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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ANNO XII | NUMERO 7 | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
AURORA D’ESTATE<br />
DESTINAZIONE ITALIA<br />
MUSICA&FESTIVAL
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EDITORIALE<br />
AURORE ESTIVE<br />
Il mare, l’aurora, i trabocchi lungo<br />
la costa abruzzese. <strong>La</strong> copertina<br />
della <strong>Freccia</strong> di luglio riformula<br />
l’invito del mese scorso: (R)estate in<br />
Italia. Lo fa con un numero pieno di<br />
colori, profumi, suggestioni e ispirazioni<br />
di viaggi estivi, che la nostra terra<br />
ci regala a piene mani e noi offriamo<br />
alla vostra curiosità, ancora una volta<br />
in versione digitale, nell’attesa di<br />
riproporci anche nel tradizionale formato<br />
cartaceo.<br />
Con l’arrivo di luglio l’estate prende<br />
vigore, ci avvolge e coinvolge. Vorremmo<br />
gettar via tutta la pesantezza<br />
degli ultimi mesi, e con essa mascherine,<br />
guanti, disinfettanti. Pensiamo di<br />
averne diritto, ma di quella pesantezza<br />
dobbiamo serbarne memoria per<br />
non abbassare la guardia e, con essa,<br />
le difese rappresentate dal rispetto di<br />
alcune regole di buona e sana convivenza.<br />
Sui treni e nelle stazioni come<br />
nei bar, nei locali pubblici, nei ristoranti,<br />
ovunque vorremo regalarci qualche<br />
momento di guardinga spensieratezza.<br />
È vero, ho usato un ossimoro. Ma<br />
soltanto in apparenza, se ci pensate<br />
bene. <strong>La</strong> spensieratezza assoluta – in<br />
ogni momento della nostra esistenza<br />
– è quella che inibisce ogni freno per<br />
sfociare in azzardo immotivato, preludio<br />
del suo esatto contrario. Non mettiamo<br />
quindi a repentaglio, foss’anche<br />
per superficialità o sottovalutazione<br />
del rischio, la nostra e l’altrui incolumità<br />
e salute. Divertiamoci, incontriamo<br />
persone, muoviamoci, riscopriamo i<br />
tesori di questa meravigliosa Italia,<br />
ma con giudizio e attenzione. Sui nostri<br />
treni e nelle stazioni tutti i ferrovieri<br />
sono impegnati a farvi viaggiare in<br />
serenità e sicurezza, adottando tutte<br />
le misure previste dai protocolli definiti,<br />
di volta in volta, dalle autorità<br />
sanitarie. È il nostro lavoro. Muovere il<br />
Paese, soddisfare il bisogno di mobilità<br />
delle persone, stimolare il turismo,<br />
l’economia, la socialità, gli scambi<br />
commerciali e culturali, con infrastrutture<br />
efficienti e servizi efficaci, sicuri e<br />
© Carlos Solito<br />
sostenibili. Uno dei nostri principali<br />
obiettivi strategici. Sì, sostenibili. Un<br />
aggettivo tanto inflazionato quanto<br />
ancora poco compreso nel suo profondo<br />
significato. Perché non c’è futuro<br />
se non ci convinciamo che niente<br />
è dato per sempre e che domani non<br />
è un altro giorno, ma è figlio dell’oggi.<br />
Il Covid-19 passerà, speriamo prima di<br />
quanto si supponga, ma la Terra che<br />
2
abitiamo continuerà a restare qui e a<br />
chiederci, con più forza di prima, tutte<br />
le attenzioni che dovremmo tributarle.<br />
Perché sarà pure un “oscuro granel di<br />
sabbia” nell’universo, sarà stata e sarà<br />
ancora una “dura nutrice”, ma è l’unica<br />
che abbiamo. E mentre lei non ha bisogno<br />
di noi per esistere, noi di lei sì.<br />
Tant’è che, e torno a quel mite invito a<br />
essere leali alleati del nostro prossimo<br />
nel rispettare le regole di una civile<br />
convivenza, dovremo fare anche d’estate,<br />
tutti noi, un refrigerante bagno<br />
di modestia, altruismo e temperanza.<br />
Quando ci lamentiamo dei fastidi,<br />
delle limitazioni, degli inconvenienti<br />
e finanche delle malattie che ci opprimono,<br />
ricordiamo i lapidari versi di<br />
un poeta del ’900: «A uno a uno/ogni<br />
nostra tragedia/xè una farsa». Perché<br />
c’è chi avrebbe più diritto di noi a lamentarsi<br />
e non lo fa. Tira fuori tutte le<br />
energie compresse, le potenzialità e<br />
i talenti nascosti e ci dimostra che la<br />
vita merita sempre di essere vissuta.<br />
Nelle prossime pagine troverete anche<br />
un nostro tributo al Maestro Ezio<br />
Bosso. Lo avremmo potuto ospitare<br />
in copertina, questo mese, se tante<br />
cose fossero andate diversamente.<br />
Resta un esempio, per tutti noi. Come<br />
lo sono Alex Zanardi e tante altre persone,<br />
meno note, che hanno deciso di<br />
non piangersi addosso, di combattere<br />
e di insegnarci che si può fare. Si può,<br />
senza essere eroi.<br />
Uno scorcio della Costa dei trabocchi (CH)<br />
3
MEDIALOGANDO<br />
RIGORE, INDIPENDENZA,<br />
AUTOREVOLEZZA<br />
FORTUNE ITALIA RIPROPONE NEL NOSTRO PAESE<br />
I CAPISALDI DEL MIGLIOR GIORNALISMO D’OLTREOCEANO.<br />
A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE FABIO INSENGA<br />
di Marco Mancini<br />
marmanug<br />
Ha due anni di vita, in Italia. Novanta negli Stati<br />
Uniti, dove la testata Fortune è nata all’indomani<br />
del famoso crollo di Wall Street e, negli<br />
anni, è diventata sinonimo di competenza, indipendenza<br />
e qualità. Un faro nel mondo del business, della finanza<br />
e dell’imprenditoria, con i suoi celebri ranking che certificano<br />
il prestigio e il successo di aziende e manager di<br />
tutto il globo. Fortune, la casa madre di oltreoceano, ha<br />
concesso licenze e uso del proprio marchio all’estero con<br />
grande parsimonia e oculatezza. Il via libera alle pubblicazioni,<br />
per l’editore italiano, è arrivato dopo una lunga<br />
formazione ed è stato accompagnato, nei primi mesi, da<br />
uno strettissimo controllo che si è poi piano piano allentato<br />
per dare spazio a feconde sinergie. A parlarcene è<br />
Fabio Insenga, 45 anni, romano, a Fortune Italia fin dal lancio<br />
del progetto, prima come caporedattore e poi, dall’agosto<br />
2018, come direttore responsabile. Alle spalle 15<br />
anni all’Adnkronos, otto dei quali da capo della redazione<br />
economica, oltre a varie collaborazioni con Il Messaggero,<br />
Il Tempo e Il Riformista.<br />
Com’è lavorare con gli americani?<br />
Il giornalismo italiano in generale ha tanto da imparare da<br />
quello di matrice anglosassone, estremamente rigoroso<br />
e severo con se stesso, capace di mettersi sempre in discussione,<br />
di riconoscere e ragionare su presunti errori,<br />
trasparente e mai accondiscendente con l’interlocutore.<br />
Però anche loro hanno molto da imparare da noi, dalla nostra<br />
creatività ed elasticità che, oltre a mitigare certi eccessi<br />
di rigidità e schematismo, diventa essenziale per affrontare<br />
situazioni imprevedibili come quella determinata<br />
dall’esplosione della pandemia, che ti costringe a modificare<br />
in extremis un timone già pronto e studiato a lungo.<br />
Fortune Italia si può definire a tutti gli effetti la start up<br />
di un franchising di successo in un settore però in crisi,<br />
quale quello dell’editoria e dell’informazione. È così?<br />
Sì, importare il modello Fortune in Italia, per noi che siamo<br />
nati come una vera e propria start up, costruendo da<br />
zero la redazione e tutta la struttura che si muove oggi<br />
intorno al marchio, ha significato cercare un nostro spazio<br />
in un mercato ben presidiato da altre testate storiche e in<br />
un periodo certo non facile. Però le indagini preliminari di<br />
mercato ci portavano a ritenere che uno spazio l’avremmo<br />
trovato.<br />
E ci siete riusciti?<br />
Direi di sì. I numeri ci confortano, con 30mila copie del<br />
magazine mensile distribuite dove la nostra licenza ce lo<br />
consente: Italia, Svizzera, Principato di Monaco, San Marino,<br />
e Città del Vaticano, e visite al nostro sito che tra il 10<br />
marzo e il 10 aprile hanno toccato il milione di pageview.<br />
Ma a funzionare è il sistema nel suo complesso, che mette<br />
insieme carta, digitale, social, eventi, oggi realizzati un po’<br />
come tutti sulle piattaforme digitali. E poi i ranking, che<br />
sono un punto di riferimento assoluto nella metrica di valutazione<br />
delle imprese e dei manager, come la famosa<br />
© Krasnig Roberta<br />
Fabio Insenga, direttore di Fortune Italia<br />
4
Fortune 500, la classifica delle prime 500 aziende americane<br />
per fatturato.<br />
Quale la chiave?<br />
L’operazione è stata quella di importare un modello di giornalismo<br />
che si fonda essenzialmente sull’autorevolezza del<br />
proprio brand. Questo è il tratto distintivo di Fortune negli<br />
Stati Uniti e nella comunità finanziaria e manageriale internazionale.<br />
<strong>La</strong> qualità del giornalismo è la chiave per poter<br />
accedere a un’audience sempre più ampia e specializzata.<br />
Sempre, però, un target ben delineato e delimitato. Ma<br />
sbarcando anche sui social vi trovate a confrontarvi con<br />
una platea ben più estesa che forse non vi cerca ma vi<br />
trova e interagisce...<br />
Sì, negli ultimi tempi la proporzione tra chi interagisce con<br />
insulti o considerazioni da bar e chi cerca un confronto<br />
rispettoso e per meglio comprendere i contenuti è però<br />
cambiata, a favore di questi ultimi. Comunque si tratta di<br />
un mondo, quello dei social, che va trattato con attenzione,<br />
l’errore del giornalismo è stato sottovalutarne l’importanza.<br />
L’accesso alle informazioni oggi si è allargato. Fino a<br />
qualche anno fa il giornalista era una sorta di alieno, ormai<br />
non più, e le notizie non devi cercarle, ti raggiungono sullo<br />
smartphone. Quindi è importante mettere insieme contenuti<br />
corretti e di qualità esposti con chiarezza di linguaggio,<br />
offrendo accessibilità e ampia fruibilità dell’informazione.<br />
È vero, sembra che la pandemia abbia modificato, mi auguro<br />
non solo temporaneamente, il rapporto con il mondo<br />
dell’informazione. L’autorevolezza, cos’è e come la si<br />
ottiene?<br />
È frutto di un’attenzione quasi maniacale a tutto quello che<br />
è la verifica delle fonti, del reporting e soprattutto del rapporto<br />
che c’è fra giornalismo e comunicazione d’impresa,<br />
fra la notizia e il contenuto veicolato dalle aziende.<br />
E qui la questione si fa delicata, quando le aziende di cui<br />
parli sono anche quelle che ti acquistano pagine pubblicitarie<br />
e, quindi, ti sostengono finanziariamente.<br />
Potrei essere tacciato di romanticismo, ma se Fortune ha<br />
successo nel mondo è perché può aiutare il business a crescere.<br />
Che non vuol dire compiacere l’impresa e celebrare<br />
il businessman, cosa che potrà avere un ritorno immediato<br />
ma si perde poi nel tempo. Aiutare il business a crescere<br />
significa, nella loro ottica, raccontare, stimolare, criticare lì<br />
dove ci sono errori e incongruenze. Perché essere su Fortune<br />
è già un traguardo che ti conferisce uno status. Ti rende<br />
utile al resto della comunità del business, per capire un<br />
trend o intuire la soluzione di un problema.<br />
E tu speri che anche l’imprenditoria italiana lo capisca e<br />
accetti di investire restando indifferente ai contenuti che<br />
una testata produce su di lei?<br />
Difficile, ma gioverebbe. Una delle interviste più importanti<br />
di Fortune negli Stati Uniti nell’ultimo anno è stata quella al<br />
global managing partner di McKinsey, Kevin Sneader, dopo<br />
che il New York Times aveva messo in discussione la trasparenza<br />
di alcune pratiche della società nel mondo. È stata<br />
un’intervista che ha messo in difficoltà l’interlocutore, lo<br />
ha costretto a una serie di ammissioni e ha fatto emergere<br />
alcuni problemi da risolvere. Eppure McKinsey è un partner<br />
storico di Fortune. Una contraddizione? No. Quell’intervista<br />
è stata poi utilizzata positivamente in termini di comunicazione<br />
d’impresa quale esempio di trasparenza e capacità di<br />
mettersi in discussione. Molto meglio di un’intervista concordata<br />
e celebrativa.<br />
Fenomeno che non è una costante del nostro giornalismo,<br />
ma lo è, forse, nella percezione di coloro, e non sono<br />
pochi, che vanno alla ricerca della cosiddetta informazione<br />
disintermediata, ritenendola scevra da condizionamenti<br />
e interessi distorsivi. Un’altra delle ragioni di crisi<br />
del settore.<br />
Sono d’accordo. Si è persa un po’ nel tempo la forza della<br />
stampa come soggetto terzo, anche se per fortuna sono<br />
ancora tante le testate autorevoli in Italia che producono<br />
contenuti indipendenti. Però la crisi dell’editoria e la perdita<br />
di potere contrattuale del giornalismo nel corso degli<br />
ultimi 15 anni si devono anche all’assenza di forti capacità<br />
manageriali nel settore.<br />
Spiegati meglio.<br />
<strong>La</strong> trasformazione digitale, la globalizzazione e tutti i mega<br />
trend che conosciamo stanno avendo un impatto dirompente<br />
in tanti settori, incluso il nostro, ma si potevano e<br />
dovevano prevedere e gestire, non soltanto subire. Ecco,<br />
nel settore dell’editoria, secondo me, questo non è accaduto<br />
soprattutto per l’assenza di un management con una<br />
visione strategica capace di conciliare il conto economico<br />
di un’impresa con adeguati investimenti sulla qualità del<br />
giornalismo.<br />
I giornalisti non hanno colpe?<br />
Per anni è passato il messaggio che fosse il giornalismo,<br />
inteso come casta, a fare resistenza al cambiamento. Posso<br />
assicurarti che da quando faccio questo mestiere, sono<br />
ormai 25 anni, ho visto sempre una risposta più pronta da<br />
parte dei giornalisti, al netto di qualche resistenza fisiologica<br />
iniziale, a sperimentare tutto quello che la tecnologia<br />
propone, rispetto alla reazione delle aziende. Il bilancio di<br />
5
MEDIALOGANDO<br />
un’impresa editoriale, fatte salve strutture efficienti e costi<br />
adeguati, non può dipendere, quanto a entrate, quasi<br />
esclusivamente da pubblicità o finanziamenti pubblici.<br />
Devi essere capace di produrre contenuti di qualità e saperli<br />
monetizzare facendoteli pagare. Con una strategia<br />
appropriata e sapendo da tempo che la carta avrebbe perso<br />
copie e terreno rispetto al digitale.<br />
Hai parlato di costi. Una start up ha bisogno di tenerli<br />
molto sotto controllo. In che modo la contrazione dei costi<br />
si concilia con la qualità?<br />
<strong>La</strong> nostra redazione è piuttosto snella, e giovane. Ho quattro<br />
redattori a tempo pieno e un caporedattore. Intorno a<br />
questo piccolo nucleo, solido ma agile, che lavora sul sito<br />
e sul magazine, c’è una rete di collaboratori con grande<br />
esperienza e professionalità che non sono un accessorio<br />
esterno ma hanno un valore importantissimo. Certo, sarebbe<br />
più facile lavorare con una redazione più ampia e<br />
strutturata ma è evidente che uno dei problemi delle testate<br />
giornalistiche, in passato, è stato aver fatto crescere<br />
gli organici in una misura non coerente con le dinamiche<br />
di mercato.<br />
Un mercato che progressivamente ha penalizzato l’editoria<br />
tradizionale riducendone i ricavi. Questo ha reso indispensabile<br />
una trasformazione di tutto il sistema editoriale che<br />
oggi spazia, come ho detto, dal magazine agli eventi passando<br />
per il digitale, per creare contenuti che durino nel<br />
tempo.<br />
Che vuol dire?<br />
Che attraverso il mensile, non costretto a dipendere dalla<br />
stretta attualità come il sito internet, sviluppi un livello di<br />
approfondimento tale da trasferire poi alcuni temi e concetti<br />
in veri e propri percorsi di comunicazione, in contenuti<br />
che non si esauriscono nel singolo prodotto giornalistico:<br />
articolo, intervista o inchiesta che sia. Insomma, filoni di approfondimento<br />
che ci consentono, intorno al marchio Fortune,<br />
negli Stati Uniti come in Italia, di creare una community<br />
di lettori, ascoltatori e addetti ai lavori fidelizzati.<br />
Torniamo alla stretta attualità. <strong>La</strong> pandemia sembra aver<br />
fatto riacquistare al giornalismo tradizionale un po’ di<br />
quella stima e credibilità perduta. È tornato in auge il ruolo<br />
del mediatore e dell’esperto. Semmai adesso rischiamo<br />
l’inflazione e l’effetto boomerang, soprattutto quando<br />
gli esperti ci forniscono risposte contraddittorie.<br />
Sì, l’esperienza del coronavirus, oltre a produrre un’accelerazione<br />
di tanti processi interni alle redazioni per mettere<br />
in condizione i giornalisti di lavorare in un periodo così<br />
complicato, ha responsabilizzato ancora di più l’intero settore,<br />
per una volta sia i giornalisti sia gli editori. È cambiato<br />
il modo di porsi e di fruire le informazioni da parte degli<br />
utenti, per l’esigenza di informarsi rispetto a qualcosa che<br />
non si comprende e di cui si ha paura. Ora questo ritrovato<br />
ruolo del giornalismo è una circostanza che va saputa capitalizzare.<br />
Come?<br />
Mantenendo da parte nostra la ritrovata o accresciuta attenzione<br />
nella verifica di fonti e dati per riacquisire in pieno<br />
quel ruolo di certificatori di ciò che accade. Ma, soprattutto,<br />
non dilapidando la crescita dell’audience ed evitando che<br />
gli editori approfittino degli strumenti di gestione della crisi<br />
economica per operare tagli indiscriminati.<br />
Mantenere l’audience. Hai molta stima negli utenti, ma la<br />
pandemia non ha fatto sparire del tutto i terrapiattisti, i no<br />
vax e i complottisti vari.<br />
Sì, ma al di là di una certa quota fisiologica di irrecuperabili,<br />
c’è stata una presa di coscienza di un’ampia fascia di popolazione<br />
recuperabile, che ha interesse a essere informata,<br />
che magari aveva perso l’abitudine a comprare il giornale o<br />
a fruire di un contenuto certificato prodotto da una testata<br />
riconosciuta. È lì che si gioca il futuro, sia in termini di copie<br />
vendute che di informazione digitale, nel recuperare quel<br />
rapporto fra la testata giornalistica e i lettori.<br />
Anche con l’interazione che, nell’epoca del digitale, è forse<br />
la frontiera più interessante e fertile.<br />
Sì, che è cresciuta come qualità e che sul sito stiamo stimolando,<br />
offrendo spazio alle opinioni e alle analisi di ospiti<br />
per alimentare il dibattito e un confronto.<br />
Immagino che il post Covid sia uno dei temi centrali.<br />
Su questo abbiamo lanciato il progetto di Fortune Italia Ricostruzione,<br />
per riflettere sull’uscita dall’emergenza e sulla<br />
ripartenza in tutti i settori di cui ci occupiamo. E abbiamo<br />
costruito alcuni nostri percorsi tematici di approfondimento<br />
e realizzato oltre 40 interviste singole oltre a una decina<br />
di e-meeting su argomenti specifici quali mobilità, energia,<br />
finanza.<br />
In sintesi estrema, da un’informazione somministrata a<br />
una sempre più interattiva e partecipata.<br />
fortuneitaedition<br />
fortuneitalia<br />
fortune_italia<br />
6
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
Urban Medical Beauty è lo Studio specializzato in medicina estetica diretto dal Dott. Claudio Urbani.<br />
Il Centro vanta un'equipe di professionisti qualificati e macchinari di ultima generazione.<br />
Evolversi, raggiungere risultati una volta impensabili, conquistare l'armonia e l'equilibrio del viso e del<br />
corpo è finalmente possibile per tutti.<br />
Microliposuzione con tecnica J-Plasma<br />
<strong>La</strong> Microliposuzione con tecnica J-Plasma ad<br />
ARGON IONIZZATO viene utilizzata sulle pelli con<br />
scarsissima tonicità per modificare e rigenerare il<br />
collagene dando un effetto lifting del tessuto<br />
senza tagli chirurgici. Il gas, assolutamente inerte,<br />
viene espulso manualmente da una cannula tramite<br />
compressione. Non si tratta di un'alternativa<br />
alla (o di una variante della) Microliposuzione classica,<br />
ma di una sua successiva integrazione che ha<br />
l’obiettivo di rassodare e liftare i tessuti trattati.<br />
Viene eseguita sempre in anestesia locale con<br />
lieve sedazione. Il 50% della retrazione del collagene<br />
viene raggiunto immediatamente, mentre il<br />
residuo 50% verrà raggiunto dopo circa 2/3 mesi<br />
dall'intervento.<br />
Come funziona<br />
Quando si espone il collagene presente nel derma<br />
a una sollecitazione termica, si ottiene una risposta<br />
di contrazione delle fibre proporzionale alla<br />
temperatura erogata e alla durata. Ad esempio, se<br />
si espone la fibra a una temperatura di 85° C si<br />
ottiene una contrazione pari a circa il 60% in<br />
meno di mezzo secondo.<br />
Questo risultato si raggiunge senza alcun danno<br />
né carbonizzazione dei tessuti. Per ottenere<br />
questa condizione, si utilizza un gas chiamato<br />
"ARGON IONIZZATO" che, una volta introdotto,<br />
viene poi espulso all'esterno mediante drenaggio<br />
manuale.<br />
Zone<br />
È possibile effettuare la Microliposuzione con<br />
tecnica J-Plasma su numerose zone del corpo:<br />
culotte de cheval, interno coscia, ginocchio, fianchi,<br />
addome, dorso, petto, braccia.<br />
Durata dell’intervento<br />
<strong>La</strong> durata dell'intervento varia da un minimo di<br />
15 a un massimo di 40 minuti, in aggiunta al<br />
tempo impiegato precedentemente per la Microliposuzione<br />
classica.<br />
Durata dei risultati<br />
I risultati conseguiti sono duraturi e coerenti con<br />
il passare del tempo.<br />
Urban Medical Beauty<br />
urbanmedicalbeauty_e_wellness<br />
www.medicinaesteticaromacentro.it<br />
Via Sardegna 14, Roma<br />
Tel. 0688653165<br />
Cell. 3283140866<br />
7
SOMMARIO<br />
LUGLIO <strong>2020</strong><br />
IN COPERTINA<br />
LA COSTA DEI TRABOCCHI<br />
59<br />
88<br />
42<br />
12<br />
RAILWAY HEART<br />
17<br />
GOURMET<br />
18<br />
GUSTA & DEGUSTA<br />
20<br />
SAVE THE DATE<br />
22<br />
WHAT’S UP<br />
pag. 46<br />
27<br />
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto<br />
Brandani, che questo mese<br />
propone ai lettori della <strong>Freccia</strong><br />
il nuovo romanzo di Pierre<br />
Lemaitre, Lo specchio delle<br />
nostre miserie<br />
32<br />
DESTINAZIONE ESTATE<br />
Mare, montagna, dimore storiche<br />
e buon cibo. Per riscoprire l’Italia,<br />
da nord a sud, a bordo di Frecce,<br />
Intercity e Regionali<br />
72<br />
INDIMENTICABILE BOSSO<br />
L’integrità, il carisma, la forza,<br />
l’originalità. Il direttore d’orchestra<br />
e compositore nel ricordo di<br />
64<br />
quattro amici importanti<br />
98<br />
68<br />
SOFIA GOGGIA SI RACCONTA<br />
78<br />
PESARO ON STAGE<br />
82<br />
ESTATE FIESOLANA<br />
84<br />
MONTEPULCIANO AD ARTE<br />
86<br />
LA CHIGIANA A SIENA<br />
88<br />
TIME IN JAZZ CON FRESU<br />
90<br />
GUARIMBA FILM FESTIVAL<br />
92<br />
SIRACUSA PER VOCI SOLE<br />
94<br />
IL FILO DELLA FEDE<br />
98<br />
NATURA A NUDO<br />
116<br />
FUORI LUOGO<br />
117<br />
LA FRECCIA JUNIOR<br />
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />
103<br />
SCOPRI TRA LE PAGINE L’OFFERTA DELLE FRECCE, LA NUOVA APP E LE PARTNERSHIP TRENITALIA<br />
i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE<br />
8
Tra le firme del mese<br />
CESARE BIASINI SELVAGGI<br />
Critico d’arte, curatore e saggista. Da marzo<br />
2017, direttore editoriale di Exibart.com<br />
ed Exibart on paper. È anche co-direttore del<br />
festival Art+b=love (?) di Ancona<br />
CLAUDIO DI DIONISIO<br />
Romagnolo di nascita e abruzzese di adozione<br />
con un grande amore per la bicicletta. Guida<br />
cicloturistica e ambientale escursionistica per<br />
passione, è titolare del tour operator Bikelife<br />
live your passion di Francavilla al Mare (CH),<br />
punto di partenza per pedalare lungo<br />
la Costa dei Trabocchi<br />
VALENTINA LO SURDO<br />
Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />
con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />
Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />
viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />
preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />
I numeri<br />
di questo numero<br />
65<br />
i chilometri della Via Verde<br />
dei Trabocchi<br />
[pag. 46]<br />
230<br />
gli ettari vitati intorno<br />
al Castello di Brolio<br />
[pag. 58]<br />
305<br />
i chilometri del cammino<br />
di San Benedetto<br />
[pag. 61]<br />
90<br />
le foto di Ren Hang<br />
al Centro Pecci di Prato<br />
[pag. 98]<br />
Read also<br />
FSNews.it, il quotidiano online<br />
del Gruppo FS, accompagna i viaggi<br />
degli italiani in questa estate alla<br />
ricerca di una nuova normalità dopo<br />
le restrizioni dovute al Covid-19. Lo<br />
fa con articoli dedicati ai nuovi treni<br />
offerti da FS Italiane per supportare la<br />
ripresa del turismo nel nostro Paese<br />
e con le interviste ai protagonisti<br />
dello spettacolo, dell’arte e della<br />
comunicazione che raccontano le<br />
loro vacanze. Ma anche attraverso gli<br />
approfondimenti su come il periodo che<br />
stiamo affrontando abbia modificato lo<br />
scenario della mobilità<br />
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />
DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />
ANNO XII - NUMERO 7 - LUGLIO <strong>2020</strong><br />
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />
N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />
CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/06/<strong>2020</strong><br />
Foto e illustrazioni<br />
Archivio Fotografico FS Italiane<br />
FS Italiane | PHOTO<br />
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Copertina © Claudio Di Dionisio/bikelife.it<br />
Tutti i diritti riservati<br />
Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />
rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />
senza il consenso espresso dell’editore<br />
Direttore Responsabile<br />
Responsabile Editoria<br />
Caporedattrice<br />
Coordinamento Editoriale<br />
Caposervizio<br />
In redazione<br />
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e photo editing<br />
Hanno collaborato<br />
a questo numero<br />
PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />
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Marco Mancini<br />
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Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />
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Gaspare Baglio<br />
Francesca Ventre<br />
Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />
Claudio Romussi<br />
Gerardo Adinolfi, Serena Berardi,<br />
Cesare Biasini Selvaggi, Alberto Brandani,<br />
Viola Chandra, Claudio Di Dionisio, Fondazione<br />
FS Italiane, Alessio Giobbi, Valentina Lo Surdo,<br />
Luca Mattei, Clara Neri, Bruno Ployer,<br />
Enrico Procentese, Andrea Radic,<br />
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Flavio Scheggi, Carlos Solito, Filippo Teramo,<br />
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PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />
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CARLOS SOLITO<br />
Scrittore, fotografo, giornalista e regista, gira il<br />
mondo e collabora con numerosi magazine e<br />
quotidiani nazionali realizzando reportage di<br />
viaggi e incontri umani. I suoi scatti sono stati<br />
esposti in diversi Paesi e ha pubblicato una<br />
ventina di volumi illustrati per i più importanti<br />
editori italiani<br />
<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />
da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />
e da materiali riciclati<br />
On Web<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />
sfogliare su ISSUU<br />
e su fsnews.it<br />
9
Live streaming, UGC, Product Demo.<br />
<strong>La</strong> comunicazione chiede nuove competenze narrative.<br />
IULM, IMPARARE IL FUTURO.<br />
Per info e iscrizioni<br />
ai test di ammissione<br />
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Il futuro si apre<br />
a chi impara a gestire<br />
il cambiamento.<br />
IULM è l’Università<br />
del sapere dinamico,<br />
dell’evoluzione<br />
delle conoscenze.<br />
Vieni a scoprire il mondo<br />
dove sarai domani.
