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Ecoideare Settembre Ottobre N31

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N°31 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015<br />

€ 3,50<br />

N.31 - settembre/ottobre 2015 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />

NUTRIRE<br />

LA VITA<br />

ENERGIA PER IL PIANETA<br />

Il benessere<br />

STILI DI VITA<br />

Le note di Mozart<br />

ALIMENTAZIONE ECOABITARE AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Cemento Verde<br />

Iran, non solo nucleare<br />

Dog Beach


AIAB CALABRIA<br />

Periodico culturale di informazione<br />

sullo sviluppo sostenibile<br />

SOMMARIO<br />

pag. 10<br />

Editoriale<br />

Sostenibilmente<br />

Giorgio Nebbia<br />

ALIMENTAZIONE<br />

Cemento Verde - Nicola Saluzzi<br />

Polvere di ...latte - Fabrizio Piva<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

L’altopiano di piné e la valle dei mòcheni:<br />

valli parallele, ambienti sub-alpini, destini diversi - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

Dog Beach - Andrea Alessandro Muntoni<br />

ECOABITARE<br />

La casa di Materiavera: L’abitare naturale e sano - Maria Elisabetta Tonali<br />

Gli orti urbani: come richiederli per coltivarli - Filippo Mariani<br />

Iran, non solo nucleare - Marco Cagelli<br />

STILI DI VITA<br />

Carta di Milano - a cura della Redazione<br />

Cerimonia Shu Uemura - Daniela Milano<br />

Il Benessere Biologico:<br />

Un viaggio alla ricerca del benessere interiore ed esteriore - a cura della Redazione<br />

Per un’ecologia della relazione:<br />

la condivisione delle parti di sè e dell’altro - Franco Cirone<br />

Assalti Pittorici - Pittura.In.Movimento - a cura della Redazione<br />

Le note di Mozart in memoria delle vittime della fame nel mondo - Nicola Saluzzi<br />

Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />

Le nostre convenzioni<br />

Ecologia in vetrina<br />

Econews<br />

Biblioteca della sostenibilità<br />

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48<br />

pag. 14<br />

pag. 20<br />

pag. 36<br />

Prodotti a base di carne Formaggi Olio d’oliva Vino Agrumi e derivati Liquirizia Patata<br />

Con il contributo di:<br />

Dipartimento 7<br />

Agricoltura e Risorse Agroalimentari<br />

Rinenergy ® Associazione no profit per lo Sviluppo Sostenibile costituita il<br />

5.12.2007 con sede in Milano via Sardegna 57 - www.rinenergy.it<br />

Presidente: Nicoletta Cova<br />

È attiva nei seguenti settori: agricoltura biologica, salvaguardia delle riserve<br />

energetiche, economia del recupero, progettazione ecologica dei prodotti,<br />

nuove tecnologie, utilizzo di nuovi materiali, nuove professioni, benessere.<br />

Rinenergy ® comunica i propri valori attraverso i propri mezzi periodici e<br />

siti internet. Nella ricerca di un nuovo valore sociale una particolare attenzione<br />

è dedicata agli animali d’affezione ed alla loro convivenza con l’uomo nel<br />

contesto urbano.<br />

Scelte e progetti sono avallati dal Comitato Scientifico composto da:<br />

Ing. Silvano Benitti | fonti rinnovabili – efficienza energetica<br />

Prof. Stefano Bocchi | cropping systems Università degli Studi di Milano<br />

Dr. Gianni Cavinato | tecnologia alimentare<br />

Dr. Franco Cirone | medico chirurgo ricercatore<br />

Prof. Marco Dezzi Bardeschi | urbanistica<br />

Ing. Andrea Alessandro Muntoni | ingegneria ambientale<br />

Prof. Giorgio Nebbia | ecologia<br />

Ing. Alberto Pianta | mobilità<br />

Dr. Fabrizio Piva | certificazione<br />

Dr. Rodrigo Rodriquez | imprenditore (Material Connexion Italia)<br />

Dr.ssa Paola Santeramo | agricoltura periurbana<br />

Dr. Dario Sonetti | biodiversità<br />

Dr. Alessandro Spadoni | chimica cosmetologica<br />

Prof. Roberto Spigarolo | UNIMI Facoltà di Agraria<br />

Registro Tribunale di Milano N.60 del 13 Febbraio 2009 - Registro stampa periodica<br />

<strong>Ecoideare</strong><br />

Periodico culturale di informazione sullo sviluppo sostenibile<br />

Direzione, Amministrazione, Redazione<br />

Via Sardegna, 57 20146 Milano - tel. 02 36642800<br />

fax 02 36642803 - info@ecoideare.it - www.ecoideare.it<br />

Direttore editoriale: Nicoletta Cova (n.cova@rinenergy.it)<br />

Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />

Art Direction e impaginazione: Clara Falchi<br />

Copertina: Clara Falchi<br />

Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />

Marketing e Sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />

Pubblicità e iniziative speciali 02 36642800 – 348 7638654<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Mario Allodi, Marco Cagelli, Valentina Castellani, Franco Cirone, Filippo Mariani,<br />

Andrea Marziani, Daniela Milano, Andrea Alessandro Muntoni, Giorgio Nebbia,<br />

Fabrizio Piva, Serenella Sala, Nicola Saluzzi, Maria Elisabetta Tonali.<br />

<strong>Ecoideare</strong> è realizzata in collaborazione con Gaia Animali e Ambiente Onlus<br />

Testata registrata al Tribunale di Milano.<br />

Registro Stampa Periodica n. 60 - 13/02/2009.<br />

Stampa: Verde Smeraldo di Stefano Molinai – Via Fogazzaro,14<br />

21020 Varano Borghi (VA)<br />

Per abbonarsi e per informazioni sul proprio abbonamento:<br />

tel. 02 36642800 - segreteria@ecoideare.it<br />

ABBONAMENTO A SEI NUMERI € 21,00 + SP<br />

ABBONAMENTO A SEI NUMERI + TESSERA SOCIO RINENERGY<br />

€ 40,00 privati<br />

€ 60,00 professionisti e associazioni<br />

€ 150,00 aziende<br />

www.rinenergy.it/soci/servizi<br />

Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Regione Calabria<br />

Cofinanziato Feasr Regolamento (CE) n°1698/2005 Misura 133<br />

ECOIDEARE È AMICA DELL’AMBIENTE. QUESTA TESTATA È STAMPATA CON IL 100% DI ENERGIA PULITA SU CARTA CERTIFICATA FSC<br />

PROVENIENTE DA FORESTE DOVE SONO RISPETTATI DEI RIGOROSI STANDARD AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI.<br />

