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SEZIONE TICINO<br />
Ciclismo:<br />
«Per quella vittoria alle Fiandre<br />
ho lottato fino alla fine»<br />
A tu per tu con il campione di ciclismo Alberto Bettiol che si è<br />
trasferito in Ticino - Ecco come si allena nel tempo della<br />
pandemia.<br />
La vittoria al Giro delle Fiandre 2019 ha<br />
siglato il suo primo successo da<br />
professionista. Come ha vissuto questo<br />
importante traguardo, se lo aspettava?<br />
È stata una sorpresa, non me l’aspettavo<br />
io come non se l’aspettava nessuno.<br />
L’aver vinto questa gara, considerata da<br />
molti la più bella, dura e ambita del<br />
ciclismo professionistico rende la vittoria<br />
ancora più speciale. Non la dimenticherò<br />
mai!<br />
Qual è stato il tratto più faticoso dei<br />
280 chilometri percorsi e quando ha<br />
realizzato che stava per vincere questa<br />
importante competizione?<br />
Il tratto più faticoso è stato quando mi<br />
sono ritrovato completamente solo negli<br />
ultimi 14 chilometri di pianura, con<br />
un’ampia strada, il vento in volto e un<br />
vantaggio risicato, mai superiore ai 20<br />
secondi. Non avevo previsto di trovarmi<br />
in quella situazione, non avevo altre<br />
possibilità oltre a quella di continuare a<br />
spingere, non potevo aspettare il gruppo<br />
e poi rientrare perché avrei perso<br />
l’occasione. Ho realizzato di vincere solo<br />
sul finale, a 100 metri dall’arrivo, quando<br />
in collegamento radio, incredulo,<br />
ricevevo conferma di quello che stava<br />
accadendo.<br />
Con l’avvento della pandemia, soprattutto<br />
in Italia, molti dei suoi colleghi<br />
L’allenamento<br />
sui rulli durante<br />
la pandemia<br />
Alberto Bettiol, 26enne ciclista<br />
italiano in forze al Team EF Pro<br />
Cycling, ci racconta il suo primo<br />
successo da professionista al<br />
Giro delle Fiandre 2019, i suoi<br />
allenamenti durante la pandemia<br />
e la sua nuova vita in Ticino,<br />
dove ha ritrovato alcuni dei suoi<br />
amici e rivali. Bettiol si dichiara<br />
pronto a ripartire a caccia di<br />
nuovi traguardi, in attesa di<br />
conoscere le date di recupero<br />
delle più importanti competizioni<br />
ciclistiche su strada.<br />
hanno optato per l’allenamento sui rulli<br />
all’interno della propria abitazione.<br />
Come avvenuto per lo sport dei motori,<br />
ad esempio con la Formula1 e la<br />
MotoGP, anche nel ciclismo sono<br />
fioccate le sfide virtuali, tra le quali<br />
menzioniamo anche le 5 tappe del<br />
«Tour de Suisse» dello scorso aprile.<br />
Anche lei, lo stesso mese, ha partecipato<br />
al Giro vinto lo scorso anno, quello<br />
delle Fiandre. Com’è stato viverlo<br />
pedalando davanti a uno schermo e<br />
cosa ne pensa in generale di questo tipo<br />
di gare?<br />
Ho corso sui rulli, in versione ridotta, il<br />
Fiandre ed anche, con la mia squadra,<br />
cinque tappe del Giro d’Italia sull’applicazione<br />
Zwift, utilizzata da molti ciclisti per<br />
confrontarsi virtualmente. È stata una<br />
bella esperienza, devo ammettere che<br />
queste piattaforme digitali sono state<br />
molto utili e di supporto durante il<br />
periodo di quarantena, soprattutto per<br />
coloro che per via di restrizioni più ferree<br />
– come nella vicina penisola – non<br />
hanno potuto allenarsi all’aperto. Mi<br />
auguro comunque, che questa tipologia<br />
di competizioni venga sempre presa per<br />
quella che è e tenuta solo come mezzo<br />
complementare, ma che non vada mai a<br />
sostituire le gare tradizionali, perché la<br />
disciplina è diversa, lo sforzo anche e<br />
soprattutto il vero ciclismo, come per gli<br />
sport motoristici, è sulle strade e negli<br />
autodromi, con gli appassionati sugli<br />
spalti. Quindi benvengano le gare virtuali<br />
ma, superato il momento difficile,<br />
continuiamo a portare avanti lo sport per<br />
come lo conosciamo.<br />
Si è da poco trasferito in Ticino, come<br />
ha preso questa decisione e come si<br />
trova a vivere e ad allenarsi qui?<br />
Era qualche tempo che volevo cambiare<br />
Paese e cambiare vita. Prima di trasferirmi<br />
ho parlato con i miei amici, ancor prima<br />
che colleghi, Vincenzo Nibali, Diego<br />
Ulissi, Fabio Aru e soprattutto Enrico<br />
Gasparotto, che oltre a risiedere qui, è da<br />
poco diventato cittadino svizzero e<br />
conosce molto bene il Ticino. Qui mi<br />
piace molto il clima, le strade e il<br />
territorio che sono perfetti per i miei<br />
allenamenti, ci sono molte tratte in<br />
pianura ed anche in salita, nonostante io<br />
non sia uno scalatore come loro. Sono<br />
molto contento della mia scelta.<br />
Qual è il suo prossimo obiettivo,<br />
coronavirus permettendo? E qual è il<br />
sogno della sua carriera?<br />
A breve termine non ho una gara alla<br />
quale aspiro in particolare, anche perché<br />
il calendario è stato completamente<br />
rivisto a causa della pandemia. Quest’anno<br />
sono partito bene vincendo subito<br />
«una cronometro», quello che mi auguro<br />
è di trovare continuità di prestazione e di<br />
trovarmi sempre lì davanti a contendermi<br />
le posizioni di vertice. Il sogno nel<br />
cassetto è quello di vincere il Campionato<br />
del Mondo, perché è una gara singola<br />
durante la quale si respira un’atmosfera<br />
completamente diversa dalle altre e<br />
soprattutto gareggi rappresentando la tua<br />
nazione.<br />
La vittoria al Giro<br />
delle Fiandre 2019<br />
80 touring | giugno <strong>2020</strong>