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Intimita

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sta immobile, a bocca aperta,<br />

a osservare quel piccolo<br />

ladro che se la dava a<br />

gambe, per sparire dietro<br />

le ortensie che avevo appena<br />

fatto piantare. Mi sono<br />

alzata per andare a controllare<br />

e ho scoperto che<br />

il malandrino aveva scavato<br />

un tunnel sotto la recinzione,<br />

sollevandola dal terreno.<br />

Mi è venuto da ridere.<br />

Quel cagnolino era stato<br />

troppo divertente. Sono<br />

andata a prendere una pala<br />

e ho sistemato la buca,<br />

quindi sono tornata al mio<br />

tavolino per fare finalmente<br />

colazione.<br />

Il mattino dopo si è ripetuta<br />

la stessa incredibile scena.<br />

Il cagnolino è arrivato,<br />

ha osservato ciò che c’era<br />

sul tavolino e ha scelto di<br />

nuovo una mela, per poi<br />

scomparire dietro la solita<br />

ortensia. Di nuovo ho sistemato<br />

il terreno, ma di nuovo,<br />

il giorno dopo, il cane<br />

è arrivato e senza neppure<br />

degnarmi di uno sguardo si<br />

è alzato sulle zampette per<br />

poter afferrare il suo frutto<br />

preferito. Ormai avevo<br />

capito che le mele erano la<br />

sua passione. Quella mattina,<br />

però, sono riuscita a fermarlo<br />

e a leggere il suo nome<br />

inciso sulla medaglietta<br />

di riconoscimento a forma<br />

di osso: si chiamava Lupin.<br />

— Il tuo padrone deve<br />

essere un tipo spiritoso, non<br />

poteva scegliere per te nome<br />

più azzeccato! — gli ho detto,<br />

scoppiando a ridere.<br />

Lui, che sembrava aver<br />

compreso le mie parole, mi<br />

è saltato in braccio uggiolando<br />

e iniziando immediatamente<br />

a leccarmi il volto.<br />

All’improvviso una voce<br />

maschile ha rotto il silenzio<br />

del giardino.<br />

Tutto merito di Lupin<br />

Il cagnolino come al solito<br />

è arrivato, ha addentato la mela<br />

ed è scomparso dietro l’ortensia<br />

— Lupin! Lupin! Dove<br />

sei finito?<br />

— Se cerca il suo cane,<br />

è qui da me, — ho gridato,<br />

voltandomi nella direzione<br />

da cui proveniva la voce.<br />

Un attimo dopo, tra la<br />

siepe di lauro è spuntato il<br />

viso di un uomo.<br />

— Le chiedo scusa, non<br />

so proprio come abbia fatto<br />

a venire da lei.<br />

— Glielo mostro subito,<br />

— gli ho detto, raggiungendolo<br />

e mostrandogli il tunnel<br />

scavato sotto la recinzione.<br />

— Oddio, mi spiace davvero,<br />

mi creda. Adesso non<br />

ne ho il tempo, ma le prometto<br />

che stasera sistemerò<br />

questo disastro.<br />

— Ma no, lasci perdere,<br />

tanto è inutile. E poi è così<br />

carino il suo cane, — ho<br />

esclamato, e intanto pensavo<br />

“accidenti, lo sei anche<br />

tu”. — Piuttosto, com’è<br />

che a Lupin piacciono così<br />

tanto le mele?<br />

— Non so che dirle, Lupin<br />

è un cagnetto alquanto<br />

strano. Se gli si offre una<br />

salsiccia o una mela, si può<br />

stare certi che la sua scelta<br />

cade su quest’ultima.<br />

— Be’, ma... Ha già fatto<br />

colazione? Anziché starcene<br />

qui a parlare, non vuole<br />

approfittare di quello che<br />

ho preparato? Ce n’è per<br />

tutti e due. — E con un gesto<br />

gli ho indicato il tavolino<br />

colmo di ogni ben di<br />

Dio, come al solito.<br />

Lui mi ha guardato stupito<br />

e solo in quel momento ho<br />

realizzato che forse ero stata<br />

un po’ sfrontata. Non mi ero<br />

mai comportata così con una<br />

persona, men che meno con<br />

un uomo. Che mi stava succedendo?<br />

Dovevo essere arrossita,<br />

