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La rivista istituzionale del Soccorso Alpino e Speleologico - n. 75, aprile 2020

Esce con una nuova grafica e nuovi contenuti la rivista del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. In questo numero un focus su tecniche e normative per gli interventi di ricerca di persone disperse in montagna e in ambiente impervio. Gli esperti del Soccorso Alpino e Speleologico raccontano anche interventi di soccorso ed esercitazioni coinvolgenti. Dal Monte Bianco alla Sardegna, un tuffo fra i "segreti" del CNSAS.

Esce con una nuova grafica e nuovi contenuti la rivista del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. In questo numero un focus su tecniche e normative per gli interventi di ricerca di persone disperse in montagna e in ambiente impervio. Gli esperti del Soccorso Alpino e Speleologico raccontano anche interventi di soccorso ed esercitazioni coinvolgenti. Dal Monte Bianco alla Sardegna, un tuffo fra i "segreti" del CNSAS.

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Le unità cinofile del Soccorso alpino sono definite binomi in quanto il lavoro

avviene nella più stretta collaborazione tra il cane e il suo conduttore. Il

cane opera grazie all’olfatto che gli consente di individuare il cono di odore

emesso anche a lunghe distanze da una persona dispersa e grazie a una

mobilità notevolmente più rapida e agile di un umano. Il conduttore fornisce

al cane le condizioni e la concentrazione migliori per essere efficace: in

buona sostanza crea un gioco che consente al cane di focalizzare il proprio

istinto predatorio sul ritrovamento del disperso.

Inevitabilmente le Unità cinofile da ricerca in superficie (UCRS), che nel

CNSAS sono bivalenti in quanto operative anche come Unità cinofile da

valanga (UCV), sono una risorsa fondamentale nella maggior parte delle

operazioni di ricerca dispersi. Abbiamo chiesto a Erwan Gueguen, Istruttore

Nazionale Cinofili della Calabria, qualche ragguaglio in più sull’impiego del

cane in questo tipo di intervento.

Qual è l’apporto che un’unità cinofila da ricerca in superficie può portare in

un’operazione di ricerca?

«Innanzitutto un’UCRS, a parità di efficienza, è più facile e veloce da spostare

di un’intera squadra di volontari quindi può essere operativa sul teatro

d’operazione in tempi più brevi. Tenendo conto anche, che in caso di necessità,

può essere elitrasportata facilmente, trattandosi solo di un conduttore

e del suo cane. Secondo punto importante: il cane lavora con il naso!

Sembra ovvio ma ciò permette all’UCRS di essere molto efficiente anche in

condizioni di scarsa visibilità dovuta o alla vegetazione fitta o a condizioni

meteo non ottimali (nebbia) o ancora a causa di impiego notturno. Terzo

aspetto: l’UCRS operativa e ben allenata si muove in modo più veloce e sicuro

in un ambiente impervio con dislivelli importanti a patto ovviamente

che non si tratti di ambito alpinistico. Infine, in operazione è più facile da

coordinare e impiegare su terreni difficili per orografia o vegetazione, laddove

l’allineamento a pettine dei soccorritori è molto complesso».

Perché è importante chiamare le Ucrs durante un’operazione di ricerca?

«È importante soprattutto chiamare le UCRS sin dall’inizio delle ricerche per

agevolare il lavoro del cane. In un’area molto inquinata da odori umani, l’olfatto

del cane deve effettuare un controllo di tutte le fonti prima di arrivare

al disperso. Se il cane arriva sullo scenario della ricerca prima delle squadre,

riuscirà più rapidamente a individuare il disperso. Questo vale sia per i cani

che lavorano a scovo cioè le UCRS, sia per i cani molecolari. Il principio che

deve seguire chi coordina l’operazione deve essere di semplificare il lavoro

olfattivo dei cani».

Come lavora un’UCRS?

«L’UCRS è composta da un conduttore e da un cane addestrato a scovare

un odore umano nella zona di ricerca e a segnalare mediante abbaio

il ritrovamento di una persona in difficoltà. A differenza di un UCRM (Unità

Cinofila da Ricerca Molecolare) non ha bisogno né di un campione di

odore, ne di un punto conosciuto di partenza. È quindi addestrata per un

impiego essenzialmente extra urbano in ambiente montano o impervio

con una spiccata capacità a muoversi in condizioni difficili anche mediante

l’uso di corde fisse. Le UCRS sono anche addestrate all’elitrasporto e all’uso

MARZO 2020 | SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO

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