Grund Genug Magazin 04-17
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FOTOGRAFIE: RETO GUNTLI (2)<br />
vent’anni. Oramai, si reca al castello cinque volte l’anno. A Timberfield<br />
vive con la moglie Astrid, originaria della famiglia nobile tedesca<br />
Heyl zu Herrnsheim. La coppia è sposata da quarantatré anni. La loro<br />
figlia abita con suo marito e i tre figli in una delle case della tenuta.<br />
Nel 1989, suo padre le dedicò More Than I Dreamed. Scrisse: “A mio<br />
figlio Christopher, che ha contribuito con la sua amicizia e il suo amore,<br />
col talento e con la presenza di spirito a rendere questa vita migliore<br />
di quanto mi fossi mai sognato”. Sembra che voi abbiate avuto<br />
un rapporto speciale. Kip Forbes: Mio padre aveva un rapporto speciale<br />
con tutti i suoi figli, perché in ognuno di noi c’è un pezzo della<br />
sua personalità. More Than I Dreamed parla della vita di un collezionista<br />
ed è stato dedicato a me perché noi due abbiamo condiviso questa<br />
passione. Ovvio, il giorno che mi mostrò la prova di stampa di quella<br />
pagina sono scoppiato a piangere.<br />
Com’è stato, avere Malcolm Forbes come padre? Quando eravamo<br />
piccoli lui era una specie di castigamatti. Bastava che mia madre dicesse:<br />
“Aspettate che verrà vostro padre” e<br />
subito ci comportavamo bene. All’epoca,<br />
sculacciare i bambini non era ancora disprezzato.<br />
Non bisogna pensare, però, che<br />
lui ci picchiasse con la cinta; era più un intervento<br />
psicologico. Più tardi, quando eravamo<br />
più grandi, cenando insieme ai nostri<br />
genitori e avendo rapporti più ravvicinati,<br />
abbiamo conosciuto nostro padre come una<br />
persona divertente e intelligente: qualcuno<br />
che amava sostenerci nei nostri interessi.<br />
Allora, suo padre era davvero presente?<br />
Spesso faceva lunghi viaggi d’affari, ma per<br />
il resto era presente. Quando eravamo piccoli,<br />
si andava in chiesa ogni domenica; una<br />
vera cerimonia: mio padre, fiero delle sue<br />
origini scozzesi, ci faceva indossare dei kilt.<br />
Due volte l’anno, riuscivamo a guadagnarci<br />
la solidarietà di nostra madre. Allora, lei sosteneva<br />
che i kilt fossero in lavanderia. Tutte<br />
le altre volte invece, c’erano i nostri amici<br />
che sghignazzavano delle nostre gonne.<br />
Di sicuro, non ci si annoiava mai, con mio<br />
padre. Aveva una presenza totalizzante.<br />
Quando iniziai a studiare a Princeton, lui<br />
m’incoraggiò a dare il via a quell’immensa<br />
collezione di quadri inglesi del XIX secolo.<br />
Lui, invece, cominciò ad acquistare navi<br />
e soldatini giocatolo, e alcune opere d’arte<br />
contemporanee. Non si sapeva mai con che cosa sarebbe rientrato a<br />
casa. Alcune cose furono sistemate qui, altre negli uffici newyorchesi,<br />
sul ranch in Colorado, sulle isole Fiji o nel castello in Francia. Le<br />
sue collezioni erano sparse un po’ ovunque. Di sicuro, non c’era mai<br />
penuria di pareti, dove appendere i quadri. In questo periodo, invece,<br />
riducendo continuamente le nostre proprietà, trovare pareti libere sta<br />
diventando una sfida.<br />
C’era qualcuno che teneva l’inventario? O lui sapeva dov’erano le opere?<br />
No, e non faceva neanche finta di saperlo. Il mio primo lavoro è stato<br />
quello di curatore della sua collezione. Poi, terminati i miei studi universitari,<br />
e costretto a dedicarmi alla splendida arte della vendita di<br />
annunci, abbiamo impiegato un curatore professionista. Ancora oggi<br />
c’è qui un sacco di roba. A cominciare dai libri: dalla biblioteca al bunker;<br />
tutti firmati e datati da mio padre. Man mano, stiamo sistemando<br />
tutta questa massa. Un giorno organizzeremo qui, a Timberfield,<br />
una grande svendita aperta al pubblico.<br />
Ha difficoltà a separarsi da alcuni oggetti? Le prime vendite, dopo<br />
la morte di mio padre, erano piuttosto difficili. Col tempo, è diventata<br />
