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MENSILE DI INFORMAZIONE SUL CALCIO FEMMINILE
ANNO 4 - NUMERO 11 - OTTOBRE 2020
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«VOGLIAMO
STARE IN ALTO»
PARLA STEFANO CAROBBI, TECNICO DELLA FLORENTIA SANGIMIGNANO
«VOGLIO CHIUDERE LA MIA CARRIERA DA ALLENATORE SU QUESTA
PANCHINA, QUI IL SENSO DI APPARTENENZA È FORTISSIMO»
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L’EDITORIALE DEL DIRETTORE
Un fulmine a ciel sereno, ma in
positivo, l’ha scagliato il ministro
dello Sport Spadafora:
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avanti epocale per lo sport in generale, e se
vogliamo anche per la nostra società, ancora
- purtroppo - ancorata saldamente ai valori
«Sul professionismo femminile ci siamo, una
volta approvate queste norme in Consiglio dei
Ministri c’è un iter, che dovrebbe durare due
mesi, quindi a gennaio 2021 il professionismo
femminile sarà legge - lo ha detto collegandosi
durante ‘Io gioco alla parì, evento digital sulla
parità di genere e la partecipazione giovanile
organizzato da Terre des Hommes, OneDay,
Ja Italia e l’Agenzia Nazionale per i Giovani
-. Siamo in dirittura d’arrivo - ha aggiunto il
ministro - Avevamo ereditato una legge delega
dal precedente governo che dava la possibilità
di realizzare dei decreti legislativi sul tema
dello sport. I lavori si sono rallentati, ma siamo
in dirittura d’arrivo e mi auguro che non
oltre la prossima settimana si possa andare
in Consiglio dei ministri e approvare questi
decreti elaborati con tutte le forze politiche, con
le istituzioni dello sport e con tutte le atlete».
Si tratterebbe senza dubbio di un passo in
“uomo-centrici” tramandati da secoli. Un
passo in avanti che addirittura anticiperebbe
(e anche questa solamente sarebbe una
notizia da segnarsi sul calendario) la mossa
della Federcalcio, che ha annunciato il professionismo
per il calcio femminile a partire
dalla stagione 2022/2023. La speranza, al di
là dell’auspicio che tutto ciò si verifivìchi davvero,
perché sappiamo come possono essere
volatili gli annunci (dei) politici, è che non
si pensi che una volta “sistemata” la Serie A
con la concessione del professionismo, allora
tutto il movimento potrà crescere e prosperare
di conseguenza. Anzi, forse è vero l’esatto
opposto. La base del calcio femminile, quindi
le centinaia di società dilettantistiche che
formano le Girelli e le Bonansea del futuro,
hanno bisogno di tutele e di sostegno. E non
lasciate al loro destino, perché altrimenti non
avremmo proprio capito nulla.
FLAVIO
GRISOLI
direttore@calcioinrosa.it
CALCIOINROSA.IT
Testata giornalistica
registrata presso
il Tribunale di Arezzo
n.5/2018
EDITORE E FONDATORE
Asd Calcioinrosa.it
Artemio Scardicchio
DIRETTORE RESPONSABILE
Flavio Grisoli
IN REDAZIONE
Alessandro Colli
Lisa Grelloni
Isabella Lamberti
Salvatore Suriano
Mariano Ventrella
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Calcioinrosa.it
CREATIVITÀ LOGO
Rocco Lotito
roccolotito@gmail.com
LE INTERVISTE DI QUESTO MESE
GIULIA
FUSAR POLI
MARIA GRAZIA
BALBI
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VALENTINA
CONGIA
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STEFANO
CAROBBI
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8-9
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«Vogliamo la Serie A a tutti i costi»
Intervista a Giulia Fusar Poli, centrocampista della Riozzese Como
«Il mio sogno nel cassetto? La Nazionale»
MARIANO
VENTRELLA
Il suo ricordo più bello è il primo
gol siglato in Serie A, ha iniziato a
giocare ad appena 6 anni: intervista
speciale alla centrocampista Giulia
Fusar Poli.
Ciao, una tua breve presentazione
(età, ruolo ecc…)
«Mi chiamo Giulia Fusar Poli, sono
nata il 16/06/1997 e gioco come centrocampista
nella Riozzese Como».
A che età hai iniziato a giocare a
calcio?
«Ho cominciato a giocare all’età di 6
anni nella squadra maschile vicino a
casa mia. Vedendo mio fratello che
giocava in cortile con i suoi amici mi
sono appassionata ed ho deciso così
di iscrivermi».
