Grund Genug Magazin 04-17
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La Hearst racconta che ama combinare i mobili<br />
del loro castello con complementi d’arredo<br />
contemporanei. Il ‘castello’ in questione è<br />
la tenuta degli Hearst, vicino a San Simeon,<br />
in California. La stilista newyorchese Ga briela<br />
Hearst è sposata con Austin Hearst, nipote<br />
di William Randolph Hearst, celebre fonte<br />
d’ispirazione per il Quarto Potere di Orson<br />
Welles. Ciò nonostante, lei non è una di quelle<br />
signore newyorchesi che ama civettare col<br />
proprio brand di moda. Già nel 20<strong>04</strong>, la stilista lanciò il suo primo<br />
brand, Candela: uno stile allegro e disinvolto, influenzato dalle sue<br />
origini di figlia di proprietari di un ranch sudamericano. Tre anni fa,<br />
uscì con il marchio Ga bri ela Hearst, una linea lussuosa, ben lontana<br />
dalle esagerazioni di Oscar de la Renta e dalle signore dell’Upper East<br />
Side, riunite a pranzo al Carlyle Hotel. Lei spiega: “Tutti i miei lavori<br />
combinano diversi strati di abbigliamento, accostati o sovrapposti.<br />
Inizio dall’interno, lavorando verso l’esterno. Di grande importanza è<br />
creare una base stabile. Lavoro molto con cordoncini e stoffe morbide<br />
e fluide”. Gran parte dei suoi modelli rivelano il suo stile personale,<br />
definito da lei ‘da divisa’. Un<br />
look più vicino a Patti Smith<br />
che a Nan Kempner.<br />
Quando la incontriamo si<br />
presenta senza trucco, indossando<br />
un sobrio blazer<br />
con una sola fila di bottoni<br />
e pantaloni neri aderenti.<br />
La maglietta è decorata con<br />
raffinati gancetti e strappi,<br />
i capelli sono raccolti in<br />
una coda, sul polso spicca<br />
un tatuaggio: “Definirei il<br />
mio look maschile, anche<br />
se, crescendo, sto diventando<br />
sempre più femminile.<br />
Ora, avverto una maggiore<br />
armonia con il mio corpo.<br />
La donna vestita da me<br />
non mostra mai tutto. A volte<br />
scopre una spalla oppure<br />
mostra una gamba attraverso uno spacco, però mai entrambe”.<br />
La stessa intensità investita nello sviluppo del suo marchio di<br />
moda, insignito all’inizio dell’anno con il premio internazionale<br />
Woolmark, la caratterizza anche nel suo ruolo di madre<br />
a tempo pieno. La stilista vive con il marito, con i gemelli Mia e Olivia<br />
(9) e con il figlio Jack (2), in una tipica palazzina brown stone di<br />
Manhattan. Oramai, lei domina perfettamente l’arte di dormire abbastanza,<br />
anche in presenza di un bambino piccolo: “Lo corico semplicemente<br />
nel nostro letto e lo allatto quando vuole. È una situazione<br />
strana che mi fa riflettere sulla mia natura di semplice mammifero<br />
femminile”. L’esperienza di dedicarsi a un bambino piccolo ha influenzato<br />
anche i capi della sua collezione. Racconta: “Per l’autunno<br />
ho disegnato un completo lavorato a maglia. Una gonna con maglione<br />
a collo alto: sono dei capi sinuosi, ti avvolgono e ti senti leggera e<br />
al contempo snella; sono come una seconda pelle”.<br />
La Hearst è sempre stata una persona legata alla terra. Cresciuta negli<br />
anni Ottanta in Uruguay, la sua famiglia gestiva un ranch: “Non<br />
c’erano né televisione via cavo, né McDonald’s; e non era per niente<br />
male”. Sulle pareti della palazzina brownstone sono appesi quadri di<br />
cavalli e fotografie che mostrano parenti di entrambe le famiglie mentre<br />
stanno cavalcando. Continua la Hearst: “Abbiamo origini abbastanza<br />
differenti, però c’è un punto d’incontro: le nostre famiglie amano<br />
i cavalli più delle persone”. Tra le fotografie degli Hearst a cavallo e<br />
scatti di moda d’equitazione spicca un imponente ritratto fotografico<br />
della madre di Gabriela, dove monta a piedi scalzi. Molto elegante e al<br />
