Fitainforma settembre 2020
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fitainforma
ANNO XXXIII - N. 3
settembre 2020
IL TEATRO
CHE VERRÀ
(speriamo)
03
04
10
12
14
16
18
indice
Editoriale
FOCUS Il teatro che verrà (speriamo)
Intervista a compagnie FITA Veneto
Territorio / La parola
ai Comitati provinciali
Intervista / Mauro Dalla Villa
Presidente FITA Veneto
Eventi / Un'estate (strana ma bella)
sotto la luna e tra pillole di teatro
Intervista / Aldo Zordan
Vicepresidente FITA nazionale
Cultura
La malattia sale sul palco
fitainforma
Bimestrale
del Comitato Regionale Veneto
della Federazione Italiana
Teatro Amatori
ANNO XXXIII
giugno 2020
Registrazione Tribunale
di Vicenza n. 570
del 13 novembre 1987
Direttore responsabile
ANDREA MASON
Direzione e redazione
Stradella delle Barche, 7
36100 VICENZA
tel. 0444 324907
fitaveneto@fitaveneto.org
www.fitaveneto.org
Responsabile editoriale
MAURO DALLA VILLA
04
Caporedattore
Alessandra Agosti
Grafica
Stefano Rossi
Segreteria
Cristina Cavriani
Giuliano Dai Zotti
Maria Pia Lenzi
12
14
16
18
2
EDITORIALE
Il momento è ora
Partecipare per esserci
e per contare
Cala il sipario su questo quadriennale mandato di
tutti gli organismi direttivi della nostra
Federazione. Il 4 e l'11 ottobre si celebrerà il
congresso elettivo nazionale a cui seguiranno,
nei successivi 120 giorni, i rinnovi regionali e
provinciali.
L’occasione dei congressi è certamente una tra le
più importanti nella vita associativa per verificare
quanto fatto e, soprattutto, quale potrà essere
la prospettiva per il futuro. Per questo motivo,
più che mai, resta valida l’esortazione a non
mancare.
Senza anticipare nulla di quanto discuteremo al
nostro congresso regionale, già programmato
per domenica 25 ottobre, diventa urgente organizzarci
per partecipare a quello nazionale, che
quest’anno si seguirà da casa grazie al sistema da
remoto adottato per l'occasione. Motivo in più
per non avere attenuanti e partecipare, in prima
persona o per delega.
In numerose assemblee provinciali, nel corso di
questo quadriennio, ho avuto modo di
raccogliere i disagi o le rimostranze da parte
degli Associati su diversi argomenti, molte volte
pertinenti, ma in taluni casi non condivisibili
quando sollevate da chi raramente partecipa.
Questo non significa che non si debbano
esprimere le proprie opinioni: è però necessario
impegnarsi per sostenerle e non lasciare che altri
se ne occupino per noi.
Il momento è ora. Partecipare per esserci e per
contare. Per essere incisivi nelle azioni che la
Federazione compie occorre sostenere coloro ai
quali vogliamo affidare la gestione delle
necessità edegli interessi degli Associati.
È perciò indispensabile la partecipazione di tutti,
soprattutto in questa occasione in cui non
occorre nemmeno spostarsi da casa. Partecipare
è semplice e sicuramente ogni Presidente
provinciale saprà chiarire gli aspetti pratici utili a
rendere agevole la presenza.
Basta solo la volontà di esserci e questa è una
responsabilità di ognuno. Ciascuno di noi è una
piccola parte, ma insieme formiamo una grande
Federazione. Se ogni Socio collabora il beneficio
si moltiplica in grandi risultati che tornano
nuovamente utili a vantaggio di ognuno.
Non lasciamo che altri decidano per noi.
Buon congresso a tutti.
Mauro Dalla Villa
Presidente FITA Veneto
3
IL TEATRO
CHE VERRÀ
(speriamo)
FOCUS
Dal lockdown
alla ripresa
delle attività di
spettacolo tra
voglia e paura
servizio di Filippo Bordignon
La Terza Fase della pandemia Covid-19 non sta mantenendo la promessa di un ritorno alla normalità.
A essere cambiato è forse proprio il concetto di “normalità”, oggi coniugato in un costante stato di
pre-allarme collettivo, talvolta enfatizzato dai mass media, a causa del quale l’economia in toto non
riesce a recuperare quella positività indispensabile per credere nel futuro. Se pure il danno economico
diretto per il mondo amatoriale è meno pesante rispetto a quello segnalato dai professionisti del
teatro, vale per entrambe le fazioni l’amarezza per una situazione incerta, con il pubblico non
completamente persuaso a recuperare le proprie abitudini culturali e gli addetti ai lavori spaventati
dalla prospettiva di nuovi lockdown. Facciamo il punto della situazione con dodici compagnie venete
occupate a ripensare i proprio spettacoli senza snaturarne il significato: una necessità che potrebbe
stimolare soluzioni creative, là dove altri vedono solo il cappio strozzante del limite.
Teatro Insieme
“È stato necessario sospendere
le prove de ‘Il club delle prime
mogli’, nuovo spettacolo con
cui avremo dovuto debuttare
in autunno - spiega Andrea Nao
della padovana Teatro Insieme
-. C’è tanta incertezza e non vedo
con grande ottimismo i
prossimi mesi. Abbiamo un paio
di repliche, ma sempre in
contesti particolari, per garantire
il distanziamento. Finché
perdura quest’emergenza sarà
difficile per amatoriali e organizzatori
di spettacoli di piccole
dimensioni. Altra ‘noia’ è l’impiego
delle sale prove: abbiamo
delle convenzioni col
Comune per utilizzare vecchie
scuole ma ora la capienza è stata
ridotta praticamente di un
terzo. Questo elimina automaticamente
tutti quegli spettacoli
in repertorio nei quali in
scena si trovano fino a dieci
persone. Abbiamo momentaneamente
accantonato anche
le commedie in cui era impossibile
applicare il distanziamento,
come ‘Quando la moglie va in
vacanza’. Due sabati fa, però,
siamo andati in scena a Preganziol,
in provincia di Treviso, con
‘I monologhi della Giulia’, un lavoro
ovviamente in linea con le
normative anti-Covid prescritte
e abbiamo riscontrato entusiasmo
da parte del pubblico, che
è venuto a vederci perfino da
Padova”.
Teatro Veneto Città di Este
“Lo stop ci ha fatto arretrare alla
situazione verificatasi duranti
gli scorsi anni di recessione,
proprio ora che stavamo risalendo
la china e tornando alla
normalità - sottolinea Stefano
Baccini di Teatro Veneto Città
di Este -. Durante la Fase 2, però,
abbiamo realizzato un paio
di spettacoli in Comuni che definirei
coraggiosi, ma si tratta
ovviamente di un decimo della
nostra normale attività in quel
periodo dell’anno. Il Covid-19
Le opinioni
di numerose
compagnie
FITA Veneto
denotano
stati d'animo
contrastanti
In questa pagina, scatti di scena
delle compagnie Teatro Insieme
di Padova (qui accanto), Teatro Veneto
Città di Este (in basso a sinistra)
ed El Tanbarelo di Rovigo (a destra)
ha significato anche l’interruzione
del nuovo allestimento
previsto per marzo, un’opera
con tanti bei personaggi più
leggera rispetto al passato, ‘1 x
2’ di Oscar Wulten. Restano da
sciogliere alcuni nodi che riguardano,
oltre al distanziamento
degli attori sul palco, i
tanti risvolti personali e lavorativi
di ognuno, a cui si aggiunge
la complessità di effettuare
prove in totale sicurezza. Vogliamo
e dobbiamo evitare l’esibizione
con le mascherine.
Proseguiamo dunque con
estrema cautela, sperando in
un cambio sostanziale della situazione.
Il Comune ci ha confermato
la sua disponibilità a
far proseguire le attività culturali
e sociali, sicché stiamo lavorando
all’organizzazione della
quarantunesima edizione de ‘Il
Teatro dei Filodrammatici’ a
Este, per il quale dobbiamo curare
anche tutto il protocollo di
sicurezza per compagnie e
spettatori”.
El Tanbarelo
“Volendo proprio vedere il lato
positivo della faccenda - azzarda
Claudio Zanforlin, capocomico
della compagnia rodigina
continua a pag. 6
5
In queste due pagine
ancora una serie
di immagine dedicate
alle compagnie che hanno
risposto alle nostre
domande sul dopo lockdown
e sulle prospettive
per la stagione autunnale.
In alto, da sinistra, foto dei
gruppi I Lusiani di Lusia,
in provincia di Rovigo,
Streben Teatro di Mogliano
Veneto (Treviso)
e Il Portico - Teatro Club
di Mirano (Venezia).
A centro pagina, a destra,
Teatroimmagine di Salzano,
in provincia di Venezia.
In basso, qui sotto prove
all'aperto per il gruppo Teatro
d'Arte Rinascita di Treviso,
mentre a destra una foto
di scena della Compagnia
dell'Arca di Verona.
continua da pag. 5
El Tanbarelo - abbiamo occupato
i mesi scorsi adoperandoci in
varie manutenzioni, mettendo
mano all’attrezzistica, al parco
luci, leggendo e studiando per
comprendere come ripartire
più forti di prima. La nostra è
una compagnia comico-brillante
numerosa, sulla scena, di
conseguenza abbiamo dovuto
ingegnarci per garantire il metro
di distanza tra attori, annullando
alcune delle scene e
provvedendo a ogni spettacolo
alla disinfezione di tutta l’oggettistica
di scena. Siamo riusciti
a portare a casa tre recite
finora, con lavori come ‘Violasion
di domicilio’, tratta da ‘In
città è tutta un’altra cosa’ di
Emilio Caglieri, e un nostro cavallo
di battaglia, il ‘Don Checco’
di Attilio Rovinelli. Il
prossimo sarà comunque un
autunno imprevedibile. Ma ci
siamo allertati, inserendo nel
repertorio monologhi e dialoghi:
tra l’altro uno di questi,
tratto dal ‘Sior Todero brontolon’,
ci ha fatto vincere la prima
edizione della manifestazione
‘Pillole di Teatro’, promossa il 3
settembre da Fita Rovigo”.
I Lusiani
I Lusiani di Lusia, in provincia di
Rovigo, per il momento sono in
stand by: “Siamo fermi - spiega
Maria Delfina Sgobbi -. Questo
per noi è un periodo particolare:
a ottobre effettueremo un
cambio delle consegne nella
compagnia, perché io e l’attuale
segretario siamo in carica da
ormai vent’anni ed è tempo
per un passaggio del testimone.
Le nuove leve hanno molte
iniziative, sono creative. In questo
periodo, però, alcuni dei
componenti più giovani hanno
altre priorità che non ci assicurano
continuità nelle prove
(una gravidanza, un matrimonio).
