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Intimita

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Passeggiando sulla spiaggia<br />

— Non capisci niente di<br />

uomini, Teresa. Loro guardano<br />

all’apparenza e non<br />

vanno oltre, — ha continuato<br />

Rossana con aria<br />

saccente.<br />

Intanto, si lisciava i pantaloni<br />

che la fasciavano come<br />

una seconda pelle, indossati<br />

con una maglietta<br />

elasticizzata, tesa sul seno<br />

procace. I capelli scuri le accarezzavano<br />

le spalle in soffici<br />

e morbide onde e i suoi<br />

occhi di zaffiro dalle lunghe<br />

ciglia mi squadravano con<br />

un’aria quasi di compatimento.<br />

I miei riccioli sono refrattari<br />

a qualsiasi pettine e mi<br />

si arruffano intorno al viso,<br />

mentre il seno è quasi inesistente<br />

e gli occhi sono di un<br />

banalissimo color nocciola.<br />

Oggi però Pierre ha superato<br />

se stesso ed è riuscito<br />

a domare e imbrigliare<br />

le mie chiome in una pettinatura<br />

che mi sta d’incanto.<br />

Inoltre Dora, l’estetista, mi<br />

ha fatto un trucco naturale<br />

che ammorbidisce e valorizza<br />

i miei lineamenti, le<br />

palpebre ombreggiate da<br />

un ombretto dorato e un<br />

mascara che scurisce e mi<br />

allunga le ciglia.<br />

Ma il mio asso nella manica<br />

è l’abito in chiffon color<br />

malva che sottolinea<br />

morbidamente la mia figura<br />

slanciata, valorizzando con<br />

un’arricciatura il mio misero<br />

décolleté.<br />

Guardo l’orologio e poi<br />

la pioggia, che sembra non<br />

avere intenzione di placarsi.<br />

La cerimonia è tra un’ora<br />

e non posso tornare a casa<br />

per cambiarmi, se non infradiciandomi<br />

da capo a<br />

piedi e distruggendo il capolavoro<br />

di Pierre.<br />

Chiamo mio padre al cellulare<br />

perché venga a prendermi,<br />

ma lui non risponde.<br />

Provo con la mamma, ma<br />

anche il suo telefono squilla<br />

a vuoto. Probabilmente devono<br />

avere lasciato i cellulari<br />

in qualche angolo della<br />

casa e, con tutto il trambusto<br />

che c’è oggi, non lo<br />

sentono.<br />

Provo a chiamare il fisso,<br />

ma la nonna è sorda come<br />

una campana e a Miriam,<br />

la nostra colf ecuadoregna,<br />

è vietato rispondere al telefono,<br />

perché, come dice<br />

la mamma, non capirebbe<br />

una parola e farebbe solo<br />

confusione. Anche se è in<br />

Italia da dieci anni, parla<br />

ancora un italiano difficile<br />

da comprendere, tanto che<br />

alla fine mia madre ha deciso<br />

di imparare un po’ di<br />

spagnolo, cosa che in fondo<br />

può sempre tornare utile,<br />

come ha commentato<br />

filosoficamente papà, che<br />

vede sempre il lato positivo<br />

delle cose. Miriam non<br />

ha problemi soltanto con la<br />

nonna: ricorrono a gesti del<br />

tutto misteriosi, con i quali<br />

tuttavia sembrano capirsi<br />

benissimo.<br />

In quanto a Ilaria, i loro<br />

contatti sono sporadici perché<br />

lei è raramente in casa,<br />

sempre impegnata in qualche<br />

attività. Mi chiedo spesso<br />

come lei e Sandro, che è<br />

un tipo pantofolaio con il<br />

naso sempre sui libri, possano<br />

essersi innamorati e<br />

aver deciso di condividere<br />

la loro vita, diversi come sono.<br />

Ma forse è proprio perché<br />

ognuno dà all’altro ciò<br />

di cui è carente…<br />

In ogni caso, in questo<br />

momento quello che mi<br />

preoccupa non è il futuro<br />

del loro rapporto, ma il<br />

mio presente, che minaccia<br />

di farmi arrivare al matrimonio<br />

di mia sorella a rito<br />

concluso, lasciando mia<br />

cugina Rebecca, l’altra damigella<br />

d’onore, tutta sola<br />

a reggerle il velo.<br />

Già mi sembra di sentire<br />

la mamma rimproverarmi<br />

