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relazione-tecnica-2016

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Il settore dell’allevamento dei mitili, che riveste un’importanza rilevante nei territori di competenza, è stato oggetto, negli ultimi<br />

anni, di un piano di investimenti articolato su ambiti complementari (laboratoristico, reportistico, epidemiologico, analisi dello<br />

storico) che ha visto coinvolte competenze diverse messe. Nello specifico, sono stati analizzati i dati degli ultimi anni riguardanti i<br />

controlli sui contaminanti (biotossine algali, metalli pesanti, IPA) eseguiti sui campioni prelevati in Veneto e in Friuli Venezia-<br />

Giulia con l’intento di raccogliere informazioni utili per analizzare nel tempo le zone di origine delle contaminazioni da biotossine<br />

e di razionalizzare e armonizzare le modalità di esecuzione dei controlli sui contaminanti chimici nell’alto Adriatico.<br />

Sanità animale<br />

Per quanto riguarda la presenza di malattie infettive soggette a piani di controllo, il territorio di competenza dell’Istituto è stato<br />

caratterizzato, dalla fine del mese di agosto, dalla circolazione del virus BT sierotipo 4. La presenza della BT in provincia di<br />

Belluno è stata inizialmente evidenziata su base clinica e anatomo-patologica grazie alla sorveglianza passiva garantita dalle<br />

sezioni diagnostiche territoriali. L’epidemia, che ha in un primo momento interessato allevamenti ovini, caprini e bovini presenti<br />

nel sud della provincia di Belluno e nel nord della provincia di Treviso, si è in seguito diffusa, in tempi brevi, a gran parte del<br />

territorio del nord-est italiano (Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Regione Friuli Venezia Giulia), con 384 focolai<br />

confermati. L’emergenza, caratterizzata dalla notevole rapidità di diffusione del virus, ha comportato un’elevata attività per<br />

l’Istituto, connessa al rilevante numero di analisi previste dal sistema di controllo in atto, alla necessità di refertare in tempi brevi<br />

per consentire la movimentazione degli animali (demonticazione) e al supporto epidemiologico garantito ai competenti servizi<br />

veterinari nazionali e territoriali.<br />

Riguardo all’attività di competenza dei Centri di Referenza Nazionali, l’Istituto è stato coinvolto nella gestione di focolai di AI. Tra<br />

la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio, sono stati confermati due focolai ad alta patogenicità (HPAI) sostenuti dal sottotipo<br />

H7N7, rispettivamente in un allevamento free-range di galline per la produzione di uova da consumo e in un allevamento di<br />

tacchini da carne, entrambi situati in Emilia Romagna nella stessa area geografica già interessata dall’epidemia nel 2013. Per<br />

quanto riguarda la bassa patogenicità (LPAI), nel <strong>2016</strong> si sono verificati solo due focolai, il primo sostenuto dal sottotipo H5N2 in<br />

un allevamento del circuito rurale del Friuli Venezia Giulia (PN) e l’altro, sempre in Emilia Romagna (H7N7 LPAI), in un<br />

allevamento di volatili ornamentali. Entrambe le positività sono state individuate nell’ambito dei controlli previsti dal piano di<br />

sorveglianza nazionale. Da segnalare la situazione epidemiologica emersa a livello internazionale verso la fine dell’anno, con<br />

comparsa in tutta Europa di numerosi focolai di virus HPAI del sottotipo H5N8 e H5N5. Le positività sono state confermate sia<br />

nella popolazione selvatica, sia nei settori rurale e industriale. In Italia, il sistema di sorveglianza passiva, nel mese di dicembre, ha<br />

permesso di evidenziare un virus HPAI sottotipo H5N5 in un volatile (Anas penelope) rinvenuto morto nella Laguna di Grado. Il<br />

clade dell’emoagglutinina è lo stesso del sottotipo H5N8 finora isolato in Europa.<br />

Il <strong>2016</strong> ha visto inoltre la chiusura del piano di vaccinazione nei confronti della Rabbia. Nel corso dell’anno l’Istituto ha coordinato<br />

e gestito per conto del Ministero della Salute le ultime due campagne di vaccinazione (primaverile e autunnale) effettuate, con<br />

l’ausilio dei mezzi aerei, in un buffer del territorio del Friuli Venezia Giulia al confine con la Slovenia.<br />

Dal 2008, il nord-est italiano è stato interessato da ripetute introduzioni e dalla circolazione attiva del virus della West Nile<br />

Disease (WND). Anche nel <strong>2016</strong> sono state confermate numerose positività a WNV, evidenziate con la sorveglianza sia<br />

entomologica sia sierologica. A differenza degli anni precedenti, è stato interessato dalla circolazione del virus solo il territorio del<br />

Veneto. Il virus del lineaggio 2 è stato evidenziato in 26 pool di zanzare (Culex pipiens) catturate in 12 siti entomologici e in 17<br />

equidi presenti in 15 aziende, nelle province di Verona, Padova, Venezia, Treviso, Rovigo e Vicenza. La sorveglianza sull’avifauna<br />

selvatica, ha permesso, nel mese di settembre, l’individuazione di una positività al WNV in una gazza prelevata in provincia di<br />

Rovigo.<br />

Per quanto riguarda il comparto cunicolo, si è assistito, nei periodi primaverile e autunnale, alla circolazione del virus della<br />

Malattia emorragica virale (variante francese). In totale sono stati confermati 13 focolai, localizzati nelle province di Verona,<br />

Treviso, Vicenza e Belluno, di questi sei in allevamenti industriali, i restanti in allevamenti rurali.<br />

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