La stagione autunnale sarà
tutta da ripensare;
eventualmente si potrà prendere
un’altra commedia in sostituzione
di quella più recente
in programmazione (‘El paron
so mi… ostrega’, scritta da
me). Si può pensare anche a
spezzoni di commedie del passato,
sono molte le possibilità
al riguardo. Ma finché non salta
fuori il vaccino, siamo tutti in
attesa di recuperare la normalità”.
Gruppo Teatro D’Arte Rinascita
“Mai come in questo periodo la
Fita è stata essenziale, sia a livello
locale che regionale e nazionale
- sostiene Renzo
Santolin, presidente e regista
del trevigiano Gruppo Teatro
D’Arte Rinascita -. Ora bisogna
aspettare almeno un altro mese,
una volta ricominciate le
scuole, per capire a grandi linee
come si svolgerà l’autunno. Nonostante
tutto restiamo ottimisti
anche se, per il momento,
per noi si tratta di calma piatta,
a livello teatrale, almeno fino a
dicembre. La nostra ultima volta
sul palcoscenico è stata il 23
febbraio, a Treviso: da allora ci
sono saltate circa quindici repliche;
un danno consistente ma,
come sempre, sapremo venirne
a capo. Fortunatamente ho
uno spazio aperto di proprietà
che ci ha consentito di fare le
prove rispettando il distanziamento,
durante l’estate. A
mancare sono però gli stimoli:
avevamo belli e pronti due allestimenti
de ‘La locandiera’ e ‘Il
giocatore’ di Goldoni. È rimasto
tutto là, scenografie e costumi,
in sospeso. Solitamente in autunno
calendarizzavamo una
ventina di repliche ma, a oggi,
nulla. Il fatto è che il pubblico
magari se la sente di rischiare
in situazioni all’aperto, ma per
quelle al chiuso? L’amatoriale
ripartirà, certo, ma dovrà farlo
pazientemente, ricominciando
a popolare i teatri con parenti e
amici”.
Streben Teatro
“Gli ostacoli non ci fermano,
anzi, ci sentiamo chiamati a
mantenere un atteggiamento
positivo e costruttivo - tiene a
precisare Sebastiano Boschiero
del moglianese Streben Teatro
-. La cultura stava passando
momenti difficili già prima del
Covid: la maniera più adatta
per affrontare questa situazione
da parte degli artisti è di
scovare soluzioni. Abbiamo
messo in stand by il nostro
‘Faust’ calendarizzato per settembre;
sono previsti fino a dodici
attori sul palco e non
riteniamo opportuno snaturare
la regia a causa di un virus. Preferiamo
proporre, a partire da
ottobre, dei lavori più contenuti,
come nel caso de ‘I danni del
tabacco’ di Cechov (per un attore),
‘Coppia aperta, quasi
6
spalancata’ di Fo-Rame (due attori)
e ‘Tre sull’altalena’ di Lunari
(tre attori). Siamo ripartiti
anche con i corsi di teatro e i
workshop, tutti sold-out, garantendo
ai partecipanti il rigoroso
rispetto delle normative.
Ci siamo inventati perfino una
rielaborazione delle cosiddette
‘escape room’ impiegando i nostri
attori, naturalmente in contesti
all’aperto: nelle escape
room tenute con grande successo
quest’estate, pubblico e
attori erano muniti di mascherina
e guanti, condizione legittimata
dalla storia nella quale i
partecipanti dovevano calarsi.
A ottobre esordiremo con una
nuova escape room, questa
volta notturna, a titolo ‘Paranoia’”.
Il Portico - Teatro Club
Anche Bruno Pietro Spolaore
della miranese Il Portico - Teatro
Club è ottimista: “Nel periodo
del lockdown abbiamo
perso otto spettacoli, ma da
giugno a oggi siamo riusciti a
riguadagnare altre otto date,
all’aperto o sotto i portici di
qualche barchessa, il tutto rispettando
le normative e con
la soddisfazione del pubblico.
Si è trattato di spettacoli con
pochi attori in scena e di durata
variabile, a volte interventi abbinati
a qualche conferenza,
che prevedevano estratti dialogici.
Di particolare soddisfazione
il Ruzzante de ‘Il reduce’ e
‘Bilora’, in cui in scena si trovavano
contemporaneamente al
massimo tre persone. Bene anche
le riduzioni dalla ‘Trilogia
della villeggiatura’ del Goldoni.
A Mirano sono riuscito anche a
organizzare una mini-rassegna
di tre spettacoli che ha registrato
sempre il tutto esaurito,
con circa 150 spettatori. Prosegue
dunque la nostra missione
di tenere in vita i grandi classici
del teatro veneto e, anzi, stiamo
pensando a un nuovo allestimento”.
Teatroimmagine
“Per assurdo a luglio e agosto
siamo riusciti a fare un discreto
numero di repliche - evidenzia
Roberto Zamengo, presidente
di Teatroimmagine di Salzano,
in provincia di Venezia -. I titoli
proposti erano ‘Il dottor Jekyll
e del signor Hyde’ tratto da
Stevenson e una cosa grottesca
derivata dal vaudeville,
“XXX”- I semi della follia’ di Eugene
Labiche. In alcuni casi ho
percepito un’atmosfera surreale;
in altri sembrava l’inizio di
una nuovo normalità, ma anche
così la sensazione era straniante.
Certo è che la gente ha
voglia di uscire. Per noi, però, la
prospettiva autunno-inverno è
davvero magra. Com’era prevedibile
i Comuni contribuiscono
sempre meno, per ovvi
problemi economici. Noi abbiamo
cercato di stringere i denti
e andare incontro agli organizzatori.
Staremo a vedere quando
si risolverà la situazione
della pandemia”.
Compagnia dell’Arca
L’attività della veronese Compagnia
dell’Arca – quaranta allestimenti
in undici anni di vita -
procede spedita nonostante il
periodo: “Siamo contenti - racconta
la rappresentante Giulia
Guandalini - poiché ad agosto ci
è riuscito di portare ‘La sposa
dell’aldilà, più di là che di qua’
al Teatro Arsenale a Verona.
Quattro serate di fila con una
media di 110 spettatori entusiasti.
E poi, sempre ad agosto,
a Montecchio Precalcino abbiacontinua
a pag. 8
7
Qui sopra, a sinistra,
il gruppo teatral-musicale
Lunaspina di Montecchio
Precalcino, in provincia
di Vicenza, mentre a sinistra
due attori della compagnia
Sale e Pepe di San Giovanni
Ilarione, nel Veronese.
In basso una foto di scena
della compagnia
Teatroinsieme di Zugliano,
in provincia di Vicenza.
continua da pag. 7
mo partecipato alla rassegna
Teatro sotto la Luna di Fita Veneto
con ‘Il piccolo principestorie
di sabbia’, uno spettacolo
decisamente più contenuto
del precedente, con solo due
attori in scena. Ma anche per
‘La sposa’ è stato fatto un accurato
lavoro registico al fine di
garantire agli interpreti un distanziamento
di due metri.
L’autunno sarà invece un’incognita.
Per il momento siamo
fermi con la programmazione.
Speriamo che il settore del teatro
riparta: tante strutture non
sanno come gestire le proprie
rassegne restando a norma di
legge”.
Compagnia Sale e Pepe
“Quando è partito ‘il problema’
eravamo alla prima serata di
‘Invito a Teatro’, ormai l’unica
rassegna di questo genere nella
nostra zona, San Giovanni Ilarione
- racconta la presidente
della compagnia Sale e Pepe,
Luciana Damini -. Abbiamo dovuto
sospendere tutto. Pensavamo
di riprenderla in autunno,
ma siamo ancora fermi, perché
le condizioni economiche imposte
dalle normative non ci
consentono nemmeno di andare
in pari con le spese. Vogliamo
inoltre evitare di alzare il
prezzo del biglietto. La capienza
del teatro a nostra disposizione
è passata da 290 a 120
posti. Infattibile. Se non altro,
come compagnia teatrale, ci è
riuscito di mettere a segno
qualche commedia come ‘Sior
Todero brontolon’ di Goldoni e
‘Se fa sempre in tempo’ di Giulia
Magnabosco e Mauro Benati.
Tocca provare con la
mascherina e modificare la regia.
Nonostante tutto, il pubblico
ci è apparso partecipe come
sempre, anche perché, in questo
territorio, non è rimasto
molto altro. Niente più feste,
balli o sagre per il momento. E
la gente ha bisogno di svagarsi,
di essere intrattenuta. Il futuro?
Non molliamo, nonostante
le oggettive difficoltà, e stiamo
pensando a qualcosa di nuovo”.
Lunaspina
“Le restrizioni post-Covid non ci
hanno richiesto un ripensamento
degli spettacoli in repertorio
- spiega Umberto
Retis, musicista e tecnico audio-luci
dei Lunaspina di Montecchio
Precalcino, in provincia
di Vicenza -. Noi facciamo musica
e teatro e, di conseguenza,
abbiamo una band in una postazione
fissa e opportunamente
distanziata, oltre a una
media di uno-due attori al massimo
sul palco, come nel caso
del nostro ultimo ‘Asa che tea
conta’ di Nicola Pegoraro. Gli
strumenti, inoltre, non sono
oggetti condivisibili e ogni musicista
è responsabile della propria
attrezzatura, perciò il
problema non si pone. Nei
prossimi mesi recupereremo le
date perse durante il lockdown,
anche se a livello generale
avverto una pesante situazione
di stallo. Inoltre come organizzatore
di eventi - attraverso
Pro Loco e Commissione Cultura
del mio Comune - sto sperimentando
l’oggettiva difficoltà
di rientrare nei budget disponibili
riducendo drasticamente gli
ingressi nelle strutture al chiuso.
Dove possibile, perciò, bisognerà
spostare tutto all’aperto
e farlo slittare alla prossima
primavera-estate. Amici attori
professionisti mi hanno confidato
che le previsioni più attendibili
per una vera
riapertura delle strutture teatrali
al chiuso è ipotizzata non
prima di marzo 2021”.
Teatroinsieme
“Dovevamo debuttare il 14
marzo con ‘Cose dell’altro
mondo’ di Roberto Giacomozzi
- commenta Gabriella Loss, regista
della compagnia Teatroinsieme
di Zugliano (Vicenza) -.
Poi arrivò il lockdown. Quando,
a metà giugno, ci comunicarono
che si poteva ripartire a certe
condizioni, finalmente ci
ritrovammo, tutti mascherati,
per ripigliare il bandolo della
matassa del testo. Nel frattempo
avevo tagliato alcune scene,
alcune battute, al fine di proporre
uno spettacolo rispettoso
delle normative vigenti. Ci
siamo dovuti abituare al fatto
che se, ad esempio, un personaggio
deve sussurrare una
battuta a un altro personaggio,
lo può fare, sì, ma a una certa
distanza. Siamo comunque riusciti
a debuttare nel Giardino di
Villa Giusti, nella nostra Zugliano.