FRECCIA COVER<br />
Alexandra Carlsson, Beri Smither, Harue Miyamoto, Beauduc (1993)<br />
Emporio Armani Magazine 10<br />
A SENSE OF BELONGING<br />
di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili<br />
Photo Peter Lindbergh<br />
«Ho sempre ammirato Peter Lindbergh per la coerenza<br />
e l’intensità del suo lavoro. Con questa mostra voglio<br />
rendere omaggio a un artista il cui amore per la bellezza<br />
rappresenta un contributo indelebile per la nostra cultura,<br />
non soltanto per la moda». Con queste parole Giorgio<br />
Armani ha presentato Heimat. A Sense of Belonging,<br />
all’Armani/Silos di Milano fino al 10 gennaio 2021, visitabile<br />
ogni sabato e domenica con prenotazione obbligatoria<br />
online sul sito o tramite call center allo 02<br />
91630010.<br />
In mostra immagini celebri e mai viste, scelte in modo<br />
accurato come le parole, a partire da heimat, che in<br />
tedesco estende il significato più profondo di casa al<br />
luogo dove abita la propria essenza interiore. L’estetica<br />
della Berlino degli anni ‘20 ha lasciato un’impronta<br />
profonda nei suoi scatti. Attraverso il filtro di uno sguardo<br />
pieno di umanità, questi spunti hanno generato un<br />
senso di cruda bellezza che connota l’intera opera del<br />
fotografo. L’esposizione è un omaggio all’onestà estetica<br />
e intellettuale che Giorgio Armani e Peter Lindbergh<br />
condividono dagli anni ’80, insieme con una sorta<br />
di purezza d’approccio alla figura femminile e al rifiuto<br />
dell’artificio.<br />
armanisilos<br />
11
RAILWAY heART<br />
PHOTOSTORIES<br />
PEOPLE<br />
Trilly sui binari vicino<br />
alla stazione di Lecce<br />
© Roberto Valente<br />
robertovalente<br />
IN VIAGGIO<br />
Verso Firenze<br />
© Arianna Mallus<br />
mallussessa<br />
12
LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />
DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />
CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />
a cura di Enrico Procentese<br />
enryhills<br />
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />
L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />
rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />
del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />
tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />
della rubrica. Railway heArt un progetto di Digital Communication, Direzione<br />
Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />
LUOGHI<br />
Stazione<br />
Reggio Emilia AV<br />
© Edoardo Cortesi<br />
eddiecortesi<br />
AT WORK<br />
Manuela, addetta<br />
pulizie Roma Termini<br />
© Alfredo Falcone<br />
alfredo_falcone<br />
13
RAILWAY heART<br />
A TU PER TU<br />
a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it<br />
Vittorio, 24 anni, capotreno Alta Velocità della Divisione<br />
Passeggeri Long Haul di Trenitalia, ci racconta la sua<br />
esperienza professionale prima e dopo il lockdown.<br />
Quando hai iniziato la tua carriera all’interno del Gruppo FS?<br />
Nel 2015 sono entrato a far parte del personale viaggiante sui<br />
<strong>Freccia</strong>rossa. I primi due anni come capo servizio, addetto anche<br />
al controllo dei titoli di viaggio, poi sono diventato capotreno,<br />
con maggiori responsabilità. Successivamente, ho continuato<br />
a svolgere queste mansioni, oltre che in <strong>Freccia</strong>rossa,<br />
sui <strong>Freccia</strong>rgento e <strong>Freccia</strong>bianca. Nel corso della mia attività<br />
in Trenitalia ho potuto proseguire gli studi e, al momento, sto<br />
conseguendo la laurea magistrale in economia, tecnologia e<br />
innovazione.<br />
Come si sviluppa il percorso formativo per la tua figura?<br />
Dopo il corso di tre mesi per l’abilitazione a capotreno, vengono<br />
effettuati almeno una volta l’anno incontri di aggiornamento che<br />
riguardano sia aspetti di circolazione sia questioni prettamente<br />
commerciali e di rapporto con il cliente. Alcuni di questi si focalizzano<br />
sui collegamenti considerati nuovi, come il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Torino-Reggio Calabria, una delle novità dell’ultimo cambio orario.<br />
Attraverso lezioni dedicate si ha modo di conoscere tutti gli<br />
aspetti di una determinata tratta.<br />
Cosa ha significato lavorare durante la quarantena?<br />
Nel primo periodo della pandemia, si percepiva un forte senso<br />
di preoccupazione da parte delle persone che si spostavano<br />
per motivi di necessità, usufruendo di un’offerta ferroviaria<br />
drasticamente ridotta. Ora il numero dei treni sta tornando alla<br />
normalità, ma le misure di sicurezza impongono ancora molta<br />
attenzione. Nonostante il sistema di vendita preveda la prenotazione<br />
a scacchiera dei posti, capita che alcuni viaggiatori, spesso<br />
involontariamente, occupino degli spazi non idonei a quanto<br />
indicato. Da lì il nostro intervento per accertarsi che venga rispettata<br />
la distanza interpersonale. Il più delle volte si tratta di<br />
piccoli accorgimenti che, a seconda delle situazioni, richiamano<br />
da una parte la giusta interpretazione dei regolamenti, dall’altra<br />
il buon senso e l’elasticità mentale.<br />
Cosa ti piace di più della tua attività?<br />
Poter condividere il lavoro per far funzionare questa enorme<br />
macchina tutti insieme, dal personale di bordo nelle carrozze<br />
ai macchinisti, dai flussi di comunicazione con gli addetti delle<br />
Sale operative ai colleghi con cui ci si interfaccia durante la sosta<br />
nelle stazioni. Le responsabilità sono molteplici e questo ci<br />
porta a essere proattivi nel confronto quotidiano con passeggeri<br />
di ogni tipo. Si stabiliscono rapporti di fiducia anche in momenti<br />
di criticità.<br />
Un consiglio che ti senti di dare?<br />
Andiamo sempre più verso servizi personalizzati capaci di soddisfare<br />
singole esigenze. Troverei utile una carrozza dedicata ai<br />
bambini, per far sì che possano vivere la loro permanenza in treno<br />
con maggior divertimento e spensieratezza.<br />
© Enrico Procentese<br />
14
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />
VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />
Elisa Morsicani, 32 anni, viaggia sulla linea AV Roma-Milano.<br />
Fondatrice e CEO di Italian Lifestyle, start up che si<br />
distingue per soluzioni digitali innovative che supportano<br />
il turismo e i brand made in Italy sul mercato cinese.<br />
In cosa consiste la tua attività?<br />
Affianchiamo aziende e località che desiderano promuoversi e<br />
accogliere turisti dalla Cina attraverso la piattaforma Vento d’Italia,<br />
che offre servizi di informazione, consigli e proposte di viaggio<br />
attraverso l’app di messaggistica WeChat. Il periodo segnato<br />
dall’emergenza sanitaria ci ha portato inevitabilmente a ripensare<br />
molti processi, ma abbiamo cercato di trasformare una situazione<br />
negativa e inaspettata in opportunità, trasmettendo questo<br />
approccio anche ai clienti che seguiamo per arrivare al mercato<br />
cinese.<br />
Quali azioni avete intrapreso per il vostro settore, particolarmente<br />
penalizzato?<br />
Grazie alla nostra piattaforma nazionale su WeChat, un ecosistema<br />
che supera il miliardo di fruitori, abbiamo accelerato l’integrazione<br />
dell’offerta, dando per esempio la possibilità agli utenti<br />
cinesi di acquistare servizi per agevolare attività che vanno dai<br />
trasporti alla ristorazione, dalla cultura all’alberghiero.<br />
Cosa si aspetta l’Italia dai turisti cinesi?<br />
Gli studi ci dicono che saranno sempre più interessati a mete<br />
meno tradizionali, come quelle poco affollate, sia per una questione<br />
di maggior sicurezza sanitaria sia per vivere nuove esperienze<br />
di viaggio, come per esempio quelle sui treni storici, che<br />
hanno assunto un interesse notevole anche per questo settore.<br />
Inoltre, la velocizzazione dei processi digitali ci aiuta ad abbattere<br />
le tre principali barriere che maggiormente limitano i visitatori i<br />
arrivo: linguistica, culturale e tecnologica.<br />
Che tipo di viaggiatrice sei?<br />
I miei viaggi, molti dei quali decisi all’ultimo momento, si concentrano<br />
principalmente sulla rotta Roma-Milano, da dove raggiungo<br />
le mie due sedi di lavoro. In tempi pre-Covid utilizzavo le<br />
Frecce con una media di tre, quattro volte a settimana, e conto<br />
di ricominciare al più presto con lo stesso ritmo. Abitando fuori<br />
Roma, poi, la soluzione che combina trasporto regionale e Alta<br />
Velocità si concilia benissimo con le esigenze di spostamento<br />
per motivi professionali e personali.<br />
Pronta a ripartire in treno, quindi?<br />
In questo periodo complesso, le Ferrovie si sono dimostrate ancora<br />
una volta la spina dorsale del Paese. Non solo per la capacità<br />
di garantire la mobilità di persone e merci ma anche per la<br />
velocità con cui sono state attuate, fin dall’inizio dell’emergenza,<br />
misure di sicurezza che si sono conciliate egregiamente con le<br />
esigenze di chi aveva necessità di viaggiare nei mesi più difficili,<br />
per ragioni di lavoro o urgenza. <strong>La</strong> domanda è sempre stata soddisfatta<br />
e il treno si conferma il miglior mezzo per conoscere o<br />
riscoprire il fascino del Paese attraverso ciò che ha di più bello: le<br />
sue mete, la sua cultura, il forte senso di ospitalità.<br />
15
GOURMET<br />
IL MARE IN CUCINA<br />
SAPORI DI CALABRIA CON IL PESCE SPADA<br />
DELLO CHEF FILIPPO COGLIANDRO<br />
di Filippo Teramo - a cura di vdgmagazine.it<br />
© Stefano Mileto<br />
Filippo Cogliandro<br />
Si considera un autodidatta di talento Filippo Cogliandro,<br />
chef calabrese e patron del ristorante L’A Gourmet<br />
L’Accademia, aperto nel 2015 a Reggio Calabria,<br />
a due passi dal Museo Archeologico Nazionale, casa dei Bronzi<br />
di Riace. Per lui la cucina è un insieme armonioso di emozioni<br />
e memoria, volontà e creatività, passione e sacrificio: «È<br />
il mio mare, la terra, i ricordi, la mia vita», ama ripetere. I suoi<br />
piatti sono tradizione, sperimentazione e creatività. E se ogni<br />
chef ha il suo segreto, il suo è dosare e abbinare profumi e<br />
sapori del territorio in uno stile unico, trasformando in arte materie<br />
nobili come il Bergamotto di Reggio Calabria, oggi prestato<br />
alla pasticceria più raffinata e alla cucina più ricercata.<br />
Come un crescendo rossiniano, nei suoi menù troviamo il pesce<br />
spada cacciato nelle acque dello Stretto di Scilla e Cariddi<br />
(approfondimento alle pp. 50-52), la cipolla rossa di Tropea, il<br />
cedro di Calabria, lo stocco di Mammola, le patate della Sila e<br />
la Bellina di Sant’Eufemia d’Aspromonte, le prugne di Terranova<br />
Sappo Minulio, l’olio extravergine Ottobratico e il Carolea,<br />
presidi Slow Food della Piana di Gioia Tauro. Ottima la carta<br />
dei vini, pregiate etichette selezionate tra i tanti autoctoni che<br />
l’antica Enotria produce. E mentre gli ingredienti sono legati al<br />
susseguirsi delle stagioni, lo chef Cogliandro continua a studiare<br />
per proporre nei piatti la vera essenza della sua terra.<br />
FilippoCogliandroChef f_cogliandro<br />
filippocogliandro<br />
ROTOLI DI PASTA FRESCA CON DADOLATA DI PESCE<br />
SPADA, FRITTO DI MELANZANA E RICCIOLI DI GAMBERO<br />
MEDITERRANEO<br />
Ingredienti (per quattro persone)<br />
320 g di pesce spada di Bagnara, 4 gamberoni del Mediterraneo,<br />
200 g di gambero rosso dello Ionio, 200 g di melanzana<br />
viola tagliata a cubetti, 320 g di pasta fresca in sfoglia,<br />
20 g di cipolla rossa di Tropea, mezzo bicchiere di vino Greco<br />
di Bianco calabrese, sale, pepe e olio extravergine di olive<br />
Aspromontane q.b.<br />
Preparazione<br />
Tritare la cipolla di Tropea e rosolarla in olio extravergine,<br />
aggiungere il pesce spada di Bagnara tagliato a cubetti e il<br />
gamberone, sfumare con il vino Greco di Bianco. A cottura<br />
ultimata aggiungere i cubetti di melanzana fritta e i riccioli<br />
di gambero. Regolare di sale e pepe. Nel frattempo, in abbondante<br />
acqua leggermente salata, cuocere le sfoglie di<br />
pasta fresca, poi stenderle e arrotolarle con una parte del<br />
condimento di pesce spada. Adagiare i rotoli in un piatto caldo<br />
e aggiungere il condimento rimasto. Posizionare infine il<br />
gamberone e servire con un filo di olio extravergine d’oliva<br />
Aspromontano. Il piatto può essere accompagnato da un<br />
fresco vino di Zibibbo dei terrazzamenti della Costa Viola.<br />
© Hasselblad H5D<br />
17
GUSTA & DEGUSTA<br />
a cura di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />
LOCANDA CIPRIANI<br />
UN GIARDINO MAGICO A TORCELLO<br />
Bonifacio Brass<br />
Sull’isola di Torcello, nella<br />
laguna di Venezia, la<br />
Locanda Cipriani e il suo<br />
giardino sono la prova che quiete e<br />
stile rappresentano le componenti<br />
essenziali della ricercatezza. L’ospitalità<br />
è fatta di atmosfera ed emozioni<br />
che si provano entrando nel<br />
regno di Bonifacio Brass, da 39 anni<br />
attento e cortese padrone di casa.<br />
Fu il nonno Giuseppe Cipriani, lungimirante<br />
visionario, a capire, negli<br />
anni ’30, che questo luogo avrebbe<br />
potuto dare molto. «<strong>La</strong> passione e<br />
l’amore per ciò che faccio sono di<br />
famiglia. Mia mamma, grande cuoca,<br />
mi diceva sempre scherzando:<br />
“Tu non sei un manager, ma un ma-<br />
gnager”», racconta Brass seduto<br />
nel suo giardino.<br />
All’interno un grande camino tipico<br />
vallesano, detto fogher, dove in inverno<br />
crepita la legna, all’esterno i<br />
tavoli tra fioriture di margherite, tulipani,<br />
rose e dalie.<br />
Risotto alla Torcellana con verdure<br />
fresche dell’estuario, filetto di San<br />
Pietro alla Carlina, tagliolini verdi<br />
gratinati, zuppa di pesce alla Cipriani<br />
con misto di pesci e crostacei<br />
compongono il menù di una maison<br />
d’hôte.<br />
«Andare in Locanda è come stare<br />
a casa», dicono spesso gli ospiti,<br />
anche celebri. Come quella volta in<br />
cui a tavola sedevano Gianni e Marella<br />
Agnelli, la Regina d’Olanda e<br />
quella del Belgio.<br />
locandacipriani<br />
locanda_cipriani<br />
CANTINA LUNAE<br />
LA RINASCITA DEL VERMENTINO<br />
DI LEVANTE<br />
Siamo nella propaggine<br />
più estrema della Liguria<br />
di Levante, al confine con<br />
la Toscana, dove nel 1966 Paolo<br />
Bosoni decide di dedicarsi al vino,<br />
proprio in quella terra che la sua<br />
famiglia coltivava da generazioni.<br />
Insieme al figlio Diego riscopre e<br />
valorizza vitigni locali, in particolare<br />
il Vermentino, riportandone a<br />
giusta gloria il pieno carattere. Le<br />
Alpi Apuane proteggono il territorio<br />
dai venti del Nord e il mare ne<br />
arricchisce l’anima con la sapidità e<br />
i sentori di macchia mediterranea.<br />
Alla Cantina Lunae il lavoro, focalizzato<br />
sul Vermentino, si esprime<br />
in diverse tipologie. Etichetta Grigia,<br />
ovvero vinificazione semplice e<br />
rispettosa che porta a un prodotto<br />
di spiccata freschezza ed eleganza.<br />
Etichetta Nera, da uve che, selezionate<br />
ogni anno, esprimono le maggiori<br />
potenzialità in un vino ricco di<br />
bella complessità. Infine, Numero<br />
Chiuso, dai vigneti sulle colline di<br />
Luni e Castelnuovo Magra, che dimostra<br />
come un Vermentino possa<br />
reggere l’incedere del tempo ed<br />
esprimersi sulla lunga distanza. <strong>La</strong><br />
quantità è definita a priori: una sola<br />
botte in legno da 20 hl, dove riposa<br />
per 18 mesi dopo un’accurata fermentazione<br />
in acciaio.<br />
LVNAEBOSONI<br />
cantinelvnae<br />
Paolo e Diego Bosoni<br />
18
OREROCK, LA NOVITÀ DELL’ESTATE DI PONZA<br />
GUSTO E RELAX IN RIVA AL MARE<br />
Lo chef e proprietario Oreste Romagnolo<br />
Oreste Romagnolo ama il<br />
mare in modo profondo.<br />
Avellinese di nascita e infanzia<br />
a Terracina (LT), ancora molto<br />
giovane parte per i Caraibi dove apre<br />
una società di noleggio imbarcazioni.<br />
Nonostante il grande successo, il<br />
richiamo del Mediterraneo lo riporta<br />
in Italia, dove sceglie Ponza come<br />
suo approdo dedicandosi all’ospitalità<br />
e alla ristorazione. <strong>La</strong> sua cucina<br />
e la sua idea di convivialità hanno<br />
caratterizzato fin dall’inizio la “Dolce<br />
vita” della piccola e meravigliosa<br />
isola del Golfo di Gaeta, animando<br />
le serate di Ponza e riunendo il bel<br />
mondo ai tavoli del suo Orestorante,<br />
tra relax e buona compagnia.<br />
Successivamente ecco Oresteria,<br />
dove il pesce cucinato è rigorosamente<br />
locale, per una cucina di gran<br />
gusto in ambiente informale e con<br />
un bel rapporto qualità prezzo. E,<br />
dato il successo, una Oresteria gemella<br />
apre a Eataly Roma.<br />
Oggi, si aggiunge OreRock, sulla<br />
spiaggia di Santa Maria, un borgo<br />
che pare una minuscola Portofino:<br />
Romagnolo e la moglie Valentina<br />
Riccioni, sommelier e responsabile<br />
delle diverse sale, lanciano la nuova<br />
proposta ponziana, già vera novità<br />
dell’estate <strong>2020</strong>.<br />
«Continuo a giocare con il mio<br />
nome», spiega Romagnolo, «dopo<br />
Orestorante e Oresteria, nasce<br />
OreRock, un connubio di cucina<br />
semplice e gustosa, divertimento e<br />
musica. In una struttura accogliente<br />
e colorata, in legno, interamente<br />
realizzata da artigiani locali, nello<br />
stile delle spiagge mediterranee,<br />
dove anche gli arredi richiamano il<br />
mare».<br />
Il locale apre le porte dall’inizio di<br />
luglio a cena ed entro la fine del<br />
mese sarà operativo anche di giorno.<br />
«Non ci sono Caraibi o Seychelles<br />
che tengano», afferma Oreste.<br />
«Ponza è l’isola più bella del mondo.<br />
Il mare è la mia vita, mia figlia si<br />
chiama Alice», ride. E OreRock già<br />
registra il tutto esaurito.<br />
Oresteria-Orestorante95<br />
Ponza<br />
© claudiozacc/AdobeStock<br />
19
a cura di Luca Mattei<br />
AGENDA<br />
ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />
save LUGLIO<br />
the date <strong>2020</strong><br />
WORLD PRESS PHOTO <strong>2020</strong><br />
ROMA//FINO AL 2 AGOSTO<br />
Khartum, 19 giugno 2019: un giovane<br />
illuminato dai cellulari dei compagni re-<br />
Sconti Trenitalia<br />
cita poesie durante una manifestazione<br />
volta a chiedere un governo democratico<br />
per il Sudan. È con questa scena,<br />
immortalata nel suo scatto Straight voice,<br />
che il giapponese Yasuyoshi Chiba<br />
si è aggiudicato il premio Foto dell’anno<br />
nell’ambito del World Press Photo,<br />
concorso internazionale che dal 1955<br />
premia i migliori professionisti dell’obiettivo<br />
dando una testimonianza storica<br />
dei nostri tempi. Il premio Story of<br />
the Year è andato al francese Romain<br />
<strong>La</strong>urendeau con Kho, the Genesis of Revolt,<br />
reportage sulla gioventù algerina<br />
protagonista del più grande movimento<br />
di protesta degli ultimi decenni nello<br />
Stato nordafricano. Le 139 immagini<br />
finaliste del concorso, protagoniste di<br />
una rassegna a Palazzo delle Esposizioni,<br />
per la prima volta insieme alle foto<br />
più iconiche delle scorse edizioni, sono<br />
frutto di una selezione tra 73.996 scatti<br />
di 4.282 autori provenienti da 125 Paesi.<br />
palazzoesposizioni.it<br />
Yasuyoshi Chiba, Straight voice (2019)<br />
Photo by Yasuyoshi Chiba/AFP<br />
PalazzoEsposizioni Esposizioni<br />
palazzoesposizioni<br />
Alessandro Bazan, Wait (<strong>2020</strong>)<br />
GalleriaGiovanniBonelli GalleriaBonelli<br />
ASTRATTA<br />
MILANO//FINO AL 30 LUGLIO<br />
Non fatevi ingannare dal titolo della mostra<br />
alla Galleria Giovanni Bonelli: le opere di Fulvio<br />
Di Piazza e Alessandro Bazan, tra i maggiori<br />
esponenti della scuola figurativa di Palermo,<br />
hanno davvero poco di astratto se si pensa alla<br />
corrente artistica del ‘900. Il vero significato,<br />
invece, è da cercare nella radice latina del<br />
termine abstractus: trarre fuori, distaccare, in<br />
questo caso, dalla realtà. Che va osservata – è<br />
l’invito dei due artisti – con occhi inconsueti.<br />
Di Piazza ricorre all’allegoria, ricreando nel<br />
suo lavoro più rappresentativo, Guerrilla,<br />
un mondo di esseri immaginifici in un clima<br />
ipnotico. Bazan resta più legato all’immagine<br />
dell’uomo: i suoi due inediti, Volare e Wait, sono<br />
ispirati alla pandemia che causa un bisogno di<br />
libertà dopo la reclusione e, allo stesso tempo,<br />
un’esigenza di attesa per ritrovarsi dopo lo<br />
smarrimento.<br />
galleriagiovannibonelli.it<br />
20
FienileFluoagriturismo fienilefluo fienile_fluo<br />
SCENA NATURA<br />
BOLOGNA//1° LUGLIO>12 SETTEMBRE<br />
Un’esplosione di verde nei colli bolognesi, all’insegna del<br />
turismo di prossimità, con una rassegna all’agriturismo Fienile<br />
Fluò che sottolinea l’influenza della natura sull’arte. Dopo mesi<br />
di lockdown, l’iniziativa porta all’aperto e in sicurezza show di<br />
vario genere. Da non perdere la performance itinerante site<br />
specific Io sono natura, ogni mercoledì fino al 12 agosto. Per<br />
gli amanti della musica a luglio i concerti di Alfio Antico il 12<br />
e gli Ofeliadorme il 19. I cinefili possono gustarsi ogni giovedì<br />
d’agosto film scelti dal critico Roy Menarini sul tema della<br />
natura, L’ultima spiaggia il 6, Antoher Earth il 13, <strong>La</strong> donna<br />
elettrica il 20, Il sale della terra il 27. E per gli appassionati di<br />
camminate, nelle sere del 26 luglio, 23 agosto e 12 settembre,<br />
Tra gli alberi walk, passeggiate teatrali fra i fusti delle colline,<br />
per farsi avvolgere dal loro senso di protezione.<br />
fienilefluo.it | crexida.it<br />
NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA <strong>2020</strong><br />
NAPOLI//1°>31 LUGLIO<br />
Attori come Silvio Orlando, Vinicio Marchioni, Alessio Boni,<br />
Lina Sastri e Iaia Forte, diversi musicisti tra cui Enzo Avitabile e Foja<br />
e sportivi come Patrizio Oliva, Pino Maddaloni e Andrea Zorzi sono<br />
protagonisti della kermesse culturale organizzata dalla Fondazione<br />
Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano.<br />
Una manifestazione che al teatro unisce multiformi espressioni<br />
d’arte. <strong>La</strong> XIII edizione prevede un mese con 130 eventi in 19 luoghi,<br />
tutti all’aperto a eccezione del San Carlo. Non solo a Napoli, anche a<br />
Salerno, Solofra, Pietrelcina e Santa Maria Capua Vetere. Confermate<br />
le dieci sezioni: Italiana, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica,<br />
Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali e Internazionale, che<br />
però partirà in autunno portando a Napoli, tra gli altri, l’artista belga<br />
Jan Fabre. <strong>La</strong> Campania riparte, anche grazie al teatro.<br />
napoliteatrofestival.it<br />
Silvio Orlando (2016)<br />
© Andrea Raffin<br />
NapoliTeatroFestival NapoliTFI NapoliTeatroFestival<br />
BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO<br />
URBINO//19 LUGLIO>1° NOVEMBRE<br />
Se l’alta società del XVI secolo ebbe un esclusivo modello<br />
comportamentale da seguire è merito de Il Cortegiano, uno dei<br />
primi grandi libri moderni, edito a Venezia nel 1528 e presto<br />
tradotto in tutta Europa. Un’opera che ha dato e dà ancora oggi<br />
fama al suo autore, Baldassarre Castiglione, limitando tuttavia<br />
la grandiosità di questa figura di fine intellettuale, centrale per<br />
il Rinascimento. Mantovano di nascita ma urbinate d’adozione,<br />
viene omaggiato dalla città marchigiana con una mostra a<br />
Palazzo Ducale curata da Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti.<br />
L’esposizione restituisce una visione complessiva dell’umanista,<br />
affiancandolo a volti altrettanto affascinanti del suo tempo, da<br />
Leone X a Pietro Bembo, oltre ad artisti come Tiziano, Leonardo<br />
e soprattutto Raffaello, un genio della pittura che merita ulteriore<br />
rilievo a 500 anni dalla morte.<br />
vieniaurbino.it<br />
Raffaello Sanzio, Ritratto di Baldassarre Castiglione (1516-19)<br />
Riproduzione del laboratorio di restauro Factum Arte di Adam Lowe<br />
citta.diurbino ComuneUrbino comuneurbino<br />
21
WHAT’S UP<br />
BRIGA X 10<br />
© Lorenzo Piermattei<br />
IL CANTAUTORE<br />
ROMANO FESTEGGIA<br />
DUE LUSTRI DI<br />
CARRIERA. E LANCIA<br />
IL PRIMO TASSELLO<br />
DI UN PROGETTO<br />
CELEBRATIVO CHE<br />
DURERÀ TUTTO<br />
L’ANNO<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
Non chiamatelo rapper.<br />
Briga si è fatto le ossa col<br />
sudore della fronte, investendo<br />
in un sogno. Quando questo<br />
si è realizzato è iniziato il lavoro duro,<br />
quello per restare in vetta e non finire<br />
nell’incubo del dimenticatoio.<br />
L’artista si è fatto notare anche come<br />
conduttore del programma Stranger<br />
Europe, su Rai4, insieme a Ema<br />
Stokholma. E festeggia ora dieci<br />
anni di carriera con un progetto ad<br />
hoc che ha preso il via con una video-story<br />
su YouTube.<br />
Di cosa si tratta?<br />
Coinvolgeremo il pubblico per un<br />
anno. Ripercorrere una carriera non<br />
è semplice, soprattutto se si recuperano<br />
chicche mai pubblicate.<br />
Sei contento di quello che hai fatto<br />
finora?<br />
Tra le nuove leve, sono uno dei primi<br />
a raggiungere questo traguardo.<br />
Sono stati dieci anni pieni di dischi.<br />
Hai nostalgia di qualcosa?<br />
Degli inizi. Ho fatto la gavetta quando<br />
non c’erano i social e Spotify. Non<br />
ci si inventava cantanti da un giorno<br />
all’altro. <strong>La</strong>voravo in un locale e investivo<br />
tutto nello studio di registrazione.<br />
Era un periodo di scoperta: non<br />
facevo parte del mondo rap, ma ero<br />
bravo a farlo anche se ascoltavo Nirvana,<br />
Placebo, Jeff Buckley e i cantautori<br />
italiani.<br />
Il grande pubblico, però, ti ha conosciuto<br />
ad Amici di Maria De Filippi…<br />
Lì ho lottato per fare valere i miei diritti<br />
e cantare inediti. Sono stato un<br />
apripista, anche se etichettato come<br />
irriverente.<br />
A questo proposito, un altro momento<br />
importante è stato Sanremo<br />
2019 con Patty Pravo.<br />
Il mio festival era fuori dal palco.<br />
Normalmente, se partecipo a una<br />
gara voglio vincere, ma quell’anno<br />
volevo ripulire la mia immagine agli<br />
occhi della stampa.<br />
Come mai ti vedevano ostico?<br />
Durante la conferenza stampa di<br />
Amici, battibeccai con un giornalista.<br />
E avevo le mie ragioni. Altre volte mi<br />
è capitato di rispondere a tono per<br />
domande inappropriate.<br />
Torniamo al progetto decennale.<br />
Live in vista, dopo le restrizioni dovute<br />
al Covid-19?<br />
Sono nate nuove possibilità per fare<br />
i concerti in modo non classico. Ma è<br />
ancora tutto top secret.<br />
brigaofficial<br />
MattiaBriga<br />
brigaofficial<br />
22
IL MIO GIOCO PREFERITO<br />
SI CHIAMA COSÌ<br />
IL NUOVO ALBUM<br />
DI NEK, SECONDA<br />
PARTE DI UN<br />
PROGETTO CON<br />
CUI IL CANTANTE<br />
METTE IN MUSICA<br />
QUESTO PERIODO<br />
COMPLESSO<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu sandragesu<br />
© SbATCH<br />
«<br />
Rialziamoci da terra, ripartiamo<br />
da qui, se ancora<br />
due destini dicono di sì. Lo<br />
so che cambierà», canta in Perdonare,<br />
il primo singolo uscito in avanscoperta<br />
dall’ultimo album di Nek, Il<br />
mio gioco preferito - parte seconda.<br />
E sembra proprio raccontare i tempi<br />
che stiamo affrontando. Nel rispetto<br />
di questi, l’artista lancia tre appuntamenti<br />
live dal titolo Solo chitarra<br />
e voce. Senza altre presenze<br />
sul palco il 28 luglio è a Peccioli (PI),<br />
il 20 agosto a Castiglioncello (LI) e il<br />
21 a Forte dei Marmi (LU).<br />
Qual è il tuo gioco preferito?<br />
<strong>La</strong> mia passione più grande, grazie<br />
alla quale giro il mondo, conosco<br />
tantissime persone e lavoro. Sto<br />
parlando della musica, naturalmente.<br />
Quest’ultimo progetto è nato in un<br />
periodo particolare.<br />
Si è sviluppato in vari momenti, da<br />
un anno a questa parte. Il singolo<br />
E sarà bellissimo trae ispirazione dai<br />
giorni più duri della pandemia, in<br />
cui si vedevano medici e infermieri<br />
lavorare in prima linea, instancabilmente.<br />
Una canzone senza nome,<br />
invece, è una presa di coscienza di<br />
quanto possa toccare nel profondo<br />
una canzone.<br />
Il brano Perdonare è stato registrato<br />
a distanza.<br />
L’ho scritto più di un anno fa ma è<br />
uscito il 13 aprile. Quando l’ho riascoltato<br />
mi sono reso conto del-<br />
la sua attualità. Alcuni pezzi sono<br />
quasi profetici e creano similitudini<br />
con quello che stiamo vivendo. È la<br />
storia di una coppia in crisi e della<br />
forza di ricominciare. Nel contesto<br />
del Covid-19, quella forza si è tradotta<br />
nel coraggio di ripartire.<br />
Il fil rouge del disco?<br />
<strong>La</strong> voglia di condividere ciò che<br />
provo e il sentirsi parte di un tutto,<br />
che è in movimento intorno a me.<br />
<strong>La</strong> cultura, oggi, che valore ha?<br />
<strong>La</strong> sensazione è che non sia una<br />
priorità a cui prestare attenzione.<br />
Ma la musica, in particolare, serve<br />
a trasformare in realtà quello che<br />
abbiamo dentro.<br />
Vent’anni fa hai scritto la canzone<br />
Sul treno…<br />
Viaggiare attiva la creatività e farlo<br />
in treno per me è una costante. Durante<br />
il lockdown ho viaggiato con<br />
Nek Sassuolo Live<br />
l’immaginazione.<br />
Questi mesi ti hanno cambiato?<br />
Penso di più al tempo, a valorizzare<br />
ogni suo attimo.<br />
NekOfficial<br />
NekOfficial<br />
nekfilipponeviani<br />
23
WHAT’S UP<br />
DA GIORNALISTA<br />
MUSICALE AD<br />
AVVOCATO DELLE<br />
STAR. LA CARRIERA<br />
(SUO MALGRADO) DI<br />
PIERLUIGI DE PALMA,<br />
CHE SI RACCONTA NEL<br />
ROCKLIBRO BARI CALLING<br />
PER COLPA<br />
DEL<br />
Uno che sa raccontarsi bugie.<br />
Così Pierluigi De Palma si<br />
definisce nel libro Bari calling.<br />
Un passato da giornalista musicale<br />
e una passione per Bruce Springsteen<br />
e Bob Dylan, ha pubblicato un racconto<br />
autobiografico scritto interamente a bordo<br />
del <strong>Freccia</strong>rossa Roma-Milano. Una<br />
sorta di bilancio esistenziale scaturito<br />
dal dubbio che tutte le scelte cruciali siano<br />
avvenute suo malgrado. Motivo per<br />
cui, capitolo dopo capitolo, chiunque<br />
può riconoscersi nei suoi panni.<br />
Cosa mi dice dei bilanci?<br />
Che sono pericolosi. Vanno fatti in maniera<br />
asettica, evitando l’eccessiva autocommiserazione<br />
o colpevolizzazione. A<br />
me è andata bene, nonostante i piccoli<br />
grandi compromessi che facciamo con<br />
la vita.<br />
Ha lavorato come giornalista musicale,<br />
poi è diventato avvocato dei cantanti…<br />
È stato il mio compromesso con la professione.<br />
Ho scelto un mestiere che avvertivo<br />
più solido, ma restando nell’ambito<br />
dello spettacolo.<br />
Frustrante?<br />
È stata una forzatura emotiva. Sono passato<br />
dalle interviste con Keith Richards<br />
e Paul McCartney alle giornate dentro<br />
l’ufficio notifiche.<br />
Questo libro si presta bene a diventare<br />
uno spettacolo...<br />
Chissà! Per me è tutto una sorpresa,<br />
alcuni ci vedono addirittura un film.<br />
Comunque l’anno scorso, alla Sala<br />
Umberto di Roma, con Leonardo Colombati<br />
e Fabrizio Lucherini abbiamo<br />
registrato il tutto esaurito con lo<br />
storytelling A day in the life. Raccontavamo<br />
della prima apparizione tv di<br />
Elvis Presley nel 1956, che scatenò in<br />
Paul McCartney, Bob Dylan e Bruce<br />
Springsteen il desiderio di diventare<br />
come The King.<br />
© Alessandro De Palma<br />
Lei è stato protagonista dei social<br />
senza avere un account.<br />
Una serie di artisti e amici hanno fatto<br />
promozione per me: Fiorella Mannoia<br />
con una diretta su Instagram, Tiziano<br />
Ferro leggendo un brano del mio libro<br />
e Tommaso Paradiso coinvolgendomi<br />
in una conversazione bellissima. Sono<br />
stati generosi.<br />
Dopo Bari calling?<br />
Mi sono riconciliato con la scrittura e<br />
vorrei scovare le storie nascoste del<br />
rock. G.B.<br />
<strong>La</strong>terza, pp. 168 € 14<br />
24
GEMELLI ON AIR<br />
SU RAI RADIO2<br />
DEBUTTA LO SHOW<br />
CONDOTTO DA<br />
GINO, PACIFICO<br />
ED EDUARDO<br />
ACCIARINO<br />
Quest’estate Rai Radio2 ha<br />
tirato fuori tante novità,<br />
come Back2Back Speciale<br />
Let’s Play!, ogni venerdì alle 21, in cui<br />
i big della musica si mettono a nudo<br />
tra live e interviste. Ma dall’11 luglio,<br />
tutti i weekend dalle 12 alle 13:30, arriva<br />
anche 3x2, uno show condotto da<br />
Gino, Pacifico ed Eduardo Acciarino,<br />
meglio conosciuti come i Gemelli di<br />
Guidonia, apprezzati recentemente<br />
in Viva RaiPlay! al fianco di Fiorello e<br />
nel programma sanremese L’Altro Festival.<br />
Ne parliamo con Gino, il portavoce<br />
del trio.<br />
Cosa succede in questo nuovo show?<br />
Giochiamo con l’ironia. Facciamo cabaret<br />
musicale, abbiamo sempre una<br />
vena comica e molte rubriche asseconderanno<br />
questa nostra caratteristica.<br />
