Jolly Roger_01_03
Jolly Roger Magazine, rivista mensile di Arte, Letteratura e Attualità #LetterAttualitArte
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letteratura<br />
letteratura<br />
giorno più piccola del giorno<br />
precedente. Chi vuol scrivere<br />
fantastico oggi in Italia deve<br />
accettare un fatto semplice e<br />
inoppugnabile: se pubblicare<br />
è più facile di dieci o vent’anni<br />
fa, diventare famosi non è<br />
un’opzione.<br />
Non fai mistero del tuo interesse<br />
per l’occulto e il sovrannaturale,<br />
né, tantomeno, della tua<br />
pratica dello sciamanesimo,<br />
che porti avanti con costanza<br />
e dedizione (poi un giorno me<br />
le presenti, che non le ho mai<br />
conosciute ma ne ho sentito<br />
sempre dire un gran bene).<br />
Quanto c’è nei tuoi mondi di<br />
fantasia della tua vera e personale<br />
visione dell’ordine delle<br />
cose?<br />
Poco o tantissimo, a seconda<br />
della prospettiva che si vuole<br />
scegliere. Da una parte la mia<br />
“personale visione dell’ordine<br />
delle cose” è in continuo<br />
cambiamento, come è normale<br />
in qualunque ricerca (non solo<br />
in quelle di natura spirituale).<br />
Dall’altra è inevitabile che in<br />
tutto quello che scrivo “ci finisco<br />
dentro di testa”: è così che<br />
funziona, per chiunque. Nella<br />
fattispecie, io mi faccio un punto<br />
di non usare le mie pagine<br />
come pulpito da predicatore,<br />
foss’anche solo per suggerire<br />
una visione del mondo in senso<br />
lato, ma allo stesso tempo tutto<br />
quel che scrivo è un’espressione<br />
di quel che io sono. Esiste<br />
qualche caso specifico: in un<br />
passaggio del mio “Godbreaker”<br />
un personaggio parla degli<br />
dèi in termini che sono una<br />
trasposizione abbastanza precisa<br />
di una mia gnosi personale<br />
sull’argomento. Ma, come ho<br />
detto sopra, tento di evitare<br />
che questo accada di frequente:<br />
sono già un trombone nella vita<br />
di tutti i giorni, almeno non voglio<br />
esserlo quando scrivo!<br />
In molti, pensatori, mistici e,<br />
soprattutto, autori, hanno in<br />
qualche modo accomunato<br />
l’arte di scrivere alla magia (se<br />
mi passi un termine contenitore<br />
così vago), la capacità di<br />
creare storie e mondi al principio<br />
divino di creazione. Tu<br />
che ne pensi? C’è davvero un<br />
legame tra scrittura e magia?<br />
E se c’è, che forma ha?<br />
Mi viene subito in mente la famosa<br />
affermazione di Alan Moore<br />
(che, lo sappiamo, è mago<br />
e fumettista): “L’arte, come la<br />
magia, è la scienza di manipolare<br />
simboli, parole e immagini<br />
per ottenete una metamorfosi<br />
della consapevolezza. Per questo<br />
credo che un artista o uno<br />
scrittore sia quando c’è di più<br />
vicino a uno sciamano nel mondo<br />
contemporaneo” (sto citando<br />
a memoria, perdonatemi se<br />
le parole non dovessero essere<br />
quelle esatte).<br />
Molte forme di magia contemporanea<br />
– inclusa la Chaos<br />
Magic, una di quelle di cui<br />
ho maggiore esperienza – ci<br />
dicono che le parole programmano<br />
la realtà: su cosa questo<br />
significhi di preciso ognuno ha<br />
opinioni sue (c’è chi sostiene<br />
che sia un fenomeno totalmente<br />
psicologico e chi dice che le<br />
cose “cambiano per davvero”),<br />
ma resta il fatto che quasi nessun<br />
mago di oggi negherebbe<br />
alla magia lo statuto di arte o<br />
all’arte lo statuto di magia.<br />
Personalmente non ho una “teoria<br />
generale” del funzionamento<br />
di tutto questo, ma posso<br />
portare la mia testimonianza<br />
individuale: immaginando<br />
storie e dando loro una forma<br />
percepibile anche ad altri (e la<br />
scrittura è solo una dei tanti<br />
mezzi per ottenere ciò) ho ottenuto<br />
cambiamenti della mia<br />
vita che non avrei mai e poi mai<br />
creduto possibili. Cambiamenti<br />
che non hanno avuto bisogno di<br />
alterare le leggi della fisica per<br />
verificarsi, ma che sicuramente<br />
hanno sfidato quelle della probabilità.<br />
E questa è, per molti<br />
studiosi dell’argomento, la più<br />
autentica definizione di magia.<br />
Dèi incarnati che si muovono<br />
tra le metropoli europee, spiriti<br />
fatati che abitano una discarica,<br />
angeli e demoni che<br />
agiscono nei luoghi in cui passiamo<br />
tutti i giorni andando<br />
al lavoro o a fare la spesa. Ho<br />
sempre creduto che il grande<br />
fascino dell’urban fantasy<br />
stesse proprio nel farti sentire<br />
il magico dietro ogni angolo,<br />
in ogni lampione sfarfallante,<br />
nel borbottio di un barbone<br />
alle porte del coma etilico, in<br />
cui potrebbe celarsi una litania<br />
di riti oscuri che gli hanno<br />
cotto la mente. E quando<br />
questo succede per le vie di cui<br />
conosciamo il nome, anziché<br />
nell’hollywoodiana America,<br />
la magia è ancora più potente.<br />
Cosa ti ha avvicinato all’urban<br />
fantasy? Cosa vedi, davvero,<br />
quando cammini per strada da<br />
solo?<br />
Onestamente non riesco a ricordare<br />
quale sia il primo urban<br />
fantasy che ho letto in vita mia,<br />
ANNO I • NUMERO III • aprile 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />
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