3


Il Benessere<br />

In questi giorni dobbiamo prendere<br />

atto che la politica dell’Europa<br />

sull’accoglienza dei migranti sta<br />

cambiando. Per troppo tempo l’Italia<br />

è rimasta isolata nel far fronte al<br />

dramma che vede protagonisti milioni<br />

di esseri umani disperati, senza<br />

casa, senza cibo, scappare dalle torture,<br />

dalla guerra e dalla fame, abbandonare<br />

la propria terra e affrontare<br />

un viaggio “di speranza” verso<br />

il Vecchio continente. Per questo ci<br />

piace l’Italia solidale che accoglie<br />

e assiste le persone che fuggono<br />

dall’inferno. Pur con i limiti economici<br />

e organizzativi, e i ritardi e le<br />

carenze della politica (non possiamo<br />

accettare la gestione delinquenziale<br />

e strumentale del problema), la solidarietà<br />

umana è prevalsa alla logica<br />

del rifiuto dello straniero, che può<br />

decretare la morte delle persone. Il<br />

rifiuto è un pregiudizio culturale del<br />

nostro tempo, perché a leggere la<br />

storia, la nostra è la fusione di culture<br />

diverse, l’Italia in particolare per<br />

la sua posizione geografica. Fino al<br />

secolo passato, che ha visto in periodo<br />

di pace, tra gli altri, milioni di italiani<br />

che dal Sud hanno cercato lavoro<br />

al Nord dell’Italia e dell’Europa, e<br />

in altri continenti.<br />

È incomprensibile e inaccettabile<br />

che alcuni Paesi che oggi fanno parte<br />

dell’Unione Europea, abbiano chiuso<br />

le frontiere addirittura costruendo<br />

muri e filo spinato. Assistiamo ad un<br />

esodo biblico che segna la storia di<br />

questo secolo. E purtroppo contiamo<br />

anche i morti, in migliaia, che si aggiungono<br />

ai milioni che nel mondo<br />

hanno il destino segnato dalla denutrizione.<br />

Questo è il contesto storico<br />

in cui viviamo e su cui dobbiamo<br />

riflettere per interrogare la nostra<br />

coscienza.<strong>Ecoideare</strong> esce in periodo<br />

ricco di eventi che ci vede interpreti.<br />

Aderiamo, sosteniamo e partecipiamo<br />

al concerto del 16 ottobre a<br />

Milano, che commemora le vittime<br />

della guerra e della fame, sulle note<br />

«Siamo fatti degli stessi atomi e degli stessi<br />

segnali di luce che si scambiano i pini sulle<br />

montagne e le stelle nelle galassie.»<br />

Carlo Rovelli<br />

Editoriale<br />

del Requiem di Mozart, di cui si parla<br />

nelle prossime pagine. <strong>Ecoideare</strong><br />

è media partner de “Il Benessere<br />

Biologico”, una manifestazione alla<br />

prima edizione e sarà in distribuzione<br />

all’incontro del 27 ottobre “Cemento<br />

Verde”, organizzato da Rinenergy,<br />

che propone un confronto tra<br />

esperti e amministratori locali per<br />

un miglior rapporto uomo-ambiente<br />

attraverso la pratica di coltivare orti<br />

urbani.<br />

È, infatti, un dato inconfutabile che<br />

il benessere dell’uomo passa, in senso<br />

ampio, anche dal benessere dello<br />

spazio che ci circonda. Ce lo ricorda<br />

Giorgio Nebbia nel suo articolo Il<br />

Verde Urbano, che invita tutti, istituzioni<br />

e cittadini, a rispettare, curare<br />

e ampliare i giardini e le piante, in<br />

quanto essenziali per la nostra esistenza<br />

oltre che essere di arredo e di<br />

piacere alla vista.<br />

Segnaliamo infine le pagine dedicate<br />

a La Carta di Milano, documento<br />

propositivo che sarà l’eredità di<br />

Expo Milano 2015 che ci richiama<br />

ad una maggiore responsabilità individuale.<br />

Buona lettura!<br />

Edgar Meyer<br />

Sostenibilmente<br />

a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />

Serenella Sala<br />

Dottore di ricerca in ecologia<br />

applicata, è ricercatore<br />

nell’ambito della scienza della<br />

sostenibilità.<br />

LA SHARING ECONOMY AIUTA DAVVERO<br />

L’AMBIENTE?<br />

Che cos’è la sharing economy?<br />

Si tratta di un sistema economico<br />

basato sulla condivisione.<br />

Significa che invece che acquistare<br />

beni o servizi singolarmente, si<br />

sceglie di condividerne la proprietà, o in<br />

alcuni casi solamente l’utilizzo, con altre<br />

persone. Obiettivo finale di questo sistema<br />

è ottenere gli stessi benefici dell’acquisto<br />

singolo, ma con una maggiore efficienza<br />

(dell’uso delle risorse naturali, dell’utilizzo<br />

dei propri soldi e del proprio tempo,<br />

ecc).<br />

Secondo una ricerca realizzata da Duepuntozero<br />

DOXA e presentata a Sharitaly,<br />

l’evento organizzato da collaboriamo.org<br />

lo scorso nel dicembre 2014, il<br />

13% della popolazione in Italia ha preso<br />

parte almeno una volta all’economia della<br />

condivisione.<br />

Dal 2011 ad oggi i numeri sono più che triplicati,<br />

in particolare nell’ambito dei trasporti,<br />

delle energie, dell’alimentazione e<br />

del design. Chi partecipa alla sharing economy<br />

indica il risparmio come principale<br />

vantaggio ottenibile grazie a questa scelta,<br />

seguito dal minore impatto ambientale,<br />

dalla flessibilità dello stile di vita, dalla<br />

maggiore praticità, e da un più facile accesso<br />

a beni e servizi. Per quanto riguarda<br />

i benefici immateriali, gli intervistati hanno<br />

indicato l’appartenenza a una comunità,<br />

la maggiore responsabilità, e infine, la<br />

partecipazione. In effetti, oltre a garantire<br />

un risparmio economico, l’economia della<br />

condivisione risponde ai principi dell’economia<br />

circolare, mirati alla riduzione<br />

dell’uso di risorse e ad una migliore efficienza<br />

nell’uso dei beni che produciamo.<br />

Tuttavia, come possiamo misurare il<br />

contributo al raggiungimento di questo<br />

obiettivo?<br />

È molto difficile valutare gli effetti dell’utilizzo<br />

in condivisione di beni e servizi. Ad<br />

esempio, l’uso dei sistemi di car sharing<br />

può permettere ad una famiglia di rinunciare<br />

alla seconda auto, riducendo il numero<br />

di autovetture private in circolazione.<br />

Ma siamo sicuri che allo stesso tempo<br />

il fatto di avere a disposizione un servizio<br />

che, per un costo minore rispetto a quello<br />

del possesso di un’auto propria, ci garantisce<br />

lo stesso servizio dei mezzi pubblici<br />

ma con maggiore confort non spinga alcune<br />

persone ad utilizzare l’auto (seppure in<br />

condivisione) al posto dei mezzi pubblici?<br />

E, in questo caso, come facciamo a valutare<br />

se l’impatto ambientale complessivo è<br />

diminuito o aumentato rispetto al passato?<br />

Dottore di ricerca in scienze<br />

ambientali, è ricercatore<br />

nell’ambito della scienza della<br />

sostenibilità.<br />

Per rispondere a questa domanda, applicabile<br />

non solo al settore della mobilità,<br />

ma anche ad altre innovazioni nell’ambito<br />

della condivisione (ad es. il possibile<br />

aumento del numero di voli per turismo,<br />

grazie al risparmio sull’affitto degli appartamenti),<br />

sono stati realizzati numerosi<br />

studi mirati ad una quantificazione dei<br />

vantaggi ambientali che includa anche<br />

eventuali “rebound effects”, ovvero effetti<br />

secondari generati dai benefici, soprattutto<br />

economici, derivanti da questa modalità di<br />

scambio.<br />

I risultati di questi studi dimostrano che<br />

in alcuni casi le innovazioni garantiscono<br />

effettivamente un miglioramento, mentre<br />

in altri c’è addirittura il rischio di un peggioramento<br />

rispetto alla situazione precedente.<br />

Per questo motivo, come sempre,<br />

se vogliamo fare delle scelte davvero sostenibili,<br />

è molto importante analizzare le<br />

situazioni con una prospettiva più ampia<br />

e cercare di informarsi il più possibile per<br />

poter fare la scelta migliore. ■<br />

Serenella Sala e<br />

Valentina Castellani<br />

Valentina Castellani<br />

5


Giorgio Nebbia<br />

Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />

uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />

Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo<br />

nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico,<br />

dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />

IL VERDE<br />

URBANO<br />

L’attitudine di una società verso il verde è un indicatore<br />

di molte cose importanti. Se ci si guarda intorno si vedono<br />

molte persone eccellenti che senza dubbio amano<br />

il verde; le loro case sono abbellite di piante curate e<br />

costose; nelle riunioni di condominio accettano rilevanti spese<br />

per abbellire il cortile con alberi esotici. Il loro comportamento<br />

cambia completamente nei confronti del verde pubblico, degli<br />

ultimi alberelli rimasti nelle nostre strade, degli ultimi pezzi di<br />

campagna rimasti intrappolati fra le case. Il poco verde residuo<br />

viene spazzato via senza rimorsi per far posto a strade, nuovi<br />

edifici, parcheggi di asfalto, i veri segni del “progresso”!<br />

La crisi del verde urbano in molte grandi città nasce da questa<br />

doppia attitudine, di rispettosa cura per il verde privato, strano<br />

e costoso, e di totale disprezzo per il verde collettivo. Eppure il<br />

verde urbano non è una cosa inutile, un arredo superfluo.<br />

Un grande igienista del passato, Vincenzo De Giaxa, scriveva<br />

all’inizio del Novecento: “Con il destinare una parte della superficie<br />

stradale a giardino o ad aiuole, precedenti le case che<br />

prospettano sui due lati delle vie, con l’alberare queste e con<br />

il situarvi strisce di giardini, indi con le piazze-giardino e con<br />

i vari giardini e parchi pubblici, si crea il verde sanitario della<br />

città, cui oggi si ascrive il meritato interesse dell’igiene urbana<br />

e anche dell’estetica”.<br />

GIORGIO NEBBIA<br />

Ogni città dovrebbe perciò avere, chiedere, rispettare, aumentare<br />

il verde nelle strade, in qualsiasi spazio accessibile<br />

al pubblico, in qualsiasi ritaglio di spazio privato, intorno agli<br />

uffici e alle fabbriche. Il verde è, infatti, il principale depuratore<br />

dell’aria: attraverso il processo fotosintetico qualsiasi pianta<br />

verde è capace di eliminare dall’atmosfera l’anidride carbonica<br />

che vi viene immessa da tutti i fenomeni di combustione, dagli<br />

impianti di riscaldamento alle automobili, alle industrie.<br />

La fotosintesi consiste, infatti, proprio nella capacità delle<br />

piante di far combinare insieme, con l’energia fornita dal Sole,<br />

l’anidride carbonica e l’acqua “fabbricando” nelle foglie nuove<br />

sostanze organiche. La forza vitale delle piante è straordinaria;<br />

anche nelle condizioni più ostili le piante sono capaci di<br />

crescere traendo le sostanze nutritive anche dai piccoli depositi<br />

di polvere e di terra che si infiltrano negli angoli delle strade,<br />

fra i mattoni o le pietre. Oltre all’anidride carbonica le piante<br />

sono capaci di trattenere molte altre sostanze nocive presenti<br />

allo stato di gas, ma soprattutto di polveri, nell’atmosfera. Una<br />

ricerca sull’ecosistema urbano di Roma, condotta molti anni fa,<br />

ha mostrato che le foglie delle piante dei viali avevano trattenuto<br />

una parte del piombo e degli altri metalli immessi nell’aria<br />

dall’inquinamento fissandoli nelle foglie e riducendo così<br />

le polveri nocive assorbite dai polmoni degli esseri umani che<br />

vivono nella città.<br />

John Evelyn, uno studioso vissuto in Inghilterra nel 1600, propose<br />

di diminuire l’inquinamento di Londra dovuto al carbone,<br />

che già allora si usava in abbondanza, circondando la città di<br />

una cintura di alberi d’alto fusto capaci di filtrare i fumi puzzolenti,<br />

dimostrando di aver ben compreso la capacità disinquinante<br />

della vegetazione. Altrettanto importante è il fatto che il<br />

verde urbano, nel suo processo vitale, libera anche continuamente<br />

ossigeno, il gas essenziale per la vita che è consumato<br />

durante la combustione della benzina, del gasolio, del metano<br />

nei mezzi di trasporto e negli impianti di riscaldamento. In una<br />

zona ricca di Sole come l’Italia le piante spontanee - lecci, olivi,<br />

pini, carrubi - sono sempreverdi e perciò in grado di svolgere<br />

durante tutto l’anno la loro funzione di depurazione e riossigenazione<br />

dell’atmosfera. Queste sono le piante che, in armonia<br />

6<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

7


col paesaggio naturale, dovrebbero essere diffuse e gelosamente<br />

protette nelle nostre città insieme ad altre piante spontanee come<br />

le robinie e le ginestre, tipiche delle zone aride, ricche di foglie<br />

e bellissime. Di robinie, per esempio, sono ornati molti viali e<br />

molte strade di Roma, con un effetto molto gradevole. Alle virtù<br />

delle piante nella città va aggiunta la proprietà di dare ombra, un<br />

bene particolarmente prezioso d’estate nei paesi caldi, di filtrare<br />

e attutire il rumore, e infine<br />

di fornire bellezza, una cosa così<br />

preziosa e rara, che spesso si manifesta,<br />

quasi a sorpresa, nei posti<br />

più impensati, sui muri delle case<br />

invasi da rampicanti, nell’angolo<br />

di un cortile. Tutte virtù salutari<br />

particolarmente importanti per gli<br />

strati più deboli della popolazione<br />

urbana, quelli dotati di minore<br />

mobilità, i bambini, i ragazzi, gli<br />

anziani. I metri quadrati di verde<br />

urbano disponibili per ciascun<br />

abitante in una città sono una misura<br />

anche del modo in cui la città<br />

è sorta, è cresciuta, viene rispettata.<br />

La crescita disordinata della<br />

città nel dopoguerra ha spazzato<br />

via ogni spazio che non avesse<br />

valore monetario; i giardini sono<br />

diventati parcheggi o garage,<br />

ogni superficie occupata da verde<br />

“inutile” è stata edificata; perfino<br />

i pochi alberelli che affiancavano<br />

alcune strade sono stati soffocati<br />

nell’asfalto e poi gradualmente<br />

sradicati per far posto alle automobili<br />

in sosta.<br />

Il mito delle città di cemento e<br />

asfalto, piene di luccicanti automobili, è stato creato non certo<br />

nell’interesse degli abitanti, ma per ricavare il massimo profitto<br />

da ogni metro quadrato di spazio. Che cosa conta se i bambini<br />

devono giocare a pallone in mezzo alle pietre, se le mamme<br />

devono scavalcare le automobili in sosta sui marciapiedi per far<br />

passare le carrozzine con i figli? La distruzione del verde è un<br />

altro aspetto della violenza urbana, per cui la città stessa alla<br />

fine si rivolta contro i suoi abitanti, impedendo la circolazione<br />

dei mezzi di trasporto, diventando quasi inaccessibile.<br />

La violenza dei ragazzi che strappano la borsetta alle signore o<br />

che forzano le macchine in sosta è del tutto simile a quella che<br />

è stata esercitata quando è stata tollerata la crescita di un orribile<br />

agglomerato di case senza luce e senza verde, senza spazi<br />

per giocare, per incontrarsi, per camminare: i marciapiedi, come<br />

dice il nome, dovrebbero essere fatti per chi va a piedi, non per<br />

le automobili in sosta. La battaglia per il verde è quindi una battaglia<br />

per ottenere che la collettività<br />

ridiventi padrona degli spazi<br />

in cui stare insieme, dell’aria non<br />

inquinata, del diritto al silenzio.<br />

Ricordo che molti anni fa, quando<br />

si celebrava ogni anno la giornata<br />

dell’ecologia nelle scuole, ho<br />

partecipato con i ragazzi di una<br />

Scuola media alla messa a dimora<br />

di alcune pianticelle in un<br />

cortile: i ragazzi erano pieni di<br />

entusiasmo, speravano di vedere<br />

crescere, insieme a loro, i virgulti<br />

trasformati in alberi. Ho poi saputo<br />

che dei passanti, per disprezzo<br />

e stupidità, avevano strappato le<br />

pianticine, vanificando un piccolo<br />

ma importante atto di fiducia<br />

nel futuro, nella natura, nella vita.<br />

Questo episodio di violenza mi<br />

viene alla mente ogni volta che<br />

vedo il comportamento di tante<br />

persone verso il verde pubblico,<br />

quasi una forma di odio e di disprezzo:<br />

eppure, come ricorda<br />

Alfieri nella “Vita”, anche noi<br />

affondiamo le radici in un mondo<br />

naturale dalla cui integrità dipende<br />

la nostra stessa salute. L’odio<br />

per il verde è come odio verso noi stessi.<br />

Cerchiamo di ritrovare i valori da cui dipende la nostra sopravvivenza,<br />

cerchiamo di ristabilire un nuovo rapporto di amicizia<br />

con la natura, col verde, con gli altri abitanti della città. Chiediamo<br />

agli amministratori di ampliare gli spazi verdi con prati e alberi<br />

spontanei del nostro paese; chiediamo ai nostri concittadini,<br />

nelle scuole, nelle parrocchie, nei posti di lavoro, nei partiti, di<br />

rispettare il verde in quanto bene di tutti. ■<br />

CEMENTO<br />

L'ORTO URBANO<br />

PARADIGMA DELLA MODERNITÀ POST INDUSTRIALE<br />

PROPOSTE FU ORI EXPO PER NUTRIRE LA VITA<br />

A confronto:<br />

Gianni Cavinato: Tecnologo Alimentare, Presidente ACU<br />

"entrare in relazione con la natura all'interno di un orto significa entrare in relazione con noi stessi"<br />

Paola Santeramo: Presidente ISTVAP<br />

"utilizzare il verde esistente o trasformare il non esistente"<br />

Franco Cirone: Medico e Psicoterapeuta<br />

"dalle nostre pratiche noi decidiamo il nostro modo di essere nel mondo"<br />

con Amministratori Locali<br />

modera Nicola Saluzzi<br />

VERDE<br />

Politiche per il benessere dei cittadini, dell'ambiente, del paesaggio<br />

Esperienza, progetti, impegni per il futuro sostenibile<br />

MARTEDÌ 27 OTTOBRE 2015 - ORE 18:00 - 21:00<br />

EXPOINCITTÀ LOUNGE (EX SPAZIO COBIANCHI)<br />

MILANO, P.ZA DUOMO 19/A<br />

INGRESSO GALLERIA VITTORIO EMANUELE<br />

Evento Certificato da<br />

8<br />

ecoIDEARE - Luglio / Agosto 2015<br />

tel. 02 36642800 - info@rinenergy.it - www.rinenergy.it


CEMENTO<br />

VERDE<br />

ALIMENTAZIONE<br />

INCONTRO RINENERGY<br />

FUORI EXPO<br />

di Nicola Saluzzi<br />

CEMENTO VERDE<br />

martedì 27 ottobre - ore 18:00 - 21:00<br />

Expoincittà Lounge (ex Cobianchi)<br />

Milano, P.za Duomo 19/a<br />

ingresso Galleria Vittorio Emanuele<br />

Richiesta prenotazione:<br />

email: segreteria@rinenergy.it<br />

Infoline 0236642800<br />

Se da una parte la conoscenza scientifica e le nuove tecnologie<br />

segnano uno stadio avanzato del progresso e di<br />

benessere, dall’altra le stesse sono corresponsabili del<br />

rapporto compromesso uomo-natura, perché costituiscono<br />

il fattore di accelerazione della formazione del mercato<br />

unico “globale”.<br />

Gli eventi che fino a pochi anni fa ci venivano riportati come fenomeni<br />

naturali, oggi si spiegano come la conseguenza di interventi<br />

umani, dettati da convenienze economiche e da giochi<br />

di potere che interferiscono con il naturale assetto dei territori.<br />

Difficile classificare la gravità degli interventi umani-fenomeni<br />

(in)naturali, perché ciascuno concorre ai cambiamenti climatici<br />

che minacciano irreversibilmente la salute della Terra, che negli<br />

ultimi 50 anni ha subito un’accelerazione senza precedenti<br />

anche a causa dell’industrializzazione dell’agricoltura (uso<br />

massiccio della chimica, deforestazione, sperpero e inquinamento<br />

dell’acqua).<br />

Solo per semplificare porto due esempi che naturalmente non<br />

esauriscono l’elenco, ma danno l’idea della diversità dei disastri<br />

perpretati a danno dell’unica “Casa comune” (espressione<br />

recentemente usata dal Papa): la cementificazione degli alvei<br />

dei fiumi in ambito nazionale o locale, e la costruzione di siti<br />

nucleari disposti secondo una logica di nuovi assetti geopolitici<br />

(e quindi militari) di importanza planetaria. Con uno scenario<br />

così distruttivo dobbiamo trovare il coraggio a non rassegnarci<br />

e arginare per quanto possibile il declino, consapevoli che il<br />

primo passo per un cambiamento è dentro ciascuno di noi. Con<br />

la conoscenza e l’agire attraverso le buone pratiche possiamo<br />

ridisegnare nuovi modelli economici che rimettano al centro i<br />

bisogni dell’uomo in armonia con la natura, oggi depredata.<br />

Nell’ultimo numero di <strong>Ecoideare</strong>, a margine delle riflessioni<br />

sull’andamento di Expo, abbiamo riportato la sintesi degli interventi<br />

che abbiamo ascoltato all’incontro organizzato da Rinenergy<br />

alla fine di maggio. Nonostante il clima politico, sociale<br />

ed economico si presenti sempre più deprimente, abbiamo registrato<br />

in quelle parole di saggezza, una prospettiva di speranza.<br />

Abbiamo così deciso di approfondire i concetti e sottoporre le<br />

proposte avanzate dagli esperti coinvolgendo nuovi attori e allargando<br />

il pubblico.<br />

“L’orto urbano è il nuovo paradigma della modernità industriale”,<br />

ci ha detto Gianni Cavinato. Ci pare un tentativo di offrire,<br />

anzi, di costruire, una prospettiva che ha una sua concreta applicazione;<br />

è anche una metafora efficace perché sta dentro il<br />

concetto di benessere per “nutrire la vita” in funzione spirituale,<br />

che ribalta quella del cibo come nutrimento chimico-fisico.<br />

Prendere cura della porzione di terra da coltivare per averne benefici<br />

materiali e spirituali, prendere cura di se stessi attraverso<br />

un nuovo (ritrovato) rapporto con la natura dentro (o appena<br />

fuori) i confini della città, significa anche solidarietà e spirito<br />

di comunità. La comunità del borgo rurale da cui proviene la<br />

maggior parte delle famiglie italiane prima della massiccia urbanizzazione,<br />

oggi può essere comunità di quartiere, dove i cittadini<br />

“cementano” le relazioni mentre frequentano, coltivano e<br />

ammirano l’orto che curano, di cui godranno anche i frutti.<br />

“Cemento verde” abbiamo intitolato il prossimo incontro Fuori<br />

Expo che vedrà anche la partecipazione di amministratori locali<br />

che fanno parte della nuova Città metropolitana (e non solo)<br />

dove l’agricoltura periurbana è già una realtà.<br />

Ma la sfida è più grande. E Rinenergy l’ha raccolta! ■<br />

10 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

11


POLVERE<br />

ALIMENTAZIONE<br />

DI<br />

…LATTE<br />

di Fabrizio Piva<br />

Il tema merita un po’ di chiarezza perché i diritti in gioco sono<br />

molti, quelli dei produttori di latte, quelli che producono i formaggi<br />

ed i cittadini che in questo caso acquistano i prodotti e<br />

desiderano essere informati correttamente. In Italia esiste una<br />

Legge, la n.138 dell’11 aprile 1974, che vieta la detenzione, la<br />

vendita e il commercio di latte alimentare diretto o destinato alla<br />

produzione di formaggi e prodotti caseari che contengano latte in<br />

polvere o altri latti conservati con qualunque trattamento chimico<br />

o comunque concentrati.<br />

Questo implica che i consumatori italiani non consumino prodotti<br />

che contengano il latte in polvere?<br />

Assolutamente no perchè l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’UE<br />

e nell’UE questo divieto non c’è e per la libera circolazione delle<br />

merci i produttori di formaggio possono acquistare semilavorati<br />

provenienti da altri paesi dell’UE che contengono polvere di latte<br />

così come i distributori possono acquistare formaggi e yogurth che<br />

contengono polvere di latte e tranquillamente venderli nel mercato<br />

italiano. Già da queste prime righe possiamo notare come non<br />

vengano rispettati i diritti dei produttori di formaggio, che non<br />

godono di una competizione leale con i loro omologhi europei, e<br />

quelli dei consumatori in quanto non vi è l’obbligo di indicare in<br />

etichetta che questi prodotti sono stati ottenuti con l’aggiunta di<br />

latte in polvere. Su questa tematica la Commissione UE ha chiesto<br />

all’Italia di intervenire sulla legge del 1974, togliendo di fatto il<br />

divieto all’utilizzo del latte in polvere, avviando una procedura di<br />

infrazione a cui il nostro paese deve dare risposta entro il prossimo<br />

29 settembre 2015. La Commissione ritiene che il comportamento<br />

dell’Italia leda il principio della libera circolazione delle merci,<br />

e su questo non vi è alcun dubbio, così come non ha imposto<br />

l’utilizzo del latte in polvere nei prodotti caseari e tanto meno nei<br />

formaggi tipici, i cui disciplinari di produzione prevedono il solo<br />

ricorso al latte fresco alimentare. Sul piano più strettamente tecnico<br />

il latte in polvere non è certo dannoso alla salute, basti pensare<br />

ai latti in polvere usati per i bambini, se ne usano percentuali<br />

molto limitate per aggiustare il livello di grassi e proteine nella<br />

produzioni di formaggi, yogurth, creme di latte e semilavorati<br />

usati in pasticceria e gelateria. Se pensassimo a produrre un formaggio<br />

con solo latte in polvere ne avremo una massa informe, di<br />

colore scuro e certamente non apprezzabile dal mercato. Il latte in<br />

polvere subisce un processo di “sprayzzazione” con eliminazione<br />

dell’acqua e mantenimento del potere nutritivo originario salvo<br />

la denaturazione di alcune vitamine e proteine conseguentemente<br />

al processo termico ma non certo acquista connotati negativi nei<br />

confronti degli aspetti igienico sanitari. Sicuramente consente di<br />

ridurre i costi di trasporto e di rendere maggiormente competitiva<br />

la produzione del latte, oggi in taluni momenti minata da prezzi<br />

poco remunerativi. Già oggi molti produttori importano semilavorati,<br />

pronti all’uso, che contengono latte in polvere aggirando il<br />

divieto della legge n. 138 ma dovendo sopportare costi più elevati<br />

e scaricandoli sul consumatore.<br />

La tematica ci porta a riflettere sull’elevata concorrenza che la<br />

rimozione di tale divieto comporterebbe per gli allevatori. Se l’industria<br />

alimentare potesse ricorrere al latte in polvere, facilmente<br />

trasportabile su lunghe percorrenze, vi sarebbe una maggiore<br />

pressione sul prezzo del latte alla stalla, già oggi su livelli intorno<br />

ai 30 centesimi al litro. D’altro canto, però, vi sono allevatori italiani<br />

che producono per realtà che utilizzano il latte in polvere e<br />

che spuntano prezzi superiori al latte fresco alimentare. Anche in<br />

questo caso occorre organizzare la filiera affinchè il latte in polvere<br />

sia equivalente a quello eventualmente di importazione.<br />

Il tema vero, poi, è quello dell’informazione al consumatore in<br />

quanto l’UE non obbliga il produttore ad indicare la presenza del<br />

latte in polvere sui prodotti che lo possono contenere. Questo non<br />

è ammissibile e occorre porre il consumatore nelle condizioni di<br />

poter scegliere senza nascondere nulla e riportare la “battaglia”<br />

del latte in polvere sui binari dell’economicità e dell’appartenenza<br />

ad un mercato unico e non tanto sventolando le bandiere delle<br />

“paure igienico-sanitarie” o, mentendo, che le nostre eccellenza<br />

casearie potranno contenere polvere di latte; questi ultimi sono<br />

regolati da disciplinari che non prevedono il ricorso alla polvere<br />

di latte. ■<br />

12<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

13


L’ALTOPIANO DI PINÈ E<br />

LA VALLE DEI MÒCHENI:<br />

VALLI PARALLELE,<br />

AMBIENTI SUB-ALPINI,<br />

DESTINI DIVERSI.<br />

di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

I<br />

l nostro percorso parte dalla Valsugana, dall’abitato di Pergine.<br />

Da lì, seguendo il torrente Fersina si percorre la valle<br />

dei Mòcheni. Un incipit con dolci pendenze si trasforma in<br />

salita repentina, portandoci ad altra quota. La strada sale poi<br />

con morbidezza per raggiungere le parti più rinserrate della valle.<br />

Colpiscono subito le coltivazioni, particolarmente ricorrenti<br />

quelle di frutti minori, versione attualizzata di una vocazione<br />

agricola mai sopita tra il gruppo di coloni stabili fin dal ‘400.<br />

Traiettoria evolutiva di un luogo che ha attraversato anche lo<br />

sfruttamento dei ricchi giacimenti minerali di ferro, rame ed<br />

argento per poi ritornare nobilmente agricolo, proprio attraverso<br />

la coltivazione del frutto minore, scoprendosi in questo<br />

settore distretto produttivo di rilevanza globale. Le coltivazioni<br />

segnano linearità e disegni con passo costante in cui anche gli<br />

elementi verticali, i tutori, generano piccoli volumi con ritmi<br />

disciplinati ed una geometria suasiva del rapporto equilibrato<br />

delle genti con il territorio.<br />

I paesi mòcheni sono adagiati su entrambi i versanti della valle,<br />

orientata dal suo fiume su un’asse sud-ovest/nord-est. Canalone<br />

accompagnato costantemente dal corso d’acqua che l’ha generato,<br />

il luogo ha una caratteristica singolare: è una valle trentina<br />

abitata storicamente da una comunità tedesca – i Mòcheni<br />

- che ha mantenuto inalterate nel tempo le proprie tradizioni.<br />

L’origine germanica è racchiusa in ogni toponimo, così come<br />

in lingua tedesca sono declinati i patronimici che indicano le<br />

case delle famiglie, destando lo stupore del visitatore. La storia<br />

di questa popolazione, i cui antenati attraversavano questi<br />

luoghi su mandato dei loro regnanti, allo scopo di procurarsi<br />

prodotti e approvvigionamenti agricoli, ha come peculiarità<br />

l’autosufficienza; è per questa attitudine che, dal momento in<br />

cui i Mòcheni vi si sono stabiliti, sono stati ridotti al minimo<br />

nel corso della storia i contatti con l’esterno. In pieno inverno i<br />

colori delle terre e dei gialli dominano le inquadrature fino ad<br />

intercettare le aree boscate dove sono massicciamente presenti<br />

le aghifoglie. La lingua e la tradizione mòchene non sono l’unica<br />

presenza esogena radicatasi in questa parte del territorio sospesa<br />

tra Veneto e Trentino. Vi è anche traccia, anche se ormai<br />

effimera della lingua Cimbra, parlata dai Cimbri, popolazione<br />

di matrice nord europea migrata a sud est, che in queste terre ha<br />

vissuto quasi 5 secoli di prosperità, fino a declinare alla metà<br />

del ‘900 nella quasi estinzione in comunità pulviscolari distribuite<br />

tra le provincie di Vicenza, Verona e Trento. Un destino<br />

diverso da quello della lingua mòchena, legata ad un comunità<br />

rinsaldata nello stretto alveo delle valle chiusa in cui si stabilirono<br />

originariamente. A tracciare il carattere del luogo, uno dei<br />

piatti più importanti, frutto del clima di questo territorio, è il<br />

raviolo mòcheno (Rufioi); pasta casereccia ripiena di verdure<br />

che chiariscono più d’ogni parola le qualità atmosferiche del<br />

luogo: verze, porri e verdure a spalleggiarsi per intessere una<br />

trama di profumi e sapori che evocano refoli di vento lontano,<br />

con un sentore di cannella e pepe.<br />

Il percorso nella valle può essere affrontato anche attraverso<br />

una via ciclabile, appassionatamente denominata “il sentiero dei<br />

piccoli frutti, quando la via del gusto è un sentiero”, che permette<br />

ancor di più che in automobile, di intercettare i profumi della<br />

natura e di guardare alcuni scorci di paesaggio a velocità lenta.<br />

La valle culmina nella località di Palù del Fersina, la più elevata,<br />

dov’è presente l’Istituto Culturale Mòcheno che ha lo scopo di<br />

preservare e valorizzare la cultura e il patrimonio degli abitanti<br />

di tradizione Mochena. Morbido e suasivo è uno dei dolci tipici<br />

della zona, gli Straboi , presente con denominazioni assonanti<br />

(strauben) nelle aree fino al sud-tirolo. Un dolce generato dalla<br />

trasformazione di una pastella fluida che, versata attraverso il<br />

collo di un imbuto forma una sinuosa serpentina che solidifica<br />

nell’olio bollente. Di un invitante giallo-oro viene servita spolverata<br />

di zucchero e contrastata con l’asprezza di una composta<br />

di mirtillo rosso. La valle può essere ripercorsa anche dal versante<br />

opposto perché la strada “ritorna” su se stessa dopo aver<br />

attraversato il fiume. I colpi d’occhio cambiano completamente<br />

a seconda delle luci del giorno e questo versante è sempre più<br />

freddo ed innevato perché peggio esposto ai raggi del sole. In<br />

alternativa si suggerisce invece di prendere la carrozzabile per<br />

Bedollo attraversando il passo di Redebus.<br />

Si sale ulteriormente di quota fino a quasi 1500 m s.l.m. con paesaggi<br />

le cui presenze dominanti sono di larici e abeti. Dall’abitato<br />

di Bedollo si gode un’infilata valliva straordinaria, sequenze<br />

di corsi d’acqua e piccoli laghi ghiacciati, con abitati garbati<br />

che si affacciano sulle rive, con radici ben piantate nel terreno e<br />

nella roccia. I formaggi locali, sia di capra che di latte vaccino<br />

portano con sé gli odori del fieno, dei prati primaverili, dei profumi<br />

delle erbe roride, che lo stesso animale ha respirato prima<br />

e durante la produzione del latte. Una mirabile esemplificazione<br />

di questo insieme è rappresentato dal termine francese terroir,<br />

coniato per condensare il sedimento culturale della lavorazione<br />

operata dall’uomo, le peculiarità climatiche del luogo, le caratteristiche<br />

dell’aria, dell’acqua e del suolo che all’unisono,<br />

determinano i prodotti espressione di quella specifica realtà. La<br />

discesa è repentina e si scende nell’altopiano di Pinè. Anche in<br />

questa zona fin dal 1400 i coloni tedeschi giunsero per rendere<br />

agricole le pendici dei monti che determinavano la valle. La<br />

colonia ha mantenuto per molti secoli le tradizioni e la lingua<br />

fino ad essere integrata ed assorbita dalla popolazione locale. I<br />

laghi ghiacciati formano una distesa bianco-grigia in cui i timidi<br />

raggi del sole si riflettono, e solo pochi uccelli si avventurano<br />

sulla lastra sottile. Questo vasto tavolato pianeggiante è un invaso<br />

incantevole cinto da monti che sembrano “vestirsi” nelle<br />

loro sommità da boschi mentre il resto della falda è coltivato<br />

finemente dall’uomo. Tutta l’area è circondata negli scenari più<br />

elevati dalle dolomiti del Lagorai. La discesa riprende e quando<br />

la valle si riapre si scorgono sulla destra le grandi cave del porfido<br />

di Albiano, enormi ferite lapidee, montagne violentate per<br />

soddisfare pavimentazioni delle aree pedonali di molte città. ■<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