<strong>La</strong> musica è al centro, ma coinvolgiamo<br />
anche gli ascoltatori.<br />
Una grande occasione come speaker…<br />
Ce la cantiamo e ce la suoniamo (ride,<br />
ndr). Conduciamo, ci sono collegamenti<br />
veri o presunti, ma non mancano<br />
medley e giochi di parole su diversi<br />
temi.<br />
Se guardate al futuro cosa vedete?<br />
Speriamo che questa parentesi radiofonica<br />
prosegua in autunno. Anche<br />
perché abbiamo realizzato un grande<br />
Gemelli di Guidonia<br />
sogno, seguendo i consigli di chi lavora<br />
in radio da anni. Un altro desiderio<br />
sarebbe un programma tutto nostro<br />
in televisione. Nel frattempo, però,<br />
siamo nel cast di Made in Sud su Rai2.<br />
G.B.<br />
gemellidiguidonia<br />
GemelliGuidonia<br />
gemelli_di_guidonia_official<br />
Gemelli di Guidonia<br />
Francesca Corona<br />
© Claudia Pajewski<br />
RADIO INDIA<br />
«È stato un rito fondativo per mantenere un legame<br />
con il pubblico durante l’emergenza sanitaria», spiega<br />
Francesca Corona, ideatrice di Radio India, progetto nato<br />
durante il lockdown e trasmesso ogni giorno su Spreaker.<br />
Dopo una breve pausa, il palinsesto radiofonico<br />
concepito dalle compagnie residenti al Teatro India/<br />
Teatro di Roma riparte nei weekend di luglio, dalle<br />
18:30 alle 21:30. «Ora trasmettiamo dal teatro: le porte<br />
sono spalancate e il pubblico può osservare da fuori»,<br />
prosegue Francesca. Il sottotitolo di questa nuova fase è<br />
Cronache fluviali, per evocare un viaggio alla deriva sul<br />
Tevere. «Ogni fine settimana è scandito da una parola<br />
chiave: partenze, navigazioni, avvistamenti, mare aperto».<br />
Poi, a settembre, si tornerà a fare spettacoli: «<strong>La</strong>nceremo<br />
per un mese un Cantiere dell’immaginazione, con<br />
incontri, prove aperte e tavoli di lavoro, per ripensare il<br />
futuro».<br />
TeatroIndia<br />
25
shop 24|7 carpisa.com
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />
[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />
In viaggio con il Prof<br />
LO SPECCHIO<br />
DELLE NOSTRE MISERIE<br />
LEMAITRE TRA I GRANDI DEL ROMANZO FRANCESE<br />
Sabato 12 luglio 2014. Pierre da allo specchio e vede le sue miserie,<br />
Lemaitre e sua moglie, donna i compromessi, le vuote spavalderie e i<br />
colta e arguta, sono all’Elba. falsi eroismi per nascondere i tanti morti.<br />
Lui deve ricevere il Premio internazionale<br />
Raffaello Brignetti – per inciso, mi truffatori e uomini semplici, una giostra<br />
Inizia così un corteo di eroi e mascalzoni,<br />
sembra di ricordare che sia l’unico riconoscimento<br />
letterario che lo scrittore ha del disastroso esodo dei profughi dalla<br />
di protagonisti che gira sullo sfondo<br />
ricevuto in Italia. Siamo a tavola, gustando<br />
del buon pesce, davanti la darsena colpi di scena, scatenando nel lettore<br />
Parigi occupata e travolge con continui<br />
medicea di Portoferraio, fiammeggiante infinite emozioni. Una scrittura sempre<br />
nei colori dei Macchiaioli. Lemaitre mi cinematografica e sempre letteraria, un<br />
dice che per anni gli editori hanno respinto<br />
i suoi manoscritti e che è stato più condizione che permette di vivere le<br />
copione in cui la “drôle de guerre” è una<br />
volte tentato di restare a fare l’insegnante.<br />
Ma la moglie lo ha sempre spinto a un destino più ampio.<br />
contraddizioni dell’anima e di definirle in<br />
scrivere e a raccontare storie perché, Tutto il libro risente di ciò che accade<br />
diceva lei, lui le storie le sa raccontare. quando a guidare sono le paure e il terrore:<br />
la perdita dei riferimenti morali e il<br />
Il Premio Brignetti gli fu assegnato per il<br />
bel libro Ci rivediamo lassù, primo di una rischio di smarrire i valori umani. È a questo<br />
punto che i protagonisti “crescono”,<br />
monumentale trilogia di cui il volume<br />
che abbiamo scelto per <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> è l’ultima<br />
parte. Anche se ognuno può essere È Louise 1 , l’eroina del romanzo, è una<br />
si svelano, intrecciando le loro esistenze.<br />
letto separatamente.<br />
giovane donna ferita con storie d’amore<br />
Lo specchio delle nostre miserie è un’opera<br />
di impianto ottocentesco che contie-<br />
zitella, un orologio biologico che suona<br />
naufragate, 30 anni, nubile e potenziale<br />
ne molte storie, mescola sapientemente molto forte. Desidera più di ogni altra<br />
Dumas e Balzac, Hugo e la sapienza cosa la maternità, principio ispiratore e<br />
noir di Hitchcock. D’altronde, il principio valore fondamentale del romanzo: la<br />
ottocentesco secondo il quale per raccontare<br />
il mondo bisogna raccontare sibile di Louise e quella violenta della<br />
maternità della vergogna, quella impos-<br />
delle storie è il punto di forza dei libri madre adottiva di Raoul che lo renderà<br />
di Lemaitre. Qui fa da sfondo la Francia infelice. E poi la maternità di Alice nei<br />
del 1940, in un tempo sospeso e incerto, confronti del marito e di tutto ciò che la<br />
non si sa ancora se ci sarà una guerra, circonda.<br />
finché i tedeschi non attraversano veloci Désiré Migault è avvocato, medico, pilota<br />
di aereo, funzionario del ministero<br />
e imponenti le Ardenne e si dirigono implacabili<br />
verso Parigi. <strong>La</strong> nazione si guar- della Comunicazione e anche sacer-<br />
1<br />
Intervista di Leonardo Martinelli a Pierre Lemaitre, Tuttolibri, 23 maggio <strong>2020</strong><br />
dote, falso e bugiardo sempre. Lemaitre<br />
ammette, sorridendo, che il personaggio<br />
gli ha preso la mano ed è divenuto più<br />
importante di quanto avesse previsto.<br />
Altri destini sono intrecciati meticolosamente<br />
(«Io sono l’orologiaio», dice di<br />
se stesso Lemaitre): la madre di Louise,<br />
lettrice bovarista, il sergente Gabriel, il<br />
caporal maggiore Raoul, malvagio alla<br />
Quentin Tarantino, Fernand e l’amata<br />
moglie Alice, donna bellissima secondo<br />
i canoni anni ‘50, con quel suo seno da<br />
maggiorata che accende i desideri di tutti<br />
i maschi del romanzo.<br />
Lungi da me svelare la trama, dovete immergervi<br />
in essa e tenere a bada le vostre<br />
emozioni: con Lemaitre non si scherza.<br />
Mondadori, pp. 504 € 20,00<br />
27
UN TRENO DI LIBRI<br />
BRANI TRATTI DA<br />
LO SPECCHIO DELLE<br />
NOSTRE MISERIE<br />
[...]<br />
«Se dovessero arrivare, passeranno<br />
dal Belgio, è già previsto. E posso dirvi<br />
che li stiamo aspettando!»<br />
Louise, che portava piatti di porri in<br />
vinaigrette e frattaglie d’agnello, vide<br />
l’espressione perplessa di un cliente<br />
che mormorava: «Previsto, previsto...».<br />
«Ma insomma!» sbottò il signor Jules,<br />
tornando dietro il bancone. «Da<br />
dove vuoi che arrivino?»<br />
Con una mano, sistemò i vassoi delle<br />
uova sode.<br />
«Qui ci sono le Ardenne: invalicabili!»<br />
Con lo straccio umido, tracciò un<br />
grande semicerchio.<br />
«Qui la linea Maginot: invalicabile!<br />
Quindi, da dove vuoi che passino?<br />
Resta solo il Belgio!»<br />
Finita la dimostrazione, si ritirò in cucina<br />
brontolando. «Non c’è bisogno<br />
di essere un generale per capirlo, e<br />
che cavolo...»<br />
Louise non seguì il resto della conversazione:<br />
la sua preoccupazione<br />
non erano i ragionamenti strategici<br />
del signor Jules, ma il dottore.<br />
Lo chiamavano così, “il dottore”. Erano<br />
vent’anni che andava a sedersi<br />
ogni sabato allo stesso tavolo, vicino<br />
alla vetrina. Con Louise non aveva<br />
mai scambiato più di qualche parola,<br />
sempre molto cortese, buongiorno,<br />
buonasera. Arrivava verso mezzogiorno,<br />
e si accomodava con il suo<br />
giornale. Anche se sceglieva comunque<br />
il dessert del giorno, per Louise<br />
andare a prendere l’ordinazione era<br />
una questione d’onore. “Il clafoutis<br />
sarebbe perfetto” rispondeva in tono<br />
dolce e sempre uguale.<br />
Lui leggeva le notizie, guardava la<br />
strada, mangiava, finiva il suo quartino<br />
e, verso le due, mentre Louise<br />
contava l’incasso, si alzava, piegava il<br />
“Paris-Soir” che abbandonava sul tavolo,<br />
metteva la mancia sul piattino,<br />
salutava e lasciava il ristorante. Persino<br />
a settembre, quando la trattoria<br />
era in fermento per la mobilitazione<br />
generale (il signor Jules era in splendida<br />
forma quel giorno, veniva davvero<br />
voglia di affidargli il comando<br />
© <strong>La</strong>Presse Torino/Archivio Storico<br />
Profughi in Francia, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale (1940)<br />
dello Stato maggiore), il dottore non voce, metterlo in imbarazzo di fronte<br />
aveva cambiato di una virgola il suo ai clienti... <strong>La</strong> rabbia le saliva dentro.<br />
rituale.<br />
Quando le era sfuggito un piatto che<br />
E all’improvviso, un mese prima, si era infranto sul pavimento, in lei era<br />
mentre Louise gli serviva la crème scattato qualcosa. Si era precipitata<br />
brûlée all’anice, le aveva sorriso e si in sala.<br />
era sporto verso di lei per chiederle [...]<br />
una cosa.<br />
Il sabato successivo si sentì comunque<br />
sollevata. Probabilmente anche<br />
Se le avesse fatto una proposta oscena,<br />
Louise avrebbe posato il piatto, lui si era reso conto dell’assurdità<br />
l’avrebbe schiaffeggiato e avrebbe della situazione e non aveva rinnovato<br />
la richiesta. Aveva sorriso gen-<br />
tranquillamente ripreso a servire ai<br />
tavoli. L’unico inconveniente per il tilmente, l’aveva ringraziata per il servizio,<br />
per il quartino, e come al solito<br />
signor Jules sarebbe stato quello di<br />
perdere il suo più vecchio cliente. Ma era sprofondato nella lettura del “Paris-Soir”.<br />
Louise, che non l’aveva mai<br />
non era andata così. Certo, era una richiesta<br />
sconcia, ma era... come dire... veramente guardato, ne approfittò<br />
“Vederla nuda” aveva detto come se per studiarlo. Se la settimana prima<br />
niente fosse. “Solo una volta. Giusto non aveva reagito d’istinto, era perché<br />
quell’uomo non aveva niente di<br />
guardarla, nient’altro.”<br />
Louise, scioccata, non aveva saputo losco o di inquietante. Il viso provato,<br />
triste e stanco. Poteva avere una<br />
cosa rispondere. Era arrossita come<br />
se la colpa fosse sua, aveva aperto settantina d’anni, ma lei non era mai<br />
la bocca, però non era uscito alcun stata molto portata per quel giochetto,<br />
si sbagliava spesso. A distanza di<br />
suono. Il dottore era già tornato al<br />
suo giornale, lei si era chiesta se per tempo, si ricordò di avergli attribuito<br />
caso non avesse avuto un’allucinazione.<br />
l’aveva colpita, perché non la usava<br />
qualcosa di etrusco. Quella parola<br />
Per tutto il servizio, non aveva fatto<br />
altro che pensare a quella strana via del naso pronunciato e un po’<br />
quasi mai. Voleva dire “romano”, per<br />
proposta, passando dall’incredulità adunco.<br />
alla collera, ma intuendo vagamente<br />
che ormai era tardi, che avrebbe voce che presto il reato di propa-<br />
Il signor Jules era eccitato, girava<br />
dovuto piazzarsi davanti al tavolo, ganda comunista sarebbe potuto<br />
con le mani sui fianchi, e alzare la essere punito con la pena di morte.<br />
28
Un assaggio di lettura<br />
Lui proponeva di ampliare il dibattito<br />
(«Fosse per me, manderei al patibolo<br />
anche i loro avvocati... E non scherzo!»).<br />
Louise stava servendo il tavolo<br />
accanto, quando il dottore si alzò per<br />
andarsene.<br />
«Le darò dei soldi, naturalmente. Mi<br />
faccia sapere quanto vuole. E le ripeto<br />
che è solo per guardarla, nient’altro,<br />
non abbia alcun timore.»<br />
[...]<br />
Lungo il tragitto, aveva preso delle<br />
decisioni. Prima di tutto, gli avrebbe<br />
detto che era disposta a fare solo ciò<br />
che avevano pattuito, se si fosse azzardato<br />
a toccarla se ne sarebbe andata<br />
all’istante. Poi avrebbe contato<br />
i soldi, non voleva farsi imbrogliare...<br />
Ma ora, in quella stanza troppo piccola,<br />
capì che la scena che aveva immaginato<br />
non corrispondeva alla realtà,<br />
che tutto si sarebbe svolto con calma<br />
e semplicità.<br />
Non sapeva come comportarsi, e siccome<br />
non succedeva niente diede<br />
un’occhiata alla busta per farsi coraggio,<br />
arretrò di un passo, appese il<br />
cappotto al gancio fissato sulla porta,<br />
si tolse le scarpe e, dopo un attimo di<br />
esitazione, si sfilò l’abito incrociando<br />
le braccia sopra la testa.<br />
Avrebbe voluto che il dottore la aiutasse,<br />
che le dicesse cosa fare. Nella<br />
stanza regnava un silenzio smorzato,<br />
frusciante. Per un attimo credette<br />
di svenire. Se si fosse sentita male,<br />
quell’uomo avrebbe approfittato di<br />
lei?<br />
Louise era in piedi, il dottore seduto,<br />
ma quella posizione non le dava alcun<br />
vantaggio. <strong>La</strong> sua forza era l’inerzia.<br />
Si limitava a guardarla, aspettava.<br />
Nonostante lei fosse in lingerie, era<br />
lui a tenere le mani in tasca, come se<br />
avesse freddo.<br />
Per farsi forza, Louise cercò i lineamenti<br />
familiari del cliente che conosceva,<br />
ma non li trovò.<br />
Dopo un paio di lunghi e imbarazzanti<br />
minuti, visto che qualcosa doveva pur<br />
fare, portò le mani dietro la schiena e<br />
si levò il reggiseno.<br />
Lo sguardo dell’uomo le si arrampicò<br />
sul petto, come attratto da una luce,<br />
e nonostante lui non avesse cambiato<br />
espressione Louise credette di scorgere<br />
un’emozione sul suo viso. Anche<br />
lei si guardò il seno, le areole rosate,<br />
e fu quasi doloroso.<br />
Il signor Jules attraversò la sala. Dal<br />
Non vedeva l’ora che fosse tutto finito.<br />
Così si decise a togliere le mutan-<br />
Siccome Louise non rispondeva, tor-<br />
bancone chiese: «Bevi qualcosa?».<br />
dine, e le lasciò cadere a terra. Non nò da lei tenendo un bicchiere di vino<br />
sapendo come muoversi, rimise le come fosse un bene prezioso.<br />
mani dietro la schiena.<br />
«Quando il dottore ha iniziato a venire<br />
qui (e alzò un sopracciglio in di-<br />
Gli occhi del vecchio scesero lentamente<br />
come una tenera carezza, e si rezione del tavolo), cos’era?... Il ’21, il<br />
fermarono sul basso ventre. Trascorsero<br />
secondi interminabili. Impossi-<br />
ti avessi detto: “Mia piccola Louise, il<br />
’22? Avevi tredici anni! Immagina se<br />
bile dire cosa provasse quell’uomo. signore che vedi lì, quello che viene<br />
Il volto e l’intera persona lasciavano tutti i sabato, be’, è l’ex amante di tua<br />
trasparire qualcosa di indefinibile e di madre!”. Onestamente...»<br />
infinitamente triste.<br />
Louise non si muoveva, non batteva<br />
D’istinto, Louise capì che doveva girarsi.<br />
Forse per sfuggire a quella si-<br />
sguardo freddo, di quelli che non<br />
ciglio, fissava il signor Jules con uno<br />
tuazione straziante.<br />
perdonano. L’uomo bevve un sorso<br />
Ruotò sul piede sinistro, fissò per un di vino.<br />
attimo la marina leggermente storta «E poi... Il tempo passa, tu cresci, lui<br />
appesa sopra il cassettone. Le parve continua a venire qui ogni settimana,<br />
di sentire il suo sguardo sulle natiche. e ormai è troppo tardi.»<br />
Un ultimo scrupolo le fece temere Emise un grugnito, come se quel<br />
che allungasse la mano, che tentasse “troppo tardi” riassumesse da solo<br />
di toccarla, e si voltò di scatto.<br />
tutta la sua vita.<br />
Lui aveva appena estratto una pistola<br />
dalla tasca, e si sparò un colpo in vecchia storia. Risale a quando ave-<br />
«Tua madre e il dottore, sai, è una<br />
testa.<br />
vamo... Quanti? Sedici, diciassette<br />
[...]<br />
anni...»<br />
Louise l’avrebbe schiaffeggiato. Il signor Jules aveva sempre abitato<br />
«Sa tutto dall’inizio e non mi ha mai nel quartiere, i suoi genitori stavano<br />
detto niente...» «So tutto, so tutto... So in rue Ordener. Lui e Jeanne Belmont<br />
un paio di cose, niente di più, Louise!» avevano frequentato la stessa scuola.<br />
Il signor Jules doveva avere due o<br />
«Allora inizierà con il raccontarmi<br />
quello che sa.»<br />
tre anni più di lei.<br />
James Stewart e Kim Novak, protagonisti del film <strong>La</strong> donna che visse due volte, di Alfred Hitchcock (1958)<br />
© <strong>La</strong>Presse/Archivio Storico<br />
29
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
«E com’era bella, tua madre... Proprio<br />
come te! Giusto un po’ più sorridente.<br />
Il dottor Thirion aveva lo<br />
studio in rue Caulaincourt, tutto il<br />
quartiere andava da lui. È così che si<br />
sono conosciuti. E sono rimasti tutti<br />
piuttosto sorpresi. Tua madre aveva<br />
la licenza elementare e, invece di<br />
iscriversi alla scuola per infermiere<br />
come pensavamo, ecco che si mette<br />
a fare la domestica e va a servizio<br />
dalla famiglia del dottore! Be’, ho iniziato<br />
a capirci qualcosa solo quando<br />
ho saputo cosa c’era tra loro. All’inizio,<br />
pensavo che il dottore volesse<br />
semplicemente farsi la cameriera<br />
come tutti, capita così spesso... Ma<br />
non era quello, era innamorato. O almeno<br />
così diceva. Aveva venticinque<br />
anni più di lei, o giù di lì. Le ripetevo:<br />
“Ma insomma, Jeanne, fai la domestica<br />
per amore, che futuro puoi avere<br />
con quell’uomo?”. Niente da fare,<br />
era innamorata anche lei, o almeno<br />
così credeva. Era una romanticona,<br />
tua madre, capisci? Aveva letto dei<br />
romanzi, e non è mai una bella cosa,<br />
ti mette strani grilli per la testa.»<br />
Bevve un altro sorso di vino, scuotendo<br />
il capo, come a dire che casino.<br />
Louise si ricordava della biblioteca<br />
della madre, dei libri letti e riletti,<br />
Jane Eyre, Anna Karenina, un po’ di<br />
Paul Bourget, di Pierre Loti...<br />
«Tutto qui?» chiese.<br />
«Come “tutto qui”? Cosa vuoi di più?<br />
Erano innamorati, andavano a letto<br />
insieme, poco importa!»<br />
[...]<br />
«Padre Désiré! <strong>La</strong> maggior parte dei<br />
suoi “figli di Dio” è malata, sfinita e<br />
denutrita! Sono settimane che non<br />
vedono un pezzo di carne! Accogliendo<br />
altri profughi, non solo non<br />
avrebbe la certezza di salvarli, ma<br />
metterebbe a repentaglio la vita di<br />
quelli che sono già qui! È questo che<br />
vuole il Signore?»<br />
Padre Désiré si fermò, si guardò le<br />
scarpe, riflettendo a fondo. Non era<br />
più il giovane prete entusiasta che<br />
Alice conosceva e amava, all’improvviso<br />
era un uomo dal volto pallido,<br />
i lineamenti tirati, che lasciava<br />
trasparire tutto il suo sgomento.<br />
«Lo so, Alice. Ha ragione...»<br />
Gli tremava la voce, Alice temeva<br />
che scoppiasse a piangere, non sapeva<br />
cosa fare.<br />
«Mi sono interrogato a lungo» riprese.<br />
«Perché Dio ha gettato per<br />
strada milioni di persone? Che errore<br />
abbiamo commesso per meritare<br />
una simile punizione? Le vie del<br />
Signore non mi sono mai sembrate<br />
tanto imperscrutabili... E a forza di<br />
pregare, ho avuto un’illuminazione.<br />
Si guardi attorno, sorella Alice, cosa<br />
vede? In molti di noi questo disastro<br />
ha risvegliato gli istinti più bassi, gli<br />
egoismi più neri, gli interessi più avidi.<br />
Ma in altri ha risvegliato il desiderio<br />
di aiutare, di amare, ha imposto<br />
il dovere della solidarietà. Questo ci<br />
sta dicendo il Signore: fate una scelta<br />
di campo. Volete stare tra quelli<br />
che si chiudono in se stessi, che<br />
sbarrano porta e cuore ai poveri e<br />
agli indifesi che si rivolgono a loro,<br />
oppure tra quelli che spalancano le<br />
braccia, non malgrado le difficoltà,<br />
ma grazie alle difficoltà? Di fronte<br />
all’egoismo, alla paura di non farcela,<br />
alla tentazione di pensare solo<br />
a se stessi, la nostra unica forza, la<br />
nostra vera dignità, è quella di stare<br />
insieme, capisce? Insieme nella<br />
casa di Dio!»<br />
Spesso Alice si lasciava trasportare<br />
dall’emozione, a scapito delle sue<br />
convinzioni. Fece un cenno con il<br />
capo, capisco.<br />
«E si ricordi: “Non state a contare le<br />
fatiche o le pene, perché la casa di<br />
Dio è un rifugio in cui il cuore sa solo<br />
offrire”.»<br />
Nell’inventare versetti, disciplina<br />
che adorava più di tutte, non sempre<br />
Désiré aveva la mano felice, ma<br />
generalmente era piuttosto soddisfatto<br />
dei suoi teatrini. Il suo personaggio<br />
si perfezionava, cresceva di<br />
giorno in giorno. Se la guerra fosse<br />
continuata, in due mesi sarebbe stato<br />
candidato alla canonizzazione.<br />
Da sinistra, Pierre Lemaitre e Alberto Brandani alla premiazione del Brignetti (2014)<br />
© Roberto Medici<br />
30
Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />
ODIO<br />
Daniele Rielli<br />
Mondadori, pp. 528 € 20<br />
I giornalisti che oggi accusano<br />
Marco De Sanctis per una<br />
vecchia storia non sanno quanto<br />
avventurosa sia stata davvero<br />
la sua vita dal giorno in cui, anni<br />
prima, ha stretto amicizia con<br />
un eccentrico imprenditore<br />
del digitale, poi diventato suo<br />
mentore. Non lo sanno perché<br />
non possono leggere Odio, la<br />
sua inaspettata e sconvolgente<br />
confessione.<br />
2084 LA DITTATURA DELLE DONNE<br />
Gianni Clerici<br />
Baldini+Castoldi, pp. 160 € 15<br />
Nel 2084 l’umanità, o ciò che ne<br />
resta dopo un disastro ambientale<br />
e una nuova guerra mondiale, è<br />
regredita a una sorta di medioevo<br />
bucolico, dove il controllo dell’ordine<br />
è affidato a robot e supercomputer<br />
che hanno il compito di assicurare<br />
la sopravvivenza della cosiddetta<br />
Dittatura Democratica. Nel nuovo<br />
regime non si può decidere il proprio<br />
destino e il desiderio, la creatività,<br />
l’eros sono visti con sospetto.<br />
SUD<br />
Mario Fortunato<br />
Bompiani, pp. 304 € 18<br />
Le famiglie felici non sono interessanti;<br />
quelle complicate sì. Valentino lascia<br />
la Calabria da ragazzo, negli anni<br />
’70 del ’900, ma la maturità, che si<br />
annuncia con il balenio a sorpresa<br />
del rimpianto, lo costringe a voltarsi<br />
indietro per misurarsi con la memoria<br />
e le memorie del mondo in cui è<br />
cresciuto. Se le persone non ci sono<br />
più, e spesso non ci sono più da molto<br />
tempo, le loro vite sono lì, e chiedono<br />
di essere raccontate.<br />
OPERAZIONE ATHENA<br />
Luigi Irdi<br />
Nutrimenti, pp. 160 € 15<br />
<strong>La</strong> cittadina portuale Torre Piccola<br />
è turbata dalla morte di un<br />
saldatore nel cantiere Ostro, dove<br />
è in costruzione la nave da crociera<br />
Athena Museàl. Per il pubblico<br />
ministero Sara Malerba non si<br />
tratta di un incidente sul lavoro:<br />
la sua testardaggine e la fortuna<br />
di incrociare indizi e testimoni la<br />
portano a sbrogliare una matassa<br />
fatta di segreti, chiacchiere,<br />
equivoci e depistaggi. G.B.<br />
F***ING SAKURA<br />
Giulio Macaione<br />
Panini Comics, pp. 96 € 15<br />
Che succede se ci si lascia<br />
durante un volo che dovrebbe<br />
essere l’inizio di una splendida<br />
vacanza in Giappone? È quello che<br />
capita a José e Cloe: lui realizza<br />
il viaggio da sempre sognato, lei<br />
è una influencer schiava dello<br />
smartphone che nel Paese del<br />
Sol Levante nemmeno ci voleva<br />
andare. Il viaggio è l’occasione per<br />
fare i conti con le rispettive vite e<br />
gli errori commessi. G.B.<br />
UN GIORNO UNO DI NOI<br />
Giancarlo Pastore<br />
Marsilio, pp. 224 € 16<br />
Graziano è laureato in Lingue e<br />
Letterature straniere, lavora in un<br />
ristorante di Torino e non sa che<br />
direzione dare alla sua vita. Così,<br />
accetta la proposta di Edoardo, un<br />
cliente del locale: accompagnarlo in<br />
America nel più classico e sognato<br />
dei coast to coast in automobile.<br />
Un tragitto che mette i due uomini<br />
davanti a loro stessi, tra fragilità,<br />
desideri e dolorose malattie, vere e<br />
immaginarie. G.B.<br />
31
TRAVEL<br />
DESTINAZIONE<br />
Offerte e servizi<br />
Estate Trenitalia<br />
pp. 104-105<br />
Maratea (PZ)<br />
GLI STABILIMENTI DI RICCIONE<br />
E LE SCOGLIERE DI MARATEA.<br />
LE COLLINE DEL CHIANTI E I<br />
VICOLI DI OSTUNI. IN VACANZA<br />
PER RISCOPRIRE L’ITALIA,<br />
DA NORD A SUD, A BORDO<br />
DI FRECCE, INTERCITY E<br />
REGIONALI<br />
di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />
Mai come quest’anno, dopo il difficile lockdown<br />
seguito dalla riapertura del Paese ma<br />
con regole determinate a impedire al virus<br />
di ripartire, l’estate Trenitalia è stata così ricca e nutrita<br />
di novità e offerte (approfondimento alle pp. 104-105).<br />
Con Frecce, Intercity e Regionali, oltre ai nuovi servizi<br />
FRECCIALink e ai collegamenti intermodali, il turismo è<br />
al 100% sostenibile e a 360 gradi: in treno si va al mare<br />
e in campagna, in montagna e al lago, con il massimo<br />
comfort e in tutta sicurezza.<br />
Fra le novità più importanti il <strong>Freccia</strong>rossa 1000 del Tirreno,<br />
che collega Milano a Roma passando dal Levante<br />
ligure per poi correre lungo la costa fino all’Argentario,<br />
incontrando il porto di Civitavecchia per raggiungere la<br />
Capitale all’ora di cena, e il <strong>Freccia</strong>rossa che unisce Torino<br />
a Reggio Calabria, arrivando in stazione prima che<br />
cominci il tramonto, senza cambi intermedi (approfondimenti<br />
alle pp. 36-42 e 43-45).<br />
In treno esplode la voglia di mare quando, per esempio,<br />
ci si spinge verso Sapri, nell’estremo sud della provincia<br />
di Salerno. Scendendo dal <strong>Freccia</strong>rossa, si palesa<br />
all’improvviso la pittoresca baia del golfo di Policastro.<br />
Molto esteso il lungomare, ideale luogo di ritrovo e passeggio<br />
serale. <strong>La</strong> costa, che sconfina in Basilicata, offre<br />
grotte e panorami mozzafiato. Perfetta da scoprire a<br />
piedi, con un trekking lungo il sentiero Apprezzami l’asino,<br />
dal porto di Sapri allo scoglio dello Scialandro, dove<br />
si staglia il monumento della Spigolatrice, un omaggio<br />
alla poesia di Luigi Mercantini sulla fallimentare spedizione<br />
di Carlo Pisacane per liberare il Regno delle Due<br />
Sicilie dalla dominazione borbonica.<br />
32
ESTATE<br />
© lucamato/AdobeStock<br />
Da non perdere la vicina Dea del mare, così veniva chiamata<br />
anticamente Maratea (PZ), perla incastonata tra<br />
l’azzurro del Tirreno, il verde della macchia mediterranea<br />
e le diverse tonalità di scogliere, isolotti e spiagge<br />
come Acquafredda, Cersuta, Fiumicello, <strong>La</strong> Secca.<br />
Dominano il paesaggio l’antico borgo, un concentrato<br />
di monumenti e luoghi di culto che è valso a Maratea il<br />
soprannome di città delle 44 chiese, e Monte San Biagio<br />
con la statua del Redentore, seconda per dimensioni<br />
solo a quella di Rio de Janeiro.<br />
Proseguendo verso la Calabria il <strong>Freccia</strong>rossa ferma a<br />
Paola (CS), il cui litorale è caratterizzato dai cosiddetti<br />
“pennelli a mare”: insenature a forma di mezzaluna,<br />
dove l’acqua è quasi sempre limpida, delimitate dalle<br />
barriere di sassi a forma di T realizzate per proteggere<br />
la linea ferroviaria che corre lungo la spiaggia. E, ancora,<br />
stop a <strong>La</strong>mezia Terme, Rosarno e Villa San Giovanni<br />
(RC), dove la punta d’Italia quasi si tocca con la Sicilia,<br />
comodamente raggiungibile in traghetto attraversando<br />
lo Stretto di Messina. A pochi chilometri, Reggio Calabria<br />
fa sbizzarrire e meravigliare i turisti, con le sue bellezze<br />
paesaggistiche e culturali, come il Museo Archeologico<br />
Nazionale, il Castello Aragonese, la cattedrale<br />
di Maria Santissima Assunta, l’Arena dello Stretto e il<br />
lungomare Falcomatà.<br />
Sull’altra sponda, invece, è d’obbligo un salto a Riccione,<br />
la perla verde dell’Adriatico con oltre sei chilometri<br />
di arenile sabbioso dal basso fondale, viali alberati,<br />
giardini, parchi divertimento, boutique, locali notturni e<br />
antichi borghi da visitare nei dintorni, come Montefiore<br />
Conca, Mondaino e Montegridolfo. Distanze di sicurezza<br />
garantite e tanti servizi nei 151 stabilimenti balneari<br />
di Riccione, alcuni con spa come i bagni 105 e 110 o con<br />
maxi gazebo e lettini matrimoniali al 71. Senza contare<br />
la Spiaggia delle donne, gestita al femminile e molto<br />
apprezzata dalle mamme, e la nota Spiaggia 61, a metà<br />
strada fra le Terme di Riccione e viale Ceccarini, tra le<br />
poche a tradizione familiare e con oltre un secolo di<br />
storia, da dove ogni mattina Enrico il bagnino va in diretta<br />
su Radio Deejay con le sue scherzose previsioni<br />
del tempo.<br />
<strong>La</strong> cura del sole e dei bagni è garantita anche a Cattolica,<br />
altra tappa dell’estate in <strong>Freccia</strong>rossa, mentre Senigallia<br />
(AN), Bandiera blu dal 1997, è famosa per la sua<br />
Rotonda sul mare, la sabbia fine e vellutata, gli itinerari<br />
in bicicletta tra le colline dell’entroterra, gli eventi e i fe-<br />
33
TRAVEL<br />
Sapri (SA)<br />
stival come il Summer Jamboree (in programma la prima<br />
settimana di agosto).<br />
Non manca l’offerta estiva di Trenitalia Regionale, con<br />
preziose novità come il Trabocchi Line per raggiungere<br />
in treno ed esplorare in bici la splendida Costa dei trabocchi<br />
(approfondimento alle pp. 46-49), in provincia di<br />
Chieti, mentre in <strong>Freccia</strong>rgento si arriva comodamente a<br />
Foggia, Barletta, Bari e Monopoli (BA). E ancora giù, fino<br />
a Brindisi, con tappa anche a Ostuni per il suo pittoresco<br />
borgo medievale, un dedalo di vicoli, scalinate, corti,<br />
piazzette e case bianche impreziosite da gerani, botteghe<br />
artigiane e ristorantini tipici. Sotto la Città bianca del<br />
Castello normanno-svevo, <strong>La</strong>mezia Terme (CZ)<br />
© vmedia84/AdobeStock<br />
© Claudio Colombo/AdobeStock<br />
34
Senigallia (AN)<br />
Salento, il litorale si fa magico tra scogli e calette turchesi<br />
di sabbia dorata, tipiche di questo tratto di costa<br />
adriatica.<br />
In treno si può raggiungere tutto il mare più bello dello<br />
Stivale, quindi. Ma non solo. L’estate in <strong>Freccia</strong>rossa porta<br />
anche a Chiusi-Chianciano Terme (SI) per scoprire la<br />
Ostuni (BR)<br />
suggestiva Val d’Orcia, amata dai turisti di tutto il mondo<br />
per i suoi itinerari fra le colline del Chianti, la Via Francigena<br />
e le località termali. E in Ciociaria, fino a Frosinone,<br />
per un tour tra i Monti Simbruini, le Grotte di Pastena,<br />
l’Abbazia di Montecassino, l’Acropoli di Alatri e la cascata<br />
nel centro di Isola del Liri.<br />
© visualpower/AdobeStock © Buffy1982/AdobeStock<br />
35
TRAVEL<br />
VISTA<br />
MARE<br />
36
Le Cinque Terre dal finestrino del <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />
LATO FINESTRINO PER OSSERVARE VALZER DI DISLIVELLI, LUNGHI<br />
LITORALI, VILLE A PICCO SULLE SCOGLIERE. L’ITALIA SCORRE<br />
DOLCEMENTE FUORI DAL FRECCIAROSSA 1000 CHE PASSANDO DAL<br />
LEVANTE LIGURE ATTRAVERSA LA VERSILIA FINO ALL’ARGENTARIO<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu sandragesu<br />
© Clara Neri<br />
Binario 17, ore 13:10. È partito<br />
dalla Stazione Centrale,<br />
in una Milano ancora un<br />
po’ intorpidita e sottovoce. Sopra,<br />
un cielo grigio scandito dai ritmi più<br />
lenti della domenica.<br />
Ha attraversato la periferia del capoluogo<br />
lombardo, direzione Pavia,<br />
tra gli agglomerati urbani e le<br />
periferie industriali, intervallate da<br />
qualche distesa pianeggiante. Disegni<br />
simmetrici del mietuto, capannoni,<br />
cantieri e ancora pezzi sparsi<br />
di città. <strong>La</strong> prima ora e mezzo ha<br />
semplicemente assecondato, gradualmente,<br />
la sensazione forte di<br />
tornare a viaggiare dopo i mesi del<br />
lockdown. Poi si è incuneato tra le<br />
case di Genova, superando cavalcavia<br />
e panni stesi alle finestre così<br />
vicine da poterci sbirciare dentro<br />
e, da lì, ha intrapreso un percorso<br />
nuovo, fatto di sorpresa e panorami<br />
inaspettati.<br />
37
TRAVEL<br />
L’8633 è il <strong>Freccia</strong>rossa 1000 che<br />
collega Milano a Roma passando<br />
dal Levante ligure per poi correre<br />
su quei binari lungo costa che dalla<br />
Versilia si spingono fino all’Argentario,<br />
incontrando al tramonto il porto<br />
di Civitavecchia e arrivando nella<br />
Capitale per cena.<br />
Domenica 14 giugno, con l’entrata<br />
in vigore dell’orario estivo, ha compiuto<br />
la sua prima corsa. E noi con<br />
lui, da nord a sud, sfilandoci l’impermeabile<br />
in itinere perché nel<br />
frattempo aveva smesso di piovere<br />
e la bella stagione si era affacciata<br />
appena avvistate le Cinque Terre.<br />
Il nuovo collegamento Trenitalia<br />
permette di raggiungere facilmente<br />
alcune delle spiagge e dei borghi<br />
più belli della Liguria e della Toscana,<br />
correndo a basso impatto lungo<br />
il Tirreno, per rilanciare il turismo<br />
nazionale.<br />
Un treno speciale che mixa i servizi<br />
e il comfort di un <strong>Freccia</strong>rossa<br />
1000 alle tratte solitamente battute<br />
dai Regionali e dagli Intercity,<br />