Le tue esperienze in carrier
«All’età di 12 anni, finito il limite di età
per giocare con i maschi, sono stata
contattata dal Mozzanica, diventato
poi Atalanta Mozzanica. Ho fatto tutto
il percorso giovanile, giovanissime,
primavera, fino poi ad arrivare alla
prima squadra. Ho debuttato in Serie
A a 16 anni. Dopo il fallimento della
società ho deciso di ripartire da una
nuova realtà molto ambiziosa, l’ACF
Como, con cui abbiamo comandato il
campionato di Serie C. Poi in seguito
a vicissitudini societarie particolari, la
stessa proprietà ha deciso di andare
avanti acquisendo il titolo di un’altra
squadra di Serie B, mantenendo però
il gruppo squadra».
Il ricordo più bello finora
«Il ricordo più bello finora è stato nel
2018, il primo gol in Serie A contro il
Chievo Verona».
Hai una squadra del cuore?
«Sono tifosissima della Juventus fin
da piccola».
Una tua caratteristica che vorresti
migliorare
«Vorrei migliorare il colpo di testa in
area, dato che la mia altezza mi permetterebbe
di andare a concludere a
rete in duello aereo».
Qual è il vostro obiettivo stagionale?
E quale il tuo personale?
«Il nostro obiettivo stagionale è salire
in Serie A, mentre il mio personale è
fare prestazioni importanti che aiutino
la squadra e la società nell’obiettivo
comune».
Un tuo sogno nel cassetto
«Arrivare un giorno ad essere chiamata
in Nazionale».
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«È una Torres multietnica»
Parla Valentina Congia, capitano delle sarde che militano in Serie C
«La sconfitta all’esordio non ce l’aspettavamo, però siamo un gruppo con tante
ragazze nuove che arrivano dai quattro angoli del Globo, quindi abbiamo bisogno
di tempo per amalgamarci»
MARIANO
VENTRELLA
Difensore dal piede mancino
si distingue nell’agilità
del colpo di testa e nel
recupero della palla a breve distanza,
ricoprendo solitamente l’ultima
posizione nel reparto arretrato a
copertura della retroguardia.
Cresciuta nel Buggerru, ha militato
nel Bindua, nell’Antas Calcio,
il Villacidro ed Oristano prima di
approdare nelle fila della gloriosa e
storica squadra sarda.
A tu per tu con Valentina Congia,
classe 1998, faro e guida della
squadra isolana, assistita dalla Fta
Consulting del procuratore Luca
Grippo, capitano per il terzo anno
di fila della Sassari Torres, squadra
militante nel girone C di terza
categoria.
Ciao Valentina, all’esordio in
campionato è arrivato uno stop
inatteso
«La gara non è andata come ci
aspettavamo, ci tenevamo a far
bene e a raccogliere i tre punti
ma non abbiamo alibi da trovare,
non accampiamo scuse, recitiamo
il mea culpa e puntando a far
meglio già a partire dalla prossima
partita».
Un giudizio sulle nuove arrivate
«Siamo una squadra per larghi
tratti rinnovata rispetto alla scorsa
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stagione con l’innesto di diverse
ragazze provenienti da ogni parte
del mondo; siamo un bel gruppo
ma occorre avere tempo e pazienza
per amalgamare la squadra e
creare i giusti automatismi a livello
di gioco».
Pregi e difetti della squadra
«Creiamo tante occasioni da rete
sfruttando il nostro possesso e le
giocate con palla a terra ma dobbiamo
migliorare in fase realizzativa,
nella gara con il Bologna siamo
state poco concrete rispetto al
volume di gioco creato».
Hai un procuratore?
«Sono sempre seguita da Luca
Grippo dell’agenzia Fta Consulting,
una persona preparata e competente
nel settore; con lui mi sento
tutelata per valorizzare la mia
immagine ed evitare inconvenienti,
specie in una realtà come la nostra
dove domina la confusione per la
carenza di regolamenti chiari».
Le persone più importanti della
tua carriera
«In primis mia madre che mi ha
sempre sostenuto ed incoraggiato
a praticare questo sport sin da
piccola, poi un mister scomparso
quando ho iniziato nel maschile, i
coach Gorla ed Arca nel femminile,
nonché le fedeli compagne di
squadra Iannetti e Tola».
Obiettivi stagionali
«Puntiamo decisamente al salto
di categoria ma siamo consapevoli
che nel girone ci sono diverse
squadre attrezzate per lottare al
vertice quali la Jesina, il Riccione,
la Pistoiese e l’Arezzo, non escludendo
altre possibili sorprese in un
campionato dove comunque nulla
va dato per scontato».
