La rivista istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico - n. 75, aprile 2020
Esce con una nuova grafica e nuovi contenuti la rivista del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. In questo numero un focus su tecniche e normative per gli interventi di ricerca di persone disperse in montagna e in ambiente impervio. Gli esperti del Soccorso Alpino e Speleologico raccontano anche interventi di soccorso ed esercitazioni coinvolgenti. Dal Monte Bianco alla Sardegna, un tuffo fra i "segreti" del CNSAS.
Esce con una nuova grafica e nuovi contenuti la rivista del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. In questo numero un focus su tecniche e normative per gli interventi di ricerca di persone disperse in montagna e in ambiente impervio. Gli esperti del Soccorso Alpino e Speleologico raccontano anche interventi di soccorso ed esercitazioni coinvolgenti. Dal Monte Bianco alla Sardegna, un tuffo fra i "segreti" del CNSAS.
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dalla legge 289/2002 art. 80
• Nella terza, quella acquatica, le varie forze in campo devono operare sotto
il coordinamento del Corpo delle Capitanerie di Porto per l’ambiente
marino, e per l’ambito delle acque interne nell’ambito delle competenze
di “più autorità diversamente articolate sul territorio nazionale”.
In altri termini la direttiva precisa con chiarezza che, quando ci sia una ricerca
di persone disperse, se non si ricade in una fattispecie di Protezione
Civile, e detta attività si svolga in ambiente impervio, il coordinamento
dei soccorsi è di competenza del CNSAS.
La direttiva però parla di “dispersi” e non di “scomparsi”. Sono due fattispecie
diverse? Noi riteniamo di sì. La direttiva è intervenuta per precisare e
definire chi è “disperso”, identificando il soggetto in base al contesto in cui
l’evento accade.
La differenziazione risiede nel fatto che un disperso (e non uno scomparso)
è quel soggetto per il quale vi sia, se non certezza, un alto grado di probabilità
che a causa della sua attività (lavorativa, ricreativa o per condizioni
personali), si trovi in un ambiente impervio da cui non ha fatto ritorno.
Così, a titolo di esempio, l’escursionista non rientrato da un’attività in mon-
In relazione all’orografia quindi si potranno avere aree a bonifica “tradizionale” con confini ben definiti e feedback da
squadra a CCR a fine bonifica e altre di tipo “alpinistico” con indicazione flessibile dei confini e feedback continuo. In
ogni caso è fondamentale che vengano garantiti il controllo della squadra (geolocalizzazione in tempo reale) e la registrazione
puntuale di ciò che viene perlustrato.
La bonifica “alpinistica” richiede sicuramente un maggiore sforzo tecnologico. Dovranno essere sempre garantite comunicazioni
efficienti e attivati tutti i sistemi a disposizione per il tracciamento remoto: tracciamento Arogis, altre app per
smartphone e sistemi collegati agli apparati radio (es. Talk Finder). Perlustrazioni puntuali e su aree mirate potranno
essere portate a termine, oltre che con l’impego dell’elicottero, anche con droni. In questo caso ancor più fondamentali
sono le comunicazioni con la squadra sul posto. Il drone o l’elicottero saranno quindi strumenti di bonifica a disposizione
della squadra. Per contro, in una bonifica “tradizionale”, a essi sarà affidata un’area di propria competenza in
autonomia.
La possibilità di avere un mix di tipologie di bonifica richiede che anche gli operatori abbiano delle competenze rafforzate.
I gestori del CCR, Coordinatore delle Operazioni di Ricerca (COR) e Tecnico di Ricerca (TeR), dovranno avere una
buona conoscenza delle tecniche e delle difficoltà di perlustrazione del terreno. La conoscenza del territorio è ancora
più fondamentale, quindi è essenziale che al CCR sia presente una persona con una conoscenza approfondita dei luoghi,
preferibilmente appartenente al CNSAS.
La selezione degli aspiranti TeR deve essere fatta in funzione di quanto emerso; il candidato ideale quindi è tecnologicamente
preparato ma deve comunque avere un proprio bagaglio di esperienza sul campo per poter eseguire una
pianificazione corretta e buone capacità relazionali per tenere efficaci comunicazioni con le squadre in bonifica.
Analogamente anche la formazione degli altri operatori deve essere adeguata alla sempre più forte richiesta di integrazione
tra CCR e squadre in ricerca. Competenze cartografiche, sugli apparati di comunicazione e di tracciamento
e conoscenza delle procedure e dell’organizzazione specifica dell’intervento di ricerca devono essere inserite nella
formazione di base di ogni tecnico.
MARZO 2020 | SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO
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