con fermate mai effettuate prima.<br />
Fuori dal finestrino scorre un pezzo<br />
d’Italia, dolcemente, a una velocità<br />
media di 115-150 km/h. Il paesaggio<br />
avanza come un maratoneta, a passo<br />
costante, in certi tratti esplode<br />
di colore e si caratterizza in modo<br />
diverso passando da una regione<br />
all’altra.<br />
Il tempo di una lunga galleria e dal<br />
liscio suburbio agricolo ci si imbatte<br />
in una fitta boscaglia verdeggiante<br />
che sovrasta la linea ferroviaria.<br />
Siamo in Liguria. A Genova Piazza<br />
Principe salgono diversi viaggiatori,<br />
sorpresi di veder spuntare la<br />
silhouette del treno rosso e veloce.<br />
«Sto tornando a Roma, dove lavoro»,<br />
racconta Raffaella. «Ero venuta<br />
qui a trovare i miei genitori, che non<br />
ho visto per mesi a causa della chiusura<br />
dei confini regionali. Mi aspettavo<br />
il <strong>Freccia</strong>bianca ma è spuntato<br />
il 1000, è stata una sorpresa».<br />
Un altro tunnel nero e stretto, tipico<br />
della tratta ligure, ci ingoia per<br />
riemergere dopo pochi minuti a Genova<br />
Brignole. Altra fermata, altre<br />
salite. Alessio pure è diretto nella<br />
Capitale, dopo il weekend trascorso<br />
con il compagno: «Un viaggio<br />
LIGURIA TRA<br />
NATURA E MUSICA<br />
Scendere dal treno e proseguire<br />
a piedi tra sentieri sul mare, rocce<br />
giurassiche, natura mediterranea,<br />
terrazzamenti e vigneti. Cinque<br />
Terre Walking Park è il programma<br />
di percorsi escursionistici,<br />
accompagnati da una guida<br />
esperta, organizzati nel Parco<br />
nazionale omonimo. Il 4 luglio si<br />
parte da Monterosso (SP) per una<br />
camminata tra limonaie antiche e<br />
fioriture, il 5 è previsto un trekking<br />
sui sentieri di Vernazza in cerca di<br />
testimonianze religiose e culturali,<br />
l’11 e il 12 è la volta di Corniglia e<br />
Manarola per arrivare dal mare al<br />
bosco. Sabato 18 luglio si battono<br />
le antiche vie di pellegrinaggio<br />
intorno a Riomaggiore, mentre<br />
il 19, 25 e 26 tornano i panorami<br />
verticali di Monterosso, Vernazza<br />
e Corniglia.<br />
Nel Golfo dei Poeti, invece,<br />
confermata la quarta edizione<br />
del Lerici Music Festival,<br />
manifestazione dedicata alla<br />
musica classica. Dal 3 al 16<br />
agosto, nella caratteristica città<br />
ligure a pochi chilometri da <strong>La</strong><br />
Spezia, arte e melodia diventano il<br />
simbolo del ritorno alla vita e alla<br />
socialità.<br />
Stazione Milano Centrale<br />
© Clara Neri<br />
38
© Clara Neri<br />
Genova vista dal <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />
comodo e sicuro. A novembre mi<br />
laureo in Scienze infermieristiche<br />
e sono particolarmente attento alle<br />
norme anti-Covid. Appena salito ci<br />
hanno dato il kit con mascherina,<br />
poggiatesta e gel disinfettante e ho<br />
notato che il personale addetto sanifica<br />
spesso maniglie e pulsanti».<br />
Ripartiamo con quel ritmo mite che<br />
rende il percorso piacere.<br />
Vista finestrino per assaporare un<br />
valzer di dislivelli, gole, terrazzamenti,<br />
campanili che appaiono per<br />
un attimo, tunnel che alternano<br />
buio a luce, buganvillee e rocce<br />
a picco sul mare. Next stop Santa<br />
Margherita Ligure-Portofino, sei<br />
minuti dopo siamo a Rapallo, se-<br />
Monterosso (SP)<br />
© Freesurf/AdobeStock<br />
39
TRAVEL<br />
© Clara Neri<br />
Due studentesse in viaggio verso Roma<br />
guita da Sestri Levante. A Monterosso,<br />
la più popolosa località delle<br />
Cinque Terre, ci aspetta il sole. Finalmente<br />
è estate. Incastonata a ridosso<br />
dei monti, la piccola stazione<br />
si fa spazio fra tre gallerie e cespugli<br />
in fiore, e fa impressione vedere<br />
che il treno occupa tutta la banchina,<br />
così lungo da non riuscire a<br />
emergere completamente dal tunnel.<br />
Fuori, a pochi passi, nella zona<br />
di Fegina, c’è la lunga spiaggia sorvegliata<br />
dal Gigante, l’enorme statua<br />
ricavata, il secolo scorso, dalla<br />
roccia e raffigurante il dio Nettuno.<br />
Non si riesce a contenere il panorama<br />
che scorre lungo il finestrino.<br />
Passano via palmizi marittimi, agavi,<br />
lingue di terra che si allungano nel<br />
Tirreno ligure, scogliere gugliate,<br />
bastimenti in bilico sull’orizzonte.<br />
«Sono 35 anni che faccio questa<br />
tratta, prima sui Regionali, poi su<br />
qualche <strong>Freccia</strong>» racconta Paolo,<br />
capotreno, capelli canuti e occhiali<br />
in punta di naso. «Vedere un 1000<br />
in queste stazioni mi fa un po’ effetto.<br />
Devo ancora imparare a memoria<br />
tutte le fermate». Il serpentone<br />
rosso dal muso affusolato strizza<br />
l’occhio alle nuove stazioni che lo<br />
attendono, contiene la sua capacità<br />
di lanciarsi a 300 km/h, abbassa<br />
e alza i pantografi per arrestarsi<br />
e ripartire. Da <strong>La</strong> Spezia in un’altra<br />
manciata di minuti siamo in Toscana,<br />
sguardo al mare senza sosta, le<br />
Alpi Apuane alle spalle: benvenuti<br />
in Versilia, fianchi larghi e sabbiosi,<br />
stabilimenti e pontili, fondali sornioni.<br />
A Forte dei Marmi e a Viareggio<br />
salgono facce abbronzate con bici<br />
40
ipiegabili al seguito, dopo il fine settimana<br />
in spiaggia. In tre ore si arriva<br />
nelle due famose località balneari,<br />
sia da Roma sia da Milano. Pisa-Livorno<br />
e il colpo d’occhio è un’altra<br />
cartolina ancora. Veronica e Irene si<br />
sgranchiscono le gambe, sorridono<br />
dietro le mascherine e hanno il tavolino<br />
pieno di appunti ed evidenziatori<br />
colorati. «Andiamo a Roma per sostenere<br />
l’esame di maturità, al liceo<br />
classico. È bello tornare a scuola<br />
dopo tanto tempo».<br />
Il paesaggio si ammorbidisce, si<br />
riempie di pinete, sulle scogliere<br />
di Castiglioncello spiccano le ville<br />
color amaranto, i tuffi dei bagnanti,<br />
gli ombrelloni colorati finalmente<br />
aperti. <strong>La</strong> Costa degli Etruschi ci<br />
aspetta con il sole alto, i suoi colori<br />
giallo ocra, gli uliveti curati e i filari<br />
di cipressi “alti e schietti”. A Campiglia<br />
Marittima arriviamo alle 18 in<br />
punto, l’aria è tiepida e sa di salmastro.<br />
Decelera il <strong>Freccia</strong>rossa 1000,<br />
e generoso trotta delicatamente<br />
per sostare e ripartire dove mai<br />
aveva osato. <strong>La</strong>sciata Grosseto alle<br />
spalle, la <strong>La</strong>guna di Orbetello satura<br />
tutto l’orizzonte, con le vasche di<br />
acqua salata, i fenicotteri, le spiagge<br />
basse e selvagge dell’Argentario.<br />
È un treno che crea meraviglia.<br />
Le persone lo guardano con sorpresa,<br />
lo salutano come il passaggio<br />
di un extraterrestre. A Capalbio<br />
vien voglia di scendere tanto l’aria<br />
sa di ferie d’altri tempi, di gazzosa<br />
al bar e arenili incontaminati. Un<br />
signore anziano è arrivato apposta<br />
per vedere il “treno veloce e rosso”<br />
che arriva in quel borgo che chiude<br />
la Toscana. «È venuto fin quaggiù,<br />
nella terra dei contadini!», esclama<br />
salutandoci. Si percepisce la giornata<br />
calda e ventosa. In dieci minuti<br />
sconfiniamo nel <strong>La</strong>zio, il tempo di<br />
scorgere il porto di Civitavecchia e<br />
si prende un po’ di velocità per arrivare<br />
a destinazione. «Siamo in arrivo,<br />
in orario, nella stazione di Roma<br />
Termini». Fuori ci aspetta un bagno<br />
di luce gialla. Ogni viaggio è una<br />
storia.<br />
A VIAREGGIO<br />
CON PUCCINI<br />
Non solo mare nella Perla del Tirreno.<br />
Ma anche cultura con la 66esima<br />
edizione del Festival Puccini. A<br />
Torre del <strong>La</strong>go, affascinante frazione<br />
viareggina, il compositore ha vissuto<br />
per oltre 30 anni e scritto alcune<br />
delle sue opere maggiori. Qui, la<br />
manifestazione a lui dedicata torna con<br />
una programmazione pensata secondo<br />
i protocolli di sicurezza anti-Covid. Tra<br />
le nuove produzioni in cartellone Tosca,<br />
il 6 e il 14 agosto, e Madama Butterfly l’8<br />
e il 21, per recite tratte dai titoli d’opera<br />
del grande repertorio pucciniano.<br />
Oltre al Gran Teatro all’aperto in riva al<br />
lago, il festival invade da quest’anno<br />
anche la Cittadella del Carnevale, Villa<br />
Paolina e alcune chiese della città. In<br />
programma fino al 14 agosto concerti,<br />
eventi culturali e proiezioni di film. Da<br />
segnalare, il 10 luglio, lo spettacolo<br />
Ci sono giorni che non accadono mai,<br />
con la regia di Sergio Castellitto e le<br />
musiche di Ennio Morricone. Il giorno<br />
dopo va in scena il racconto in musica<br />
di Stefano Massini <strong>La</strong> voce della luna,<br />
il 13 e 14, in prima assoluta, le nuove<br />
composizioni Agli astri e al ciel ispirate<br />
all’opera Tosca.<br />
Castiglioncello (LI)<br />
© Marco Porcu/AdobeStock<br />
41
TRAVEL<br />
© Clara Neri<br />
© Jeferson Silva Castellari/AdobeStock<br />
Un fenicottero rosa nell'Oasi Wwf della laguna di Orbetello (GR)<br />
«È un treno che crea meraviglia: la <strong>La</strong>guna di Orbetello<br />
satura tutto l’orizzonte, con le vasche di acqua salata, i<br />
fenicotteri, le spiagge basse e selvagge dell’Argentario»<br />
<strong>La</strong> laguna di Orbetello dal finestrino del <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />
MUSEI APERTI<br />
IN MAREMMA<br />
Per tutta l’estate aperture straordinarie<br />
ed eventi speciali in musei, parchi e aree<br />
archeologiche della Maremma (GR).<br />
A Massa Marittima si riscopre il pittore<br />
Ambrogio Lorenzetti: ogni giovedì e<br />
venerdì di luglio e agosto, dalla Cattedrale<br />
di San Cerbone parte il tour guidato tra le<br />
opere del Maestro senese presenti nella<br />
cittadina. A Saturnia, la sera di sabato<br />
11 luglio e del 1° agosto, il direttore dei<br />
Musei Civici Massimo Cardosa illustra i<br />
resti antichi del centro storico, mentre il 4<br />
agosto a Manciano, in piazza Magenta, c’è<br />
<strong>La</strong> notte della Luna con leggende e storie<br />
tratte dai miti classici e dalla letteratura.<br />
Per i bambini dai 6 ai 12 anni, a Vetulonia<br />
c’è Vivere nell’antica Vatluna: il <strong>La</strong>go<br />
Prile, il mare e la pesca (prenotazione<br />
alla mail museovetulonia@libero.it).<br />
Tutti i venerdì di luglio delizie culturali<br />
a Pitigliano con Letture al museo, spazi<br />
d’autore degustando, a cura del Museo<br />
Archeologico all’aperto Alberto Manzi.<br />
Tra le tante iniziative estive del Maam di<br />
Grosseto, yoga al parco archeologico<br />
di Roselle (17 luglio), talk, incontri e<br />
aperitivi. Infine, al Magma di Follonica,<br />
venerdì 31 luglio è in programma Notti<br />
dell’Archeologia, la storia sul fuoco:<br />
uomo, fuoco e minerali dalla preistoria ai<br />
tempi moderni. Un esperimento aperto<br />
a bambini e famiglie, seguito da una<br />
degustazione di prodotti tipici e una visita<br />
guidata al museo (prenotazione alla mail<br />
frontoffice@magmafollonica.it).<br />
42
IL TRENO<br />
DELLA LIBERTÀ<br />
IN VIAGGIO<br />
SUL NUOVO<br />
FRECCIAROSSA<br />
TORINO-REGGIO<br />
CALABRIA. PARTITO<br />
IL PRIMO GIORNO DI<br />
APERTURA FRA LE<br />
REGIONI. E METAFORA<br />
DELL’ITALIA CHE<br />
RINASCE<br />
di Gerardo Adinolfi<br />
gerryadi<br />
Carrozza 9, lato finestrino.<br />
Bianca sta leggendo un<br />
libro mentre il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
su cui viaggia corre lungo i binari<br />
che costeggiano il mare cristallino<br />
della Calabria. Gira lo sguardo, vede<br />
dall’alto verso il basso un lungo tappeto<br />
azzurro e calmo. Afferra lo smartphone<br />
e scatta una foto. <strong>La</strong> luce del<br />
primo pomeriggio di giugno la rende<br />
perfetta.<br />
«Il mare, dopo tanto tempo rivedo il<br />
mio mare», dice quasi emozionata, «è<br />
la prima volta che lo osservo da questa<br />
nuova prospettiva». Il mare calmo<br />
che si intravede dal finestrino è quello<br />
di Paola, provincia di Cosenza. E la<br />
nuova prospettiva è il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Torino-Reggio Calabria che sta per<br />
arrivare in stazione dopo aver attraversato<br />
la Riviera dei Cedri e le meraviglie<br />
di Maratea.<br />
Il nuovo collegamento con il treno AV<br />
ha fatto il suo debutto il 3 giugno, proprio<br />
nella giornata di riapertura agli<br />
spostamenti liberi tra le regioni, dopo<br />
il lockdown imposto dall’emergenza<br />
sanitaria. Una data importante, quasi<br />
simbolica. Ma sono i giorni, le settimane<br />
e i mesi successivi a segnare<br />
il cambio di passo. È il passaggio<br />
dall’eccezionalità alla normalità a stabilire<br />
il successo. A creare l’abitudine,<br />
a rendere certa la novità. A far crescere<br />
la consapevolezza di poter partire<br />
dal Piemonte al mattino, per arrivare<br />
in Calabria prima del tramonto senza<br />
dover spezzare il viaggio o cambiare<br />
treno. E senza dover utilizzare l’auto.<br />
Una bella routine. Quattro collegamenti<br />
al giorno, due verso Sud e altrettanti<br />
verso Nord, che da inizio<br />
giugno permettono a tante persone<br />
di tornare e ripartire, andare al lavoro<br />
e rientrare a casa, vedere i propri cari<br />
e trascorrere qualche giorno di relax<br />
per riprendere fiato. Di viaggiare per<br />
visitare una città d’arte. Di salire sul<br />
<strong>Freccia</strong>rossa Torino-Reggio Calabria<br />
per sentirsi parte di una storia o semplicemente<br />
per provare un’alternativa<br />
ad altri mezzi di trasporto. Anche solo<br />
per vedere l’effetto che fa.<br />
Un servizio che fin dal viaggio di debutto<br />
ha significato molto. Metafora<br />
dell’Italia che riaccorcia le distanze e<br />
che avvicina il Sud alle città servite<br />
dall’Alta Velocità. Metafora di un Paese<br />
che riparte e si ritrova in un abbraccio,<br />
che torna a casa, guardando fuori<br />
dal finestrino a testa alta.<br />
© Associazione Ferrovie in Calabria<br />
43
TRAVEL<br />
Il treno è diventato ancora una volta<br />
portatore di libertà, gioia, sorrisi,<br />
seppur nascosti dietro una mascherina.<br />
Portatore di normalità. Quella<br />
che tutti ricercano nei momenti di<br />
difficoltà, quella che tutti credevamo<br />
di aver perso durante il periodo buio<br />
del lockdown, e che stiamo, a piccoli<br />
passi, ritrovando: «<strong>La</strong> prima cosa che<br />
farò sarà andare a mare, salutare gli<br />
amici, vedere i miei nonni, cose normali,<br />
niente di speciale», dice Luca,<br />
20 anni, partito da Milano e diretto in<br />
Sicilia, «è da sei mesi che non vedo i<br />
miei genitori, mi basta esser riuscito a<br />
ritornare».<br />
Enzo, 60 anni, legge invece la scritta<br />
Torino sul tabellone elettronico della<br />
stazione di Reggio Calabria e si ferma<br />
a pensare. <strong>La</strong> memoria, quando vuole,<br />
sa essere più veloce anche di un <strong>Freccia</strong>rossa.<br />
Riapre i cassetti e rispolvera<br />
gli archivi, corre subito indietro nel<br />
tempo e mostra fotografie nitide del<br />
tempo che fu. Il suo ricordo va subito<br />
ai Treni del Sole, i collegamenti fra<br />
il Sud e il Nord d’Italia che venivano<br />
presi d’assalto da chi lasciava la propria<br />
terra in cerca di lavoro e fortuna.<br />
Venivano chiamati i viaggi della speranza.<br />
<strong>La</strong> speranza di una casa, un salario,<br />
una vita dignitosa seppur lontana<br />
dalle proprie origini.<br />
Il mondo oggi è cambiato, e con lui<br />
anche i trasporti. Per speranza si<br />
viaggia ancora, ma le valigie di cartone<br />
hanno lasciato il posto a trolley<br />
colorati e sacche per le bici. Non si<br />
sgomita più per l’ultimo posto in piedi,<br />
ma a bordo di Frecce e Intercity i<br />
passeggeri si sistemano sui posti distribuiti<br />
a scacchiera mentre sopra i<br />
sedili un marker rosso indica quello<br />
da lasciare libero per rispettare il distanziamento<br />
personale. «Ancor prima<br />
di salire ci è stato distribuito un kit<br />
gratuito con mascherina, poggiatesta,<br />
guanti, gel igienizzante e lattina d’acqua»,<br />
racconta Luca, «e vediamo il<br />
personale igienizzare continuamente<br />
ogni maniglia, pulsante e bottone».<br />
44
Nuove norme introdotte con l’emergenza<br />
Covid-19, ma che non hanno<br />
cambiato la natura dei viaggi in treno.<br />
Il treno è sicuro, affidabile, sostenibile.<br />
Green. «È bello», dice Giada, 22<br />
anni, studentessa a Milano. E questa è<br />
forse la parola giusta. Il treno è semplicemente<br />
bello. Può sembrare un<br />
aggettivo banale, generico. Pane comune<br />
per i poveri di vocabolario. Ma<br />
in realtà racchiude in sé tutta l’essenza<br />
dell’esperienza vissuta.<br />
Se non fosse semplicemente bello,<br />
sui social non si troverebbero decine<br />
di video girati nei primi giorni di vita<br />
del nuovo collegamento. Per riprendere<br />
i primi passaggi del <strong>Freccia</strong>rossa<br />
in Calabria c’è chi si è appostato su<br />
un ponte a <strong>La</strong>mezia Terme (CZ), chi<br />
in stazione a Rosarno (RC), chi sulla<br />
banchina della stazione di Scilla (RC).<br />
Anche nell’ultimo chilometro verso la<br />
stazione di Reggio Calabria, il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
è stato accolto da curiosi e<br />
passanti. In silenzio, in attesa di qualche<br />
suono premonitore. Un sibilo, un<br />
fischio. <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> arriva, pochi istanti,<br />
e riscompare.<br />
«Questo treno è lunghissimo», dice<br />
un bambino al padre, «ho contato 12<br />
carrozze». Sugli Etr 500, i <strong>Freccia</strong>rossa<br />
di Trenitalia, le carrozze sono 11. Ma<br />
sui Torino-Reggio Calabria è stata aggiunta<br />
la dodicesima per consentire<br />
una maggiore capienza dei convogli<br />
e, al tempo stesso, rispettare il distanziamento<br />
a scacchiera fra i posti<br />
a sedere.<br />
Se viaggiare in treno non fosse semplicemente<br />
bello non resteremmo a<br />
occhi aperti ogni qual volta dal finestrino<br />
appare il mare della Calabria, la<br />
natura selvaggia del Cilento, il sole di<br />
Napoli e il fascino di Bologna. Viaggiare<br />
sul collegamento AV più lungo<br />
d’Europa, 1.266 chilometri da Nord a<br />
Sud del Paese, è come scattare una<br />
lunghissima panoramica dell’Italia.<br />
Benvenuti, insomma, sul treno della<br />
ripartenza, benvenuti sul <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Torino-Reggio Calabria.<br />
© Giuseppe Tommaso/AdobeStock<br />
Veduta panoramica di Reggio Calabria<br />
45
TRAVEL<br />
ALLA SCOPERTA<br />
DEI TRABOCCHI<br />
IN BICICLETTA SUL LITORALE ABRUZZESE, DA FRANCAVILLA AL<br />
MARE FINO A SAN SALVO. PER AMMIRARE I “RAGNI COLOSSALI”<br />
CELEBRATI DA GABRIELE D’ANNUNZIO<br />
Testo e foto di Claudio Di Dionisio<br />
[ideatore di Bikelife live your passion]<br />
ideale per visitare<br />
la Costa dei trabocchi<br />
parte da Francavilla L’itinerario<br />
al<br />
Mare (CH), dove arrivo in treno perché<br />
all’interno della stazione ferroviaria<br />
trovo la Ciclostazione dei Trabocchi,<br />
per ritirare la bici prenotata che mi<br />
accompagnerà in questo viaggio fra<br />
natura, storia e tradizioni, lungo il litorale<br />
abruzzese che arriva fino a San<br />
Salvo Marina, sempre in provincia di<br />
Chieti.<br />
L’obiettivo è percorrere i 65 chilometri<br />
della Via Verde pedalando sulla<br />
ciclopedonale in fase di ultimazione,<br />
uno dei tratti della Costa più suggestivi,<br />
immerso nella natura. I trabocchi<br />
sono costruzioni in legno, simili a<br />
palafitte in mezzo al mare, un tempo<br />
utilizzati dai cosiddetti traboccanti<br />
per pescare, evitando le imbarcazioni.<br />
<strong>La</strong> partenza dalla porta nord della Via<br />
Verde mi permette di ammirare il litorale<br />
sabbioso di Francavilla al Mare,<br />
cittadina che ha ospitato il Cenacolo<br />
michettiano, dove il pittore Francesco<br />
Paolo Michetti dava alloggio a<br />
Gabriele D’Annunzio e ad altri artisti e<br />
letterati dell’800.<br />
Il percorso che mi avvicina ad Ortona<br />
si snoda sul lungomare fino al Foro<br />
di Ortona, dove il litorale diventa più<br />
aspro e fanno la loro comparsa le prime<br />
scogliere. Sono in zona Ripari di<br />
Giobbe, un promontorio sotto il quale<br />
spunta la prima spiaggia di ciottoli<br />
bianchi della Costa dei trabocchi.<br />
Proseguo il mio viaggio verso Ortona,<br />
che si staglia davanti a me attraverso<br />
le forme maestose del Castello Aragonese,<br />
con vista a 360 gradi sulla<br />
costa e le montagne circostanti, la<br />
Majella e il Gran Sasso. Scendo verso<br />
il porto e intercetto le prime gallerie<br />
che mi riportano sul tracciato<br />
costruito lungo la vecchia ferrovia<br />
Adriatica. Qui il fondo è molto bello e,<br />
proseguendo in direzione sud, arrivo<br />
alla Riserva naturale Punta dell’Acquabella,<br />
una delle calette più belle<br />
e nascoste del litorale.<br />
Scendo poi verso il vecchio borgo<br />
dei pescatori per riprendere il viag-<br />
46
gio diretto a San Vito Chietino, dove<br />
appaiono i primi “ragni” del mare. Mi<br />
fermo a osservarli immaginando i traboccanti<br />
intenti nel tirare le reti, mentre<br />
le mogli preparavano il pescato su<br />
queste palafitte in apparenza poco<br />
stabili, ma che invece resistono da<br />
anni. E sono solo le prime avvisaglie<br />
di quello che mi esplode davanti agli<br />
occhi dopo una manciata di chilometri<br />
tra San Vito Chietino, Rocca San<br />
Giovanni e Fossacesia: mi perdo ad<br />
ammirare il paesaggio tra le spiagge<br />
di sassi bianchi che donano una<br />
luce particolare al mare che le lambisce.<br />
<strong>La</strong> pista mi ha accompagnato<br />
silente, con il suo colore verde per<br />
le biciclette e blu per i camminatori.<br />
Arrivo a Torino di Sangro, dopo circa<br />
45 chilometri dalla partenza, mi fermo<br />
ad ammirare il trabocco Punta Le<br />
Morge e continuo fino a Casalbordino<br />
Lido, dove la ciclabile lascia spazio al<br />
battuto bianco che preannuncia l’in-<br />
TRENO+BICI<br />
<strong>La</strong> collana dei travelbook Trenitalia si arricchisce<br />
di un numero molto atteso dagli amanti delle due<br />
ruote: Ciclovie - 20 percorsi ciclabili da raggiungere<br />
comodamente in treno, che raccoglie idee di<br />
viaggio per ripartire e tornare a godere della natura,<br />
del mare, dello sport. Seguendo il criterio delle<br />
altre guide, sono state selezionate le piste ciclabili<br />
a pochi passi dalle stazioni e i percorsi particolari<br />
a poche pedalate dai servizi ferroviari. Il risultato<br />
sono 20 itinerari mozzafiato da una media di 20<br />
fino a 180 chilometri, come la Tarvisio-Grado, la<br />
Ortona-Vasto, che costeggia il mare nello scenario<br />
meraviglioso dei trabocchi, e la Lecce-Squinzano<br />
47
TRAVEL<br />
gresso nella spettacolare costa rocciosa<br />
della Riserva naturale di Punta<br />
Aderci. Iniziano qui i 13 chilometri più<br />
suggestivi dell’intero percorso. Il promontorio<br />
regala un panorama unico,<br />
tra ciottoli, flutti e montagne abruzzesi<br />
sullo sfondo. I colori della zona<br />
sono eccezionali, il verde dei prati, il<br />
blu del mare, il giallo-arancio della<br />
vegetazione, tonalità che cambiano<br />
sfumature e atmosfera al tramonto.<br />
Continuo il mio percorso guardando<br />
in lontananza il faro di Punta Penna,<br />
fra trabocchi e oasi marine che mi<br />
portano fino a Vasto e a San Salvo,<br />
punto di arrivo della Via Verde.<br />
Al termine di questo viaggio ripercorro<br />
con la mente esperienze vissute,<br />
persone genuine, luoghi identitari,<br />
eccellenze storiche, specialità enogastronomiche.<br />
<strong>La</strong> secolare tradizione<br />
marinara trova, infatti, espressione<br />
in cucina in una miriade di piatti<br />
legati ai prodotti della terra. Questo<br />
connubio si manifesta palesemente<br />
nella tipica ricetta del brodetto di<br />
pesce, risultato della felice e gustosa<br />
unione tra pescato e ortaggi, una sintesi<br />
pressoché perfetta dell’incontro<br />
fra terra e mare rappresentato dallo<br />
stesso trabocco, quel “ragno colossale”<br />
– come lo definiva D’Annunzio<br />
– utilizzato dai contadini per la piccola<br />
pesca. Nel calice, il vino ideale<br />
è senz’altro il Cerasuolo d’Abruzzo. E<br />
qui, naturalmente, tutto diventa più<br />
suggestivo, alla vista e al palato, con i<br />
traboccanti del luogo che propongono<br />
ad arte menù completi sui 40 euro<br />
a persona.<br />
<strong>La</strong> Via Verde è una grande opportunità<br />
per il territorio, un mezzo indispensabile<br />
per valorizzare i centri abitati,<br />
le aree circostanti e l’autenticità di<br />
chi le abita. Attualmente, degli oltre<br />
65 chilometri del percorso originario<br />
ne sono stati completati circa 40 e i<br />
restanti 25 saranno probabilmente<br />
ultimati entro l’estate del 2021. Ma i<br />
cantieri non si fanno notare e resta un<br />
privilegio l’opportunità di soggiornare<br />
lungo la Costa dei trabocchi. Arrivando<br />
in treno e muovendosi dolcemente<br />
su due ruote, respirando natura.<br />
48
Un tratto della Via Verde dei Trabocchi<br />
49
TRAVEL<br />
UOMINI<br />
E PESCI<br />
SULLA COSTA VIOLA,<br />
IN UNO SCENARIO<br />
LEGGENDARIO, PER<br />
SCOPRIRE L’ANTICA<br />
TRADIZIONE DELLA<br />
CACCIA AL PESCE<br />
SPADA<br />
di Filippo Teramo - a cura di VdGmagazine<br />
Al viaggiatore la Costa Viola<br />
riserva sempre delle sorprese.<br />
Non può che trattenere<br />
un’esclamazione di meraviglia,<br />
consapevole che sta per riscoprire<br />
il perpetuarsi di un miracolo della<br />
natura. Colori, suoni, sapori di due<br />
terre antiche e affascinanti, ricche<br />
di storia, miti e leggende: l’Enotria e<br />
la Trinacria. Sembra di vivere quasi<br />
un’avventura dove all’emozione che<br />
nasce alla vista dei verdi terrazzamenti,<br />
veri balconi sul mare calabrese,<br />
si alterna lo stupore incantato per<br />
la seducente suggestione del mare<br />
cristallino della costa che guarda le<br />
Isole Eolie, obbligato imbocco per<br />
lo Stretto di Messina. Scenario naturale<br />
in cui ogni anno, da maggio<br />
a settembre, si pratica con modalità<br />
uniche al mondo la caccia al pesce<br />
spada.<br />
© Daniele Riefolo<br />
<strong>La</strong> passerella, tipica imbarcazione usata per la caccia al pesce spada<br />
50
A maggio l’ambita preda è in amore,<br />
passa dallo Stretto nella sua migrazione<br />
verso Sud, seguendo la Costa<br />
Viola nel tratto tra Villa San Giovanni<br />
e Scilla (RC). Risale poi, da inizio<br />
luglio, passando invece davanti<br />
alla costa di Ganzirri (ME), dove è<br />
possibile avvistare anche qualche<br />
aguglia imperiale, ed è lì che i pescatori<br />
si batteranno in cerca del<br />
loro bottino. Oramai sono rimasti in<br />
pochi a formare gli equipaggi delle<br />
“passerelle”, le tipiche imbarcazioni<br />
a motore che hanno sostituito il luntre<br />
a remi, il cui ultimo esemplare<br />
è custodito ed esposto in una sala<br />
del Castello Ruffo di Scilla. In uno<br />
scenario leggendario e mitologico<br />
– Omero per primo ne cantò i vorticosi<br />
flutti e le tragiche mostruose<br />
gesta di Scilla e Cariddi – uomini e<br />
pesci sono pronti a ingaggiare un<br />
particolare duello.<br />
All’alba di ogni mattina inizia la<br />
caccia al pesce spada (dal greco<br />
- xifías) con le passerelle che rag-<br />
giungono la zona di pesca, divise in<br />
“poste” già assegnate. Anticamente,<br />
a supportare la battuta di caccia<br />
del luntre, gli avvistamenti del pesce<br />
pelagico avvenivano da terra,<br />
dall’alto dei terrazzamenti della Costa<br />
Viola sorretti dai muretti a secco<br />
(armacie), oggi Patrimonio Unesco.<br />
Si tramanda che furono i contadini i<br />
primi ad ammirare gli affioramenti e<br />
i salti d’amore della coppia di pesce<br />
spada (paricchia), segnalandoli così<br />
ai pescatori. Dapprima indicando la<br />
<strong>La</strong> Costa Viola (RC) e l'imbocco dello Stretto di Messina<br />
© Daniele Riefolo<br />
51
TRAVEL<br />
direzione della preda da catturare<br />
con lo sventolio di bandiere bianche,<br />
poi, nel tempo, con cantilene<br />
ritmate che echeggiavano dalla vedetta<br />
(bandiaturi) posta a terra.<br />
Negli anni la vecchia barca a remi<br />
è stata sostituita dalla passerella,<br />
che prende il nome dal lungo ponte.<br />
Una moderna imbarcazione a motore<br />
di 12 metri che solo nel mare dello<br />
Stretto è possibile ammirare. <strong>La</strong><br />
caratteristica passerella – di circa<br />
20 metri di lunghezza – consente al<br />
pescatore armato di fiocina (u 'llanzaturi)<br />
di catturare l’ambita preda<br />
individuata dall’avvistatore di bordo<br />
(u falerotu), in piedi sull’antenna alta<br />
circa 30 metri e che dirige la rotta<br />
con il suo timone ben impiantato in<br />
cima.<br />
Fantastiche sfide in uno scenario<br />
magico. <strong>La</strong> Costa Viola, incastonata<br />
tra vigneti di zibibbo e agrumeti<br />
del pregiato limone sfusato, si riflette<br />
sulle acque del basso Tirreno<br />
reggino, trasformandosi in palcoscenico<br />
mentre si perpetua l’incredibile<br />
duello tra il pesce spada e l’abile<br />
fiocinatore. Entrambi recitano un<br />
vecchio copione, sempre lo stesso,<br />
antico nella tradizione: l’uomo nel<br />
misurarsi in destrezza da pescatore<br />
armato di fiocina (u ferru), il pesce nel<br />
fuggire alla cattura per continuare a<br />
dominare lo Stretto. Un duello per la<br />
<strong>La</strong> passerella di 20 metri da cui prende nome l'imbarcazione<br />
© Valentina Catanese<br />
© Fortunato Polistena<br />
Il rito della "cardata da cruci": il pesce spada viene segnato con croci multiple<br />
sopravvivenza, senza contraddizioni pag. 17) propongono piatti con prodotti<br />
tipici della tradizione, esaltan-<br />
di sorta: da un lato sfamare intere famiglie<br />
di pescatori, dall’altro salvarsi done le proprietà organolettiche<br />
per mantenere la specie. Una volta e valorizzando le produzioni locali<br />
preso, il più misterioso dei riti resta senza dimenticare che oggi questa<br />
la "cardata da cruci": con le unghie attività, pur pittoresca nel suo genere<br />
di pesca, consente di praticare e<br />
si incide la guancia destra del pesce<br />
spada lasciando un segno di croce tramandare l’arte di un mestiere affiancandolo<br />
all’attività della pesca-<br />
multiplo, come riconoscimento del<br />
suo nobile valore di combattente. turismo, valido supporto economico<br />
Dalle squisite carni di ogni splendido<br />
esemplare, la gastronomia locale è raro trovare a bordo, insieme all’e-<br />
per un settore in difficoltà. Infatti non<br />
ma anche quella gourmet (ricetta a quipaggio, turisti e appassionati armati<br />
di macchine fotografiche.<br />
Tutto questo si intreccia con l’offerta<br />
turistica della Costa Viola, che<br />
stupisce con il sentiero del Tracciolino<br />
– sette chilometri di percorso,<br />
da Bagnara a Palmi, tra pareti di<br />
granito a strapiombo sul mare – e<br />
con splendide spiagge come quella<br />
di Porticello, a Villa San Giovanni,<br />
punto di snodo per il transito in<br />
macchina o in treno verso la Sicilia;<br />
e ancora, Marina Grande e Favazzina<br />
nella mitica Scilla, la lunghissima<br />
Marinella a Bagnara, la splendida e<br />
candida Cala Janculla nel territorio<br />
di Seminara, la Tonnara e Pietrenere<br />
nella colta Palmi. Acque cristalline e<br />
scenari naturali di amori e duelli tra<br />
uomini e pesci.<br />
<strong>La</strong> Pesca del Pesce Spada nello<br />
Stretto di Messina<br />
52
CALABRIA<br />
DA OSCAR<br />
LE MONTAGNE DELLA SILA, IL POLLINO, L’ASPROMONTE. MA ANCHE<br />
LA COSTA TIRRENICA TRA SCILLA E PALMI E QUELLA IONICA<br />
TRA CAMINI E RIACE. TUTTI I LUOGHI DELLA REGIONE CHE SONO<br />
DIVENTATI UN SET A CIELO APERTO<br />
di Elisabetta Reale<br />
Nei borghi incastonati tra<br />
montagne e boschi rigogliosi<br />
o lungo le coste che<br />
accarezzano un’acqua cristallina. Tra<br />
volti, storie, tradizioni che si perdono<br />
nel tempo.<br />
Da alcuni anni la Calabria è diventata<br />
un vero e proprio set a cielo aperto,<br />
scelto da produzioni nazionali e internazionali<br />
non solo per la bellezza<br />
mozzafiato del mare, ma anche per<br />
le sue cittadine, i caratteristici luoghi<br />
montani e i Parchi nazionali della<br />
Sila e del Pollino, selvaggi e incontaminati.<br />
Per far conoscere questo territorio<br />
è stato prezioso il lavoro di Calabria<br />
Film Commission, nata nel 2006 e<br />
© lisa_L/AdobeStock<br />
Orsomarso (CS), dove sono state girate alcune scene della serie Fox Trust<br />
53
TRAVEL<br />
© Francesco Farina<br />
Riprese per il video del brano Il povero Cristo, di Vinicio Capossela<br />
diventata poi Fondazione, che con il<br />
suo presidente, Giuseppe Citrigno, a<br />
facendo scoprire luoghi prima sconosciuti<br />
al grande pubblico e ottenendo<br />
partire dal 2017 ha fatto un repentino<br />
prestigiosi riconoscimenti.<br />
cambio di passo, promuovendo e<br />
incentivando, anche attraverso una<br />