perché il suo sguardo<br />

si è addolcito e allungando<br />

una mano oltre la rete di recinzione<br />

si è presentato.<br />

— Mi chiamo Maurizio<br />

e, come le dicevo, non ho<br />

molto tempo, perché ho appuntamento<br />

con un cliente,<br />

però non ho ancora fatto<br />

colazione e... sì, accetto volentieri<br />

il suo invito.<br />

Pochi minuti dopo eravamo<br />

seduti al tavolo del mio giardino,<br />

chiacchierando piacevolmente.<br />

Ero stupita di quanto<br />

mi sentissi bene in sua compagnia,<br />

dato che lo avevo appena<br />

conosciuto...<br />

Be’, che cosa dire? Dopo<br />

quella prima volta, far colazione<br />

insieme è diventata<br />

un’abitudine. Maurizio è un<br />

architetto e come me svolge<br />

il suo lavoro principalmente<br />

in casa. Tra noi c’è un tacito<br />

accordo. Se il tempo è bello<br />

si fa colazione in giardino,<br />

da me, se invece piove ci troviamo<br />

nella spaziosa cucina<br />

della sua villetta.<br />

La mattina, non appena<br />

spalanco la portafinestra<br />

che dà sul giardino, vedo arrivare<br />

a razzo Lupin che mi<br />

salta in braccio. Questione<br />

di pochi attimi, subito dopo<br />

reclama la sua mela e corre<br />

a casa sua. Quello è il segnale<br />

che la colazione è pronta,<br />

e tempo un minuto Maurizio<br />

arriva a sua volta a reclamare…<br />

la sua dose di coccole.<br />

Eh già, perché non ve<br />

l’ho detto, ma colazione dopo<br />

colazione tra noi è nata<br />

prima una bella amicizia e<br />

poi... l’amore.<br />

Quando ho raccontato di<br />

Maurizio a Melania e Roberta,<br />

mi hanno abbracciato<br />

forte.<br />

— Topina, che bello, siamo<br />

felici per te!<br />

Io, anche grazie alla storia<br />

con Maurizio, ho capito<br />

che vendere la vecchia casa,<br />

in fondo, è stato un bene.<br />

Non è stato facile trovare un<br />

acquirente, ma alla fine una<br />

famiglia numerosa, mamma,<br />

papà e quattro figli, si è decisa<br />

ad acquistarla. Sono contenta,<br />

perché finalmente le<br />

stanze che ho molto amato<br />

torneranno a risuonare delle<br />

risate allegre dei bambini o<br />

delle grida per i litigi.<br />

Oggi siamo qui dal notaio<br />

proprio per il rogito. La<br />

casa in cui siamo cresciute<br />

non sarà più nostra. Una lacrima<br />

mi bagna la guancia.<br />

— Per favore, Topina, non<br />

piangere, — mormora dolcemente<br />

Melania, porgendomi<br />

un fazzoletto.<br />

— Ce l’avevi promesso!<br />

— esclama Roberta.<br />

— Tranquille, ragazze,<br />

sono serena. Non ci saranno<br />

altre lacrime. Però<br />

è stata pur sempre la mia<br />

casa per tanti anni...<br />

Quando usciamo dallo<br />

studio del notaio Melania<br />

propone di andare a pranzo<br />

insieme. Sto per accettare<br />

ma, accanto alla mia macchina,<br />

vedo Maurizio con in<br />

mano un enorme mazzo di<br />

fiori, e Lupin, con un fiocco<br />

rosso legato intorno al<br />

collo. Il cagnolino mi corre<br />

incontro festoso.<br />

Lancio uno sguardo alle<br />

mie sorelle.<br />

— Abbiamo capito, —<br />

dice Roberta, strizzandomi<br />

l’occhio. — Pranzo rimandato.<br />

Le abbraccio forte, poi<br />

volo tra le braccia di Maurizio,<br />

mentre Lupin continua<br />

a saltellarci attorno.<br />

— Abbiamo pensato<br />

che potevi aver bisogno<br />

di qualche coccola... — mi<br />

sussurra Maurizio, consegnandomi<br />

i fiori.<br />

Non ho più dubbi, vendere<br />

la casa è stata la scelta<br />

giusta. Soprattutto perché<br />

ho incontrato l’amore<br />

della mia vita!<br />

Bianca V.<br />

42 Intimità

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