Il distanziamento tra il pubblico
non ci permette di
avvertire pienamente la platea,
un fatto per nulla piacevole...
Ora, grazie a due attrici munite
di giardino, proviamo in sicurezza
all’aperto, ma resta l’incognita
per la stagione
autunnale: varie rassegne sono
saltate e alcuni piccoli teatri
mancano delle condizioni economiche
per riaprire”.
8
COMITATO REGIONALE VENETO
Stradella delle Barche, 7 - 36100 Vicenza
Tel. 0444 324907
fitaveneto@fitaveneto.org
www.fitaveneto.org
Comitato di Padova
Via Gradenigo, 10 - 35121 Padova
c/o Centro Servizi per il Volontariato
Tel. 049 8686849
fitapadova@libero.it
Comitato di Rovigo
Viale Marconi, 5 - 45100 Rovigo
Cell. 349 4297231
fitarovigo@gmail.com
Comitato di Treviso
Sede operativa Via Calmaggiore 10/4
(Palazzo del Podestà) - 31100 Treviso
Cell. 334 7177900
info@fitatreviso.org
www.fitatreviso.org
Comitato di Venezia
Cannaregio, 483/B - 30121 Venezia
Tel. 041 0993768 - Cell. 340 5570051
fitavenezia@libero.it
Comitato di Verona
Via Santa Chiara, 7/B - 37129 Verona
Cell. 328 2263682
verona.fita@gmail.com
Comitato di Vicenza
Stradella delle Barche, 7/a - 36100 Vicenza
Tel. 0444 323837
fitavicenza@libero.it
I «numeri» di Fita Veneto
Conta al proprio interno:
- 1 Comitato regionale
- 6 Comitati Provinciali
- 235 compagnie
- 4.578 soci
Organizza il Festival Nazionale Maschera d’Oro
Partecipa all’organizzazione del Premio Faber Teatro
Promuove direttamente o tramite le compagnie associate
più di un centinaio di manifestazioni annue
Le compagnie associate effettuano più di 5.000 spettacoli
annui, molti dei quali rivolti al mondo della scuola, alla
solidarietà e in luoghi dove solitamente è esclusa l’attività
professionistica
Coinvolge più di 1.600.000 spettatori
Per gli studenti delle scuole superiori organizza il concorso
di critica “La Scuola e il Teatro” e il premio per laboratori
teatrali “Teatro dalla Scuola”
Organizza stages, seminari, incontri, corsi di formazione
Pubblica il trimestrale online Fitainforma e il volume annuale
Fitainscena con il repertorio delle compagnie
Svolge un servizio di editoria specifica teatrale e gestisce
una biblioteca di testi e una videoteca
Gestisce il sito internet www.fitaveneto.org
e una pagina Facebook
Invia la newsletter Fita Veneto News
FOCUS TERRITORIO
Con i Comitati provinciali
verso la ripartenza
tra fiducia e perplessità
QUI ROVIGO
Cosa possiamo inventarci
in tempo di Covid
per venire incontro
alla grande voglia di teatro?
Cosa possiamo inventarci in
tempo di Covid per venire incontro
alla grande voglia di teatro
del nostro pubblico, ma
anche a quella delle compagnie?
È stata questa la domanda che
all’inizio dell’estate ci siamo posti
con insistenza, per cercare di
reagire a una situazione che ha
messo a dura prova tutti noi.
Abbiamo pensato di trasformare
un problema in un’opportunità
per progettare un format
nuovo, che rispettasse tutti i criteri
di sicurezza, ma che offrisse
anche alle compagnie l’occasione
per mettersi in gioco in qualcosa
di diverso. È nato così
l’evento “Pillole di teatro in
piazza”, una gara-spettacolo a
colpi di monologhi e dialoghi
che si è svolta il 3 settembre
nella splendida cornice di piazza
Annonaria a Rovigo, grazie alla
collaborazione con il Comune e
la Pro Loco e al sostegno economico
della Fondazione Rovigo
Cultura. Undici compagnie
partecipanti, con una ventina di
attori e attrici che per una volta
hanno avuto la possibilità di
mettersi in gioco con il palco
tutto per loro. È stata una serata
magica e una grande emozione
per tutti tornare davanti al
pubblico. Ma non solo. Perché
uno degli aspetti più significativi
è stata la costruzione collettiva
dello spettacolo che ha promosso
e rafforzato i rapporti
tra i nostri iscritti.
L’idea è che questa serata sia
stata l’edizione zero di un evento
che potrebbe avere respiro
regionale, magari itinerante,
con finale nel capoluogo polesano,
e diventare un appunta-
mento fisso dell’estate rodigina
a partire dal prossimo anno.
L’inizio d’autunno non sarà da
meno. Dal 27 settembre, infatti,
prenderà il via l’iniziativa “Teatro
per casa”, un format costruito
con la Provincia e finanziato dalla
Fondazione Cassa di Risparmio
di Padova e Rovigo, che ha
l’obiettivo di coniugare lo spettacolo
dal vivo con la scoperta e
la fruizione di dimore storiche di
solito non accessibili, che aprono
le loro porte per diventare
palcoscenico. Tre performance
in altrettante location (villa Cappello
ora Rama a Pontecchio
Polesine, villa Cagnoni Boniotti
a Gognano di Villamarzana e villa
Fiaschi a Gaiba) fino al 18 ottobre,
per scoprire costumi e
usanze tipiche dell’aristocrazia
veneziana, in particolare dal
‘500 all’800.
Devo dire che siamo particolarmente
soddisfatti di quanto si
sta realizzando e, soprattutto,
della risposta delle compagnie
alle nostre proposte che hanno
sempre l’obiettivo – anche in
tempo di Covid – di promuovere
il teatro amatoriale nella sua
ricchezza e varietà, continuando
a proporci come alleati delle
istituzioni nella programmazione
culturale e di valorizzare la
dimensione del gruppo.
Cosa accadrà tra qualche mese
non possiamo saperlo. Ma la parola
d’ordine resta “non mollare”!
Roberta Benedetto
Presidente FITA Rovigo
QUI TREVISO
Cosa possiamo inventarci
in tempo di Covid
per venire incontro
alla grande voglia di teatro?
L'attività estiva del Comitato ha
avuto un necessario stop forzato
sia per il ridotto numero di
10
possibilità spettacolistiche sia
per la necessità di rivedere le
regie degli spettacoli nel rispetto
delle regole imposte dai
vari Dpcm, cosa che per molte
compagnie non è stato possibile
attuare. Sicuramente è stata
molto positiva la disponibilità
data dalla compagnie di Treviso
a partecipare alla rassegna promossa
da Fita Veneto assieme
a Regione e Unpli: un segnale
forte della volontà di ripartire.
A livello di Comitato stiamo valutando
in questi giorni come
porci nei confronti della tradizionale
rassegna di prosa organizzata
dal nostro provinciale,
visto che gli spazi che normalmente
utilizziamo con il distanziamento
rischiano di diventare
terribilmente antieconomici
per l'organizzazione di una rassegna.
Altro punto su cui stiamo lavorando
è l'appuntamento elettivo
di ottobre a cui seguiranno
anche quelli locali. Stiamo organizzando
incontri specifici
con i possibili candidati per cercare
di arrivare tutti quanto più
possibile informati e consapevoli,
cercando al contempo di
pensare al prossimo quadriennio
di attività. Ultimo punto, la
formazione: abbiamo pensato
ad alcuni corsi per i soci, che saranno
annunciati prossimamente.
Mattia Zorzetto
Presidente FITA Treviso.
QUI VERONA
Cosa possiamo inventarci
in tempo di Covid
per venire incontro
alla grande voglia di teatro
Durante l’estate il nuovo Comitato
Provinciale FITA Verona è
stato impegnato nella risistemazione
delle proprie attività.
Siamo molto contenti, però, del
fatto che il 15 settembre sia ripreso
“Andiamo a Recitare”, il
corso di recitazione promosso
in collaborazione con la Prima
Circoscrizione Centro Storico. Si
tratta di un corso volto ad introdurre
i partecipanti alla recitazione,
tenuto da Diego Carli,
attore professionista e docente
appassionato. Il corso è totalmente
gratuito ed è rivolto a
partecipanti fino ai 30 anni: una
bellissima opportunità per i giovani
di imparare e di cominciare
ad esplorare un mondo nuovo e
affascinante come quello del
teatro.
Il corso era iniziato prima dell’emergenza
sanitaria, ma a causa
del lockdown erano state svolte
solo due lezioni. L’entusiasmo
con cui gli iscritti hanno risposto
all’annuncio della ripresa delle
lezioni ci rende molto fieri di
aver realizzato questo progetto,
che rappresenta la prima
collaborazione in assoluto tra
FITA Verona e un ente pubblico
della città.
Comitato Provinciale
FITA Verona.
QUI VICENZA
Cosa possiamo inventarci
in tempo di Covid
per venire incontro
alla grande voglia di teatro
Facciamo il punto su come è andata
l'estate teatrale vicentina e
riflettiamo sulle prospettive per
l'autunno, in questo momento
di pandemia.
Il nostro comitato si è dato come
obiettivo prioritario quello
di riportare a teatro il pubblico
che da anni ci segue. Abbiamo
quindi sollecitato le Amministrazioni
Comunali, le Pro Loco
e altre istituzioni del territorio
con incontri e contatti telefonici,
affinché si adoperassero per
lanciare un messaggio di positività
realizzando eventi culturali.
A giugno si viveva ancora una situazione
di incertezza, che limitava
l’attività. Effettivamente è
stato difficoltoso programmare
per il periodo estivo ciò che normalmente
programmavamo a
gennaio. Saltate le rassegne primaverili,
ci siamo concentrati
sulla stagione estiva e a luglio -
quando abbiamo avuto segnali
di apertura dai soggetti coinvolti
e le norme sono state più
chiare - abbiamo potuto concretizzare
le attività per l’estate.
Ci siamo concentrati su Teatro
Popolare Veneto, rassegna
giunta alla 25ª edizione e realizzata
in collaborazione con la
Provincia di Vicenza e Rete
Eventi. In pochissimi giorni siamo
riusciti a predisporre un cartellone
che prevede una ventina
di eventi sparsi nel territorio vicentino.
Non da meno, quest’estate, le
nostre associate si sono prodigate
come enti organizzatori,
predisponendo spettacoli nuovi,
rispettosi delle norme Covid 19:
abbiamo così assistito a numerosi
reading, monologhi, spettacoli
di cabaret o rivisitazioni di
allestimenti ripensati per rispettare
le prescrizioni.