legge regionale (approvata a giugno<br />
2019), la produzione di opere<br />
cinematografiche, televisive, web,<br />
audiovisive e pubblicitarie italiane<br />
ed estere.<br />
Dal 2017 al <strong>2020</strong> la Calabria Film<br />
Commission ha sostenuto ben 43<br />
produzioni. Pellicole che hanno raccontato<br />
una terra di luci e ombre,<br />
sogni e speranze, partenze e ritorni,<br />
Come i due David (regia e montaggio)<br />
conquistati nel 2018 da A Ciambra,<br />
di Jonas Carpignano, candidato<br />
anche all’Oscar come film italiano,<br />
interamente realizzato nella periferia<br />
di Gioia Tauro (RC), a fermare una<br />
pagina di degrado e umanità ferita.<br />
Sono poi arrivati altri due David: ai<br />
cortometraggi Bismillah (2018) di<br />
Alessandro Grande, storia delicata<br />
di accoglienza e migrazione girata a<br />
Catanzaro, e Inverno (<strong>2020</strong>) di Giulio<br />
Sul set del film I racconti della domenica, di Giovanni Virgilio, a Serra San Bruno (VV)<br />
Mastromauro, entrambi prodotti o<br />
coprodotti dalla società calabrese<br />
Indaco Film di Luca Marino.<br />
Grandi protagoniste sono anche<br />
le montagne, come la Sila, il Pollino<br />
e l’Aspromonte, diventate set di<br />
importanti produzioni come Aspromonte.<br />
<strong>La</strong> terra degli Ultimi, film del<br />
regista calabrese Mimmo Calopresti<br />
tratto dal libro di Pietro Criaco<br />
Via dall’Aspromonte (Rubbettino<br />
Editore, pp. 222 € 15), che ha scelto<br />
le suggestive ambientazioni di Africo<br />
(RC) e dintorni.<br />
Tra il nord e il sud della Calabria è<br />
stato invece girato Padre Nostro, in<br />
cui Claudio Noce dirige Pierfrancesco<br />
Favino, con riprese sulla costa<br />
tirrenica a Scilla e Palmi (RC), in Sila<br />
a Lorica e sul lago Arvo (CS), e sulla<br />
costa ionica a Camini, Riace (RC) e<br />
al castello San Fili a Stignano (RC).<br />
Nel Pollino, Michelangelo Frammartino<br />
ha girato Il buco, con un<br />
cast di 12 speleologi. <strong>La</strong> provincia di<br />
Crotone ha accolto le “scimmie spaziali”<br />
di Space Monkeys, il primo lungometraggio<br />
del regista crotonese<br />
Aldo Iuliano. Le montagne innevate<br />
della Sila hanno fatto da cornice a<br />
White Flowers thriller visionario di<br />
Marco De Angelis e Antonio Di Trapani,<br />
ambientato tra Giappone e<br />
Italia. Sempre in Sila Gabriele Mainetti<br />
ha girato il suo secondo lun-<br />
54
gometraggio Freaks Out. Tra le produzioni<br />
internazionali anche la serie<br />
Fox Trust, diretta dal premio Oscar<br />
Danny Boyle, sul rapimento di Paul<br />
Getty III, con le scene del sequestro<br />
girate tra Camigliatello Silano,<br />
Civita e Orsomarso (CS). Più a sud<br />
invece, nel borgo montano di Serra<br />
San Bruno (VV), è ambientato il film<br />
I racconti della domenica, diretto da<br />
Giovanni Virgilio e con Francesco<br />
Montanari.<br />
E dalla Calabria, attraverso il cinema,<br />
sono stati lanciati messaggi<br />
potenti per la legalità. Ne hanno<br />
parlato il docu-film Lo Squadrone,<br />
sul corpo dei carabinieri addestrato<br />
per catturare i latitanti in Aspromonte.<br />
Ma anche la fiction con la<br />
regia di Giacomo Campiotti Liberi di<br />
scegliere, che racconta il progetto<br />
del tribunale dei Minori di Reggio<br />
Calabria, voluto dal giudice Roberto<br />
Di Bella, rivolto ai giovani figli di<br />
‘ndrangheta.<br />
A Riace (RC), luogo simbolo dell’accoglienza,<br />
Vinicio Capossela ha deciso<br />
di ambientare il video del brano<br />
Il povero Cristo. Una linfa che ha<br />
permesso alla regione di emergere<br />
per le sue bellezze oltre gli stereotipi,<br />
valorizzando talenti e professionalità.<br />
Un territorio vivace e culturalmente<br />
vivo, capace di dire la sua<br />
nel panorama del cinema italiano e<br />
che ha già pianificato una concreta<br />
ripartenza, in sicurezza, dopo lo stop<br />
dovuto all’emergenza sanitaria da<br />
Covid-19.<br />
«Speriamo di poter continuare a regalare<br />
sogni sostenendo un settore<br />
strategico per la cultura, il territorio<br />
e l’immagine della regione», dichiara<br />
il presidente della Calabria Film<br />
Commission, Giuseppe Citrigno.<br />
«Siamo già ripartiti lanciando i nuovi<br />
bandi di incentivi pubblici per l’attrazione<br />
di produzioni audiovisive,<br />
cinematografiche e musicali, nazionali<br />
e internazionali. Un percorso per<br />
dare subito nuovo impulso al comparto<br />
condiviso pienamente con la<br />
Regione Calabria».<br />
Per ripercorrere il cinema girato in<br />
Calabria vi è anche una preziosa<br />
pubblicazione, Cine Tour Calabria.<br />
Guida alla Calabria cinematografica<br />
(Rubbettino Editore, pp. 200 € 18),<br />
a cura di Maurizio Paparazzo e Giovanni<br />
Scarfò, che racconta 75 anni di<br />
riprese in 185 film. Un viaggio affasciante<br />
che conduce, per esempio,<br />
a Le Castella e Isola di Capo Rizzuto<br />
(KR), luoghi sospesi tra oriente e occidente,<br />
scelti da Mario Monicelli per<br />
L’armata Brancaleone (1966) e da Pasolini<br />
per Il Vangelo secondo Matteo<br />
(1964). Ma anche a Riace, dove Wim<br />
Wenders nel 2010 ha girato Il Volo,<br />
o ad Africo dove Francesco Munzi,<br />
nel 2014, ha ambientato Anime nere,<br />
tratto dal volume di Gioacchino Criaco,<br />
premiato con nove David di Donatello<br />
e tre Nastri d’argento.<br />
Calabria Film Commission<br />
Padre Nostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino<br />
© Emanuela Scarpa<br />
55
UN CASTELLO<br />
DA FAVOLA<br />
NELLA TENUTA DEI<br />
RICASOLI A BROLIO,<br />
TRA LE COLLINE<br />
SENESI, PER VIVERE<br />
UN’ATMOSFERA<br />
MAGICA E INTATTA<br />
NEL TEMPO<br />
di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
andrearadic2019<br />
«<br />
Si chiama porta della campana<br />
– dice mostrando la<br />
corda che sale fino al tetto<br />
– e la faceva suonare mia nonna per<br />
richiamare noi bambini a pranzo. Primo<br />
tocco dieci all’una, secondo pochi<br />
minuti dopo, e se arrivavi tardi mangiavi<br />
la sera. Avevo forse dieci anni».<br />
Vivido e dolce il ricordo con cui il barone<br />
Francesco Ricasoli torna con il<br />
pensiero a uno dei periodi della vita al<br />
castello di Brolio, dove è nato e che<br />
appartiene alla sua famiglia dal 1141.<br />
Qui nacque e visse Bettino Ricasoli,<br />
suo quadrisnonno, il “Barone di Ferro”,<br />
che fu sindaco di Firenze e secondo<br />
presidente del Consiglio nel Regno<br />
d’Italia, dopo Cavour.<br />
Nel corso del tempo il castello ha subito<br />
una travagliata storia di assalti,<br />
guerre e difese. Seppur distante solo<br />
20 chilometri da Siena, Brolio è sempre<br />
stato dalla parte di Firenze, per la<br />
quale rappresentava un avamposto<br />
strategico. Fu raso al suolo e ricostruito,<br />
bombardato e restaurato. Ma oggi,<br />
come da dieci secoli, continua a dominare<br />
le dolci colline, le valli dai mille<br />
toni di verde, gli splendidi vigneti fitti<br />
e movimentati come onde del mare,<br />
che fanno parte dei 1.200 ettari delle<br />
tenute Ricasoli, nel cuore del Chianti<br />
classico a pochi chilometri da Gaiole.<br />
L’atmosfera che si respira a Brolio è<br />
davvero unica. Lo è per la storia che<br />
vi si rivive, ma anche per qualcosa di<br />
ancor più intangibile, eppure molto<br />
Parco e giardini del castello di Brolio (SI)<br />
57
TRAVEL<br />
Francesco Ricasoli<br />
presente. Il senso di una piccola comunità<br />
con la persona al centro della<br />
vita quotidiana. In passato il castello<br />
univa signori e contadini, artigiani<br />
e soldati, era difesa e focolare. Così<br />
oggi. Il senso è il medesimo con la<br />
cantina, i 230 ettari vitati, gli uliveti, le<br />
case coloniche, la piazzetta con l’Agribar<br />
e l’Osteria di Brolio a pochi passi,<br />
l’ospitalità diffusa di Villa Agresto e le<br />
Agriroom. Luoghi di vita e lavoro dove<br />
è molto forte il senso di appartenenza<br />
a ciò che la famiglia Ricasoli incarna e<br />
dove l’accoglienza è il filo conduttore.<br />
«Si tratta di dare qualità sotto ogni<br />
punto di vista», spiega Francesco.<br />
«Brolio è sempre stato frequentato,<br />
già alla fine dell’800: come recita un<br />
cartello che abbiamo conservato, si<br />
poteva lasciare il cavallo presso la<br />
stalla per visitare il castello. Oggi è<br />
una meta molto ambita, perché ci si<br />
immerge nella natura e si respira aria<br />
pulita godendo di buona cucina, ottimi<br />
vini e tanta cultura, grazie alle visite<br />
tematiche e al piccolo ma interessantissimo<br />
museo storico».<br />
Nella storia della tua famiglia quando<br />
compare il vino?<br />
Da sempre. Qui siamo nel cosiddetto<br />
Chianti storico, che comprende oltre<br />
a quello di Gaiole, i comuni di Castellina<br />
e Radda, a un tiro di piccione da<br />
Siena. Brolio è sempre stata la fortezza<br />
più importante a difesa di Firenze,<br />
città con cui la mia famiglia ha sempre<br />
avuto un legame. Noi siamo feudatari<br />
legati alla terra, in famiglia qualche<br />
vescovo e cardinale, ma soprattutto<br />
combattenti, questa era zona di uomini<br />
d’arme. Qui il vino, dunque, è sempre<br />
stato prodotto, diventando nel<br />
corso del tempo un aspetto sempre<br />
più importante per l’economia locale.<br />
Nel 1722 il duca di Norfolk scriveva a<br />
un rappresentante di Brolio a Londra,<br />
per assicurarsi ogni mese la consegna<br />
di non meno di 20 casse del nostro<br />
vino. Poi la grande rivoluzione di<br />
Bettino Ricasoli, che il 26 settembre<br />
1872 ottenne il “vino perfetto” che cercava<br />
da decenni: Sangiovese, un poco<br />
di Cannaiolo e qualche goccia di Malvasia<br />
solo per i vini di pronta beva. Era<br />
Ingresso del castello di Brolio<br />
58
<strong>La</strong> sala da pranzo del castello<br />
nata la ricetta del Chianti classico.<br />
Nel 1993 inizi a occuparti direttamente<br />
dell’azienda.<br />
Un percorso affascinante ma difficoltoso,<br />
un periodo di investimenti, per il<br />
rifacimento dei vigneti e l’introduzione<br />
di un approccio più contemporaneo,<br />
pur mantenendo l’eredità dei Ricasoli:<br />
la ricerca quasi ossessiva del miglioramento<br />
e dell'impronta stilistica che<br />
oggi troviamo nei nostri Chianti classico,<br />
riserva e gran selezione, e nei cru<br />
da singolo vigneto, massima espressione<br />
della conoscenza del territorio,<br />
come il Colledilà Sangiovese in purezza<br />
e il Colleferro 100% Merlot.<br />
Lo stile è anche un valore che si ritrova<br />
nei dettagli dei luoghi di Brolio. <strong>La</strong><br />
quiete caratterizza l’agriturismo Villa<br />
Agresto, una casa immersa nel verde<br />
delle colline in un piccolo boschetto<br />
con sguardo a perdere sui vigneti.<br />
Oppure l’Osteria di Brolio, accogliente<br />
e d’atmosfera sia negli interni dai toni<br />
chiari del legno sia nella zona esterna<br />
all’ombra dei pini. Qui, da poche settimane,<br />
lo chef Luca Aprea guida una<br />
cucina concreta ed elegante che porta<br />
in tavola il territorio con un tocco di<br />
esperienza dalla sua Ischia. L’orto è a<br />
pochi passi dalla cucina e alcuni selezionati<br />
produttori locali aggiungono<br />
gusto e stagionalità alle ricette.<br />
Da non perdere una sosta all’Agribar<br />
“frizzato” negli anni ‘60: arredi, oggetti,<br />
vecchi poster, una bicicletta,<br />
persino la macchina del caffè risale<br />
a quell’epoca, seppur restaurata per<br />
un servizio moderno. Tutto è dedicato<br />
all’Eroica, la manifestazione ciclistica<br />
d’epoca che ogni anno richiama a Gaiole<br />
in Chianti migliaia di partecipanti<br />
dai quattro angoli del mondo (in programma<br />
a ottobre, domenica 4 a Gaiole<br />
e domenica 25 a Buonconvento la<br />
Nova Eroica). Sopra l’Agribar, con vista<br />
sulla piazzetta, quattro camere appena<br />
terminate consentono di vivere<br />
il passaggio dei ciclisti in prima fila.<br />
«L’Eroica è una grande idea di Giancarlo<br />
Brocci, gaiolese appassionato»,<br />
sottolinea Ricasoli, «una festa che<br />
richiama oltre ottomila partecipanti.<br />
<strong>La</strong> salita al castello sulla strada bianca,<br />
come chiamiamo noi lo sterrato, è<br />
davvero suggestiva: i primi la percorrono<br />
ancora al buio, prima dell’alba,<br />
illuminata dalle fiaccole».<br />
Il maniero ospita anche il piccolo ma<br />
irrinunciabile museo di famiglia, alcune<br />
stanze dedicate a momenti e fatti<br />
della storia dei Ricasoli. Dalle armi<br />
appartenute loro nel corso dei secoli<br />
e utilizzate per segnare il destino di<br />
quelle terre, alla stanza del Risorgimento<br />
dedicata alla figura di Bettino<br />
Ricasoli e quella successiva riservata<br />
alla visita di Vittorio Emanuele II. Poi<br />
i bellissimi giardini esterni e la cappella<br />
di San Jacopo con la cripta di<br />
famiglia. A Brolio, dunque, si va per<br />
tornare indietro nel tempo ma anche<br />
per godere di un’accoglienza attenta<br />
e contemporanea. E, se capita di incontrarlo,<br />
per fare due chiacchiere<br />
con il barone Francesco Ricasoli.<br />
ricasoli1141<br />
ricasoli1141<br />
ricasoli1141<br />
Ricasoli1141<br />
59
TRAVEL<br />
IL CAMMINO INTERIORE<br />
A PIEDI SULLE TRACCE DI<br />
SAN BENEDETTO, DA NORCIA A<br />
MONTECASSINO, IN 16 TAPPE.<br />
PER UN’ESPERIENZA UMANA<br />
DIFFICILE DA DIMENTICARE<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
ValuLoSurdo<br />
valentina.losurdo.3<br />
ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
Cos’è un cammino? Venite a fare il San Benedetto<br />
e poi ne parliamo. Difficile da spiegare se non si<br />
vive di persona un’avventura che non è passeggio<br />
né trekking, dove nemmeno la somma di straordinari<br />
elementi che vi concorrono – quali natura, storia, cultura,<br />
tradizioni – danno il risultato finale di cosa sia veramente<br />
un percorso come questo. Un’esperienza forgiata, prima di<br />
tutto, da quanti, camminatori e ospiti, la interpretano. Nel<br />
venire, nel passare, nel decidere di restare. Il cammino, insomma,<br />
perché non sia semplicemente “un” cammino, è<br />
prima di tutto un racconto umano, corale.<br />
E il San Benedetto è unico proprio per questo. Nello scenario<br />
arcaico di un’Italia minore che scorre solo a poche<br />
L'Abbazia di Montecassino (FR)<br />
© Antonio de Carolis<br />
Tappa dopo tappa, un percorso a contatto<br />
con le rupi e le grotte, gli eremi e i boschi, in<br />
autentico spirito benedettino<br />
60
manciate di chilometri dalla Capitale, si snoda un itinerario<br />
che lascia un’impronta indelebile, segnato non soltanto dal<br />
passaggio dei pellegrini ma anche da chi li accoglie.<br />
E così il tratto distintivo del San Benedetto è l’opera, giorno<br />
dopo giorno, di un gruppo di persone che si sono conosciute<br />
nella concomitanza geografica del tragitto, scoprendosi<br />
amiche nella condivisione del medesimo intento.<br />
Sono quanti si prendono cura dei 305 chilometri che descrivono<br />
la rotta del monaco nato a Norcia (PG), intorno al<br />
480, e morto a Montecassino (FR) il 21 marzo 547. Un tracciato<br />
che cuce alcuni tra i paesaggi meno noti di Umbria e<br />
<strong>La</strong>zio, attraversando i luoghi dove ha vissuto il fondatore<br />
dell’ordine benedettino.<br />
Ma andiamo per gradi e ripercorriamo i dati essenziali del<br />
percorso ispirato all’autore della famosa Regola e del celebre<br />
motto “Ora et labora”.<br />
Nato da un’intuizione di Simone Frignani, uno dei costruttori<br />
di cammini più noti a livello internazionale e autore di<br />
guide bestseller per Terre di Mezzo, prende forma da un<br />
cambio di passo nella sua vita. Cresciuto nel mondo scout<br />
e laureato in biologia, nel 2009, dopo un pellegrinaggio sul<br />
Monte Athos, si laurea anche in teologia, diventa insegnante<br />
di religione e si immerge nello studio cartografico che in<br />
tre anni avrebbe dato vita al San Benedetto.<br />
Ne escono 16 tappe a piedi, con una media di 20 chilometri<br />
al giorno e un impegno medio quotidiano di cinque, sei ore,<br />
tra i 400 e i mille metri di quota, percorribile da tutti perché<br />
Simone, nel costruirlo, si è messo nelle gambe dei camminatori.<br />
<strong>La</strong> segnaletica, indicata da una B giallo-crociata,<br />
è infallibile, tuttavia le tappe si possono seguire anche su<br />
tracce GPS, disponibili sul sito camminodibenedetto.it. Immancabile,<br />
poi, l’appuntamento quotidiano con il timbro<br />
della credenziale, il passaporto del pellegrino sul quale<br />
viene certificato il passaggio nei luoghi del Cammino e che<br />
dà diritto a ricevere il Testimonium una volta giunti a Montecassino.<br />
Da un punto di vista storico, il tracciato è sviluppato sull’asse<br />
di tre tappe cardine: la città natale di San Benedetto,<br />
Norcia, quindi Subiaco (RM), dove fondò i primi monasteri,<br />
e infine Montecassino, presso la cui monumentale Abbazia<br />
il Santo morì e dove tuttora è accolto il suo sepolcro. Oltre<br />
a questi luoghi di straordinaria suggestione spirituale,<br />
il Cammino ha il pregio di raggiungere numerosi borghi di<br />
un’Italia vicina ma remota, cornice ideale per un viaggio che<br />
diventa, tappa dopo tappa, un percorso interiore di contatto<br />
con le rupi e le grotte, il verde scuro dei boschi e i luoghi<br />
di romitaggio che restituiscono l’autentico spirito benedettino.<br />
Come gli eremi nei pressi di Roccasecca, vuoti colmi<br />
di preghiera nascosti nelle pareti rocciose a precipizio sulle<br />
gole del fiume Melfa, «nel segno di un uomo che cercò un<br />
ritiro prima ancora di creare una comunità», spiega Frignani.<br />
E, ancora, sullo sfondo di una natura indomita, dai boschi<br />
dei monti Reatini alla Ciociaria senza tempo, fino alle riserve<br />
naturali del Monte Navegna e del Cervia, dei Monti Lucretili<br />
e dei Simbruini, appaiono e scompaiono altre fonti di<br />
luce fondamentali nella storia della spiritualità occidentale.<br />
Il Sacro Speco di San Francesco, a Poggio Bustone (RI), la<br />
Cascia (PG) di Santa Rita, che guarda dirimpetto lo scoglio<br />
Gole del Melfa, Roccasecca (FR)<br />
di Roccaporena nei cui pressi si praticavano culti pagani<br />
risalenti a un passato remoto, il Santuario della Foresta,<br />
dove San Francesco compose il Cantico delle Creature, la<br />
Certosa di Trisulti, l’Abbazia di Casamari e Roccasecca (FR),<br />
città natale di San Tommaso d’Aquino. Punto di luce di tutto<br />
il percorso, l’ascesa alla Casa di Preghiera di San Biagio<br />
dove, poche centinaia di metri sopra l’abbagliante vista del<br />
Sacro Speco di Subiaco, un gioioso gruppo di suore salesiane<br />
conduce una vita in connessione radicale con la natura<br />
e i suoi ritmi, in una dimensione di isolato splendore<br />
dal quale l’indomani, zaino in spalla, sarà difficile congedarsi.<br />
Tutt’intorno a questo silenzioso incanto, fluiscono le<br />
vicende individuali e la storia collettiva del Cammino.<br />
Quello che Simone non poteva prevedere è che fin<br />
dalla sua creazione, nel 2012, questo itinerario avrebbe<br />
cementato un territorio eterogeneo, messo in relazione<br />
persone e dato vita a una vera e propria famiglia<br />
di amici, «perché la gente che vi partecipa crede nel<br />
progetto, ne ha fatto una scelta di vita». Il cammino si<br />
© Tommasino Marsella<br />
61
TRAVEL<br />
© Mirko Pradelli © Paolo Sbraga<br />
Subiaco (RM)<br />
nutre così di essenzialità, frugalità e sincera generosità:<br />
la porta sempre aperta ad accogliere, la fiducia nel pellegrino<br />
che arriva a qualsiasi ora. Diventa metafora per<br />
chi si affida alla vita, lungo una via che ogni sera saprà<br />
riportarti a casa. «Il cammino nasce dal cuore e cresce<br />
nel cuore», prosegue Simone. «Per questo è un’avventura<br />
di uomini e donne che accolgono i pellegrini non<br />
da clienti, ma come se ogni sera entrassero a far parte<br />
di una nuova famiglia».<br />
Il frutto più prezioso seminato da Frignani, infatti, non<br />
è soltanto l’aver portato migliaia di persone a percorrere<br />
questo tragitto di anno in anno, o aver contribuito<br />
in maniera significativa a rivitalizzare territori secondari<br />
rispetto alle arterie principali del turismo: il risultato più<br />
importante di questo progetto è l’associazione Amici<br />
del Cammino di San Benedetto. Sono i referenti di ogni<br />
tappa che, con le loro case, agriturismi o B&B, si prendono<br />
cura, molto oltre il dovuto, della manutenzione<br />
<strong>La</strong>go del Turano (RI)<br />
del tratto a loro afferente, del passaggio di ogni pellegrino<br />
e, soprattutto, di diffondere la cultura del cammino.<br />
Offrendo ospitalità a basso prezzo o persino a libera<br />
offerta, che quasi sempre comprende anche una cena<br />
in casa, oltre alla prima colazione. «Li vado a trovare<br />
costantemente, da otto anni a questa parte percorro il<br />
Cammino per intero almeno una volta l’anno. Ogni tappa<br />
racconta una storia che merita di essere ascoltata,<br />
a cui si aggiunge sempre un nuovo capitolo». È così da<br />
Giusi e Andrea a Norcia, da Piera e i suoi figli al Colle<br />
del Capitano, da Francesco a Ruscio (PG), da Cristina<br />
e Sandro a Leonessa (RI). E, ugualmente, da Rita a Rieti,<br />
da Mauro e Antonella a Le Querce di Tara nei pressi<br />
della Foresta (RI), da Alice e Federico a Colle Berardino<br />
(RI), da Rita a Castel di Tora (RI). Ancora, lo spirito del<br />
cammino raggiunge Maurizio e Simonetta a Orvinio (RI),<br />
Marzia e Fabio a Mandela (RM), Luisa a Trevi nel <strong>La</strong>zio<br />
(FR), Ivana e Giorgio a Collepardo (FR), Roberto e Marina<br />
ad Arpino (FR), dov’è impensabile non andare a trovare<br />
Carlo alla Trattoria del Corso.<br />
62
Infine, Tommaso e Immacolata, con Angelo che ti svela<br />
le grotte, a Roccasecca. Sono loro gli interpreti fondamentali<br />
del San Benedetto, gli amici che ogni pellegrino<br />
incontrerà sulla sua strada e con cui entrerà in contatto<br />
fin da quando riceverà a casa la credenziale e tutte le<br />
informazioni essenziali prima di partire. «Il cammino è<br />
dei pellegrini e di chi accoglie i pellegrini. Come ripete<br />
sempre Mauro a Le Querce di Tara, c’è un Mondo di Sopra<br />
e un Mondo di Sotto. Al Mondo di Sopra appartiene<br />
chi ha fatto suo il messaggio del cammino. I camminatori<br />
stanno letteralmente cambiando il mondo, offrendo<br />
una visione più elevata della vita, seguendo il ritmo dei<br />
propri passi», si emoziona Simone. «Perché questo non<br />
è camminare per camminare, è andare avanti per creare<br />
una nuova coscienza».<br />
Gruppo Cammino di San Benedetto<br />
Strada romana, Cassino (FR)<br />
Camminando verso Santa Maria del Piano, Orvinio (RI)<br />
© Simone Frignani<br />
© Simone Frignani<br />
Terre di Mezzo<br />
pp. 171 € 18<br />
63
TRAVEL<br />
ARCIPELAGO FOSSILE<br />
A CORTINA UNA MOSTRA EN PLEIN AIR IN CUI L’ARTE SI<br />
FONDE CON IL PAESAGGIO. PER RIPERCORRERE IL PASSATO<br />
GEOLOGICO E STORICO DELLE DOLOMITI<br />
di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili<br />
Federico Tosi<br />
Untitled (Manila shell) (2019)<br />
Cemento<br />
Collezione privata<br />
64
Conchiglie, organismi marini,<br />
tracce preistoriche,<br />
ma anche un seme alieno<br />
proveniente da una lontana galassia.<br />
Sembra un romanzo di science fiction,<br />
invece sono le Dolomiti d’Ampezzo,<br />
invase dalle opere degli artisti Alessandro<br />
Ferri (Dado), Federico Tosi,<br />
T-yong Chung.<br />
Dal 25 luglio al 2 novembre, a Cortina<br />
d’Ampezzo (BL) prende il via la prima<br />
edizione della rassegna Sentieri d’arte,<br />
con il progetto Arcipelago fossile<br />
curato da Fulvio Chimento e Carlotta<br />
Minarelli. Due gli itinerari da esplorare,<br />
Pian de ra Spines e Gores de Federa<br />
(aperto agli escursionisti nel 2019), in<br />
cui la storia geologica delle Dolomiti<br />
diventa protagonista dell’avventura.<br />
Tutta l’area, prima di formarsi per<br />
orogenesi con la faglia africana, costituiva<br />
infatti un oceano caldo dotato<br />
di una nutrita barriera corallina,<br />
caratteristica che queste montagne<br />
condividono solo con l’Himalaya. Un<br />
paesaggio molto diverso rispetto a<br />
Federico Tosi<br />
PLATOON (<strong>2020</strong>)<br />
Installazione ambientale, dimensioni variabili, calcestruzzo pigmentato<br />
Courtesy l’artista<br />
quello attuale, riconosciuto patrimonio<br />
dell’Umanità dall’Unesco, che iniziò<br />
a formarsi circa 240 milioni di anni<br />
fa, nel Triassico, in un’epoca in cui la<br />
Alessandro Ferri (Dado)<br />
Lettera "O" il suono sordo del tarassaco (<strong>2020</strong>)<br />
Legno e ferro<br />
Courtesy l’artista<br />
vita sulla Terra si stava riprendendo<br />
dopo un’imponente estinzione di<br />
massa. Nell’Oceano Tetide, da cui ha<br />
avuto origine l’attuale mar Mediterraneo,<br />
crescevano edifici carbonatici,<br />
fabbricati in milioni di anni da esseri<br />
viventi chiamati bio-costruttori: ricci di<br />
mare, spugne, alghe, coralli e molluschi<br />
vivevano colonizzando le alture<br />
dei fondali marini.<br />
Da questo viaggio archeologico prende<br />
il nome Arcipelago fossile, che<br />
per Chimento costituisce una sfida<br />
molto stimolante: «L’obiettivo è stato<br />
quello di realizzare una mostra d’arte<br />
pubblica dal taglio sperimentale, un<br />
progetto site-specific integrato con il<br />
contesto ambientale, ma anche con<br />
la comunità di Cortina. Ci siamo volutamente<br />
tenuti lontani dall’idea di re-<br />
A CORTINA CON<br />
TRENITALIA<br />
Con l’orario estivo di Trenitalia<br />
aumentano i collegamenti per<br />
trascorrere una vacanza immersi<br />
nella natura e in completo relax.<br />
Grazie ai FRECCIALink si possono<br />
visitare le zone incontaminate e<br />
le località più gettonate del Nord<br />
Italia, come Madonna di Campiglio,<br />
Cortina d’Ampezzo, la Val Gardena,<br />
la Val di Fassa e la Val di Fiemme.<br />
Visitare Cortina è possibile anche<br />
grazie alla soluzione intermodale<br />
treno regionale+bus che prevede<br />
18 collegamenti per la Regina<br />
delle Dolomiti.<br />
trenitalia.com<br />
65
TRAVEL<br />
alizzare un percorso legato alla <strong>La</strong>nd art, considerando<br />
quella splendida stagione definitivamente conclusa, e<br />
nello stesso tempo abbiamo accuratamente evitato di<br />
incentivare meccanismi di spettacolarizzazione dell’arte,<br />
come avviene abitualmente in questo tipo di contesti».<br />
Arcipelago fossile, continua il curatore, «nasce da un’approfondita<br />
conoscenza del paesaggio umano legato<br />
a questa parte delle Dolomiti. Solo successivamente<br />
è stato possibile elaborare un progetto espositivo che<br />
mira alla creazione di un rapporto diretto tra le opere<br />
plastiche e l’essenza di luoghi carichi di fascino e di fascinazioni».<br />
Attraverso il percorso en plein air, infatti, arte e natura<br />
si integrano: le installazioni sono pensate come ritrovamenti<br />
accidentali, si manifestano improvvise muovendo<br />
nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano<br />
un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata.<br />
Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva le idee<br />
degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità<br />
intera. Nello sviluppo delle opere, ciascun artista si<br />
è concentrato su uno dei regni biologici del creato. Tosi<br />
affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che rimandano<br />
a reperti provenienti da un passato contaminato di<br />
contemporaneità. Ferri (Dado) si misura con la componente<br />
vegetale, creando imponenti installazioni realizzate<br />
con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che<br />
ricordano la forma del fiore di tarassaco. T-yong Chung<br />
T-yong Chung,<br />
Sento qualcuno… (<strong>2020</strong>)<br />
Resina<br />
Courtesy Renata Fabbri arte contemporanea<br />
66
Sentiero di Gores de Federa, Cortina d’Ampezzo (BL)<br />
si occupa della sfera umana connessa alla componente<br />
intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di<br />
filosofi e ricercatori che hanno influenzato a vario titolo il<br />
tempo presente. Gli interventi risultano mimetici rispetto<br />
al contesto naturale, determinando momenti di scoperta<br />
e aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una<br />
sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il<br />
raccoglimento interiore del visitatore. L’esperienza quasi<br />
mistica porta fuori dal tempo ma meglio comunque<br />
munirsi di scarpe comode, perché non va dimenticata la<br />
componente alpinistica della zona.<br />
<strong>La</strong> valorizzazione del territorio e della comunità è infatti<br />
l’altro aspetto importante del progetto che vede la collaborazione<br />
con il Liceo artistico di Cortina e l’istituzione<br />
Le Regole d’Ampezzo, «senza il cui appoggio ed entu-<br />
siasmo non saremmo riusciti a realizzare la mostra», afferma<br />
Carlotta Minarelli dell’Associazione Controcorrente,<br />
che ha curato la rassegna con Chimento. «Il Liceo ha<br />
una storia importante e il suo contributo è visibile lungo<br />
il sentiero di Pian de ra Spines, dove le opere dell’artista<br />
Dado seguono una serie di installazioni realizzate dagli<br />
studenti. Le Regole d’Ampezzo sono un’istituzione di<br />
origine medievale che possiede gran parte del territorio<br />
della conca. <strong>La</strong> cura con cui questa proprietà condivisa<br />
viene preservata, gli usi e le tradizioni delle Regole<br />
costituiscono un mondo affascinante tutto da scoprire».<br />
Esattamente come i due sentieri su cui si svolge questa<br />
nuova esperienza immersiva.<br />
Associazione Controcorrente Bologna<br />
UNA MONTAGNA DI LIBRI<br />
Incontrare i propri autori preferiti all’ombra di un cirmolo, nel cuore delle Dolomiti.<br />
Scoprire libri che emozionano, capire qualcosa in più del tempo complesso che<br />
stiamo attraversando. Sono le esperienze che per l’estate <strong>2020</strong> di Cortina d’Ampezzo<br />
offre Una Montagna di Libri, festa internazionale della letteratura che compie 11 anni.<br />
Inaugurata da Steven Pinker, docente di psicologia ad Harvard e autore di Illuminismo<br />
adesso (Mondadori, pp. 636 € 40), la kermesse porta in quota protagonisti del pensiero<br />
e della scienza come David Quammen, Andrea Crisanti, Vincenzo Venuto, Paolo <strong>La</strong>ndi,<br />
Michael Jakob. Ma anche dello spettacolo come Linus, che il 10 agosto racconterà<br />
il suo romanzo Fino a quando (Mondadori, pp. 120 € 17) e grandi narratori tra cui<br />
Cathleen Schine, Gian Arturo Ferrari, Michele Masneri, Mahsa Mohebali, Lorenzo<br />
Sassoli, Antonio Monda. Non mancano giornalisti come Maurizio Molinari, Elisabetta<br />
Rosaspina, Marina Valensise, Bruno Vespa, Paolo Mieli, oltre ai finalisti del Premio<br />
Campiello – Patrizia Cavalli, Sandro Frizziero, Francesco Guccini, Remo Rapino, Ade<br />
Zeno –e all’atteso vincitore del Premio Strega.<br />
Diretta da Francesco Chiamulera, Una Montagna di Libri è un’esperienza interattiva<br />
che in tempi di Covid-19 diventa anche un canale di incontri in streaming da Cortina, su<br />
Facebook e YouTube. Ogni giorno un evento.<br />
unamontagnadilibri<br />
MontagnaDiLibri<br />
unamontagnadilibri<br />
67
IN VIAGGIO CON<br />
© Marco Alpozzi/<strong>La</strong>Presse<br />
68
IL PIACERE<br />
DI SCIVOLARE<br />
IN FRECCIAROSSA CON SOFIA GOGGIA, MEDAGLIA D’ORO OLIMPICA<br />
DI DISCESA LIBERA CHE HA DA POCO RIPRESO CON ENTUSIASMO<br />
L’ATTIVITÀ SPORTIVA SULLE VETTE ITALIANE<br />
di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />
Agiugno ha finalmente rimesso gli sci ai piedi<br />
allo Stelvio, per tutto il mese. «Tornare sulla<br />
neve è stato fantastico, a sciare, scorrere, scivolare,<br />
la parola più bella che ci sia, composta da “sci”<br />
e “volare”». Sofia Goggia, bergamasca, medaglia d’oro<br />
olimpica di discesa libera a Pyeongchang 2018 – l’Italia<br />
non la vinceva dal 1952 con Zeno Colò – e campionessa<br />
mondiale nella stessa disciplina, inizia così a raccontare<br />
la ripresa dell’attività che affronta carica e positiva.<br />
Stato d’animo attuale?<br />
Sono tranquilla e serena, dopo una cauta ripresa, ades-<br />
so c’è un rinnovato entusiasmo, voglia di fare e lavorare.<br />
Desidero tornare al top.<br />
Con quali obiettivi?<br />
Per una sportiva del mio livello lo scopo è quello di tornare<br />
a vincere. Personalmente, voglio prima ritrovare<br />
una sciata veloce, ma solida e consistente, con la quale<br />
i risultati saranno una conseguenza naturale. Adesso<br />
voglio a andare a letto ogni sera dicendomi che ho lavorato<br />
bene e sono soddisfatta di me.<br />
Ti attendono sacrifici.<br />
Non mi piace parlare di sacrifici ma di scelte e, quali<br />
© Moro Francesco/<strong>La</strong>Presse<br />
69
IN VIAGGIO CON<br />
che siano le proprie, comportano sempre la rinuncia a<br />
qualcosa. Non esiste successo senza rinuncia. Preferisco<br />
soffermarmi sulle scelte compiute, senza le quali<br />
non avrei potuto raggiungere i miei traguardi, piuttosto<br />
che pensare a ciò che mi manca.<br />
Quale rapporto hai con il viaggio?<br />
