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Allure Magazine (2-2020)

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

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006<br />

OPINIONIST<br />

Tutto sarà<br />

come prima?<br />

dalla parte delle aziende<br />

Il primo semestre <strong>2020</strong> sarà ricordato per molto<br />

tempo. Gli effetti della pandemia Covid19 sull’economia<br />

del paese saranno ben difficilmente assorbiti<br />

nel medio periodo. Oltre agli effetti negativi a<br />

livello sociale e economico, sarà fondamentale<br />

capire come il dopo<br />

lockdown impatterà sulle abitudini<br />

dei consumatori. Da fine febbraio<br />

<strong>2020</strong> il centro studi di Cosmetica<br />

Italia ha avviato una rilevazione settimanale<br />

che fino alla fine di giugno<br />

ha indagato gli effetti della<br />

crisi sui fatturati delle imprese<br />

cosmetiche. Per quanto concerne<br />

la profumeria, all’inizio del <strong>2020</strong> si<br />

segnalavano le prime difficoltà<br />

dopo un esercizio - quello del 2019 -<br />

che si era chiuso positivamente per<br />

i cosmetici venduti nel canale selettivo,<br />

con una crescita di oltre due punti percentuali<br />

e un valore che ha superato i 2.080 milioni di euro.<br />

L’inizio del lockdown ha avviato una serie di condizionamenti<br />

pesanti per profumerie e aziende.<br />

Simmetricamente all’andamento dei fatturati, e alla<br />

loro contrazione, i dati di sell-out registrati dai vari<br />

istituti di rilevazione nel canale profumeria hanno<br />

evidenziato un crollo delle vendite, con punte del<br />

- 80% a metà aprile. Nonostante le misure di attenzione<br />

al contagio e alle chiusure forzate di molti<br />

esercizi, le profumerie erano rientrate in quelle categorie<br />

di attività per le quali era consentita l’apertura,<br />

tuttavia in questo periodo oltre il 70% dei punti<br />

vendita sono rimasti chiusi per l’evidente mancanza<br />

dei passaggi. Lo studio delle curve determinate<br />

GIAN ANDREA POSITANO<br />

Direttore del Centro Studi Cosmetica<br />

Italia e segretario generale di Camera<br />

Italiana dell’Acconciatura.<br />

sia di sell-in che di sell-out ha consentito di evidenziare<br />

il passaggio dalla fase acuta della crisi, a<br />

cavallo di metà aprile, fino alla ripresa dei giorni<br />

nostri. Permangono ancora molti condizionamenti:<br />

frenata del sell-out in<br />

generale e rimodulazione delle attività<br />

produttive.<br />

La mancanza di liquidità, aggravata<br />

dalla prolungata chiusura dei negozi,<br />

crea evidenti danni anche per le<br />

imprese specializzate nel canale<br />

selettivo che faticano a gestire le<br />

criticità dei punti vendita. Le profumerie<br />

tradizionali sono quelle<br />

che più hanno sofferto della crisi,<br />

alcune difficilmente riapriranno,<br />

altre, quelle aperte nei quartieri,<br />

beneficiano dell’opportunità che<br />

hanno avuto in questi mesi.<br />

Per le aziende si aggrava l’opportunità di erogare<br />

servizi come il merchandising e la formazione.<br />

Ancora oggi i consumatori privilegiano i canali specializzati<br />

in casa e toilette, oltre alle piattaforme online:<br />

sarà difficile recuperare le nuove abitudini e<br />

tornare ai livelli pre-crisi.<br />

In un momento in cui le vendite nel canale selettivo<br />

erano interrotte, l’unica soluzione per sostenere i<br />

canali sono state le vendite online: dalle rilevazioni<br />

di NPD emerge un incremento delle vendite online<br />

prossimo al +370%, confrontato con il -80% delle<br />

vendite dei negozi fisici. Anche questo fenomeno,<br />

come le mutate esigenze dei consumatori, saranno<br />

la sfida da affrontare nei prossimi mesi, ben consci<br />

che tutto non sarà come prima.

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