FITA Vicenza, inoltre, ha continuato
con attività di formazione,
seppur online. In particolare,
è proseguita la realizzazione di
uno spettacolo di restituzione
con l’attrice Crescenza Guarnieri
come docente, al debutto al
Teatro San Marco di Vicenza domenica
20 settembre.
Per quanto riguarda le attività
istituzionali, abbiamo effettuato
in modalità online l’assemblea
annuale per l’approvazione
del bilancio 2019, momento
sentito e partecipato dalle nostre
associazioni.
Per il futuro, pur rimanendo in
essere le limitazioni sull’utilizzo
degli spazi al chiuso, abbiamo
confermato la rassegna di
Chiuppano, che prevede quattro
serate con compagnie vicentine;
abbiamo già programmato
la rassegna primaverile 2021.
Stiamo mettendo in cantiere
anche la rassegna TeatroSei a
Vicenza: otto eventi teatrali in
collaborazione con l’assessorato
comunale al Decentramento.
Si sono gettate le basi, inoltre,
per una futura collaborazione
con le associazioni ManalY
Eventi e Rossettini Danza, che
porterà alla realizzazione di una
serie di eventi condivisi.
Colgo l’occasione per ringraziare
quelle Amministrazioni - dalla
Provincia ai Comuni - che in questo
periodo, con coraggio, hanno
saputo investire in cultura,
coinvolgendoci come partner
nelle realizzazione di tanti eventi
nel territorio.
Giovanni Clemente
Presidente FITA Vicenza
Crescenza Guarnieri - foto Barbara Ledda
QUI VENEZIA
Cosa possiamo inventarci
in tempo di Covid
per venire incontro
alla grande voglia di teatro
Mesi di PASSIONE, ma con
questo nome conosciamo
anche un bellissimo fiore, e di
fiori è stata costellata questa
inconsueta, e speriamo
IRRIPETIBILE, stagione.
Distanziati, come da norme,
sia in platea che sul
palcoscenico, spettatori ed
attori si sono ritrovati, con
timoroso sollievo di tutti, in
piazze, parchi, giardini e cortili
per assistere agli spettacoli
che rispondessero a tutte le
limitazione del caso. Se le
norme per gli spettatori erano
rispettate con relativa facilità,
più complicato è stato attuare
distanziamenti categorici sul
palcoscenico, soprattutto
affinché certi movimenti non
risultassero impacciati, fasulli,
incomprensibili.
Sappiamo che dappertutto
giovani o meno, belli o brutti,
donne e maschi hanno
adottato la stessa MODA, ma
un aspetto curioso dell'attuale
situazione, almeno a Venezia,
era vedere che i turisti cinesi,
fino allo scorso Febbraio irrisi
per l'abitudine a girare protetti
da mascherine, avevano
dettato legge.
Tornando agli spettacoli,
abbiamo visto un proliferare di
monologhi, di letture, di
centoni , di testi con un
numero ridotto di personaggi;
Goldoni si è preso una vacanza
(d'altra parte la villeggiatura è
uno dei suoi temi prediletti),
anche se Toderi e Mirandoline
non sono mancati.
Un aspetto positivo di questa
estate teatrale è stata la
ricerca di modalità alternative
di fare spettacolo, un esercizio
di intelligenze che confidiamo
non sarà stato invano e
tornerà utile anche quando,
speriamo presto (CI
CREDETE?), torneremo alla
normalità.
Gianni Visentin
Presidente FITA Venezia
11
FITA VENETO
Compagnie più presenti
Per il domani, puntiamo
a sostenere il territorio
È ormai alle spalle un’estate
difficile, ma che ha confermato
la straordinaria vitalità del
mondo amatoriale. Ora ci
aspetta una stagione autunnoinverno
ricca di incognite, da
affrontare con lucidità e, per
quanto possibile, spirito sereno
e propositivo. Nel frattempo si
fanno avanti gli importanti appuntamenti
del rinnovo cariche
a tutti i livelli (nazionale, regionale
e provinciali) e la scadenza
del 31 ottobre fissata per l’adeguamento
degli statuti alla
nuova normativa sul Terzo Settore.
Di tutto questo abbiamo parlato
con Mauro Dalla Villa, presidente
FITA Veneto, che tra l’altro
annuncia la data del congresso
elettivo di FITA Veneto:
domenica 25 ottobre.
Il presidente
regionale
Mauro Dalla Villa
fa un bilancio
dell'ultimo
quadriennio
Partecipazione
in crescita.
Concretezza
per migliorare
i nostri servizi
Nel numero di giugno ci eravamo
appena lasciati alle
spalle il lockdown e ci domandavamo
come sarebbe stata
l’estate teatrale, fra entusiasmo
e preoccupazioni. È il
momento di tirare le somme...
Direi che nel complesso è andata
meno peggio del previsto,
considerando le limitazioni e le
procedure anti-Covid richieste.
Certo, non abbiamo avuto l’estate
ricchissima di appuntamenti
di sempre, ma qualcosa
si è comunque fatto, grazie all’impegno
di tante compagnie
e della nostra Federazione nel
territorio. Tra le iniziative segnalo
con particolare soddisfazione
“Teatro sotto la Luna”, la
rassegna che abbiamo realizzato
tra fine agosto e metà settembre
in collaborazione con
l’Unione delle Pro Loco del Veneto
(Unpli) e grazie al sostegno
della Regione (nell’ambito
dell’Accordo di programma Regione
del Veneto – FITA Veneto
L.R. 22/02/1999 n° 7 art. 51).
Grazie ad un buon lavoro di
squadra siamo riusciti a proporre
un cartellone di ventidue
date in altrettante località del
Veneto, nel pieno rispetto delle
disposizioni e con una gratificante
risposta da parte del
pubblico. Per questo risultato
mi sento di fare un sincero
plauso alle nostre compagnie,
che hanno dimostrato grande
voglia di mettersi in gioco,
spesso reinventandosi e modificando
le loro scelte artistiche,
così da poter portare il teatro
nelle più diverse situazioni.
12
Ora si avvicina l’autunno e la
preoccupazione è anche maggiore.
Come ci si sta preparando?
Cercando di non perdere un
po’ di ottimismo, naturalmente.
Ma è necessario essere realisti
e credo che avremo grosse
difficoltà. Non tanto nel fare
teatro di compagnia, nel senso
di prove, preparazione di allestimenti
e via dicendo, naturalmente
sempre nel rispetto delle
prescrizioni. Il vero problema
sarà riaprire i teatri: potremo
farlo, certo, ma con il contingentamento
dei posti dovremo
fare i conti con il calo della vendita
dei biglietti, entrata essenziale
per il nostro settore, che
si regge soprattutto sulle proprie
gambe. La cosa riguarda
molte nostre compagnie che,
nel territorio, organizzano rassegne
teatrali. Non essendoci
la possibilità materiale di coprire
quelle minori entrate con risorse
esterne, si dovrà necessariamente
agire sui costi, per
esempio proponendo rassegne
più contenute, spendendo un
po’ meno in pubblicità o in altri
elementi accessori e trovando
soluzioni alternative, così da
mantenere comunque, anche
se in forma un po’ ridotta, il
contatto con il pubblico.
Pubblico che quest’estate,
nonostante le preoccupazioni,
ha dimostrato di avere voglia
di teatro e di incontro...
Assolutamente sì. Come FITA
Veneto ne abbiamo avuto una
prova particolarmente evidente
con “Teatro sotto la Luna”,
spesso con risposte addirittura
al di sopra delle attese. Abbiamo
capito quanta voglia ci sia
di partecipare, di esserci, di stare
insieme. Ormai siamo abituati
a non darci la mano, a restare
lontani, ma quando la sicurezza
è garantita la risposta
c’è. Si dovrà puntare molto su
questo anche per la stagione in
arrivo: chiaramente con maggiori
difficoltà, perché l’idea di
entrare in un teatro creerà
maggiore resistenza… Ma il bisogno
di socializzazione è forte,
e dare una risposta a questo
bisogno è parte essenziale del
nostro essere Federazione: fare
teatro per noi è un piacere,
ma condividerlo con gli altri dà
un senso più profondo a quello
che facciamo.
L’autunno porterà anche una
scadenza importante sul fronte
normativo, in materia di
Terzo Settore...
Il 31 ottobre, termine ultimo
entro il quale le compagnie dovranno
aver adeguato lo statuto
per mantenere il proprio
status sul fronte di agevolazioni
e modalità di gestione. Al riguardo
abbiamo ampiamente
informato e sensibilizzato le
compagnie: chi non dovesse
provvedere entro il 31 ottobre
sa che dovrà affrontare dei
cambiamenti non indifferenti;
siamo comunque sempre a disposizione
per ulteriori informazioni
in merito.
L’autunno porterà anche il
rinnovo cariche a tutti i livelli.
Tempo di bilanci, quindi. Come
FITA Veneto quali pensa
siano stati i migliori risultati e
quali le possibili sfide da
affrontare in futuro?
Direi che il bilancio di questi ultimi
quattro anni è positivo. Il
migliore risultato credo sia stato
la crescente partecipazione
alle attività associative da parte
delle nostre circa 240 compagnie,
tenendo presente che in
Veneto proponiamo ogni anno
almeno un congresso regionale
e varie assemblee provinciali,
oltre a incontri specifici. Forse
abbiamo saputo proporre tematiche
di interesse sia di carattere
artistico che tecnico e
normativo; quel che è certo è
che l’aumento della partecipazione
è stato consistente: sale
spesso piene, appuntamenti
regionali con oltre 200 persone,
una partecipazione attiva…
sono numeri importanti, il cui
merito, comunque, va prima di
tutto alle stesse compagnie.
Un altro punto a favore?
Aver mantenuto e consolidato
le tante attività che in Veneto
vengono svolte: risultato non
da poco, visto che in Veneto
portiamo avanti una fitta rete
di iniziative a tutti i livelli, dal
fronte operativo a quello istituzionale,
da quello artistico ai
rapporti con le scuole a molto
altro ancora. Questo non vale
non solo per FITA Veneto ma
anche, in buona parte, per i Comitati
provinciali, che nella nostra
regione continuano ad
avere un peso determinante: lo
dimostra il fatto che ogni decisione
è discussa nel Consiglio
federale, che è a tutti gli effetti
uno snodo centrale della nostra
attività.
Ma veniamo agli spazi di miglioramento,
alle possibili sfide
da affrontare...
Non voglio parlare di grandi temi...
preferisco partire dal concreto,
perché le grandi cose si
fanno iniziando da basi solide.
