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syndicom rivista N.10

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 10 Marzo–Aprile 2019<br />

<strong>rivista</strong><br />

Ridateci<br />

il potere<br />

d’acquisto


Pubblicità<br />

Realizzazione grafica: Agnes Weber<br />

DONNE* IN SCIOPERO<br />

il 14 giugno 2019<br />

PIÙ TEMPO.<br />

PIÙ SALARIO.<br />

RISPETTO.<br />

www.<strong>syndicom</strong>.ch /


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: potere d’acquisto<br />

16 Dalle professioni<br />

20 Un codice per Mila<br />

23 La Svizzera e l’OIL<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Stipendi più alti, subito!<br />

Quali sono i salari «giusti»?<br />

Questa domanda costituisce ancora oggi uno<br />

dei problemi fondamentali della politica economica<br />

e sociale. A seguito di scioperi e aspri<br />

conflitti, dopo il 1945 la questione è stata<br />

regolata tramite un contratto implicito: i lavoratori<br />

dovrebbero ottenere la loro parte di<br />

aumento della produttività sotto forma di una<br />

crescita regolare dei salari. La pace sociale è<br />

legata alla riduzione del divario esistente tra<br />

ricchi e poveri.<br />

Tuttavia, oggi i salari sono di nuovo molto<br />

inferiori alla crescita della produttività del<br />

lavoro e le disparità di reddito e di ricchezza<br />

sono enormi. È il risultato della politica neoliberale<br />

e della ridistribuzione della ricchezza verso<br />

l’alto. Sebbene quest’anno abbiamo ottenuto<br />

aumenti salariali dell’1%, ciò compensa solo<br />

minimamente il ritardo accumulato.<br />

L’idea dei neoliberali che il mercato dovrebbe<br />

garantire salari «giusti» è oggi riconosciuta<br />

come un errore e – almeno in teoria – è stata<br />

superata. La politica economica e sociale deve<br />

quindi tornare a occuparsi del problema di<br />

un’equa distribuzione del reddito. La questione<br />

deve essere risolta con urgenza se vogliamo<br />

istituire un ordine economico e sociale<br />

dignitoso. La diffusione di accordi salariali di<br />

qualità gioca in questo senso un ruolo decisivo.<br />

4<br />

8<br />

23<br />

Daniel Münger, presidente <strong>syndicom</strong>


4<br />

Team vincenti<br />

I migliori reclutatori per <strong>syndicom</strong><br />

Michelle Crapella-Papet (38)<br />

Originaria di Ennetbürgen NW, lavora<br />

dal 2006 presso Swisscom in qualità di<br />

impiegata commerciale qualificata nel<br />

settore delle PMI. Attualmente lavora<br />

come esperta nel supporto tecnico.<br />

Iscritta a <strong>syndicom</strong> dal 2010, è attiva<br />

all’interno del comitato centrale e del<br />

comitato settoriale Telecom/IT.<br />

Patrick Roth (45)<br />

Vive a Obdorf SZ ed è un informatico<br />

qualificato. Dal 1996 lavora presso<br />

Swisscom. Attualmente è operativo<br />

come responsabile di progetto Infrastruttura<br />

e Scrum Master. Nuovamente<br />

membro di <strong>syndicom</strong> dal 2012. Appartiene<br />

al gruppo strategico CCL di<br />

Swiss com ed è stato eletto a gennaio<br />

nella rappresentanza del personale.<br />

Beat Saxer (44)<br />

Originario di Winkel ZH, lavora dal 1991<br />

come impiegato postale qualificato in<br />

uniforme presso la Posta. Dal 2008 è<br />

conducente di autopostale a Winkel.<br />

È iscritto a <strong>syndicom</strong> dal 1991. È delegato<br />

della commissione del personale<br />

regionale e del comitato aziendale di<br />

AutoPostale.<br />

Testo: Sébastien Bourquin<br />

Foto: Alexander Egger<br />

Reclutare soci richiede<br />

tempo. E noi ce lo<br />

prendiamo volentieri.<br />

Abbiamo iniziato l’attività di reclutamento<br />

dal momento in cui abbiamo<br />

partecipato attivamente ai più svariati<br />

gruppi sindacali. Seguendo gli avvenimenti<br />

sindacali si capisce meglio<br />

quanto il numero di iscritti sia<br />

importante per ottenere un miglioramento<br />

delle condizioni di lavoro.<br />

Contratti collettivi di lavoro, sistemi<br />

salariali e altri regolamenti possono<br />

essere migliorati molto più facilmente<br />

se il sindacato è supportato da un<br />

gran numero di lavoratori.<br />

Tutti e tre abbiamo le nostre strategie<br />

di reclutamento. Alcuni di noi<br />

sfruttano i colloqui tra colleghi durante<br />

le pause. In quel caso ci inseriamo<br />

nei dialoghi e spieghiamo ciò<br />

che il sindacato può fare concretamente.<br />

E quanto successo si può ottenere<br />

sindacalizzando il maggior<br />

numero di lavoratori possibile e<br />

prendendo in mano il loro destino.<br />

Perché è come per i diritti democratici:<br />

non ha senso criticare la politica<br />

se non ci si reca personalmente alle<br />

urne. Lo stesso vale per le condizioni<br />

di lavoro. Solo chi aderisce a un sindacato<br />

può avere voce in capitolo nel<br />

mondo del lavoro.<br />

Alcuni di noi redigono dei propri<br />

opuscoli attraverso i quali informiamo<br />

i nostri colleghi sull’attività di<br />

<strong>syndicom</strong>. Abbiamo tutti notato<br />

come la maggior parte delle persone<br />

sia poco informata sui sindacati e<br />

sulla partnership sociale. Il nostro<br />

compito consiste prevalentemente<br />

nell’informare i colleghi. Spesso servono<br />

diversi colloqui per far sì che<br />

qualcuno del nostro ambiente si informi<br />

concretamente su come poter<br />

diventare membro. A questo stadio si<br />

tratta per lo più di una mera formalità<br />

per arrivare alla compilazione del<br />

modulo di adesione. Ma la strada richiede<br />

molta tenacia. Siamo felici<br />

che l’anno scorso abbiamo reclutato<br />

nuovamente un gran numero di<br />

iscritti. Siamo convinti che <strong>syndicom</strong><br />

avrà molto più successo se riusciremo<br />

a coinvolgere nell’attività di reclutamento<br />

un numero ancora maggiore<br />

di iscritti. Ecco perché siamo<br />

lieti di condividere le nostre esperienze<br />

personali in occasione degli<br />

eventi regionali che vengono nuovamente<br />

organizzati a primavera per i<br />

soci che nel 2018 hanno effettuato<br />

almeno due reclutamenti. Noi stessi<br />

continueremo in ogni caso la nostra<br />

attività.


Brevi ma utili<br />

Sondaggio CCL Posta \ UPC e Sunrise insieme \ Wetube per<br />

creativi digitali \ Postini spremuti come limoni \ Assemblea<br />

dei delegati 2019 \ Banca Cantonale di Svitto: dieci giorni<br />

di congedo paternità \ Colonie estive al via \ Contatti<br />

5<br />

Sondaggio CCL Posta<br />

È iniziato il countdown al nuovo CCL Posta.<br />

Nell’estate 2019 verranno avviate<br />

le trattative. Ma prima vogliamo sapere<br />

da te: quali sono i problemi? Compila il<br />

sondaggio su <strong>syndicom</strong>.ch/cclposta e<br />

invita i tuoi colleghi a partecipare.<br />

UPC e Sunrise insieme<br />

Il 28 febbraio Sunrise ha annunciato che<br />

rileverà UPC Svizzera dalla rispettiva capogruppo<br />

Liberty Global. Da anni, <strong>syndicom</strong><br />

intrattiene una partnership sociale<br />

sia con Sunrise che con UPC, il cui fulcro<br />

è costituito da due contratti collettivi<br />

praticamente equivalenti. I collaboratori<br />

di UPC, a seguito della fusione con Sunrise,<br />

non devono quindi mettere in conto<br />

alcun peggioramento. <strong>syndicom</strong> seguirà<br />

da vicino il processo e si impegnerà con<br />

i rappresentanti del personale per mantenere<br />

buone condizioni di lavoro.<br />

Wetube per creativi digitali<br />

Uno spazio per giovani creativi, con gli<br />

strumenti tecnici più moderni per realizzare<br />

i loro video-progetti. Il tutto gratis.<br />

Non è un sogno, ma la realtà dello<br />

Spazio wetube, inaugurato dalla RSI nella<br />

Palazzina RSI di Lugano-Besso. Informazioni<br />

su www.spaziowetube.ch.<br />

Postini spremuti come limoni<br />

Il Il 14 febbraio <strong>syndicom</strong> ha presentato<br />

alla direzione generale Postmail a Neuchâtel<br />

una petizione con oltre 300 firme<br />

per chiedere trattative immediate per le<br />

condizioni di lavoro delle postine e dei<br />

postini dell’Arco del Giura. Le condizioni<br />

di lavoro sono diventate insostenibili:<br />

per soddisfare le esigenze di rendimento<br />

sono costretti a fare straordinari eccessivi<br />

e a lavorare mettendo in pericolo<br />

loro salute e sicurezza. Alcuni raccontano<br />

di giornate di oltre 11 ore, altri lavorano<br />

fino a 15 sabati di fila, per settimane<br />

che possono superare le 50 ore<br />

previste dalla legge. La situazione riguarda<br />

l’intera Svizzera dove, su 1000<br />

postini, il 93,6% dei partecipanti aveva,<br />

a fine 2017, un saldo positivo fino a 168<br />

ore.<br />

Assemblea dei delegati 2019<br />

Sono in corso i preparativi per l’Assemblea<br />

dei delegati 2019, in programma<br />

sabato 22 giugno a Berna (Stade de<br />

Suisse). Sei un membro attivo e vorresti<br />

avere voce in capitolo come delegato?<br />

Allora presenta la tua candidatura.<br />

Informazioni su: <strong>syndicom</strong>.ch/dv19.<br />

Banca Cantonale di Svitto:<br />

10 giorni di congedo paternità<br />

La tabella ripresa da Travail.Suisse nella<br />

nostra ultima edizione presentava<br />

un’inesattezza. Dal 2015 la Banca Cantonale<br />

di Svitto offre ai propri collaboratori<br />

non cinque, bensì dieci giorni di<br />

congedo paternità. Al proposito, l’associazione<br />

«Il congedo paternità, subito!»,<br />

che comprende più di 180 organizzazioni,<br />

ritiene che due settimane di<br />

congedo siano insufficienti e che invece<br />

siano necessarie quattro settimane.<br />

Colonie estive al via<br />

Sono aperte le iscrizioni alla colonia<br />

estiva a Rodi. Si tratta di un’esperienza<br />

educativa e di crescita importante,<br />

dove i bambini e i ragazzi hanno l’opportunità<br />

di partecipare ad attività di<br />

gioco, sport, creatività e tanto altro<br />

con il supporto di animatori formati.<br />

Formulario d’iscrizione su www.coloniedeisindacati.ch.<br />

tel. 091 826 35 77,<br />

info@coloniedeisindacati.ch.<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale.<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Marzo<br />

30<br />

Conferenza migrazione<br />

USS 2019<br />

Berna, Ristorante Mappamondo,<br />

ore 9.00 - 16.00. Rivendicazioni e<br />

visioni per la politica migratoria.<br />

Iscrizione a https://bit.ly/2ETFkUY<br />

Aprile<br />

10<br />

Assemblea annuale<br />

pensionati Ticino e Moesano<br />

Rivera, Ristorante alla Bricola, ore<br />

15.00. Segue incontro aperto a tutti<br />

con Pelin Kandemir Bordoli, presidente<br />

Gran Consiglio del Canton Ticino<br />

Iscrizione facoltativa ma gradita a:<br />

info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Maggio<br />

1<br />

Festa dei lavoratori<br />

Locarno, corteo.<br />

3<br />

Giornata mondiale<br />

della libertà di stampa<br />

Mendrisio, cinema Teatro, ore 20.00<br />

Proiezione del film «Another Day in<br />

Life», dal libro del reporter Ryszard<br />

Kapuściński. In collaborazione con<br />

Amnesty International e Film Festival<br />

Diritti Umani Lugano.<br />

Giugno<br />

16<br />

Gita annuale <strong>syndicom</strong><br />

Visita alla Forgia di Crema<br />

Iscrizione obbligatoria entro<br />

il 30 maggio al segretariato oppure<br />

con mail a: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

22<br />

Assemblea delegati 2019<br />

Berna, Stade de Suisse<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Tristan Pasquier ha avviato a Vevey nel 2013 Vélocité Riviera,<br />

degli altri<br />

azienda che impiega nove dipendenti a tempo parziale. Lui<br />

stesso vi lavora come corriere, al 30%, attività che svolgeva<br />

già durante gli studi (master in sviluppo urbano sostenibile).<br />

1<br />

Perché secondo te è importante aderire<br />

al nuovo CCL dei Corrieri in bici e<br />

servizi di corriere urbani?<br />

Il CCL è concepito per garantire le<br />

condizioni di lavoro dei dipendenti.<br />

Ma per un datore di lavoro si tratta di<br />

salvaguardare questo settore e di farlo<br />

riconoscere come un lavoro a tutti<br />

gli effetti. Siamo dei professionisti<br />

della consegna e rivendichiamo una<br />

qualità adeguata.<br />

2<br />

I salari più bassi sono legati ai servizi<br />

di corriere in bici?<br />

Noi vendiamo servizi e dipendiamo<br />

dal carico di lavoro. Talvolta si dimentica<br />

che la consegna ha un costo:<br />

salari naturalmente, ma anche infrastrutture<br />

mobili, logistica, monitoraggio<br />

contabile e relazioni con i<br />

clienti… Pertanto è difficile trovare<br />

l’equilibrio.<br />

3<br />

Temi la concorrenza di Uber Eats, attivo<br />

da poco a Ginevra e che dichiara<br />

che i suoi sono lavoratori autonomi?<br />

Queste aziende praticano prezzi bassi<br />

e possono permetterselo dato che<br />

non si assumono le loro responsabilità<br />

nei confronti dei corrieri (contratto<br />

di lavoro, retribuzione oraria minima,<br />

oneri sociali, assicurazioni, condizioni<br />

e quadro di lavoro…). Ma noi svolgiamo<br />

i due terzi delle nostre attività<br />

nelle urgenze mediche e, pertanto,<br />

una certa garanzia di affidabilità e<br />

professionalità è d’obbligo.<br />

4<br />

Pensi che sarà possibile ottenere la<br />

dichiarazione di obbligatorietà generale<br />

in fase di sviluppo del CCL?<br />

Non ne sono solamente convinto, ma<br />

è soprattutto necessario. Tutte le<br />

aziende di corrieri in bici devono stare<br />

al gioco e procedere di comune<br />

accordo. Penso semplicemente che<br />

bisogna impedire la proliferazione<br />

delle aziende sopra citate in Svizzera,<br />

quanto meno nella forma attuale.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: Yves Leresche<br />

5<br />

Tra i corrieri in bici ci sono poche<br />

donne. Pensi che l’esistenza di un<br />

CCL sarebbe di natura tale da<br />

rassicurarle e attirarne di più?<br />

È possibile, ma non penso che il CCL<br />

sia il fattore determinante. Si tratta<br />

piuttosto a mio avviso di un errore di<br />

giudizio della professione. Ma noi incoraggiamo<br />

le donne a impegnarsi,<br />

non c’è assolutamente alcun motivo<br />

per avere più uomini che donne tra i<br />

corrieri.<br />

6<br />

Che cosa pensi della retribuzione<br />

minima di 18.27 franchi l’ora nella<br />

logistica annunciata dall’autorità di<br />

regolazione della Commissione<br />

federale della Posta (PostCom)?<br />

Penso che questa retribuzione sia<br />

troppo bassa. Dovrebbe essere di<br />

22 franchi l’ora in un primo tempo,<br />

e di 25 in un secondo. Chi può permettersi<br />

in Svizzera di vivere con una<br />

retribuzione oraria così bassa come<br />

18 franchi? Da Vélocité Riviera facciamo<br />

di tutto per garantire la retribuzione<br />

minima, è la nostra priorità.


