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Jolly Roger Magazine, rivista mensile di Arte, Letteratura e Attualità #LetterAttualitArte

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libri<br />

libri<br />

sabino caronia<br />

Come il seme che nasce da feconda “nera terra”<br />

Difficile parlare del libro “La ferita del possibile”<br />

senza un sorriso di comprensione per la sensibilità<br />

di intendere il mondo di Sabino Caronia.<br />

Ho conosciuto personalmente l’autore e ogni<br />

volta mi sorprende per la sincerità, perché è questo<br />

il sentimento che traspare dalla sua poesia.<br />

Non puoi leggere senza amare i suoi versi perché<br />

sono un dono che questo libro offre a ogni<br />

lettore, con la semplicità lessicale della quale si<br />

avvale per mostrare quanto il mondo stia vicino<br />

al cuore.<br />

Qual è il suo mondo, si chiede il lettore?<br />

Ogni poesia che ho letto (e non sono poche: sessantadue<br />

liriche suddivise in sei capitoli, o temi,<br />

ognuno dei quali inizia con una pillola estratta<br />

dai versi in esso contenuti) t’introduce in una<br />

nuova atmosfera che spazia dall’amore alla malinconia,<br />

dalla nascita alla vita, dalla ricerca nel<br />

mito e l’esplorazione alla scoperta dello spirito,<br />

dall’oscuro al viaggio per ritrovarsi, dal sogno<br />

di Lidia Popa<br />

fantasioso al sonno eterno, dalla terra al cielo.<br />

È come il seme che nasce da feconda “nera terra”<br />

concimata da tanta saggezza, riempiendo<br />

lo spazio che ci circonda e che l’esperienza e<br />

l’istruzione di Sabino Caronia lascia come impronta<br />

nei versi di “La ferita del possibile” edito<br />

nel 2<strong>01</strong>6 da Rubbettino Editore.<br />

Ogni poesia contiene un suo perché; non è astratta,<br />

ma illuminante, con una saggezza che trabocca<br />

e che allo stesso tempo diventa il filo conduttore<br />

di questo libro che chiamerei con coraggio<br />

“un inno alla poesia”, se non considerassi i titoli<br />

che sono stati scelti con cura come un distillato<br />

di purezza.<br />

Rispetto all’eterno<br />

Silvia rimembri le morte stagioni,<br />

il sole, il mar, le vie dorate e gli orti,<br />

la bella giovinezza che splendeva<br />

negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi?<br />

Silvia rimembri il tempo tuo d’allora,<br />

l’assidua tela, il tuo perpetuo canto,<br />

i sogni, le speranze, le promesse<br />

di quel vago avvenir che in mente avevi?<br />

Dimmi, cos’è per te la vita adesso,<br />

forse una luce di stella lontana,<br />

di quelle a cui di notte gli occhi appunto<br />

che sono immense e a me sembrano un punto?<br />

Dimmi, cos’è per te quel tempo ancora,<br />

cos’è, rispetto all’eterno, codesta<br />

nostra età che richiede oscura prosa,<br />

scaccia da sé la rima fantasiosa?<br />

Il poeta s’interroga, spedendo le domande alla<br />

sua Musa, ma non dà un tempo alle risposte perché<br />

già le riconosce dentro se stesso.<br />

Impara a riflettere sul perché di tante cose che<br />

accadono nella vita lasciando un segno indelebile,<br />

e che devono distogliere il percorso poetico,<br />

bensì rinforzarlo con il nutrimento che diventa<br />

base della saggezza.<br />

Ama giocare con le parole come una persona che<br />

ha tempo da dedicare agli altri, lenendo la sua<br />

anima dei pesi della quotidianità.<br />

Ecco, è questo il sentimento che ti rimane addosso:<br />

l’infinta leggerezza del proprio essere, che<br />

ci fa riflettere sul fatto che poi il mondo non è<br />

così brutto, ma è tutto da scoprire seguendo il filo<br />

conduttore della poesia che arricchisce attraverso<br />

i suoi insegnamenti.<br />

Infinitamente<br />

L’uomo sorpassa l’uomo,<br />

mi ripete una voce,<br />

e ostinata m’incalza<br />

e mi spinge ad andare,<br />

incognito a me stesso,<br />

inquieto, senza meta.<br />

E cosi me ne vado<br />

in giro per le strade<br />

sotto più chiare stelle,<br />

dentro il buio più nero,<br />

ubriaco di sogni,<br />

di speranze e di cielo.<br />

E m’immagino un santo<br />

disceso sulla terra<br />

a salvar fanciulle<br />

dai cattivi mariti<br />

e a regalar monete<br />

d’oro a tutti i bambini.<br />

Sabino Caronia è critico letterario e scrittore<br />

italiano. Vive a Roma.<br />

Ha pubblicato le raccolte di saggi novecenteschi:<br />

L’usignolo di Orfeo (Sciascia editore, 1990) e<br />

Il gelsomino d’Arabia (Bulzoni, 2000). Ha curato<br />

tra l’altro i volumi Il lume dei due occhi.<br />

G.Dessì, biografia e letteratura (Edizioni Periferia,<br />

1987) e Licy e il Gattopardo (Edizioni Associate,<br />

1995). Ha lavorato presso la cattedra di<br />

Letteratura Italiana Contemporanea all’Università<br />

di Perugia e ha collaborato con l’Università<br />

di Tor Vergata, con cui ha pubblicato tra l’altro<br />

Gli specchi di Borges (Universitalia, 2000).<br />

Membro dell’Istituto di Studi Romani e del Centro<br />

Studi G. G. Belli, autore di numerosi profili<br />

di narratori italiani del Novecento per la Letteratura<br />

Italiana Contemporanea (Lucarini Editore),<br />

collabora ad autorevoli riviste, nonché ad<br />

alcuni giornali, tra cui L’Osservatore Romano e<br />

Avvenire. I suoi racconti e poesie sono apparsi in<br />

diverse riviste.<br />

Ha pubblicato i romanzi L’ultima estate di Moro<br />

(Schena Editore, 2008), Morte di un cittadino<br />

americano. Jim Morrison a Parigi (Edilazio Edi-<br />

Let, 2009), La cupa dell’acqua chiara (Edizioni<br />

Periferia, 2009) e la raccolta poetica Il secondo<br />

dono (Progetto Cultura, 2<strong>01</strong>3). Del 2<strong>01</strong>6 è La ferita<br />

del possibile (Rubbettino).<br />

ANNO I • NUMERO III • aprile 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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