14<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

15


DOG<br />

BEACH<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

di Andrea Alessandro Muntoni<br />

Il termine BENESSERE è giustamente associato agli aspetti<br />

fisici e psichici e, con tale accezione, può essere ricompreso<br />

anche il RAPPORTO UOMO – ANIMALE e i suoi effetti sulla<br />

salute fisica e psichica dell’uno e dell’altro. Quest’articolo<br />

tenta di dare una risposa sul piano ingegneristico ad un aspetto<br />

legato al rapporto uomo – animale con riferimento al cane. In<br />

particolare ci si interroga sull’opportunità e sulla valenza nonché<br />

sulle criticità – risolvibili adottando opportuni criteri e regolamenti<br />

– legate al delicato rapporto fra l’uomo e il cane sia<br />

quando esso è di tipo personale consenziente (padrone – animale<br />

d’affetto e da compagnia) che sociale e collettivo (comunità di<br />

persone – animale tout court); saranno, parimenti, analizzati alcuni<br />

riflessi che l’uso di aree specificatamente allestite per i cani<br />

possono avere sul piano ambientale.<br />

Generalità sulle aree specialmente allestite per cani<br />

Molti Comuni costieri della Penisola e delle Isole maggiori<br />

(Sardegna, Sicilia) stanno provvedendo al riordino del litorale<br />

e alla revisione, modifica e integrazione del proprio Piano<br />

di Utilizzo del Litorale (PUL) secondo le Linee Guida emanate<br />

dalle Regioni (ordinarie o a statuto speciale) in ottemperanza<br />

alle norme di legge vigenti e applicabili a tutto il territorio nazionale.<br />

In seno all’attività di riordino molti Comuni costieri stanno<br />

valutando la possibilità di inserire nell’anzidetto strumento di<br />

pianificazione territoriale della fascia costiera (PUL), un’area<br />

da destinarsi all’accoglienza di cani, denominata comunemente<br />

come “Dog Beach”. La previsione e l’allestimento di tale<br />

area necessita di alcune valutazioni preliminari in relazione al<br />

contesto ambientale e naturale nonché alle norme di sicurezza,<br />

igiene e ambientali che devono essere rispettate dall’esercente<br />

l’attività; molte delle valutazioni fatte sono da approfondirsi, naturalmente,<br />

anche in seno alla procedura di Valutazione Ambientale<br />

Strategica (VAS) prevista per l’adozione e approvazione del<br />

PUL da parte del Soggetto procedente, così come previsto dal<br />

D.Lgs. 152/2006 recante “Norme in materia ambientale”.<br />

Norme di riferimento<br />

La materia è senz’altro disciplinata, fra le altre, dalle seguenti<br />

disposizioni di legge e regolamentari:<br />

1) D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. recante “Norme in materia ambientale”<br />

e in particolare dalla Parte IV relativa alla gestione<br />

dei rifiuti<br />

2) Ordinanza del Ministero della Salute del 12/12/2006 recante<br />

“Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”<br />

3) Decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n.<br />

320 recante “Regolamento di polizia veterinaria”.<br />

Nelle regioni che hanno disciplinato in modo speciale le regole<br />

e modalità d’uso del litorale, possono essere applicabili anche<br />

altre disposizioni; a titolo di esempio si citano quelle emanate<br />

dalla Regione Autonoma della Sardegna: Allegato alla Deliberazione<br />

G.R. n. 10/28 del 17/03/2015 recante “Linee Guida per<br />

la Predisposizione del Piano di Utilizzo dei Litorali con finalità<br />

turistico ricreativa – Disposizioni generali e pianificazione –<br />

Istruzioni gestionali”.<br />

Tali disposizioni regolamentari vanno lette, tuttavia, anche tenendo<br />

conto delle ordinanze balneari emanate, nella Penisola,<br />

dalle competenti capitanerie di Porto; esse disciplinano le attività<br />

esercitabili sul demanio marittimo.<br />

Disposizioni generali per la presenza di cani in spiaggia<br />

Sulle spiagge e negli specchi acquei, all’infuori della Dog Beach,<br />

durante tutta la stagione balneare, è generalmente vietato<br />

transitare o trattenersi con qualsiasi tipo di animale, anche<br />

se munito di museruola o guinzaglio. Sono tuttavia escluse dal<br />

divieto le unità cinofile da salvataggio munite di brevetto per<br />

16 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

17


il salvataggio accompagnate dal conduttore. Le unità Cinofile,<br />

durante i servizi, devono comunque essere munite di tessera di<br />

riconoscimento dell’Associazione di appartenenza, censita presso<br />

il Registro Regionale del Volontariato, laddove istituito. Sono<br />

altresì esclusi dal divieto di transito nelle spiagge i cani guida<br />

per i non vedenti ed i cani condotti al guinzaglio dal personale<br />

addetto alla sorveglianza degli stabilimenti balneari nelle<br />

ore di chiusura.<br />

Aree assentibili per la dog beach<br />

Le norme di legge e i regolamenti applicabili consentono, generalmente,<br />

all’Amministrazione comunale interessata di individuare<br />

apposite porzioni di litorale nelle quali consentire – a precise<br />

regole, non già scritte - l’accesso anche agli animali (cani).<br />

Le aree assentibili in concessione nel litorale possono essere individuate<br />

sia nel demanio marittimo sia nelle aree retrostanti;<br />

in quest’ultimo caso l’area dovrebbe essere individuata fra<br />

quelle pubbliche o per usi civici o fra quelle di privati che, con<br />

apposita convenzione, manifestino interesse a esercire o far esercire<br />

sul proprio terreno le attività di cui trattasi. Non sono, in generale,<br />

assentibili aree con presenza di vegetazione psammofila<br />

- che vive sulla sabbia - e alofila – adattatasi a livelli di salinità<br />

piuttosto elevati, molto superiori a quelli normalmente tollerati<br />

dai normali organismi (NaCl 7,5%) – tipiche delle spiagge marine<br />

- ovvero con presenza di uccelli o altre specie protette, in<br />

ragione del particolare rapporto cane - uccello.<br />

Delimitazione ed uso dell’area da parte del concessionario<br />

Le aree oggetto di concessione demaniale dovrebbero essere delimitate,<br />

fatta salva la fascia di libero transito profonda almeno 5<br />

metri dalla linea di battigia (riferita al livello medio marino estivo),<br />

con sistema a giorno, di altezza non superiore a 1 metro (per<br />

es. con paletti di legno distanti tra loro non più di 3 metri uniti<br />

tra loro da corda o sagola festonata) o palloni colorati infissi al<br />

suolo collocati agli angoli del perimetro dell’area. Tuttavia molti<br />

regolamenti prevedono che le aree destinate ai cani e ai loro<br />

accompagnatori vengano chiuse in modo tale da segregare tanto<br />

gli animali quanto le persone, generalmente adducendo motivazioni<br />

di ordine pubblico e sicurezza non del tutto condivisibili.<br />

Alcuni esperti del rapporto uomo – cane sostengono, infatti, che<br />

i cani trovano nella dog beach un’area da cui sarebbe – per il<br />

cane – difficile allontanarsi; ivi, infatti, l’animale trova gli spazi<br />

e i compagni di gioco adatti a esprimere la propria personalità<br />

e il proprio bisogno di correre; sarebbe un po’ come credere che<br />

un bambino col lecca lecca al luna park possa, anche solo per<br />

un istante, desiderare di allontanarsi volontariamente per sfuggire<br />

all’area giochi e voglia, pertanto, dirigersi verso i cancelli<br />

d’uscita! In altri termini, la segregazione dell’area, a tutte le<br />

condizioni e regole appresso specificate, sembrerebbero essere<br />

superflue e finanche controproducenti in un’ottica di gestione<br />

del contesto e accettabilità dell’intervento rispetto alla pubblica<br />

opinione.<br />

Obblighi generali del concessionario<br />

Il concessionario della Dog Beach, con la sottoscrizione dell’atto<br />

di concessione dell’area di spiaggia o di retrospiaggia (marina<br />

o lacuale o fluviale), dovrebbe necessariamente impegnarsi:<br />

1) a richiedere a tutti i competenti enti comunali, provinciali,<br />

regionali e dello Stato le prescritte autorizzazioni, avendo<br />

cura di trasmettere copia delle stesse ai competenti uffici del<br />

Demanio;<br />

2) ad organizzare la corretta, efficiente ed efficace gestione<br />

dei rifiuti (sia speciali sia assimilabili agli urbani) prodotti<br />

dagli utenti e dagli animali;<br />

3) a emanare un regolamento per l’esercizio dell’attività,<br />

comprendente obblighi e doveri degli utenti – utilizzatori;<br />

4) a vigilare affinché gli utenti della dog beach non pratichino,<br />

all’interno e soprattutto all’esterno dell’area (dog beach),<br />

giochi e attività sportive che possano arrecare disturbo alle<br />

persone e alla quiete del luogo in generale;<br />

5) a organizzare e svolgere attività (ivi compresi eventuali<br />

concorsi canini) evitando di cagionare un qualsivoglia danno<br />

all’ambiente o agli habitat o molestia alle persone o turbativa<br />

alla pubblica quiete.<br />

Disposizioni e obblighi speciali del Concessionario<br />

Fermo restando quanto più sopra precisato, il concessionario dovrebbe,<br />

inoltre, essere tenuto o quanto meno invitato e obbligato<br />

a rispettare le seguenti ulteriori prescrizioni:<br />

1) attivare un efficiente servizio di soccorso e salvataggio di<br />

uomini e animali con le modalità indicate, laddove adottate,<br />

nei programmi di previsione e prevenzione del rischio balneare<br />

redatti dalla competente Provincia o Regione in conformità<br />

alle indicazioni fornite dalla competente Capitaneria di Porto<br />

e al Dipartimento / Servizio di Protezione Civile;<br />

2) rispettare i vigenti contratti collettivi nazionali di categoria,<br />

relativamente all’organizzazione dei servizi ed all’espletamento<br />

delle attività oggetto della concessione nonché le norme<br />

d sicurezza a tutela dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008);<br />

3) esporre in luogo ben visibile al pubblico copia dell’atto<br />

concessorio rilasciato dal Soggetto che ne ha titolo nonché le<br />

tariffe applicate per i servizi resi;<br />

4) curare la manutenzione e la pulizia delle aree in concessione<br />

e delle aree limitrofe fino al battente del mare o lago o fiume;<br />

5) al verificarsi di qualsiasi circostanza legata all’esercizio<br />

della Dog Beach che costituisca pericolo per le persone, sia<br />

sulla spiaggia che in acqua, il Concessionario dovrà effettuare<br />

la relativa segnalazione alla più vicina Autorità Marittima<br />

e dovrà prendere ogni possibile, immediato provvedimento a<br />

salvaguardia delle persone.<br />

Inoltre, il Concessionario dovrebbe essere obbligato, a pena di<br />

revoca immediata della concessione demaniale o dell’autorizzazione<br />

all’esercizio dell’attività di Dog Beach nelle aree pubbliche<br />

o private di retrospiaggia marina o lacuale o fluviale, fatti<br />

salvi tutti i diritti di rivalsa sul Concessionario da parte dell’Amministrazione<br />