L’ospite<br />

L’economia va a gonfie vele. Tutti in<br />

Svizzera stanno andando bene, si potrebbe pensare.<br />

Ma la realtà è diversa: secondo l’Ufficio federale<br />

di statistica, ci sono 650mila persone che<br />

vivono in povertà e più di un milione è a rischio<br />

di povertà. Questa amara verità è attivamente<br />

soppressa dalla Svizzera politica. L’anno scorso,<br />

ad esempio, il consigliere federale Berset ha ridotto<br />

il programma di lotta alla povertà della<br />

Confederazione a meno di 1 milione di franchi (!)<br />

l’anno e ha delegato per quanto possibile la politica<br />

della povertà ai cantoni. Ci sono molte ragioni<br />

per cui le persone cadono nella povertà:<br />

ogni anno circa 40mila persone non sono più<br />

contemplate dalle statistiche sulla disoccupazione,<br />

che, di conseguenza, vengono abbellite.<br />

A queste persone rimane solo la strada dell’assistenza<br />

sociale. Tuttavia, anche molti dipendenti<br />

che non percepiscono un salario sufficiente a<br />

garantire la propria esistenza cadono in povertà.<br />

I cosiddetti «working poor» non si trovano<br />

solo nei classici settori a basso salario. Sempre<br />

più aziende «rinomate» (incluse compagnie aeree)<br />

pagano anch’esse salari miserabili. Negli ultimi<br />

anni si è aggiunta una nuova e significativa<br />

causa di povertà: sempre più persone non sono<br />

più in grado di pagare la cassa malati. I salari<br />

non crescono quasi mai, mentre i premi sono<br />

notevolmente aumentati. Stando alla legge,<br />

questa lacuna dovrebbe essere colmata con lo<br />

strumento dei sussidi per la riduzione dei premi.<br />

Ma lungi dall’esserlo! La maggior parte dei cantoni<br />

ha ridotto i sussidi. Le imposte sono state<br />

ridotte per i redditi elevati e la perdita del gettito<br />

fiscale è stata compensata con il taglio dei<br />

sussidi per la riduzione dei premi. La situazione<br />

è drammatica in quanto porta a una sfilacciatura<br />

della classe medio-bassa. Molte famiglie sono<br />

spinte nella povertà. Noi della Caritas abbiamo<br />

fatto una chiara richiesta ai politici: un salario<br />

mensile deve essere sufficiente per pagare il<br />

premio annuale della cassa malati. Quello che<br />

manca deve essere coperto dai sussidi!<br />

Un salario mensile deve<br />

essere sufficiente<br />

Hugo Fasel, che quest’anno compie 64<br />

anni, è direttore di Caritas Svizzera dal<br />

settembre 2008. In precedenza ha presieduto<br />

Travail.Suisse (dal 2004 al 2008)<br />

ed è stato copresidente del sindacato<br />

SYNA (dal 1998 al 2002). Prima ancora è<br />

stato segretario centrale e presidente<br />

della Federazione svizzera dei sindacati<br />

cristiani nazionali (CNG). Allo stesso<br />

tempo, ha creato diverse imprese che<br />

promuovono apprendistati per i giovani<br />

in difficoltà (fribap), programmi di integrazione<br />

per le persone al termine degli<br />

studi o di assistenza sociale (Ritec) o<br />

misure attive del mercato del lavoro per<br />

circa 150 disoccupati (VAM).<br />

7


I salari ristagnano, l’economia cresce: così non va!<br />

Trattative salariali: gli aumenti ottenuti da <strong>syndicom</strong><br />

Meccanismi di ripartizione contro le disparità<br />

Investimenti ridotti, dividendi alle stelle<br />

Dossier 9<br />

La sfida<br />

sindacale:<br />

più salari,<br />

più redditi


10 Dossier<br />

Basta toccare stipendi e pensioni<br />

Smettetela di rosicchiare i salari e le rendite:<br />

ecco le nostre rivendicazioni sindacali.<br />

Testo: Sylvie Fischer<br />

Foto: François Graf<br />

C’è qualcosa che non va. Com’è possibile che i lavoratori<br />

svizzeri figurino al secondo posto tra i paesi europei in termini<br />

di potere d’acquisto (secondo l’istituto GfK) e si abbia<br />

l’impressione di avere sempre meno soldi nel portafoglio<br />

alla fine del mese – se non addirittura siano già stati<br />

spesi tutti?<br />

Queste classifiche, che non tengono conto delle differenze<br />

in termini di assicurazione malattia e spesa sanitaria,<br />

nonché dei contributi alle casse pensioni e delle imposte<br />

indirette, non danno un quadro corretto della<br />

situazione. Così come la retribuzione mediana svizzera,<br />

fissata a 6.502 franchi lordi al mese nel 2016 (metà dei dipendenti<br />

guadagna più di questa cifra, l’altra metà meno),<br />

non riflette la bassa retribuzione delle professioni femminili.<br />

Infatti, il 60% dei posti di lavoro il cui livello salariale<br />

è inferiore a 4.500 franchi lordi al mese è occupato da donne.<br />

E il 10% dei lavoratori meno retribuiti guadagna meno<br />

di 4.313 franchi lordi al mese. Più rilevante sarebbe il confronto<br />

dei salari netti, in quanto i contributi previdenziali<br />

trattenuti per un/a trentenne ammontano infatti al 13–<br />

17% dello stipendio lordo.<br />

Spese accumulate e stipendi anemici<br />

Le spese dei salariati svizzeri, già da 1,5 a 2 volte superiori<br />

a quelle dei paesi limitrofi (vedi pag. 15), sono in costante<br />

aumento. Lo smaltimento dei rifiuti era già pagato dalle<br />

tasse, oggi vi si aggiunge anche una tassazione pro capite<br />

e una tassa sul sacco. Dal 2011 al 2017 l’IVA è stata aumentata<br />

di 0,4 punti percentuali allo scopo di risanare l’AI.<br />

Mentre i tassi ipotecari sono ai minimi storici, gli affitti<br />

sono aumentati in media di oltre il 50% dal 2000, e, secondo<br />

l’Asloca, in alcune regioni della Svizzera ancora di più.<br />

Il premio base dell’assicurazione malattia è quasi triplicato<br />

in 20 anni. L’Unione sindacale svizzera (USS) prevede<br />

che i contributi obbligatori delle casse pensioni, che nel<br />

2006 erano circa il 17,7%, hanno continuato ad aumentare<br />

ogni anno e quest’anno ammonteranno al 19,5% del salario<br />

assicurato. Tutto questo per percepire una rendita<br />

sempre più ridotta, dato che il tasso medio di conversione<br />

è passato dal 6,4% in media nel 2013 al 5,6% nel 2019, secondo<br />

la stessa fonte. Di conseguenza, i futuri pensionati<br />

non solo avranno versato molto di più delle generazioni<br />

precedenti, ma percepiranno anche pensioni molto più<br />

basse. Per completare il quadro, l’anno scorso i prezzi<br />

sono aumentati ufficialmente dello 0,5% a causa dell’aumento<br />

degli affitti e dei prodotti petroliferi.<br />

Allo stesso tempo, gli aumenti salariali sono anemici.<br />

Dal 2010 i salari nominali in Svizzera sono aumentati<br />

poco, meno dell’1% all’anno. Nel 2017 sono aumentati<br />

solo dello 0,4% e, per effetto del rincaro, in quell’anno i salari<br />

reali sono addirittura diminuiti dello 0,1%. Nel 2017 e<br />

nel 2018, nonostante la ripresa, i salari reali non sono aumentati.<br />

Non si prevedono miglioramenti significativi nel<br />

2019. Persino la Germania, conosciuta per la sua moderazione,<br />

presenta una crescita salariale migliore. I dipendenti<br />

di lunga data sono i più colpiti: secondo l’inchiesta<br />

sulla struttura salariale, i dipendenti con 20 anni di servizio<br />

e oltre hanno visto aumentare la loro retribuzione solo<br />

del 3,1% tra il 2010 e il 2016, mentre i nuovi assunti hanno<br />

registrato un incremento del 7,1%.<br />

Di conseguenza, molti lavoratori stanno lottando per<br />

sbarcare il lunario. Quasi il 40% degli svizzeri dice di spendere<br />

tutto quello che guadagna. Più preoccupante è il fatto<br />

che più di uno svizzero su cinque non è in grado di far fronte<br />

a una spesa inaspettata di 2.500 franchi in un mese.<br />

I dipendenti devono beneficiare della crescita<br />

Eppure l’economia sta andando bene. Nel 2018, il prodotto<br />

interno lordo è cresciuto del 2,5%, e la crescita, sebbene<br />

in rallentamento, dovrebbe aumentare di un ulteriore<br />

1,5% quest’anno. Già il 2017 era stato un buon anno per le<br />

società svizzere quotate in borsa, che prevedevano di distribuire<br />

ai loro azionisti almeno 50 miliardi di dividendi<br />

nel 2018. È ora che i dipendenti beneficino dei frutti di<br />

questa ripresa.<br />

Nel corso delle trattative salariali con <strong>syndicom</strong> all’inizio<br />

dell’anno sono state ottenute diverse conquiste significative.<br />

Presso la Posta CH SA, le trattative con <strong>syndicom</strong><br />

e transfair hanno portato a un aumento salariale dell’1,4%<br />

(0,91 % per le misure generali e 0,49% per le misure individuali).<br />

Inoltre, le fasce dei salari saranno aumentate<br />

dell’1% dopo l’attuazione delle misure salariali. Tali misure<br />

riguardano circa 26mila dipendenti soggetti al contratto<br />

collettivo di lavoro (CCL) di Posta CH SA. Per l’assegnazione<br />

di misure salariali individuali, il sistema introdotto<br />

nel 2018 con una parte obbligatoria si è dimostrato valido.<br />

Si tratta di uno strumento adeguato per attuare misure salariali<br />

eque. In particolare, i dipendenti i cui stipendi si<br />

trovano all’estremità inferiore della fascia salariale della<br />

loro funzione possono quindi beneficiare di un aumento<br />

salariale superiore alla media in caso di buone prestazioni<br />

(vedi il nostro articolo a pag. 18).<br />

Presso AutoPostale, <strong>syndicom</strong> e transfair sono riusciti<br />

a ottenere un aumento salariale complessivo dell’1,2%.<br />

L’economia<br />

sta crescendo.<br />

E così deve<br />

essere anche<br />

per i salari.


Queste misure entreranno in vigore con lo stipendio di<br />

aprile. In seguito, le fasce salariali saranno aumentate<br />

dell’1%. Le misure salariali concordate riguardano i circa<br />

2.200 dipendenti di AutoPostale soggetti al contratto collettivo<br />

di lavoro (CCL) e i circa 1.700 dipendenti degli imprenditori<br />

di AutoPostale con regolamento del personale<br />

(ECP P). Anche in questo caso, per l’assegnazione di misure<br />

salariali individuali, il meccanismo di distribuzione garantisce<br />

che, in caso di buone prestazioni, i dipendenti<br />

che si trovano all’estremità inferiore della fascia salariale<br />

beneficino di una crescita salariale superiore alla media.<br />

Fino al 2% di aumento per i salari minimi<br />

Nel 2019, <strong>syndicom</strong> ha negoziato per i dipendenti di Post-<br />

Finance un aumento salariale dell’1,6%. I 2.500 dipendenti<br />

assoggettati al CCL lo percepiranno con lo stipendio di<br />

aprile. Poiché è auspicabile che i salari bassi ottengano<br />

aumenti più elevati rispetto a quelli dei dipendenti più abbienti,<br />

si propone un aumento dello 0,8% a titolo indicativo<br />

per i superiori gerarchici, con un meccanismo di distribuzione<br />

calcolato in base al livello salariale e alla<br />

posizione nella scala salariale. In un momento in cui gli<br />

aumenti individuali senza criteri di orientamento si stanno<br />

diffondendo in tutti i settori, comportando una mancanza<br />

di trasparenza e spesso anche disparità salariali,<br />

questa decisione contribuisce a invertire la tendenza.<br />

Nel settore dei contact center e dei call center, <strong>syndicom</strong><br />

