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A come Amici no. 37

Semestrale d’informazione, arte e cultura dell’Associazione Dare promosso dalla Fondazione Leo Amici

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VUOI LA PRIVACY?<br />

Attenzione soprattutto ai mi<strong>no</strong>ri<br />

Si parla tanto di privacy<br />

eppoi siamo <strong>no</strong>i stessi<br />

che ne facciamo a me<strong>no</strong>,<br />

mettendo in piazza i fatti<br />

<strong>no</strong>stri. È quello che accade<br />

quando accediamo<br />

ad un social (facebook,<br />

instagram, ecc.) dove<br />

pubblichiamo, con molta<br />

<strong>no</strong>nchalance, foto di <strong>no</strong>i<br />

stessi, indicando luoghi e<br />

gusti, foto dei <strong>no</strong>stri bambini,<br />

alcuni anche poco<br />

vestiti, nel bagnetto o al mare,<br />

fornendo informazioni private.<br />

Tutto questo è una rinuncia<br />

espressa alla propria privacy.<br />

I gestori dei social acquisisco<strong>no</strong><br />

informazioni molto più importanti<br />

di generalità e una data<br />

di nascita: han<strong>no</strong> occasione di<br />

profilarvi, cioè creare un profilo<br />

su chi siete, cosa vi piace, cosa<br />

potrebbero vendervi, cosa potreste<br />

comprare. Queste informazioni,<br />

poi, so<strong>no</strong> vendute<br />

ad aziende di marketing.<br />

Certo il nuovo regolamento<br />

privacy dovrebbe mettere un<br />

fre<strong>no</strong> a tutto questo, ma i social,<br />

in generale, resta<strong>no</strong> un<br />

luogo pubblico e quindi <strong>come</strong><br />

tale va inteso. In particolare<br />

occorrerebbe massima attenzione<br />

per i mi<strong>no</strong>ri. I giudici<br />

italiani han<strong>no</strong> emesso diverse<br />

sentenze al riguardo sottolineando<br />

<strong>come</strong> i social sia<strong>no</strong> “luoghi<br />

aperti al pubblico, potenzialmente<br />

pregiudizievoli<br />

per i mi<strong>no</strong>ri che potrebbero<br />

essere taggati o avvicinati<br />

da malintenzionati”. In conformità,<br />

il decreto legislativo in<br />

materia di trattamento di dati<br />

personali, già dal 2003, disponeva<br />

che la fotografia, <strong>come</strong><br />

qualsiasi altro elemento identificativo,<br />

rappresenta un dato<br />

personale che <strong>no</strong>n può essere<br />

diffuso senza l’autorizzazione<br />

del soggetto interessato. Se<br />

poi la fotografia riguarda un<br />

mi<strong>no</strong>re, entra in gioco anche<br />

la Convenzione sui diritti<br />

del fanciullo, che prevede<br />

la tutela rafforzata quando il<br />

soggetto protagonista degli<br />

“scatti” è un mi<strong>no</strong>re. Nel caso<br />

in cui si tratta di cronaca, entra<br />

in campo la Carta di Treviso<br />

di cui si è dotato l’Ordine dei<br />

Giornalisti volta a garantire lo<br />

sviluppo psicofisico del mi<strong>no</strong>re<br />

nello svolgimento dell’attività<br />

giornalistica. Il limite sancito<br />

dal nuovo regolamento sulla<br />

privacy entrato in vigore nel<br />

maggio scorso, per la prima<br />

volta a livello europeo, fissa a<br />

16 anni l’età minima per la<br />

prestazione in auto<strong>no</strong>mia<br />

del consenso al trattamento<br />

dei propri dati. Prima<br />

occorre l’autorizzazione<br />

genitoriale. Ma <strong>come</strong> si<br />

dice, fatta la legge, trovato<br />

l’ingan<strong>no</strong>. Chi ha figli lo<br />

sa, i ragazzi cambia<strong>no</strong> la<br />

data di nascita e risolvo<strong>no</strong><br />

il problema per l’accesso<br />

ai social. Allora che fare?<br />

Meglio evitare di postare<br />

foto di bambini e mi<strong>no</strong>ri in<br />

genere. Il buon esempio deve<br />

venire dai genitori. Quindi<br />

fornire comunque ai ragazzi<br />

tutte quelle informazioni per<br />

prevenire spiacevoli situazioni:<br />

<strong>no</strong>n postare mai <strong>no</strong>tizie personali,<br />

itinerari e luoghi di consueta<br />

frequentazione o foto<br />

che consento<strong>no</strong> una chiara<br />

identificazione.<br />

Infine, per quanto attiene il fe<strong>no</strong>me<strong>no</strong><br />

del cyberbullismo, il<br />

mi<strong>no</strong>re trova una tutela mirata<br />

nella legge 71 del 2017 che,<br />

all’art. 2, consente al mi<strong>no</strong>re<br />

stesso d'i<strong>no</strong>ltrare al titolare del<br />

trattamento o al gestore del<br />

sito internet o del social media<br />

un'istanza per l'oscuramento,<br />

la rimozione o il blocco di<br />

qualsiasi altro dato personale<br />

diffuso nella rete <strong>no</strong>nché un’istanza<br />

al Garante, in caso di<br />

inerzia del titolare del trattamento<br />

o laddove quest’ultimo<br />

<strong>no</strong>n sia individuabile.<br />

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