Innanzitutto è una dimensione della professione, quindi<br />
posso descrivere a memoria le piste da sci in Polonia<br />
o in Corea, ma non ho mai visitato una città. Il nostro<br />
lavoro è recarci nella località sciistica e dare il meglio<br />
di noi scendendo sulle piste. Poi, devo dire che amo<br />
molto il mese che passiamo in Argentina ad allenarci,<br />
a Ushuaia, luogo spettacolare in Patagonia, nella Terra<br />
del Fuoco. Una terra che per me non ha segreti e di cui<br />
sono innamorata. Ci ho passato un anno della mia vita<br />
e la conosco quasi meglio di Bergamo, dove sono nata.<br />
Ushuaia mi è entrata nel cuore, la prima volta avevo 16<br />
anni, appena arrivata in Nazionale, nella fase in cui tutto<br />
è nuovo e bello e hai negli occhi tanta curiosità e voglia<br />
di vivere ogni singolo momento con grande entusiasmo.<br />
Mi piace svolgere il mio lavoro di preparazione nell’altro<br />
emisfero, mi dà una grande tranquillità che non provo in<br />
Europa, più vicina a casa ma con ritmi frenetici. Là posso<br />
davvero concentrarmi al meglio: allenamenti, pane e<br />
sci, motivando me stessa e chi lavora con me.<br />
Viaggi in treno?<br />
Molto spesso sulla tratta Milano-Roma. È sempre una<br />
bella sensazione viaggiare stando fermi e potendosi<br />
dedicare ad altro. Spesso ascolto musica o audiolibri,<br />
come fossi a casa, senza stress. Godendo del bellissimo<br />
paesaggio che scorre all’esterno, in particolare mi piace<br />
quando il treno attraversa le colline dell’Italia centrale,<br />
prima di raggiungere Roma.<br />
Se tornassi bambina, quale sarebbe il profumo della<br />
tua infanzia?<br />
Oltre a quello della neve, che in pochi sanno percepire,<br />
è quello dell’alta montagna, un insieme di erba<br />
secca, piante che fioriscono, mirtilli, ma anche sterco.<br />
Un profumo che senti solo in alta quota, perfettamente<br />
descritto da Paolo Cognetti nel suo libro Le otto montagne<br />
(Einaudi, pp. 208 € 18,50): leggendolo ho sentito<br />
gli stessi profumi di quando salgo nella mia baita in Val<br />
d’Aosta, a 2.600 metri, senza elettricità né acqua corrente.<br />
Il mio luogo del cuore.<br />
Sofia-Goggia<br />
goggiasofia<br />
iamsofiagoggia<br />
70
igfive.it<br />
L’estate me la (s)passo al MUSE perché…<br />
Scrivici il tuo perché sui nostri canali social @musetrento @museomuse<br />
e scopri il programma al Museo delle Scienze di Trento e nelle sue sedi in Trentino<br />
MUSE - Museo delle Scienze<br />
www.muse.it<br />
Special Sponsor<br />
L’Orto del MUSE è sostenuto da Novamont, Menz & Gasser, Azienda Agricola Orto Mio<br />
Il Museo Geologico di Predazzo è sostenuto da Leitner Ropeways e da Montura<br />
Il MUSE riapre in sicurezza grazie a Nuova Sapi, Digital Technologies, Germo, Solimene Forniture Industriali
TRIBUTE<br />
L’OCCASIONE<br />
PERDUTA<br />
© Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />
72
È QUELLA DI CHI<br />
NON HA POTUTO<br />
ASCOLTARE DAL<br />
VIVO EZIO BOSSO,<br />
IL DIRETTORE<br />
D'ORCHESTRA,<br />
COMPOSITORE E<br />
PIANISTA (PER CASO)<br />
CHE HA FATTO<br />
DELLA PASSIONE<br />
PER LA MUSICA<br />
LA SUA MISSIONE<br />
PERSONALE<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
valentina.losurdo.3<br />
ValuLoSurdo<br />
ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
Che Ezio Bosso stesse combattendo<br />
da anni lo sapevamo<br />
bene. Quello che<br />
non si sapeva così bene era fino a<br />
che punto fosse coraggioso. Stringeva<br />
i denti e andava avanti, anche<br />
quando la sofferenza sarebbe stata<br />
insostenibile per chiunque. Secondo<br />
quello che gli era stato detto,<br />
sarebbe dovuto morire anni fa. Invece<br />
le parole e i pronostici, persino il<br />
dolore fisico, svanivano, il tempo di<br />
sollevare in aria la bacchetta. Il desiderio<br />
di musica era la sua forza e<br />
la malattia poteva attendere.<br />
Pure, sapevamo bene che Ezio era<br />
un musicista capace di contattare<br />
personalmente il cuore della gente.<br />
Quello che la gente, il suo pubblico,<br />
milioni di spettatori davanti a Che<br />
storia è la musica, la serata evento<br />
andata in onda su Rai3 a giugno e a<br />
dicembre 2019, probabilmente non<br />
ha saputo è che il mondo della classica,<br />
e dei critici musicali in particolare,<br />
faticava ad accogliere il nome<br />
di Bosso accanto a quelli dei grandi<br />
direttori d’orchestra del nostro<br />
tempo. Come se essere popolari,<br />
persino troppo popolari, fosse un<br />
demerito a discapito della qualità<br />
artistica. Certamente ciò che piace<br />
al popolo non sarebbe necessariamente<br />
piaciuto a Beethoven. Ma<br />
Ludwig in persona avrebbe amato<br />
Ezio, perché era un musicista vero.<br />
Ma in cosa è stato davvero grande?<br />
Regola numero uno: non chiamatelo<br />
pianista, non ricordatelo al pianoforte.<br />
Lui stesso si considerava<br />
pianista per caso, un dilettante, insomma.<br />
Semmai era un contrabbassista,<br />
strumento che aveva studiato<br />
per anni e su cui si era fatto le ossa,<br />
con ottimi risultati. Poi c’era Ezio il<br />
compositore, tra l’altro prolificissimo,<br />
che ha scritto pagine indimenticabili:<br />
se ci siamo emozionati con<br />
il film Io non ho paura è stato anche<br />
grazie alla sua colonna sonora. Ma,<br />
al di là di questo, Ezio Bosso era<br />
prima di tutto un grande direttore<br />
d’orchestra e così vorrebbe essere<br />
ricordato. Aveva un dono straordinario<br />
per l’analisi e l’apprendimento<br />
delle partiture, le ricordava tutte a<br />
memoria sino ai più reconditi pentagrammi<br />
che facevano l’insieme, e<br />
infatti dirigeva sempre senza spartito.<br />
Aveva un’incrollabile dedizione:<br />
curava personalmente la revisione<br />
delle parti che distribuiva ai professori<br />
d’orchestra, segnando con<br />
la matita le arcate, una ad una. Ed<br />
era capace di coinvolgere i musicisti,<br />
come anche i suoi collaboratori,<br />
nel suo rapporto immersivo con la<br />
musica, in cui sempre di più al pronome<br />
“io” prediligeva un autentico<br />
“noi”. Il noi di una famiglia musicale,<br />
che sceglie di provare fino a quando<br />
ce n’è bisogno, di condividere il<br />
tempo della vita insieme. Nella sua<br />
capacità di comunicare e coinvolgere<br />
tutti, Bosso era un affabulatore<br />
straordinario, incantava con la<br />
scelta di parole precise e originali,<br />
il tempo che prendeva per esporre<br />
un pensiero non era mai troppo né<br />
poco, semplicemente giusto a fare<br />
arrivare tutto quello che doveva<br />
arrivare. Per Alessia Capelletti, una<br />
delle donne più esperte nel mondo<br />
della musica classica che definire<br />
semplicemente la press agent di<br />
Bosso è davvero riduttivo, lavorare<br />
con Ezio ha significato raggiungere<br />
«l’utopia professionale, dove la passione<br />
per la musica diventa tutt’uno<br />
con la missione personale».<br />
Ma allora perché questo titolo al mio<br />
ricordo di Bosso – l’occasione perduta<br />
– se è riuscito a fare e donare<br />
così tanto, malgrado la lotta costante<br />
contro lo scadere precoce del<br />
tempo? Perduta è stata l’occasione<br />
di chi non lo ha ascoltato dirigere,<br />
di chi lo ha giudicato senza sentirlo<br />
dal vivo, ma anche di chi considera<br />
la musica un elemento accessorio e<br />
non primario dell’educazione, della<br />
cultura e ancor più sostanzialmente<br />
della vita di ogni essere umano. Al<br />
pari dei beni di essenziale necessità.<br />
«Ecco – prosegue la Capelletti<br />
– avremmo potuto condividere con<br />
Ezio il riconoscimento di quest’arte<br />
che non è intrattenimento bensì<br />
monumento, come la Cappella<br />
Sistina. Certamente Ezio Bosso è<br />
morto per il male che lo affliggeva<br />
da tempo, ma la musica era il suo<br />
elisir e gli allungava, giorno per<br />
giorno e in modo quasi miracoloso,<br />
la linea del tempo. Nei mesi prima<br />
di morire, tutte le sue forze si sono<br />
concentrate a elaborare un protocollo<br />
su come poter lavorare in sala<br />
di registrazione e sul palco dal vivo,<br />
nel rispetto delle norme sul distanziamento.<br />
Ci ripeteva che rischiavamo<br />
di diventare la prima generazione<br />
umana senza musica. Ne aveva<br />
fatto un pdf, da distribuire a tutti,<br />
perché fosse applicato da qualsiasi<br />
artista: lo sconosciuto e il famoso,<br />
l’amatore e il professionista». Affinché<br />
la gigantesca orchestra dei<br />
musicisti italiani, in tutti i rivoli delle<br />
sue infinite declinazioni, potesse<br />
far sentire sempre il suono, oltre le<br />
parole.<br />
73
TRIBUTE<br />
INDIMENTICABILE<br />
L’INTEGRITÀ, IL CARISMA, LA FORZA, L’ORIGINALITÀ.<br />
EZIO BOSSO NEL RICORDO DI QUATTRO AMICI,<br />
CON CUI HA CONDIVISO LAVORO E QUOTIDIANITÀ<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
RELJA<br />
LUKIC<br />
[PRIMO VIOLONCELLO<br />
DEL TEATRO REGIO<br />
DI TORINO]<br />
«È riuscito a far capire la musica<br />
anche a chi non aveva gli<br />
strumenti per comprenderla»<br />
«<br />
Aveva un acume musicale<br />
e intellettuale. Una visione<br />
molto ampia del mondo<br />
e della vita, che riportava nella sua<br />
arte, nella sua musica. Questo gli<br />
donava un’energia straordinaria. E<br />
la sua forza era un lato predominante:<br />
riusciva a farci tirare fuori aspetti<br />
che non pensavamo di avere». Con<br />
queste parole il violoncellista Relja<br />
Lukic descrive Ezio Bosso. Un rapporto<br />
lavorativo e di amicizia iniziato<br />
nel 2008, quando Ezio ha diretto<br />
l’Orchestra del Teatro Regio di Torino.<br />
«Dovevamo registrare le sue<br />
musiche da film e stava scrivendo<br />
anche la prima sinfonia che mi ha visto<br />
come violoncello solista».<br />
Il musicista non ha dubbi circa l’eredità<br />
che l’artista ha lasciato a tutti<br />
noi: «È molto importante, per vari<br />
aspetti. Il più specifico riguarda l’originalità<br />
dei suoi pezzi per strumenti<br />
ad arco. In senso più ampio, la sua<br />
musica è una sintesi interessante.<br />
E un modo che ha trovato, da compositore<br />
contemporaneo, di trattare<br />
con la tradizione, senza rinnegarla.<br />
Più in generale ancora, come direttore<br />
è riuscito a far capire la musica<br />
anche a chi non aveva gli strumenti<br />
per comprenderla. Cosa che ha sempre<br />
fatto nei concerti, invitando a un<br />
ascolto partecipato, lasciando liberi<br />
gli spettatori di applaudire quando<br />
ne avevano voglia. Desiderava abbattere<br />
il muro creato nel ’900 tra<br />
palcoscenico e pubblico, voleva uno<br />
spazio comune. Dovrebbe essere da<br />
esempio e insegnamento».<br />
teatroregiotorino<br />
TeatroRegio<br />
74
«Ha avuto una gigantesca<br />
capacità: raccontare al<br />
mondo come la musica<br />
fosse, da sempre, la sua<br />
ragione di vita»<br />
DAVID<br />
ROMANO<br />
[PRIMO DEI SECONDI<br />
VIOLINI DELL’ACCADEMIA<br />
NAZIONALE DI SANTA CECILIA<br />
E SPALLA DELLA EUROPEAN<br />
PHILARMONIC ORCHESTRA]<br />
© Fabio Ianniello<br />
«<br />
Ho conosciuto Ezio 25 anni<br />
fa, quando era nel pieno<br />
della sua attività contrabbassistica.<br />
Ci siamo ritrovati in un<br />
complesso d’archi per una tournée<br />
tra l’Africa e la Spagna. Nel tragitto in<br />
bus tra Girona e Barcellona una nostra<br />
amica si era dimenticata il violino<br />
sull’autobus ed Ezio – che parlava<br />
correntemente tre lingue – è riuscito<br />
a convincere la società di trasporti a<br />
tornare indietro per restituire lo strumento.<br />
Da lì è rimasto un intenso rapporto<br />
di amicizia, soprattutto per una<br />
questione caratteriale». Il violinista<br />
David Romano ricorda così il primo<br />
incontro con il compositore torinese,<br />
ospitato più volte nella rassegna siciliana<br />
Villa Pennisi in Musica ad Acireale<br />
(CT), di cui è direttore artistico,<br />
che quest’anno si tiene dal 1° al 14<br />
agosto.<br />
Per Romano, «Ezio ha avuto una gigantesca<br />
capacità: raccontare al<br />
© Fabio Ianniello<br />
mondo come la musica fosse, da<br />
sempre, la sua ragione di vita. Era<br />
uno dei migliori contrabbassisti della<br />
sua generazione, autore di colonne<br />
sonore pluripremiate, riempiva teatri<br />
e stadi provocando, nelle persone,<br />
sempre la stessa reazione».<br />
Bosso ha continuato a dirigere senza<br />
sosta, con «eroismo e dignità,<br />
senza far mai percepire i dolori della<br />
malattia. Ma, anzi, facendo sì che il<br />
pubblico scoprisse la musica come<br />
elemento di gioia e forza». Il violinista<br />
ricorda poi che l’artista ha «costruito<br />
una sua filarmonica per fare musica<br />
come, quando e quanto piaceva a<br />
lui. Con dinamiche completamente<br />
diverse dalle altre: siamo tutti amici<br />
che hanno passato ore anche semplicemente<br />
a ragionare su una battuta.<br />
Queste cose si fanno quando c’è<br />
un idem sentire. Bisogna ricordarsi<br />
cosa ha fatto Ezio e portarlo avanti.<br />
È faticoso, in una società iperpersonalizzata<br />
come la nostra, sarebbe più<br />
facile se ci fosse lui come leader. Fortunatamente,<br />
però, il messaggio che<br />
ha lasciato ha attecchito in tanti».<br />
david.romano.921<br />
dav_romano<br />
75
TRIBUTE<br />
GRAZIA<br />
VERASANI<br />
[SCRITTRICE]<br />
«Aveva un carisma naturale,<br />
amava le persone semplici e<br />
non si piangeva addosso.<br />
E poi era un grande cuoco,<br />
la sua insalata russa<br />
era favolosa»<br />
«<br />
Ezio era un rivoluzionario<br />
che, come tutti i rivoluzionari,<br />
non piaceva a parrucconi<br />
e burocrati. Aveva le sue visioni<br />
e non scendeva a compromessi: la<br />
musica era la cosa più importante.<br />
Consapevole del proprio valore,<br />
aveva un’idea molto disciplinata della<br />
musica: oltre al talento, il vigore di<br />
una ricerca continua. Cercava integrità<br />
rispetto alle proprie scelte, alle<br />
proprie idee». <strong>La</strong> scrittrice Grazia<br />
Verasani descrive così Ezio Bosso,<br />
cui era legata da una profonda amicizia,<br />
tanto che l’esergo del suo nuovo<br />
libro Come la pioggia sul cellofan<br />
(Marsilio, pp. 176 € 15) ha una frase<br />
del romanzo Novembre, di Gustave<br />
Flaubert, che le aveva consigliato<br />
proprio il direttore d’orchestra e<br />
compositore.<br />
Dopo essersi sfiorati più volte, l’incontro<br />
ufficiale è stato nell’estate<br />
2014: «Da lì non ci siamo più lasciati.<br />
Sono stati sei anni potenti, di condivisione:<br />
con lui era molto facile<br />
discutere del mondo, era una persona<br />
illuminante. Qui a Bologna aveva<br />
quella che definiva la sua famiglia<br />
disfunzionale. Era molto legato a<br />
questa città, anche se la politica,<br />
ultimamente, l’aveva un po’ tradito».<br />
Una figura unica, che fa sentire la sua<br />
mancanza nei ricordi: «<strong>La</strong> quotidianità,<br />
gli aperitivi in piazza Santo Stefano,<br />
l’umorismo, le battute fulminee<br />
con cui capivo che mi conosceva a<br />
memoria. Ezio aveva un carisma naturale,<br />
amava le persone semplici e<br />
non si piangeva addosso. E poi era<br />
un grande cuoco, la sua insalata russa<br />
era favolosa». Un ultimo pensiero<br />
va a quello che il compositore lascia<br />
come eredità per tutti noi: «Trasformava<br />
il lavoro musicale in una forma<br />
di affettività, amava talmente una<br />
cosa da farla amare anche agli altri».<br />
grazia.verasani<br />
76
«Vorremmo ancora molto da Ezio.<br />
Per l’umanità, la professionalità, lo<br />
studio, l’approfondimento»<br />
ALESSANDRA<br />
ABBADO<br />
[PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MOZART14]<br />
«<br />
Ho incontrato Ezio nel 1993,<br />
a Ferrara, quando mi occupavo<br />
della rassegna Ferrara<br />
Musica. Lui suonava il contrabbasso<br />
nella Chamber Orchestra of Europe.<br />
Ricordo la sua allegria, la vitalità».<br />
Così Alessandra Abbado parla di Ezio<br />
Bosso: «Era se stesso con tutti, con<br />
il cuore e le sue giuste esigenze da<br />
direttore d’orchestra. Una delle cose<br />
più importanti per lui, dopo il contrabbasso,<br />
era dirigere. Ne sono la prova<br />
i Carmina Burana all’Arena di Verona<br />
e i concerti in sedi prestigiose come<br />
l’Accademia nazionale di Santa Cecilia».<br />
<strong>La</strong> presidente dell’associazione<br />
Mozart14 è convinta che la grandezza<br />
di Bosso sia stata quella di «aprire al<br />
pubblico tutte le sue prove per fare<br />
capire come costruire un brano, lavorare<br />
un passaggio o un movimento<br />
di una sinfonia, come limarlo e ottenere<br />
il suono che si desidera. <strong>La</strong> parte<br />
espressiva arriva dopo un duro lavoro.<br />
Ha fatto amare Beethoven, Bach,<br />
Čajkovskij a persone che non si erano<br />
mai avvicinate alla musica classica».<br />
Infine, un pensiero velato di nostalgia:<br />
«Vorremmo ancora molto da Ezio. Per<br />
l’umanità, la professionalità, lo studio,<br />
l’approfondimento. Era una figura<br />
particolarmente dotata, anche di<br />
gran cuore. Non a caso è stato scelto<br />
come testimonial di Mozart14 per portare<br />
avanti i progetti di Casa Abbado.<br />
Meglio di lui non potevamo scegliere<br />
nessuno. C’erano rapporti di amicizia,<br />
scambi di sintonia e di energia. È stato<br />
sempre tenace, fino all’ultimo».<br />
mozart14APS<br />
77
FESTIVAL<br />
PESARO<br />
ON STAGE<br />
LA CITTÀ MARCHIGIANA SI PREPARA A UN AGOSTO DI RINASCITA,<br />
CON IL ROSSINI OPERA FESTIVAL E LA MOSTRA INTERNAZIONALE<br />
DEL NUOVO CINEMA<br />
Teatro Rossini<br />
di Bruno Ployer<br />
78
Si prepara un agosto straordinario<br />
di musica e cinema<br />
a Pesaro. Dopo i lutti e l’emergenza<br />
causati dal Covid-19, che<br />
ha colpito duramente anche la città<br />
marchigiana, il mese culminante<br />
dell'estate porta con sé come segnale<br />
di ripresa due tradizionali rassegne<br />
artistiche, che quest'anno si<br />
mettono in fila nel calendario: dall’8<br />
al 20 il Rossini Opera Festival (ROF),<br />
dal 22 al 29 la Mostra internazionale<br />
del nuovo cinema.<br />
Entrambe le manifestazioni attirano<br />
abitualmente un gran numero<br />
di appassionati, studenti e addetti<br />
ai lavori e quest'anno, rispettando<br />
le norme di sicurezza, il centro di<br />
gravità è l'ampio spazio di piazza<br />
del Popolo, che diventa una platea<br />
all'aperto con palcoscenico e grande<br />
schermo.<br />
<strong>La</strong> 41esima edizione del ROF debutta<br />
però nel Teatro Rossini, con<br />
<strong>La</strong> cambiale di matrimonio, una<br />
farsa del grande compositore pesarese.<br />
L’opera è diretta da Dmitry<br />
Korchak, al suo debutto sul podio<br />
del festival, alla guida dell’Orchestra<br />
Sinfonica G. Rossini e di un cast<br />
composto nelle sue parti principali<br />
da Carlo Lepore (Tobia Mill), Dilyara<br />
Idrisova (Fanny), Davide Giusti (Edoardo<br />
Milfort), Iurii Samoilov (Slook).<br />
<strong>La</strong> regia di <strong>La</strong>urence Dale è stata<br />
adattata per rispettare le norme anti-Covid:<br />
sul palcoscenico i cantanti<br />
rimangono distanziati, nessuna effusione<br />
tra i due innamorati Edoardo<br />
e Fanny, né confronti ravvicinati<br />
tra Tobia e Slook, i contraenti del<br />
patto che vorrebbe la giovane Fanny<br />
promessa sposa dell’anziano e<br />
sorprendente Slook. Naturalmente<br />
le novità riguardano anche il pubblico,<br />
che siede solo nei palchi: uno<br />
spettatore per loggia, a meno che<br />
non si tratti di congiunti, per una capienza<br />
massima complessiva di 200<br />
persone. In platea c'è l’orchestra,<br />
sezione fiati compresa, ben distanziata<br />
e senza mascherina.<br />
Assieme a questo spettacolo, viene<br />
proposta anche la cantata Giovanna<br />
d’Arco, interpretata da Marianna Pizzolato.<br />
L’ultima recita, quella del 20<br />
agosto, è trasmessa gratuitamente<br />
in streaming sul sito web del festival<br />
e proiettata in piazza del Popolo,<br />
come è tradizione per la serata conclusiva<br />
della manifestazione. Nel<br />
grande spazio al centro di Pesaro,<br />
che ha ospitato in passato concerti<br />
di Luciano Pavarotti, Montserrat<br />
Caballé e tante altre stelle della<br />
lirica, sono in programma, il 12 e il<br />
15 agosto, due date del Viaggio a<br />
Reims, messo in scena ogni anno<br />
nell’ambito dell’attività dell’Accademia<br />
Rossiniana Alberto Zedda.<br />
Stavolta il cast è composto da ex<br />
accademici che hanno già avviato<br />
una carriera internazionale e l’Orchestra<br />
Sinfonica G. Rossini è diretta<br />
da Giancarlo Rizzi.<br />
Sempre in piazza del Popolo sono<br />
in cartellone sei concerti tenuti da<br />
alcuni tra i principali interpreti rossiniani<br />
di oggi: Olga Peretyatko (9<br />
agosto), Nicola Alaimo (10), Jessica<br />
Pratt (14), Juan Diego Flórez (16), il<br />
trio di buffi Alfonso Antoniozzi, Paolo<br />
Bordogna e Alessandro Corbelli (18),<br />
Karine Deshayes (19).<br />
Giusto il tempo di allestire lo schermo<br />
in piazza e il 22 agosto si parte<br />
con la 56esima edizione della Mostra<br />
internazionale del nuovo cinema,<br />
che come sempre si concentra<br />
sui linguaggi innovativi e i giovani<br />
© Luigi Angelucci<br />
Incontro con Bernardo Bertolucci, presso Cinema Sperimentale - 47esimo Pesarofilmfest (2011)<br />
79
FESTIVAL<br />
autori, senza dimenticare i maestri<br />
della settima arte.<br />
Piazza del Popolo, il Teatro Sperimentale,<br />
Palazzo Gradari e la spiaggia<br />
ospiteranno eventi, proiezioni,<br />
tavole rotonde e incontri, sempre nel<br />
rispetto delle norme sanitarie per<br />
pubblico e lavoratori. «È un’edizione<br />
speciale, che quest’anno accoglie<br />
lavori di ogni formato e durata, non<br />
solo di autori e autrici esordienti»,<br />
dice il direttore Pedro Armocida.<br />
<strong>La</strong> Mostra ricorda Zagor, alias Mirko<br />
Bertuccioli, il cantante dei Camillas<br />
scomparso a 46 anni per il Covid-19,<br />
con il concerto iniziale, il 22 agosto in<br />
piazza del Popolo. Una serata in cui<br />
le canzoni del gruppo saranno interpretate<br />
da protagonisti dell’indie<br />
italiano, come Calcutta, Lo Stato Sociale<br />
e molti altri. I Camillas si sono<br />
fatti conoscere anche nella trasmissione<br />
tv Italia’s Got Talent per il loro<br />
pop surreale e avrebbero dovuto<br />
curare Il muro del suono, la sezione<br />
sperimentale di cinema e musica<br />
che da molti anni chiude a mezzanotte<br />
le giornate del festival. Per<br />
questa edizione della Mostra l’evento<br />
speciale, in collaborazione con il<br />
Centro Sperimentale di Cinematografia,<br />
è dedicato al regista Giuliano<br />
Montaldo, che nel <strong>2020</strong> ha compiuto<br />
90 anni. Nella sua lunga carriera ha<br />
diretto pellicole come Sacco e Vanzetti,<br />
L’Agnese va a morire, Il giocattolo,<br />
I demoni di San Pietroburgo e,<br />
oltre alla retrospettiva dei suoi film,<br />
l’omaggio di Pesaro prevede una<br />
tavola rotonda e una pubblicazione<br />
monografica.<br />
RossiniOperaFestival<br />
pesarofilmfest<br />
rof_pesaro pesarofilmfest<br />
rossinioperafestival<br />
Piazza del Popolo, Pesaro<br />
© Guido Baviera/AdobeStock<br />
80
FESTIVAL<br />
ESTATE FIESOLANA<br />
IL TEATRO ROMANO<br />
DELLA CITTÀ ALLE<br />
PORTE DI FIRENZE,<br />
CON I SUOI DUEMILA<br />
ANNI DI STORIA,<br />
TORNA A OSPITARE LA<br />
RASSEGNA DI MUSICA,<br />
CINEMA E TEATRO<br />
di Flavio Scheggi<br />
mescoupdecoeur<br />
Tullio Solenghi, Neri Marcorè,<br />
David Riondino,<br />
Maurizio Lombardi, Dario<br />
Vergassola, Lella Costa, Alessandro<br />
Benvenuti, Claudio Bisio. Sono<br />
solo alcuni degli artisti nel cartellone<br />
della 73esima edizione dell’Estate<br />
Fiesolana. Un susseguirsi di<br />
concerti, eventi teatrali e proiezioni<br />
cinematografiche fino al 18 settembre<br />
al Teatro Romano di Fiesole (FI).<br />
Tre le serate dedicate a Decame-<br />
ron - Un racconto italiano in tempo<br />
di peste, scritto da Sergio Maifredi,<br />
quasi a voler sfatare il periodo che<br />
stiamo attraversando. Il testo, tratto<br />
dall’originale di Giovanni Boccaccio,<br />
ispirato dall’epidemia di peste<br />
scoppiata a Firenze nel 1348, va in<br />
scena il 9 luglio con Roberto Alinghieri,<br />
il 23 con Tullio Solenghi e il<br />
6 agosto interpretato dalla coppia<br />
Dario Vergassola e David Riondino.<br />
Lella Costa, invece, è sul palco il 30<br />
Teatro Romano di Fiesole (FI)<br />
82
luglio con la Vedova Socrate, per la<br />
regia di Franca Valeri.<br />
In questo luogo unico, costruito tra<br />
l’inizio del I secolo a.C. e i primi del I<br />
d.C., immerso nel verde ma a pochi<br />
passi dalla piazza principale della<br />
città, ben raggiungibile con i mezzi<br />
pubblici dal centro di Firenze, non<br />
mancano gli spettacoli musicali.<br />
Parte Neri Marcorè, il 15 luglio, con<br />
Le mie canzoni altrui, mentre domenica<br />
19 la musica di Lucio Battisti è<br />
protagonista di Mya Canta Battisti,<br />
con la voce del mezzosoprano Mya<br />
Fracassini accompagnata dal Quintetto<br />
di Ottoni dell’Orchestra Regionale<br />
Toscana e dal Trio Jazz.<br />
Il 22 va in scena la cantante Tosca,<br />
con il suo album Morabeza, mentre<br />
per due giorni le più belle colonne<br />
sonore dei cartoni animati rivivono<br />
in versione sinfonica grazie all’Orchestra<br />
Toscana Classica nel concerto<br />
Walt Disney Fantasy. Il 14 è in<br />
programma l’omaggio allo scrittore<br />
Cileno Luis Sepúlveda, scomparso<br />
il 16 aprile, con Lucho e Noi di Ginevra<br />
Di Marco.<br />
Ad agosto il Teatro Romano si trasforma,<br />
invece, in cinema all'aperto<br />
grazie a una rassegna di tre<br />
settimane curata dalla Fondazione<br />
Stensen. A settembre è di nuovo la<br />
volta di teatro e musica. Lunedì 7 è<br />
in cartellone Alessandro Benvenuti<br />
con Panico ma rosa (dal diario di un<br />
non intubabile), mentre venerdì 18<br />
Claudio Bisio e Gigio Alberti chiudono<br />
l’Estate Fiesolana con la lettura-spettacolo<br />
tratta dal romanzo di<br />
Federico Baccomo Ma tu sei felice?.<br />
I biglietti sono in vendita a posto<br />
unico non numerato e la capienza<br />
del teatro è prevista per un massimo<br />
di 380 posti, per mantenere la<br />
corretta distanza.<br />
bitconcertifanpage<br />
Bitconcerti bitconcerti<br />
© Luca Bruno/AdobeStock<br />
FESTIVAL<br />
DELLE COLLINE<br />
Due appuntamenti ogni sera<br />
con la musica d’autore in luoghi<br />
suggestivi. Questa la novità per<br />
l’estate <strong>2020</strong> del Festival delle<br />
Colline.<br />
<strong>La</strong> storica kermesse organizzata<br />
dal Comune di Poggio a Caiano<br />
(PO), con il supporto di Prato e<br />
Carmignano, offre concerti a<br />
ingresso libero che hanno come<br />
protagonisti cantautori illustri.<br />
A fare da palcoscenico luoghi<br />
d’arte, ville e spazi incantevoli<br />
nei tre comuni. Nuova la<br />
formula: due ospiti (insieme)<br />
e due live a sera, alle 19 e alle<br />
21.30, per poter accogliere il<br />
maggior numero di spettatori<br />
in piena sicurezza. A dare il via<br />
alla rassegna, il 5 luglio a Villa<br />
Il Cerretino di Poggio a Caiano,<br />
il cantautore partenopeo<br />
Gnut tra folk inglese, canzone<br />
napoletana, blues e afro col<br />
duo Ooopopoiooo. Martedì 7,<br />
sempre a Poggio a Caiano, nel<br />
chiostro della Chiesa di San<br />
Francesco a Bonistallo, c’è<br />
Tricarico in versione acustica<br />
accompagnato da Joe Barbieri.<br />
Il cantautore indie Paolo<br />
Benvegnù, invece, va in scena<br />
l’8 luglio alla Villa Medicea di<br />
Artimino con Alessandro Fiori.<br />
Chiude il 10, al Museo Pecci di<br />
Prato, Stefano "Edda" Rampoldi<br />
che presenta il nuovo album<br />
Fru Fru insieme all’ex leader del<br />
gruppo 24 Grana, Francesco Di<br />
Bella. S.G.<br />
festivaldellecolline<br />
festivaldellecolline<br />
festivaldellecolline<br />
83
FESTIVAL<br />
MONTEPULCIANO AD ARTE<br />
DAL 23 LUGLIO AL<br />
2 AGOSTO LA CITTÀ<br />
TOSCANA ACCOGLIE<br />
MUSICISTI,<br />
STUDENTI E ARTISTI<br />
DA TUTTO IL MONDO<br />
PER IL CANTIERE<br />
DIRETTO DA<br />
ROLAND BÖER<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
Riapre il 23 luglio il 45esimo<br />
Cantiere Internazionale<br />
d’Arte, dal titolo Caos e<br />
creazione. L’appuntamento è a Montepulciano,<br />
tra le colline senesi e in<br />
sette comuni limitrofi.<br />
Un luogo che ogni anno è difficile lasciare,<br />
alla fine di un’esperienza che<br />
cambia il volto della cittadina di ottomila<br />
abitanti, invasa pacificamente da<br />
migliaia tra allievi e musicisti.<br />
Ad accompagnarci idealmente sul<br />
culmine della collina, fino in piazza<br />
Grande, scenario principale delle<br />
esibizioni, è il direttore artistico della<br />
manifestazione, Roland Böer. Qui, fino<br />
al 2 agosto, si riprende a suonare e a<br />
recitare dal vivo, dopo mesi di stop<br />
e incertezza per tutto il mondo dello<br />
spettacolo.<br />
«È un’esplosione di emozioni condivisa<br />
da tutti», confida Böer, «questa è<br />
la mia 12esima edizione, la sesta e anche<br />
l’ultima come direttore artistico.<br />
Ne sento la responsabilità, mista alla<br />
gioia di poter unire ancora una volta,<br />
nonostante il momento, professionisti,<br />
giovani e pubblico. Sono felicissi-<br />
Piazza Grande, Montepulciano<br />
© Henryk Sadura/AdobeStock<br />
84
mo che sia stato possibile realizzare il<br />
Cantiere».<br />
Un laboratorio sempre attivo che trova<br />
il suo culmine nelle giornate estive.<br />
«Non a caso il termine è stato scelto<br />
dal fondatore, il compositore tedesco<br />
Hans Werner Henze, 45 anni fa», spiega<br />
il direttore, «per stimolare la vita<br />
culturale nel paese. Si tratta di una<br />
collaborazione continua in cui siamo<br />
tutti insegnanti e tutti allievi».<br />
È lo stesso Böer a inaugurare l’edizione<br />
<strong>2020</strong>, con la direzione dei Solisti Aquilani,<br />
il 24 luglio. Si inizia con Le Chaos<br />
di Rebel, una composizione di accordi<br />
dissonanti. «Seguono, a contrasto, le<br />
Quattro stagioni. Al mio fianco il violino<br />
solista, Daniele Orlando, che anni<br />
fa ha rivisitato l’opera di Vivaldi come<br />
spunto di riflessione sulla salvaguardia<br />
ambientale. Nel concerto di chiusura,<br />
invece, eseguo Promethée - Le<br />
poème du feu, un’installazione di luce<br />
con musiche di Alexander Skrjabin,<br />
autore russo che associava le note ai<br />
colori. Mentre suono, da solo, la piazza<br />
si illumina di blu fino ad assumere il<br />
chiarore del cielo a mezzogiorno».<br />
Alla musica si affiancano anche performance<br />
di prosa. Marco Tullio Giordana<br />
debutta il 1° agosto con un testo<br />
teatrale, Fuga a tre voci, che ha come<br />
protagonisti Alessio Boni e Michela<br />
Cescon. «<strong>La</strong> scena», spiega Giordana,<br />
«è concepita come la buca di un’orchestra,<br />
con leggii e sedie. Entrano i<br />
tre interpreti, inizia uno scambio di<br />
corrispondenza e si compone il mosaico<br />
di una relazione straordinaria».<br />
<strong>La</strong>ura Fatini, regista di Meta(à) - A volte<br />
uno si crede incompleto ed è soltanto<br />
giovane, propone una rilettura di Italo<br />
Calvino, il 23 luglio al Castello di Sarteano,<br />
uno degli altri comuni toscani<br />
coinvolti. «L’ispirazione viene da Il Visconte<br />
dimezzato e dall’osservazione<br />
delle reazioni degli abitanti di Terralba<br />
quando arriva la metà del Visconte<br />
partito in guerra. Così, come si è<br />
aperto il corpo di Medardo, si aprono<br />
anche le vite di tutti i cittadini ed escono<br />
le paure, gli amori, le incertezze»,<br />
racconta Fatini. «Questo testo nasce<br />
ben prima dei tragici fatti del <strong>2020</strong>, ma<br />
allestirlo in una forma che privilegia il<br />
suono, le voci e i gesti che cercano di<br />
annullare la distanza fisica tra attori<br />
e pubblico dà all’opera un significato<br />
più profondo». Il teatro, infatti, imita la<br />
vita reale e a volte è profetico. «Non<br />
bisogna dimenticare – conclude la regista<br />
– che per primi sono stati gli attori<br />
a indossare la maschera. E, se diamo<br />
retta a Pirandello, non è una novità<br />
che ciascuno di noi la indossi tutti i<br />
giorni senza necessità di decreti».<br />
cantiere.darte<br />
cantieredarte<br />
fondazione_cantiere<br />
Roland Böer, direttore artistico del Cantiere internazionale d'arte<br />
©Michele Vino<br />
85
FESTIVAL<br />
SIENA IN MUSICA<br />
DAL 5 LUGLIO AL 3 SETTEMBRE, I CONCERTI E LE OPERE DEL<br />
CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL & SUMMER ACADEMY. CHE<br />
QUEST’ANNO IRROMPE ANCHE ONLINE<br />
© pillerss/AdobeStock<br />
Il Duomo di Siena<br />
86
© Chigiana International Festival<br />
Chiostro di Torri a Sovicille (SI)<br />
<strong>La</strong> musica arriva dappertutto.<br />
E sul web è ormai<br />
di casa. Ma, soprattutto in<br />
questo periodo di convivenza con<br />
il virus, l’espansione virtuale diventa<br />
una dimensione necessaria per<br />
ogni evento live.<br />
Così l’edizione <strong>2020</strong> del Chigiana<br />
International Festival & Summer<br />
Academy, dal 5 luglio al 3 settembre<br />
a Siena e online, «irrompe con<br />