e le associazioni dei datori di lavoro e di categoria<br />

(CallNet.ch e contactwiss) sono riusciti a raggiungere un<br />

accordo su un aumento del 2% dei salari minimi. Si tratta<br />

delle prime trattative salariali da quando il Consiglio federale<br />

ha dichiarato il CCL di obbligatorietà generale il 1°<br />

luglio 2018. In concreto, ciò significa un aumento da 70 a<br />

102 franchi al mese del salario minimo, valido dal 1° gennaio<br />

2020 per gli anni 2020 e 2021. Le parti sociali chiedono<br />

inoltre l’obbligatorietà generale anche per i salari stabiliti<br />

di recente.<br />

Le trattative salariali con Posta Immobili Management<br />

e Servizi SA hanno comportato un aumento salariale<br />

dell’1,2% della massa salariale totale per quasi 1.200 dipendenti,<br />

di cui il 60% retribuito attraverso un meccanismo<br />

di distribuzione concordato. Tanto più bassa è la collocazione<br />

del dipendente nella fascia salariale, tanto più<br />

alto è l’aumento. Il restante 40% è assegnato su base individuale.<br />

I lavoratori con il salario più elevato percepiscono<br />

un pagamento unico di 500 franchi. All’IMS Clean (pulizia<br />

di manutenzione), le parti sociali hanno concordato un<br />

aumento dello 0,4% della massa salariale per tutti i dipendenti<br />

al di sopra della retribuzione mediana e dello 0,8%<br />

per i dipendenti al di sotto della retribuzione mediana. La<br />

massa salariale aumenta quindi dello 0,6%. Questi aumenti<br />

saranno versati con lo stipendio di aprile.<br />

Swisscom, i salari aumentano dell’1,4%<br />

Swisscom, <strong>syndicom</strong> e transfair hanno ottenuto, a partire<br />

dal prossimo primo aprile 2019, un aumento salariale<br />

dell’1,4% per i circa 14mila collaboratori di Swisscom soggetti<br />

al CCL. I dipendenti beneficeranno di un aumento<br />

generale di almeno lo 0,9%, mentre il resto dell’aumento<br />

della massa salariale sarà distribuito individualmente. I<br />

salari (vedi il nostro articolo a pag. 17), aumenteranno anche<br />

presso Sunrise (1,5%) e UPC (1,2%, con un aumento<br />

generale dello 0,9%). Anche l’industria del libro beneficia<br />

degli aumenti salariali. Per i librai della Svizzera tedesca è<br />

stato concordato un aumento dell’1% dei salari minimi,<br />

mentre i dipendenti Payot beneficeranno tutti di un aumento<br />

dell’1%.<br />

Per Cablex, l’aumento salariale totale dovrebbe essere<br />

dell’1,2%, di cui lo 0,9% per tutti. Tale aumento entrerà in<br />

vigore previa ratifica da parte delle istanze interessate.<br />

Per una tredicesima mensilità AVS<br />

Ma i salari non sono l’unico fronte su cui dobbiamo agire.<br />

Nel 2017, un rapporto dell’OCSE ha denunciato il fatto che<br />

i lavoratori svizzeri che entrano oggi sul mercato riceveranno<br />

una pensione pari al 45% del loro ultimo stipendio,<br />

rispetto al 63% in media dell’OCSE. La povertà tra gli ultra<br />

sessantacinquenni è molto più diffusa in Svizzera che ne-


12<br />

Dossier<br />

Bisogna limitare i premi di cassa malati al 10%<br />

del reddito disponibile del nucleo familiare.<br />

gli altri paesi dell’organizzazione. Su questo punto, gli<br />

svizzeri sono persino il terzo peggior allievo europeo dopo<br />

Estonia e Lettonia. E questo nonostante la Svizzera metta<br />

di più nella spesa pensionistica (11% del PIL, contro il 9%<br />

dell’OCSE). Dal 2005, le pensioni medie del secondo pilastro<br />

sono diminuite del 9% e la tendenza continua (vedi<br />

pag. 15). L’obbligo costituzionale di mantenere il tenore<br />

di vita attraverso l’AVS e le casse pensioni sta diventando<br />

una farsa.<br />

Per l’Unione sindacale svizzera (USS), se vogliamo garantire<br />

ai futuri pensionati rendite dignitose l’AVS deve<br />

essere rafforzata. Attualmente sta preparando un’iniziativa<br />

per la 13esima rendita AVS, perché per tutte le persone<br />

a basso e medio reddito, l’AVS ha il miglior rapporto prezzo/prestazione<br />

di tutte le rendite di vecchiaia in Svizzera.<br />

Infatti, le persone con i salari più alti contribuiscono sulla<br />

base del loro reddito totale, ma non percepiscono pensioni<br />

più elevate di quelle con redditi normali.<br />

Nel secondo pilastro, i profitti sulla pelle delle persone<br />

assicurate devono essere vietati. A tal fine è necessario stabilire<br />

le necessarie restrizioni di reddito per gli assicuratori<br />

attivi nel secondo pilastro, attuare la trasparenza dei<br />

costi amministrativi e introdurre certificati di previdenza<br />

uniformi e comprensibili. Inoltre, per migliorare il rapporto<br />

costi-prestazioni, è necessario rafforzare gli elementi<br />

di ripartizione della LPP. Si potrebbe anche immaginare<br />

che i redditi della Banca nazionale svizzera<br />

derivanti da tassi negativi vengano restituiti al secondo pilastro.<br />

Con la rivalorizzazione dei salari delle donne, che<br />

passa anche attraverso l’applicazione dei controlli salariali<br />

previsti dalla nuova legge sulla parità, la riduzione dei<br />

costi dell’assicurazione malattia è oggi una priorità. Le riduzioni<br />

dei premi dell’assicurazione malattia devono essere<br />

maggiori per alleviare finanziariamente le famiglie a<br />

Mantenere lo stesso<br />

tenore di vita dopo la<br />

pensione soltanto con<br />

la rendita AVS e delle<br />

casse pensioni è<br />

una vana illusione<br />

basso e medio reddito. L’USS sostiene l’iniziativa popolare<br />

secondo cui nessuno dovrebbe spendere più del 10% del<br />

reddito disponibile delle famiglie per i premi delle casse<br />

malati (vedi link).<br />

Occorre pertanto intervenire su più fronti. Il mantenimento<br />

di retribuzioni eque sarà possibile solo se saranno<br />

mantenute le misure di accompagnamento previste<br />

dall’accordo quadro con l’Unione Europea e con esse la<br />

protezione delle retribuzioni medio-basse. Senza queste<br />

misure di accompagnamento, tutti gli accordi bilaterali rischiano<br />

di sfumare, poiché i cittadini non ne vedrebbero<br />

più i benefici.<br />

L’iniziativa del PS<br />

bit.ly/2NKZsMX


Dossier<br />

Lavoro e dignità, di pari passo<br />

13<br />

Poiché il valore prodotto dai salariati<br />

è distribuito in modo sempre più ingiusto,<br />

la digitalizzazione esaspera il grande conflitto<br />

tra capitale e lavoro.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Solo il lavoro vivo crea valore.<br />

Il motivo per cui qui dobbiamo ricordare questa semplice<br />

realtà di fondo dell’economia è perché i proprietari e i loro<br />

economisti martellano ogni giorno l’opposto nella nostra<br />

testa. Lo fanno con tale successo che anche molti lavoratori<br />

credono che il loro lavoro e il salario che percepiscono<br />

in cambio sono un fattore di costo. Sbagliato. L’interesse<br />

sul capitale è un fattore di costo. Affitto, tasso ipotecario,<br />

elettricità, petrolio, ecc. sono fattori di costo. Il prezzo del<br />

materiale è un fattore di costo. Il lavoro, tuttavia, trasforma<br />

tutto questo in un prodotto di valore superiore. Il lavoro<br />

da solo crea il rendimento e il profitto. Il lavoro è un fattore<br />

di profitto. A prescindere dal fatto che il lavoro ha a<br />

che fare con la sicurezza sociale, ovvero con la dignità<br />

umana e lo sviluppo.<br />

Tuttavia, la maggior parte delle persone hanno interiorizzato<br />

la favola degli azionisti che il denaro lavora. Recentemente,<br />

una banca si è pubblicizzata con il motto: «Ecco<br />

i tuoi soldi che lavorano per te». Non è così. Hai mai visto<br />

un biglietto da cento brandire una pala in un cantiere? Nel<br />

migliore dei casi, il denaro, se viene investito e quindi diventa<br />

capitale, può lubrificare e accelerare i processi di<br />

trasformazione del lavoro. Ma il denaro può anche essere<br />

un ostacolo al lavoro, o addirittura distruggere il valore, se<br />

viene usato in investimenti speculativi o bonus mostruosi<br />

anziché in investimenti.<br />

Beh, dice qualcuno, ma le macchine funzionano e creano<br />

valore, non solo le persone. Alcuni prodotti, come gli<br />

Swatch, vengono realizzati quasi per intero automaticamente.<br />

È vero. Ma cos’è una macchina, in questo caso una<br />

macchina utensile, un robot o addirittura un’intera linea<br />

di produzione? È un concentrato di lavoro umano. Non<br />

solo perché la macchina doveva essere costruita. In una<br />

macchina da lavoro le conoscenze accumulate, la manualità<br />

e le capacità di generazioni di lavoratori.<br />

Questo non è così facile da vedere, ma è sempre visibile<br />

quando una macchina non fa esattamente ciò per cui è<br />

stata costruita.<br />

Nel caso di un produttore di robot con sede a Zugo, la<br />

direzione voleva esternalizzare il lavoro in Estremo Oriente.<br />

Problema: anche se i robot sono stati prodotti esattamente<br />

nello stesso modo high-tech, alcuni funzionavano<br />

bene e altri meno. Un mistero. Ancora più sconcertante è<br />

stato il fatto che i lavoratori particolarmente esperti sapevano<br />

già quali robot funzionavano meglio prima del completamento.<br />

Andare oltre la cortina di fumo della propaganda<br />

Perché stiamo parlando di queste storie? Poiché si tratta<br />

di capire il rapporto tra lavoro, valore e retribuzione.<br />

L’economia sembra complessa. Ma la verità è che si<br />

tratta sempre del problema di come una società si organizza<br />

per produrre tutte le cose che ci liberano dal bisogno<br />

e soddisfano le nostre esigenze. E come distribuire le cose<br />

prodotte e il valore tra i membri della società. Il resto è


14<br />

Dossier<br />

Il 99% dei salariati non riceve che poco più<br />

della metà del valore prodotto.<br />

sabbia che gli azionisti e i loro economisti ci gettano negli<br />

occhi affinché non riconosciamo più questo problema<br />

economico fondamentale.<br />

Il capitalismo ha bisogno di un bel po’ di sabbia e il capitalismo<br />

finanziario moderno ha bisogno di enormi cumuli<br />

di propaganda prodotta industrialmente per tenerci<br />

ciechi. Perché un fatto è indiscutibile: lavoriamo, ma otteniamo<br />

solo una parte del valore netto che produciamo nel<br />

processo. L’altra parte, il valore aggiunto, è presa dal capitale.<br />

Una parte viene investita. Ma negli ultimi decenni gli<br />

investimenti sono calati massicciamente, mentre i dividendi<br />

sono esplosi. La maggior parte degli investitori non<br />

è più interessata al futuro e alla sostenibilità, gli speculatori<br />

finanziari e le banche ancora meno. Vogliono il massimo<br />

profitto a breve termine e la progressiva concentrazione<br />

del capitale è un meccanismo intrinseco del<br />

capitalismo. Per inciso, questo è uno dei motivi per cui<br />

non può risolvere la crisi ecologica che ha prodotto.<br />

Si tratta dei salari, ovvero della quota che i lavoratori<br />

possono estrarre dall’economia. Gli economisti lo misurano<br />

con la «quota salariale». Negli Stati Uniti, in Giappone<br />

e nella maggior parte dei paesi europei è in forte calo.<br />

In Italia, ad esempio, è passata dal 67 per cento nel 1990<br />

al 53 per cento nel 2008, mentre in Svizzera, secondo<br />

quanto affermato dagli economisti nel 2014, sarebbe costante.<br />

Nello stesso periodo, però, se si escludono i salari<br />

massimi e il bonus percentuale, tale percentuale è diminuita<br />

di quasi il 18 per cento. In parole povere: il 99 per<br />

cento dei lavoratori riceve solo poco più della metà del valore<br />

che ha prodotto. Il 45 per cento se lo intascano le banche<br />

e gli azionisti. Ciò spiega i 40 miliardi di franchi di dividendi,<br />

spesso pagati esentasse, per il 2017.<br />

Questo massiccio declino, aggravato da fattori quali<br />

l’iniqua distribuzione delle imposte, l’aumento del costo<br />

della vita per i redditi più bassi, ecc. (vedi le pagine precedenti<br />

del dossier), è socialmente esplosivo, ma è il risultato<br />

di una strategia mirata. La rivoluzione neoliberale dal<br />

1980 in poi è servita proprio all’1 per cento più potente per<br />

confiscare una quota maggiore del valore prodotto.<br />

Quindi, per mettere in moto una redistribuzione dal<br />

basso verso l’alto. Questo processo si è accelerato dall’inizio<br />

della crisi del 2008. Quasi tutti i guadagni di produttività<br />

degli ultimi dieci anni sono stati assorbiti dal capitale.<br />

Questa è una rottura con il contratto sociale non scritto,<br />

che prevede di utilizzare la crescente produttività per il<br />

progresso sociale. Non sempre sotto forma di salari più<br />

alti. Una maggiore produttività può anche portare a una<br />

riduzione dell’orario di lavoro o a un aumento delle ferie.<br />

Ma oggi non solo i salari reali stanno diminuendo in molti<br />

settori, ma anche l’orario di lavoro reale è di nuovo in<br />

aumento.<br />

Aumentare i salari, ridurre gli orari di lavoro<br />

Utilizzando i mezzi della rivoluzione digitale, i proprietari<br />

stanno ora cercando di accelerare ulteriormente questo<br />

processo. Ecco perché gli attacchi all’orario di lavoro legale.<br />

Per non parlare del rapido aumento delle «forme di lavoro<br />

atipiche» (lavoro temporaneo, lavoro a chiamata, lavoro<br />

a domicilio, lavoro a cottimo su base contrattuale,<br />

outsourcing). Il lavoro di piattaforma, come pianificato<br />

dagli azionisti, dovrebbe ora smantellare completamente<br />

i normali contratti di lavoro (compresi i CCL) e il diritto<br />

del lavoro protettivo.<br />

Non è solo su questo terreno che si combatte la lotta<br />

per il futuro del lavoro regolare, dei salari e degli orari di<br />

lavoro. Anche in questo caso si decide il futuro della forma<br />

societaria. Questo è il fronte decisivo, anche per un sindacato<br />

che oggi sindacalizza la maggior parte dei lavoratori<br />

che godono della protezione di un CCL. Non ci può essere<br />

lavoro senza un contratto protetto. I salari devono essere<br />

aumentati e le ore di lavoro ridotte drasticamente. Solo facendo<br />

in modo che gli aumenti della produttività vadano<br />

a favore del lavoro possiamo avviare la necessaria ridistribuzione.<br />

E garantire la sicurezza sociale.<br />

Potrebbe essere l’ultima lotta del sistema economico<br />

del capitalismo. In gennaio, tra i leader mondiali al WEF<br />

di Davos, non solo si temevano movimenti popolari come<br />

quello dei gilet gialli in Francia, ma si sentiva anche che si<br />

era raggiunto un confine interno al sistema: il capitalismo<br />

nella sua forma attuale non produceva più sufficiente potere<br />

d’acquisto di massa per assicurare la propria espansione.<br />

Siamo pronti per questa grande prova di forza tra capitale<br />

e lavoro?<br />

Fotoreportage<br />

Il fotografo vodese François Graf ha scattato a Losanna le<br />

fotografie di questo dossier, ossia le immagini della doppia<br />

pagina 8–9 e le foto pubblicate alle pagine da 11 a 14. Ha anche<br />

scattato la foto di copertina e la piccola foto che compare<br />

nel riepilogo a pagina 3.<br />

Nato a Cali, Colombia, il 15 settembre 1973, François Graf ha<br />

il proprio domicilio a Losanna. Si è formato come litografo<br />

per la prima volta nelle arti grafiche all’inizio degli anni<br />

Novanta e ha poi frequentato la Scuola di fotografia di Vevey<br />

nel 1997. È membro del collettivo di Losanna Strates Photographies.<br />

Si distingue nella fotografia per reportage e ritratti.<br />

www.francoisgraf.ch


15<br />

Variazione dell’indice dei salari nominali e reali<br />

Variazione in percentuale rispetto all’anno precedente<br />

Andamento dei salari reali<br />

Indice: 2007 = 100 (2018 primi 3 trimestri)<br />

1,4 %<br />

1,2 %<br />

1,0 %<br />

0,8%<br />

0,6%<br />

0,4%<br />

0,2%<br />

0,0%<br />

–0,2%<br />

Dal 2010 i salari<br />

nominali crescono in<br />

112<br />

110<br />

Svizzera, con un<br />

108<br />

incremento appena<br />

Svizzera<br />

106<br />

inferiore all’1% all’anno.<br />

Nel 2017 sono saliti<br />

104 Germania<br />

solo dello 0,4 %,<br />

mentre nell’anno in<br />

questione i salari reali<br />

si sono ridotti per via<br />

102<br />

100<br />

98<br />

2012 2013 2014 2015 2016 2017 del rincaro dello 0,1%.<br />

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018<br />

Fonte: UST 2018 – Indice svizzero dei salari (ISS)<br />

Fonte: UST, Destatis, calcoli USS (CH: indice dei salari, DE: indice dei guadagni orari lordi)<br />