competente e degli altri soggetti aventi diritto:<br />

✓ ad acquisire la licenza di esercizio e l’autorizzazione sanitaria<br />

nei casi previsti dalla legge prima dell’apertura al pubblico;<br />

✓ a disporre di congrua dotazione antincendio, nei casi e nel<br />

rispetto delle prescrizioni previste dalla specifica normativa in<br />

materia, soprattutto se la Dog Beach è inserita in un pregevole<br />

contesto ambientale e naturalistico, tanto più se in zone (boscose)<br />

già percorse o percorribili dal fuoco;<br />

✓ a predisporre eventuali servizi igienici correlati all’esercizio<br />

dell’attività, se non già presenti nelle aree di retrospiaggia o<br />

parcheggi, devono essere collegati alla rete fognaria comunale<br />

ovvero essere dotati di sistema di smaltimento riconosciuto<br />

idoneo dalla competente autorità sanitaria;<br />

✓ a predisporre presso ogni Dog Beach dei servizi igienici<br />

per gli utenti diversamente abili, al fine di poter promuovere<br />

lo speciale rapporto UOMO – ANIMALE anche alle persone<br />

svantaggiate, con l’auspicio che anch’esse possano ottenere il<br />

giusto BENESSERE psico – fisico dalle attività ludico ricreative<br />

con i cani.<br />

Inoltre, al fine di preservare l’ambiente e gli habitat dall’inquinamento,<br />

dovrebbero essere vietati:<br />

✓ l’uso di sapone e shampoo per il lavaggio dei cani qualora<br />

siano utilizzate docce non dotate di idoneo sistema di scarico<br />

e collettamento alle reti fognario - depurative;<br />

✓ lo spazzolamento e la toeletta del cane in acqua, al fine di<br />

evitare la dispersione dei peli e arrecare disturbo alle persone<br />

che usufruiscono dello specchio acqueo.<br />

Regolamento generale per gli utenti<br />

Il Regolamento per la frequentazione della Dog Beach da parte<br />

degli utenti dovrebbe essere esposto in luogo ben visibile e consegnato<br />

a ciascun utente, eventualmente con l’obbligo di sottoscriverlo<br />

(per accettazione) prima dell’accesso all’interno della<br />

Dog Beach. Il Regolamento della Dog Beach, cui gli utenti<br />

dovrebbero uniformarsi, dovrebbe, in generale, essere aderente<br />

e coerente con le seguenti disposizioni regolamentari generali,<br />

fermo restando che le regole di convivenza civile, buon senso ed<br />

educazione dovrebbero, in una Società davvero evoluta, essere<br />

sufficienti a garantire un adeguato rapporto di convivenza tra<br />

persone in genere che aspirano e coltivano interessi diversi:<br />

1) l’accesso ai cani e alla spiaggia è consentito unicamente<br />

agli utenti che abbiano con se il libretto sanitario del cane;<br />

2) è consentito l’accesso ai cani di qualsiasi taglia o razza ad<br />

eccezione di quelli ritenuti o giudicati, da parte dello staff<br />

(qualificato) del Concessionario della Dog Beach, di natura<br />

aggressiva o palesemente molto territoriali, indipendentemente<br />

dalla razza o tagli;<br />

3) non è consentito l’accesso ai cani ad aggressività non controllata;<br />

4) i cani non possono oltrepassare il limiti della spiaggia sia<br />

sciolti che al guinzaglio. Sul rispetto di tale disposizione rispondono<br />

in solido lo staff della Dog Beach e il proprietario o<br />

accompagnatore del cane;<br />

5) il cane può essere lasciato libero di correre e giocare purché<br />

non oltrepassi i limiti esterni della spiaggia o area in concessione;<br />

6) agli utenti è consentita la balneazione del proprio cane<br />

sotto la stretta sorveglianza del padrone - accompagnatore,<br />

comunque entro lo specchio acqueo all’uopo delimitato con<br />

boe di fronte all’area di concessione;<br />

7) il cane dovrà essere tenuto al guinzaglio - almeno temporaneamente<br />

- qualora sia ravvisato, da parte dello staff, un atteggiamento<br />

eccessivamente “esuberante”;<br />

8) lo staff della Dog Beach ha la facoltà di permettere o meno<br />

l’accesso ad alcuni cani se ritenuti inadeguati alla convivenza<br />

con gli altri e ha inoltre la facoltà di decidere quali cani possano<br />

essere ammessi purché tenuti a guinzaglio all’interno della<br />

Dog Beach;<br />

9) è obbligatorio raccogliere le deiezioni dei propri cani nell’area<br />

della Dog Beach, fermo restando che i trasgressori potranno<br />

essere immediatamente allontanati dalla Dog Beach. Ciascun<br />

visitatore con cane al seguito deve essere munito degli<br />

attrezzi o dei sacchetti per raccogliere le deiezioni del proprio<br />

animale; qualora non le possedesse deve recarsi dallo staff del<br />

Concessionario che deve comunque fornirli al richiedente;<br />

10) è vivamente sconsigliato accedere alla spiaggia con cani<br />

in calore; lo staff del Concessionario dovrà essere informato<br />

dai padroni e dovrà provvedere ad una idonea sistemazione<br />

all’interno della Dog Beach.<br />

Conclusioni<br />

Sono sempre di più le persone che decidono di condividere la<br />

propria vita con animali domestici, che diventano parte integrante<br />

della famiglia; altri, invece, sono obbligati a condividere<br />

la propria vita con animali addestrati per supportarli e assisterli<br />

(cani per non vedenti, ecc.), ma in entrambi i casi il BENESSE-<br />

RE psico fisico che può derivare dal rapporto con un animale<br />

supera le più rosee aspettative. Gli animali da compagnia e<br />

quelli di assistenza, soccorso, salvataggio meritano di poter<br />

trascorrere con i propri padroni del tempo libero in spazi<br />

socialmente stimo-<br />

lanti sia per le persone che<br />

per i cani. ■<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

18<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

19


La casa di Materiavera<br />

L’ABITARE NATURALE<br />

E SANO<br />

MARIA ELISABETTA TONALI<br />

Architetto - esperta in architettura<br />

sostenibile e materiali naturali.<br />

Dal 2004 è titolare di Materiavera,<br />

studio di ricercaprogettazione-<br />

design eco.<br />

ECOABITARE<br />

di Maria Elisabetta Tonali<br />

Tante volte ci ritroviamo a parlare di casa ecologica, di<br />

sostenibilità, di bioarchitettura. Spesso però non è del<br />

tutto chiaro a cosa ci si riferisca con questi termini. Per<br />

noi una casa ecologica è una casa prima di tutto SANA.<br />

I materiali edili tradizionali non tengono conto degli effetti sulla<br />

salute che hanno i loro componenti chimici. Molto spesso la causa<br />

di allergie e relativi effetti collaterali, asma, disturbi del sonno,<br />

mal di testa, intolleranze alimentari, fino ad arrivare all’insorgenza<br />

di fenomeni oncologici, è da ricercare proprio nelle emissioni<br />

tossiche dei materiali con i quali sono costruite le case che abitiamo.<br />

I materiali naturali o bioedili non hanno emissioni di VOC,<br />

né di polveri pericolose, né di altre sostanze che se re spirate o<br />

toccate possono avere pesanti effetti negativi. L’utilizzo di questi<br />

materiali evita l’insorgere di disturbi nei soggetti sani.<br />

Di fondamentale importanza è la traspirabilità dell’involucro,<br />

che crea una sensazione di benessere ambientale nettamente percepibile,<br />

evita il ristagno di umidità e quindi l’insorgere di muffe<br />

e funghi, intonaci che si scrostano, conden se, minore efficienza<br />

degli impianti di riscaldamento. L’isolamento delle pareti va<br />

preferibilmente realizzato all’esterno; internamente solo dove<br />

non sia in alcun modo possibile intervenire in facciata, in quanto<br />

il pericolo di condense è molto elevato. Per questo motivo è decisamente<br />

consigliato un calcolo termoigrometrico del comportamento<br />

delle pareti nei confronti della formazione di condensa.<br />

I migliori materiali per i cappotti esterni sono la fibra di legno e<br />

il sughero. A differenza dei materiali sintetici, hanno da un lato<br />

l’enorme vantaggio di evitare il passaggio del caldo non solo<br />

verso l’esterno, ma d’estate anche verso l’interno; inoltre sono<br />

in grado di isolare acusticamente gli ambienti agendo sia da<br />

fonoassorbenti che da fonoisolanti. In linea di massima le case<br />

isolate con questo tipo di materiale addirittura non necessitano di<br />

impianto di raffrescamento, con un notevole risparmio sia nella<br />

realizzazione dell’impianto sia in seguito per la sua gestione. Di<br />

conseguenza il comfort interno dell’abitazione è elevatissimo:<br />

l’aria è naturalmente più fresca e l’ambiente si trova in equilibrio<br />

igrotermico ottimale. Per i cappotti interni così come per le coperture<br />

si possono valutare anche soluzioni realizzate con materiali<br />

sfusi da inserire in intercapedini, come i fiocchi di cellulosa<br />

o la perlite; o con materassi morbidi (canapa, lana di pecora,<br />

fibre di tessuti riciclati, fibra di legno, fibra di lino) da chiudere<br />

all’interno di contropareti in lastre di fibrogesso, realizzato<br />

esclusivamente in gesso e cellulosa pura, senza le pericolose resine<br />

contenute nel cartongesso che ne determinano emissioni tossiche<br />

considerevoli; ha una elevata resistenza al fuoco (classe 0);<br />

è resistentissimo, al punto da poter essere utilizzato per appende-<br />

re mobili, o come sottofondo per pavimenti posati a secco;<br />

isola acusticamente e termicamente. Anche gli intonaci<br />

devono essere traspiranti, per evitare pericolosi ristagni<br />

di umidità al loro interno, che possono poi<br />

portare alla formazione di sali che, rigonfiandosi,<br />

determinano lo sgretolamento<br />

del rivestimento. Materiali antichi<br />

come la calce, il cocciopesto e<br />

l’argilla, traspiranti, antibatterici,<br />

regolatori dell’umidità,<br />

rappresentano il naturale<br />

completamento degli isolanti<br />

organici. Esistono addirittura versioni<br />

termoisolanti dell’intonaco di<br />

calce, miscelata a granuli di sughero.<br />

Ovviamente anche le pitture<br />

devono avere le stesse caratteristiche<br />

di traspirabilità e salubrità: pitture<br />

ai solventi vegetali, alla calce,<br />

di argilla, ai silicati naturali sono<br />

solo alcuni esempi.<br />

I pavimenti naturali non sono solo<br />

di legno: linoleum naturale,<br />

pavimenti in argilla o in calce del tutto simili come<br />

effetto estetico alle resine, graniglie. Il parquet però è<br />

il materiale preferito: va scelto tra le essenze nostrane,<br />

marchiate FSC, evitando quelle esotiche,<br />

fonte di distruzione ambientale. Inoltre<br />

preferire il legno massello al multistrato<br />

e le finiture a olio o cera, di facile<br />

manutenzione e ripristino<br />

in caso di danneggiamento<br />

del pavimento. Quando si<br />

pensa ai pavimenti è necessario<br />

valutare anche le colle,<br />

principale fonte di emissioni tossiche<br />

indoor soprattutto se bicomponenti.<br />

Vanno scelte con<br />

attenzione. Per finire bisogna<br />

difendersi da nemici invisibili<br />

come il gas radon o l’elettromagnetismo:<br />

in questi<br />

casi vanno adottati accorgimenti<br />

progettuali pensati da<br />

professionisti specializzati.<br />

www.materiavera.it ■<br />

20 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

21


FILIPPO MARIANI<br />

Membro dell’Accademia Kronos,<br />

Associazione riconosciuta<br />

dal ministero dell’ambiente.<br />

Da più di vent’anni opera nel settore<br />

salute e ambiente sia su territorio<br />

nazionale che internazionale.<br />

www.accademiakronos.it<br />

ECOABITARE<br />

22<br />

GLI ORTI<br />

URBANI:<br />

COME RICHIEDERLI PER COLTIVARLI<br />

di Filippo Mariani<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

È<br />

tempo di crisi e molti italiani non riescono ad arrivare<br />

alla fine del mese con la sola pensione o con lo stipendio.<br />

Si risparmia su tutto e in molti casi si rinuncia anche alla<br />

frutta e alla verdura perché dall’avvento dell’euro sono<br />

diventati generi alimentari molto costosi. Per chi vive in città,<br />

rispetto ai piccoli centri abitati, tali problemi si sono amplificati di<br />

molto. Nascono così in tutt’Italia gli orti sociali e gli orti urbani.<br />

Negli ultimi anni, il numero delle persone interessate e impegnate<br />

a coltivare un orto è andato sempre di più crescendo. Ma non<br />

sono solo i soliti pensionati a trasformarsi in contadini urbani, vi<br />

troviamo anche giovani, donne, impiegati e professionisti. Alcuni<br />

comuni italiani in questo settore si sono attrezzati istituendo<br />

uno sportello apposito, gli altri, i più, ancora ci stanno pensando.<br />

Diamo allora qualche informazione ai nostri amici e lettori per<br />

saperne di più su questi orti. Per prima cosa vanno individuate le<br />

aree urbane, soprattutto periferiche, dove è possibile creare un<br />

orto. Poi sarà utile costituire un gruppo di persone interessate a<br />

coltivare questi terreni periferici abbandonati, creando mappe e<br />

progetti da sottoporre al proprio comune. Fatto questo si dovrà<br />

fare richiesta al proprio comune per ottenere l’autorizzazione<br />

per l’allestimento degli orti sociali o urbani.<br />

Ma che cos’è un orto urbano?<br />

Sono spazi dedicati all’agricoltura domestica, alla creazione di<br />

un piccolo orto, che molti Comuni, soprattutto in città, mettono a<br />

disposizione della comunità. Gli orti urbani o sociali sono messi<br />

a disposizione dei cittadini che abitano in appartamento e non<br />

dispongono di uno spazio adeguato da potersi dedicare al giardinaggio<br />

e alla coltivazione di verdura e frutta.<br />

Qual è la procedura per richiedere un orto urbano?<br />

Per richiedere l’uso di un orto urbano, se il comune è già attivo<br />

in questo settore, prima di tutto sarà necessario entrare in qualche<br />

lista di attesa. Contrariamente sarà necessario portare all’assessorato<br />

specifico il progetto e l’elenco delle persone interessate,<br />

con la richiesta ufficiale per usufruire dei terreni comunali. Per<br />

i comuni già attivi sugli orti sociali varranno alcuni requisiti che<br />

dovranno stabilire una graduatoria per l’assegnazione degli spazi.<br />

I requisiti variano da Comune a Comune, pertanto è consigliabile<br />

richiedere al Comune di competenza i criteri di assegnazione<br />

dell’orto urbano o sociale. Tra i requisiti:<br />

l’assenza di conviventi che già ne gestiscono uno, per evitare<br />

di assegnare spazi allo stesso nucleo familiare. Di solito l’assegnazione<br />

degli orti urbani avviene per alcuni anni consecutivi e<br />

successivamente si deve lasciare lo spazio oppure partecipare di<br />

nuovo alla selezione.<br />

Bisogna pagare il Comune per usufruire di un orto urbano?<br />

Alcuni orti urbani vengono concessi gratuitamente, per altri occorre<br />

versare una piccola quota annuale, una cifra quasi simbolica che<br />

serve per pagare le spese di gestione dell’area a fronte dell’acquisizione<br />

dei prodotti dell’orto da parte dei cittadini. In alcune zone<br />

dell’Italia spesso gli orti vengono coltivati in forma collettiva,<br />

come giardino comunitario; infatti le persone anziane che hanno<br />

giardini di proprietà, ma non sono più in grado di occuparsene,<br />

vengono messe in contatto con altri cittadini che possono occuparsene<br />

direttamente. Il giardino di queste persone rivive quindi e i<br />

prodotti dell’orto vengono divisi equamente tra il vecchio proprietario<br />

e chi se ne occupa. A Milano, per esempio, è nata addirittura<br />

una rete, quella delle Libere rape metropolitane, che raccoglie tutti<br />

gli orti e le realtà di verde spontaneo e “partecipato”. Gli orti sociali<br />

o urbani sono anche una soluzione al degrado delle periferie<br />

delle città troppo spesso abbandonate e il più delle volte prive di<br />

manutenzione, essi infatti rilanciano gli spazi pubblici, li valorizzano<br />

e li rendono produttivi per chi li coltiva.<br />

Sono molti i vantaggi di un orto urbano:<br />

● educare al rispetto dell’ambiente;<br />

● ridurre la produzione di rifiuto organico attraverso l’attivazione<br />

di piccoli processi di compostaggio;<br />

● fornire un’integrazione al reddito attraverso l’autoconsumo;<br />

● fornire alle scuole, attraverso la creazione di “orti didattici”,<br />

uno strumento per approcciarsi in maniera innovativa ed esperienziale<br />

all’insegnamento delle scienze.<br />

Il 16 settembre 2015 Accademia Kronos si incontrerà a Roma<br />

con il Papa. L’associazione si presenterà in Vaticano con 24<br />

persone scelte tra le più virtuose dell’ambiente: dai sindaci, agli<br />

scienziati e dai giornalisti agli imprenditori. ■<br />

23


Vi sono nazioni che salgono alla ribalta italiana solo in<br />

casi del tutto eccezionali. L’Iran è sicuramente una di<br />

queste, tornata all’attenzione mondiale per il recente<br />

accordo internazionale in tema di non proliferazione<br />

di armi nucleari. Prima di questa notizia, credo rimangano nella<br />

memoria dei più solo notizie relative ad esternazioni della leadership<br />

del paese o a racconti sul regime attualmente in vigore.<br />

Voglio invece richiamare l’attenzione sul patrimonio di conoscenze<br />

architettoniche presente in Iran, i cui effetti in passato<br />

giunse sino in Italia. A Palermo, infatti, si può ammirare la Zisa,<br />

edificio costruito fra il 1164 e 1180. L’ingegnoso sistema di ventilazione<br />

si richiama alla tradizione costruttiva ereditata dai regnanti<br />

arabi. In particolare dai lati corti emergono due torri che,<br />

unitamente alla sala della fontana, rappresentano gli elementi<br />

del sistema di ventilazione, il cui funzionamento è semplice: i<br />

venti dominanti entrano nel captatore del vento, vengono portati<br />

corrispondenza di una stanza chiamata Howz Khaneh, situata<br />

al termine della stanza estiva. I camini portano l’aria al di sopra<br />

del piccolo specchio d’acqua al fine di abbattere la temperatura<br />

dell’aria per evaporazione, aria che giunge nella sala estiva.<br />

Nelle case più ricche la Howz Khaneh è una stanza separata e<br />

canalizzazioni portano l’aria fresca nella stanza.<br />

L’utilizzo delle torri del vento non si limita alle stanze abitate,<br />

ma anche alle stanze adibite a dispensa, in iraniano Sardab.<br />

Nella maggioranza dei casi i camini del vento sono realizzati in<br />

argilla e legno, per favorire la resistenza ai venti ed al sisma. Tipologicamente<br />

i camini del vento possono poi avere una più entrate<br />

in base al tipo di schema di ventilazione previsto, alla zona<br />

climatica in cui vengono realizzati ed al microclima della zona.<br />

Tali soluzioni potrebbero essere utilizzate con efficacia ancora<br />

oggi, rapprensentando soluzioni sostenibili, non fosse altro per<br />

l’assenza di impianti (se non limitandosi a sistemi domotici di<br />

ECOABITARE<br />

IRAN,<br />

NON SOLO NUCLEARE<br />

di Marco Cagelli<br />

nella sala centrale dove l’aria transita sulla fontana d’acqua, garantendo<br />

un microclima ideale anche in estate.<br />

Il metodo applicato a Palermo trae origine dall’utilizzo di volte<br />

nel clima caldo e secco della zona persiana per cercare di allontanare<br />

l’aria calda dagli edifici. Questa semplice soluzione<br />

costruttiva era già largamente impiegata nel 3.000 a.c. Nel corso<br />

dei secoli si sono sviluppate diverse tipologie di captatori<br />

del vento e soluzioni sempre più ingegnose per migliorare il<br />

comfort interno agli ambienti. Tali soluzioni caratterizzano fortemente<br />

la città storica di Yazd, situata 500 km a sud est della<br />

capitale Teheran, nota per avere la maggior concentrazioni di<br />

sistemi di capatazione del vento ed anche per avere il più alto<br />

fra questi, presente nei giardini Dowlat Abad. Nelle abitazioni<br />

i camini del vento, in iraniano baad gir, vengono costruiti in<br />

controllo delle griglie di areazione). In Iran sono stati impiegati<br />

più recentemente tali tecnologie come per esempio nella torre<br />

Azadi, edificata nel 1970 su progetto dell’architetto Hossein<br />

Amanat, mentre diversi studi internazionali hanno cercato di tradurre<br />

queste soluzioni con materiali innovativi per poter sfruttare<br />

i benefici della soluzione tecnologica come per esempio Ove<br />

Arup nel campo da cricket di Kensington Oval delle Barbados.<br />

Nel corso dei secoli sono state ricercate ed utilizzate altre soluzioni<br />

interessanti, come per esempio nella città di Bam, ove la<br />

stanza ed il camino del vento distano cinquanta metri. Il canale<br />

che collega i due edifici passa al di sotto di un giardino che, irrigato,<br />

raffresca l’aria passante. Anche in tal caso, tali soluzioni si<br />

possono ritrovare in Italia in alcune ville venete, in cui l’edificio<br />

è connesso a caverne che fungono da bacini di raffrescamento.<br />

24<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

25


Quando l’acqua manca, ovvero quando sarebbe troppo oneroso<br />

il ricorso a questo bene prezioso, i camini del vento sfruttano<br />

l’effetto camino per richiamare aria calda dalla stanza, tale<br />

spostamento di masse d’aria richiama aria fresca dalle zone<br />

alberate e/o ombrose prossime all’edificio. Questa necessità<br />

di ombra, di protezione<br />

dai raggi solari, caratterizza<br />

molte città iraniane,<br />

ma anche spagnole, per<br />

esempio Granada, ultimo<br />

baluardo arabo in Europa.<br />

Gli agglomerati sono<br />

infatti densamente edificati,<br />

generando vicoli e<br />

corti strette ed ombrose,<br />

che fungono da “bacini”<br />

di aria fresca per questi<br />

sistemi di estrazione.<br />

Questa vicinanza fisica fra<br />

edifici, genera una socialità<br />

diversa da quella della<br />

città contemporanea, dove<br />

ognuno tende a “recintare”<br />

il proprio mondo, sino a ridurlo ad una stanza, magari ben<br />

condizionata.<br />

Questa breve descrizione di alcune soluzioni architettoniche, e<br />

delle ricadute urbanistiche e sociali, vuole essere uno stimolo<br />

affinché in ognuno di noi cresca la consapevolezza del patrimonio<br />

di conoscenze che l’umanità ha dimenticato.<br />

Proprio da questa riscoperta deve partire la ricerca di un mondo<br />

più sostenibile, un mondo che abbia ancora elevati livelli di<br />

benessere, ma che sappia raggiungerli con l’uso dell’ingegno<br />

e non con l’uso della sola<br />

energia. Alla conferenza<br />

di Parigi sarà siglato un<br />

nuovo accordo sul clima,<br />

mentre si scopre che i titoli<br />

bianchi, publicizzati come<br />

soluzione per la riduzione<br />

delle emissioni di CO2 nel<br />

recente passato, abbiano in<br />

realtà prodotto un aumento<br />

in diverse nazioni. Questo<br />

dimostra come per invertire<br />

la rotta in tale ambito<br />

non ci si possa limitare<br />

all’efficientamento o allo<br />

stimolo all’industria energetica<br />

di ottenere incentivi,<br />

ma sia quello di una<br />

conversione individuale alla sostenibilità.<br />

Solo in tal modo le conoscenze potranno diffondersi ed essere<br />

utilizzate non solo nei grandi interventi edilizi internazionali,<br />

ma anche nelle abitazioni private, garantendoci un comfort a<br />

costo zero. ■<br />

a cura della Redazione<br />

STILI DI VITA<br />

PUBBLICITÀ<br />

A<br />

conclusione di EXPO 2015 verrà consegnato al Segretario<br />

Generale delle Nazioni Unite un documento firmato<br />

da diversi soggetti: istituzioni, imprese e soprattutto<br />

cittadini che si impegnano a rispettare i principi<br />

etici con cui produrre cibo e valorizzare le risorse del pianeta. È<br />

certo un documento importante che noi, redazione di <strong>Ecoideare</strong>,<br />