Per questo la sfida che ritengo
prioritaria riguarda proprio i
Comitati provinciali, con l’obiettivo
di migliorarne l’attività
e l’operatività. In Veneto ne abbiamo
sei. Alcuni funzionano
benissimo, altri un po' meno:
l’obiettivo è che tutti funzionino
benissimo. Perché questa
attenzione per i Comitati provinciali?
Perché sono uno snodo
essenziale fra le compagnie e
la Federazione: conoscono i
singoli territori, che hanno situazioni
ed esigenze molto diverse
tra loro, hanno rapporti
con enti locali, scuole, istituzioni,
gestiscono le iniziative nei
confronti delle compagnie, alcuni
organizzano o collaborano
a rassegne nel territorio, eventi,
corsi. Migliorare i Comitati
provinciali migliorerebbe il filo
diretto con le compagnie, consolidando
i rapporti esistenti e
creandone altri. In questo quadro
generale si possono fare
molte cose: pensiamo, ad
esempio, agli orari della segreteria
regionale, che da sempre
sono concentrati al mattino,
ma che si potrebbero articolare
diversamente. Cose in apparenza
semplici, magari entrate
nella consuetudine ma non per
questo non migliorabili.
Il congresso nazionale FITA si
terrà in forma telematica nelle
domeniche 4 e 11 ottobre.
Poi toccherà alle regioni e alle
province. Entriamo nel dettaglio?
Per il congresso nazionale, FITA
Qui a lato
l'immagine
simbolo della
rassegna
organizzata da
Fita Veneto in
collaborazione
con l'Unpli
regionale e con il
contributo della
Regione del
Veneto.
In basso, una
delle tante serate
della rassegna,
che hanno
ampiamente
dimostrato la
grande voglia di
teatro da parte
del pubblico e la
tenacia delle
compagnie.
ha inviato una lettera di convocazione,
disponibile anche nel
sito www.fitateatro.it insieme
ai documenti necessari per la
partecipazione (questi si trovano
nell’area riservata). Ora sta
alla volontà delle compagnie,
che magari avranno qualche incombenza
in più dal punto di
vista tecnico, ma avranno anche
la possibilità di partecipare
in prima persona a questo
evento importante per la vita
associativa con tutta la comodità
dell’online. Sul fronte tecnico,
come FITA Veneto stiamo
dando supporto e informazioni
alle nostre compagnie, per
affiancare soprattutto chi ha
meno dimestichezza con il
web. L’articolazione in due
giorni ha un motivo di ordine
pratico: il 4 si insedia l’assemblea,
e così i designati hanno il
tempo di organizzarsi per essere
presenti fisicamente a Roma
alla sessione elettiva, domenica
11 ottobre.
Il congresso elettivo regionale,
invece, è già fissato per domenica
25 ottobre a Vicenza e in
presenza, in un grande centro
congressi che consente di riunirsi
in assoluta sicurezza.
Quanto ai provinciali, ognuno
fisserà una propria data: l’unico
vincolo è che le votazioni dovranno
avvenire entro 120
giorni dal congresso nazionale.
13
Sono stati ventidue gli spettacoli
in cartellone fra il 31 luglio e
il 12 settembre per “Teatro sotto
la Luna”: la rassegna tutta
nuova nata dalla collaborazione
fra i Comitati regionali veneti
della Federazione Italiana Teatro
Amatori (FITA) e dell’Unione
Nazionale Pro Loco d’Italia (UN-
PLI), realizzata grazie al sostegno
della Regione del Veneto
nell’ambito delle iniziative speciali
in favore della cultura a seguito
dell’emergenza Covid-19
(nell’ambito dell'Accordo di programma
Regione del Veneto –
F.I.T.A. Veneto L.R. 22/02/1999
n° 7 art. 51). Tutti gli eventi si
sono svolti con ingresso libero.
“La Regione del Veneto – ha
sottolineato all'avvio della rassegna
l’assessore alla Cultura,
Cristiano Corazzari – ha voluto
agire con concretezza nell’affiancare
il mondo dello spettacolo
attivo nel nostro territorio.
Per questo, in particolare,
abbiamo attivato una speciale
sinergia con alcuni importanti
protagonisti di questo comparto,
tra i quali FITA Veneto, con
cui da anni condividiamo progetti
e grazie alla quale oggi, insieme
all’UNPLI regionale, potremo
contribuire a portare il
teatro in ogni angolo del Veneto”.
“Con questa azione di sostegno
della cultura nel territorio – ha
commentato Mauro Dalla Villa,
presidente FITA Veneto – la Regione
ha agito con concretezza
e tempestività, elementi essen-
Un'estate di teatro
che non scorderemo
La rassegna
Teatro sotto la
Luna, promossa
da Fita Veneto
con Unpli
regionale
e Regione del
Veneto, è stata
il momento clou
di questa strana
estate sul palco
14
Rovigo: ma quanto fanno bene queste “Pillole”...
Pieno successo giovedì 3
settembre a Rovigo per "Pillole
di teatro in piazza – Sfida
a colpi di monologhi e
dialoghi", serata-evento organizzata
dal Comitato provinciale
FITA, in collaborazione
con il Comune e la Pro
Loco e con il contributo di
Fondazione Rovigo Cultura.
Nella suggestiva Piazza Annonaria,
nel cuore della città,
un pubblico folto e partecipe
ha accompagnato le
undici esibizioni in concorso,
proposte da interpreti di altrettante
formazioni polesane.
La vittoria è andata a
Claudio Zanforlin e Giuliano
Visentin de El Tanbarelo, applauditi
in una celebre scena
tratta dalla commedia Sior
Todero brontolon di Carlo
Goldoni. Questa la motivazione
della giuria, composta
dalla giornalista e critica
Alessandra Agosti, dal presidente
della Pro Loco Marco
Bressanin, dall’operatore teatrale
Emilio Milani e dall’assessore
alla Cultura di Rovigo Roberto
Tovo: "Bella resa del testo.
Capacità di creare, con pochi
tocchi, personaggi, ambiente
e situazioni. Buona l'intesa
tra i due interpreti e notevole
la presa sul pubblico".
Menzione speciale, invece, per i
giovani Francesco Dallagà, Enrico
Maggiolo ed Elettra Maggiolo
de I Lusiani, protagonisti
della divertente gag “Il timido”
di Walter Chiari e Mario Riva:
"Coraggioso confronto con un
gioiello della comicità. Buoni i
tempi comici e la mimica, con
accenti ben calibrati nelle battute
e nel gesto" la motivazione
della giuria.
Ma tanti applausi per tutti gli
sfidanti, protagonisti di una serata
nella quale - come più volte
sottolineato nel corso
dell'evento - il vincitore assoluto
è stato il teatro, la sua capacità
di creare emozioni e condivisione,
tanto più necessari in
questo periodo difficile e delicato.
Vivo apprezzamento,
quindi, per Anna Paola Bassani
de I Girasoli (Beatrice, da “Le
Beatrici” di Stefano Benni),
Sandra Brogin di Teatro Insieme
(La trebbiatura da “La casa
di Jeto” di Gianni Sparapan),
Michela Finatti di Nove Etti e
Mezzo (monologo da “Parcheggio
a pagamento” di Italo
Conti), Marco Bottoni dei Buoni
& Cattivi (rivisitazione della
canzone “Quelli che...” di Enzo
Jannacci), Cosetta Veronese
dei Fuori di Scena (monologo
da “Fiori d'acciaio” di Robert
Herling), Alberto Felisati de El
Canfin (“Discorso all'umanità”
di Charlie Chaplin), Roberta
Ghirello, Enrica Marangoni e
Zelima Schiesaro de I 7 Moli
Ars et Bonum (scena da “El
marcà”, testo della compagnia),
Alessandra Camozza
di Proposta Teatro Collettivo
(“Una moglie felice” di
Franca Valeri), Velida Fontan
e Raffaella Trivellato (“Dialogo
della Terra e della Luna”
di Giacomo Leopardi).
Condotta con brio dalla presidente
di FITA Rovigo, Roberta
Benedetto, e realizzata
con cura dal Comitato
provinciale, la serata ha visto
la partecipazione, tra gli altri,
del presidente regionale
FITA, Mauro Dalla Villa, e del
vicepresidente nazionale,
Aldo Zordan.
Entrambi hanno sottolineato
il ruolo essenziale del
mondo amatoriale per mantenere
vivi nel territorio
l'attività teatrale e il legame
con il pubblico.
ziali in questo difficile momento
per affiancare il mondo dello
spettacolo dal vivo e mantenere
forte il suo legame con il territorio,
anche in vista della stagione
invernale. Con questi obiettivi,
insieme all’UNPLI, ci siamo
impegnati impegnati per offrire
proposte quanto più possibile
varie per genere e diffuse nel
territorio, caratteristiche queste
che contraddistinguono da
sempre il nostro fare teatro”.
“Tutta la nostra rete territoriale
– ha dichiarato Giovanni Follador,
presidente UNPLI Veneto –
si è subito allertata per ampliare
al massimo il cartellone tra le
province, insieme a FITA Veneto
e grazie al sostegno della Regione.
L’impegno organizzativo
è stato grande, ma lo era altrettanto
il desiderio di garantire alle
comunità proposte significative
in campo culturale, soprattutto
in questo momento di
difficoltà e spaesamento. Questa
rassegna, oltre al valore artistico,
ha anche un grande significato
simbolico”.
Le ventidue località coinvolte
nel cartellone sono state: Vodo
di Cadore per la provincia di Belluno;
Bagnoli di Sopra, Ospedaletto
Euganeo, Monselice e Borgoricco
per Padova; Adria, Canda,
Canaro e Stienta per Rovigo;
Quinto di Treviso, Salgareda,
Preganziol, Segusino, Cappella
Maggiore e Colle Umberto per
Treviso; Sant'Anna d'Alfaedo
per Verona; Noale e Quarto
d'Altino per Venezia; Recoaro
Terme, Bolzano Vicentino, Monticello
Conte Otto e Montecchio
Precalcino per Vicenza.
Quanto alle compagnie,ecco le
protagoniste del cartellone.
Da Padova la Benvenuto Cellini
ha proposto I tre capelli d'oro
dell'orco dei fratelli Grimm, Teatro
Insieme I monologhi della
Giulia di Stefano Benni, Dario Fo
e Franca Rame e la compagnia
Sottosopra I due Pantaloni da
Carlo Goldoni.
Da Rovigo i Buoni e Cattivi hanno
presentato Siamo tutti un
po' matti di Marco Bottoni, Proposta
Teatro Collettivo Donne
in guerra a cura di Giorgio Libanore
e Briciole d’Arte il testo di
Roberta Benedetto e Alberto
Garbellini Abito ergo sum - Gli
oggetti smarriti raccontano la
città.
