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Phoenix Fanzine #4

Quarto numero della nostra rivista online free! /// Data di uscita: 13 Agosto 2015 //// LINK UTILI: http://phoenixfanzine.wix.com/phoenix-rebirth & https://www.facebook.com/phoenixlafanzine/

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Scacciò via qualche grattacapo mentre il vento ululava tra i tronchi spettinandogli i capelli.<br />

Non avesse avuto una stanza sarebbe stato un posto perfetto dove rifugiarsi in cerca di conforto,<br />

cosa che le persone difficilmente riuscivano a dargli; un posto del genere c’era riuscito<br />

senza chiedere nulla in cambio. Passò un paio di minuti restando seduto,quindi borbottando<br />

si alzò, portò la mano destra dietro alla schiena fino a quando, muovendola a destra e sinistra,<br />

sentì la finissima plastica della coda di una freccia. Inspirò mentre si alzava ed espirò quando<br />

fu totalmente in piedi; l’aria della foresta gli faceva pizzicare il naso e lacrimare gli occhi. Trovò<br />

il suo bersaglio in uno dei tanti alberi,questo era particolarmente storto e con la corteccia<br />

piuttosto scura con una folta schiera di rami che si contorcevano verso il cielo.<br />

-Circa venti metri,nulla di complicato-<br />

Di certo non avrebbe sofferto,la morte sembrava ormai prossima. Caricò la freccia per poi tendere<br />

l’arco fino a quando non sentì la corda penetrargli nella pelle. Poi la scoccò; sibilò silenziosa<br />

trapassando i cespugli ,non c’era molto vento, o almeno non abbastanza da far compiere<br />

al silenzioso siluro, strane deviazioni. Con un *tum* si conficcò nella corteccia.<br />

Si sentiva stranito, quasi spaventato da quando si era svegliato così di scatto,così tanto che la<br />

mano che stringeva l’arco tremava facendolo dondolare leggermente. Talvolta pensava di ritrovare<br />

quella ragazza proprio accanto a sé mentre lo guardava con quel suo sguardo serio ma<br />

allo stesso tempo dolce e simpatico. La freccia che aveva incoccato poco dopo il primo tiro gli<br />

cadde dalla mano finendo a terra e non emettendo alcun suono .<br />

-Diamine- sbuffò mentre si piegava per raccoglierla.<br />

Scacciò meglio che poteva quel ricordo concentrandosi solo su ciò che stava facendo. Scoccò<br />

la seconda freccia contro lo stesso albero, colpendo appena sotto la prima. Sorrise beffardo.<br />

Aveva sempre quell’aria così sicura di sé mostrandosi spavaldo con quell’arco in mano, poteva<br />

definirlo uno dei suoi più grandi pregi ma anche uno dei suoi difetti. Il tempo passò veloce<br />

fino a quando, per la seconda volta, si era avvicinato all’albero per riprendere tutte le frecce<br />

che aveva tirato, riempiendo l’albero di segni e piccoli tagli. Le ripose nella faretra e si sedette<br />

appoggiandosi sul tronco che si piegò leggermente sotto il suo peso facendo cadere qualche<br />

piccolo pezzo di corteccia a terra, ormai annerita e fragile. Rimase in silenzio a godersi la quiete<br />

fino a quando non squillò il telefono con quella suoneria forte e noiosa mentre la vibrazione<br />

lo faceva tremare. Cercò nelle tasche fino a quando non lo trovò e, senza guardare, rispose.<br />

La voce era femminile e molto pacata, una voce di donna, la riconobbe anche se con un po’ di<br />

difficoltà.<br />

-Edward,sono la psicologa Anna Stuart, ci siamo incontrati un paio di volte anni fa-<br />

-Ah gia’, buongiorno Anna,a cosa devo il piacere di questa chiamata?-<br />

-Ho notato,circa due ore fa,che mi e’ arrivata una sua chiamata e volevo sapere se c’era qualche<br />

problema; c’e’ qualcosa che non va?-<br />

Il ragazzo rimase in silenzio per pochi istanti. Quella chiamata non era partita involontariamente,ma<br />

avrebbe preferito non dirle nulla, e così aveva riattaccato subito. Ma non pensava<br />

che l’avrebbe vista.<br />

Fece un sospiro e iniziò.<br />

-Si dottoressa, ho un problema-

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