Come negli Stati Uniti, anche in Svizzera le spese<br />

sanitarie sono un fardello oneroso per le cittadine<br />

e i cittadini<br />

Spese sanitarie pro capite (in dollari USA) 2017 Indice: 1996 = 100<br />

In vent’anni i premi delle casse malati per<br />

l’assicurazione di base si sono quasi triplicati<br />

10000<br />

250<br />

8000<br />

6000<br />

4000<br />

2000<br />

0<br />

Fonte: statistica sulla salute dell’OCSE 2018<br />

Dal 2006 i contributi alle casse pensioni sono<br />

in costante aumento...<br />

Contributi regolamentari, in percentuale sui salari assicurati<br />

19,0 %<br />

18,5%<br />

18,0%<br />

17,5%<br />

17,0%<br />

16,5%<br />

USA<br />

Svizzera<br />

Germania<br />

Austria<br />

Francia<br />

Gran Bretagna<br />

OCSE<br />

Italia<br />

Grecia<br />

Cile<br />

Colombia<br />

2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018<br />

2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019<br />

200<br />

150<br />

100<br />

Fonte: UFSP<br />

… ma la rendita attesa diminuisce sempre di più<br />

Tassi di conversione delle casse pensioni elvetiche<br />

6,4%<br />

6,4%<br />

1997<br />

1999<br />

2001<br />

2003<br />

2005<br />

2007<br />

2009<br />

2011<br />

2013<br />

2015<br />

2017<br />

6,3% 6,3%<br />

5,9%<br />

Andamento del<br />

premio standard:<br />

Franchigia<br />

300 franchi<br />

Con infortunio<br />

Adulto dai 26<br />

anni di età<br />

5,8%<br />

5,6%<br />

Fonte: statistica sulle casse pensione UST, calcoli/previsione USS (2018/19: stima, risp. previsione)<br />

Fonte: ricerca USS (media, ponderata col numero degli assicurati attivi)<br />

Lo stesso paniere di beni e servizi è da 1,5 a oltre 2 volte<br />

più caro in Svizzera rispetto ai paesi vicini<br />

Dati 2017 (media UE = 100)<br />

Svizzera<br />

Germania Francia Italia Austria<br />

Prodotto interno lordo<br />

152<br />

107<br />

110<br />

99<br />

111<br />

Consumo individuale effettivo<br />

167<br />

104<br />

107<br />

102<br />

113<br />

Alimenti e bevande analcoliche<br />

169<br />

101<br />

114<br />

111<br />

125<br />

Bevande alcoliche e prodotti del tabacco<br />

128<br />

95<br />

109<br />

95<br />

94<br />

Abbigliamento e calzature<br />

Abitazione, energia<br />

Arredamento, spese per la casa<br />

Salute<br />

Trasporti<br />

Trasmissione di notizie<br />

Tempo libero e cultura<br />

Educazione e insegnamento<br />

Ristoranti e hotel<br />

Altre merci e servizi<br />

Consumo collettivo effettivo<br />

Macchinari e strumenti<br />

Settore edile<br />

Software<br />

Spese delle economie domestiche private<br />

147<br />

180<br />

124<br />

208<br />

120<br />

123<br />

158<br />

232<br />

162<br />

168<br />

180<br />

112<br />

175<br />

97<br />

160<br />

105<br />

111<br />

102<br />

102<br />

106<br />

101<br />

104<br />

115<br />

110<br />

99<br />

123<br />

98<br />

139<br />

98<br />

104<br />

104<br />

114<br />

106<br />

99<br />

106<br />

97<br />

109<br />

101<br />

118<br />

104<br />

128<br />

106<br />

119<br />

102<br />

110<br />

104<br />

91<br />

105<br />

122<br />

101<br />

109<br />

102<br />

96<br />

105<br />

100<br />

110<br />

97<br />

77<br />

102<br />

101<br />

105<br />

101<br />

108<br />

123<br />

107<br />

84<br />

115<br />

166<br />

106<br />

110<br />

117<br />

108<br />

111<br />

98<br />

109<br />

Fonti: Eurostat, UST 2018<br />

0 100 200 0 100 200 0 100 200 0 100 200 0 100 200


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Più tempo, più salario,<br />

rispetto per le donne!<br />

Il prossimo 14 giugno si svolgerà il secondo<br />

sciopero svizzero delle donne. I<br />

sindacati dell’USS affronteranno temi<br />

come salario, tempo e rispetto. A proposito<br />

di salario, all’inizio dell’anno è<br />

stata pubblicata un’analisi condotta<br />

dall’Ufficio federale di statistica sulla<br />

rilevazione della struttura dei salari<br />

per il 2016: dopo due anni la differenza<br />

salariale tra uomo e donna è nuovamente<br />

cresciuta arrivando a toccare<br />

nel settore privato il 19,6%. Nei salari<br />

mediani, la differenza tra il settore privato<br />

e quello pubblico ammonta al<br />

12%. Il 43% di queste differenze salariali<br />

è immotivato. Nel settore pubblico<br />

la discriminazione salariale è passata<br />

dal 41,7 al 34,8%. Inoltre, quasi<br />

due posti a tempo pieno su tre con un<br />

salario lordo inferiore a 4000 franchi<br />

al mese erano occupati da donne. Anche<br />

per questo motivo <strong>syndicom</strong> partecipa<br />

allo sciopero delle donne! <strong>syndicom</strong><br />

condurrà diverse iniziative.<br />

Contattaci se desideri parlare dello<br />

sciopero sul posto di lavoro, se desideri<br />

partecipare a una manifestazione<br />

oppure ordinare del materiale.<br />

Patrizia Mordini<br />

Se vuoi anche tu scendere in piazza il 14 giugno, contatta il sito di <strong>syndicom</strong>. (© Annette Boutellier)<br />

www.<strong>syndicom</strong>.ch/frauenstreik<br />

I contratti collettivi<br />

garantiscono aumenti<br />

salariali vincolanti<br />

Le trattative salariali sono una componente<br />

fondamentale dell’attività sindacale.<br />

Le trattative salariali collettive<br />

sono espressione di emancipazione<br />

collettiva dei lavoratori e sono parte<br />

della partecipazione democratica in<br />

un’azienda oppure in un settore. Attraverso<br />

le negoziazioni salariali collettive<br />

avviene ogni anno una ripartizione<br />

diretta degli utili aziendali<br />

realizzati ai dipendenti.<br />

Le trattative salariali collettive si<br />

basano su un contratto collettivo di lavoro.<br />

Se un contratto collettivo di lavoro<br />

è privo dell’obbligo di negoziazione<br />

salariale collettiva, gli manca l’elemento<br />

chiave. Poiché le trattative salariali<br />

annuali garantiscono la partecipazione<br />

proporzionale dei lavoratori<br />

all’aumento della produttività.<br />

Anche quest’anno <strong>syndicom</strong> è riuscito,<br />

grazie a una serie di Contratti<br />

collettivi di lavoro, a far sì che decine<br />

di migliaia di persone beneficino di<br />

aumenti salariali. Gli aumenti salariali<br />

annuali rafforzano l’economia interna<br />

e pertanto l’economia del paese. Incrementano<br />

la domanda di consumo,<br />

creano posti di lavoro e garantiscono<br />

investimenti.<br />

Giorgio Pardini è membro del Comitato direttivo e<br />

responsabile del settore ITC


«Nelle trattative, <strong>syndicom</strong> è riuscito a conseguire accordi<br />

migliori su tutti i fronti, compensando così l’inflazione» Franz Schori<br />

17<br />

Aumenti salariali per il settore ICT<br />

al di là di quanto previsto<br />

Quest’anno il settore ITC di <strong>syndicom</strong> è stato in grado<br />

di ottenere aumenti salariali compresi tra l’1,2% e il 2,3%,<br />

ben al di sopra della previsione UBS dell’1,0%. Un risultato che<br />

permette di incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori.<br />

Mani alzate alla conferenza aziendale di Swisscom Group dell’8 febbraio. (© Jens Friedrich)<br />

Un elemento centrale dei contratti<br />

collettivi di lavoro (CCL) è l’obbligo<br />

per le associazioni dei datori di lavoro<br />

e le imprese di negoziare ogni anno i<br />

salari con il sindacato. Ogni anno, il<br />

settore ICT di <strong>syndicom</strong> commissiona<br />

uno studio sullo sviluppo della produttività<br />

nell’industria ICT. Ciò offre<br />

maggiori possibilità di argomentazione<br />

rispetto al solo rincaro, soprattutto<br />

in anni di bassa inflazione come il recente<br />

passato. Altri fattori d’influenza<br />

sono lo sviluppo aziendale ed economico<br />

e la situazione del mercato del lavoro.<br />

Le cifre<br />

UBS pubblica regolarmente una previsione<br />

annuale degli stipendi sulla<br />

base di un sondaggio aziendale.<br />

Nell’ottobre 2018 UBS prevedeva per il<br />

settore ICT aumenti salariali medi<br />

dell’1,0% nel 2019, il che corrisponderebbe<br />

approssimativamente all’inflazione<br />

annua dello 0,9% nel 2018. Nelle<br />

trattative, il settore ICT di <strong>syndicom</strong> è<br />

riuscito a conseguire accordi migliori<br />

su tutti i fronti, compensando sostanzialmente<br />

l’inflazione:<br />

– Swisscom: aumento della massa salariale<br />

dell’1,4%, per gli aventi diritto<br />

dell’1,7%, di cui lo 0,9% sotto forma<br />

di aumento generale. I collaboratori<br />

migliori riceveranno un pagamento<br />

una tantum di 900 franchi.<br />

– Sunrise: aumento della massa salariale<br />

dell’1,5%, ripartizione individuale.<br />

– UPC: aumento della massa salariale<br />

dell’1,2%, di cui 0,9% sotto forma di<br />

aumento generale e 0,3% individuale.<br />

– Sebbene Network 41, la società di infrastrutture<br />

di rete della Svizzera<br />

centrale, non faccia parte del settore<br />

ICT, vale la pena citare gli accordi salariali:<br />

con un aumento della massa<br />

salariale del 2,3% è probabilmente<br />

l’accordo salariale più consistente<br />

registrato quest’anno in Svizzera.<br />

La previsione<br />

Non sono solo i dipendenti a beneficiare<br />

di aumenti salariali, bensì anche<br />

la pubblica amministrazione. Nei processi<br />

di budgeting vengono consultate<br />

le previsioni delle banche e di altre<br />

istituzioni specializzate. Questo perché<br />

gli aumenti salariali si traducono<br />

in maggiori entrate fiscali. Queste, a<br />

loro volta, confluiscono nelle infrastrutture,<br />

nei servizi pubblici, nell’istruzione,<br />

nei servizi sociali e in altri<br />

importanti compiti pubblici.<br />

Franz Schori<br />

L’articolo sull’accordo<br />

bit.ly/2H63KgI<br />

Addio ai responsabili<br />

degli uffici postali?<br />

A metà febbraio la Posta ha annunciato<br />

di voler avviare una nuova organizzazione<br />

e struttura dirigenziale nella<br />

rete degli uffici postali. RetePostale<br />

prevede di cancellare la classica figura<br />

del responsabile degli uffici postali.<br />

L’opinione pubblica è rimasta sorpresa:<br />

alcuni giornali hanno raccontato il<br />

destino di chi oggi è responsabile di<br />

un ufficio postale. Se la Posta davvero<br />

introdurrà il concetto nella forma presentata,<br />

i classici responsabili di filiale<br />

scompariranno dalla scena. Anche i<br />

dipendenti sono disorientati. Da tempo<br />

<strong>syndicom</strong> aveva ripetutamente fatto<br />

notare le difficoltà di un’eventuale<br />

attuazione; la Posta aveva anche parzialmente<br />

accolto i vari dubbi. Tuttavia,<br />

per riorganizzazioni del genere il<br />

CCL non garantisce nessun tipo di<br />

partecipazione. In questo senso, <strong>syndicom</strong><br />

non ha mai approvato il progetto,<br />

ma non ha nemmeno i mezzi per<br />

impedirne la realizzazione.<br />

<strong>syndicom</strong> ha criticato pubblicamente<br />

RetePostale: quest’ultima mescola<br />

gli uffici postali che offrono un<br />

servizio pieno con servizi totalmente<br />

diversi come gli automatici MyPost24.<br />

La Posta definisce entrambe le offerte<br />

«punti di accesso» simulando un’equivalenza<br />

che non esiste in nessun<br />

modo. Dunque per <strong>syndicom</strong> nasce il<br />

dubbio se questo progetto in realtà<br />

non serva per camuffare un ulteriore<br />

smantellamento degli uffici postali.<br />

Il segretario centrale David Roth<br />

commenta: «Fondamentalmente devo<br />

dire che RetePostale, a differenza di altri<br />

ambiti del gruppo, è stata sempre<br />

interessata all’interscambio. Ma è<br />

chiaro che <strong>syndicom</strong> valuterà la Posta<br />

in base ai risultati». Gli organi della<br />

base di <strong>syndicom</strong> chiedono ai responsabili<br />

misure efficaci per alleviare le<br />

numerose situazioni difficili. A questo<br />

scopo va rinegoziato e cancellato il tetto<br />

salariale in vigore dal 2012.<br />

Matthias Loosli<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/ufficipostali-a-rischio-siamo-preoccupati/


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Non c’è niente di più motivante che il lottare insieme e<br />

il sentirsi legati da principi e obiettivi comuni» Una militante <strong>syndicom</strong><br />

Inverno, tempo di<br />

trattative con la Posta<br />

1,2%, 1,4% e 1,6% sono gli aumenti salariali<br />

raggiunti quest’anno nei tre<br />

ambiti del gruppo Posta. I risultati rispecchiano<br />

la situazione economica<br />

dei singoli settori. PostFinance porta a<br />

casa il miglior risultato con un aumento<br />

della massa salariale dell’1,6 %. Per<br />

Posta CH SA è stato raggiunto un aumento<br />

dell’1,4 %. E l’1,2 % ottenuto ad<br />

AutoPostale rappresenta uno dei migliori<br />

accordi raggiunti quest’anno<br />

per i trasporti svizzeri. Grazie alla matrice<br />

salariale si riducono le grosse differenze<br />

tra salari alti e bassi. Con una<br />

parte obbligatoria dello 0.91% Posta<br />

CH SA chiude come prima della classe<br />

(0.84% ad Auto Postale). Ma anche a<br />

PostFinance, che non prevede nessuna<br />

quota obbligatoria, è stato raggiunto<br />

un successo: d’ora in avanti per ogni<br />

Accordi salariali 2019 presso La Posta<br />

Azienda Totale Misure personali Misure generali<br />

AutoPostale SA 1.20% 0.36% 0.84%<br />

Posta CH SA 1.40% 0.49% 0.91%<br />

PostFinance SA 1.60% 0.80% 0.80% (valore indicativo)<br />

Fonte: <strong>syndicom</strong><br />

persona viene calcolato un valore indicativo.<br />

Questo valore proposto servirà<br />

ai superiori come parametro a cui<br />

orientarsi per concedere una parte di<br />

aumento salariale. Eventuali scostamenti<br />

vanno giustificati.<br />

Soddisfatto Matteo Antonini, a<br />

capo del settore della logistica: «Con i<br />

negoziati salariali di quest’anno abbiamo<br />

fatto un altro passo verso una<br />

maggiore trasparenza, soprattutto per<br />

PostFinance dove verranno proposti<br />

degli aumenti indicativi. Questi aumenti<br />

salariali compensano il maggior<br />

costo della vita di gran parte dei<br />

dipendenti della Posta. Una notizia<br />

che non può che rallegrarci».<br />

Matthias Loosli<br />

Calcola il tuo aumento salariale con il calcolatore<br />

salariale: www.<strong>syndicom</strong>.ch/salario19<br />

Insieme, il sindacato siamo noi!<br />

Organizzati dalla sezione Ticino e Moesano, i corsi di formazione<br />

per militanti danno strumenti per fare sindacato in azienda.<br />

E ricreano quel sentimento di solidarietà tra lavoratori.<br />

Sorridenti e solidali: i partecipanti alla formazione per militanti di metà febbraio. (© Sandro Mahler)<br />