contempo libera e anticonformista. “Risale al 1971 e segna l’inizio del<br />
mio brand” dice Gabriela. “Molte persone pensano che in quella fotografia<br />
ci sia io. Io e mia madre ci assomigliamo tanto. Per la mia prima<br />
collezione, ho fatto serigrafare quest’immagine sulle magliette”.<br />
Alla ricerca di una casa per la loro famiglia gli Hearst sono approdati<br />
nel West Village, un quartiere che, secondo Gabriela,<br />
porta il proprio nome a ragione: “Qui, si ha davvero l’impressione<br />
di vivere in un villaggio e ci sono le strade più belle di tutta New<br />
York City. Gli alberi sono magnifici. Un po’ come Londra, dove mi<br />
sono sempre sentita molto a mio agio. E poi, mi piace vivere vicino<br />
all’acqua”. Negli ultimi anni l’atmosfera contemplativa del quartiere è<br />
un po’ cambiata. Oggi, dal nuovo Whitney Museum si vede una parte<br />
della piscina di casa Hearst, e anche il nuovo High Line Park conduce<br />
al Village un numero sempre crescente di visitatori. Però, arrivata<br />
dentro casa e a porte chiuse, la famiglia gode di una quiete assoluta:<br />
“Cercavo un posto sobrio e semplice. Non vorrei suonare antiquata, ma<br />
per me una casa è una specie di tempio della famiglia. Deve emanare<br />
un senso di calore, evitando<br />
un eccesso di lusso. La<br />
casa è il luogo dove ci incontriamo,<br />
ci amiamo e dove litighiamo”.<br />
Gabriela ha una<br />
predilezione per un tocco di<br />
sensualità. Alcuni dei pezzi<br />
vintage, scelti da lei per l’arredamento<br />
della casa, sono<br />
rifoderati con le sue eleganti<br />
stoffe d’abbigliamento. Tutta<br />
la casa è invasa dal profumo<br />
di menta fresca, zenzero<br />
e pepe: pur essendo<br />
mattina, sono accese delle<br />
gigantesche candele profumate<br />
della linea Abd El Kader<br />
della Trudon, una in<br />
“Per me, la casa è un tempio della famiglia” dice Gabriela Hearst. ognuno dei grandi camini.<br />
Qui, lei posa con le due figlie gemelle nella loro camera. La casa delle bambole, L’intera casa è caratterizzata<br />
dall’alternanza di arredi<br />
abbinata cromaticamente all’arredo, è stata costruita del marito Austin.<br />
classici e contemporanei: il tavolo da pranzo è circondato da sedie in<br />
legno, il tutto firmato Matthew Hilton; sopra un tavolino con raffinate<br />
decorazioni ornamentali (“...proveniente dal castello...”) è poggiato<br />
un candelabro di Lindsey Adelman. Nel piano seminterrato, una<br />
serie di comodi divani, con cuscini delle collezioni di Anthropologie e<br />
ABC, invita a distendersi e a rilassarsi. Ovunque si volga lo sguardo<br />
si vedono sontuosi quadri ad olio, oppure straordinarie fotografie della<br />
famiglia, in compagnia di reali e presidenti. Inframmezzato a tutto<br />
questo, spicca un’imponente collezione di arte sudamericana. Gabriela<br />
è una collezionista appassionata, dotata di un ottimo sguardo:<br />
tra gli ultimi acquisti vi sono opere dell’iperrealista argentino, Diego<br />
Gravinese, lavori di Julio Alpuy e di Fernando Botero.<br />
A prescindere da tutte le differenze tra le loro famiglie d’origine, Austin<br />
e Gabriela hanno scoperto un’altra comunanza – accanto all’amore<br />
per i cavalli di entrambe le famiglie: nella biblioteca di casa si trova una<br />
topografia medica del XIX secolo. Racconta la Hearst: “E stata scritta<br />
dal bisnonno di Austin. Esaminandola abbiamo scoperto che lui era<br />
stato a lungo in Uruguay per i suoi progetti di ricerca. Per di più, in<br />
un periodo in cui nessun cittadino statunitense visitava quella parte<br />
del mondo”. Da stalloni, all’arte, alla moda, ai tesori letterari: questo<br />
ramo newyorchese della dinastia Hearst aggiunge a uno dei nomi più<br />
famosi della storia americana numerosi strati di spessore culturale.<br />
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