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Ecoideare Settembre Ottobre N31

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LE NOTE DI<br />

MOZART IN<br />

MEMORIA<br />

DELLE<br />

VITTIME<br />

DELLA FAME<br />

NEL MONDO<br />

STILI DI VITA<br />

Photo by Steve McCurry<br />

re più produttivi i loro raccolti. In ampie regioni i campi sono a<br />

coltivazione intensiva, ad esempio della palma per ottenere olio<br />

impiegato soprattutto nell’industria alimentare. I prodotti chimici<br />

usati nelle piantagioni, che sono una causa della deforestazione,<br />

inquinano i terreni e impoveriscono il suolo. Un criterio di<br />

produzione agricola che bada poco alla qualità e soprattutto non<br />

considera l’importanza della biodiversità su cui si sta giocando<br />

la partita dello sviluppo e la salute dell’uomo e del pianeta.<br />

Un modello che arricchisce le multinazionali e concettualmente<br />

opposto a quello sostenibile. Su questo terreno è impegnata<br />

AFA Associazione per il Futuro dell’Africa, ponte tra l’Italia e il<br />

Benin, dove sono avviati con successo molti progetti in ambiti<br />

diversi, anche grazie alla collaborazione con la Onlus italiana<br />

Project for People: un’azienda agricola biologica, un orfanatrofio<br />

(laico), una falegnameria, un ambulatorio. Ho avuto la fortuna<br />

di conoscere il presidente di AFA Salifou Lawani, uomo dalle<br />

qualità eccezionali con lo spirito dell’imprenditore consapevole<br />

delle contraddizioni di un paese che è formalmente indipendente<br />

ma culturalmente ed economicamente assoggettato al neocolodi<br />

Nicola Saluzzi<br />

Secondo il rapporto annuale dell’ONU sullo stato<br />

dell’insicurezza alimentare nel mondo, sono circa 805<br />

milioni le persone (cioè una su nove) che al mondo<br />

soffrono la fame. Entro la fine del 2015 l’Obiettivo<br />

di Sviluppo del Millennio (MDG) di dimezzare la proporzione<br />

delle persone che soffrono la fame è ancora raggiungibile. Nel<br />

2014 sono stati 100 milioni in meno negli ultimi dieci anni e<br />

209 milioni in meno rispetto al 1990. Il tasso di riduzione della<br />

fame è dunque in aumento. Tuttavia, se consideriamo il benessere<br />

e l’abbondanza di cibo (accompagnata dallo spreco) dei paesi<br />

industrializzati, il divario delle condizioni nei paesi più poveri è<br />

intollerabile: la proporzione ci presenta l’immagine di una forbice<br />

allargata. Ridurre al massimo la distanza tra i due estremi<br />

deve essere la priorità nell’agenda dei paesi più ricchi. Un anno<br />

fa ho “catturato” i volti delle persone incontrate soprattutto nei<br />

villaggi che ho visitato in una zona dell’Africa. In verità, non<br />

ho colto i segni di sofferenza della fame o della disperazione.<br />

Ho tuttavia avuto la conferma di quanto sia necessario e urgente<br />

offrire alle popolazioni rurali la conoscenza e i mezzi per rende-<br />

Per noi che viviamo in questa parte del mondo, il tema della<br />

fame può essere dibattuto da diversi punti di vista;<br />

per chi ne soffre invece, non ce n’è che uno:<br />

attuare politiche sostenibili per accedere al cibo!<br />

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ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2015<br />

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