«Sono qui perché credo nel collettivo».<br />

«Mi aspetto di ricevere informazioni<br />

sui miei diritti». «Mi piacerebbe<br />

affinare gli strumenti di lotta, sapere<br />

quali sono le armi che posso usare per<br />

farmi rispettare». E ancora: «Vorrei saper<br />

gestire meglio i conflitti».<br />

A parlare sono i partecipanti al corso<br />

di formazione per militanti, organizzato<br />

da <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

lo scorso febbraio. Nella sala, una<br />

quindicina di soci di tutti i settori: postini,<br />

conducenti di AutoPostale, impiegate<br />

di Swisscom e della Posta,<br />

stampatori, addetti alla logistica, una<br />

correttrice di bozze. Il programma<br />

prevede un atelier sul ruolo della Commissione<br />

del Personale, esercizi di reclutamento,<br />

perfino una lezione (appassionante)<br />

di «storia e conquiste del<br />

movimento sindacale» e una conferenza<br />

sulle privatizzazioni. E la sera,<br />

un documentario sulle condizioni del<br />

lavoratori in Svezia, dove il tasso di<br />

sindacalizzazione è uno dei più elevati<br />

al mondo, proprio come il welfare.<br />

Fornire strumenti e idee<br />

Nell’aria c’è energia positiva. A tavola,<br />

i colleghi si confrontano e condividono<br />

esperienze. Anche questo è fare sindacato:<br />

sentirsi parte di qualcosa di<br />

più grande, creare quel senso di appartenenza<br />

che sembrava perduto, diventare<br />

laboratorio di idee, fare rete.<br />

«Questo è il terzo corso per militanti<br />

organizzato da <strong>syndicom</strong>», spiega il<br />

segretario regionale Marco Forte. «Da<br />

tempo sentivamo l’esigenza di fornire<br />

strumenti giuridici e tecnici per i nostri<br />

rappresentanti nelle aziende. Nei<br />

corsi approfondiamo aspetti legali e<br />

contrattuali per permettere loro di<br />

fare attività sindacale. Ma diamo anche<br />

strumenti per reclutare nuovi<br />

membri, portando argomenti e riuscendo<br />

a essere convincenti con i colleghi,<br />

ad esempio attraverso tecniche<br />

per parlare in pubblico. Abbiamo sempre<br />

avuto feedback molto positivi».<br />

Finora ai corsi hanno partecipato<br />

circa 50 militanti. Che diventano così<br />

un punto di riferimento autorevole<br />

all’interno dell’azienda. Ma non solo.<br />

«Attraverso la condivisione, il legame<br />

tra sindacato, società e mondo del lavoro<br />

diventa più diretto», commenta<br />

una delle partecipanti. «Non c’è niente<br />

di più motivante che il lottare insieme,<br />

il sentirsi legati da principi e<br />

obiettivi comuni, e da quella sensazione<br />

di solidarietà e di tutela che deve<br />

contraddistinguere il lavoro sindacale».<br />

Si torna a parlare di un sindacato<br />

costruito dal basso, partecipativo,<br />

condiviso. «Chi partecipa capisce<br />

l’importanza di far parte del sindacato.<br />

Una nuova adesione significa un<br />

piccolo contributo per migliorare la<br />

società. La motivazione spesso si traduce<br />

poi in un aumento di iscrizioni»,<br />

commenta soddisfatto Forte. Corsi simili<br />

verranno programmati in tutta la<br />

Svizzera.<br />

Giovanni Valerio<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/<br />

fatti-una-cortesia-iscriviti/


«L’obiettivo è di chiedere l’estensione dell’applicazione<br />

del CCL a tutti i dipendenti dell’azienda» Angelo Zanetti<br />

19<br />

Un contratto aziendale per<br />

i dipendenti Stämpfli AG<br />

La direzione della tipografia Stämpfli AG ha firmato, con <strong>syndicom</strong><br />

e la rappresentanza dei lavoratori, il primo contratto collettivo<br />

di lavoro aziendale nell’industria grafica (RL).<br />

La sede di Berna della Stämpfli AG, azienda che si occupa della comunicazione a 360°. (© Stämpfli)<br />

Il prossimo primo aprile entrerà in vigore<br />

alla Stämpfli AG il CCL aziendale<br />

appena firmato. In una consultazione<br />

della base, l’83% dei dipendenti - con<br />

una partecipazione al voto del 53% - si<br />

sono espressi a favore del nuovo CCL.<br />

Il contratto aziendale, che si basa sul<br />

contratto collettivo di lavoro dell’industria<br />

grafica, estende l’ambito di applicazione<br />

a tutti i dipendenti della<br />

Stämpfli AG poiché da 140 dipendenti<br />

adesso vale per circa 330. Questo significa<br />

che le disposizioni del CCL settoriale,<br />

come per esempio la sesta settimana<br />

di vacanza dai 50 anni o un<br />

congedo di paternità di quattro settimane,<br />

valgono per tutta la Stämpfli<br />

AG. Alcune acquisizioni sono state addirittura<br />

migliorate. Il congedo di paternità,<br />

per esempio, si estende anche<br />

alle adozioni e il termine di disdetta<br />

prolungato per i dipendenti più anziani<br />

vale già dal 55° e non solo dal 60°<br />

anno di vita compiuto. In cambio però<br />

ha dovuto essere accettato l’aumento<br />

della durata del lavoro a 42 ore la settimana.<br />

Il CCL aziendale ha una durata<br />

di due anni.<br />

Un’associazione padronale sorella<br />

La trattativa con l’azienda Stämpfli AG<br />

si era resa necessaria quando viscom,<br />

dopo il fallito tentativo della richiesta<br />

di obbligatorietà generale del contratto<br />

collettivo di lavoro dell’industria<br />

grafica, ha allargato la propria organizzazione<br />

creando «Print and Communication»<br />

(p+c). Un’associazione<br />

padronale consorella di viscom, basata<br />

sul modello strutturale di Swissmem.<br />

E come nel modello Swissmem,<br />

questa nuova associazione p+c non<br />

prevede un partenariato sociale istituzionalizzato,<br />

il che in parole povere significa:<br />

nessun CCL per i suoi iscritti.<br />

Non c’è stato un vero esodo di<br />

massa, ma aziende significative come<br />

Orell Füssli, Swissprinters, Haller &<br />

Jenzer e St. Paul hanno lasciato viscom<br />

per entrare in p+c o hanno abbandonato<br />

totalmente l’associazione, come<br />

ha fatto la Stämpfli AG. <strong>syndicom</strong> ha<br />

cercato e cerca di lottare, assieme ai<br />

dipendenti, per una permanenza di<br />

queste aziende nell’associazione padronale<br />

o nel CCL. Ma finora ha funzionato<br />

solo alla Stämpfli AG.<br />

Da CCL settoriale ad aziendale<br />

Con viscom, che continua a sostenere<br />

il partenariato sociale, <strong>syndicom</strong> e<br />

Syna l’anno scorso hanno firmato un<br />

nuovo CCL che (come già abbiamo riferito)<br />

finalmente ha registrato dei<br />

progressi come per esempio il nuovo<br />

congedo di paternità. Il contratto entrato<br />

in vigore a gennaio, durerà tre<br />

anni.<br />

Per gli organi di <strong>syndicom</strong> è chiaro che<br />

anche altri eventuali contratti aziendali<br />

dovranno avere quale base il CCL<br />

settoriale. Analogamente all’esempio<br />

della Stämpfli, uno dei prossimi grandi<br />

obiettivi nella trattativa del nuovo<br />

CCL settoriale potrebbe essere l’estensione<br />

dell’applicazione a tutti i dipendenti.<br />

Angelo Zanetti<br />

segretario centrale Industria grafica<br />

e stampa di imballaggi<br />

www.staempfli.com/fr/<br />

Politica dei media e CCL<br />

nell’interesse di tutta<br />

la stampa<br />

Nel giornalismo, i bassi compensi e<br />

salari d’entrata stanno diventando un<br />

problema vero. Non è raro che un freelance<br />

presso un quotidiano prenda<br />

soltanto 150 franchi al giorno. E molti<br />

giovani a inizio carriera, nello stage di<br />

due anni dopo gli studi, vengono liquidati<br />

con tremila franchi scarsi al mese.<br />

I danni di questa politica low cost si vedranno<br />

quando il mestiere sarà stato<br />

talmente deprofessionalizzato a causa<br />

dell’esodo dei freelance e risulterà<br />

sempre meno allettante per nuovi professionisti.<br />

Finora, molti editori hanno<br />

reagito alla crisi dei media con tagli,<br />

fusioni, accentramenti, riduzioni e<br />

dumping salariale. Per evadere da<br />

questa disastrosa spirale verso il basso,<br />

l’intero settore deve agire unito e<br />

lottare per un adeguato CCL che tuteli<br />

da quest’erosione le condizioni di lavoro,<br />

i salari e i compensi. Inoltre bisogna<br />

impegnarsi in politica e nell’opinione<br />

pubblica per una promozione<br />

del giornalismo, indiretta e anche diretta,<br />

finanziata da un mix di soldi<br />

pubblici (non solo dal canone tv) e con<br />

un regolare ricorso a Google, Facebook,<br />

Amazon & co, i potenti gestori e beneficiari<br />

della digitalizzazione dei media.<br />

Solo così si avrà una stampa sana,<br />

nell’interesse di tutta la collettività.<br />

Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

e responsabile settore Stampa e media elettronici


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Per la prima volta in Svizzera, il codice di condotta di Mila<br />

