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Grund Genug Magazin 04-17

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CLOSE UP<br />

KIP FORBES<br />

184<br />

Segue da pagina 47<br />

Lei si sente obbligato ad essere all’altezza del suo cognome?<br />

No, ma ovviamente non voglio mettere in imbarazzo nessuno. Da noi,<br />

l’importante non era essere un Hearst, un Getty o un Rockefeller, gli<br />

obiettivi erano molto più modesti: e sotto la guida di mio padre hanno<br />

acquisito spessore. Ne stiamo stati tutti testimoni.<br />

Ci sono stati periodi difficili con i suoi fratelli? Eh, sì. Ci sono state<br />

situazioni litigiose: la suddivisione dell’eredità, oppure il momento in<br />

cui abbiamo deciso di cedere la quota maggioritaria dell’azienda. Ed è<br />

proprio per questo che ci si incontra.<br />

Che cosa vi ha aiutato quando le cose si mettevano davvero male?<br />

Quando i problemi riguardavano l’azienda, abbiamo chiamato dei mediatori<br />

esterni. Era una coppia favolosa: un avvocato e uno psicologo.<br />

Ci hanno aiutato. Di fatto, non si può contare solo sulla disinvoltura,<br />

bisogna basare il dialogo su regole precise. Così, si evita l’escalation.<br />

Quando abbiamo diviso le cose che si trovavano in casa, abbiamo chiesto<br />

prima ai nostri rispettivi partner che cosa<br />

avrebbero desiderato. Poi, però, solo noi cinque<br />

ci siamo riuniti dentro la casa; ognuno<br />

con una lista di dieci favoriti. C’era un quadro<br />

segnato in tre delle liste e allora abbiamo lanciato<br />

una moneta. Dopo aver finito con le top<br />

ten di tutti, abbiamo iniziato ad attraversare la<br />

casa. Pure questa volta seguivamo un sistema:<br />

chi sceglieva per primo, avrebbe scelto per ultimo<br />

al giro successivo. Abbiamo scelto senza<br />

badare al valore economico. Avevamo in mano<br />

le stime ufficiali e così, alla fine, abbiamo sommato<br />

tutto e saldato le differenze in denaro.<br />

Era un sistema pensato da noi cinque figli,<br />

consapevoli dei problemi avuti dai nostri genitori<br />

con i propri fratelli. Soprattutto mia madre:<br />

non parlava quasi più con una delle sue<br />

sorelle. E così abbiamo sviluppato questo sistema<br />

imparziale. Formule come questa sono importanti<br />

per una buona intesa in famiglia. Eravamo<br />

fortunati di essere tutti figli degli stessi<br />

genitori. Quando ci sono fratellastri o sorellastre<br />

la situazione è più difficile. Ogni nuovo<br />

matrimonio dei genitori, e ogni ampliamento<br />

del nucleo familiare, aggiunge sfaccettature e<br />

rende la situazione più complessa.<br />

Lo zelante vice di Forbes è presidente di<br />

American Friends of the Louvre e fa parte<br />

del consiglio dell’Ellis Island Foundation.<br />

Quindi, i suoi genitori sono riusciti a trasmetterle in tempo le eventuali<br />

problematiche legate all’eredità. Sì. Mio nonno ha suddiviso il<br />

suo lascito in parti uguali, rendendo difficile la vita dei suoi eredi. Mio<br />

padre, invece, ha lasciato a ognuno di noi una parte generosa dell’azienda,<br />

destinando a Steve una quota maggiore di voti. E, casomai gli<br />

fosse successo qualcosa, sarebbe stato Tim, il mio fratello minore, a<br />

prendere il suo posto. In questo modo le responsabilità erano chiare.<br />

Non sempre l’imparzialità è la chiave migliore per passare un’azienda<br />

alla generazione successiva: il voto maggioritario era di Steve e anche<br />

se noi quattro avessimo avuto pareri divergenti, la decisione sarebbe<br />

toccata a uno solo. Non era una predisposizione, appresa dopo la morte<br />

di mio padre in uno studio notarile: abbiamo sempre saputo che le cose<br />

sarebbero andate così e ne capivamo le motivazioni. Venendo a mancare<br />

Steve, Tim sarebbe stato il più qualificato per dirigere l’azienda.<br />

A lei non interessava? Non ne sarei capace. Già per quanto riguarda<br />

la semplice vendita di annunci, non sono mai stato molto bravo a concludere<br />