Quattro i gruppi trevigiani in
cartellone: Streben Teatro con
Coppia aperta quasi spalancata
di Dario Fo e Franca Rame, Teatro
delle Lune con L'amore migliora
la vita di Angelo Longoni,
Barbapedana con Il viaggio di
Zanabdul di Renato Tapino e
Abdellah Ajouguim e Rinascita
con Sior Todero brontolon di
Goldoni.
Venezia, invece, ha visto la partecipazione
dei sui gruppi Teatroimmagine
con Opera XXX - I
semi della follia di Roland Benoit
e Roberto Zamengo da Eugèene
Labiche e Il Portico Teatro
Club con Ruzabte amore
mio . Prologo, Bilora, Reduce di
Angelo Beolco detto il Ruzante.
Da Verona ha partecipato alla
rassegna la Compagnia dell’Arca,
di scena con Il piccolo principe
- Storie di sabbia di Valerio
Bufacchi e Michele Velludo, da
Antoine de Saint-Exupéry, mentre
da Vicenza si sono proposti i
gruppi La Trappola con Un fraco
e 'na sporta di autori vari, L’Archibugio
con Romeo e Giulietta
- Una storia di banditi di Giovanni
Florio e William Shakespeare,
Teatro di Sabbia con TarTaDò di
Mattia Bertolini e Melissa Franchi,
la Compagnia Astichello con
La strada del leone di Galliano
Rosset, Il Covolo con Menarosti
in corte di Nicola Pegoraro, La
Giostra con Il Regno di Oz di Luisa
Vigolo da Lyman Frank
Baum, I Giullastri con The Ganes
International Show, Teatroinsieme
con Cose dell'altro mondo
di Roberto Giacomuzzi e La Ringhiera
con la necessità dell'arte
di autori vari.
Vario e stuzzicante, dunque, il
ventaglio delle proposte, che
hanno spaziato da appuntamenti
di piacevole intrattenimento
sia in lingua che dialettali
ad allestimenti per famiglie, da
spettacoli di commedia dell’arte
a reading e performance di carattere
storico o letterario.
Tutti gli eventi si sono svolti con
la fattiva collaborazione delle
Pro Loco attive nei singoli territori.
Un ottimo esempio di interazione,
condotta con la volontà
comune di offrire un bel servizio
a tutte le comunità .
15
FITA: quattro anni
di crescita su vari fronti
Per il futuro, territorio
e istanze al primo posto
Nell'ultimo quadriennio, il veneto
Aldo Zordan ha ricoperto
la carica di vicepresidente nazionale
della Federazione. A
pochi giorni dal congresso
elettivo del 4 e 11 ottobre, gli
abbiamo chiesto un bilancio
dell'attività federativa.
Quattro anni vissuti intensamente...
Assolutamente sì. Abbiamo visto
la Federazione compiere significativi
passi avanti sul
fronte strutturale e operativo e
affrontare sfide di notevole
spessore: alcune volute, come
il progetto di teatro sociale
"Fondamenta"; altre attese, come
il confronto con la nuova
normativa del Terzo Settore;
altre ancora del tutto impreviste,
come l'emergenza sanitaria,
che dalla scorsa primavera
ha richiesto un surplus
straordinario di energia su
fronti quali la rappresentanza
e l'informazione, ma anche su
quelli della creatività artistica e
del senso di appartenenza.
Al veneto Aldo Zordan, vicepresidente nazionale della
Federazione, abbiamo chiesto un'analisi dell'ultimo
quadriennio. Tra i risultati il potenziamento della
struttura. Il lockdown? Ha mostrato il senso del gruppo
Partiamo dagli aspetti strutturali
e operativi. In che cosa
è cambiata la Federazione in
questi quattro anni?
Un primo aspetto riguarda la
segreteria, che è stata potenziata
per dare un servizio
sempre più efficente ai nostri
soci. Un altro passo avanti significativo
riguarda l'Ufficio
Progetti, il cui servizio di consulenza
e assistenza è stato messo
a disposizione anche delle
strutture periferiche e delle
compagnie, per affiancarle nel
reperimento di fondi da dedicare
a specifici progetti. E
ancora, abbiamo creato un
Ufficio Stampa e una rete di
comunicazione a livello nazionale,
che si occupa di diffondere
le informazioni sia all'interno
della nostra organizzazione sia
verso l'esterno: un servizio prezioso
per far circuitare le notizie
attraverso i più diversi canali,
compresi quelli social, che
abbiamo sviluppato molto.
Quanto alle azioni rivolte al
territorio e alla formazione?
In questi anni abbiamo incentivato
gli investimenti a favore
delle strutture periferiche, soprattutto
per aumentare la
diffusione dell'attività messa a
disposizione delle compagnie,
anche attraverso progetti specifici
come il Gran Premio del
Teatro Amatoriale o il Premio
Fitalia, che negli ultimi anni sono
stati rinnovati assumendo
una dimensione "live" che non
avevano. Molto si è investito
anche sul fronte della formazione,
con percorsi dedicati ai
giovani quali Itaf (International
Theater Academy of Fita) o
l'Accademia del Teatro. In questo
campo, purtroppo, la
pandemia ha impedito lo
svolgimento dei Cantieri del
Teatro, una proposta formativa
nuova, articolata in una bella
serie di incontri per un approfondimento
ad ampio raggio e
rivolta a tutti gli iscritti, non solamente
ai giovani: speriamo
comunque di poterla avviare
quanto prima.
Altro ambito nevralgico è
stato quello della rappresentanza.
Anche su questo fronte abbiamo
compiuto un'azione decisa,
che ha portato risultati di rilievo.
Penso a quanto fatto durante
il lockdown, naturalmente,
e a quanto ancora
stiamo facendo per far fronte
all'emergenza sanitaria in atto.
Ma anche in precedenza abbiamo
ottenuto risultati significativi.
Ne cito due, tra gli altri:
l'incontro fra il nostro Direttivo
e il Ministro della Cultura, Dario
Franceschini, al quale abbiamo
potuto illustrare nei dettagli la
realtà del teatro amatoriale,
sottolineandone il ruolo e specificandone,
con un apposito
documento, le istanze di
maggior rilievo; e così pure
l'incontro con l'allora Ministro
della Pubblica Istruzione, Valeria
Fedeli, dopo il quale la nostra
Federazione, prima e unica
in Italia per il mondo del teatro,
ha ottenuto la firma di un Protocollo
sui Percorsi per le
competenze trasversali e per
l'orientamento (ex Alternanza
scuola-lavoro), che ha avuto
importanti e concrete ricadute
anche a livello territoriale.
Torniamo al lockdown e a
16
Appuntamento fissato
per le domeniche 4 e 11 ottobre
Il congresso nazionale
si svolgerà via web
Tutorial per chiarire
come partecipare
Si svolgerà in via telematica
domenica 4 e domenica 11
ottobre il congresso nazionale
FITA, che vedrà in particolare
l’approvazione dei bilanci
di esercizio consuntivo
e preventivo e il rinnovo
delle cariche nazionali.
“Avevamo programmato
questo appuntamento per il
mese di aprile – si legge
nella lettera inviata ai soci -
ma la pandemia che ha interessato
tutta la nostra nazione
e le limitazioni introdotte,
oltre alle evidenti ragioni
di cautela, hanno determinato
il rinvio di tale
appuntamento. Abbiamo sperato
che la situazione avesse
un’evoluzione diversa, ma ci
siamo resi tutti conto che sarebbe
stato impossibile avere
la certezza che entro il mese
di ottobre si ristabilissero le
condizioni perché il tutto si
svolgesse in presenza”.
Da qui la scelta di optare per
il web, anche perché un ulteriore
rinvio al prossimo anno –
si sottolinea ancora nella
lettera inviata a tutti i soci -
“non ci è sembrato opportuno,
oltre che corretto, sia
perché per legge avremmo
dovuto convocare comunque
l’assemblea per l’approvazione
del bilancio consuntivo
entro il 31 ottobre, sia perché
gli organi nazionali avrebbero
potuto gestire la Federazione
in prorogatio e, quindi, con
poteri limitati all’ordinaria
amministrazione”.
L’assemblea, come detto, si
articolerà in due giorni: domenica
4 ottobre saranno
espletate le prime formalità,
mentre domenica 11 ottobre
si terrà la sessione dedicata ai
bilanci e alle elezioni per il
rinnovo delle cariche.
I documenti per la partecipazione
al congresso sono
disponibili nell’area riservata
del sito nazionale, mentre per
illustrare le modalità di
funzionamento della piattaforma
prescelta per l’assemblea
sono stati realizzati
alcuni tutorial, che sono
disponibili sulla pagina Facebook
nazionale e su www.fitateatro.it.
questi mesi così complicati.
FITA si è mossa bene...
Senza dubbio, e fin dai primi
momenti di questa emergenza
sanitaria che, nella difficoltà, ha
confermato la solidità della nostra
struttura, la sua capacità di
condividere le informazioni e la
sua capacità di fare fronte comune
nei momenti più difficili.
Abbiamo informato, abbiamo
mantenuta viva l'attenzione sul
ruolo della scena amatoriale, ci
siamo impegnati a livello nazionale
e territoriale perché, con
la ripartenza, quel ruolo venisse
salvaguardato. E anche sul
fronte dello stimolo artistico
abbiamo ottenuto risultati di rilievo:
penso ai podcast Radio
Pinocchio e La Fita racconta,
solo per citare quelli a più
ampio raggio.
Ma FITA è anche andata oltre,
decidendo di dare alle compagnie
un segnale concreto e
tangibile della sua vicinanza...
Il "bonus solidarietà" è nato per
questo, frutto di una volontà
del Direttivo nazionale condivisa
dal Consiglio Federale. Grazie
ad esso, le compagnie
iscritte quest'anno non pagheranno,
nel 2021, la quota fissa,
ma solo quella relativa al tesseramento
dei soci. Una scelta
impegnativa per la Federazione
sul piano finanziario, ma che
abbiamo sentito come necessaria.
Il lockdown è stata una sfida
assolutamente imprevista.
Ma lei ha accennato anche ad
altre sfide di questi quattro
anni...
Una è stata il progetto Fondamenta,
per il quale come FITA
abbiamo vinto un bando del
Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali: un grande
impegno pensato sia per i giovani,
ai quali si rivolgeva direttamente,
sia per sottolineare
il ruolo essenziale del nostro
teatro nel sociale, incentivando
anche i rapporti a livello territoriale
con istituzioni e associazioni.
Un'altra sfida è stata
quella di affiancare le nostre
compagnie nel cambiamento
richiesto dalla nuova normativa
sul Terzo Settore: ora siamo in
una fase transitoria, nella quale
si pongono le basi per essere
Aps, passaggio fondamentale
per quanto succederà quando
la riforma entrerà a pieno regime.