permette di regolamentare una piattaforma digitale»<br />

Un ruolo guida nel regolamentare<br />

le piattaforme digitali<br />

La firma di un codice di condotta con la piattaforma di<br />

crowdworking Mila di Swisscom rappresenta un’assoluta novità.<br />

Qualcosa non va. La mia Swisscom TV-<br />

Box sta dando i numeri. Per cinque<br />

volte mi ha riproposto l’inizio del telegiornale.<br />

Ma l’apparecchio sembra<br />

non avere problemi. Ho bisogno di un<br />

supporto tecnico. Subito. Cerco aiuto<br />

online e vedo due possibilità: o contatto<br />

direttamente la Swisscom oppure<br />

prenoto un tecnico attraverso Mila.<br />

Mila è una piattaforma di crowdworking<br />

che assegna semplici lavori tecnici<br />

a degli esterni che li eseguono in<br />

loco presso il cliente. La piattaforma<br />

promette un’esecuzione veloce e in<br />

orari flessibili di piccoli incarichi da<br />

parte di una persona della zona o, rispettivamente,<br />

di una ditta locale. Nel<br />

frattempo, Swisscom ha acquisito il<br />

100% delle partecipazioni alla start-up<br />

Mila e con questo investimento è ufficialmente<br />

entrata nell’economia delle<br />

piattaforme.<br />

Suona bene vero? Ma non è tutto<br />

oro ciò che luccica. Ciò che appare<br />

come una situazione dove ci guadagna<br />

sia il cliente che il committente è un<br />

abbaglio. Perché nonostante la nuova<br />

forma lavorativa del «crowdworking»<br />

si sia stabilita in Svizzera già da tempo,<br />

per questi «crowdworker» mancano<br />

ancora garanzie e regole specifiche<br />

collettive nonché diritti alle assicurazioni<br />

sociali. I lavoratori più tutelati e<br />

Le piattaforme di crowdworking sono sempre più<br />

diffuse ai tempi del Lavoro 4.0. (© Tom Kawara)<br />

socialmente garantiti sono quelli che<br />

sono impiegati presso un’azienda con<br />

un contratto collettivo di lavoro. Ecco<br />

perché è indispensabile che <strong>syndicom</strong><br />

come sindacato cerchi di regolare simili<br />

piattaforme e di creare un quadro<br />

vincolante per delle buone condizioni<br />

di lavoro. Ed è questo l’obiettivo del<br />

Code of Conduct (codice di condotta)<br />

firmato di recente tra <strong>syndicom</strong> e Mila.<br />

Questo codice è primo nel suo genere<br />

e per la prima volta permette di regolamentare<br />

le attività di una piattaforma<br />

digitale in Svizzera. Tra le altre cose, il<br />

Code of Conduct contiene l’obbligo<br />

per la piattaforma di verificare la conformità<br />

legale e di informare i crowdworker<br />

sul loro quadro giuridico.<br />

Così per esempio Mila può chiedere ai<br />

crowdworker di attestare la loro iscrizione<br />

presso le autorità delle assicurazioni<br />

sociali e la correttezza dei<br />

conteggi. Inoltre, la piattaforma s’impegna<br />

a rispettare l’ordinamento giuridico<br />

nazionale e internazionale<br />

come anche il diritto dei crowdworker<br />

alla rappresentanza e alle trattative<br />

collettive e a definire dei chiari compiti<br />

e dei tempi adeguati entro i quali<br />

svolgerli. Il codice contiene anche regole<br />

sulla protezione dei dati e sulla<br />

tutela della privacy.<br />

Code of Conduct, la prima pietra<br />

Con questo codice di condotta <strong>syndicom</strong><br />

assume un ruolo di pioniere nella<br />

regolamentazione delle piattaforme<br />

digitali. La forte partnership sociale<br />

con Swisscom e l’ottimo contratto collettivo<br />

di lavoro costituiscono una<br />

buona base per sviluppare ulteriormente<br />

questo codice. Questo accordo<br />

permette anche un monitoraggio delle<br />

condizioni presso Mila e dunque la<br />

possibilità di intervenire ove necessario.<br />

Affinché nel mondo del lavoro di<br />

domani il desiderio di flessibilità non<br />

venga realizzato a spese delle condizioni<br />

di lavoro e delle garanzie sociali.<br />

Lena Allenspach<br />

La firma dell’accordo<br />

https://bit.ly/2Utg9yY<br />

Stage, pressione<br />

occulta sui salari?<br />

Chiariamolo subito: esistono degli<br />

stage dove i praticanti ricevono prontamente<br />

un’assunzione fissa. E sappiamo<br />

bene che questi praticantati<br />

sono importanti soprattutto per gli<br />

studenti delle scuole universitarie<br />

professionali e università per fare<br />

esperienza. Tuttavia non è oro tutto<br />

ciò che luccica. Infatti non esiste in<br />

Svizzera un’unica regola che dica<br />

come dovrebbe svolgersi uno stage.<br />

Fondamentalmente, dovrebbe servire<br />

per acquisire e mettere in pratica in<br />

azienda delle nuove capacità. Ma spesso<br />

non è così. Non esistono regole su<br />

come dovrebbe avvenire la formazione<br />

durante lo stage. Non ne esistono<br />

nemmeno sulla durata massima, oppure<br />

se uno stage possa essere svolto<br />

prima o dopo l’apprendistato.<br />

Chiesta una risoluzione alla USS<br />

Nel sindacato continuiamo a vedere<br />

casi dove i praticanti non imparano<br />

nulla di nuovo e dove vengono impiegati<br />

dal primo giorno come forze di lavoro<br />

pienamente produttive ma con<br />

una paga da fame. Oppure ci capitano<br />

dei giovani che svolgono uno stage<br />

dopo l’altro. E questo sempre più spesso<br />

anche dopo l’apprendistato, non<br />

solo dopo la scuola universitaria. Noi<br />

che siamo già inseriti nella vita professionale<br />

non possiamo far finta di nulla.<br />

Nell’ipotesi peggiore, i datori di lavoro<br />

infatti assumono praticanti a due<br />

soldi con i quali rimpiazzano dei dipendenti<br />

regolari, risparmiando enormi<br />

costi. Ciò che in altri Paesi è già realtà<br />

succede sempre più spesso anche<br />

in Svizzera. Primi in classifica: gli asili<br />

nido, dove ai giovani viene chiesto di<br />

fare un praticantato quasi gratis prima<br />

dell’apprendistato.<br />

Ecco dove dobbiamo intervenire<br />

noi sindacati. I praticantati vanno regolati<br />

per tutelare i giovani e i normali<br />

dipendenti. Perciò, durante l’ultimo<br />

congresso USS la gioventù sindacale ha<br />

chiesto in una risoluzione che gli stage<br />

vengano sottoposti a regole più severe.<br />

Ecco per cosa dobbiamo lottare!<br />

Dominik Fitze<br />

https://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/giovani/


«Oggi il 25 percento, ovvero un quarto degli aventi diritto,<br />

non chiede la riduzione dei premi di cassa malati» David Roth<br />

21<br />

Anche la classe media ha diritto<br />

al sussidio cassa malati<br />

Per anni, il canton Lucerna ha limitato il numero dei beneficiari<br />

della riduzione del premio di cassa malati. Ma il Tribunale<br />

federale ha detto basta. Ne beneficeranno 8mila famiglie.<br />

Soddisfazione per David Roth, presidente PS Lucerna, tra Barbara Gysi e Nadine Masshardt. (© Keystone)<br />

Aumentare il potere d’acquisto dei<br />

nostri soci – ecco il nostro obiettivo<br />

quando andiamo a negoziare i salari.<br />

Troppo spesso però questi aumenti<br />

salariali bastano giusto a neutralizzare<br />

l’aumento dei premi delle casse malattia,<br />

gravando soprattutto sulle famiglie<br />

con figli piccoli e adolescenti.<br />

Adesso molti soci <strong>syndicom</strong> con famiglia<br />

potrebbero beneficiare di una<br />

sentenza del Tribunale federale: le<br />

famiglie con un reddito familiare al di<br />

sotto del mediano avranno diritto alla<br />

riduzione dei premi.<br />

Una decisione importante<br />

Il PS del canton Lucerna ha fatto<br />

ricorso contro l’ordinanza lucernese<br />

sulla riduzione dei premi. Sullo sfondo<br />

c’era la decisione del canton Lucerna<br />

di abbassare il livello reddituale a<br />

63.000 franchi per continuare ad avere<br />

diritto alla riduzione dei premi per<br />

bambini e adolescenti sotto i 25 anni.<br />

Per farsi dare ragione, il PS è dovuto arrivare<br />

al Tribunale federale. Questo ha<br />

disposto in maniera inequivocabile<br />

che la normativa di Lucerna è in contrasto<br />

con la legge federale. Quest’ultima<br />

infatti prevede che le famiglie con<br />

«redditi bassi e medi» debbano essere<br />

sgravate. Nel canton Lucerna il mediano<br />

del reddito medio si colloca a<br />

87.000 franchi. Di conseguenza il cantone<br />

ha dovuto adeguare l’ordinanza<br />

con effetto retroattivo al 2017 e oltre<br />

8mila famiglie riceveranno questi arretrati<br />

e beneficeranno della riduzione<br />

dei premi anche in futuro.<br />

Gli sviluppi negli altri cantoni<br />

<strong>syndicom</strong> informerà i suoi iscritti nel<br />

canton Lucerna riguardo a questa sentenza<br />

affinché facciano valere i propri<br />

diritti a questi soldi. Perché già oggi il<br />

25% degli aventi diritto non chiede la<br />

riduzione dei premi, quando invece<br />

spesso si tratta di diverse migliaia di<br />

franchi. <strong>syndicom</strong> terrà d’occhio gli<br />

sviluppi anche negli altri cantoni per<br />

tenere aggiornati i suoi iscritti.<br />

David Roth<br />

Oltre al canton Lucerna, anche<br />

Vallese, Neuchâtel, Berna, Glarona,<br />

Argovia, Appenzello interno ed<br />

esterno fissano limiti che potrebbero<br />

essere contestati alla luce della<br />

decisione del Tribunale federale.<br />

Perciò, il PS chiede ai cantoni un<br />

riesame e degli adattamenti. E se è<br />

il caso, adirà le vie legali. (ats)<br />

La sentenza del Tribunale federale<br />

https://bit.ly/2SLEoM7<br />

Le nostre abitudini<br />

di consumatori fanno<br />

cambiare il mondo<br />

Il potere d’acquisto non ci dice solo<br />

quanto denaro abbiamo in tasca e<br />

cosa possiamo permetterci. Ma definisce<br />

anche la nostra influenza sul mondo<br />

in cui viviamo. Le conseguenze concrete<br />

del nostro comportamento di<br />

consumo sono più che mai evidenti se<br />

si pensa che il tradizionale grande magazzino<br />

Loeb a Berna ha annunciato di<br />

non voler rinnovare il contratto d’affitto<br />

alla libreria Orell Füssli Thalia ma<br />

di voler affidare lo spazio al discount<br />

alimentare Lidl dal 2022. È chiaro che<br />

questa decisione mi irrita non poco in<br />

quanto segretario centrale per il settore<br />

dei libri e commercio dei media e fedele<br />

cliente di questa libreria, ma se ci<br />

guardiamo intorno vediamo che sono<br />

in corso simili processi in tutti gli ambiti.<br />

Che sia l’ufficio postale, l’alimentare<br />

del paesino, la boutique o appunto<br />

la libreria: l’aspetto dei nostri spazi<br />

vitali sta cambiando in maniera drastica.<br />

E questi cambiamenti non dipendono<br />

da una legge naturale o dalla<br />

sola digitalizzazione, ma è il nostro<br />

comportamento collettivo come consumatori<br />

(ovvero il nostro potere d’acquisto)<br />

che scaturisce, influenza e accelera<br />

queste trasformazioni. Perché<br />

importa e come, se io ordino i miei libri<br />

online anziché presso la mia libreria<br />

di fiducia, se faccio creare i miei loghi<br />

su 99Designs anziché dal grafico o<br />

se ordino su UberEats anziché andare<br />

nel vicino ristorante. Con le nostre<br />

abitudini d’acquisto abbiamo più potere<br />

di quello che pensiamo.<br />

Michael Moser è segretario centrale settore Media


22 Politica<br />

Giù le mani dalla<br />

nostra protezione salariale!<br />

La Svizzera si trova al centro<br />

dell’Europa e dell’UE. Ovviamente<br />

dobbiamo quindi<br />

mantenere ottimi rapporti<br />

con l’Unione Europea. E gestire<br />

una forte politica europea<br />

che comprenda la libera<br />

circolazione delle persone. Si<br />

tratta di una grande conquista<br />

per la popolazione e per<br />

la Svizzera. Senza la libera<br />

circolazione delle persone,<br />

come stanno imparando i<br />

britannici, non possiamo<br />

avere tutto ciò su cui si costruisce<br />

la nostra prosperità.<br />

C’è un solo problema: i salari<br />

svizzeri sono i più alti d’Europa.<br />

Questo è un bene per noi.<br />

Testo: Corrado Pardini, consigliere<br />

nazionale socialista e sindacalista<br />

Foto: DR<br />

Sì ai contratti<br />

quadro restando<br />

comunque padroni<br />

dei nostri salari<br />

Per questo motivo ci siamo battuti<br />

per le misure di accompagnamento.<br />

Esse impediscono agli imprenditori<br />

in cerca di profitto di far lavorare<br />

colleghe e colleghi stranieri in Svizzera<br />

a salari bassi. Impediscono di<br />

metterci l’uno contro l’altro. Abbiamo<br />

tutto sotto controllo. In un caso<br />

su cinque riscontriamo abusi e interveniamo.<br />

Ecco perché sono un<br />

modello di successo. Esse consentono<br />

di prevenire il dumping salariale.<br />

E grazie alle misure di accompagnamento,<br />

abbiamo contratti collettivi<br />

migliori, più contratti di lavoro normali<br />

e salari minimi.<br />

Ma è proprio questo che disturba<br />

alcune aziende, ideologi neoliberali<br />

di destra, le banche e i loro amici<br />

ciechi adoratori del mercato a<br />

Bruxelles. Vogliono da tempo ribaltare<br />

la nostra protezione salariale e i<br />

controlli. L’abbiamo impedito. Ma<br />

ora i nemici della protezione salariale<br />

credono di aver trovato uno<br />

stratagemma. Vogliono scardinare<br />

la protezione salariale attraverso<br />

l’accordo quadro con l’UE. Un accordo<br />

quadro è utile poiché ci facilita<br />

l’adattamento delle nostre relazioni<br />

agli sviluppi futuri. Ma alcune<br />

cose non rientrano nell’accordo<br />

quadro, poiché riguardano solo noi<br />

in Svizzera. Per esempio, le misure<br />

di accompagnamento. Questo non<br />

ha niente a che fare con la testardaggine<br />

sindacale o con i privilegi. È abbastanza<br />

semplice: abbiamo non<br />

solo i salari più alti, ma anche i prezzi<br />

più alti, gli affitti e i premi dell’assicurazione<br />

malattia. Se la protezione<br />

salariale viene meno, si verificherà<br />

un’enorme pressione sui salari.<br />

Allora chi pagherà l’affitto? Il medico?<br />

Senza protezione salariale non<br />

ci può essere prosperità e pace sociale.<br />

Questa è la politica interna di<br />

base. Pertanto il Consiglio federale<br />

aveva tracciato una linea rossa: le<br />

misure di accompagnamento non<br />

saranno negoziate. Poiché il Consiglio<br />

federale sa bene che altrimenti<br />

l’accordo quadro fallirà davanti al<br />

popolo. Sarebbe davvero negativo<br />

per le nostre relazioni. Perché dovremmo<br />

correre questo rischio?<br />

Ma poi il ministro degli esteri<br />

del PLR Cassis ha segnalato all’UE<br />

che le misure di accompagnamento<br />

potevano essere messe in discussione.<br />

L’UE non si è fatta pregare due<br />

volte. Ora dovremmo accettare un<br />

contratto che ci impone di adeguarci<br />

alle direttive europee in materia<br />

di distaccamento. Non si tratta solo<br />

di «dettagli» (ad esempio la regola<br />

degli otto giorni), come vorrebbero<br />

farci credere Economiesuisse e il<br />

movimento Operation Libero. Se<br />

fossimo d’accordo, la Corte di giustizia<br />

europea avrebbe l’ultima parola<br />

in futuro in caso di controversie<br />

in materia di dumping salariale o<br />

sociale in Svizzera. Nessun accordo.<br />

Il nostro modello è diverso: negoziamo<br />

i salari e le condizioni di lavoro<br />

sulla base del partenariato sociale.<br />

Coloro che impongono questo<br />

cattivo accordo quadro rendono i<br />

cittadini nemici di buone relazioni<br />

con l’Unione Europea. Il Consiglio<br />

federale non ha firmato. Ragionevole.<br />

Ora ha bisogno di rinfrescarsi le<br />

idee e di trovare maggioranze sostenibili<br />

per trovare buone soluzioni.<br />

Ora abbiamo bisogno di misure di<br />

accompagnamento più forti, ad<br />

esempio il divieto di catene di subappaltatori,<br />

come previsto dalla nostra<br />

iniziativa nel Cantone di Berna.<br />

Vogliamo un contratto quadro. Vogliamo<br />

la libera circolazione delle<br />

persone. Accettiamo l’arbitrato. Ma<br />

decidiamo noi stessi il nostro salario.<br />

Prima o poi l’Unione Europea lo<br />

capirà. Anche nell’UE la controversia<br />

tra lobbisti neoliberali e razionali<br />

ha avuto il suo peso. Siamo a favore<br />

di un’Europa incentrata sulle<br />

persone e non solo sul profitto. Insieme<br />

ai nostri colleghi sindacali europei,<br />

stiamo lottando per un’Europa<br />

sociale! I nostri amici europei<br />

dicono che le misure di accompagnamento<br />

potrebbe persino essere<br />

un modello per l’Europa.