per non essermi portata<br />

un ombrello, visto che il<br />

tempo si stava mettendo al<br />

brutto, e recito mentalmente<br />

una preghiera perché il<br />

temporale finisca in fretta.<br />

A quanto pare, la mia supplica,<br />

in qualche modo, funziona,<br />

perché arriva un inaspettato<br />

soccorso.<br />

— Vuoi un passaggio?<br />

— mi sento chiedere da<br />

un tizio che mi si avvicina<br />

sotto un ombrello doppio,<br />

che gronda acqua come<br />

una fontana e gli nasconde<br />

mezza faccia.<br />

Quando rialza un po’<br />

l’ombrello, riconosco Emilio,<br />

il figlio di Gianna, la<br />

proprietaria dello stabilimento<br />

balneare dove andiamo<br />

da sempre e dove lui,<br />

durante l’estate, fa il bagnino.<br />

In pratica, sta appollaiato<br />

tutto il giorno in cima al<br />

suo posto di vedetta e scende<br />

solo per mettere in mare<br />

i pattini e chiudere sdraio e<br />

ombrelloni al tramonto.<br />

È simpatico e belloccio,<br />

studia Biologia all’università.<br />

Suo padre è morto due<br />

anni fa di un “brutto male”,<br />

come dice evasivamente<br />

nonna Rita che non pronuncia<br />

mai la parola tumore,<br />

quasi in una sorta di scaramanzia.<br />

Tiro un sospiro di sollievo,<br />

infilandomi accanto a<br />

lui sotto quell’ombrellone<br />

provvidenziale, e ci avviamo<br />

saltellando di pozza in<br />

pozza verso la nostra villetta<br />

appena fuori dal paese<br />

della riviera di Ponente,<br />

dove trascorriamo da sempre<br />

l’estate e dove Ilaria ha<br />

voluto sposarsi.<br />

— Mi hai salvato la vita,<br />

— sospiro, inciampando in<br />

una cunetta nascosta dal<br />

fango.<br />

Emilio è pronto a sorreggermi<br />

e la sua mano indugia<br />

sul mio braccio, ma non<br />

ci faccio caso più di tanto,<br />

preoccupata come sono per<br />

la mia acconciatura: mi auguro<br />

che non risenta dell’umidità<br />

di quella pioggia torrenziale.<br />

Per fortuna, arrivo<br />

incolume a destinazione ed<br />

Emilio se ne va, accompagnato<br />

dai ringraziamenti di<br />

tutta la famiglia.<br />

— Che cosa ti sei messa<br />

in faccia? — mi apostrofa<br />

la nonna, guardandomi con<br />

un’espressione disgustata.<br />

— Teresa sta benissimo,<br />

— le dice mia madre, rivolgendomi<br />

un sorriso<br />

soddisfatto.<br />

M a la nonna scuote<br />

la testa. Non so perché,<br />

ma pare che non approvi<br />

il mio trucco.<br />

— Svelta, vai a vestirti! —<br />

incalza mia madre, sospingendomi<br />

verso la mia stanza,<br />

ma io voglio passare ancora<br />

qualche momento di<br />

intimità con Ilaria, perché<br />

sono gli ultimi della sua vita<br />

di ragazza.<br />

— Avrai tempo dopo, per<br />

le chiacchiere, — insiste la<br />

mamma, sbarrandomi il<br />

passo mentre mi dirigo verso<br />

la camera di mia sorella.<br />

Dopo? Dopo sarà tutto<br />

diverso, penso sentendo il<br />

magone che mi stringe la<br />

gola, ma le obbedisco perché<br />

si è fatto veramente tardi<br />

e ricaccio indietro le lacrime<br />

che rischiano di compromettere<br />

il lavoro dell’estetista.<br />

Ilaria è bellissima nel suo<br />

abito di seta e pizzo color<br />

avorio, il viso raggiante<br />

sotto il velo, al braccio del<br />

papà che lotta, senza riuscirci,<br />

con la commozione.<br />

L’organista intona la<br />

marcia nuziale e loro avanzano<br />

lungo la piccola navata<br />

straripante di fiori, mentre<br />

mia cugina Rebecca, che<br />

regge lo strascico con me,<br />

tira su con il naso, incurante<br />

delle mie occhiatacce.<br />

Ai piedi dell’altare, il papà<br />

consegna Ilaria a Sandro,<br />

che ha l’aria estasiata, e io<br />

mi incanto a guardare Ales-<br />

48 Intimità

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