Qui accanto un'immagine scattata
durante una delle due tappe venete del
progetto Fondamenta - Una rete di
giovani pe il sociale, che nella regione si
sono svolte ad Adria, in provincia di
Rovigo, e a Monticello Conte Otto, in
provincia di Vicenza.
Sfide vinte, sfide in atto. Sfide
future?
Credo che dovremo diventare
sempre più "associazione di
categoria", difendendo le
istanze delle compagnie, che
sono il nostro bene più prezioso.
Un altro fronte d'azione ritengo
dovrà essere l'impegno
a portare risorse nel territorio
attraverso progetti che abbiano
ricadute dirette sugli associati
e ancora, sempre a proposito
di territorio, penso si dovrà
dare risalto alle strutture territoriali
più consolidate,
appoggiandole nelle attività
che portano avanti e che sono
importanti per l'immagine di
tutta la Federazione; dall'altra
dovremo stimolare e affiancare
le realtà in crescita e quelle
che possono aspirare ad accrescere
la loro loro attività.
17
CULTURA
LA MALATTIA
SALE SUL PALCO
La malattia, come fatto della vita o come simbolo,
fa da sempre parte del teatro. L'hanno portata
sulla scena i grandi classici greci, ma anche quelli
della nostra epoca. Perché il teatro è anche cura
di Filippo Bordignon
Malanni a teatro e teatro dei
malanni: patologie e paturnie
sono all’ordine del giorno sul
palcoscenico, un luogo dove, a
partire da tempi immemori e
fino ai giorni nostri, l’essere
umano ha affrontato l’impermanenza
della vita e, con essa,
la paura che ragionevolmente
accompagna questo pensiero.
Attraverso tali digressioni sono
nati drammi e commedie spesso
memorabili, il cui denominatore
comune è scovare un senso
al nostro percorso sulla Terra,
o per lo meno ritagliarsi una
fetta di accettazione tale per
digerire l’amaro boccone della
morte. Non solo patologie del
corpo, però, anche e soprattutto
della mente, rosa dal tarlo
della pazzia, azzerata dalla depressione
o sconvolta dalla venuta
di qualche pandemia apparentemente
incurabile.
Partiamo con (apparente) ordine
dalla culla del pensiero occidentale,
l’antica Grecia. La concezione
della malattia di allora -
una sorta di imprevedibile e
inappellabile evento che minaccia
ogni stagione della vita -
viene affrontato di petto brandendo
l’arma della catarsi. La
tragedia affonda una considerevole
parte dei suoi contenuti
in casi che evocano terrore e
miseria, in primis per preparare
il pubblico meno avvezzo ai fatti
spiacevoli della vita (un nome
imprescindibile al riguardo è
quello di Euripide); in secondo
luogo, per purificare l’animo
Nella pagina accanto, Molière nel
disegno firmato da Filippo Bordignon,
autore anche di questa panoramica sul
rapporto fra teatro e malattia
attraverso i secoli.
In questa pagina, in alto, i grandi tragici
greci Eschilo, Sofocle ed Euripide (tutte
foto Sailko - CC BY 3.0) e il poeta comico
Aristofane (Di Alexander Mayatsky -
Opera propria, CC BY-SA 4.0).
Qui accanto ancora Molière, nel celebre
ritratto eseguito nel 1658
da Nicolas Mignard.
chiamato ad affrontare in un
contesto collettivo paure che
sono di tutti.
Sofocle - altro imprescindibile
insieme al già citato Euripide e
ad Eschilo - concede una sofisticata
interpretazione sul tema
nel “Filottete” del 409 a. C.
L’opera si apre in realtà a una
ben più ampia digressione sul
concetto di Natura e sulle visioni
antitetiche di morale ed etica
adottate dai personaggi di
Ulisse e Neottolemo. Nel più
rappresentato “Edipo Re” (420
a.C. circa) invece, il protagonista
è supplicato dal popolo di
Tebe affinché trovi il modo per
debellare un’epidemia che lo
tormenta. La ragione fornita
dall’oracolo di Delfi non è molto
dissimile da quella di certi
cristiani oltranzisti dei tempi
nostri che, ben lontani dalla voce
ufficiale della Chiesa, hanno
imputato la causa del Covid-19
allo stato di abbandono morale
che respiriamo ai giorni nostri;
l’oracolo infatti attribuisce l’epidemia
alla morte violenta e
non vendicata di Laio, re antecedente
Edipo. Ciò evidenzia
una volontà ancestrale nell’uomo:
quella cioè di scovare anche
la risposta più improbabile
pur di spiegare fatti del mondo
che una ragione incontrovertibile
non hanno.
La malattia fa capolino anche
nella commedia “Pluto” (388
a.C.) di Aristofane, in cui l’onesto
Cremilo incontra fuori dal
tempio un mendicante cieco
poi rivelatosi essere Pluto, dio
della ricchezza; l’occasione
sembra opportuna per restituire
la vista al dio, la cui condizione
è all’origine della diseguale
distribuzione delle ricchezze
nella società. A guarigione avvenuta
le ricchezze sono sì nelle
mani di ogni cittadino, ma
anche questo equilibrio ideale
crea scontento nella massa e
mette in crisi persino gli abitanti
dell’Olimpo. E cos’è il malanno
nella cultura greca se non
uno squilibrio di elementi in un
organismo inizialmente sano?
Dalla rottura dell’equilibrio -
promossa anche da eccessi legati
allo spirito - si scatena così
la patologia. Una visione, questa,
ripresa a partire dallo scorso
secolo anche dalla medicina
olistica, la quale contempla una
serie di discipline che, in concontinua
a pag. 19
CULTURA
Nelle immagini di questa pagina,
dall'alto, Alexandre Dumas figlio,
Eugene Ionesco (foto di Gorupdebesanez
- CC BY-SA 3.0), Marguerite Yourcenar
(foto di Di Bernhard De Grendel - Opera
propria, CC BY-SA 4.0), Luigi Pirandello
ed Eduardo De Filippo.
Nella pagina accanto, l'immagine di una
messinscena di "Angels in America" (foto
di Uark Theatre, CC BY 2.0). nella stessa
pagina, in alto Éric-Emmanuel Schmitt
(foto di Asclepias - CC BY-SA 3.0), in
basso Florian Zeller (foto di Leafar -
Raphaël Labbé - CC BY-SA 3.0).
continua da pag. 18
trapposizione alla medicina allopatica,
intendono curare il
problema alla radice e non limitarsi
a estirparne o ridurne i
sintomi.
Compiendo un considerevole
balzo temporale per amor di
concisione, arriveremo all’arcinoto
“Il malato immaginario”
(1673) del francese Molière.
Questa comédie-ballet è interessante
per due aspetti: il
primo riguarda il protagonista,
Argante, ipocondriaco in balia
di ogni sorta di male che spera
in una soluzione dalla medicina
ufficiale ma non esita a esporre
una visione amara e disillusa
della società che lo circonda.
Questo ruolo fortemente autobiografico
fu interpretato
dallo stesso drammaturgo che,
gravemente malato di tubercolosi,
il 17 febbraio 1673 terminò
la rappresentazione per spirare
solo poche ore più tardi.
Particolarmente significativi
sono inoltre i personaggi dei
dottori Purgone e Diaforetico,
tronfi cattedratici più interessati
a creare un rapporto di
sudditanza fra il medico e il paziente
che non a comprendere
la delicata situazione psicologica
del povero Argante. La figura
del luminare altezzoso, uomo
pubblico da idealizzare,
non può non ricordare certi
medici attuali, divenuti, con loro
grande soddisfazione, personaggi
mediatici di spicco a
causa della smodata ansia di informazioni
sulla pandemia da
parte del cittadino medio.
La figura del medico attraversa
più volte l’opera moliereana,
da “Il medico volante” (1645,
con tanto di rifacimento, “L’amore
medico”, vent’anni più
tardi) fino a “Il medico per forza”
del 1666, dove il noto personaggio
di Sganarello veste i
panni dell’ennesimo medicocialtrone.
Restando in Francia, ma progredendo
di quasi duecento
anni, va menzionato il capolavoro
di Alexandre Dumas figlio,
“La signora delle camelie”, romanzo
a cui il teatro di prosa e
quello musicale hanno attinto a
piene mani, ispirando in particolare
l’intramontabile opera
“La traviata” di Giuseppe Verdi.
Per tutta la durata della vicenda
si respira un’aria malsana e
non solo a causa della salute instabile
della protagonista, la
cortigiana Margherita Gautier:
l’apice della tensione è raggiunto
quando lo spasimante
Armando, appresa la morte per
tisi della sua amata, si reca al cimitero
e convince il responsabile
ad aprire il sepolcro per
porgere un ultimo saluto alla
defunta; la visione del corpo
corroso quasi lo porta alla follia,
causandogli un profondo
stato di esaurimento.
Un secolo più tardi, nel 1969,
archiviati i nobili ardori romantici
e ricondotta l’esistenza
umana in un assurdo turbinio di
caos e casualità, il rumeno Eugène
Ionesco azzarda un’opera
dal terribile peso specifico a titolo
“Il giuoco dell’epidemia”
(conosciuto originariamente
in Francia come “Jeux
de massacre”). “Non chiedo più
il piacere di vivere. Mi accontento
della neutralità di vivere.
Poter guardare in pace lo spettacolo
senza soffrire”: basterebbe
questa frase per sintetizzare
una straniante commedia
nera debitrice nei confronti del
migliore esistenzialismo (quello
di Camus ne “La peste”), in cui
la lunga lista di personaggi non
può che capitombolare a contatto
con una morte dai contorni
medievali che tutto livella
implacabilmente.
Si respira invece un umanismo
ben più misurato ma altrettanto
consapevole nella riduzione
teatrale del romanzo “Memorie
di Adriano” della francese
Marguerite Yourcenar, dove
l’imperatore romano Publio
Elio Traiano Adriano indirizza al
proprio amico Marco Aurelio
una lunga epistola di memorie
la quale, affrontando i fatti più
salienti della sua esperienza di
condottiero, non lesina considerazioni
dettagliate su temi
quali il digiuno curativo, l’insonnia
(che lo perseguita) e, naturalmente,
la malattia che incombe
sul suo corpo di
vecchio.