riteniamo utile diffondere nelle parti più significative rimandando<br />

la lettura del testo integrale ai siti ecoideare.it e rinenergy.it;<br />

è un manifesto considerato l’eredità che questo EXPO italiano<br />

lascia al mondo. Non si può infatti non essere d’accordo sui suoi<br />

contenuti nelle linee di principio e non si può non condividerne<br />

i presupposti.<br />

Tuttavia ci rimane qualche perplessità se consideriamo alcuni<br />

elementi che non sono stati contemplati, come ad esempio,<br />

l’importanza dell’agricoltura familiare, che è la spina dorsale<br />

dell’alimentazione del Sud del mondo, a cui si aggiunge il<br />

dubbio sulla reale efficacia che potrà avere nell’applicazione dei<br />

fondamenti.<br />

27


La Carta di Milano resta un elenco di diritti e<br />

di impegni:<br />

● diritti ritenuti fondamentali<br />

per l’umanità;<br />

● impegno dei cittadini<br />

ad essere responsabili<br />

per lasciare alle generazioni<br />

future un mondo<br />

sostenibile;<br />

● impegno a mantenere<br />

le promesse lette e sottoscritte<br />

e a sostenere le<br />

Nazioni Unite nella lotta<br />

alla fame nel mondo.<br />

Il Documento rappresenterà<br />

il contributo italiano<br />

alle Riflessioni che si<br />

terranno nel prossimo mese di<br />

novembre all’ONU in vista dell’aggiornamento<br />

degli Obiettivi del Millennio,<br />

cioè gli otto Obiettivi Generali<br />

delle politiche di cooperazione allo sviluppo emanati nel 2000,<br />

che 191 Stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere<br />

entro il 2015 con la promessa di fare quanto necessario per<br />

costruire un mondo più prospero, più sicuro e più equo; in tale<br />

occasione essi saranno sostituiti dai Nuovi Obiettivi di Sviluppo<br />

Sostenibile da raggiungere entro il 2030. L’iter è iniziato con la<br />

giornata “L’EXPO delle Idee” nel febbraio 2015 che ha visto il<br />

coinvolgimento di circa 5000 individui con il compito di approfondire<br />

i temi espositivi seguendo quattro percorsi:<br />

● Quali modelli economici e produttivi possono garantire uno<br />

sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale;<br />

● Quali tra i diversi tipi di agricoltura esistenti riusciranno a produrre<br />

una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare<br />

le risorse idriche e la biodiversità;<br />

● Quali migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianze<br />

all’interno delle città dove si sta concentrando la maggior<br />

parte della popolazione umana;<br />

● Come riuscire a considerare il cibo non solo come mera fonte<br />

di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale.<br />

Al di là degli impegni teorici presi nel sottoscrivere<br />

questa Carta, sul piano pratico,<br />

cosa si ha, anzi cosa abbiamo<br />

intenzione di fare?<br />

Perché non è sufficiente<br />

mettere una firma per<br />

cambiare le cose! È certamente<br />

un primo passo e<br />

rappresenta un’opportunità<br />

per il cittadino di<br />

partecipare alla rex<br />

pubblica, ma è necessario<br />

dare un valore<br />

e un peso importanti<br />

a questa firma,<br />

poiché è un impegno<br />

che prendiamo con il<br />

mondo, con i nostri figli<br />

e con le nostre famiglie per<br />

il nostro futuro. Allora dobbiamo<br />

domandarci: siamo abbastanza informati su<br />

quello che sottoscriviamo nella Carta? L’abbiamo<br />

letta con attenzione? Conosciamo le motivazioni che<br />

hanno spinto a scriverla? Per quanto sia corretto pretendere dalle<br />

istituzioni un impegno di proposte concrete che poi diventino<br />

norme, sarebbe coerente che noi cittadini, in prima persona,<br />

nella nostra vita quotidiana, cominciassimo a mettere in pratica<br />

azioni che diano valore al nostro impegno. Un’azione diventa<br />

abitudine quando viene ripetuta nel tempo e noi sentiamo il desiderio<br />

di far diventare questo impegno sottoscritto parte delle<br />

nostre abitudini quotidiane?<br />

La Carta di Milano è un primo passo che ci coinvolge direttamente<br />

e ci responsabilizza, ci offre qualche indicazione pratica<br />

sulla direzione da prendere, ma le iniziative non devono esaurirsi<br />

in queste pagine. Bisogna agire per primi. La “rivoluzione<br />

alimentare” comincia a casa nostra, nelle scuole, nei luoghi di<br />

lavoro. Ogni occasione può essere un’opportunità e può diventare<br />

un’”onda” che fa la differenza. Oggi le informazioni non<br />

mancano, quello che manca è la consapevolezza del nostro potenziale<br />

potere per dare forza e concretezza agli impegni contenuti<br />

nella Carta di Milano. ■<br />

“Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto<br />

delle generazioni future del mondo intero a vivere<br />

esistenze prospere e appaganti è la grande sfida<br />

per lo sviluppo del 21° secolo.<br />

Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale<br />

ed equità è essenziale se vogliamo espandere<br />

le libertà umane per le generazioni attuali e future.”<br />

Sottoscrivendo questa Carta di Milano affermiamo la responsabilità<br />

della generazione presente nel mettere in atto azioni, condotte e scelte<br />

che garantiscano la tutela del diritto al cibo anche per le generazioni<br />

future; ci impegniamo a sollecitare decisioni politiche che consentano<br />

il rag giungimento dell’obiettivo fondamentale di garantire un equo accesso<br />

al cibo per tutti…<br />

Quindi noi, donne e uomini, cittadini ‘di questo pianeta, sottoscrivendo<br />

questa Carta di Milano, chiediamo con forza a governi, istituzioni<br />

e organizzazioni internazionali di impegnarsi a:<br />

• adottare misure normative per garantire e rendere effettivo il diritto al<br />

cibo e la sovranità alimentare;<br />

• rafforzare le leggi in favore della tutela del suolo agricolo, per<br />

regolamenta re gli investimenti sulle risorse naturali, tutelando le popolazioni<br />

locali;<br />

• promuovere il tema della nutrizione nei forum internazionali tra governi,<br />

assicurando una effettiva e concreta attuazione degli impegni in<br />

ambito nazionale e un coordinamento anche nell’ambito delle organizzazioni<br />

in ternazionali specializzate;<br />

• sviluppare un sistema di commercio internazionale aperto, basato su<br />

re gole condivise e non discriminatorio capace di eliminare le distorsioni<br />

che limitano la disponibilità di cibo, creando le condizioni per una migliore<br />

si curezza alimentare globale;<br />

• considerare il cibo un patrimonio culturale e in quanto tale difenderlo<br />

da contraffazioni e frodi, proteggerlo da inganni e pratiche commerciali<br />

scor rette, valorizzarne origine e originalità con processi normativi trasparenti;<br />

• formulare e implementare regole e norme giuridiche riguardanti il<br />

cibo e la sicu rezza alimentare e ambientale che siano comprensibili e<br />

facilmente applicabili;<br />

• sostenere e diffondere la cultura della sana alimentazione come<br />

strumen to di salute globale;<br />

• combattere ed eliminare il lavoro sia minorile sia irregolare nel settore<br />

agro alimentare;<br />

• lavorare alla realizzazione di una struttura sovranazionale che raccolga<br />

le attività di informazione e analisi dei reati che interessano la<br />

filiera agro-ali mentare e che rafforzi la cooperazione per il contrasto<br />

Human Development Report 2011<br />

degli illeciti;<br />

• declinare buone pratiche in politiche pubbliche e aiuti allo sviluppo<br />

che siano coerenti coi fabbisogni locali, non emergenziali e indirizzati<br />

allo sviluppo di si stemi alimentari sostenibili;<br />

• promuovere patti globali riguardo le strategie alimentari urbane e rurali<br />

in relazione alla sostenibilità e all’accesso al cibo sano e nutriente,<br />

che coin volgano sia le principali aree metropolitane del pianeta sia le<br />

campagne;<br />

• aumentare le risorse destinate alla ricerca, al trasferimento dei suoi<br />

esiti, alla formazione e alla comunicazione;. introdurre o rafforzare nelle<br />

scuole e nelle mense scolastiche i programmi di educazione alimentare,<br />

fisica e ambientale come strumenti di salute e pre venzione, valorizzando<br />

in particolare la conoscenza e lo scambio di culture alimentari<br />

diverse, a partire dai prodotti tipici, biologici e locali;<br />

• sviluppare misure e politiche nei sistemi sanitari nazionali che promuovano<br />

die te sane e sostenibili e riducano il disequilibrio alimentare,<br />

con attenzione prio ritaria alle persone con esigenze speciali di nutrizione,<br />

di corretta idratazione e di igiene, in particolare anziani, donne in<br />

gravidanza, neonati, bambini e malati;<br />

• promuovere un eguale accesso al cibo, alla terra, al credito, alla formazione,<br />

all’energia e alle tecnologie, in particolar modo alle donne, ai<br />

piccoli produttori e ai gruppi sociali più svantaggiati;<br />

• creare strumenti di sostegno in favore delle fasce più deboli della<br />

popola zione, anche attraverso il coordinamento tra gli attori che operano<br />

nel set tore del recupero e della distribuzione gratuita delle eccedenze<br />

alimentari;<br />

• includere il problema degli sprechi e delle perdite alimentari e idriche<br />

all’in terno dell’agenda internazionale e nazionale, attraverso investimenti<br />

pub blici e privati a favore di sistemi produttivi più efficaci;<br />

• valorizzare la biodiversità a livello sia locale sia globale, grazie anche<br />

a indicatori che ne definiscano non solo il valore biologico ma anche il<br />

valore economico;<br />

• considerare il rapporto tra energia, acqua, aria e cibo in modo complessivo<br />

e dinamico, ponendo l’accento sulla loro fondamentale relazione,<br />

in modo da poter gestire queste risorse all’interno di una prospettiva<br />

strate gica e di lungo periodo in grado di contrastare il cambiamento<br />

climatico.<br />

STILI DI VITA<br />

Poiché crediamo che un mondo senza fame<br />

sia possibile e sia un fatto di dignità umana,<br />

nell’Anno Europeo per lo sviluppo e in occasione<br />

di Expo Milano 2015, noi ci impegniamo<br />

ad adottare i principi e le pratiche esposte<br />

in questa Carta di Milano, coerenti con la strategia<br />

che gli Stati membri delle Nazioni Unite<br />

hanno elaborato per sradicare il problema<br />

della fame entro il 2030.<br />

Sottoscrivendo questa Carta di Milano<br />

noi dichiariamo di portare la nostra adesione<br />

concreta e fattiva agli Obiettivi per uno<br />

Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.<br />

Un futuro sostenibile e giusto<br />

è anche una nostra responsabilità.<br />

28<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

29


Shu Uemura è considerato l’uomo che ha portato la<br />

bellezza ad una forma d’arte, nel 1958, grazie alla sua<br />

sensibilità di artista, portò una rivoluzione nel Make<br />

Up e nei prodotti per capelli. La perfetta unione tra natura,<br />

arte e scienza rappresentano lo straordinario mondo di SHU<br />

UEMURA ART OF HAIR. Da mezzo secolo dal suo debutto a<br />

Tokyo fino al giorno della morte, avvenuta alla fine del 2007, la<br />

sua visione stravolgente continua a guidare questa ricerca verso<br />

la bellezza universale con “Art of HAir”.<br />

Shu Uemura lascia una preziosa eredità: una visione completa<br />

ed un universo perfettamente equilibrato, fatto di natura,<br />

scienza ed arte che rimangono fonti inesauribili d’ispirazione.<br />

STILI DI VITA<br />

La vera innovazione è la preziosità di ogni ingrediente, dovuta<br />

alla sua rarità e alle tecnologie usate per ricavarlo direttamente<br />

da fonti naturali. Questa combinazione di elementi rende ogni<br />

ingrediente davvero unico e speciale: da lo Shiso, pianta che<br />

nasce in Giappone con proprietà purificanti, Onsen, i fermenti<br />

ispirati all’acqua termale giapponese dall’olio di rosa muschiata,<br />

all’olio di cumino nero, all’olio di camelia e di argan, di gelsomino,<br />

fino alla rarissima Depsea Water, generata dall’acqua<br />

purissima dei ghiacciai della Groenlandia ed estratta a 320 MT<br />

sotto il livello del mare a Capo Muroto. È un’acqua estremamente<br />

pura, non esposta a raggi UV e all’inquinamento, ricca di<br />

minerali e nutrienti per fortificare la fibra.<br />

La ricerca dell’equilibrio e l’esplorazione di un’armonia<br />

che sia anche espressione di benessere ha portato a realizzare<br />

e applicare un vero metodo nel trattamento dei capelli e cuoio<br />

capelluto che non si limita alla scelta dei prodotti ma diventa<br />

celebrazione, compimento di un rito.<br />

Dopo una attenta diagnosi della fibra capillare e l’identificazione<br />

dei prodotti più adatti ad ogni singolo caso (shampoo,<br />

balsamo, maschera, siero), inizia la cerimonia. La cliente viene<br />

accompagnata attimo per attimo per tutta la durata del trattamento<br />

in una atmosfera di completo relax. Il tempo viene scandito<br />

da gesti che si trasformano in un massaggio shiatsu che<br />

parte dalla nuca e ivi si concentra fino all’applicazione dell’olio<br />

Essence Absolue, derivato dalla Camelia, adatto a ogni tipo di<br />

capello. Applicato dopo lo shampoo senza risciacquo, questo<br />

olio naturale rende i capelli estremamente soffici al tatto e dona<br />

loro lucentezza dalle radici alle punte. A questo punto le mani<br />

scorrono lentamente nella zona della cervicale e delle braccia<br />

e lavorano attraverso digitopressioni al fine di sciogliere le ten-<br />

CERIMONIA<br />

SHU UEMURA<br />

l’arte rivoluzionaria che valorizza<br />

la bellezza di ogni donna<br />

di Daniela Milano<br />

30<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

31


sioni accumulate durante la giornata. Una pratica con durata che<br />

va dai 30 ai 50 minuti che dona benefici in termini di bellezza,<br />

di rilassamento, di energia generale, in quanto agisce a livello<br />

psicofisico della persona.<br />

Walter Bajo è uno dei pochi parrucchieri a Milano, insieme a pochi<br />

nomi celebri ad offrire alle sue clienti le cerimonie Shu Uemura.<br />

Da sempre attento alla sua clientela, ha voluto inserire come<br />

ulteriore servizio di cura e di benessere l’eredità dell’artista Shu<br />

Uemura. Allora finita la vacanza, lo slogan è “RIMETTIAMO LA<br />

TESTA A POSTO” l’estate reca molti benefici fisici, ma maltratta<br />

i vostri capelli... Walter Bajo Vi aspetta per farvi conoscere Shu<br />

Uemura. www.paginebianche.it/bajohairstyle-milano ■<br />

UN VIAGGIO ALLA RICERCA<br />

DEL BENESSERE INTERIORE ED ESTERIORE<br />

Vi è una grande richiesta di “benessere”. Parlarne è<br />

diventato molto attuale, basta vedere le riviste, i programmi<br />

televisivi, i libri, i centri e le fiere, le terapie<br />

alternative che gli sono state e che gli vengono dedicate,<br />

abusando anche spesso del termine. Lo stato di Benessere è la<br />

condizione ottimale che tutti vorremmo raggiungere come salto<br />

qualitativo per<br />

a<br />

migliorare<br />

cura della<br />

la nostra<br />

Redazione<br />

vita avendo ottenuto un sufficiente<br />

livello di beni materiali senza riuscire ad essere “felici”.<br />

Ma come ricorda lo psicoterapeuta dr. Franco Cirone la felicità<br />

e lo star bene vanno pensati in relazione alla capacità di vivere<br />

il momento presente, con noi consapevoli della condizione del<br />

corpo e di quella della mente, due realtà non separate che insieme<br />

convivono nell’essere parte di uno stesso processo biologico<br />

virtuale. Un nuovo approccio, riconducibile alla visione olistica<br />

dell’individuo che si va sempre più affermando, che per la prima<br />

volta viene affrontato in termini divulgativi in un week end<br />

di appuntamenti cadenzati in cui medici nutrizionisti, biologi,<br />

esperti in cosmesi naturale, personaggi televisivi, bioarchitetti,<br />

stilisti e chef incontreranno, il 3 e il 4 ottobre prossimi, a Milano<br />

presso la Fondazione Riccardo Catella, i visitatori de Il Benessere<br />

Biologico.<br />

Un appuntamento voluto e creato da Morino Studio per rispondere<br />

a una domanda sempre più attuale e per affrontare in modo<br />

scientifico, ma anche piacevole e divertente, le infinite sfacettature<br />

del benessere.<br />

I visitatori saranno accolti da esperti che li accompagneranno<br />

alla scoperta di nuovi modi di bere un’acqua che, oltre a dissetarti,<br />

protegge il corpo dallo stress della vita quotidiana come<br />

Drink Holy, truccarsi, vestirsi, rendere eco il proprio habitat con<br />

la nuova gamma di Boero painting natural; potranno sperimentare<br />

direttamente pratiche e tecniche che aiutano ad affrontare il<br />

quotidiano come le sedute di Reiki proposte dalla dott.ssa Daniela<br />

Milano e il Pilates insegnato da Annamaria Cova che per<br />

prima ha portato questa disciplina in Italia. Potranno partecipare<br />

ai focus programmati nel corso delle due giornate come quello<br />

sull’educazione alimentare tenuto dalla Fondazione Umberto<br />

Veronesi, o sull’inner wellness tenuto dal Maestro Zen Carlo<br />

Tetsugen Serra. Non mancheranno le occasioni conviviali in cui<br />

gli show-cooking delle più rinomate food-blogger introdurranno<br />

i partecipanti al mondo del bio food di qualità sorseggiando vini<br />

vegani privi di solfiti.<br />

Uno spazio tutto loro sarà dedicato ai bambini per i quali verranno<br />

organizzati divertenti laboratori sull’orto biologico, organizzato<br />

dalla Fondazione Catella, e di cucito su tessuti naturali organizzato<br />

da Cora HappyWear. E per i genitori un focus sui bambini<br />

del terzo millennio condotto dalla dott.ssa Cristina Freire.<br />

La manifestazione sarà presentata venerdi 2 settembre in una<br />

serata ad inviti. ■<br />

STILI DI VITA<br />

Il Benessere Biologico 1° edizione<br />

3 e 4 ottobre 2015<br />

Milano - Fondazione Catella - Via Gaetano de Castilla, 28<br />

Ore 10:00 - 20:00<br />

Ingresso libero<br />

IL MEGLIO DI SHU UEMURA<br />

● Essence absolue: Definito la “Diva” dagli Hair-Stylists di tutto il mondo, è un prodotto unico e prezioso, grazie al suo raro ingrediente,<br />

l’Olio di Camelia Giapponese. Elisir di luminosità disciplinante ed emolliente, l’olio di camelia era per le geishe il prodotto per la bellezza<br />

assoluta dei capelli. Questo prezioso ingrediente deriva dalla Camelia Japonica, pianta centenaria ed estremamente forte; neanche la<br />

neve le impedisce di fiorire.<br />

● Depsea Water: Acqua altura è tratto dalla profondità dell’oceano dove la luce solare non arriva, a 200 metri. completamente privo di<br />

colore artificiale, estratti aromatici naturali svengono poi aggiunti per completare l’azione di idratazione e ringiovanimento del cuoio<br />

capelluto e della pelle.<br />

● Estratto di Shiso: un’erba aromatica coltivata nel sud est asiatico, conosciuta per le sue proprietà purificanti, e fermenti onsen, sali<br />

estratti da sorgenti vulcaniche. Rimuove a lungo la forfora dal cuoio capelluto fino alle punte, lasciando i capelli morbidi e lucenti.<br />

● Olio di cumino nero: Rimedio rinomato sin dai tempi dell’antico Egitto, fortemente aromatico è una vera miniera di acidi grassi polinsaturi,<br />

e in particolare fino al 60% di acido linoleico. I semi da cui viene estratto sono certificati biologici e l’uso principale è di<br />

massaggio per le proprietà calmanti, rigeneranti, vitalizzanti sia della pelle che del cuoio capelluto e capelli.<br />

● Olio di Gelsomino: appartiene alla grande famiglia delle Oleacee, composta da arbusti e piante rampicanti. Da sempre<br />

viene utilizzato in India e dalla medicina ayurvedica come tonico per i capelli, oltre che per la sua essenza aromatica.<br />

32<br />

33


PER UN’ECOLOGIA<br />

DELLA RELAZIONE<br />

La condivisione delle parti di sé e dell’altro<br />

STILI DI VITA<br />

di Franco Cirone<br />

“Conoscere se stessi è dimenticare se stessi” (Dogen Zenji)<br />

…Possiamo provare ad essere e a stare, così come stiamo, dove ci troviamo. Possiamo concederci giornalmente<br />

abbastanza tempo per sedere nella calma e provare, costantemente, e riprovare a oltrepassare la personalità, che<br />

crediamo di essere, e i suoi rituali, sospendendo quanto basta le varie idee e conclusioni che facciamo su di noi.<br />

Perseverando in tal modo potrebbero crearsi spazi interiori di autentica meraviglia, con insperate trasformazioni interne<br />

ed esterne a noi. Quello che importa è la semplicità, l’autenticità e la non solennità di quello che si sta facendo.<br />

Si potrebbe avere una certa stanchezza per certe parti e manifestazioni della persona che siamo e che vediamo,<br />

fino a sentire il bisogno urgente di andare oltre le identificazioni inutili verso vecchi ricordi incombenti e verso certe<br />

abitudini dure a morire e fare di tutto per liberarcene…per poi ritrovarci ancora al punto di prima, da dove eravamo<br />

partiti, riuscendo però, con nostro stupore, magari una strana volta, a vedere la stanchezza, verso le cose già viste<br />

di noi, in altro modo, come un’energia che ci può guidare invece che deluderci... come quando si ri-ama chi avevamo<br />

in passato amato e poi lasciato e ora lo rivediamo sotto un’ altra luce… praticando la possibilità di farci raggiungere<br />

dal silenzio e di immergerci nel suo mondo, come nell’acqua del mare del primo mattino...<br />

Il silenzio è un approdo, uno strumento e un costume, idoneo a chi è già avanzato nel percorso di consapevolezza…<br />

La mente ordinaria ha sempre un certo bisogno di parole per spiegare più che comprendere le cose che vengono<br />

vissute. La vita vissuta è anche dentro le parole ma le oltrepassa, non ha bisogno di molte spiegazioni.<br />