l’affare, pur riuscendo a essere affascinante. Più si parla chiaro,<br />

meglio vanno le cose. Erano tutti completamente soddisfatti? No,<br />

ma almeno non c’erano sorprese. Tranne i ritratti di famiglia, punto<br />

dolente da chiarire. Infatti, sono pitture di genere, raffiguranti tutti<br />

i cinque figli; dipinti da due diversi artisti. Ce ne sono due di notevole<br />

valore. A chi darle e come compensare la discrepanza? Per di più, i<br />

quadri erano quattro e noi siamo cinque figli. D’altronde, c’erano anche<br />

diversi bozzetti e un ritratto di mia madre. Infine, abbiamo elaborato<br />

una chiave di suddivisione. Siamo riusciti a risolvere tutto senza<br />

coinvolgere un avvocato.<br />

Uno dei ritratti vi mostra tutti nel cortile della casa, mentre in un altro<br />

siete raffigurati in questo ambiente dove siamo seduti ora. I miei genitori<br />

comprarono questa casa quando io stavo per nascere: sono arrivato<br />

qui da neonato. Questo mi trasmette una meravigliosa sensazione<br />

di continuità, il fatto di non aver mai cambiato indirizzo. Qui potevamo<br />

fare di tutto: partite di calcio nell’atrio, fare confusione in giro per<br />

la casa, costruire tunnel con i cuscini del divano; sempre in presenza<br />

di numerosi amici. Sono l’unico erede della tenuta di Timberfield:<br />

anche in questo caso mio padre pensava che fosse meglio non farla a<br />

pezzi e tutti erano d’accordo. Mio padre l’aveva offerta a mio fratello<br />

più piccolo, quando aspettava il secondo figlio, ma mio fratello rispose:<br />

“L’avevi sempre promessa a Kip; io non la<br />

voglio”. Credo che primo o poi la venderemo<br />

ma al momento non c’è la necessità.<br />

Lei si è allenato a ‘mollare’. Un ramo della famiglia<br />

di mia moglie ha perso tutto da un momento<br />

all’altro [sua madre era una Bismarck –<br />

N.d.R.]. Forse, questo dà la giusta dimensione<br />

al mio atteggiamento.<br />

I suoi fratelli vivono ancora nelle vicinanze?<br />

Non tutti. Il fratello numero due vive, da pensionato,<br />

a Palm Beach. Il mio fratello maggiore<br />

vive dietro l’angolo. Il fratello numero quattro<br />

ha una casa in zona e mia sorella vive in<br />

Pennsylvania.<br />

Tra di voi vi numerate? Sì, perché semplifica<br />

le cose, ma quando parliamo tra di noi ci chiamiamo<br />

per nome.<br />

Lei è un esperto dell’imperatore Napoleone III.<br />

Ci sono differenze tra i Forbes e i Bonaparte?<br />

Faccio fatica a trovare somiglianze. Mio nonno<br />

era basso, una caratteristica che condivideva<br />

con Napoleone; e costruì un’azienda di successo.<br />

Già mio padre non raggiunse lo stesso grado<br />

di successo: nessuno di noi è diventato re.<br />

Spesso, i collezionisti hanno botte di adrenalina.<br />

A lei capita ancora? Oh sì. Mentre stiamo<br />

parlando sta per arrivare un oggetto nuovo! Tempo fa, ho avuto<br />

un attimo di debolezza: un quadro di Sir Edwin Landseer, uno dei favoriti<br />

di Queen Victoria.<br />

Come si relaziona alle aste Fabergé? Le trovo tuttora interessanti.<br />

Mr. Vekselberg ha avuto la gentilezza di invitarmi a far parte della direzione<br />

del suo museo [il miliardario russo Viktor Vekselberg aveva acquistato<br />

nel 20<strong>04</strong> la collezione Fabergé della famiglia Forbes], e a me faceva<br />

piacere rientrare in contatto con le uova; avere la possibilità di<br />

riabbracciare i miei tesorucci!<br />

Ma non c’è più niente che la spinge a possederle? No, non c’è niente<br />

che si possa possedere davvero. Piuttosto si diventa curatori, a tempo<br />

determinato; un fiduciario per un certo arco di tempo. Le grandi opere<br />

d’arte ci sopravvivono a lungo. Prenda il castello di Balleroy, per trecento<br />

anni proprietà della stessa famiglia: da cinquant’anni appartiene<br />

a noi. Ma chi possiede i monti del Colorado? Chi possiede Monte<br />

Rushmore? Sono lì per l’eternità. Poter fare il custode di qualcosa, per<br />

un certo periodo di tempo, è un privilegio straordinario.<br />

Quando ha cominciato a collezionare? Nella mia prima infanzia: monete,<br />

francobolli e fumetti, fino ad arrivare a Napoleone III. Per lui ho<br />

sviluppato una vera e propria dipendenza, durata per tutta la mia vita.<br />

E poi, la disintossicazione improvvisa: una vera catarsi. Va bene così!<br />

www.gg-magazine.com<br />

TESTO: STEFFI KAMMERER, FOTOGRAFIA: RETO GUNTLI

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