Secondo il pensiero esposto indirettamente
in alcune delle
sue opere più note dal siciliano
Luigi Pirandello, premio Nobel
per la letteratura nel 1934, uno
stato mentale alterato come
quello genericamente etichettato
di “follia” sarebbe il tramite
col quale l’essere umano
può aspirare a un autentico e
non mediato contatto con la
Natura ultima della realtà. E solo
attraverso il rifiuto del mondo
si può aspirare a scoprire il
proprio vero e ultimo “Se”. Il
difficilmente risolvibile dualismo
normalità-anormalità è alla
base del suo “Enrico
IV”(1921), manifesto di un auto-isolamento
che pure non risolve
la situazione esistenziale
dell’essere mortale, ma anzi la
cronicizza in un finale dove la
follia sembra la sola soluzione
per accettare le storture del
mondo.
Altro italiano imprescindibile a
toccare il tema della follia è il
napoletano Eduardo De Filippo,
con il suo “Ditegli sempre di
sì” (1927, disponibile anche in
una pregiata trasposizione televisiva
del 1962). La commedia
narra di Michele, dimesso
20
CULTURA
dal manicomio e affidato alla
sorella Teresa, e delle sue vicissitudini
a contatto con le altre
persone che non conoscono la
sua condizione. La malattia
mentale avrà infine la meglio
ma non prima di concedere allo
spettatore gustosi equivoci dal
sapore dolce-amaro.
Di pari profondità la “Napoli
milionaria” del 1945, in cui la
tensione emotiva raggiunge
l’acme con la malattia della piccola
figlia di Gennaro Jovine, il
protagonista. In questa parte
della commedia la struttura
ruota intorno a una medicina
che non si riesce a trovare in
tutta Napoli. La paura per la
morta scampata fa comprendere
all’uomo e alla moglie
Amalia, in precedenza invischiata
nel turpe traffico della
borsa nera, che: “Chi prima, chi
dopo, ognuno deve bussare alla
porta dell’altro”.
Una forma di pestilenza della
modernità oggi fortunatamente
circoscritta e affrontata con
successo grazie ai progressi
della scienza è stata l’Aids, malattia
del sistema immunitario
che negli Anni ’70 e ’80 causò
milioni di vittime, generando di
riflesso un clima di paura nella
relazione affettiva e sessuale
con l’altro, visto come possibile
untore. L’argomento è trattato
con successo dal drammaturgo
statunitense Tony Kushner in
“Angels in America - Fantasia
gay su temi nazionali”, divisa
nelle parti “Il millennio si avvicina”
e “Perestroika”. Si ricorda
una lodevole edizione integrale
de “Il millennio si avvicina”, datata
2007, a opera del milanese
dell'Elfo con co-regia di Elio De
Capitani che, attivo anche in
veste di attore per il personaggio
di Roy Cohn, si aggiudicò
quell’anno il Premio Ubu come
miglior attore non protagonista.
La qualità dell’intreccio
narrativo e l’originalità grazie
alla quale viene raccontata la
società americana permise anche
la realizzazione di una miniserie
televisiva omonima nel
2003, interpretata da mostri
sacri quali Meryl Streep e Al Pacino.
La patologia forse più diffusa e
caratterizzante della contemporaneità,
quella più subdola
da sconfiggere poiché mutevole
e ancor oggi non completamente
compresa a livello scientifico,
resta il cancro. Impossibile
dunque non citare lo struggente
“Oscar e la dama in rosa”,
adattamento teatrale dall’omonimo
romanzo breve del
francese Eric-Emmanuel Schmitt,
portato in teatro in Italia
per la prima volta nel 2004 con
la regia di Jurij Ferrini e Oliviero
Corbetta. La storia racconta gli
ultimi giorni di Oscar, decenne
terminale per leucemia, analizzando
la difficoltà degli adulti
di affrontare con i bambini il
tema del dolore.
Il teatro è divenuto anche strumento
efficace per spiegare la
malattia a chi la viva dal di dentro.
Basti pensare al toccante
allestimento de “Il padre”, dalla
penna di Florian Zeller, con
protagonista nel 2019 un magistrale
Alessandro Haber nel
ruolo del padre e l’ottima Lucrezia
Lante della Rovere in
quello della figlia. “Sono una
mente che sta perdendo le foglie”
evidenzia il protagonista,
constatando in un momento di
lucidità la propria irreversibile
situazione. Una riflessione di
pura poesia che non smette di
commuovere a ogni replica
quelle persone che hanno avuto
in famiglia persone sofferenti
per il morbo di Alzheimer.
Più generalmente poi, il Teatro
Sociale, nell’esperienza di laboratorio
e successiva trasposizione
sul palco, si prefigge di
coinvolgere persone caratterizzate
da problematiche psichiche
o portatrici di qualche forma
di disabilità o fragilità; attraverso
lo studio e la pratica
attoriale collettiva si stimola in
ogni partecipante una consapevolezza
non solo delle criticità
ma anche e soprattutto delle
risorse presenti in ognuno,
pervenendo a una sorta di autoanalisi
che può arrivare ad
avere un’azione positiva sull’umore
degli interessati in forma
addirittura superiore a quella
delle terapie farmacologiche.
Questo perché l’esperienza del
teatro, oltre ad allenare la
mente, richiede una precisa
consapevolezza dello spazio e
dunque del proprio corpo; l’equilibrio
viene migliorato e, attraverso
un controllo consapevole
della respirazione, ne trovano
sollievo quando non addirittura
giovamento anche coloro
che soffrono di depressione
e stress a vari livelli.
Un discorso ben più focalizzato
sul corpo è sempre più sviluppato
attraverso laboratori e
corsi di teatro-danza, di grande
efficacia nella terza età. E là
dove la disciplina artistica non
può nulla contro l’avanzare della
patologia, essa si rivela consolatrice
nella sua azione socializzante,
agevolando soggetti
chiusi in se stessi a ritrovare il
piacere del contatto verbale e
fisico col prossimo.
La situazione del teatro attuale
rispetto al tema della malattia?
Non stupirebbe se la pandemia
del Covid-19, così approfonditamente
trattata da old e new
media, fosse responsabile indiretta
di quei nuovi lavori teatrali
nati durante lo stop del
lockdown. E non ci meraviglieremmo
se, al fine di assecondare
le normative vigenti, si trattasse
per buona parte di monologhi
o, al massimo, dialoghi
a due in cui agli attori è proibita
la scena di un abbraccio e i baci
ci si limita a raccontarli. Ma il
teatro, che nel corso della sua
storia senza tempo ha affrontato
ogni sorta di asperità, saprà
sfruttare anche la condizione
attuale per rinascere con un
volto magari diverso ma, certamente,
non meno necessario
che in passato.
21
ITAF 2021
Candidature aperte
al percorso formativo
per giovani FITA
C'è tempo fino al 29 novembre. Audizioni il 7 dicembre
Sono aperte fino alle 13 di domenica
29 novembre le iscrizioni
all’edizione 2021 di ITAF
(International Theater Academy
of FITA): l’ottava per il progetto
di alta formazione nelle
arti dello spettacolo rivolto ai
giovani iscritti alla Federazione
Italiana Teatro Amatori (FITA),
leader nel settore a livello nazionale
con 1500 compagnie
aderenti e 25mila tesserati. Le
audizioni sono invece fissate
per lunedì 7 dicembre nella sede
del Centro Nazionale di Ricerca
e Alta Formazione della
Federazione, a Reggio Emilia.
Come indicato nel bando,
pubblicato nel sito nazionale
www.fitateatro.it insieme al
modulo di adesione, la nuova
stagione di ITAF si articolerà in
quattro settimane residenziali,
in programma a gennaio,
marzo, aprile e giugno, con in
più, a ottobre, una settimana di
attività all’estero, al Creative
College di Utrecht, in Olanda,
dove è prevista una speciale replica
dello spettacolo allestito
durante il progetto.
A ITAF possono candidarsi tesserati
FITA maggiorenni, preferibilmente
non oltre i 30 anni. Il
percorso formativo, condotto
da docenti italiani e stranieri,
verterà in particolare su tecniche
attoriali, coreografiche, di
arte scenica, regia, canto, movimento
sulla scena, improvvisazione,
studio del personaggio,
nozioni di fonica e illuminotecnica.
Tutti i contenuti saranno
affrontati attraverso esercitazioni
pratiche e lavori di gruppo
e saranno finalizzati alla realizzazione
di una performance
di teatro-danza in lingua italiana,
francese e inglese.
“Lanciamo questa nuova edizione
di ITAF – commenta il direttore
del progetto, Daniele
Franci – mentre concludiamo
un’edizione tanto complessa
da un punto di vista organizzativo
quanto intensa sotto
il profilo umano come quella di
quest’anno. Non abbiamo ceduto,
abbiamo trovato strade
alternative e siamo andati
avanti. Con questo spirito ci
prepariamo a una nuova stagione,
più convinti che mai”.
“La stagione 2020 di ITAF –
commenta il presidente FITA,
Carmelo Pace – è stata la più
difficile di sempre: un risultato
speciale e di grande significato,
per il quale ringrazio i docenti e
i giovani partecipanti, davvero
motivati e generosi. Ora,
lanciando questa ottava edizione
di ITAF, senza dubbio la più
attesa, diamo un ulteriore,
forte segnale di come la nostra
Federazione continui a mantenere
saldo il proprio impegno
per il teatro e, in particolare,
per ciò che esso rappresenta
per i giovani e per la comunità”.
Nella foto grande
(di Willeminjne Volmer) un momento
di studio durante il percorso ITAF.
Cliccando sulla foto si attiva un video
illustrativo del progetto dedicato
ai giovani iscritti alla Federazione.
Qui sopra, due scatti di spettacoli
realizzati dai ragazzi di ITAF
(foto di Tamara Boscaino) .
22
IL NUOVO MODO
DI LEGGERE
FITAINFORMA
Dal primo numero del 2020 è cambiato
il modo di leggere la rivista di Fita Veneto, con
un formato nuovo che coniuga le riviste di un tempo
con l’attualità e la potenza di Internet. Il giornale
infatti si può sfogliare online quasi come fosse
reale, ma chi volesse potrà anche scaricarne una
copia completa in formato pdf, oppure stamparlo
tutto o solo una parte. Inoltre, questo metodo di
pubblicazione permette anche di usufruire di
comodità pratiche, come ad esempio inserire
link all’interno della rivista (l’indice con un
click può portarvi direttamente all’argomento
che avete scelto di leggere) o anche esterno,
per consultazioni in Rete.
Ma non finisce qui.
All’interno delle pagine “virtuali” possono
essere inseriti anche alcuni video
visionabili direttamente
senza chiudere il giornale. Infine,
le pagine (e gli articoli, ovviamente) si
possono ingrandire o ridurre a
proprio piacimento per meglio
godere della lettura. Il tutto
sia dal pc di casa o dell’uffcio,
sia dal nostro smartphone o
tablet, essendo la rivista
ottimizzata anche
per la lettura su questi
nuovi dispositivi.
Insomma...
Buona lettura!