Perché l’OIL è importante<br />

per la Svizzera<br />

23<br />

Quest’anno l’Organizzazione<br />

Internazionale del Lavoro<br />

(OIL) celebra il suo centenario.<br />

Questo anniversario deve<br />

essere colto come un’occasione<br />

per dimostrare l’importanza<br />

di questa organizzazione<br />

delle Nazioni Unite, unica<br />

nel suo genere per i lavoratori.<br />

In particolare, per dimostrare<br />

come funzionano gli<br />

standard creati e costantemente<br />

sviluppati dall’OIL:<br />

questo vale sia in Svizzera,<br />

sia nell’interpretazione della<br />

Convenzione europea dei<br />

diritti dell’uomo e sia nello<br />

sviluppo dell’Agenda 2030<br />

dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.<br />

Testo: Luca Cirigliano, segretario<br />

centrale USS<br />

Foto: OIL<br />

Diritto internazionale OIL e Svizzera<br />

Proprio nel nostro paese, dove l’attuale<br />

diritto di licenziamento non è<br />

conforme alle convenzioni dell’OIL<br />

(come stabilito a seguito di una denuncia<br />

dell’USS), il centenario<br />

dell’OIL ha lo scopo di introdurre<br />

miglioramenti giuridici per la protezione<br />

dei lavoratori impegnati in<br />

sindacati e aziende: per i delegati<br />

sindacali nelle aziende, i membri<br />

delle commissioni del personale o i<br />

consigli di fondazione delle casse<br />

pensioni.<br />

Non deve accadere che il paese<br />

ospitante dell’OIL se ne infischi di<br />

rispettare il diritto internazionale<br />

vincolante. Nel dicembre 2018, con<br />

la sua sentenza 144 I 50, il Tribunale<br />

federale ha spianato la strada all’applicazione<br />

diretta delle norme<br />

dell’OIL per un’interpretazione del<br />

diritto di disdetta svizzero, che è attesa<br />

da tempo e conforme ai diritti<br />

fondamentali, qualora il Consiglio<br />

federale e il legislatore dovessero rimanere<br />

passivi.<br />

Accordi di libero scambio e OIL<br />

Non esiste una<br />

globalizzazione<br />

sostenibile senza<br />

giustizia sociale<br />

In tempi di globalizzazione, digitalizzazione<br />

e sfide poste dalla politica<br />

reazionaria, uno dei principi guida<br />

dell’OIL sta diventando sempre<br />

più attuale: il lavoro non è una merce<br />

e non lo sarà nemmeno in futuro.<br />

Questo è stato sancito per la prima<br />

volta dall’OIL nel 1944 nella rivoluzionaria<br />

Dichiarazione di Filadelfia,<br />

una delle prime opere sui diritti<br />

umani della famiglia delle Nazioni<br />

Unite.<br />

Per garantire questo principio<br />

fondamentale, in particolare nella<br />

circolazione delle merci tra Stati,<br />

ogni nuovo accordo di libero scambio<br />

concluso dalla Svizzera deve<br />

contenere disposizioni minime in<br />

materia di diritti dell’uomo e del lavoro.<br />

A tale scopo devono essere inserite<br />

le norme OIL corrispondenti.<br />

Perché non esiste una globalizzazione<br />

sostenibile e di ampia portata<br />

senza giustizia sociale. Ciò vale in<br />

particolare per un’economia aperta<br />

e in rete come quella della Svizzera.<br />

OIL come modello di riferimento<br />

per gli Obiettivi di sviluppo ONU<br />

L’ONU si è prefissata l’obiettivo di<br />

ottenere un lavoro dignitoso e di<br />

qualità per tutti. I 17 obiettivi per<br />

lo sviluppo sostenibile con i loro<br />

169 sotto-obiettivi sono stati definiti<br />

nell’Agenda 2030.<br />

Essi equilibrano le dimensioni<br />

economica, sociale e ambientale<br />

dello sviluppo sostenibile e, per la<br />

prima volta, riuniscono in un’unica<br />

agenda la riduzione della povertà e<br />

lo sviluppo sostenibile. Il capitolo 8<br />

riguarda l’attuazione delle norme<br />

dell’OIL in tutti i paesi membri.<br />

La Svizzera ha ancora molto da<br />

fare in questo campo: anche in Svizzera<br />

non tutti i lavoratori godono<br />

dei diritti garantiti dall’OIL. Ad<br />

esempio, la già citata protezione efficace<br />

contro i licenziamenti abusivi<br />

e antisindacali.<br />

www.ilo.org


24<br />

Le multinazionali devono<br />

rispondere dei loro atti<br />

L’ex consigliere agli Stati<br />

Dick Marty è copresidente<br />

dell’Iniziativa Multinazionali<br />

responsabili. Lanciata nel<br />

2015 e sostenuta da un’ampia<br />

coalizione di associazioni<br />

(tra cui <strong>syndicom</strong>), l’iniziativa<br />

chiede che le imprese aventi<br />

sede in Svizzera rispettino i<br />

diritti umani e le norme ambientali<br />

nei paesi in cui operano.<br />

La commissione degli<br />

affari giuridici del Consiglio<br />

degli Stati ha recentemente<br />

tentato di indebolire questo<br />

testo. Per Dick Marty, «questa<br />

proposta della commissione<br />

è una tigre di carta. Se il Consiglio<br />

di Stato non modificherà<br />

il progetto, sarà necessaria<br />

una votazione popolare<br />

sull’iniziativa».<br />

Testo: Redazione<br />

in collaborazione con Alliance Sud<br />

Foto: Alliance Sud<br />

I nostri telefonini – spiega Dick Marty<br />

– funzionano solo grazie a delle<br />

sostanze rare come il coltan e il cobalto<br />

che si trovano in Africa, soprattutto<br />

in Congo. Sono stato in<br />

queste regioni: le popolazioni locali<br />

non ottengono nessun vantaggio da<br />

queste immense ricchezze. A loro<br />

restano soltanto i disastri ambientali<br />

e sociali mentre gli enormi profitti<br />

vanno alle società occidentali.<br />

Da cosa nasce l’iniziativa?<br />

Le multinazionali operano spesso in<br />

paesi poveri e fragili, creando situazioni<br />

di disequilibrio come in un<br />

rapporto di dominio rispettivamente<br />

di subordinazione e di dipendenza.<br />

Non sono mosse da principi etici.<br />

La pressione degli azionisti e il<br />

sistema di retribuzione dei manager<br />

che le spinge a massimizzare i profitti<br />

hanno come conseguenza uno<br />

sfruttamento estremo di questi paesi,<br />

mantenendoli in questo modo in<br />

uno stato di debolezza permanente.<br />

Paradossale e soprattutto scandaloso<br />

che paesi che possiedono la maggior<br />

parte delle materie prime siano<br />

spesso i più poveri. Più dei due terzi<br />

dei più poveri di questo mondo vivono<br />

nei paesi dove il sottosuolo racchiude<br />

le più grandi ricchezze delle<br />

quali non approfittano che le società<br />

straniere che li sfruttano. Alle<br />

popolazioni locali non restano che i<br />

danni ambientali e la violenza delle<br />

loro frustrazioni.<br />

Cosa può fare il nostro paese?<br />

La Svizzera è particolarmente toccata<br />

da ciò che avviene in questi paesi.<br />

Da una parte, perché è la sede di numerose<br />

imprese multinazionali attive<br />

in queste regioni, dall’altra perché<br />

la nostra nazione ospita degli<br />

attori di primaria importanza nel<br />

commercio internazionale di materie<br />

prime. Mi sembra pertanto più<br />

che naturale che queste aziende rispondano<br />

dei loro atti – com’è ovvio<br />

che avvenga in ogni Stato di diritto –<br />

e s’impegnino in questo senso. Un<br />

impegno che non è solo nell’interesse<br />

di queste popolazioni lontane,<br />

bensì anche della sostenibilità e della<br />

credibilità della nostra economia<br />

come pure dell’immagine della Svizzera<br />

nel mondo.<br />

Perché questa iniziativa, proprio ora?<br />

Tutti possiamo constatare a che<br />

punto la globalizzazione abbia profondamente<br />

modificato le regole e<br />

gli equilibri economici nel commercio<br />

internazionale, ma anche per il<br />

consumatore locale. Sono nati dei<br />

conglomerati economici ed essi dispongono<br />

ormai di una potenza,<br />

tanto finanziaria quanto d’influenza<br />

politica e delle abitudini di consumo,<br />

che in modo sempre più evidente<br />

supera quella degli Stati stessi.<br />

Abbiamo così un’economia sempre<br />

più internazionale e transfrontaliera,<br />

mentre la legislazione resta essenzialmente<br />

chiusa entro i ristretti<br />

confini nazionali. Parecchie di queste<br />

imprese non hanno più dei veri<br />

legami con il paese in cui si trova la<br />

loro sede (se non di natura giuridica<br />

e logistica) e, grazie alla loro attività<br />

in diverse nazioni, possono approfittare<br />

d’importanti lacune legislative.<br />

A questo dobbiamo porre rimedio.<br />

Secondo Dick Marty, se necessario, si andrà a votare sull’iniziativa. (© Alliance Sud)<br />

https://iniziativa-multinazionali.ch


Diritto e diritti<br />

25<br />

Secondo il diritto, quali sono i miei diritti?<br />

Ho 55 anni e lavoro per lo stesso datore di lavoro da 20 anni.<br />

Durante questo periodo ho ricevuto diversi aumenti salariali<br />

ed ero inizialmente anche soddisfatto del mio stipendio.<br />

Ora i miei due figli stanno svolgendo una formazione e il mio<br />

reddito non basta più a coprire i costi mensili. Oltre ai premi<br />

di cassa malati, è aumentato continuamente anche il costo<br />

della vita. Ma durante questo periodo in proporzione il mio<br />

salario non è aumentato. Un collega mi ha detto che riceve<br />

ogni anno un adeguamento all’inflazione. Posso richiederlo<br />

al mio datore di lavoro?<br />

Due anni fa, ho ricevuto il mio ultimo aumento salariale.<br />

Tuttavia, è stato piuttosto scarso. Non esiste una disposizione<br />

di legge secondo cui l’aumento salariale dovrebbe<br />

almeno corrispondere all’inflazione? Oppure su cosa<br />

si basa il datore di lavoro per l’aumento salariale?<br />

Ho anche notato che, nonostante il mio ultimo aumento di<br />

stipendio, rispetto all’anno scorso il salario netto percepito<br />

risulta inferiore rispetto a quello dell’anno precedente.<br />

Quindi anche un adeguamento al costo della vita non mi<br />

farà necessariamente guadagnare di più. Com’è possibile?<br />

Risponde il servizio giuridico:<br />

No, la compensazione del rincaro non<br />

è prevista dalla legge. Tuttavia, può<br />

essere regolata in un contratto di lavoro<br />

individuale (il che rappresenta<br />

piuttosto l’eccezione) o in un contratto<br />

collettivo di lavoro (CCL). Diversi<br />

CCL prevedono trattative salariali<br />

o misure salariali individuali. Se<br />

lavori in un settore che è soggetto a<br />

un tale CCL, le parti sociali negoziano<br />

annualmente l’importo della compensazione<br />

del rincaro o dell’aumento salariale.<br />

Se un datore di lavoro concede<br />

ogni anno un adeguamento del costo<br />

della vita, in futuro avrai diritto a tale<br />

adeguamento anche in assenza di una<br />

disposizione in un contratto di lavoro<br />

individuale o collettivo.<br />

Anche in questo caso non esiste una<br />

regolamentazione giuridica. Nel ciclo<br />

annuale di trattative salariali nel quadro<br />

di un CCL, le parti sociali si orientano<br />

sull’indice nazionale dei prezzi<br />

al consumo. Anche il datore di lavoro<br />

utilizza questi dati come base per determinare<br />

l’adeguamento al costo<br />

della vita. Tuttavia, non viene presa in<br />

considerazione la media annuale, in<br />

quanto il datore di lavoro calcola il<br />

salario prima della fine dell’anno.<br />

Perciò viene spesso utilizzato l’indice<br />

di novembre, che non corrisponde<br />

all’inflazione annuale. È importante<br />

però che il datore di lavoro utilizzi<br />

sempre lo stesso indice di base.<br />

A 55 anni, i contributi di risparmio<br />

previsti dalla legge per la cassa pensioni<br />

passano dal 15% al 18%. Fino al<br />

pensionamento all’età di 65 anni, i<br />

contributi di risparmio del 18% rimarranno<br />

poi invariati (nella LPP obbligatoria;<br />

nella parte sovraobbligatoria la<br />

percentuale può essere ancora più<br />

elevata). Poiché questi contributi<br />

sono pagati almeno per metà da te e<br />

dal tuo datore di lavoro, dal tuo stipendio<br />

sarà detratto al massimo<br />

l’1,5% in più. Si riduce di conseguenza<br />

anche il tuo salario netto. Ciò significa<br />

che se il tuo stipendio rimane invariato,<br />

dall’età di 55 anni riceverai effettivamente<br />

uno stipendio inferiore.<br />

Il denaro non è «perso», ma sarà accreditato<br />

al tuo avere di vecchiaia.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Data journalism e infografica<br />