Il castello di Balleroy, in Normandia, è proprietà<br />
condivisa di tutti i fratelli Forbes. In passato,<br />
il padre atterrava qui con la sua mongolfiera.<br />
una specie di catarsi: non si vede l’ora di liberarsi delle cose. Ogni separazione<br />
alimenta la prossima. Inizialmente ero sentimentale – questo<br />
oggetto appartiene a quella persona, quello a quell’altra – ma ora<br />
penso solo: weg, weg, weg [lui utilizza la parola tedesca per via – N.d.R.].<br />
Questa casa ha ospitato alcuni straordinari festeggiamenti. Il 70°<br />
compleanno della rivista è stato festeggiato qui, un evento di un certo<br />
calibro: c’erano quaranta o cinquanta elicotteri, parcheggiati nei<br />
campi. Per il 75° compleanno della rivista abbiamo scelto il Rockefeller<br />
Center e la Radio City Music Hall. Tra gli ospiti c’erano gli ex presidenti<br />
Reagan e Gorbaciov.<br />
Quest’anno ricorre il 100° compleanno del Forbes <strong>Magazin</strong>e. Come<br />
lo festeggerete? Con un’edizione speciale della rivista e con svariati<br />
interventi online. E poi, credo proprio che a settembre ci sarà un<br />
qualche evento speciale.<br />
Quali immagini le vengono in mente, pensando alla sua infanzia? Partite<br />
di Monopoly, interrotte di tanto in tanto da terremoti, quando qualcuno<br />
era scontento del percorso del gioco.<br />
Una cosa che ci ha particolarmente uniti<br />
erano i viaggi con la station wagon attraverso<br />
il paese, verso il Wyoming: i miei genitori,<br />
noi cinque figli, la tata di mia sorella e<br />
due cani. All’epoca non esistevano ancora i<br />
seggiolini e così ci muovevamo liberamente,<br />
uno sopra l’altro. Io mio sedevo dietro e<br />
preparavo panini per tutti. Partivamo all’inizio<br />
dell’estate, per ritornare a casa verso<br />
la metà di agosto.<br />
Che tipo di relazione ha oggi con i suoi fratelli?<br />
Ancora oggi, siamo tutti molto legati.<br />
Una volta al mese, organizziamo una riunione<br />
di famiglia, o telefonicamente o di<br />
persona. Non siamo sempre d’accordo su<br />
tutto, ma quando si tratta di affari prendiamo<br />
le decisioni insieme. E quando sorgono<br />
divergenze d’opinione sul piano familiare,<br />
non permettiamo assolutamente che questo<br />
influenzi i nostri rapporti d’affari. Questo<br />
è di fondamentale importanza.<br />
Detto da lei suona molto semplice. In realtà,<br />
molte famiglie falliscono proprio affrontando<br />
questa separazione tra personale e<br />
affari, soprattutto quando si tratta di soldi.<br />
Sembra che voi abbiate trovato la soluzione<br />
giusta. Direi che sono stati i miei genitori a<br />
fare la cosa giusta: l’eredità migliore è il fatto<br />
che noi andiamo d’accordo. Questo non vuol dire che tutti noi, compresi<br />
i parenti acquisiti con i vari matrimoni, siamo migliori amici.<br />
Però, tuttora vi parlate ancora … Esattamente. Il nostro senso di famiglia<br />
prevale sulle forze divisorie – tra queste i soldi occupano, in<br />
genere, il primo posto.<br />
Come ci sono riusciti, i vostri genitori? Erano due persone completamente<br />
differenti. Avere quella madre, silenziosa, dolce e riservata, e<br />
quel padre, aperto, complesso e assolutamente dominante, ci ha dato<br />
un’ottima base, molto equilibrata. Tutti noi, siamo prodotti di entrambi<br />
e questo è anche il motivo per cui andiamo d’accordo.<br />
I vostri genitori vi hanno trasmesso un pensiero dinastico? Non credo<br />
di avere una vera affinità col pensiero dinastico. Però, quando nella reception<br />
di un albergo qualcuno mi chiedeva: “Lei è uno di QUEI Forbes?“,<br />
allora la trovavo sempre una bella cosa. So che alcuni dei miei<br />
fratelli trovano meno piacevole un approccio del genere, ma i propri<br />
genitori non si possono scegliere. In fin dei conti, credo che siamo stati<br />
abbastanza fortunati, nella lotteria della vita.<br />
Continua a pagina 184<br />
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