orgoglio nelle piazze ma anche<br />
nelle case di tutti», per dirlo con le<br />
parole di Nicola Sani. Il direttore artistico<br />
dell’Accademia Chigiana non<br />
ha perso il suo entusiasmo in questi<br />
mesi claustrofobici e non esita a<br />
definire l’evento da lui curato come<br />
«una boccata d’aria».<br />
Il festival, che quest’anno si intitola<br />
OurSounds. Music over the distance,<br />
ha due anime – una live con 18<br />
eventi a Siena e provincia, un’altra<br />
online con 22 spettacoli – e contiene<br />
anche un progetto speciale.<br />
Inaugurazione dal vivo, il 5 luglio in<br />
piazza del Duomo, con lo spettacolo<br />
Io ho un sogno dedicato a Luis<br />
Sepúlveda, vittima del Covid-19. <strong>La</strong><br />
performance accompagna gli spettatori<br />
in un percorso creato da due<br />
voci, che evocano gli scritti dell’autore<br />
cileno, e da una danzatrice.<br />
Molto attuale anche <strong>La</strong> serva padrona<br />
di Giovanni Battista Pergolesi, in<br />
programma il 6 agosto all’interno<br />
del progetto Chigiana Operalab.<br />
Questo intermezzo buffo fu ideato<br />
nel 1733 quando, in una Napoli flagellata<br />
dalla peste, il compositore<br />
incontrò mille difficoltà nel reperire<br />
interpreti e nella messa in scena.<br />
Da lì, però, nacque un capolavoro<br />
di semplicità unica e uno dei brani<br />
musicali più eseguiti nel ’700.<br />
Da segnalare in cartellone, il 1° agosto,<br />
il concerto finale del Corso di<br />
Direzione d’Orchestra tenuto da Daniele<br />
Gatti, nell’ambito degli eventi<br />
legati all'attività della Summer Academy<br />
Chigiana, l’unico percorso di<br />
alto perfezionamento nel settore a<br />
livello internazionale. Quest’anno<br />
i giovani interpreti si misurano con<br />
un repertorio che va da Mozart al<br />
XX secolo e con le limitazioni dovute<br />
alle norme anti-Covid: sul palco<br />
solo una ventina di archi ma probabilmente<br />
senza fiati.<br />
<strong>La</strong> proposta di fruizione in digitale<br />
prevede 22 spettacoli divisi tra sei<br />
opere rappresentate di rado e 16<br />
concerti attinti per la prima volta<br />
dagli archivi dell’Accademia senese.<br />
Sulla web radio ChigianaRadio-<br />
Arte vanno in onda anche 32 appuntamenti<br />
con gli interpreti storici<br />
raccolti sotto il titolo di Legends on<br />
air. Completa il festival Beyond the<br />
silence - Musica nel tempo della<br />
pandemia, progetto dedicato alla<br />
creatività in condizioni di costrizione,<br />
pensato per comprendere<br />
l’influenza del lockdown su compositori,<br />
performer, artisti sonori e<br />
sound designer. E valutarne le tracce<br />
che lascerà nella memoria musicale<br />
del futuro. F.V.<br />
AccademiaChigiana<br />
Chigiana<br />
Chigiana<br />
CORTONA<br />
ON THE MOVE<br />
Compie dieci anni il festival<br />
internazionale di visual narrative<br />
Cortona On The Move. Che<br />
festeggia con un’edizione<br />
speciale, dall’11 luglio al 27<br />
settembre, dedicata a The<br />
COVID-19 Visual Project , una<br />
piattaforma online che vuole<br />
diventare un archivio sul<br />
mondo durante il Covid-19. A<br />
documentare questo momento<br />
storico foto, video, testi e suoni<br />
organizzati in sette capitoli<br />
tematici, dall’emergenza sanitaria<br />
al vuoto urbano, dal lockdown<br />
all’economia, dalle ferite inferte<br />
alla società alla rivincita della<br />
natura fino alla nuova normalità.<br />
Molti di questi progetti saranno<br />
esposti durante la rassegna, tra<br />
la storica fortezza del Girifalco e<br />
Palazzo Capannelli. M.G.<br />
87
FESTIVAL<br />
A TEMPO<br />
DI<br />
JAZZ<br />
UN PAESINO NEL NORD DELLA<br />
SARDEGNA E LA MUSICA<br />
COME MOTORE PER RIPARTIRE.<br />
DAL 9 AL 16 AGOSTO, A<br />
BERCHIDDA, TORNA IL<br />
FESTIVAL DI PAOLO FRESU<br />
CHE HA COME TEMA L’ANIMA<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
© Roberto Cifarelli<br />
88
Nonostante i tempi segnati dall’emergenza sanitaria,<br />
dal 9 al 16 agosto torna Time in Jazz, il<br />
festival che anche quest’anno è pronto a inondare<br />
Berchidda (SS) e i comuni limitrofi con 60 eventi, 150<br />
musicisti, presentazioni di libri, mostre, progetti green e per<br />
bambini. Ce ne parla il trombettista Paolo Fresu, organizzatore<br />
della kermesse nel suo paese natio.<br />
Quando hai deciso di confermare l’evento?<br />
Nella mia testa anche un po’ prima dell’apertura decisa dal<br />
premier Giuseppe Conte. Volevamo dare un segnale positivo.<br />
È una sfida coraggiosa e a noi il coraggio non manca.<br />
A cosa avete dovuto rinunciare?<br />
Non vedremo il sassofonista statunitense Archie Shepp,<br />
una delle icone del jazz, e i 100 Cellos, i violoncellisti capitanati<br />
da Giovanni Sollima con Enrico Melozzi. Per il resto il<br />
programma è confermato al 90%.<br />
Il minimo comun denominatore di questa edizione?<br />
L’italianità, per ovvi motivi. E questo non ci dispiace: può<br />
diventare una vetrina per talenti meno conosciuti.<br />
Qualche novità?<br />
I concerti nella piazza principale saranno doppi, visti gli<br />
spazi ridotti del 35% per rispettare le restrizioni sanitarie. Gli<br />
artisti faranno due live per dare l’opportunità a un pubblico<br />
più vasto di partecipare. E cercheremo di accontentare tutti<br />
anche con uno streaming.<br />
Ci sono anche momenti dedicati ai più piccoli…<br />
Sono appuntamenti mattutini e pomeridiani curati dagli artisti<br />
Debora Mancini e Daniele Longo, che preparano una<br />
serie di progetti dedicati all’infanzia, in un luogo all’aperto,<br />
coinvolgendo anche le famiglie. Stefano Baroni, invece,<br />
darà vita a un drum circle, laboratorio di brani in tempo reale,<br />
mentre Danilo Mineo e Roy Paci lavoreranno su un programma<br />
dedicato a musica e ambiente, che svilupperemo<br />
anche nelle scuole, a settembre.<br />
E proprio al tema green voi siete molto affezionati…<br />
Sì, è una tematica cara al nostro festival, seguito da quasi<br />
35mila persone. Abbiamo una mensa a chilometro zero,<br />
utilizziamo materie che non contengono plastica, riflettiamo<br />
sull’imbottigliamento dell’acqua. E tutti i concerti – a<br />
eccezione di quelli nella location principale – sono alimentati<br />
con energia solare.<br />
A questo proposito, chi ascolteremo in piazza del Popolo?<br />
Apro io, poi ci sarà Rita Marcotulli col trio italiano, anche<br />
se avrebbe dovuto partecipare con un bellissimo progetto<br />
su Caravaggio, assieme ad artisti internazionali. Si esibirà<br />
la cantante Cristina Zavalloni, sentiremo il Voodoo Sound<br />
Club di Guglielmo Pagnozzi con Roy Paci. E le Connections<br />
suonate da Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.<br />
Che mi dici, invece, degli concerti nei comuni circostanti?<br />
Ci saranno la voce di Karima e il pianista e fisarmonicista<br />
Antonello Salis, che quest’anno compie 70 anni. E poi tanti<br />
altri della mia etichetta discografica. Da non perdere Daniele<br />
Silvestri con un progetto dedicato a Fabrizio De Andrè.<br />
Il tema di quest’anno è l’anima.<br />
È quella parte interna degli strumenti ad arco che serve<br />
per trasferire il suono e non farne implodere la struttura.<br />
Inoltre in Sardegna, quando una famiglia accoglie qualcuno<br />
come ospite, si dice che questa persona viene presa “a<br />
figlio d’anima”. I 100 Cellos avrebbero dovuto abitare nelle<br />
case dei paesani. L’idea che i violoncellisti sarebbero andati<br />
tra le famiglie del luogo ricalcava quel concetto, sottolineato<br />
dal fatto che ci entravano con uno strumento dotato<br />
di anima. Questa cosa non è stata possibile per rispettare il<br />
distanziamento, ma il tema ci è sembrato ugualmente molto<br />
attuale in questo momento.<br />
timeinjazz paolofresuofficial<br />
timeinjazz paolofresureal<br />
timeinjazz<br />
© Archivio Time in Jazz<br />
Un concerto di Time in Jazz 2019 a piazza del Popolo, Berchidda<br />
89
FESTIVAL<br />
IL POTERE DELLA GUARIMBA<br />
PER GLI INDIOS VENEZUELANI<br />
IL TERMINE SIGNIFICA “POSTO<br />
SICURO”. AD AMANTEA, SULLA<br />
COSTA COSENTINA, INDICA UN<br />
FESTIVAL INTERNAZIONALE CHE<br />
PROPONE LA VISIONE DI 160<br />
CORTOMETRAGGI CON TUTTE<br />
LE PRECAUZIONI<br />
di Luca Mattei - l.mattei@fsitaliane.it ellemme1 lucamattei1<br />
Nella lingua degli indios venezuelani per indicare<br />
un posto sicuro si utilizzava un termine specifico:<br />
guarimba. E se è un posto sicuro ciò che state cercando<br />
per quest’inedita estate <strong>2020</strong>, ad alta protezione a causa<br />
del Covid-19, potete optare per Amantea, sulla costa cosentina,<br />
dove dal 7 al 12 agosto, nel Parco della Grotta a pochi<br />
passi dalla stazione, si applaude ai cortometraggi dell’ottava<br />
edizione de <strong>La</strong> Guarimba International Film Festival. Ma qual<br />
è il legame tra cinema, Venezuela e Calabria? <strong>La</strong> risposta è<br />
nella persona di Giulio Vita, direttore artistico e fondatore della<br />
manifestazione. Nato in Italia, si è presto trasferito a Caracas,<br />
dove è stato sequestrato dalla polizia per aver partecipato alle<br />
proteste contro Hugo Chávez come “guarimbero”, termine<br />
derivato da guarimba, che nel frattempo, per una stravagante<br />
evoluzione linguistica, ha assunto il significato di barricata.<br />
Dopo quest’esperienza Giulio va a Madrid per studiare Cinema<br />
e conosce Sara Fratini, illustratrice venezuelana, oggi<br />
co-direttrice del Festival. Dal loro incontro nasce l’idea di<br />
questo progetto cinematografico che si concretizza nel 2013<br />
ad Amantea, il paese dei nonni di Giulio dove i due ragazzi si<br />
erano trasferiti un anno prima. Qui gli abitanti hanno una certa<br />
familiarità con le migrazioni: dopo la Seconda guerra mondiale<br />
molti amanteani hanno cercato una nuova vita nelle Americhe,<br />
tornando poi in alcuni casi alle origini. Non c’è da sorprendersi,<br />
quindi, se il giovane proprietario del bar della stazione,<br />
luogo fondamentale nella comunità locale per acquistare i<br />
biglietti dei treni, vi riceve con un accento spagnolo, anche lui<br />
di origini venezuelane.<br />
Un’accoglienza calorosa che accomuna molti cittadini, a conferma<br />
di quel che scrisse Cesare Pavese, confinato in Calabria:<br />
«<strong>La</strong> gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che<br />
hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca».<br />
Un’eredità di culture ancora oggi in atto, in varie forme.<br />
Quest’estate certo non farà scambiare calorosi abbracci, ci si<br />
dovrà accontentare di un saluto con il gomito e un sorriso negli<br />
occhi, porzioni preziose di un volto nascosto a metà dalla<br />
mascherina.<br />
Giulio Vita<br />
90
© Yuriy Brykaylo/AdobeStock<br />
Amantea (CS)<br />
Così mi accoglie anche Giulio Vita, raggiunto mentre è alle prese<br />
con la preparazione del festival, alla vigilia di un viaggio di<br />
lavoro verso Roma con treno regionale e <strong>Freccia</strong>. Il quartier generale<br />
de <strong>La</strong> Guarimba, sede dell’omonima associazione culturale,<br />
è l’emblema della kermesse: all’esterno una costruzione<br />
di vecchia data, come se ne vedono tante nei paesi del Sud<br />
Italia; all’interno un innovativo spazio di lavoro in cui l’italiano si<br />
mescola a lingue straniere. Un’anima glocal che si esprime da<br />
un lato nel legame con il territorio, dall’altro nello sguardo verso<br />
realtà internazionali. <strong>La</strong> missione della manifestazione è «riportare<br />
il cinema alla gente e la gente al cinema, perché dagli<br />
anni ‘60 agli ‘80 il grande schermo è stato un pezzo dell’estate<br />
di Amantea», racconta Vita, «con le proiezioni nell’Arena Sicoli<br />
che attiravano spettatori da tutta la costa tirrenica. Noi vogliamo<br />
riproporre il cinema come rito collettivo e atto sociale, prestando<br />
attenzione all’esperienza e non solo al contenuto». <strong>La</strong><br />
risposta locale fin dall’inizio è stata entusiasta, sia come parte<br />
attiva nell’organizzazione, sia come pubblico, con un evento<br />
che in sette anni ha registrato circa 25mila spettatori da tutta<br />
la regione, oltre che dal resto d’Italia e dall’estero. <strong>La</strong> forza di<br />
questo festival è infatti la capacità di uscire dagli schemi della<br />
piccola realtà di provincia per proiettarsi in una dimensione<br />
globale. Il team degli organizzatori è composto da giovani di<br />
Spagna, Belgio e Senegal, italiani con natali in Venezuela o<br />
Sri <strong>La</strong>nka. Gli stagisti che si sono succeduti negli anni, spesso<br />
grazie al Progetto Leonardo, abbracciavano i Paesi più diversi,<br />
dal Giappone fino alla Slovenia. L’edizione <strong>2020</strong> viene realizzata<br />
grazie al patrocinio del Parlamento Europeo, oltre al sostegno<br />
di MiBACT, ambasciate di Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi,<br />
Svezia e Australia, Istituto Culturale Coreano, Rappresentanza<br />
del Governo delle Fiandre in Italia e Forum Austriaco di Cultura<br />
Roma. Internazionale anche l’offerta cinematografica: in sei<br />
giornate si proiettano oltre 160 cortometraggi girati in 54 Paesi<br />
di tutti i continenti. Le opere sono state selezionate tra 1.160<br />
iscritte e divise in sei categorie: Fiction, Animazione, Documentario,<br />
Film Sperimentali, Videoclip e <strong>La</strong> Grotta dei Piccoli, per gli<br />
spettatori junior, in collaborazione con Unicef Italia. Fuori concorso<br />
tre sezioni dedicate a temi attuali: MigrArti, sugli italiani di<br />
seconda generazione, Americania, con corti girati a New York,<br />
alcuni durante il lockdown e in anteprima mondiale, e Karmala,<br />
che dà visibilità alla settima arte dell’Africa sub-sahariana. «<strong>La</strong><br />
Guarimba non propone un cinema che soddisfa lo spettatore<br />
come fa la tv, ma uno che lo sfida e lo stimola», spiega Vita.<br />
«Offriamo contenuti che possono essere piacevoli o sgradevoli<br />
ma che in ogni caso invitano alla riflessione e creano dibattito».<br />
<strong>La</strong> rassegna di quest’anno sarà sicuramente insolita a causa<br />
della pandemia, più ristretta e controllata, con concerti e laboratori<br />
ridotti e masterclass solo online. Gli organizzatori assicurano<br />
il distanziamento e la disponibilità di mascherine, gel<br />
disinfettanti e termometri digitali. Per godersi senza preoccupazioni<br />
la magia del cinema. <strong>La</strong> Guarimba, ancora una volta, è<br />
un posto sicuro.<br />
laguarimbafilmfestival<br />
<strong>La</strong>_Guarimba<br />
laguarimba<br />
Una delle proiezioni al Parco della Grotta di Amantea, edizione 2018<br />
© Marta <strong>La</strong> Faro<br />
91
FESTIVAL<br />
SIRACUSA<br />
PER VOCI SOLE<br />
RIMANDATE AL 2021 LE PRODUZIONI CLASSICHE. MA IL TEATRO<br />
GRECO RIPARTE IL 10 LUGLIO CON UNA RASSEGNA SPECIALE<br />
INAUGURATA DA NICOLA PIOVANI<br />
di Elisabetta Reale<br />
Percorsi fra miti antichi e musica<br />
contemporanea per tenere<br />
accesa la fiaccola del<br />
teatro. Con Inda <strong>2020</strong> Per voci sole,<br />
la Fondazione Istituto Nazionale del<br />
Dramma Antico di Siracusa ha voluto<br />
regalare al pubblico un programma<br />
speciale.<br />
A inaugurarlo, il 10 luglio con replica<br />
l'11, il premio Oscar Nicola Piovani con<br />
L’isola della luce, dramma musicale<br />
dedicato al dio Sole, Apollo, su libretto<br />
di Vincenzo Cerami con la partecipazione<br />
di Tosca e Massimo Popolizio.<br />
Domenica 30 agosto un’altra prima<br />
assoluta: l’opera dell’artista rumeno<br />
Mircea Cantor The sound of my body is<br />
the memory of my presence. In mezzo,<br />
Il Teatro Greco di Siracusa<br />
© ArTo/AdobeStock<br />
92
Nicola Piovani<br />
il 17 luglio gli intensi monologhi di Lunetta<br />
Savino con Da Medea a Medea, il<br />
25 Lella Costa con un omaggio ai 100<br />
anni di Franca Valeri e alla sua Vedova<br />
Socrate, il 1° agosto Luigi Lo Cascio<br />
con Aiace, l’8 <strong>La</strong>ura Morante con Fedra,<br />
Antigone, Clitennestra e Lena, il 22<br />
Isabella Ragonese e Teho Teardo con<br />
Crisotemi. A illustrare la rassegna il sovrintendente<br />
dell’Inda, Antonio Calbi.<br />
Un’iniziativa speciale come segno di<br />
presenza, resistenza e ripartenza?<br />
Antonin Artaud, uno dei padri della<br />
ricerca teatrale del ’900, definiva l’attore<br />
«un atleta del cuore» che, grazie<br />
al suo talento e al suo training, mette<br />
in moto le emozioni. A causa della<br />
pandemia abbiamo dovuto spostare<br />
al 2021 le tre produzioni classiche<br />
(Le Baccanti, Ifigenia in Tauride e Le<br />
Nuvole), ma con il Consiglio d’amministrazione<br />
abbiamo deciso di tenere<br />
comunque aperto il Teatro Greco: un<br />
gesto fortemente simbolico perché il<br />
teatro è il primo social che l’uomo si<br />
è inventato, è un rito sociale, culturale,<br />
antropologico, un’esperienza di<br />
conoscenza che va condivisa. Come<br />
dice lei, perseguire con caparbietà la<br />
nostra missione, ovvero produrre fatti<br />
culturali legati al patrimonio antico,<br />
è un gesto di presenza, resistenza,<br />
ripartenza. Inda c’è e continua a far<br />
parlare le opere che con le loro storie<br />
e parole hanno ancora molto da dirci.<br />
Un fil rouge legato al mito e ai grandi<br />
classici. Come nasce il programma?<br />
Inda basa i propri bilanci sulla vendita<br />
dei biglietti e potendo fare entrare<br />
soltanto 480 spettatori su cinquemila<br />
posti abbiamo optato per proposte<br />
particolari, create appositamente per<br />
Siracusa. Abbiamo scelto interpreti<br />
che non hanno mai recitato sulle<br />
sacre pietre del teatro scolpito nella<br />
roccia, di 2.500 anni, e testi ispirati alla<br />
mitologia classica ma riscritti da autori<br />
del ’900, come Marguerite Yourcenar<br />
e Ghiannis Ritsos o il nostro Antonio<br />
Tarantino, che potessero dialogare<br />
con la musica dal vivo.<br />
Come cambia il rapporto col pubblico,<br />
in tempi di distanziamento fisico?<br />
Abbiamo fatto di necessità virtù, invertendo<br />
le parti: sul palcoscenico<br />
siedono gli spettatori, sulla cavea recitano<br />
gli attori e suonano i musicisti.<br />
Il distanziamento e tutte le norme di<br />
protezione sono garantite. Il rischio è<br />
pari allo zero anche perché gli dei, felici<br />
di non vedere il loro Teatro chiuso,<br />
vigilano su tutti noi.<br />
«E gli spettacoli vengono trasmessi in<br />
diretta e in differita dal sito web della<br />
Fondazione», sottolinea il consigliere<br />
delegato dell’Istituto Nazionale per<br />
il Dramma Antico, Marina Valensise,<br />
così «le voci dell’Inda raggiungeranno<br />
gli spettatori di tutto il mondo».<br />
fondazioneinda<br />
Fondazione_Inda<br />
fondazione_inda<br />
TAORMINAFILMFEST<br />
TRA SALA E STREAMING<br />
Per restare accanto al pubblico<br />
in un’estate diversa dalle altre, il<br />
TaorminaFilmFest si rinnova nella<br />
veste e nella forma. Per la sua<br />
66esima edizione – prodotta e<br />
organizzata da Videobank S.p.A.<br />
su concessione della Fondazione<br />
Taormina Arte Sicilia, col patrocinio<br />
dell’assessorato regionale Turismo,<br />
Sport e Spettacolo – propone<br />
un’inedita edizione online, in streaming<br />
su MYmovies dall’11 al 19 luglio. In<br />
programma una selezione di oltre 40<br />
anteprime, produzioni indipendenti<br />
e documentari. Solo la principale<br />
categoria competitiva rimane fruibile<br />
anche in sala al Palazzo dei Congressi<br />
di Taormina.<br />
taofilmfest<br />
TaorminaFilmFest_official<br />
TaorminaFilmFest_official<br />
93
ARTE<br />
IL FILO PREZIOSO<br />
DELLA FEDE<br />
© Alfonso Bussolin<br />
<strong>La</strong> Vergine con San Giuseppe, il Bambino e San Giovannino, ricamo in or nuè, particolare di pianeta, Spagna (?), seconda metà XVI secolo<br />
UNA VITA ALLA RICERCA<br />
DI STOFFE ANTICHE, FILATI<br />
PREZIOSI E PARAMENTI<br />
LITURGICI. MARIA PIA PETTINAU<br />
VESCINA ILLUSTRA E RACCONTA<br />
IN UN LIBRO CENTINAIA DI<br />
PEZZI UNICI CUSTODITI NEL<br />
TERRA SANCTA MUSEUM DI<br />
GERUSALEMME<br />
di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com<br />
Tra le numerose eccellenze della ricerca italiana<br />
che il mondo ci invidia c’è Maria Pia Pettinau Vescina,<br />
che potremmo definire l’Indiana Jones del<br />
tessuto antico. <strong>La</strong> sua è infatti una vita che trascorre alla<br />
ricerca di stoffe antiche, arredi e paramenti liturgici dal Medioevo,<br />
abiti e tappezzerie dal Rinascimento, filati preziosi,<br />
trame e orditi che ricamano, attraverso i secoli, pagine<br />
non solo di storia dell’arte, ma anche di intensa fede. Una<br />
buona occasione per approfondire questa materia ci viene<br />
dall’uscita del suo ultimo libro, Paramenti sacri dall’Europa<br />
alla Terra Santa, che propone anche attraverso un ricco<br />
repertorio iconografico una ricognizione puntuale della<br />
straordinaria collezione di tessuti e paramenti liturgici della<br />
Custodia di Terra Santa: centinaia di pezzi unici che costi-<br />
94
© Alfonso Bussolin<br />
Pianeta, dal parato rosso della croce di Gerusalemme, dono del<br />
Commissariato di Lombardia, 1600 (?)<br />
la loro funzione. Padre Stéphane, chiedendomi la disponituiscono<br />
un patrimonio senza uguali al mondo, parte del<br />
Terra Sancta Museum di Gerusalemme.<br />
Per saperne di più raggiungo la nostra studiosa a Brindisi,<br />
nel suo studio all’interno di una casa-museo disseminata di<br />
sculture e dipinti d’arte contemporanea, traccia dell’attività<br />
di gallerista svolta nei decenni scorsi dal marito Beppe. Tra<br />
le pile di libri, si erge la scrivania abitata da faldoni di carte<br />
e documenti, dietro la quale fa capolino lo sguardo dolce<br />
e insieme sapiente e rigoroso di Maria Pia, incorniciato da<br />
una collana di perle e da una chioma altrettanto candida<br />
scolpita da un taglio alla moda. <strong>La</strong> mia prima domanda è<br />
spontanea. E di getto.<br />
Come ti sei imbattuta nel mondo tanto affascinante quanto<br />
poco conosciuto dei tessuti antichi?<br />
Mi ero sempre interessata di arte contemporanea, e avevo<br />
già catalogato il materiale necessario alla mia tesi di<br />
laurea su un noto artista, quando mi incuriosì la proposta<br />
di uno studio in un settore poco esplorato, quello appunto<br />
dei tessuti antichi. Fu amore a prima vista. E la mia tesi<br />
cambiò da un giorno all’altro, diventando Paramenti sacri<br />
delle chiese di Brindisi. Nel tempo sono arrivate richieste di<br />
catalogazioni da soprintendenze ai beni culturali, musei e<br />
ordini religiosi. Numerose le collaborazioni a mostre in Italia<br />
e all’estero, tanti gli studi pubblicati.<br />
Oltre che una studiosa, sei anche una collezionista di tessuti<br />
antichi?<br />
Ho tenuto spesso seminari per accademie di belle arti e<br />
per le università di Bari e Lecce. Da qui nasce la necessità<br />
di una mia “raccolta” di tessuti, funzionali alla didattica, alla<br />
necessità di mostrarli e farli esaminare agli studenti. Non<br />
mi ritengo perciò una collezionista. Quelli che ho messo<br />
insieme – rigorosamente conservati al chiuso, in cassetti<br />
– ammontano oggi a qualche centinaio, sono stati raccolti<br />
per tipologie tecnico-decorative e coprono un arco<br />
temporale compreso tra il ‘400 e la fine del ‘700. Ricordo<br />
come se fosse ieri il primo che ho acquistato, agli inizi degli<br />
anni ’90 a Londra: un velluto cremisi a due altezze del ‘400,<br />
broccato in oro a motivi di melagrana. <strong>La</strong> seta e l’oro mantengono<br />
inalterate le loro proprietà: il velluto è ancora oggi<br />
luminoso e morbidissimo.<br />
Veniamo ora al tuo ultimo libro. Come inizia il rapporto<br />
con la Custodia di Terra Santa?<br />
A fare da tramite è stato il padre francescano John Luke<br />
Gregory, parroco della chiesa di Santa Maria della Vittoria<br />
a Rodi, delegato del Custode di Terra Santa nell’isola.<br />
Nell’estate del 2014 mi aveva invitata a studiare le vesti<br />
sacre della sua chiesa. Pochi mesi dopo, a ottobre, in occasione<br />
di un mio viaggio in Terra Santa, fu lui a fissarmi<br />
un incontro a Gerusalemme con padre Stéphane Milovitch<br />
perché potessi ammirare i magnifici paramenti del convento<br />
di San Salvatore, sede della Custodia. Giunta nella<br />
sacrestia, davanti alle cassettiere, con il cuore in gola per<br />
l’emozione si aprì alla mia vista un tesoro di incommensurabile<br />
valore devozionale e liturgico, storico e artistico: interi<br />
parati in stoffe pregiate, operate o ricamate in oro e seta,<br />
che avevano vestito secoli di celebrazioni eucaristiche nei<br />
santuari di Terra Santa. E che continuavano a vivere ancora<br />
© Alfonso Bussolin<br />
Dalmatica, dal pontificale rosso, dono della Repubblica di Genova,<br />
1686-1697<br />
95
ARTE<br />
© Julia Warszewski<br />
Maria Pia Pettinau Vescina<br />
catalogo da Danièle Véron-Denise, come i parati delle<br />
Repubbliche di Genova e Venezia, e quel pontificale di<br />
Luigi XIII di Francia, ricchissimo, ricamato a gigli d’oro,<br />
che, come scrive efficacemente Emanuela Angiuli in una<br />
sua recensione al volume, «diventa metafora di potere<br />
piegato a Dio».<br />
<strong>La</strong> storia di questi tessuti antichi è, quindi, anche quella<br />
dell’Europa?<br />
È la storia dei forti legami tra il Vecchio Continente e la<br />
Terra Santa, raccontata attraverso i paramenti sacri, che<br />
si snoda tra successioni dinastiche e frequenti mutamenti<br />
geopolitici. Nella sequenza delle 123 schede del<br />
libro scorrono, documentate da foto a colori, le sontuose<br />
donazioni delle corti, vanto di affermate manifatture: il<br />
parato di velluto cesellato rosso con decorazioni “della<br />
bilità a catalogarli, mi offriva l’opportunità di un privilegio<br />
davvero unico per uno studioso di tessuti antichi. E così<br />
iniziò questa mia ennesima avventura. Avviai lo studio a<br />
San Salvatore nella primavera del 2015. I ritorni e le permanenze<br />
a Gerusalemme sono stati numerosi nel corso<br />
di cinque anni.<br />
Come si è formato il patrimonio tessile della Custodia?<br />
Con prestigiose donazioni, ma nel suo costituirsi è stato<br />
fondamentale l’impegno dei frati commissari e dei frati<br />
conduttori. I primi incaricati, come rappresentanti della<br />
Custodia, a sollecitare negli Stati europei, presso regnanti,<br />
nobili, prelati e comunità di fedeli, donazioni in<br />
denaro e beni necessari sia al culto che alla vita stessa<br />
dei francescani di Terra Santa.<br />
I secondi, invece, delegati a portare a destinazione quei<br />
doni, affrontando, soprattutto fino al XVIII secolo, insidie<br />
di estenuanti viaggi e rischi di naufragi e piraterie. A Gerusalemme<br />
le consegne dei conduttori venivano annotate<br />
in ordine cronologico dal procuratore della Custodia<br />
nei Libri delle condotte, registri che costituiscono una<br />
delle principali fonti documentali per lo studio di numerosi<br />
reperti artistici, custodiali. Impareggiabile è stata la<br />
religiosa cura con cui i francescani di Terra Santa hanno<br />
protetto, difeso e preservato nel corso dei secoli i paramenti<br />
ricevuti, sottraendone molti a incursioni, saccheggi<br />
e incendi. Agli umili religiosi di ieri ma anche a quelli di<br />
oggi, tutti custodi tenaci di luoghi e memorie, è dedicato<br />
il mio lavoro.<br />
C’è un paramento che ritieni più interessante di altri?<br />
Ogni reperto lo è nella sua singolarità, persino certe exuviae<br />
sopravvissute a interi parati, una stola, una borsa da<br />
corporale, un velo da calice, quattro delicate formelle<br />
cinquecentesche ricamate in or nué, felicemente salvate<br />
e ricollocate su nuovo supporto, uno stemma un po’<br />
logoro, unica memoria di un dono di Filippo II di Spagna.<br />
Ma non potranno sfuggire al lettore del mio libro<br />
la preziosità dei parati in velluto cesellato del Commissariato<br />
di Lombardia, le meraviglie assolute studiate in<br />
© Giuliano Mami<br />
Piviale, dal parato “bizantino” della Trasfigurazione, Vienna<br />
(Döbling), 1935<br />
96
© Alfonso Bussolin<br />
Ciascuno cercava di offrire il meglio al santuario cui destinava<br />
il dono, a Gerusalemme, Betlemme, Nazareth o<br />
Ain Karem, senza trascurare di siglarlo con le proprie insegne,<br />
talora poste in grande evidenza. Penso agli stemmi<br />
espansi, redatti in oro sull’importante parato “della<br />
Passione”, inviato da Ferdinando VI di Spagna, al blasone<br />
del cavallo inalberato, applicato sui numerosi elementi<br />
del parato donato tra il 1741 e il 1743 dal Seggio napoletano<br />
di Nido. Considerevoli sono i parati a fondo verde e<br />
viola di Carlo III di Borbone, solcati da sinuosi e mondani<br />
meandri broccati, il parato di lustrina, bianco e luminosissimo,<br />
di Maria “primera”, fragile regina di Portogallo, e<br />
poi i damaschi e i ricami di Palermo e Messina. Napoleone<br />
III offre il suo parato nuziale in drap d’or, disseminato<br />
di api d’oro (à semis d’abeilles) ad alto rilievo precedendo<br />
l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena che<br />
porta a Gerusalemme uno smagliante pontificale. È invece<br />
bianco, laminato e ricamato in oro a Torino, da Pietro<br />
Battistolo, quello donato dal nostro Vittorio Emanuele II.<br />
Una tua ultima riflessione sulla collezione?<br />
Nella loro scansione temporale, tra ‘500 e ‘900, tutti i reperti<br />
sono emozionanti. <strong>La</strong> loro indubbia bellezza, frutto<br />
di pensiero, immaginazione, ricerca e conoscenze esprime<br />
il sentimento dell’Infinito e dell’Eterno. A ribadirlo è<br />
la profusione dell’oro, declinato in più disegni, che con<br />
la sua inalterabilità allude alla luce divina. Eppure, forse,<br />
nulla mi commuove più di un rammendo, intendo dire di<br />
un francescano rammendo, di una toppa, della sostituzione<br />
di un gallone o di una fodera, perché vi riconosco<br />
la religiosa cura nel custodire l’eredità di un bene di tutti,<br />
al servizio della liturgia, della devozione e del culto in<br />
Terra Santa.<br />
Mitra pretiosa, dono di Maria I del Portogallo, 1791<br />
palma”, inviato da Giovanni V del Portogallo, quasi certamente<br />
realizzato a Genova, che estendeva lo sfarzo<br />
nel rivestimento concepito per le pareti della Grotta del<br />
ritrovamento della Santa Croce nella basilica del Santo<br />
Sepolcro; le magnifiche elargizioni dell’imperatore del<br />
Sacro Romano Impero Carlo VI, che splendono di trame<br />
d’oro o mettono in mostra tridimensionali e quasi tattili<br />
nature morte, broccate in seta policroma da tessitori<br />
francesi; gli orientaleggianti e sofisticati parati à la persienne<br />
di Maria Teresa d’Austria; la leziosità lumeggiata<br />
d’argento del parato donato da Elisabetta Farnese regina<br />
di Spagna, ricavato forse, come era in uso, da una sua<br />
veste, dismessa alla morte del marito Filippo V.<br />
Si direbbe quasi che i committenti fossero in gara fra<br />
loro…<br />
Edizioni Terra Santa, italiano/inglese, pp. 560 € 120<br />
97
PHOTO<br />
NATURA A NUDO<br />
Untitled (2015)<br />
Courtesy OstLicht Gallery e Ren Hang Estate<br />
AL CENTRO PECCI DI PRATO, FINO AL 23 AGOSTO,<br />
90 SCATTI DEL FOTOGRAFO CINESE REN HANG<br />
PER RIFLETTERE SU IDENTITÀ, CORPO E LIBERTÀ<br />
«<br />
Sono molto felice ed eccitato quando scatto»,<br />
affermava. «Mi fa sentire un forte senso dell’esistenza.<br />
Ma è vero anche il contrario. Quando il<br />
mio senso dell’esistenza è forte mi sento molto felice ed<br />
eccitato».<br />
Le foto di Ren Hang sono un groviglio di poesia e provocadi<br />
Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />
zione, sono l’urgenza di raccontare per immagini parti di sé,<br />
vitali e indispensabili, come atto estremo di libertà. Il poeta<br />
e artista cinese, osteggiato e censurato nel suo Paese per<br />
l’esplicita omosessualità e gli scatti di nudo che lì vengono<br />
ritenuti pornografia, inaugura la riapertura del Centro Pecci<br />
di Prato dopo le restrizioni dovute al Covid-19.<br />
98
Peacock (2016)<br />
Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />
99
PHOTO<br />
Portrait Plant (2012)<br />
Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />
Kissing Roof (2012)<br />
Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />
100
«Una grande opportunità per noi», racconta Cristiana<br />
Perrella, direttrice dell’avveniristico museo di arte contemporanea<br />
e curatrice di Nudi, la mostra che porta per<br />
la prima volta in Italia, fino al 23 agosto, i lavori di Hang.<br />
«Nelle 90 foto esposte, provenienti da collezioni internazionali,<br />
emergono i temi cardine della sua riflessione artistica»,<br />
prosegue Perrella, «fragilità dei corpi, sessualità<br />
e identità. Aspetti messi in relazione anche con elementi<br />
forti, come la città che si sviluppa in verticale, il cemento<br />
e i palazzi altissimi di Shangai, o con la natura. Rapporti<br />
che quasi minacciano le esili figure ritratte. Li ritengo<br />
concetti interessanti da esplorare in questi tempi».<br />
Modelli e modelle efebiche, minute, carnagioni lattee<br />