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«Vogliamo viaggiare in alta classifica»
Parla Stefano Carobbi, allenatore del Florentia San Gimignano: una vera e propria dichiarazione d’amore
«Sogno di terminare la mia carriera su questa panchina. Le ragazze più attente ai dettagli degli uomini»
LISA
GRELLONI
Nel 2018 è approdato
alla Florentia S.Gimignano
come allenatore
(poi una breve parentesi nel
ruolo di direttore tecnico) e da
dicembre dello scorso anno è
tornato sulla panchina per guidare
le ragazze. Ex difensore
di Fiorentina e Milan, sogna
di terminare la sua carriera da
mister con le toscane: intervista
speciale a Stefano Carobbi
Come mai hai scelto di gettarti
nell’avventura del calcio delle
ragazze? Qual è la maggior
differenza che da ex calciatore
hai riscontrato in loro?
«I dilettanti del calcio maschile
non mi davano più stimoli e ho
scelto questo strada grazie al
presidente Tommaso Becagli.
Tra maschile e femminile, a
livello tecnico, la trasmissione
della palla è la differenza più
eclatante che riscontro, mentre
fuori dal campo le ragazze dimostrano
più attenzione ai dettagli
e a quanto gli viene detto in
allenamento».
Qual è il “segreto” per caricare
le tue ragazze?
«Non ci sono segreti, bisogna
essere capaci di trasmettere la
sicurezza necessaria a scendere
in campo consapevoli dei
propri mezzi».
A quale allenatore ti ispiri?
«Ho cercato di prendere il buono
da ogni allenatore che ho
avuto nella mia carriera, cercando
di limare i difetti di ognuno».
Quale squadra ti piacerebbe
allenare in futuro?
«Come ho detto anche in un’intervista
recentemente a Tutto-
Sport, mi piacerebbe finire la
mia carriera qui alla Florentia
San Gimignano».
Una calciatrice che ti piacerebbe
avere in rosa?
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«Quello che ho a disposizione è
già abbastanza, sono contento
così».
Sei il mister della Florentia, a
due passi da Firenze, sei ancora
legato ai colori viola?
«Sarò sempre legato ai colori
viola, anche se del passato,
del mio viola, sono rimasti solo
Giancarlo Antognoni e i tifosi».
È stato un inizio di campionato
un po’ complesso per
voi ma nell’ultima gara avete
vinto. Che cosa c’è ancora
da migliorare secondo te? Il
vostro punto di forza?
«Non direi complesso, a Milano
e Firenze avremmo potuto
pareggiare contro due grandi
squadre, siamo caduti nella
trappola del San Marino, ma ci
siamo rifatti con il Napoli. Il rammarico
è quello di avere qualche
punto in meno di quanto forse
meritavamo. Il punto di forza
della nostra squadra è il senso
di appartenenza che abbiamo
tutti per questa maglia, questa
società e questa splendida
città».
Qual è il vostro obiettivo stagionale?
«Vogliamo cercare di stare ai
piani alti della classifica».
Dal punto di vista tecnico-tattico
qual è l’aspetto su cui
pensi di dover lavorare di
più?«Dobbiamo continuare a
mettere in campo quello che
abbiamo fatto vedere in questi
mesi e cercare di fare meno
sbagli possibili, che sono quelli
che ci hanno fatto perdere qualche
punto finora».
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«Tornare a casa: una grande opportunità»
Maria Grazia Balbi ha fatto ritorno a Pomigliano dopo le esperienze a Chieti e Bari
«Questa è una grande società, ambiziosa e organizzata: qui posso dare molto»
MARIANO
VENTRELLA
Portiere di origine napoletane,
ha iniziato la sua carriera nella
Domina Neapolis prima di
trasferirsi al Chieti, a seguire un biennio
in massima serie come riserva nella
Pink Bari prima di approdare in serie
cadetta con la maglia delle pantere.
A tu per tu con Maria Grazia Balbi,
classe 1995, assistita del procuratore
Luca Grippo, estremo difensore
del Pomigliano, matricola campana
imbattuta, autentica mina vagante del
campionato di serie B.
Ciao Maria Grazia, il tuo ruolo è
forse il più delicato in campo
«Il ruolo del portiere è sempre più in
evoluzione, oramai per il calcio moderno
non esiste più il portiere fisso
in area. Oltre, ovviamente, ad essere
bravo in porta, il nostro ruolo al giorno
d’oggi richiede sempre più una qualità
tecnico-podalica alla pari delle giocatrici
di movimento per permettere un
costrutto celere ed efficace dal basso e
per dare sicurezza alla propria squadra
in situazioni di pericolo, restando corti
con la linea della propria difesa. Per
questo è importante lavorare molto in
settimana col gruppo per rafforzare
certi feelings durante il gioco. Oltre alle
caratteristiche tecnico-fisiche è fondamentale
la capacità di richiamare la
posizione di tutti per l’intero arco della
partita. Occorre carisma e personalità
per trasmettere alla squadra solo energie
positive (in campo e fuori), tenendo
sempre alta la concentrazione».