Per i giornalisti, i testi non bastano<br />

più. E nemmeno le foto… Per capire<br />

i fatti è necessario portare dati, che<br />

vanno cercati, elaborati e rappresentati.<br />

Fenomeni complessi vanno illustrati<br />

usando specchietti, diagrammi,<br />

icone... Meglio se cliccabili<br />

e interattivi. Il lettore va «catturato»<br />

e incuriosito a colpo d’occhio. Il<br />

«data journalism» e l’infografica<br />

consentono di realizzare contenuti<br />

accattivanti e di rapida lettura. A<br />

questo nuovo modo di comunicare<br />

notizie è dedicato il corso in programma<br />

il 18 e 25 maggio a Bellinzona.<br />

Il docente sarà Jona Mantovan,<br />

soprannominato Pixel a causa<br />

di una certa «indole» digitale, già redattore<br />

del domenicale Il Caffè e del<br />

settimanale Cooperazione, da febbraio<br />

2015 alla RSI dove si occupa,<br />

tra le altre cose, anche di progetti legati<br />

al data journalism e ai social<br />

network a livello nazionale.<br />

Il corso è pensato per chiunque<br />

voglia imparare a conoscere gli strumenti<br />

alla base del data journalism.<br />

I giornalisti «vecchia scuola», ma<br />

anche chi si muove da poco in una<br />

redazione, scopriranno una serie di<br />

strumenti che permettono di realizzare<br />

uno «specchietto» interattivo<br />

da integrare in una pagina web e<br />

uno statico che potrebbe essere facilmente<br />

condiviso sulle reti sociali<br />

o pubblicato anche su carta. Si lavorerà<br />

con Microsoft Excel, Adobe<br />

Illustrator, Photoshop, Animate più<br />

altri programmi gratuiti come Inkscape.<br />

Consigliato avere un account<br />

con Google e carto.com per poter<br />

utilizzare alcune funzionalità. Ricordiamo<br />

che i lavoratori assoggettati<br />

al CCL per l’industria grafica hanno<br />

diritto a un congedo di formazione<br />

retribuito durante il tempo di lavoro<br />

(art. 215 CCL) e che per i soci <strong>syndicom</strong><br />

e Syna un corso all’anno è gratuito.<br />

(Redazione)<br />

Alla scoperta degli altri<br />

Contro il proliferare di sproloqui,<br />

contro la semplificata contrapposizione<br />

noi/loro, il nostro spazio/i loro<br />

arrivi, è importante, anzi doveroso,<br />

ricordare un altro modo di fare uso<br />

della parola, più consapevole, chiaro,<br />

e che ci riporta alla condizione<br />

umana e universale del viaggio. Perciò<br />

dedichiamo questo spazio a Laura<br />

Di Corcia (giornalista e membro<br />

del comitato Press Ticino e Moesano)<br />

e al suo lavoro In tutte le direzioni,<br />

raccolta di poesie che trae origine<br />

da Traduzioni e microsismi, opera<br />

valsa a Laura il riconoscimento della<br />

critica al Premio Rimini / Parcopoesia<br />

2017.<br />

Le poesie di Laura sono un invito a<br />

fermarci. A riflettere: su quanto sia<br />

universale la condizione del viaggiatore,<br />

di colui o colei che abbandona<br />

il noto verso terre sconosciute, l’Argonauta<br />

che si appresta al viaggio<br />

con occhi che sono «promesse di<br />

amore» ma che poi spesso si ritrova<br />

con mani divenute «ribollii di melma».<br />

Leggendo queste poesie la<br />

mente vola oltre le scene, quotidiane,<br />

a cui ci hanno abituati i media:<br />

«loro», un ammasso indistinto di<br />

volti e corpi, che sbarcano. Nelle poesie<br />

di Laura «loro» sono come noi:<br />

umani. Desiderosi di terre nuove e<br />

dilaniati da dubbi, in bilico tra ottimismo<br />

e rassegnazione, coraggiosi e<br />

impauriti, fiduciosi e nostalgici. Al<br />

punto che viene da chiedersi chi siano<br />

«gli altri», e se anche «noi» non<br />

siamo «gli altri», ogni volta che ci allontaniamo<br />

dal nostro centro.<br />

«Arrivammo in una terra/che aveva<br />

dimenticato/l’odore delle arance».<br />

Potrebbero dirlo «loro», quelli di<br />

oggi, che arrivano. Invece a parlare,<br />

nella poesia di Laura (Italiani a New<br />

York), siamo «noi». (Valeria Camia)<br />

© Eventi letterari<br />

I «maestri» agli Eventi letterari<br />

Lo scrittore italiano Alessandro Baricco<br />

è stato critico musicale, fondatore<br />

della scuola di scrittura Holden<br />

a Torino, autore di successo (basti<br />

ricordare i romanzi Novecento e<br />

Seta). Ha fatto televisione, teatro, cinema<br />

(Lezione Ventuno, presentato<br />

al Festival di Locarno qualche anno<br />

fa). Ma se c’è un’attività nella quale<br />

Baricco eccelle è quella di «sentire»<br />

lo spirito dei tempi. L’ha fatto nei<br />

primi anni di questo millennio con<br />

il saggio I barbari, in cui raccontava<br />

l’arrivo della generazione digitale,<br />

con un nuovo modo di apprendere,<br />

di relazionarsi, di capire il mondo.<br />

Alessandro Baricco continua a<br />

esplorare la generazione dei Millennials<br />

con il nuovo The Game, pubblicato<br />

da Einaudi, che racconta<br />

« l’insurrezione mentale» nata dalla<br />

rivoluzione tecnologica di questi<br />

anni: un percorso che va dal filosofo<br />

Walter Benjamin al matematico<br />

Alan Turing, fino a Steve Jobs, il fondatore<br />

di Apple. Lo stesso Baricco<br />

sarà ad Ascona a spiegarlo al pubblico<br />

della VII edizione degli Eventi<br />

letterari Monte Verità, che si terrà<br />

dall’11 al 14 aprile nel Locarnese.<br />

Come di consueto, scrittori, artisti,<br />

intellettuali di fama internazionale<br />

si confronteranno su un tema.<br />

Quest’anno è quello dei «maestri»,<br />

con il titolo Sulle spalle dei giganti,<br />

ispirato al famoso aforisma del medievale<br />

Bernardo di Chartres «Siamo<br />

nani sulle spalle dei giganti così che<br />

possiamo vedere più lontano di<br />

loro». Tra i numerosi ospiti, oltre a<br />

Baricco ci saranno David Grossman,<br />

Marco Malvaldi, il regista Mario<br />

Martone (che parlerà dell’utopia del<br />

Monte Verità), l’attrice Laura Morante<br />

e il poeta Fabio Pusterla. Gli<br />

incontri metteranno in dialogo questi<br />

intellettuali del nostro tempo<br />

con i «maestri» da cui si sono sentiti<br />

più sollecitati nel progettare le loro<br />

opere creative. (Giovanni Valerio)<br />

La lista e i formulari di iscrizione ai corsi<br />

Helias si trovano al sito www.helias.ch<br />

Laura Di Corcia, In tutte le direzioni, Lieto<br />

Colle, 2018, www.lietocolle.com<br />

www.eventiletterari.swiss


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi Il sostegno di <strong>syndicom</strong> a febbraio e marzo:<br />

al fianco dei fattorini che hanno ratificato il primo CCL Corrieri in bici europeo;<br />

con i postini dell’Arco giurassiano per migliori condizioni di lavoro; con la delegazione<br />

dei conducenti di Winkel-Embrach per un clima di lavoro positivo.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4


I corrieri in bici lucernesi soddisfatti del loro nuovo CCL<br />

2. Lo stesso a Zurigo<br />

3. … a Basilea<br />

4. … a Ginevra<br />

5. … così come a Losanna.<br />

6. I firmatari del CCL (da sinistra): Christian Schutter (Veloblitz Zürich), il responsabile del settore Logistica di <strong>syndicom</strong> Matteo Antonini,<br />

il presidente di swissmessengerlogistic Hans Ulrich Köhli e il segretario centrale <strong>syndicom</strong> David Roth.<br />

7, 8 Seguendo il proprio segretario regionale Jean-François Donzé, <strong>syndicom</strong> ha consegnato alla direzione di PostMail a Neuchâtel una petizione di oltre<br />

300 firme, chiedendo trattative immediate sulle condizioni di lavoro dei postini dell’Arco giurassiano.<br />

9. La delegazione di Winkel-Embrach incaricata delle trattative s’impegna affinché ai conducenti sia garantito un buon clima di lavoro. (© Marcel Luethy)<br />

29<br />

5<br />

6<br />

8<br />

7<br />

9


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

«Più sono creativa, meno mi pagano»<br />

Barbara Saladin è nata nel 1976 e vive<br />

nel cantone di Basilea Campagna con il<br />

suo compagno. Dopo la scuola commerciale<br />

ha lavorato come impiegata di<br />

commercio. In quel periodo Barbara<br />

Saladin ha cominciato con le scritture<br />

letterarie e più tardi è entrata a far<br />

parte della redazione di un giornale locale.<br />

Ha lavorato lì per sette anni con<br />

una percentuale tra il 60 e l’80 percento,<br />

ma poi il suo posto è stato tagliato.<br />

Da quando ha vinto una borsa di studio<br />

per i gialli sull’isola frisone orientale<br />

Juist, il suo spirito letterario si divide<br />

tra il Giura basilese e le isole del Mare<br />

del Nord. Nel 2017 Barbara Saladin ha<br />

vinto il premio culturale della Banca<br />

cantonale. È membro della commissione<br />

dei professionisti dei media freelance<br />

di <strong>syndicom</strong>.<br />

Testo: Mireille Guggenbühler<br />

Foto: Markus Forte<br />

Le redazioni che<br />

pagano bene<br />

gli indipendenti<br />

sono l’eccezione<br />

Il mio lavoro lo svolgo da casa. Abito<br />

in un paesino di campagna e la strada<br />

per arrivare in città è lunga. Per<br />

questo preferisco lavorare da casa<br />

piuttosto che in un coworking-space,<br />

anche se devo ammettere che un po’<br />

mi manca lo scambio con dei colleghi.<br />

Ma non sto solo sempre a casa.<br />

Ci sono settimane dove viaggio spesso<br />

e altre dove lavoro soprattutto da<br />

casa. È proprio questa alternanza che<br />

mi piace del mio lavoro – non solo di<br />

luogo ma anche di contenuto. La pagnotta<br />

me la guadagno grazie a un<br />

mix tra giornalismo, scritture letterarie,<br />

redazione di libri di saggistica e<br />

di storia locale, ma anche con dei<br />

classici testi per pubbliche relazioni<br />

(PR). Inoltre, faccio relazioni pubbliche<br />

per delle associazioni culturali,<br />

tengo letture e insieme a un’amica<br />

organizzo gite a tema. E a volte lavoro<br />

anche in un cinema.<br />

Tutta questa varietà non era prevista<br />

quando ho iniziato a lavorare<br />

autonomamente quattro anni e mezzo<br />

fa. In effetti sono una persona che<br />

non ama molto pianificare. Avevo sì<br />

qualche idea che volevo perseguire<br />

come lavoratrice indipendente, ma<br />

questo speciale connubio è venuto<br />

da sé.<br />

Fino al 2014 ho lavorato presso<br />

un piccolo giornale locale dove poi<br />

però sono stata scacciata per motivi<br />

economici. Questo fatto mi ha costretta<br />

a interrogarmi se volessi tornare<br />

alla mia vecchia professione<br />

d’impiegata di commercio o ricercare<br />

un nuovo impiego presso una redazione.<br />

La prima opzione l’ho depennata<br />

subito e anche sulla seconda<br />

avevo le idee chiare: ne avevo abbastanza<br />

dello stress e poca voglia di<br />

tornare al giornalismo spicciolo.<br />

La mia preferenza optava per testi<br />

dalla vita più lunga.<br />

Il fatto che oggi riesca a vivere<br />

delle mie entrate come freelance lo<br />

riconduco alle mie attività variegate.<br />

Questa diversificazione mi dà una<br />

solida base. Ma ho riscontrato una<br />

cosa: più creatività e fantasia investo<br />

nella scrittura, meno soldi prendo.<br />

In altre parole: quando scrivo i gialli,<br />

rispetto all’impegno investito, di solito<br />

guadagno davvero poco, mentre<br />

per un testo di public relations posso<br />

chiedere più di 100 franchi l’ora.<br />

Per i giornali scrivo solo raramente.<br />

Ci sono redazioni che corrispondono<br />

ancora cifre dignitose ai freelance,<br />

ma la maggior parte da diverso tempo<br />

paga compensi low cost. Se dovessi<br />

vivere di solo giornalismo avrei bisogno<br />

di così tanti incarichi che non<br />

riuscirei nemmeno a gestirli lavorando<br />

notte e giorno.<br />

Al momento non voglio farmi assumere<br />

da nessuno, mi accontento<br />

del mio «bouquet» lavorativo. Ma<br />

non lo escludo categoricamente.<br />

Certo è che il profilo professionale<br />

dovrebbe essere talmente bombastico,<br />

ed equivalere all’occasione del<br />

secolo, per farmi rinunciare alla mia<br />

autonomia.<br />

www.barbarasaladin.ch


Impressum<br />

Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio,<br />

Marc Rezzonico, Marie Chevalley<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations,<br />

Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 29 maggio 2019<br />

Chiusura redazionale: 15 aprile 2019<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio una tessera Hotelcard. La soluzione<br />

sarà pubblicata sul prossimo<br />

numero insieme al nome del vincitore.<br />

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />

sul concorso. Sono escluse<br />

le vie legali. Inviare la soluzione entro il<br />

15 aprile a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno.<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è INTEGRAZIONE. Il vincitore è<br />

Ernesto Fenner di Ascona, a cui va un<br />

buono REKA del valore di 50 franchi.<br />

Congratulazioni!<br />

Pubblicità<br />

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Ordinate la vostra richiesta di carta al nostro ufficio<br />

+41 (0)58 817 18 18 - mail@<strong>syndicom</strong>.ch


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Primo contratto collettivo di lavoro<br />

in Europa per i fattorini volanti 4.2.2019<br />

<strong>syndicom</strong> e Swissmessengerlogistic (SML)<br />

hanno firmato in febbraio a Berna il primo<br />

contratto collettivo di lavoro (CCL) europeo<br />

per i corrieri in bici! Si tratta di far fronte<br />

alle piattaforme che creano dumping e alla<br />

concorrenza sleale. <strong>syndicom</strong> esige che<br />

NoTime, di cui La Posta è azionista maggioritario,<br />

lo firmi nei prossimi mesi.<br />

La comcom ha attribuito<br />

le frequenze 5G 8.2.2019<br />

Le frequenze 5G sono state attribuite<br />

a Swisscom, Salt e Sunrise.<br />

È la prossima tappa della digitalizzazione<br />

dell’economia e della<br />

società. Per <strong>syndicom</strong>, solo un<br />

rafforzamento del servizio pubblico<br />

potrà permettere l’equità dell’accesso<br />

all’insieme della popolazione<br />

e all’economia, come anche la<br />

neutralità della rete.<br />

Il Manifesto dello sciopero delle donne<br />

8.3.2019<br />

Sul sito www.grevefeministe2019.ch si può<br />

consultare il Manifeste che presenta in 19<br />

punti i motivi dello sciopero. Altri documenti,<br />

tra cui un appello in 11 lingue, saranno presto<br />

disponibili. Questo sciopero si ispira a<br />

quello del 14 giugno 1991, ma anche ai movimenti<br />

femministi nel mondo.<br />

#LigueduLOL, cybermolestie in Francia 8.2 2019<br />

Uno scandalo è scoppiato in Francia dopo che Libération<br />

ha rivelato l’esistenza della «Ligue du LOL», un gruppo di<br />

giornalisti e persone attive nella comunicazione accusati<br />

di aver molestato sulle reti sociali altri giornalisti, in particolare<br />

donne e militanti femministe, dal 2009 al 2013.<br />

<strong>syndicom</strong> e impressum accolgono<br />

la revisione del diritto d’autore 12.2.2019<br />

La Commissione Cultura del Consiglio degli Stati ha<br />

deciso in favore di una remunerazione dei giornalisti e<br />

degli editori da parte dei grandi attori di Internet,<br />

come per esempio Google. È un passo avanti senza<br />

precedenti nell’ambito del diritto d’autore e una risposta<br />

forte alla crisi che attraversano alcuni media.<br />

Crimini contro i giornalisti 7.2.2019<br />

La Federazione internazionale dei giornalisti (FIG) ha<br />

pubblicato il suo 29esimo rapporto sui professionisti dei<br />

media uccisi nel 2018 mentre compivano il loro lavoro.<br />

S’intitola «Nell’ombra della violenza: giornalisti e professionisti<br />

dei media uccisi nel 2018». Una sintesi è sulla<br />

pagina Facebook dell’ONG E-CHANGER.<br />

LOL anche in Svizzera? 16.2.2019<br />

Come rivelato da «Le Temps», anche in Svizzera «fra il<br />

2010 e il 2012 almeno, diversi giornalisti romandi con una<br />

buona posizione avevano creato un gruppo Facebook sul<br />

quale si prendevano sistematicamente gioco degli articoli<br />

di colleghi e incitavano a deriderli pubblicamente».<br />

212 giorni d’attesa per<br />

i 41 del «Matin» 19.2.2019<br />

Sono ormai 212 giorni (e non è finita) che i<br />

41 dipendenti del «Matin», licenziati da<br />

Tamedia, aspettano il loro piano sociale.<br />

Abbonatevi al loro conto Twitter,<br />

@41dumatin, o all’hashtag #les41dumatin.<br />

Sosteneteli !<br />

E-Voting – Craccate il sistema di voto<br />

elettronico svizzero! 14.2.2019<br />

Poche donne alla formazione TIC 31.12.2018<br />

A fine anno 2017, l’Ufficio federale di statistica<br />

registrava quasi 25mila apprendisti e studenti<br />

nell’ambito delle TIC. Questa cifra nel 1990 era inferiore<br />

a duemila. Se da una parte questa crescita<br />

sembra del tutto logica, dall’altra nasconde invece<br />

un problema inquietante: dal 2003 il numero<br />

di donne non è più aumentato, ed è rimasto fermo<br />

al 12% delle formazioni concluse. In termini di<br />

integrazione e di potenzialità di risorse non sfruttate<br />

è allarmante.<br />

Dal 25 febbraio al 24 marzo, la Posta permetterà a<br />

pirati informatici di attaccare legalmente il suo<br />

sistema di voto elettronico. L’obiettivo è di migliorarne<br />

la sicurezza. A seconda del tipo di falla trovata,<br />

si potrà essere ricompensati con un montante<br />

da 100 a 50,000 dollari! Resta da sapere se<br />

chi trova un grosso difetto lo dirà apertamente...<br />

Chi ha paura dei robot? 15.2.2019<br />

Per il suo centenario, il sindacato Employés Suisse ha ammesso<br />

il robot Pepper in qualità di membro. Con questa mossa, l’associazione<br />

ha voluto sondare l’accettazione dei robot da parte<br />

della popolazione e più in particolare nel mondo del lavoro. Fra<br />

GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon), piattaforme in internet,<br />

GIG economy (economia dei lavoretti) e altro e-commerce,<br />

una nuova frontiera è stata abbattuta.

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