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Jolly Roger Magazine, rivista mensile di Arte, Letteratura e Attualità #LetterAttualitArte

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letteratura<br />

letteratura<br />

giorno più piccola del giorno<br />

precedente. Chi vuol scrivere<br />

fantastico oggi in Italia deve<br />

accettare un fatto semplice e<br />

inoppugnabile: se pubblicare<br />

è più facile di dieci o vent’anni<br />

fa, diventare famosi non è<br />

un’opzione.<br />

Non fai mistero del tuo interesse<br />

per l’occulto e il sovrannaturale,<br />

né, tantomeno, della tua<br />

pratica dello sciamanesimo,<br />

che porti avanti con costanza<br />

e dedizione (poi un giorno me<br />

le presenti, che non le ho mai<br />

conosciute ma ne ho sentito<br />

sempre dire un gran bene).<br />

Quanto c’è nei tuoi mondi di<br />

fantasia della tua vera e personale<br />

visione dell’ordine delle<br />

cose?<br />

Poco o tantissimo, a seconda<br />

della prospettiva che si vuole<br />

scegliere. Da una parte la mia<br />

“personale visione dell’ordine<br />

delle cose” è in continuo<br />

cambiamento, come è normale<br />

in qualunque ricerca (non solo<br />

in quelle di natura spirituale).<br />

Dall’altra è inevitabile che in<br />

tutto quello che scrivo “ci finisco<br />

dentro di testa”: è così che<br />

funziona, per chiunque. Nella<br />

fattispecie, io mi faccio un punto<br />

di non usare le mie pagine<br />

come pulpito da predicatore,<br />

foss’anche solo per suggerire<br />

una visione del mondo in senso<br />

lato, ma allo stesso tempo tutto<br />

quel che scrivo è un’espressione<br />

di quel che io sono. Esiste<br />

qualche caso specifico: in un<br />

passaggio del mio “Godbreaker”<br />

un personaggio parla degli<br />

dèi in termini che sono una<br />

trasposizione abbastanza precisa<br />

di una mia gnosi personale<br />

sull’argomento. Ma, come ho<br />

detto sopra, tento di evitare<br />

che questo accada di frequente:<br />

sono già un trombone nella vita<br />

di tutti i giorni, almeno non voglio<br />

esserlo quando scrivo!<br />

In molti, pensatori, mistici e,<br />

soprattutto, autori, hanno in<br />

qualche modo accomunato<br />

l’arte di scrivere alla magia (se<br />

mi passi un termine contenitore<br />

così vago), la capacità di<br />

creare storie e mondi al principio<br />

divino di creazione. Tu<br />

che ne pensi? C’è davvero un<br />

legame tra scrittura e magia?<br />

E se c’è, che forma ha?<br />

Mi viene subito in mente la famosa<br />

affermazione di Alan Moore<br />

(che, lo sappiamo, è mago<br />

e fumettista): “L’arte, come la<br />

magia, è la scienza di manipolare<br />

simboli, parole e immagini<br />

per ottenete una metamorfosi<br />

della consapevolezza. Per questo<br />

credo che un artista o uno<br />

scrittore sia quando c’è di più<br />

vicino a uno sciamano nel mondo<br />

contemporaneo” (sto citando<br />

a memoria, perdonatemi se<br />

le parole non dovessero essere<br />

quelle esatte).<br />

Molte forme di magia contemporanea<br />

– inclusa la Chaos<br />

Magic, una di quelle di cui<br />

ho maggiore esperienza – ci<br />

dicono che le parole programmano<br />

la realtà: su cosa questo<br />

significhi di preciso ognuno ha<br />

opinioni sue (c’è chi sostiene<br />

che sia un fenomeno totalmente<br />

psicologico e chi dice che le<br />

cose “cambiano per davvero”),<br />

ma resta il fatto che quasi nessun<br />

mago di oggi negherebbe<br />

alla magia lo statuto di arte o<br />

all’arte lo statuto di magia.<br />

Personalmente non ho una “teoria<br />

generale” del funzionamento<br />

di tutto questo, ma posso<br />

portare la mia testimonianza<br />

individuale: immaginando<br />

storie e dando loro una forma<br />

percepibile anche ad altri (e la<br />

scrittura è solo una dei tanti<br />

mezzi per ottenere ciò) ho ottenuto<br />

cambiamenti della mia<br />

vita che non avrei mai e poi mai<br />

creduto possibili. Cambiamenti<br />

che non hanno avuto bisogno di<br />

alterare le leggi della fisica per<br />

verificarsi, ma che sicuramente<br />

hanno sfidato quelle della probabilità.<br />

E questa è, per molti<br />

studiosi dell’argomento, la più<br />

autentica definizione di magia.<br />

Dèi incarnati che si muovono<br />

tra le metropoli europee, spiriti<br />

fatati che abitano una discarica,<br />

angeli e demoni che<br />

agiscono nei luoghi in cui passiamo<br />

tutti i giorni andando<br />

al lavoro o a fare la spesa. Ho<br />

sempre creduto che il grande<br />

fascino dell’urban fantasy<br />

stesse proprio nel farti sentire<br />

il magico dietro ogni angolo,<br />

in ogni lampione sfarfallante,<br />

nel borbottio di un barbone<br />

alle porte del coma etilico, in<br />

cui potrebbe celarsi una litania<br />

di riti oscuri che gli hanno<br />

cotto la mente. E quando<br />

questo succede per le vie di cui<br />

conosciamo il nome, anziché<br />

nell’hollywoodiana America,<br />

la magia è ancora più potente.<br />

Cosa ti ha avvicinato all’urban<br />

fantasy? Cosa vedi, davvero,<br />

quando cammini per strada da<br />

solo?<br />

Onestamente non riesco a ricordare<br />

quale sia il primo urban<br />

fantasy che ho letto in vita mia,<br />

ANNO I • NUMERO III • aprile 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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