Esperienze pregresse in carriera
«Dalla serie C Campana con lo Sport
Napoli sono passata alla vecchia serie
B a gironi con la Domina Neapolis per
diversi anni, in cui in contemporanea
studiavo e lavoravo. Anni di lavoro e
sacrificio che però stanno dando i propri
frutti. Ho avuto la fortuna di assaggiare
un po’ il calcio americano quattro
anni fa a Seattle con l’Olimpyc Soccer
Accademy di Giuseppe Pezzano e da
lì in poi è stato sempre più un crescendo
di opportunità colte al volo. Un anno
nel Chieti in serie B, un anno importante
sotto il profilo di crescita calcistica,
ma che mi ha lasciato tanto amaro in
bocca. Quando vado in una squadra
mi rendo disponibilissima dall’inizio
per tutto il gruppo e la società intera,
ma questo non sempre viene capito
ed apprezzato e qualche volta se ne
approfittano. La delusione di comportamenti
di certi personaggi, che al
panorama del calcio femminile fanno
più danni che altro, non è stata poca,
ma come sempre ho avuto l’appoggio
della mia famiglia a spronarmi a non
demordere ed ho risposto con grande
piacere alla chiamata in serie A da parte
della Pink Bari. Qui, anche se non
titolare, ho trascorso due anni fantastici
di crescita sia sotto l’aspetto calcistico
che personale, confrontandomi con
una realtà di un livello elevatissimo,
due anni che mi sono serviti tanto per
farmi trovare pronta, poi, alla chiamata
del Pomigliano, Società seria e professionale
che già sta costruendo tanto
per il futuro e alla quale darò tutto il mio
apporto e supporto in campo e fuori».
Le persone che hanno creduto in te
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in carriera
«In primis tutta la mia famiglia e in particolar
modo mio padre e mia madre,
i quali da sempre mi seguono con la
mia stessa passione per tutti i campi
di Italia facendosi conoscere un po’ da
tutte le tifoserie, sempre nel massimo
rispetto della disciplina sportiva. E poi
in particolar modo il mio ormai Personal
Trainer e Mental Coach da anni,
Mister Mimmo Durante, il quale ha
sempre creduto in me anche quando
ero io stessa a non farlo. È stato il primo
che ho chiamato quando ho subito
l’infortunio al ginocchio poco prima del
Lockdown e il primo che mi ha dato
fiducia in una riabilitazione già complicata
di suo, ma ancora di più a causa
di questo periodo Covid».
I vantaggi di essere seguita dal
procuratore Grippo
«Sono sempre stata un po’ restia
dall’essere seguita da una figura del
genere a causa delle tante storie che
si sentono in giro. Ma dell’agenzia FTA
mi è piaciuto da subito la chiarezza di
intenti e la consapevolezza che nel
nostro mondo non si guadagna poichè
i nostri rimborsi sono quello che sono
e una percentuale su questi introiti
sarebbe improponibile per una calciatrice.
Luca Grippo conosce il nostro
ambiente con le rispettive dinamiche
e lo ringrazio per aver riposto la sua
fiducia in me come calciatrice e nel seguirmi
assiduamente. Quando c’è da
complimentarsi per una prestazione è
il primo a farlo, e il primo a correggermi
quando sbaglio».
Le emozioni della gara con la tua ex
squadra Pink Bari
«La partita contro la mia ex squadra
è stata una delle più emozionanti in
carriera. Sapevamo di affrontare un
gruppo di serie A sia sotto il profilo di
gioco che sotto il profilo mentale ed in
settimana abbiamo lavorato tanto col
mister tenendo ben conto di ciò, e i
frutti del duro lavoro e della voglia di far
bene si sono poi visti in campo. Sia vivendo
che rivedendo poi la partita, non
credo sia emersa la differenza di categoria.
Sono stata felicissima di rivedere
le mie ex compagne di squadra poichè
a causa del lockdown improvviso non
ci siamo mai salutate di persona».
La scelta di approdare a Pomigliano
«Mi sono sentita fortemente voluta per
far parte integrante di questo progetto
e di questa scalata. Tornare a casa
con una società seria quale il Pomigliano
è stata una grande opportunità per
me. Posso finalmente dare sfogo alla
voglia di giocare e di fare bene che mi
è stata repressa negli ultimi due anni,
insieme a un gruppo che ha la stessa
voglia di far bene e portare in alto il
nome del Pomigliano. È vero siamo
neopromosse, ma stiamo dimostrando
di poter dire la nostra sempre in qualsiasi
circostanza».