Ha urgenza di vivere...<br />

34<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

Quando incontriamo qualcuno che ci interessa, che ci<br />

attrae, prima ancora di poterlo comprendere, la nostra<br />

corporeità avverte, sente e partecipa di questo<br />

circostanza e, anche se non sempre ce ne accorgiamo<br />

fino in fondo, anticipa e sa quello che soltanto dopo razionalizziamo<br />

e realizziamo. Il tempo che intercorre, prima che le parti<br />

di noi ricompongano, in unità, il dualismo di interpretazione ed<br />

emozione, è variamente individuale, oscillando tra dimensione<br />

cognitiva e dimensione corporea. L’unità è nella mente cellulare,<br />

dove ogni cellula, ogni parte del corpo è coinvolta e assiste<br />

all’avvenimento di essere mente, sistema cognitivo pensante e<br />

memoria in azione. Il corpo non mente e occorre dare corpo alla<br />

mente, coperta e rivestita di presupposti e abitata da inevitabili<br />

filtri che la costituiscono, imparando a fare quello che sappiamo<br />

quando siamo già. Essere già, dove da sempre noi siamo, è l’essere<br />

unità di mente e corpo che si co-appartengono e si condividono,<br />

in unità di coscienza.<br />

D’altronde spesso siamo in ritardo d’essere e non può che essere<br />

così, dovendo immergerci nel mondo in cui siamo gettati,<br />

naufraghi un po’ inzuppati di vari odori, sapori e visioni anche<br />

distraenti, cercando di rammemorarci dell’origine e del compito<br />

che ci appartiene, che è dare senso e volto al nostro cammino e<br />

alla nostra via, mai completamente nostra e che mai completamente<br />

ci appartiene. Una delle strade, spesso tortuose e in salita,<br />

verso l’interno di noi, è quella dell’apparizione dell’altro nel<br />

nostro campo di visione, del suo riconoscimento e valore e del<br />

nostro reciproco contatto e confronto. Si incontrano i corpi, si<br />

attraggono come si respingono. Sapori, odori, suoni, sensazioni,<br />

colori si mischiano e ci ipnotizzano verso il desiderio di qualcuno<br />

o verso il suo allontanamento.<br />

Il corpo è corporeità, energia pulsante vivente, emozione e sentimento,<br />

vita vissuta e da vivere, memoria da riattivare e trasformare,<br />

voglia di libertà, desiderio senza fine, bellezza e interesse<br />

di stare insieme. È anche dialogo, voce e pathos.<br />

35


Siamo attratti da qualcuno, da quel suo modo di fare, da quella<br />

forma o disposizione di forme, da quell’insieme, da quel particolare,<br />

da quella voce, da quel sorriso, da quell’esserci, da quelle<br />

labbra. Questo fatto accade tante volte nella nostra esistenza<br />

quanto più siamo aperti all’incontro col nuovo, con l’altro da noi.<br />

Succederà per tutta la vita all’interno e oltre il tempo che passa,<br />

con i mutamenti della sensibilità e del gusto, anche a seguito<br />

dell’esperienza, plasmati e modellati dagli incontri che abbiamo<br />

fatto e facciamo, dai riscontri che abbiamo avuto, nonostante gli<br />

affanni, le delusioni, le fatiche, ancora presenti, che, andare oltre<br />

noi, comporta.<br />

Realizziamo col tempo, crescendo non solo di età, che di qualcuno<br />

non possiamo fare a meno: ci manca un pezzo. Ci manchiamo<br />

senza chi ci fa incontrare parti di noi o quello che crediamo<br />

di essere. Sentiamo un vuoto senza l’altro che ci fa da specchio,<br />

anche se a volte lo specchio si rompe o è già un pò rotto. Lo<br />

specchio è fragile per natura e facilmente si può infrangere. Ma<br />

lo specchio siamo noi, ed è anche la metafora e l’occasione per<br />

infrangere e superare le regole imposte dalla biologia che ci confina<br />

in noi, quando un’altra parte di noi vola, oltre i limiti dello<br />

spazio-tempo a cercare qualcosa che ancora non sappiamo bene.<br />

Siamo esseri nella possibilità di essere, di essere sempre qualcos’altro,<br />

oltre il confine e approdo appena raggiunto, oltre la<br />

presunta pacificazione dello star bene soltanto da poco sentito.<br />

Qualcosa di noi chiede un altro esserci, che mai saremo appieno<br />

e che ancora non siamo. Abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo<br />

di vederci e sentirci riflessi in un senso e significato ulteriore<br />

a noi, oltre i nostri confini, che assiduamente si rinnovi e si<br />

riattualizzi. Oltre i limiti del nostro corpo e del nostro essere. Abbiamo<br />

bisogno d’altro, sempre. L’altro è la boccata d’aria inattesa,<br />

ineliminabile e incessante, per essere noi, semplicemente<br />

noi. Questo semplice essere ed esserci è in realtà tutt’altro che<br />

facile da realizzare. È una costruzione che dura tutta una vita e<br />

non solo, è un progetto mai concluso dove la meta è il cammino,<br />

sempre da percorrere e mai terminato. Quello che ci attrae è anche<br />

il mondo intorno a noi. Le cose esterne a noi possono essere<br />

animate o non animate,<br />

ma per noi, che le incontriamo<br />

sul terreno<br />

del valore, del significato,<br />

della possibilità<br />

di farci essere altro dal<br />

solito essere che siamo<br />

o crediamo di essere,<br />

hanno sempre un’anima<br />

che emerge, come<br />

in un incontro galante,<br />

quando partecipiamo,<br />

con battito accelerato<br />

al piacere di chi riceve<br />

un nostro dono.<br />

Le cose cosi rivestite di<br />

un ulteriore senso, non<br />

sono più semplicemente<br />

cose e ci restituiscono a noi altre parti di noi, che, proprio nel<br />

contatto e nel confronto con loro, con qualcosa, possiamo condividere<br />

con qualcuno e con noi stessi. Siamo nati, apparsi alla<br />

luce e al mondo, ringraziando due possibili cellule, che fra molte,<br />

hanno pensato di incontrarsi e superare la loro separazione<br />

unendosi a condividere parti di loro, nella breve, fondamentale<br />

fusione. Da qui, da questo progetto iniziale, di riconoscimento e<br />

partecipazione, nasce l’individuo, colui che non è diviso. Noi gli<br />

indivisi, siamo parti di qualcosa di più grande che ci oltrepassa,<br />

oltre la nostra piccola storia che ci consente la vita. Siamo parti<br />

del cosmo, di molti cosmi e molti mondi. Siamo unità nella divisione<br />

e cerchiamo di riunirci, aggrapparci a qualcosa per poter<br />

stare dentro di noi non separati.<br />

L’altro è una soglia, un bilico, un confine, un passaggio. Una<br />

soglia sul mondo e sul resto. E allora si può sentire davvero il<br />

valore dell’esistenza, il sapore della vita che pulsa, quando per<br />

condividere pezzi dell’altro usciamo da noi e alcuni lembi di noi<br />

si perdono nel mare sconosciuto dell’altro. Possiamo così dimenticarci<br />

chi è l’altro e chi siamo noi, anche solo per un istante,<br />

per un momento che diventa oceanico, vasto come un sogno e<br />

reale e sconcertante come la pioggia improvvisa nel sole d’estate,<br />

dove convivono più realtà contemporaneamente e diversi<br />

stati d’animo e pensieri si mescolano e si coagulano. Possiamo<br />

riuscire a fare il balzo in avanti oltre la soglia della separazione<br />

e delle divisioni, sapendo dimenticare la soglia e il confini, e la<br />

pressante macchina delle definizioni. Prendendo i retaggi concettuali<br />

e le paure nell’incontro con l’altro per farne un mondo a<br />

parte, innocuo e silente, che assiste, in uno spazio che abbiamo<br />

creato dentro di noi, al nuovo nostro rappresentarci sul palcoscenico<br />

della nostra storia, dove tutto ha un senso, anche quello che,<br />

solo intravisto, non è compiuto.<br />

Saper stare accanto ad un’altra persona è arte dell’incontro,<br />

dove il regnante incontrastato e fragile è il silenzio, da custodire<br />

e proteggere. Nel silenzio della voce i corpi sentono meglio il<br />

suono di chi ci sta accanto, il respiro cellulare avverte l’attrazione<br />

reciproca e condivide lo scambio di battiti e voglie. Un silenzio<br />

che sa di appartenere alla parola e al linguaggio e sa quando<br />

verbalizzare, soprattutto nei momenti di intimità, parole che nascono<br />

dal silenzio piuttosto che dalla confusione o dalla paura.<br />

Ci fu un tempo in cui l’uomo non esisteva, in cui non c’era il<br />

tempo e l’ora. Non c’era l’adesso, il dopo e il prima. Non c’era<br />

alcun panorama da vedere o suono da sentire. L’assenza del linguaggio<br />

non pronunciava alcuna parola. Nessuna definizione, né<br />

frase, né significato. Eppure, in qualche modo, quello che c’era<br />

aveva un senso. Non certo per noi che non c’eravamo. Quando,<br />

non ancora nati, forte era il vento, che scuoteva foglie e fronde<br />

e gli alberi muovevano<br />

l’aria, nessuno di<br />

noi vedeva e sentiva,<br />

comunque qualcosa<br />

succedeva nel cosmo,<br />

come anche per quella<br />

goccia di brina che<br />

attraversava le ere. In<br />

quel tempo senza tempo<br />

in cui non c’era l’era,<br />

l’è e il sarà, si stava<br />

preparando l’evento<br />

di qualcosa di nascente.<br />

Come allora anche<br />

ora, qui, adesso, nella<br />

nostra vita possiamo<br />

essere, in modo nuovo,<br />

vento che scuote le<br />

foglie dei sensi e alberi con i rami “non tremanti della ben rotonda<br />

verità” dell’abbraccio con l’altro. Ritornare a un silenzio<br />

senza significato non si può. Possiamo, invece, ripresentarci al<br />

cospetto dell’altro con un silenzio pieno di senso. Un silenzio<br />

carico e pieno di ascolto di chi è vicino a noi, inaudibile il vibrare<br />

insieme, senza quello spazio interiore reso vuoto come un<br />

ampolla da riempire. Un vuoto pieno, una assenza, una sospensione,<br />

anche solo per qualche tempo opportuno, di frasi e parole<br />

e una presenza di silenzio che cala su certe abitudini verbali, sui<br />

pensieri automatici senza pensatore, che ancora ci portano dove<br />

non vogliamo andare e possono farci soffrire. Questo vuoto, pieno<br />

d’oriente, dove nasce il nostro sole interno, viene chiamato<br />

anche vacuità. Non è inconsistenza o futilità. La vacuità è condivisione.<br />

Vuol dire che tutte le cose non esistono in maniera<br />

indipendente. Il compimento, la messa in opera della vacuità<br />

sta nell’apprendere che tutti i fenomeni esistono non separati,<br />

sussistono nei modi dell’interdipendenza. Si può parlare di io in<br />

quanto presente il tu e viceversa. L’io è anche insieme al diverso<br />

e analogo polo che è l’altro. Siamo interdipendenti, all’interno di<br />

una rete di significati condivisi e da condividere, in mondi intersoggettivi<br />

che si costruiscono<br />

e si costituiscono.<br />

Quanti movimenti e quali<br />

parti, aspetti di me si incrociano,<br />

vengono intercettati<br />

e comunicano con l’altro?<br />

Quante reti e messaggi più<br />

o meno sottili intercorrono<br />

tra due persone in sintonia<br />

o con poca sintonia? Quanto<br />

ci sfugge e quanto ci deve<br />

sfuggire nella relazione con<br />

l’altro, come nella relazione<br />

con noi?<br />

La consapevolezza delle comunicazioni<br />

in atto, dei vari<br />

risvolti più o meno espliciti<br />

su vari piani, emozionale innanzitutto, verbale, cognitivo e sentimentale,<br />

fa la differenza tra stare in una relazione significativa,<br />

in modo soddisfacente oppure in modo sofferente.<br />

Nello stare con te quali parti di me interagiscono con le tue?<br />

Come mai non troviamo accordo a certi livelli mentre su altri<br />

c’è intesa e anche armonia?<br />

Le emozioni sono una grande palestra di condivisione tra noi e<br />

gli altri. Il discernimento, la consapevolezza può dirigere le varie<br />

emozioni che proviamo verso una direzione utile al loro ritrovamento<br />

dentro di noi. Possiamo sapere se quello che ho provato,<br />

soprattutto grazie a qualcuno, mi ha turbato, mi ha colpito, mi ha<br />

smosso, ha prodotto certi cambiamenti e non altri. Normalmente<br />

non siamo allenati a praticare qualcosa di ulteriore se non reagire<br />

a ciò che sentiamo. Inoltrarci dentro un ambito, che, grazie<br />

all’altro è emerso dal nascosto, è condividere con noi una parte,<br />

a volte, o ancora, spesso rimossa di noi, che non adeguatamente<br />

vista, trasformata e messa in contatto con le altre parti, permane<br />

nella sua condizione isolata di parte a volte dolente, a volte<br />

abbandonata. Senza rendercene conto ci abbandoniamo, tralasciando<br />

l’ascolto e il reclamo che da tempo parti di noi chiedono,<br />

anche con urgenza, di essere accolte e di stare in compagnia<br />

con qualcosa d’altro, di sedere alla tavola imbandita della nostra<br />

personalità composita e molteplice. A volte il solo stare insieme<br />

agli altri, agli altri io rende la solitudine, delle parti rimosse,<br />

visibile e presentabile alla visione, relativizzando stati interiori,<br />

forse da tempo non modificati, che qui possono trovare, nuove<br />

manifestazioni e apparentemente insperate integrazioni. Condividere<br />

dentro di noi luoghi e aspetti a volte a lungo separati, farli<br />

dialogare con quelli di altre persone e consentirne il gioco delle<br />

parti è dare spazio ad un nuovo tempo dell’incontro, un nuovo<br />

tempo interiore, pieno di opportunità di essere anche altro rispetto<br />

a quello che pensiamo di essere. Si può immaginarlo come un<br />

campo inesplorato che viene percorso per la prima volta, a cui<br />

assistiamo novizi e increduli, che può aprire scenari di conoscenza<br />

e nuove modalità di rapportarsi con noi e tra noi e gli altri, in<br />

uno spirito di rivelazione di verità nascoste e di cura di dolori<br />

non rimarginati, che ancora chiedono accoglienza, cittadinanza e<br />

ascolto. Nel tempo opportuno della relazione emozionale e consapevole<br />

si entra in un percorso anche labirintico dove molte<br />

sono le cose da dire e da provare, attraversando trame riflesse e<br />

rimandi senza fine come “in una rete crescente e vertiginosa di<br />

tempi divergenti, convergenti e paralleli. Questa trama di tempi<br />

che si avvicinano, biforcano, si intersecano o si ignorano…<br />

abbraccia tutte le possibilità..” Scrivere la storia delle nostre<br />

relazioni è scrivere un romanzo e costruire nel medesimo tempo<br />

un labirinto..” un labirinto di<br />

simboli…un invisibile labirinto<br />

di tempo” dai dettagli<br />

irrecuperabili, dove romanzo,<br />

labirinto e tempo sono “un<br />

solo oggetto”, un solo campo<br />

di esperienze, un solo progetto,<br />

dove risediamo, vivendo<br />

sospesi come in una costante<br />

“biforcazione del tempo”,<br />

come un giardino di sentieri<br />

“che si biforcano” dove la<br />

divergenza è nel tempo (interiore)<br />

più che nello spazio.<br />

La divergenza non è separativa,<br />

rimanda alla possibilità<br />

di riunirsi dalla separazione,<br />

dalla distanza verso una zona<br />

di confluenza. Riunirsi anche nel corpo dell’altro, facendosi<br />

raggiungere dalla capacità di essere posseduti e invasi nei nostri<br />

confini, arrendendosi e perdendo il controllo del controllo,<br />

è avere il coraggio di entrare nelle varie paure, evitando l’evitamento,<br />

come quando fiduciosi ci abbandoniamo al sonno ed<br />

entriamo in un altro tempo, in campi dalla diversa luce e dalla<br />

diversa vita. Separazione e allontanamento possono farci entrare<br />

in contatto con ferite ancora aperte, come fusione e unione<br />

possono alimentare paure non ancora affrontate e non superate.<br />

Avere il coraggio di condividere la fiducia nel lasciare andare le<br />

resistenze nell’incontro con l’interno di noi, qualunque esso sia,<br />

ci fa andare verso il ritrovamento di molti dei processi e percorsi<br />

di guarigione. Le nostre relazioni significative si specchiano<br />

dentro i riflessi cangianti dell’altro. Gli incontri che le nostre<br />

vite ci regalano rivelano e portano alla luce quello che siamo,<br />

che mai completamente sapremo, come un enigma che è ancora<br />

da risolvere.<br />

…‟trasformazione significa dissolverci nella sorgente vuota del<br />

nostro essere e riemergere esattamente nel modo in cui siamo.<br />

È a un tempo risolutivo e deludente il fatto che precisamente<br />

ciò che siamo sia la sorgente tanto della saggezza che della<br />

confusione. Prima di poter realizzare la non esistenza dell’io,<br />

dobbiamo fare amicizia con ciò che crediamo di essere. Dobbiamo<br />

accettare qualunque cosa noi siamo, non solo come punto di<br />

partenza ma anche, stranamente, come meta di arrivo. In questo<br />

c’è qualcosa di bizzarramente potente, qualcosa di imprevedibile<br />

e, in senso relativo, di estremamente inaffidabile…è l’energia<br />

del nostro essere manifesto… l’essenza…. di ciò che accade… la<br />

danza dell’esistenza e della non esistenza… il nostro rapporto<br />

con la vita...” (N.C) ■<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

KANDEL E.R., Alla ricerca della memoria, Codice edizioni,Torino (2010);<br />

BATESON G., Verso un’ecologia della mente, Adelphi,Milano (2000);<br />

HOLDERLIN F., Iperione, Feltrinelli (2013);<br />

J.L.BORGES, “I Giardini dei sentieri che si biforcano”, Adelphi, Milano (2003)<br />

