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A PARTIRE DA QUESTO NUMERO NASCE UNA NUOVA RUBRICA: MOVIES <strong>ON</strong> <strong>AIR</strong>!!!<br />
OGGI ABBIAMO SCELTO NOI PER VOI, MA DALLA PROSSIMA USCITA AVRETE LA POS-<br />
SIBILITA’ DI SEGNALARCI LE VOSTRE PREFERENZE, NOI SCEGLIEREMO UN FILM<br />
TRA LE VOSTRE PROPOSTE, LO GUARDEREMO E LO COMMENTEREMO PER VOI...<br />
IN QUESTO NUMERO: “CORPO E ANIMA”<br />
Regia e sceneggiatura: Ildikò Enyedi. Cast: Géza Morcsányi,<br />
Alexandra Borbély, Zoltán Schneider, Ervin Nagy,<br />
Tamás Jordán Fotografia: Máté Herbai. Montaggio:<br />
Károly Szalai. Durata: 116′ Orso d’oro a Berlino 2017.<br />
l film è la storia di un incontro, della costruzione di<br />
un amore.<br />
Lui è il direttore finanziario di un mattatoio ungherese,<br />
uomo di mezza età con un braccio paralizzato,<br />
che vive suo malgrado una quotidianità ripetitiva.<br />
Lei invece è una giovane dottoressa addetta al controllo<br />
qualità, neo assunta, graziosa ma dimessa, con una<br />
memoria sbalorditiva, probabilmente con una leggera<br />
forma di autismo, ossessiva nella precisione<br />
dei comportamenti.<br />
Di entrambi si intuisce appena la vita trascorsa, sembrano<br />
isolati dalla vita sociale, evitano ogni contatto<br />
vivo e vitale, lei anche i raggi del sole. Cenano soli: lui a<br />
volte in squallidi fast food, lei a casa, dove pulisce immediatamente<br />
ogni briciola che cade sul tavolo. Si cercano<br />
e si guardano senza toccarsi, la macchina da presa<br />
li inquadra dietro a porte, finestre, vetri.<br />
A far da cornice, l’edificio del macello dei bovini: interni<br />
freddi e bianchi, particolari crudi e violenti, il rosso del<br />
sangue delle carcasse sezionate, corpi che hanno<br />
smesso di vivere. Freddo e asettico anche lo spazio<br />
mensa, dove i protagonisti si incontrano la prima volta e<br />
poi ancora, quando si riconoscono simili e tentano, lui<br />
per primo, goffi tentativi di relazione.<br />
Ma Endre e Mària si incontrano ogni notte anche nei<br />
sogni che fanno, l’uno all’insaputa dell’altra. Fino allo<br />
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stratagemma che li metterà a conoscenza del sogno<br />
condiviso, luogo dove affiorano le emozioni più nascoste<br />
delle loro anime.<br />
Il luogo dei sogni, quello dove ci si prepara a ciò che<br />
accadrà, è un bosco innevato dove due cervi, maschio e<br />
femmina, corrono liberi. Nel silenzio ovattato, nel candore<br />
della neve, i due animali si cercano e si fuggono, si<br />
rincorrono e si sfiorano. Anche la luce, magica e filtrata<br />
dagli alberi, sembra abbracciarli, mentre col muso il<br />
cervo spinge dolcemente la femmina verso i licheni più<br />
freschi. Un contatto delicato, dolcissimo, da dove nasce<br />
il desiderio dell’incontro con l’altro anche nella realtà, il<br />
desiderio di lasciare le abitudini, le difese e rischiare<br />
anche la sofferenza del rifiuto.<br />
Come in una fiaba l’incantesimo deve essere rotto, il<br />
mostro (della solitudine e della paura di entrare in contatto<br />
con l’altro) dev’essere ucciso, la foresta di rovi<br />
dev’essere attraversata per poter risvegliare con un<br />
bacio la principessa che dorme, per poter risvegliare la<br />
propria sensualità, il desiderio di accogliere ed essere<br />
accolti. Dolorosamente, come gli eroi di una fiaba, anche<br />
Andre e Mària riescono a trasformare le chiusure, i<br />
sentimenti d’impotenza e i forti contrasti in apertura,<br />
forza e unione.<br />
E così lentamente li seguiamo mentre si avvicinano,<br />
impacciati e vigili, fragili e determinati, con il rosso del<br />
sangue che, questa volta, è quello di un corpo dove il<br />
cuore ricomincia a battere. E la macchina da presa,<br />
sempre così vicina ai particolari, anche ai loro volti<br />
nell’amplesso, ci guida emozionati verso un orizzonte<br />
più ampio, lo spazio dell’accoglienza. Di sé e dell’altro.