GN giugno 2018

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Giorni Nost ri! Bruno Munari, un nonno speciale pagina6 Vi ricordate la scuola con l’erba in testa? Ecco, ora anche noi abbiamo un nome! Finalmente ci chiamiamo Scuola dell’infanzia Bruno Munari. Quest’anno le nostre insegnanti ci hanno raccontato tante storie su questo artista italiano e, grazie a loro, ci siamo divertiti attraverso laboratori ed attività, in cui abbiamo potuto sperimentare tante bellissime sensazioni. Ora, vogliamo raccontarvi chi era: Bruno Munari era come un nonno, aveva i capelli bianchi bianchi, vestiva elegante non solo la domenica, ma indossava la giacca e la cravatta quasi tutti i giorni. Portava degli occhiali magici che vedevano la realtà in modo speciale e creativo. Metteva la fantasia in ogni cosa che realizzava e faceva tante cose bizzarre, come ad esempio sedersi a testa in giù su un poltrona per leggere un libro. Insegnava a suo figlio Alberto a usare la creatività e molte volte aiutava anche i bambini che non riuscivano a fare le costruzioni perfette, dicendo loro che tutti possono creare ciò che più desiderano. Giocava con la carta di tanti tipi, creava paesi, barchette, inventava serpenti e creava libri con fogli colorati, ritagliati, strappati o bucati. Erano libri molto strani, infatti su alcuni non c’erano le parole e le lettere scritte, ma erano tutti bianchi e li aveva chiamati illeggibili, proprio perché non si potevano leggere come la favola di Cenerentola. Faceva dei giochi con le reti metalliche: prendeva dei fili lunghi o corti e li infilava con precisione dentro ai buchini e poi appendeva le reti a penzoloni dal soffitto. A volte appoggiava anche un filo sul vetro della fotocopiatrice, ci metteva un foglio di carta sopra e premeva il pulsante di avvio per stampare la sua creazione. Poteva uscire un paesaggio da completare con i pennarelli colorati, oppure si poteva giocare a “Cosa ti viene in mente?”. Insomma era un personaggio davvero particolare, perché si divertiva anche a spegnere le luci, a fare giochi con la torcia, oppure a proiettare sulle pareti di casa delle diapositive, dei quadratini di plastica che si mettono in una macchina speciale chiamata proiettore. Tra le plastichette delle diapositive Munari metteva tanti fili sottili, creando così una texture, oppure metteva delle piume di uccelli, oppure una libellula con ali sfumate di viola, insomma ci metteva di tutto di più! Quando era stanco di una parete bianca, cambiava il quadratino e sceglieva altre cose da proiettare sul muro: perciò difficilmente si annoiava. Amava come noi la natura, infatti spesso si sedeva vicino ai fiumi e ai torrenti e raccoglieva sassi di diversa forma e colore per poi giocare a creare una torre o un castello. Usava il tatto per toccarli: sentiva se un sasso era ruvido, liscio, poroso o pungente; li guardava attentamente per capirne la forma e quando vedeva una forma particolare metteva in atto la creatività per vedere a cosa assomigliasse di più. Con la sua straordinaria capacità di guardare, il “nonno” Bruno Munari ha trovato la strada per prestare gli occhi, per trovare gli occhi degli altri e per portali ovunque egli volesse. Persino a vedere l’assenza, che è una delle imprese più difficili nell’arte! I bambini grandi Bruno Munari Lunedì 7 maggio le seconde C e D sono andate in gita a Venezia. Arrivati in piazza S. Marco abbiamo visitato la Torre dell'Orologio, scoprendo tutti i meccanismi e gli ingranaggi che fanno funzionare l'orologio, guidati da una signora che ha saputo affascinarci mescolando nozioni di storia ad altre più Venezia tecniche. Ci ha condotti in cima alla torre, sulla terrazza, all’altezza delle statue dei due Mori: il panorama della città ha lasciato tutti a bocca aperta. Inoltre abbiamo visto il Museo Correr e gli appartamenti dove hanno alloggiato la principessa Sissi e il marito Francesco Giuseppe e abbiamo ammirato le opere di Antonio Canova. Abbiamo avuto un'ora di svago in piazza S. Marco e dintorni: qualcuno ne ha approfittato per acquistare calamite, ventagli, oggetti di vetro e per mangiare un gelato. Essere liberi ci ha fatto sentire grandi. Linda Guglielmini Alice Poncato Foscolo 6