che si incontrano, si mischiano, si sovrappongono o si<br />
incastrano nella loro nudità espressa, offrono la visione<br />
di un mondo che vuol scardinare tabù e pregiudizi sociali<br />
per rivendicare l’impellente necessità di esprimere<br />
il recondito sé.<br />
Volti impassibili, stanze vuote, pose innaturali, sguardi<br />
ingenui che non ispirano trasgressione ma l’essenzialità,<br />
anche cruda, della condizione umana. «Nasciamo nudi»,<br />
affermava l’artista, «io fotografo solo le cose nella loro<br />
condizione più naturale», senza veli e senza voler scandalizzare<br />
ma per scavalcare preconcetti di un contesto<br />
culturale censore.<br />
In questa ricerca intima, la natura è un interlocutore importante:<br />
cigni, serpenti, pavoni, iguane, pesci ma anche<br />
fiori, foglie, mele e piante sono utilizzati come alter ego,<br />
evocativo e spiazzante, dei giovani modelli. «L’immagine<br />
del cigno che abbiamo scelto per la promozione del<br />
progetto descrive bene questo rapporto uomo-natura<br />
senza intermediari», sottolinea la curatrice. «Qui l’animale<br />
mantiene forte una sua selvatichezza, ha le penne<br />
scarmigliate e sembra pronto a scalciare per liberarsi<br />
dall’abbraccio della ragazza. Non appare docile e addomesticato,<br />
la loro è una relazione che ispira molto fascino<br />
ma anche senso del pericolo. E che travalica le culture.<br />
In Occidente per esempio, richiama il mito di Leda<br />
e il cigno», prosegue. «Il lavoro di Hang offre una lettura<br />
universale. Mantiene un codice colore che rimanda alla<br />
Cina con il bianco della pelle, il rosso lacca di bocche e<br />
unghie, il nero dei capelli, ma offre anche letture trasversali<br />
ad altre culture».<br />
Immagini poetiche e inquiete, finestre aperte sulla libertà<br />
e l’autodeterminazione di essere come si è e di denudarsi<br />
di fronte agli altri. Il lavoro di Ren Hang racconta<br />
una generazione diversa da quella che l’ha preceduta,<br />
che si ribella e inneggia a un innato istinto di emancipazione.<br />
Esploratore della vita e della morte, Ren se ne è<br />
andato prematuramente, suicida a 30 anni. Diventando<br />
leggenda come quel cigno non addomesticato e portatore<br />
di una forte carica di esistenza.<br />
CentroPecciPrato centropecci centropecci<br />
Untitled (2012)<br />
Courtesy Stieglitz19 e Ren Hang Estate<br />
101
Friuli Venezia Giulia<br />
ARTE DA VIVERE<br />
Udine, Loggia del Lionello ph L.Vitale<br />
Eleganti e discrete, orgogliose della propria bellezza, le città e i borghi del Friuli Venezia Giulia hanno girato<br />
il mondo, ascoltato lingue diverse, conosciuto culture e religioni lontane.<br />
Da questi luoghi, per secoli, sono passati Celti, Romani, Unni, Longobardi, Veneziani e Austro-Ungarici.<br />
E tutti hanno lasciato un’impronta forte, amalgamata con le tradizioni locali. Così Trieste ha indossato “abiti”<br />
asburgici, Udine è diventata la città del Tiepolo, Gorizia rivela le atmosfere caratteristiche della “città di<br />
frontiera”, Pordenone oscilla tra influssi romanici, barocchi e gotici e ospita nella sua provincia Sacile, il<br />
“Giardino della Serenissima”.<br />
Infine i siti UNESCO, ben cinque: Aquileia, con il suo passato di grande metropoli dell’impero romano e<br />
centro di diffusione del Cristianesimo in Europa nel primo Medioevo; Cividale del Friuli con i suoi gioielli<br />
longobardi; Palmanova, la stella perfetta, la fortezza voluta dalla Repubblica di Venezia; Palù di Livenza e<br />
il suo sito palafitticolo e, accanto a questi siti culturali, il patrimonio naturalistico immenso delle Dolomiti<br />
Friulane.<br />
Per vivere le eccellenze e i tesori nascosti, gli angoli più suggestivi, i monumenti, la grande storia, le<br />
curiosità sulle città d’arte del Friuli Venezia Giulia vi aspetta un fitto calendario di visite guidate per chi<br />
desidera essere accompagnato da guide turistiche esperte oppure le audioguide per chi preferisce gestire il<br />
proprio tempo in autonomia.<br />
Tutti i servizi di visita guidata, le audioguide e gli ingressi ai musei, siti storici e artistici sono ad accesso<br />
gratuito con la FVGcard, il pass per scoprire il Friuli Venezia Giulia spendendo meno.<br />
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103
OFFERTE E SERVIZI<br />
CON TRENITALIA UN’ESTATE SICURA<br />
ALLA SCOPERTA DELLO STIVALE<br />
Oltre 200 Frecce al giorno<br />
per un totale di 50mila<br />
posti e più di 250 nuove<br />
fermate. E, da questo mese, fino<br />
a 94 Intercity e 24 Intercity Notte.<br />
Un ottimo motivo per lasciare l’auto<br />
a casa e scegliere il treno per le<br />
proprie vacanze. Con l’orario estivo<br />
<strong>2020</strong>, Trenitalia rafforza il proprio<br />
impegno per il rilancio del turismo<br />
all’interno dei confini nazionali in<br />
piena sicurezza, con la distribuzione<br />
dell’health&safety kit (mascherina,<br />
gel igienizzante, guanti in lattice,<br />
poggiatesta monouso e lattina<br />
d’acqua), l’assegnazione dei posti a<br />
scacchiera e le altre azioni messe in<br />
campo dal Gruppo FS per garantire<br />
la massima igiene e tutela della<br />
salute di tutti, passeggeri e dipendenti.<br />
NUOVI COLLEGAMENTI<br />
PER RAGGIUNGERE LE<br />
SPIAGGE PIÙ<br />
BELLE D’ITALIA<br />
Trenitalia ti porta al mare con<br />
oltre 90 fermate addizionali<br />
dedicate alle partenze estive<br />
lungo tutta la costa italiana. Trionfa<br />
il <strong>Freccia</strong>rossa, che unisce senza<br />
cambi intermedi Torino e Reggio Calabria.<br />
Quattro i collegamenti al giorno<br />
da e per Torino e Milano, passando<br />
per Roma (con fermate a Reggio Emilia,<br />
Bologna, Firenze, Napoli, Salerno,<br />
Paola, <strong>La</strong>mezia Terme, Rosarno e Villa<br />
San Giovanni). Due dei quattro treni,<br />
inoltre, fermano a Sapri, Vallo della<br />
Lucania, Agropoli, Pisciotta-Palinuro<br />
e due fermate sono previste anche<br />
a Maratea. Sempre per la Calabria, a<br />
disposizione due nuovi collegamenti<br />
diretti in <strong>Freccia</strong>rgento tra Venezia,<br />
Padova e Reggio Calabria. Tra Roma<br />
e Reggio Calabria, inoltre, due colle-<br />
104
gamenti addizionali nel fine settimana<br />
(con fermate a Napoli, Salerno, Capaccio,<br />
Sapri, Scalea, Paola, <strong>La</strong>mezia,<br />
Vibo Pizzo, Rosarno, Gioia Tauro e Villa<br />
San Giovanni). Ulteriori collegamenti<br />
in <strong>Freccia</strong>rossa per il Cilento grazie al<br />
prolungamento a Sapri di una coppia<br />
di <strong>Freccia</strong>rossa Milano-Napoli, con<br />
fermate anche ad Agropoli, Vallo della<br />
Lucania e Centola.<br />
New entry di questa estate il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
per raggiungere la Versilia, il Levante<br />
ligure e l’Argentario da Milano e<br />
Roma. Sono attivi, infatti, due nuovi<br />
collegamenti con <strong>Freccia</strong>rossa 1000<br />
Milano-Liguria-Versilia-Argentario-Roma<br />
(con fermate a Pavia, Genova<br />
Piazza Principe, Genova Brignole,<br />
S. Margherita, Rapallo, Sestri Levante,<br />
Monterosso, <strong>La</strong> Spezia Centrale, Forte<br />
dei Marmi, Viareggio, Pisa, Livorno,<br />
Campiglia Marittima, Grosseto, Orbetello,<br />
Capalbio e Civitavecchia).<br />
Novità anche per la costa Adriatica,<br />
con 40 Frecce al giorno per raggiungere<br />
le più belle località della costa.<br />
In particolare, disponibili due nuovi<br />
<strong>Freccia</strong>rossa fra Milano e Ancona (con<br />
fermate a Bologna, Rimini, Riccione,<br />
Pesaro), due nuovi <strong>Freccia</strong>rgento che<br />
collegano direttamente Firenze e la<br />
Puglia (con fermate a Roma, Caserta,<br />
Benevento, Foggia, Barletta, Bari, Monopoli,<br />
Ostuni, Brindisi e Lecce) e due<br />
<strong>Freccia</strong>rossa Bolzano-Ancona nel<br />
weekend, con stop a Trento, Rovereto,<br />
Verona, Bologna, Rimini, Riccione,<br />
Cattolica, Pesaro e Senigallia. E con<br />
Salento Link e Trulli Link (nate dalla<br />
partnership fra Trenitalia e Ferrovie<br />
del Sud Est), è possibile raggiungere il<br />
Salento e la Valle d’Itria. Collegamen-<br />
ti da Lecce verso Gallipoli, Gagliano<br />
Leuca e Otranto (con fermate anche<br />
a San Foca, Roca, Torre dell’Orso,<br />
Sant’Andrea, <strong>La</strong>ghi Alimini, Torre Santo<br />
Stefano), e da Bari verso la Valle d’Itria<br />
(con fermate anche ad Alberobello,<br />
Locorotondo, Martina Franca, Turi,<br />
Putignano).<br />
VACANZE FRA NATURA,<br />
RELAX E CULTURA<br />
Mare ma non solo: con Trenitalia<br />
si va in Valle d’Aosta,<br />
Trentino Alto-Adige<br />
e al <strong>La</strong>go di Garda, per trascorrere<br />
una vacanza immersi nella natura e<br />
in completo relax. In particolare, due<br />
nuovi collegamenti <strong>Freccia</strong>rossa uniscono<br />
nel weekend Milano e Bolzano<br />
con orari pensati per le esigenze dei<br />
turisti (fermate a Brescia, Peschiera<br />
del Garda, Verona, Rovereto, Trento e<br />
Ora), aggiungendosi ai due già previsti<br />
dal lunedì al venerdì. Inoltre, per tutto<br />
il periodo estivo, sono disponibili di<br />
sabato e domenica due nuovi collegamenti<br />
fra Venezia e Bolzano (fermate a<br />
Mestre, Padova, Vicenza, Verona, Rovereto<br />
e Trento). Sempre nel weekend,<br />
due collegamenti <strong>Freccia</strong>rossa Napoli-Torino<br />
vengono prolungati fino a Bardonecchia,<br />
con fermata a Oulx.<br />
Attivi anche i FRECCIALink per visitare<br />
le valli incontaminate e le località più<br />
gettonate del Nord Italia, come Madonna<br />
di Campiglio, Cortina d’Ampezzo,<br />
Val Gardena, Val di Fassa e Val di<br />
Fiemme. Vacanze fra natura, relax e<br />
cultura anche in Val d’Orcia, sulle colline<br />
del Chianti senese e lungo la Via<br />
Francigena. Ogni giorno due nuovi collegamenti<br />
diretti con <strong>Freccia</strong>rossa da e<br />
per Chiusi-Chianciano Terme fermano<br />
a Milano, Reggio Emilia AV, Bologna,<br />
Firenze, Roma, Napoli e Salerno. Per<br />
la prima volta, inoltre, il <strong>Freccia</strong>rossa<br />
arriva a Frosinone e Cassino, con collegamenti<br />
diretti da e per Milano, Reggio<br />
Emilia AV, Bologna, Firenze, Roma<br />
e Napoli. Per scoprire le bellezze della<br />
Ciociaria, come i Monti Simbruini, le<br />
Grotte di Pastena, l’Abbazia di Montecassino,<br />
l’Acropoli di Alatri e la cascata<br />
di Isola del Liri.<br />
105
OFFERTE E SERVIZI<br />
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Il turismo nazionale si serve sempre più del digitale e Trenitalia lancia la sua nuova app. Acquisti più semplici e veloci<br />
con funzionalità innovative e all’avanguardia come il self check-in, che consente al viaggiatore di certificare con un<br />
click la propria presenza a bordo, riducendo le verifiche fisiche del ticket da parte del personale di bordo su Frecce e<br />
Intercity. Il check-in fai da te si avvia alla partenza programmata del treno, basta accedere al dettaglio del viaggio, anche<br />
in homepage, selezionare la funzionalità e il biglietto risulta automaticamente validato. In più, con la nuova app si può<br />
acquistare e prenotare il carnet e l’abbonamento per Frecce, Intercity e Regionali, mentre i clienti Trenitalia for Business<br />
possono registrare il proprio account corporate e accedere così a tutte le funzioni, comprese quelle di acquisto biglietto<br />
e carnet.<br />
Con l’app è possibile anche:<br />
• usufruire della nuova modalità di pagamento con credito telefonico<br />
• controllare l’andamento del treno direttamente dalle soluzioni di viaggio<br />
• visualizzare le prenotazioni in homepage<br />
• accedere al proprio profilo e alle promozioni dedicate<br />
• usufruire del servizio di assistenza Smart Caring per restare sempre aggiornati sul proprio treno<br />
• prenotare ticket per saltare la coda in biglietteria<br />
• verificare la disponibilità dei posti sui treni regionali.<br />
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programmi<br />
per i piccoli<br />
viaggiatori<br />
NEWS<br />
Notizie Ansa<br />
sui principali<br />
fatti quotidiani<br />
aggiornate ogni ora<br />
SERIE E<br />
PROGRAMMI TV<br />
Una selezione di<br />
serie e programmi<br />
tv nazionali e<br />
internazionali<br />
CINEMA<br />
Una selezione<br />
di film italiani<br />
AUDIOLIBRI<br />
Audiolibri di<br />
vario genere<br />
anche per<br />
bambini<br />
INFO DI VIAGGIO<br />
Informazioni in<br />
tempo reale su<br />
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coincidenze<br />
INTERNET WIFI<br />
Connessione a<br />
Internet tramite<br />
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di bordo<br />
MUSICA<br />
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CARTAFRECCIA<br />
ANCORA PIÙ TEMPO<br />
PER RICHIEDERE I PREMI<br />
Fino al<br />
30 aprile<br />
2021<br />
CON CARTAFRECCIA CONVIENE<br />
SEMPRE DI PIÙ CONTINUARE A VIAGGIARE.<br />
PER ACCUMULARE I PUNTI, INFATTI,<br />
C’È TEMPO FINO AL 31 DICEMBRE <strong>2020</strong>.<br />
IL TERMINE ULTIMO PER LA RICHIESTA<br />
DEI PREMI È PROROGATA FINO<br />
AL 30 APRILE 2021.<br />
110
MOSTRE IN TRENO<br />
E PAGO MENO<br />
PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI<br />
NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA<br />
Prorogata fino al 30 agosto, alle Scuderie del Quirinale di Roma, la mostra Raffaello 1520-1483. Dopo la chiusura per<br />
l’emergenza sanitaria, «riapriamo le porte pronti ad accogliere i visitatori nelle più scrupolose condizioni di sicurezza,<br />
offrendo allo stesso tempo l’opportunità di fruire di tanta bellezza e ritrovare in essa la forza per ripartire», ha<br />
annunciato Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales - Scuderie del Quirinale.<br />
In rassegna oltre 200 opere, tra le quali 120 dello stesso Raffaello, per un evento dall’inestimabile valore artistico<br />
che offre la possibilità di comprendere la carriera del Maestro urbinate come mai era stato possibile fino a oggi. Tra<br />
i capolavori circa cinquanta sono in prestito dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.<br />
Ingresso ridotto per i soci CartaFRECCIA con biglietto Frecce, Intercity, Intercity Notte e singoli con destinazione<br />
Roma il giovedì, venerdì, sabato o domenica del medesimo fine settimana in cui si intende visitare l’esposizione.<br />
scuderiedelquirinale.it<br />
Scuderie<br />
ScuderieQuirinale<br />
Raffaello Sanzio<br />
Autoritratto (1506)<br />
Olio su tavola<br />
Galleria degli Uffizi, Firenze<br />
IN CONVENZIONE ANCHE<br />
FIRENZE<br />
• Tomás Saraceno - Aria,<br />
fino al 1° novembre a Palazzo Strozzi<br />
Tomás Saraceno<br />
Flying Gardens (<strong>2020</strong>), dettaglio del ragno vivo<br />
© Ela Bialkowska/OKNO Studio<br />
ROMA<br />
• Jim Dine, fino al 26 luglio, e World<br />
Press Photo, fino al 2 agosto a Palazzo<br />
delle Esposizioni<br />
Info su trenitalia.com<br />
111
Oulx-Bardonecchia<br />
NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />
Torino<br />
Madonna di Campiglio Ora<br />
Bergamo<br />
Milano<br />
Genova<br />
Brescia<br />
Reggio Emilia AV<br />
NO STOP<br />
Modena<br />
Bologna<br />
<strong>La</strong> Spezia<br />
Pisa<br />
Piombino<br />
Trento<br />
Verona<br />
Bolzano<br />
Mantova<br />
Firenze<br />
Siena<br />
Vicenza<br />
Val Gardena<br />
Perugia<br />
Val di Fassa-Val di Fiemme<br />
Treviso<br />
Venezia<br />
Padova<br />
Ravenna<br />
Assisi<br />
Rimini<br />
Cortina d’Ampezzo<br />
Udine<br />
Trieste<br />
Ancona<br />
Pescara<br />
Roma<br />
Fiumicino<br />
Aeroporto<br />
Caserta<br />
Foggia<br />
Sorrento<br />
Napoli<br />
Salerno<br />
Matera<br />
Potenza<br />
Bari<br />
Taranto<br />
Lecce<br />
Sapri<br />
Sibari<br />
Paola<br />
LEGENDA:<br />
<strong>La</strong>mezia Terme<br />
Reggio di Calabria<br />
I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi il venerdì, sabato, domenica fino al 13 settembre <strong>2020</strong>.<br />
I collegamenti <strong>Freccia</strong>link per Madonna di Campiglio, Cortina d’Ampezzo, Val Gardena, Val di Fassa-Val di Fiemme<br />
sono attivi il sabato e la domenica fino al 30 agosto <strong>2020</strong>.<br />
II collegamenti <strong>Freccia</strong>link per Sorrento e per Piombino sono attivi il sabato e la domenica fino al 13 settembre <strong>2020</strong>.<br />
Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com<br />
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce.<br />
Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com<br />
FRECCIAROSSA ETR 1000<br />
Velocità max 400 km/h<br />
Velocità comm.le 300 km/h<br />
Composizione 8 carrozze<br />
Livelli di servizio Executive, Business,<br />
Premium, Standard<br />
Posti 457<br />
WiFi<br />
Presa elettrica al posto<br />
Servizi per persone con disabilità<br />
Fasciatoio<br />
112
FRECCIAROSSA<br />
FRECCIAROSSA ETR 500<br />
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze<br />
4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 700<br />
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze<br />
3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500<br />
WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
1 a<br />
FRECCIARGENTO ETR 600<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 432<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 485<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 489<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA<br />
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA ETR 460<br />
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
113
PRIMA DI SCENDERE<br />
FOTO DEL MESE<br />
Testo e foto di Carlos Solito<br />
Carlos-Solito carlossolito carlossolito<br />
Voragine di Tiscali, Oliena (NU)<br />
Nel suo viaggio geologico, antico milioni di anni, l’acqua ha foggiato caverne, cunicoli, meandri, pozzi e voragini<br />
per poi decorarle con un’infinità di stalattiti e stalagmiti. Se la fantasiosa science fiction di Jules Verne colpisce<br />
nell’ultrasecolare Viaggio al centro della Terra, nella realtà il mondo sotterraneo d’Italia sorprende per la varietà, la<br />
grandezza, la bellezza dei suoi ambienti e, ancor più, per le epiche vicende esplorative della speleologia. In questo<br />
patrimonio ipogeo, decine e decine di migliaia sono gli abissi nascosti nelle pance calcaree del Belpaese. Tra gli<br />
esempi più spettacolari, nella Valle <strong>La</strong>naittu tra i Supramontes della Sardegna, spicca la Voragine di Tiscali. Qui un<br />
fascio di luce fende un pozzo da 90 metri che conduce in un sistema di lunghe e titaniche gallerie.<br />
114
PRIMA DI SCENDERE<br />
FONDAZIONE FS<br />
LA RINASCITA<br />
DEL SETTEBELLO<br />
SIMBOLO DELLA RIPRESA INDUSTRIALE NEGLI ANNI ’50,<br />
L’ETR 302 SARÀ RESTAURATO PER TORNARE SUI BINARI<br />
DELLE FERROVIE TURISTICHE<br />
© Archivio Fondazione FS Italiane<br />
L’ETR 300 Settebello entra nella stazione di Santa Maria Novella, a Firenze (1961)<br />
Negli anni ’50 il miglioramento dell’economia<br />
europea ha avuto ripercussioni anche sulle politiche<br />
di trasporto nazionali. A quell’epoca la<br />
necessità di viaggio degli italiani è ormai una realtà, ma l’automobile<br />
rappresenta un’importante antagonista del treno,<br />
grazie anche allo sviluppo della rete autostradale. <strong>La</strong> risposta<br />
di FS non si fa attendere. Tra il 1952 e il 1959 le Officine<br />
Ernesto Breda consegnano tre nuovi elettrotreni, composti<br />
da sette carrozze, per un totale di 190 posti a sedere. <strong>La</strong> particolare<br />
linea estetica e i salottini sottostanti le due cabine di<br />
guida, che regalano al viaggiatore un’esperienza di viaggio<br />
a 160 km/h mai vista prima, li rendono fin da subito unici.<br />
Sono gli ETR 301, 302 e 303, meglio noti come Settebello,<br />
progettati proprio per offrire un’esperienza di viaggio importante:<br />
basti pensare che la carrozza ristorante/bar è dotata<br />
di una macchina per il caffè espresso, una gelatiera professionale,<br />
un frigorifero con tritaghiaccio e una sala da pranzo<br />
con 14 tavolini, capace di ospitare 56 commensali in contemporanea.<br />
Il successo riscosso è immediato ed è divertente immergersi<br />
nella realtà di quegli anni attraverso un filmato del 1957<br />
sulle vacanze degli italiani, pubblicato sulla pagina Facebook<br />
di Fondazione FS, in cui ci si ritrova a bordo dell’ETR 300.<br />
Fin da subito il Settebello attira l’attenzione della stampa<br />
estera. Ne è l’esempio un articolo apparso su Voci della<br />
Rotaia nel 1964, in cui un giornalista statunitense descrive<br />
con precisione e meraviglia il suo viaggio tra Roma e Milano,<br />
accompagnato da un rappresentante del ministero dei<br />
Trasporti.<br />
Dopo oltre 60 anni, grazie all’impegno di Fondazione FS Italiane,<br />
sta per rinascere l’ultimo esemplare esistente della<br />
famiglia Settebello, l’ETR 302. A seguito dell’assegnazione<br />
della gara pubblica sono iniziati i lavori di recupero estetico<br />
e funzionale del convoglio, che nel 2022 restituiranno alle<br />
rotaie un treno simbolo del passato, una vera e propria bandiera<br />
per il turismo ferroviario, dotato di moderne tecnologie<br />
per garantire la sicurezza e la comodità dei viaggiatori.<br />
FondazioneFsItaliane<br />
115
PRIMA DI SCENDERE<br />
FUORI LUOGO<br />
di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi<br />
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />
PICCOLA (GRANDE) ITALIA<br />
Sono le piccole cittadine italiane che dovremmo<br />
riscoprire in questa ripartenza forzatamente<br />
autoctona, come Montemerano (GR), Venzone<br />
(UD), Seulo (SU), Marzamemi (SR). In questi luoghi italici<br />
si vive bene perché c’è qualcosa che va al di là dei monumenti<br />
e delle strutture e riguarda i beni immateriali:<br />
l’assenza di inquinamento, un senso del bello che diventa<br />
quasi oggettivo, gli spazi ampi per l’occhio quando<br />
abbraccia i dintorni, il paesaggio come bene collettivo il<br />
cui godimento viene tutelato, il cibo genuino e una cucina<br />
all’altezza del compito. Girovagando nelle campagne<br />
d’Italia si incontrano costruzioni in pietra pressoché<br />
sconosciute che donano un grande fascino anche alle<br />
contrade meno note. Nella moderna società dei consumi<br />
nel nostro Paese è possibile riconquistare i valori del<br />
borgo cittadino inteso come bene comune e non solo<br />
come sommatoria di interessi singoli, un concetto spesso<br />
riconosciuto anche nell’Italia dei campanili. Molto del<br />
nostro fascino sta nell’armonica, eppure sorprendente,<br />
variabilità di colori, suoni, sapori e umanità. Oggi abbiamo<br />
l’occasione per recuperare il tempo perduto e ripartire<br />
dal nostro incredibile territorio, consapevoli che una<br />
vita intera non basterebbe a conoscerlo, ma che per il<br />
resto del mondo ci sarà tempo più in là.<br />
Venzone (UD)<br />
© NicolaSimeoni/AdobeStock<br />
116
GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER PICCOLI VIAGGIATORI<br />
LEGGI<br />
il fumetto di<br />
baby doc<br />
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
OGNI VIAGGIO È UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA!<br />
117
LA FRECCIA Junior<br />
SOMMARIO<br />
Pagina 1<br />
VIAGGIA: DI GIOSTRA<br />
IN GIOSTRA<br />
Pagina 3-10<br />
FUMETTO: BABY DOC<br />
V COME VACCINO!<br />
Pagina 2<br />
INFO: MILLE<br />
PASSIONI<br />
Pagina 12<br />
GIOCA: QUESTIONE<br />
DI MEMORIA<br />
Di giostra in giostra<br />
GARDALAND È ALL’OTTAVO POSTO NELLA<br />
CLASSIFICA DEI PARCHI DIVERTIMENTO<br />
EUROPEI PER NUMERO DI VISITATORI.<br />
CON I RECENTI DECRETI POSSONO RIAPRIRE ANCHE I PARCHI<br />
TEMATICI E DI DIVERTIMENTO COME GARDALAND. OVVIAMENTE<br />
CI SARANNO DELLE REGOLE DA SEGUIRE, IL PRIMO CONSIGLIO<br />
È PRENOTARE I BIGLIETTI ONLINE PER EVITARE LUNGHE FILE.<br />
INOLTRE, GLI INGRESSI SARANNO A NUMERO LIMITATO PER<br />
GARANTIRE LA GIUSTA DISTANZA TRA I VISITATORI. ALL’ENTRATA<br />
SARÀ MISURATA LA TEMPERATURA E SARANNO FORNITE<br />
MASCHERINE. SPETTACOLI E GIOSTRE AL CHIUSO ANCORA NON<br />
POTRANNO APRIRE. MA CI SONO TANTISSIME ALTRE ATTRAZIONI DA<br />
VISITARE... PREPARARIAMOCI A UN’ONDATA DI DIVERTIMENTO!<br />
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | LUGLIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
è un progetto a cura di<br />
PANINI MAGAZINES – Direttore Mercato Italia: Alex Bertani • Publishing manager: Sara Mattioli • Coordinamento editoriale: Stefania Simonini • Progetto grafico: Alessandro Gucciardo<br />
Illustrazione di copertina e impaginazione: Luca Bertelè e Manuela Nerolini<br />
Per la storia a fumetti: Baby Doc © <strong>2020</strong> Testi: Andrea Voglino • Disegni: Luca Bertelè • Colori: Manuela Nerolini<br />
EDIZIONI LA FRECCIA – Direttore Responsabile: Marco Mancini • Responsabile Editoria: Davide Falcetelli • Coordinamento editoriale: Sandra Gesualdi<br />
TRENITALIA – Sviluppo Commerciale – Divisione Passeggeri Long Haul: Fabrizio Ruggiero, Antonella Graziano<br />
118<br />
1<br />
Junior
Mille passioni<br />
LIBRI<br />
LA SCIARPA PIÙ LUNGA DEL MONDO,<br />
PUBBLICATO DA GIUNTI, RACCONTA<br />
DI UNA SCUOLA IN PERICOLO, DI UNA<br />
MINACCIA E DI UN PROGETTO CHE<br />
UNISCE TUTTA LA COMUNITÀ.<br />
NO SPOILER!, EDIZIONI DE AGOSTINI,<br />
VI SPIEGA COME NASCONO LE STORIE<br />
E LE IDEE CHE SONO ALLA BASE DI<br />
OGNI RACCONTO, PER FARE DI VOI<br />
FANTASTICI SCRITTORI!<br />
PARLIAMO SEMPRE DI VIAGGI, MA DEL<br />
TUTTO PARTICOLARI, PERCHÈ QUESTA<br />
VOLTA VI INVITIAMO A FARE UN VIAGGIO<br />
AL CENTRO DELLA TERRA CON IL<br />
CLASSICO ROMANZO DI JULES VERNE.<br />
VIDEOGAMES<br />
È USCITA ECO LIFESTYLE LA NUOVA<br />
ESPANSIONE DI THE SIMS 4. COME<br />
SI INTUISCE DAL TITOLO, POTRETE<br />
COSTRUIRE LA VOSTRA CASA IN MANIERA<br />
RISPETTOSA DELL’AMBIENTE CON<br />
CENTINAIA DI NUOVI OGGETTI!<br />
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ESCE NINJALA. SFIDATE I VOSTRI<br />
AMICI CON ARMI FATTE DI... GOMMA DA<br />
MASTICARE E USATE LA TECNICA DEL<br />
NINJUTSU PER DIVERTENTI SFIDE ONLINE.<br />
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IMBER SONO I PROTAGONISTI DI<br />
SKELATTACK, UN DIVERTENTE PLATFORM<br />
2D DISPONIBILE SU TUTTE LE CONSOLE!<br />
NON È UN LIBRO, NON È UN FUMETTO, NON<br />
È UN GIOCO. È TUTTO QUESTO E MOLTO<br />
DI PIÙ INSIEME. È IL NUOVO LIBRO DI SIO<br />
DAL TITOLO JOHNNYFER JAYPEGG E IL<br />
PROBLEMA DEI TRE CORGI, PUBBLICATO<br />
DA PANINI COMICS. TROVATE ANCHE<br />
LA “VERSIONE MEGLIO” DELLA PRIMA<br />
AVVENTURA, JOHNNYFER JAYPEGG E IL<br />
TESORO DEGLI ALIENI COMMESTIBILI.<br />
UN GRUPPO DI AMICI, UNA RIVALITÀ E UNA<br />
PASSIONE IN COMUNE CHE LI PORTERÀ<br />
A FORMARE UNA SQUADRA DI CALCIO.<br />
STIAMO PARLANDO DE LA BANDA DEL<br />
PALLONE, UN DIVERTENTE LIBRO A<br />
FUMETTI PUBBLICATO DA TUNUÈ.<br />
FUMETTI<br />
LO SAPEVI CHE…?<br />
RENDETE IMPOSSIBILE LA<br />
PARTITA AI VOSTRI AVVERSARI<br />
GRAZIE A TERRIBILI INCANTESIMI,<br />
OBBLIGATELI A GIOCARE SU<br />
UN PIEDE SOLO O A BRACCIA<br />
INCROCIATE... LE RISATE SONO<br />
GARANTITE CON IL GIOCO VUDÙ,<br />
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SVILUPPATE LA FANTASIA E<br />
L’INTUITO CON IL BELLISSIMO<br />
DIXIT, PRODOTTO DA ASMODEE.<br />
UN GIOCO CHE METTERÀ ALLA<br />
PROVA LA VOSTRA IMMAGINAZIONE<br />
PER INTERPRETARE GLI INDIZI E<br />
ARRIVARE ALLA VITTORIA.<br />
GIOCHI DA TAVOLO<br />
NONOSTANTE I NUMEROSI CONTENDENTI, YELLOW KID È<br />
CONSIDERATO IL PRIMO VERO E PROPRIO FUMETTO. FU CREATO<br />
NEL 1895 DA RICHARD FELTON OUTCAULT E PUBBLICATO SUL<br />
SUPPLEMENTO DOMENICALE DEL NEW YORK WORLD. I TESTI<br />
INIZIALMENTE ERANO SCRITTI SU DEI CARTELLI E SUL CAMICE DEL<br />
PROTAGONISTA, LE TIPICHE “NUVOLETTE” COMPARIRANNO NEL 1896.<br />
IL PERSONAGGIO EBBE UN SUCCESSO ENORME, TANTO CHE IL<br />
NEW YORK JOURNAL INGAGGIÒ IL DISEGNATORE E, NON ESISTENDO<br />
LEGGI SUL DIRITTO D’AUTORE, LA SERIE FU CONTINUATA DA<br />
AUTORI DIVERSI, SU ENTRAMBI I GIORNALI, PER ALCUNI ANNI.<br />
2<br />
119<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
baby doc in<br />
V COME<br />
VACCINO!<br />
A TiNY TOWN è scoppiata<br />
l’estate e tutti<br />
sembrano felici...<br />
Tutti, tranne i<br />
temibili virus<br />
MOCCiKUS...<br />
Miei<br />
SSSUDDiTi,<br />
sssono molto<br />
delussso...<br />
Perché<br />
non riusciamo a<br />
conquissstare<br />
TiNY TOWN?<br />
120<br />
3<br />
Junior
Colpa di<br />
BABY DOC, sssire!<br />
Quel piccolo<br />
guassstafessste<br />
è OVUNQUE!<br />
ha convinto i<br />
bambini a indosssare<br />
correttamente guanti e<br />
massscherine quando<br />
essscono a giocare...<br />
...e addirittura a<br />
tenere sssempre<br />
le mani ben pulite!<br />
...a rissspettare il<br />
dissstanziamento<br />
fisssico...<br />
4<br />
121<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
iNCREDiBiLE!<br />
Per fortuna abbiamo<br />
uno sssfidante alla<br />
sssua altezza...<br />
L’AGENTE<br />
ZERO ZERO<br />
MOCCiKUSSS!<br />
Qual è il<br />
piano, zero zero<br />
moccikusss?<br />
Visssto che<br />
non riusciamo a<br />
infettare gli abitanti<br />
di Tiny Town, non<br />
c’è che una<br />
sssoluzione…<br />
infetterò<br />
direttamente BABY<br />
DOC... ssse metto<br />
K.O. LUi, non potrà<br />
più difendere<br />
la città!<br />
122<br />
5<br />
Junior
Ecco<br />
laggiù il<br />
LABORATORiO di<br />
BABY DOC...<br />
...Non devo<br />
fare altro che<br />
intrufolarmi<br />
dentro di<br />
SSSOPPiATTO...<br />
E ora<br />
a noi due,<br />
piccolett... EH?<br />
Ma qui non c’è<br />
nesssuno!<br />
6<br />
123<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
Già, agente zero zero<br />
moccikus... dove<br />
sarà finito Baby Doc?<br />
è in<br />
arrivo in<br />
perfetto orario<br />
il frecciarossa<br />
diretto a tiny<br />
town!<br />
Accidenti,<br />
se è veloce il<br />
FRECCiAROSSA!<br />
Già... e il<br />
nostro viaggio<br />
ci ha permesso di<br />
scoprire quello<br />
che ci serviva per<br />
completare il vaccino<br />
contro il ViRUS<br />
MOCCiKUS!<br />
Fino ad<br />
allora, con<br />
Trenitalia si viaggia<br />
in tutta sicurezza...<br />
abbiamo posti distanziati,<br />
gel disinfettante,<br />
mascherine e guanti<br />
per tutti!<br />
124<br />
7<br />
Junior
Ecco,<br />
ora carico<br />
i bagagli... al<br />
LABORATORiO,<br />
BABY NURSE!<br />
Non vedi<br />
l’ora di darti<br />
da fare, eh?<br />
VOLO!<br />
Se le cose<br />
vanno come spero,<br />
entro qualche ora<br />
possiamo cominciare<br />
a lavorare sul<br />
VACCiNO...<br />
Alla formula<br />
che ho studiato<br />
in questi mesi non<br />
manca che un<br />
iNGREDiENTE<br />
SEGRETO...<br />
8<br />
125<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
Piacere,<br />
BABY DOC... sono<br />
l’agente zero zero<br />
moccikusss... e ti<br />
assspettavo con<br />
ansssia!<br />
GULP!<br />
fermo lì,<br />
bruttone!<br />
AAAH!<br />
Disssinfettante!<br />
Che ssschifo!<br />
Bene, bene...<br />
Come ti dicevo,<br />
BABY NURSE, ci mancava<br />
solo un ingrediente per<br />
il nostro VACCiNO...<br />
il ViRUS!<br />
...NO!<br />
COSSSA volete<br />
farmi?<br />
126<br />
9<br />
Junior
Qualche<br />
tempo dopo...<br />
Privo delle sue armi,<br />
zero zero moccikus è diventato<br />
un nostro ALLEATO... trasformato<br />
in vaccino ha potenziato le DiFESE<br />
iMMUNiTARiE degli abitanti<br />
di Tiny Town!<br />
Già! Ora i<br />
moccikus non<br />
sono più tanto<br />
PERiCOLOSi... e se<br />
la battono!<br />
Pian pianino,<br />
la vita a TiNY TOWN<br />
sta tornando alla<br />
normalità!<br />
ora che<br />
Moccikus è<br />
indebolito possiamo<br />
partire tranquilli per<br />
una meritata VACANZA.<br />
Sempre rispettando<br />
le regole<br />
sanitarie...<br />
...e naturalmente<br />
sfruttando tutte<br />
le destinazioni del<br />
FRECCiAROSSA!<br />
FINE<br />
10<br />
127<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
Fatti<br />
aiutare da un<br />
ADULTO<br />
per usare le<br />
forbici!<br />
Questione di memoria<br />
!<br />
1<br />
VI PROPONIAMO UN’IDEA SEMPLICE E VELOCE PER CREARE, CON MATERIALI RICICLATI,<br />
UN GIOCO DIVERTENTE DA PORTARE SEMPRE CON VOI. SFIDATE GLI AMICI, I GENITORI E I<br />
VOSTRI FRATELLI E SORELLE. È UNA QUESTIONE DI OCCHIO E DI... MEMORIA.<br />
TAGLIA LA CARTA DA REGALO IN<br />
QUADRATI DI 5 CENTIMETRI PER LATO.<br />
PIÙ NE FAI, PIÙ IL GIOCO SARÀ DIFFICILE.<br />
RICORDA CHE DEVONO ESSERE<br />
IN NUMERO PARI. E OVVIAMENTE<br />
DEVI RITAGLIARLI A COPPIE UGUALI,<br />
SCEGLIENDO LA STESSA PORZIONE DI<br />
DISEGNO SULLA CARTA DA REGALO.<br />
• Carta da regalo<br />
(meglio se usata)<br />
• Cartone<br />
2<br />
COSA TI SERVE:<br />
• Forbici<br />
• Colla<br />
3<br />
ORA PRENDI IL CARTONCINO. RITAGLIA<br />
UN NUMERO DI QUADRATI UGUALI A<br />
QUELLI FATTI IN PRECEDENZA CON<br />
LA CARTA DA REGALO. CHIARAMENTE<br />
DEVONO ESSERE DELLE STESSE<br />
DIMENSIONI DI 5 CENTIMETRI PER LATO.<br />
INCOLLA TUTTI I QUADRATI DI CARTA<br />
DA REGALO SU UNO DEI LATI DEL<br />
CARTONCINO. E SEI GIÀ PRONTO PER<br />
INIZIARE A GIOCARE! SFIDA I TUOI AMICI E<br />
I TUOI GENITORI A CHI HA PIÙ MEMORIA!<br />
SE NON HAI DELLA CARTA DA REGALO<br />
PUOI DISEGNARE LE TESSERE DEL<br />
GIOCO COME PIÙ TI PIACE. USA LE<br />
EMOTICON, COLORI DIVERSI O ANCHE<br />
I NUMERI. VA BENE QUALSIASI COSA,<br />
BASTA CHE SIANO A COPPIE!<br />
128<br />
11<br />
Junior