STILI DI VITA<br />

36<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

37


Era l’anno 2007<br />

“…ho sfidato l’organizzazione<br />

e la cultura<br />

ufficiale della Biennale<br />

di Venezia saltando i<br />

confini con il mio zaino<br />

e i miei colori per realizzare<br />

uno dei miei Assalti<br />

Pittorici.<br />

Alla composizione della<br />

mia Rota hanno partecipato<br />

gente comune e<br />

personaggi noti.<br />

Grazie a questa intrusione<br />

sono stata accettata<br />

dall’establishment<br />

e ho partecipato alla<br />

Biennale…”<br />

STILI DI VITA<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

ASSALTI<br />

PITTORICI<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

Così ci racconta Linda<br />

Brindisi, pronipote del<br />

famoso pittore Remo Brindisi,<br />

una delle tante performances<br />

spontanee che fanno parte di<br />

un progetto itinerante che lei sviluppa<br />

fin dagli anni 90 con lo scopo di far<br />

dipingere il maggior numero di persone<br />

che vengono coinvolte a condividere<br />

opere sempre diverse come diversi<br />

sono i luoghi in cui le propone.<br />

L’artista sperimenta la pittura su tutte<br />

le superfici possibili, lavorando<br />

su diversi aspetti sia per quanto riguarda<br />

la scelta dei materiali, rivisitando<br />

quelli di scarto e poveri come<br />

faesite, legno, canapa, sughero,<br />

stoffe, carte riciclate, sia ponendo<br />

attenzione alle potenzialità che essi<br />

possono sviluppare: pennelli con<br />

manico in legno naturale, colori primari,<br />

vasetti realizzati con i cappucci<br />

delle bic…<br />

Si sofferma sulla forma, funzionale e dinamica, giungendo ad<br />

un lavoro ricercato ma nello stesso tempo semplice ed essenziale<br />

e ricerca un modo per trasmettere la pittura agli altri come<br />

lei l’aveva assorbita da piccola, interessata a grandi spazi, formati<br />

estesi e pittura a terra. Per quattro anni ha lavorato sui<br />

materiali, sullo spazio e sulla forma e la rotondità del cerchio è<br />

stata la forma che più l’ha interessata. Ha cominciato a costruire<br />

enormi cerchi, anche di quattro metri di diametro: le “Rote”<br />

e a farli ovunque, in città diverse, quasi tutti abusivi.<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO ha fatto dipingere in questi<br />

anni all’interno di eventi culturali (festival, mostre, spazi museali),<br />

all’aperto o al coperto, in notturne ben illuminate, con<br />

musica dal vivo, su tutti i tipi possibili di pavimentazioni. Le<br />

dimensioni e le forme cambiano ogni volta; sono stati dipinti<br />

in quattro giorni a Perugia 400 mt. di pittura su lunghe strisce<br />

a terra, altrove grandi murales, pannelli, grandi tele dai<br />

differenti formati, grandi Rote e anche una casa a grandezza<br />

naturale.<br />

38<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

39


Le Rote, un nome che ha in sé il movimento come il cerchio<br />

che è alla base di quest’arte, vengono dipinte dal centro e via via<br />

sviluppate verso l’esterno da tutti i partecipanti. La più grande<br />

è di 5 metri di diametro, realizzata alla Biennale di Venezia<br />

nel 2007. Con questo progetto forte e innovativo, Linda ha toccato<br />

con le sue “Gocce di Colore”, come le ama definire, oltre<br />

la Biennale di Venezia, nel 2009 l’Australia a Melbourne; nel<br />

2010 lo Spazio Oberdan di Milano con un’esposizione di tutte le<br />

grandi Rote; nel 2012 la Casa Museo Remo Brindisi e il Museo<br />

del ‘900 di Milano; nel 2013 il MuSe di Trento. I suoi Assalti<br />

Pittorici sono numerosi: 44 Rote in 14 anni.<br />

Un progetto, ©PITTURA.IN.MOVIMENTO, che è stato già definito<br />

in tanti modi: Arte Contemporanea, Street Art al femminile<br />

ma che Linda ama chiamare “Pittura Viva” perchè è viva, ha una<br />

forma, un tema, dei colori, è materica. I suoi lavori non sono mai<br />

lasciati al caso, tutto è pensato, studiato e provato prima di essere<br />

realizzato. Quello di Linda è un progetto di pittura collettiva e<br />

chiunque può dipingere sulla Rota. A tutti è data la possibilità di<br />

esprimersi con i colori, di dipingere in qualsiasi punto. Per questo<br />

vengono scelti materiali di prima qualità ed ecologici e per<br />

la base un tipo di supporto sul quale si possa anche camminare<br />

sopra. Le sue Rote sono visioni di colori che trasmettono energia<br />

e senso del gioco allo spettatore che assiste e all’attore che<br />

dipinge. Ogni evento è gratuito e aperto a tutti. È una proposta<br />

nuova, un’idea che da voce alla fantasia di bambini e di adulti.<br />

L’arte di liberare su un grande disco di carta la propria creatività<br />

artistica insieme ad altre persone di età diverse e che non si<br />

conoscono. Una formula di pittura estemporanea che raccoglie<br />

le emozioni e le sensazioni di esponenti di generazioni diverse.<br />

La mission di Linda Brindisi è di contagiare con il piacere della<br />

pittura appassionati, curiosi e aspiranti artisti. La pittura è per<br />

lei una forma di comunicazione che prevede l’interazione con il<br />

pubblico che viene coinvolto a dipingere l’opera sempre diversa<br />

e con un tema che varia. Lo spettatore diventa protagonista in un<br />

momento di creatività e libertà.<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

Nella foto: l’artista Linda Brindisi mentre dipinde una delle sue famose Rote<br />

Ed è sul concetto di libertà che sono recentemente nate le due<br />

nuove performances: Liberate in Volo e Liberate in Acqua,<br />

dedicate ai giovani. A Comacchio i partecipanti alla performance<br />

hanno dipinto 304 barche poi messe in acqua nei canali del<br />

centro storico lagunare e 200 aquiloni sono stati dipinti da studenti,<br />

passanti, artisti improvvisati in un affascinante workshop<br />

a Lido Spina. ■<br />

www.lindabrindisi.it<br />

STILI DI VITA<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

40<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

©PITTURA.IN.MOVIMENTO<br />

41


LE NOTE DI<br />

MOZART IN<br />

MEMORIA<br />

DELLE<br />

VITTIME<br />

DELLA FAME<br />

NEL MONDO<br />

STILI DI VITA<br />

Photo by Steve McCurry<br />

re più produttivi i loro raccolti. In ampie regioni i campi sono a<br />

coltivazione intensiva, ad esempio della palma per ottenere olio<br />

impiegato soprattutto nell’industria alimentare. I prodotti chimici<br />

usati nelle piantagioni, che sono una causa della deforestazione,<br />

inquinano i terreni e impoveriscono il suolo. Un criterio di<br />

produzione agricola che bada poco alla qualità e soprattutto non<br />

considera l’importanza della biodiversità su cui si sta giocando<br />

la partita dello sviluppo e la salute dell’uomo e del pianeta.<br />

Un modello che arricchisce le multinazionali e concettualmente<br />

opposto a quello sostenibile. Su questo terreno è impegnata<br />

AFA Associazione per il Futuro dell’Africa, ponte tra l’Italia e il<br />

Benin, dove sono avviati con successo molti progetti in ambiti<br />

diversi, anche grazie alla collaborazione con la Onlus italiana<br />

Project for People: un’azienda agricola biologica, un orfanatrofio<br />

(laico), una falegnameria, un ambulatorio. Ho avuto la fortuna<br />

di conoscere il presidente di AFA Salifou Lawani, uomo dalle<br />

qualità eccezionali con lo spirito dell’imprenditore consapevole<br />

delle contraddizioni di un paese che è formalmente indipendente<br />

ma culturalmente ed economicamente assoggettato al neocolodi<br />

Nicola Saluzzi<br />

Secondo il rapporto annuale dell’ONU sullo stato<br />

dell’insicurezza alimentare nel mondo, sono circa 805<br />

milioni le persone (cioè una su nove) che al mondo<br />

soffrono la fame. Entro la fine del 2015 l’Obiettivo<br />

di Sviluppo del Millennio (MDG) di dimezzare la proporzione<br />

delle persone che soffrono la fame è ancora raggiungibile. Nel<br />

2014 sono stati 100 milioni in meno negli ultimi dieci anni e<br />

209 milioni in meno rispetto al 1990. Il tasso di riduzione della<br />

fame è dunque in aumento. Tuttavia, se consideriamo il benessere<br />

e l’abbondanza di cibo (accompagnata dallo spreco) dei paesi<br />

industrializzati, il divario delle condizioni nei paesi più poveri è<br />

intollerabile: la proporzione ci presenta l’immagine di una forbice<br />

allargata. Ridurre al massimo la distanza tra i due estremi<br />

deve essere la priorità nell’agenda dei paesi più ricchi. Un anno<br />

fa ho “catturato” i volti delle persone incontrate soprattutto nei<br />

villaggi che ho visitato in una zona dell’Africa. In verità, non<br />

ho colto i segni di sofferenza della fame o della disperazione.<br />

Ho tuttavia avuto la conferma di quanto sia necessario e urgente<br />

offrire alle popolazioni rurali la conoscenza e i mezzi per rende-<br />

Per noi che viviamo in questa parte del mondo, il tema della<br />

fame può essere dibattuto da diversi punti di vista;<br />

per chi ne soffre invece, non ce n’è che uno:<br />

attuare politiche sostenibili per accedere al cibo!<br />

42<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

43


nialismo, in questo caso francese. Ogni giorno assistiamo (impotenti)<br />

alle assurde disgrazie in mare di popolazioni costrette<br />

ad abbandonare la propria terra per fuggire dalla povertà, dalla<br />

fame e dalla guerra in cerca di sicurezza. Il lavoro delle strutture<br />

di volontariato è meritevole ed è spesso encomiabile l’impegno<br />

soprattutto dei medici che aiutano le popolazioni che soffrono.<br />

Voglio, però, distinguere queste da altre organizzazioni, che,<br />

sotto varie forme, sono spesso portatrici di interessi economici<br />

nei paesi dove destinano gli aiuti. Viene da pensare ad una<br />

sorta di “multinazionali dell’umanitarismo”, che per raccogliere<br />

fondi destinati al cosiddetto Terzo Mondo, fanno leva<br />

sul turbamento psicologico indotto dal senso di colpa. Una<br />

reazione che si attiva quando per esempio, vieni colpito<br />

dall’immagine di un bambino visibilmente denutrito, che<br />

punta gli occhi dritto alla tua coscienza. Un dramma umano<br />

vero che diventa virtuale e strumentale, fondato sul pietismo.<br />

Le popolazioni dei paesi che hanno subito il colonialismo,<br />

l’Africa in primis, sono vittime del paradosso di soffrire<br />

o morire per fame pur abitando territori il cui sottosuolo è ricco<br />

di giacimenti di minerali preziosi e di fonti energetiche: ricchezze<br />

destinate al Nord del mondo. Fame, miseria, sottosviluppo,<br />

si combattono con l’attuazione di programmi di medio lungo termine.<br />

Insieme all’istruzione, bisogna fornire a quelle popolazioni<br />

gli strumenti e le tecnologie che permettano loro di progettare<br />

il futuro sulla propria terra. I pozzi per la raccolta dell’acqua e i<br />

pannelli fotovoltaici per ottenere energia elettrica sono esempi di<br />

soluzioni a basso costo che favoriscono l’autonomia dei villaggi<br />

dove si può praticare un’agricoltura sostenibile e al tempo stesso<br />

fermare l’urbanizzazione e la migrazione. Nonostante la riduzione<br />

del tasso della fame registrato nell’ultimo anno, bisogna<br />

reclamare un maggior impegno della politica mondiale, che deve<br />

sentire la responsabilità e il peso delle morti causate dalla fame e<br />

dalla denutrizione, ma anche delle morti per malattie soprattutto<br />

dei bambini indegnamente e vergognosamente sfruttati nelle miniere<br />

dei preziosi minerali.<br />

Ancora porto nella memoria scene dei filmati in bianco e nero<br />

proiettati, in mancanza di una sala, sulla parete di un edificio nella<br />

piazza del paese, quando ero in età scolare, nello stile del film<br />

“Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Per quel che<br />

ricordo, lo scopo dell’iniziativa era di far conoscere l’impegno<br />

dei missionari italiani in Africa. Non credo che fosse un programma<br />

promosso dalle istituzioni nazionali o che facesse parte<br />

di un programma di sensibilizzazione riconducibile alle Nazioni<br />

Unite. Tutto era ambientato in un villaggio rurale dove, le persone,<br />

soprattutto bambini, in evidente stato di denutrizione, erano<br />

in fila per una ciotola di riso o per fare le vaccinazioni. Sono immagini<br />

rimaste impresse, avvolte da un sentimento misto di compassione<br />

e di speranza. Immagini che oggi accostandole e confrontandole<br />

con gli scatti del grande fotografo Steve McCurry,<br />

a distanza di mezzo secolo restano ancora terribilmente attuali.<br />

Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause<br />

ad essa correlate (fonti: ONU, FAO, UNICEF).<br />

Il 16 ottobre 1979 è stata istituita dai paesi membri della FAO<br />

(Nazioni Unite) e celebrata ogni anno, la Giornata Mondiale<br />

dell’Alimentazione (GMA), che quest’anno è inserita nel<br />

calendario degli eventi all’interno di Expo, dal tema esplicativo:<br />

“Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo<br />

della povertà rurale”. Dunque la protezione sociale come<br />

fondamento di soluzioni atte a ridurre la povertà rurale nelle<br />

campagne per assicurare l’accesso al cibo e ai mezzi per<br />

produrlo. E’ intuibile l’importanza della Giornata perché<br />

Expo, con la presenza dei paesi in via di sviluppo sarà l’amplificatore<br />

di un messaggio dalla grande valenza culturale,<br />

soprattutto ai giovani attraverso la scuola.<br />

La data celebrativa del prossimo 16 ottobre è una tappa del percorso<br />

di sensibilizzazione al tema della nutrizione e alla salvaguardia<br />

delle risorse naturali. Un percorso di sostenibilità che,<br />

coerente con il programma di Expo, deve tendere alla massima<br />

riduzione della forbice. I valori che la data esprime sono stati<br />

fatti propri dall’Associazione Mozart Italia sezione di Milano<br />

che ha deciso di proporre quel giorno come commemorativo,<br />

organizzando un concerto dedicato, dal titolo “In memoria delle<br />

vittime della fame nel mondo”. L’evento è stato inserito nel<br />

programma di Expo sotto gli auspici del Presidente della Repubblica,<br />

e vedrà la partecipazione dei rappresentanti dei paesi<br />

in via di sviluppo presenti a Expo e delle loro comunità in Italia.<br />

In programma è il Requiem in Re minore di Wolfgang Amadeus<br />

Mozart diretto dal Maestro Aldo Bernardi nella chiesa di San<br />

Marco a Milano. L’occasione richiedeva la scelta di un’opera significativa<br />

e suggestiva e non c’è opera più adatta e affascinante<br />

dell’ultimo lavoro del grande Amadeus, interrotta dalla sua morte<br />

precoce e per questo poi rimaneggiata nella parte conclusiva.<br />

Le note vibranti del Requiem mozartiano esprimono in<br />

modo ineguagliabile l’umana sofferenza, trasmettono pathos,<br />

mistero e speranza anche a chi fede non ha.<br />

Numerose sono le celebrazioni nel 2015 in cui viene eseguito il<br />

Requiem di Mozart in tutta Italia. Per il contesto e la profondità<br />

del tema, ma anche per la capacità esecutiva dell’Orchestra Associazione<br />

Mozart Italia Milano, “In memoria delle vittime della<br />

fame nel mondo” resterà certo negli annali dei grandi eventi. Più<br />

che un concerto sarà un’esperienza emotiva di grande effetto, un<br />

segno di umanità verso le morti innocenti. ■<br />

Daniela Milano<br />

MEDITAZIONE IN AUTUNNO<br />

Laureata in filosofia, specializzata<br />

in psicologia psicosomatica,<br />

junghiana, lavora a titolo di libera<br />

professionista come counselor<br />

per il benessere, la formazione,<br />

l’istruzione della persona<br />

ed è giornalista.<br />

IDEA BENESSERE<br />

Con l’entrata dell’autunno si verificano dei cambiamenti importanti<br />

sia nell’ambiente, come la diminuzione delle ore di<br />

luce, sia nell’organismo in cui il più importante è la variazione<br />

della produzione di alcuni ormoni che ne influenzano l’equilibrio.<br />

Questi due fattori accompagnati dalla ripresa delle attività<br />

lavorative, possono generare stanchezza, apatia, stress. Silvia<br />

Giananti insegnante yoga e responsabile Associazione Ytaca (a<br />

Massa Marittima) , consiglia un paio di esercizi di meditazione<br />

e rilassamento per mantenere i benefici e le energie positive accumulate<br />

durante l’estate.<br />

● Mettetevi supini rendendo la posizione confortevole e lasciatevi<br />

andare alla terra che vi sostiene. Un piccolo cuscino sotto il<br />

capo o una salvietta arrotolata che riempia l’arco naturale sotto<br />

il collo. Con gli occhi della mente entrate in contatto con<br />

tutto il corpo a cominciare dai piedi, risalendo lungo le gambe,<br />

dalle mani lungo le braccia, lungo il tronco fino alle spalle.<br />

Lasciate che affiorino i piccoli disagi, eventuali tensioni e, ad<br />

ogni respiro, lentamente lasciate che la terra le assorba. Qualche<br />

piccola oscillazione del capo vi aiuta ad abbandonarlo di<br />

più. Davanti agli occhi chiusi morbidamente, cominciate a<br />

fare esperienza della luminosità diffusa che si espande a tutta<br />

l’area della fronte come uno schermo luminoso. Risiedete<br />

nell’area con alcuni espiri prolungati fino a raggiungere l’esperienza<br />

dell’aria che esce e rientra dalla fronte.<br />

● Respirazione a narici alternate “sole-luna” Questo semplice<br />

esercizio può essere praticato in qualunque momento della<br />

giornata. Al lavoro prima di una riunione importante, oppure<br />

prima di affrontare un appuntamento che reca ansia, ma anche<br />

per mantenere calma e lucidità là dove venga richiesto. - Seduti<br />

in posizione confortevole, con la colonna vertebrale diritta<br />

ed il peso del busto sui due ischi, portare la mano destra con<br />

dito indice e medio appoggiati in mezzo alle sopracciglia e<br />

con pollice ed anulare che chiudono alternativamente la narice<br />

destra e sinistra nella fossetta alta. Prima la sinistra inspira e<br />

la destra espira, poi la destra inspira e la sinistra espira. E così<br />

via… Continuare così per una quindicina di respiri.<br />

Benefici: calma la mente, allevia il mal di testa e riequilibra a<br />

livello energetico. ■<br />

STILI DI VITA<br />

> Opera di Silvia Giananti<br />

Qualora abbiate voglia di<br />

fare osservazioni su quanto<br />

ho scritto o sollevare nuovi<br />

quesiti potete scrivermi a:<br />

redazione_ecoideare@libero.it<br />

44 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

45


LE NOSTRE CONVENZIONI<br />

Per essere sempre più vicini ai nostri associati, Rinenergy ha stretto una serie di accordi per proporre sconti<br />

e convenzioni a chi presenterà la tessera, nei seguenti esercizi commerciali o aziende.<br />

Ristorante Biologico<br />

Corte Regina<br />

Viale Monza, 16 Milano<br />

Tel. 02 28381873<br />

www.cortereginabio.it<br />

Verde Saporito<br />

Via Vittorio Sereni, 27<br />

21016 Luino (VA)<br />

Tel. 0332 1951305<br />

aryma.1snc@gmail.com<br />

Ecopsiché<br />

Scuola di<br />

Ecopsicologia<br />

23875 Osnago (Lc)<br />

Cell. 335 6052912<br />

www.ecopsicologia.it<br />

G.I.A.N. Gruppo Italiano<br />

Amici della Natura<br />

Via Guani,12<br />

25050 Saviore dell’Adamello (Bs)<br />

Tel. 0364 634664<br />

www.amicidellanaturasavioro.org<br />

Aperto mezzogiorno e sera, il Ristorante propone specialità<br />

della migliore tradizione emiliana: gnocco fritto con salumi, tortelli<br />

ripieni di verdure. Ampia scelta di vini biologici e di altissima<br />

qualità. SCONTO 10% su pranzi o cene.<br />

Apicoltura Lares<br />

Via Plizze, 51<br />

25048 Edolo (BS)<br />

Tel. 335 5871623<br />

tosanag0@gmail.com.<br />

Azienda certificata – biologica. Produce stagionalmente (primavera<br />

e estate) miele di rododendro, flora alpina, tarassaco di montagna,<br />

melata, acacia e castagno. SCONTO di 1 euro per ogni kg.<br />

Ristorante<br />

Cortaccia Biocucina<br />

Piazza Corte dei Sogliari, 6<br />

Zona Portici Corso Umberto<br />

46100 Mantova<br />

Tel. 0376 368760<br />

www.cortaccia.com<br />

Nel centro storico di Mantova, cucina biologica di qualità e della<br />

tradizione. Menù personalizzati su prenotazione per occasioni<br />

speciali, anche per vegani e celiaci. SCONTO 10% su pranzi o cene.<br />

Cascina Guzzafame<br />

20083 Vigano di Gaggiano (MI)<br />

Tel. 02 9086659<br />

Fax: 02 91390495<br />

www.cascinaguzzafame.it<br />

SCONTO 10% sulla spesa effettuata in negozio e SCONTO del 10% sulla<br />

prima notte trascorsa nel Bed & Breakfast.<br />

L’ Accento sul Gusto<br />

Via Roma 34/b<br />

20037 Paderno Dugnano (MI)<br />

Tel. 339 2400721<br />

Per un’alimentazione sana e sostenibile: laboratorio e vendita diretta<br />

di pasta fresca, dolci e gastronomia di alta qualità. Su ordinazione paste<br />

e ripieni per intolleranze. Pane con lievito “pasta madre”. SCONTO<br />

10% su paste fresche all’uovo, kamut e gnocchi.<br />

Mimma Maspoli<br />

Via F. Corridoni, 13<br />

24124 Bergamo<br />

Tel. 347 3676621<br />

www.maspoli.it<br />

Si è formata presso la Accademia Carrara a Bergamo e ha lavorato<br />

presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Le sue creazioni sono<br />

realizzate con vari materili (legno, carta, pietr). Ha partecipato a<br />

numerose mostre e progetti culturali in Italia e all’estero. SCONTO<br />

del 5% delle sue opere.<br />

A pochi passi dal lungolago, un nuovo punto vendita di prodotti<br />

bio e naturalmente consapevoli (con distributori per lo<br />

sfuso di legumi e cereali) che si propone come riferimento culturale.<br />

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Bioandfood<br />

Via Puricelli Guerra, 80<br />

(MM1 Sesto FS 1° Maggio)<br />

20090 Sesto San Giovanni<br />

Tel. 02 26220023<br />

www.bioandfood.com<br />

Laboratorio e vendita di paste fresche, ripiene e secche, tradizionali<br />

e naturalmente senza glutine (amaranto, quinoa, grano saraceno,<br />

lupini). SCONTO 10% su tutta la spesa con la parola d’ordine <strong>Ecoideare</strong>.<br />