Giorni Nostri ! pagina7 Paura: il mio primo giorno di scuola avevo un po' di paura. Cominciava veramente la mia carriera da studente con compiti, note, noia, star seduto, stare zitto, ascoltare. Come se non bastasse, dovevo fare nuove amicizie e questo mi costava molto sforzo perché ero timido (sembra strano adesso). Amicizia: conoscevo già i miei compagni d'infanzia alla scuola Pasini. A mano a mano, andando avanti, ho fatto nuove amicizie e adesso i miei migliori amici sono Emiliano e Filippo. Nostalgia: in questi cinque anni di scuola elementare abbiamo perso tre compagni molto cari e di grande talento: Rose è andata via finita la prima; Cristiano finita la seconda e Riccardo finita la I manga sono fumetti giapponesi che si leggono da destra verso sinistra iniziando dall’ultima pagina. La particolarità che li differenzia dai fumetti occidentali sono i colori: quasi tutti sono in bianco e nero e giocano molto sulle ombre e le sfumature. I personaggi sono caratterizzati da occhi grandi, nasi piccoli e teste tondeggianti. Ci sono Emozioni terza. Fortunatamente abbiamo ricevuto altri tre compagni, sempre in gamba: Massimo che è arrivato a inizio seconda; Marco a metà seconda e Kristel che è arrivata a inizio quinta. Momenti di felicità: noi classe 5^ siamo molto legati e lo sono anche i nostri genitori: infatti più di una volta all'anno facciamo la cena di classe. È un momento bellissimo, ci divertiamo, giochiamo fino a tardi senza pensare a compiti e maestre. Odio, tristezza e collera: tra compagni andiamo molto d'accordo ma a volte litighiamo, ci insultiamo, ci offendiamo, facciamo a botte. Ci ferisce il cuore litigare perché ci piace andare d'accordo. Un giorno non ci vedremo più, quindi se Manga, una passione manga d’azione, di avventura e fantasy. A me piacciono perché catturano la mia fantasia e sono diversi dai nostri tipici fumetti. Consiglio di leggere: One Piece, Dragon Ball Super, Defence Devil. Margherita Dalla Croce Lioy Tempo di poesie litighiamo è meglio fare subito pace. Paura, tristezza e felicità: io ho paura di lasciare questa scuola e di cominciare le medie perché dovrò affrontare nuovi ostacoli e forse affrontare i bulli. Sono triste per gli amici perché mi ero affezionato a loro, ma per fortuna la maggior parte sarà alle medie dove andrò io. Sono felice di aver trascorso questi cinque anni di scuola elementare con i miei amici e di avere imparato tante cose. Gratitudine: sono grato alle maestre che mi hanno accompagnato e sostenuto in questi cinque anni. Jia Jun Bettinardi Lioy ! Un mondo magico Un mondo magico di fantasia e immaginazione vestito d’allegria, feroce il sole appare quanta passione e magia! Veronica La Corte L’alba L’alba è così bella alla mattina sveglia i bambini della cittadina iniziano a cantare gli uccellini tra i rami degli alberi piccolini Emanuele Bozzo L’alba e i leoni L’alba è colorata come un leone bello e arrogante! Giacomo Piacere Alba Il suo dolce silenzio sveglia il mondo intero rivestita di fuoco scalda terra, mare e cielo. Le bionde nuvole la circondano illuminando tutto intorno. La notte sparisce e felicemente lei appare dando il buongiorno a tutto il mondo. Aurora Portinari Le vigne Un’immensa distesa di mare: le vigne le campane fanno rumore l’aria del mattino odora di vino Samuel Ofori Pertini 7
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