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Jolly Roger Magazine - Anno II Numero II

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racconti<br />

RUBRICA<br />

preoccuparono di nascondere i coltelli facendo<br />

un involto del giubbotto che li conteneva.<br />

Cacciarono l’involto sotto il sedile e non lo persero<br />

di vista un attimo.<br />

“Aveva la faccia da beota ma era agghindato<br />

come un prete!” Dissero ridendo del loro soccorritore.<br />

La preside ci pensò un attimo e rispose:<br />

“Sì, era il prete del paese, poi impazzì e lo misero<br />

in pensione”.<br />

E aggiunse una frase che non potevano capire:<br />

“Magari un giorno verrà fuori che era un gran<br />

santo. Ora che mi ci fate pesare ha proprio la faccia<br />

del Curato d’Ars!”<br />

Ai due sembrò che parlasse di un liquore e ridacchiarono<br />

insieme pensando anche alla puzza di<br />

birra che li appestava.<br />

Avvicinandosi alla stazione di polizia l’auto rallentò<br />

e i due ragazzi ebbero paura.<br />

La preside, che aveva già frenato, la percepì, ripartì<br />

e fermò davanti alla scuola.<br />

Li accompagnò dentro, li portò a lavarsi e dette a<br />

quello bagnato una maglietta di chi sa chi che gli<br />

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poteva stare, poi chiese alla custode di accompagnarli<br />

in classe<br />

Le sembrava il modo più semplice per identificarli<br />

senza tante storie.<br />

Il ragazzo della panchina ritrovò i compagni e gli<br />

insegnanti a cui era abituate mentre il ragazzo a<br />

cui avevano sparato sul pontile si trovò abbandonato<br />

in una classe che gli era indifferente davanti<br />

a un insegnante di cui non ricordava il nome.<br />

Le famiglie furono avvisate e corsero a riprenderseli<br />

ma la preside voleva prima procedere a<br />

un colloquio.<br />

Ricevette i genitori tutti insieme pensando che se<br />

insieme erano tornati insieme dovevano essersi<br />

allontanati.<br />

Invece venne fuori che i due ragazzi non si conoscevano<br />

neppure e che quello della panchina era<br />

scappato di casa altre volte dopo un brutto voto<br />

mentre l’altro non aveva mai dato problemi ed<br />

era la prima volta che si attardava dopo un’uscita<br />

con il gruppo.<br />

Quanto ai coltelli che la preside aveva ritirato ai<br />

due ragazzi quando si rivestivano, nessuno dei<br />

genitori sapeva dove li avessero presi e a che<br />

scopo se ne servissero.<br />

“Lo scopo non è importante, a quell’età si sente<br />

il bisogno di un oggetto che dia forza e sicurezza,<br />

ma dov li hanno presi sì. Li ho guardati, sono<br />

tutti e due troppo arrugginiti per essere stati comprati<br />

da loro.”<br />

Così lo chiesero ai ragazzi che raccontarono la<br />

verità ma nessuno volle credere alle loro storie<br />

La storia di Marcovaldo già la conosciamo, ma<br />

sarà bene sentire anche la storia del ragazzo sulla<br />

panchina.<br />

La raccontò tutta d’un fiato alla preside e poi di<br />

nuovo a un poliziotto e a un giudice.<br />

La preside ascoltava per sapere se i fatti meritavano<br />

attenzione, il poliziotto per sapere come si<br />

erano svolti e il giudice per capire se erano veri e<br />

di chi era la colpa.<br />

Nessuno ascoltò il ragazzo per sapere cosa era<br />

diventato dopo quella notte terribile.<br />

Per cogliere quel cambiamento e capire se era<br />

una crescita o un abbrutimento non serviva un<br />

graduato, ci voleva un uomo che fosse solo uomo<br />

e per niente caporale.<br />

© Fabio Gimignani € 16 ,00<br />

"* $#" !"<br />

62<br />

ANNO II • NUMERO II • febbraio 2019<br />

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E si trovò.<br />

Marcovaldo ricevette una comunicazuione dalla<br />

Finanza, era convocato presso il foro cittadino<br />

per il sorteggio di una giuria popolare.<br />

Vi andò controvoglia e le sue disavventure cominciarono<br />

nel parcheggio, tutto riservato, proseguirono<br />

sugli ampi scaloni insaponati da poco<br />

e difficili da salire nche per l’ampiezza dei gradini,<br />

misurati sul passo cadenzato di dame e cavalieri<br />

i molti secoli addietro e non sull’incedere<br />

alla spicciolata di folle nervose e anonime.<br />

In quaranta gli aspiranti giudici furono rinserrati<br />

in una sala appesantita da pannelli di quercia e<br />

poca luce, lì avvenne il sorteggio, lì marcovaldo<br />

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LAURA TASSELLI KARIM E LE API<br />

Doveva presentarsi in aula ad ogni udienza, ad<br />

ogni costo.<br />

“Potete almeno nominarmi sostituto?” Chiese,<br />

facendo trapelare che conosceva la procedura<br />

penale assai meglio di quanto gli conveniva dare<br />

ad intendere.<br />

La proposta fu accolta e Marcovaldo si trovò<br />

obbligato a presenziare al processo esattamente<br />

come gli altri giurati, senza però dover esprimere<br />

www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

un verdetto.<br />

Questo lo sollevò da un peso e lo caricò di un<br />

altro.<br />

“E se l’imputato mi sembrerà innocente e gli altri<br />

vorranno condannarlo?” Pensò e ne ebbe scrupolo.<br />

Lo scrupolo gli amareggiò il pranzo, il caffè, la<br />

grappa e perfino il gelato che si era voluto regalare<br />

per festeggiare quella malaugurata vincita.<br />

UNA FAVOLA FATTA<br />

D’AMORE E CONDIVISIONE<br />

Karim e le Api<br />

A)<<br />

scritto e illustrato da<br />

LAURA TASSELLI<br />

Tradotto da Dahan Abdelfatah<br />

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NELLE MIGLIORI LIBRERIE E SULLO SHOP ONLINE<br />

www.edizionijollyroger.it<br />

DISPONIBILE PRESSO<br />

Laura Tasselli è nata a Firenze<br />

nel 1958. Si è formata come<br />

educatrice per l’infanzia.<br />

Sensibile e dotata di creatività<br />

e capacità artistico-manuali,<br />

si è occupata per oltre 30 anni<br />

di amministrazione pubblica e<br />

privata, svolgendo attività artistiche<br />

ed educative nel tempo<br />

libero. Attenta da sempre ai<br />

temi della crescita umana e al<br />

rispetto dei diritti fondamentali<br />

di tutti gli esseri viventi, si<br />

è formata ed ha collaborato in<br />

diverse attività di gruppo.<br />

Impegnata nella cura della ricerca<br />

del senso personale della<br />

vita in situazioni di disagio e di<br />

perdita, vive con la sua famiglia<br />

nel Comune di Vaglia.<br />

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