Agriturismo<br />

La Manna di Zabbra<br />

C/da Zabbra - SP 130 al km 4.00<br />

90010 Pollina (PA)<br />

Tel. 0921 910083<br />

Cell. 339 6328555<br />

www.lamannadizabbra.com<br />

Produzione biologica di Manna delle Madonie. Presidio Slow<br />

Food (vendita diretta). Visite ai frassineti della Manna ristorante<br />

bio con orto a km zero. SCONTO 10% allogio, ristoranti e prodotti.<br />

Multiutility S.p.a.<br />

Gruppo Dolomiti Energia<br />

Palazzo Fermi, Via Enrico Fermi, 4<br />

37135 Verona<br />

Tel. 045 8262011<br />

www.multiutility.it<br />

Servizi e soluzioni integrate a PMI e enti per energia elettrica<br />

e gas naturali. Riduzione dell’1% sulle tariffe offerte.<br />

Erboristeria Planerbe<br />

Corso di Porta Romana 123 Milano<br />

Tel. 02 54071428<br />

www.planerbe.it<br />

Produzione e punto vendita di prodotti erboristici e alimentari<br />

bio. Spazio di eventi culturali con musica dal vivo.SCONTO 20%<br />

per prodotti a marchio Planerbe e tisane personalizzate. SCONTO 10%<br />

per prodotti cosmetici, fitoterapici, alimentari.<br />

La Pica Giardino Botanico<br />

Via imperiale<br />

41038 San Felice sul Panaro (MO)<br />

Tel. 349 8868512<br />

www.giardinolapica.it<br />

L’ associazione nasce nel 2007, in seguito al terremoto, con<br />

l’obiettivo di tutelare e valorizzare la natura e l’ambiente della<br />

pianura modenese. Oggi il giardino vanta una collezione di<br />

700 specie di piante. Offriamo visite accesso e guidate gratuite su<br />

prenotazione<br />

Aggiornamento professionale e Specializzazione in EcoCounseling.<br />

SCONTO del 10% su percorso formativo Eco Tuning di 260 ore con<br />

riconoscimento EES (European Ecopsychology Society) e AssoCounseling.<br />

Az. Agr. FortunatoErrera<br />

Tel. 338 3521837<br />

www.fortunatoerrera.it<br />

Prodotti tipici di Pantelleria: capperi, olio, origano, passito, spumante,<br />

miele d’uva, confetture extra di zibibbo, di gelsi, arance, limoni,<br />

caponata e pesto “panteschi”. Spese trasporto gratis in tutte le regioni.<br />

SCONTO 10% su tutti i servizi di ospitalità dell’Albergo Bue Marino.<br />

A.s.d Ytaca<br />

Via Pascoli, 4<br />

58024 Massa Marittima, (Gr)<br />

Tel 349 2877032<br />

www.facebook.com/YtacaAsd<br />

Associazione sportiva dilettantistica di benessere e cultura affiliata<br />

ACSI (Associazione di sport, cultura e tempo libero) riconosciuta<br />

CONI. Partecipazione gratuita ad una lezione tematica.<br />

Gelati Graziosi<br />

Via Don Giovanni Minzoni<br />

20090 Segrate (MI)<br />

Tel. 338 3363238<br />

www.gelatigraziosi.it<br />

Preparato base per Vice, il gelato 100%vegetale da fare in casa senza<br />

gelatiera. Anche per celiaci. SCONTO 10% sull’acquisto della scatola da 8 vasetti.<br />

Agriturismo<br />

Bio Villa Padura<br />

Via Matteotti,1<br />

90020 Castellana Sicula (Pa)<br />

Tel. 0921 562180<br />

www.agriturismovillapadura.it<br />

Azienda biologica con piscina a copertura telescopica, ampio<br />

parco, sei camere. SCONTO 10% per soggiorni da aprile a novembre,<br />

gratis per bambini fino a 5 anni, 50% per bambini dai 6 anni.<br />

SCONTO 15% su pranzi o cene.<br />

Semprebio<br />

alimentari con ristoro<br />

Via Broggi, 13 (MM Lima) Milano<br />

Tel. 02 29407378<br />

www.semprebio.net<br />

Prodotti biologici e locali di qualità. Bio-bar gastronomico.<br />

Consegna a domicilio. SCONTO 10% sulla spesa.<br />

Panificio Cattaneo<br />

Piazza Wagner, 13 Milano<br />

Tel. 02 462384<br />

Un luogo per conoscere la natura, favorire l’aggregazione, riscoprire<br />

attività tradizionali. Partecipazione gratuita a escursioni alla ricerca di erbe<br />

e a laboratorio con preparazione di decotti e di creme a uso terapeutico.<br />

Bajo Hairstyle<br />

Via Piero Capponi, 5<br />

20145 Milano<br />

Tel. 02 463044<br />

www.hairbajomilano.it<br />

Da sempre attento alla qualità, utilizza la linea di prodotti Shu Uemura<br />

creata nel 1958 dall’ artista giapponese Shu Uemura, tutti basati su<br />

estratti di piante ricche di proprietà benefiche. SCONTO 10% sulla<br />

cerimonia Shu Uemura<br />

Materiavera s.a.s.<br />

Show room e studio di progettazione<br />

Corso San Gottardo, 8 - Milano<br />

Tel. 02 8373179<br />

www.materiavera.it<br />

Bioedilizia e progetta, vende prodotti, fornisce consulenze.<br />

SCONTO 10% su vernici e prodotti Solas oppure sconto del 10% su<br />

prodotti di trattamento del legno Ecoevergreen.<br />

Associazione foreste<br />

per sempre (fps)<br />

Via d’Avia Sud 65/a<br />

41126 Modena<br />

Tel./Fax: 059 4270723<br />

www.forestepersempre.org<br />

L’organizzazione segue progetti per la conservazione dei sistemi<br />

naturali nel mondo. Partecipazione gratuita ad una conferenza.<br />

Associazione La Pila<br />

Via 5 Cerri, 91<br />

06084 Bettona (PG)<br />

Tel. 347 5028485<br />

www.facebook.com/lapila.bettonaassisi<br />

Un luogo per organizzare ritiri di crescita personale e apprendere<br />

antichi/nuovi saperi sul valore dell'ambiente, delle arti e del<br />

patrimonio culturale. Partecipazione gratuita ad una conferenza tematica.<br />

NaturaBio<br />

Via Cavour, 22<br />

20090 Sesto San Giovanni<br />

Tel. 02 24416432<br />

biobim@libero.it<br />

Nel cuore di Sesto San Giovanni (MM1 Rondò) una realtà nata per la<br />

passione del cibo sano e biologico, attenta al rispetto dell’ambiente.<br />

SCONTO 10% su prodotti Fitoterapici, integratori e linee profumate.<br />

Moda Ismeralda<br />

Showroom - Olbia (OT)<br />

Tel. 07 891969765<br />

labottegadisilvia@virgilio.it<br />

www.modaismeralda.it<br />

Una famiglia che da tre generazioni porta avanti la bellezza del<br />

Storico punto di riferimento da oltre 50 anni,<br />

made in Italy. I capi sono stati disegnati e realizzati ispirandosi prima<br />

produce pane a lievitazione naturale e realizza<br />

alla tradizione positanese e successivamente alla raffinatezza della<br />

dolci artistici per ogni occasione.<br />

Costa Smeralda. La famiglia da sempre collabora con piccole sartorie<br />

artigiane.<br />

46 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

47


Ecologia in vetrina<br />

EcoNews<br />

VEVE - IL PRIMO ORTO<br />

AEREOPONICO PER IL PUBBLICO<br />

Veve viene considerato dal suo inventore Matteo Sansoni un nuovo<br />

elettrodomestico smart, 1 metro x 2,30 di ingombro, produce vegetali<br />

e frutta per una famiglia di quattro persone. È stato pensato<br />

per semplici cittadini, condomini, per chi vorrebbe un orto ma ha<br />

un balcone. Le radici degli ortaggi risultano sospese nell’aria e gli<br />

elementi nutritivi, ovviamente biologici, vengono erogati tramite<br />

nebulizzazione con uso ridotto d’acqua e di energia. Veve è il prodotto<br />

di una start-up innovativa di Progetto Manifattura, incubatore<br />

e hub della green economy creato da Trentino Sviluppo a Rovereto.<br />

www.veve.bio<br />

16 GIORNI DI SCIENZA,<br />

CONFERENZE E SPETTACOLI<br />

Dal 2 al 18 ottobre si svolgerà a Bergamo la XIIIa edizione di Bergamo<br />

Scienza con 16 giornate di eventi aperti gratuitamente al pubblico<br />

con Premi Nobel e scienziati di fama mondiale. Temi come ambiente<br />

e salute, neuroscienze, genetica, musica, meccanica quantistica,<br />

biodivesità e immunologia, progettazione e design saranno trattati<br />

con linguaggio divulgativo in modo interdisciplinare. In programma<br />

spettacoli e concerti con artisti di fama internazionale.Tra gli ospiti il<br />

biologo Rino Rappuoli, il nobel per la fisica Konstantin Novoselov, la<br />

neuroscienziata Suzanne Corking e l’astronomo Massimo Tarenghi.<br />

www.bergamoscienza.it<br />

LA EAMES SHELL CHAIR<br />

CHE RISPETTA L’AMBIENTE<br />

La Eames Shell Chair, una delle icone più note del modernismo anni<br />

50, progettata dai designer Charles e Ray Eames e prodotta per la prima<br />

volta nel 1950 da Herman Miller con il guscio in vetroresina, è oggi<br />

riproposta, nel rispetto per l’ambiente e per amore dei collezionisti, in<br />

polipropilene riciclabile 100% utilizzando la tecnologia del settore auto.<br />

Per gli amanti del design e per i curiosi www.archdaily.com/615276<br />

A VIENNA IL PRIMO GRATTACIELO PASSIVO AL<br />

MONDO CERTIFICATO PASSIVHAUS<br />

É stato costruito nella capitale austriaca il primo gratacielo per uffici certificato<br />

Passivhaus. Una torre di 20 piani affacciata sul canale del Danubio<br />

che ospita circa 900 dipendenti della Raiffesen Bank.Specifiche scelte<br />

progettuali sull’involucro hanno consentito a questa costruzione di garantire<br />

un risparmio energetico di più dell’80% rispetto ai grattacieli per uffici<br />

tradizionali. L’energia è fornita da un impianto fotovoltaico, un impianto<br />

geotermico e un impianto di trigenerazione. www.passivhaus-institut.de.<br />

COLLANE MATTE O MATTI PER LE COLLANE<br />

Questa esperienza particolarmente interessante nasce dalla collaborazione<br />

tra l’Associazione Onlus Contatto, impegnata a sviluppare la cultura<br />

della solidarietà e a sostenere l’inclusione sociale delle persone a rischio<br />

di disagio psicosociale, e il Centro Psicosociale di Via Litta Modignani a<br />

Milano per contrastare lo stigma sulla malattia mentale. Le persone coinvolte<br />

vengono inserite in un’attività manuale che offre anche l’opportunità<br />

di relazionarsi con il mondo esterno e nello stesso tempo realizzare<br />

oggetti che rispondono ad un principio di eticità. Infatti riciclando le capsule<br />

di caffè i pazienti creano collane, orecchini, spille, cinture divertenti<br />

e attuali che esprimono la loro creatività e incontrano il gusto della gente.<br />

Per sapere dove e come acquistarli collanematte@gmail.com<br />

facebook (CollaneMatte)<br />

TEAM ELITE - LA BICICLETTA<br />

PER IL CROSS COUNTRY<br />

La linea mountainbike dal peso piuma, completamente in carbonio,<br />

per affrontare i tragitti più difficili, polverizzare le salite e<br />

tracciare facilmente le discese più tortuose. L’angolatura più aperta<br />

del normale del tubosterzo facilita il controllo, l’attacco corto<br />

del manubrio e l’avantreno ribassato permettono stabilità, il telaio<br />

in carbonio assicura una guida stabile anche ad alta velocità.<br />

Disponibile in divesi colori.<br />

www.bmc-switzerland.com/it-it<br />

NUTRIAMO LA NOSTRA ENERGIA<br />

ATTRAVERSO LO YOGA:<br />

PREPARIAMO CORPO E MENTE AI CAMBIAMENTI AUTUNNALI<br />

L’energia vitale non è qualcosa di astratto e indefinibile e attraverso<br />

lo Yoga possiamo imparare ad attivare quel “fiume” che è dentro<br />

di noi. L’Associazione Ytaca propone, a ridosso dell’equinozio di<br />

autunno, a Massa Marittima, un seminario tenuto da Silvia Giananti,<br />

Giovanna Spina eValeria Trumpy. Stile e tecniche: Hatha yoga,<br />

Viniyoga, Meditazione, Yoga Nidra, Pranayama.<br />

Domenica 25 ottobre, dalle ore 10:00 alle ore 18:00<br />

Costo: 65 euro a persona, alloggio escluso<br />

Per chi viene da fuori, saranno forniti nomi di ostelli, affittacamere<br />

ed alberghi vicini. Per info e prenotazioni:<br />

Associazione YTACA, Via Pascoli 4 - 58024 Massa Marittima, GR<br />

Tel 349 28.77.032 email a.s.d.ytaca@gmail.com<br />

POMARIA IN VAL DI NON<br />

Nei giorni 10 e 11 ottobre si svolgeranno a Cles, capoluogo della<br />

Val di Non, due giornate in cui i visitatori avranno a disposizione<br />

un intero campo di mele per capire come si raccoglie la frutta. Tra<br />

le novità dell’edizione 2015 visite guidate al frutteto storico di Cles<br />

che raccoglie più di 80 varietà di mele e di pere a rischio estinzione,<br />

il field food ossia il cibo che si portava in campagna e il viaggio con<br />

la ferrovia elettrica Trento-Male in compagnia di attori che racconteranno<br />

la Pomaia. www.pomaria.org<br />

48 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

49


Biblioteca della sostenibilità<br />

IL GIARDINO<br />

IN MOVIMENTO<br />

di Gilles Clément<br />

Quodlibet Editore<br />

Pag. 319 - € 28,00<br />

REINVENTARE<br />

LA TUA CASA<br />

di Henriette Thompson<br />

Mondadori Editore<br />

Pag. 272 - € 24,90<br />

NATURA IN BANCAROTTA<br />

di Anders Wijkman<br />

e Johan Rockstrom<br />

Edizioni Ambiente<br />

Pag. 272 - € 24,00<br />

Il giardino in movimento è uno spazio in cui<br />

la natura non è assoggettata a un progetto<br />

o a uno schema preconfezionato. Il libro<br />

racchiude divesi gradi di leggibilità: è una<br />

guida per il giardiniere, è un trattato di<br />

filosofia della natura, è un resoconto letterario<br />

delle esperienze che Gilles Clément,<br />

paesaggista, ingegnere agronomo, botanico<br />

ed entomologo, ha fatto interagendo con la<br />

natura. Si apprende l’arte di incoraggiarla,<br />

agevolarla e favorirla.<br />

Un manuale pieno di risorse per non rimanere<br />

mai a corto di idee. Un libro intelligente<br />

e divertente per trasformare qualcosa di vecchio,<br />

di fuori uso o che non piace più reinventando<br />

e riutilizzando. Per evitare inutili<br />

sprechi, proteggere la natura, restare al passo<br />

con le ultime tendenze del design contemporaneo.<br />

Per rivoluzionare la casa ispirandosi<br />

alle creazioni si designer all’avanguardia<br />

mettendo in pratica i suggerimenti e i progetti<br />

contenuti nel volume.<br />

Il libro propone un nuovo approccio alla<br />

sostenibilità. Gli autori individuano nove<br />

sistemi che consentono al nostro pianeta<br />

di funzionare e sostentarci e per ognuno<br />

propongono un confine da non superare per<br />

non innescare fattori pericolosi. Dato che<br />

abbiamo già superato tre di questi confini è<br />

evidente che urge una radicale trasformazione<br />

del sistema economico e produttivo. Servono<br />

modelli di business alternativi e un’economia<br />

basata sul riuso e sul riciclo.<br />

CERTIFICHIAMO IN ARMONIA CON LA NATURA<br />

CCPB CERTIFICA PRODOTTI BIOLOGICI ED ECOSOSTENIBILI<br />

DEL SETTORE AGROALIMENTARE E NO FOOD<br />

L’agroalimentare<br />

biologico<br />

Il biologico<br />

non food<br />

I prodotti<br />

eco-sostenibili<br />

50<br />

CONSUMO CRITICO,<br />

ALIMENTAZIONE<br />

E COMUNICAZIONE<br />

di Vincenzo Russo,<br />

Sergio Marelli, Aurelio Angelini<br />

Franco Angeli Editore<br />

Pag. 352 - € 32,00<br />

Alla sua terza edizione il testo raccoglie il<br />

contributo di autori di diversi ambiti ed esperienze<br />

per dare senso al termine consumo<br />

critico nel campo dell’alimentazione e definire<br />

il ruolo della comunicazione soffermandosi<br />

sui principali cambiamenti di questi ultimi<br />

anni. Sottolineando come la dimensione<br />

etica stia diventando pervasiva dei processi<br />

di comunicazione.<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

CONTRO NATURA<br />

di Dario Bressanini e Beatrice Mautino<br />

Editore Sonda<br />

Pag. 306 - € 17,50<br />

Nonostante si riscontri da tempo una corsa<br />

all’alimentazione naturale, le idee sul tema<br />

non sono sempre così chiare. Sappiamo<br />

poco di ciò che finisce nel nostro piatto. Gli<br />

autori, in questo saggio, forniscono risposte<br />

ai tanti dubbi che ci assillano, guidandoci<br />

in un viaggio attraverso le storie dei cibi,<br />

così come li conosciamo, raccogliendo le<br />

testimonianze di ricercatori e agricoltori e<br />

spiegando il vero significato di alcuni termini<br />

e parole in cui ogni giorno ci imbattiamo.Un<br />

libro per imparare a scegliere.<br />

2°C<br />

di Gianni Silvestrini<br />

Edizioni Ambiente<br />

Pag. 264 - € 22,00<br />

Il libro offre un approfondimento del settore<br />

energia e al suo mutamento dando uno<br />

sguardo ai cambiamenti climatici e agli<br />

effetti che questi hanno sulle nostre attività<br />

e sul nostro pianeta. Una massa di informazioni,<br />

di dati, di esempi e di idee per<br />

raccontare tutto il settore dell’energia che<br />

cambia, le conseguenze sull’economia, sulla<br />

vita quotidiana e i rischi che si corrono.<br />

Una carellata sulle più recenti innovazioni<br />

tecnologiche che si stanno affermando nei<br />

vari campi.<br />

CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />

per l’attività di controllo e certificazione dei<br />

prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />

Controllo<br />

e Certificazione<br />

CCPB srl<br />

CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />

nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />

con metodo bio, secondo gli standard<br />

internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />

Habitat e i nostri standard privati.<br />

Viale Masini, 36<br />

40126 Bologna, Italy<br />

CCPB certifica i prodotti agroalimentari e non,<br />

in base a standard nazionali e internazionali<br />

quali la produzione integrata, la detergenza,<br />

la rintracciabilità di filiera, GLOBALGAP, la<br />

certificazione di prodotto e quella di sostenibilità.<br />

Tel +39 051 6089811<br />

Fax +39 051 254842<br />

ccpb@ccpb.it<br />

www.ccpb.it


OLTRE ALL’ENERGIA PULITA TRACCIATA,<br />

SERVIZI ESCLUSIVI DI GREEN MARKETING<br />

Strumenti per comunicare la scelta “Green”<br />

è 100% digitale<br />

amico dell’ambiente<br />

per la comunicazione ecofriendly e fa evitare:<br />

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a disposizione dei clienti<br />

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