economico e produttivo. Servono<br />
modelli di business alternativi e un’economia<br />
basata sul riuso e sul riciclo.<br />
CERTIFICHIAMO IN ARMONIA CON LA NATURA<br />
CCPB CERTIFICA PRODOTTI BIOLOGICI ED ECOSOSTENIBILI<br />
DEL SETTORE AGROALIMENTARE E NO FOOD<br />
L’agroalimentare<br />
biologico<br />
Il biologico<br />
non food<br />
I prodotti<br />
eco-sostenibili<br />
50<br />
CONSUMO CRITICO,<br />
ALIMENTAZIONE<br />
E COMUNICAZIONE<br />
di Vincenzo Russo,<br />
Sergio Marelli, Aurelio Angelini<br />
Franco Angeli Editore<br />
Pag. 352 - € 32,00<br />
Alla sua terza edizione il testo raccoglie il<br />
contributo di autori di diversi ambiti ed esperienze<br />
per dare senso al termine consumo<br />
critico nel campo dell’alimentazione e definire<br />
il ruolo della comunicazione soffermandosi<br />
sui principali cambiamenti di questi ultimi<br />
anni. Sottolineando come la dimensione<br />
etica stia diventando pervasiva dei processi<br />
di comunicazione.<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />
CONTRO NATURA<br />
di Dario Bressanini e Beatrice Mautino<br />
Editore Sonda<br />
Pag. 306 - € 17,50<br />
Nonostante si riscontri da tempo una corsa<br />
all’alimentazione naturale, le idee sul tema<br />
non sono sempre così chiare. Sappiamo<br />
poco di ciò che finisce nel nostro piatto. Gli<br />
autori, in questo saggio, forniscono risposte<br />
ai tanti dubbi che ci assillano, guidandoci<br />
in un viaggio attraverso le storie dei cibi,<br />
così come li conosciamo, raccogliendo le<br />
testimonianze di ricercatori e agricoltori e<br />
spiegando il vero significato di alcuni termini<br />
e parole in cui ogni giorno ci imbattiamo.Un<br />
libro per imparare a scegliere.<br />
2°C<br />
di Gianni Silvestrini<br />
Edizioni Ambiente<br />
Pag. 264 - € 22,00<br />
Il libro offre un approfondimento del settore<br />
energia e al suo mutamento dando uno<br />
sguardo ai cambiamenti climatici e agli<br />
effetti che questi hanno sulle nostre attività<br />
e sul nostro pianeta. Una massa di informazioni,<br />
di dati, di esempi e di idee per<br />
raccontare tutto il settore dell’energia che<br />
cambia, le conseguenze sull’economia, sulla<br />
vita quotidiana e i rischi che si corrono.<br />
Una carellata sulle più recenti innovazioni<br />
tecnologiche che si stanno affermando nei<br />
vari campi.<br />
CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />
per l’attività di controllo e certificazione dei<br />
prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />
Controllo<br />
e Certificazione<br />
CCPB srl<br />
CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />
nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />
con metodo bio, secondo gli standard<br />
internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />
Habitat e i nostri standard privati.<br />
Viale Masini, 36<br />
40126 Bologna, Italy<br />
CCPB certifica i prodotti agroalimentari e non,<br />
in base a standard nazionali e internazionali<br />
quali la produzione integrata, la detergenza,<br />
la rintracciabilità di filiera, GLOBALGAP, la<br />
certificazione di prodotto e quella di sostenibilità.<br />
Tel +39 051 6089811<br />
Fax +39 051 254842<br />
ccpb@ccpb.it<br />
www.ccpb.it
OLTRE ALL’ENERGIA PULITA TRACCIATA,<br />
SERVIZI ESCLUSIVI DI GREEN MARKETING<br />
Strumenti per comunicare la scelta “Green”<br />
è 100% digitale<br />
amico dell’ambiente<br />
per la comunicazione ecofriendly e fa evitare:<br />
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emissioni di CO2 per la realizzazione dei materiali cartacei;<br />
a disposizione dei clienti<br />
kitgreen www.kitgreenmultiutility.it è un servizio di<br />
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