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MENSILE DI INFORMAZIONE SUL CALCIO FEMMINILE
ANNO 5 - NUMERO 13 - DICEMBRE 2020
SPECIALE
NATALE 2020
TANTE PAGINE IN PIÙ CON INTERVISTE ESCLUSIVE
AUGURI DI BUONE FESTE DALLA REDAZIONE DI CALCIOINROSA
CON LA SPERANZA CHE NEL 2021 SI POSSA TORNARE ALLA NORMALITÀ
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L’EDITORIALE DEL DIRETTORE
SI chiude un altro anno, forse il più
tremendo da quelli della Guerra. Non
eravamo certamente abituati ad una
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e la storia lo insegna), anche una normalizzazione
della situazione e permettere così un graduale
ritorno a quello che più amiamo fare. Intanto, noi
conta di morti quotidiana, ad una situazione di
incertezza, paura e disperazione come quella
vissuta in questi mesi. E il calcio, il nostro amato
calcio, ci è andato di mezzo. Inevitabilmente.
Sospeso, poi ripreso senza pubblico, senza
quell’anima che dà la spinta e fa ribollire i cuori
di chi gioca. Insomma, un calcio in tono minore
anche se, dobbiamo ammetterlo, poter tornare a
guardare e parlare dello sport che più amiamo è
stato in un certo senso un modo per evadere da
una quotidianeità soverchiante, soffocante, fuori
da ogni immaginazione se non quella della letteratura
o ancora meglio della cinematografia, con i
“disaster movie” che più volte hanno immaginato
e raccontato di crisi pandemiche come quelle da
Covid-19. Cosa resta allora, di questo 2020? Al di
là degli aspetti filosofici, del fatto che prima o poi
la natura si ritorce contro coloro che cercano di
piegarla al loro volere (non voglio neanche pensare
o speculare su possibili genesi artificiali del
virus), per quello che riguarda noi, il nostro piccolo
orticello del calcio femminile italiano, si viaggia
a correnti alternate a seconda delle categorie.
Come era prevedibile. L’augurio è che il 2021
possa portare, con la vaccinazione di massa (e
su questo sì che voglio dire la mia: vacciniamoci,
perché è l’unica arma che abbiamo contro i virus,
continueremo a fare il nostro lavoro, con le nostre
peculiarità, con le nostre specificità, con la passione
mia e quella della redazione che sono onorato
di poter guidare e rappresentare: un gruppo di
ragazze e ragazzi che, per pura passione, hanno
deciso di sposare il progetto creato dal fondatore
ed editore di Calcioinrosa, Artemio Scardicchio, e
che il sottoscritto ha il compito di portare avanti,
sviluppare e innovare. La nostra scelta, che vedete
riflessa anche in questo numero speciale di
Natale che abbiamo voluto regalarvi, non è quella
di riportare pedissequamente tutte le notizie, i
rumor di mercato, il gossip calcistico o lo scoop a
tutti i costi ma raccontare le storie, le persone che
rendono il calcio femmnile vivo, unico, speciale.
Non troverete il consueto indice sotto questo
mio editoriale: come un regalo di Natale, anche
questo numero speciale del nostro Magazine va
“scartato”, così che ogni pagina possa essere una
sorpresa. Non aggiungo altro, non voglio essere
prolisso e togliervi altro tempo dalla lettura
dell’ottimo lavoro che la redazione ha svolto:
un’ampia paginazione che, chissà, magari potrà
essere il tratto distintivo del 2021 del nostro
Magazine. Intanto, a nome di tutto lo staff di Calcioinrosa,
non mi resta che augurarvi un sereno
Natale e un ottimo inizio di 2021.
FLAVIO
GRISOLI
CALCIOINROSA.IT
Testata giornalistica
registrata presso
il Tribunale di Arezzo
n.5/2018
EDITORE E FONDATORE
Asd Calcioinrosa.it
Artemio Scardicchio
DIRETTORE RESPONSABILE
Flavio Grisoli
IN REDAZIONE
Miriana Cecchi
Alessandro Colli
Vincenzo De Caro
Lisa Grelloni
Isabella Lamberti
Maurizio Stabile
Salvatore Suriano
Mariano Ventrella
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Calcioinrosa.it
CREATIVITÀ LOGO
Rocco Lotito
roccolotito@gmail.com
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La nostra Top 11 Europea
Abbiamo creato la formazione con le giocatrici europee
che stanno facendo furore in questa prima fase di stagione
SALVATORE
SURIANO
fine abbiamo deciso di puntare sulle
giocatrici più continue e decisive per
le proprie squadre: ecco quindi che ci
consolidate e il dominio incontrastato
di alcune squadre è stato infatti
intaccato con il conseguente approdo
nelle posizioni di testa di forze nuove
che stanno regalando grande spettacolo
in questa prima fase di stagione.
Abbiamo deciso quindi di stilare la
nostra personalissima top undici
valutando l’andamento dei principali
campionati europei per poter indicare
le giocatrici che si sono distinte
in questa prima fase della nuova
stagione. Dopo un’attenta selezione,
abbiamo deciso di schierare la nostra
formazione ideale secondo un classico
4-3-3 in cui accanto a dei veri e
propri mostri sacri del movimento ci
è parso naturale inserire alcune delle
giocatrici protagoniste delle sorprese
di questo avvio di stagione. A difendere
i pali della nostra squadra non può
che essere Sarah Bouhaddi del Lione
I
principali campionati europei stanno
vivendo una stagione di grande e UWCL tutte le sue capacità. La linea
che ha pienamente dimostrato fra D1
cambiamento rispetto a quanto difensiva sarà invece composta da
siamo abituati a vedere. Le gerarchie Olga Carmona del Real Madrid e Marta
Torrejon del Barcellona sulle fasce,
puntando a una vocazione offensiva
pronunciata, con il centro tenuto ben
chiuso da capitan Wendie Renard del
Lione e da una super Irene Paredes
del PSG. Per garantire robustezza,
concretezza e pericolosità
in zona gol abbiamo scelto
per la mediana un trio
decisivamente esplosivo
composto da Dzsenifer
Marozsán del Lione, la
giovane ma già promettente
Sydney Lohmann
del Bayern Monaco e da
una colonna del Chelsea
come Bethany England.
In attacco infine abbiamo
dovuto compiere le scelte
più dolorose perché la
concorrenza era molto
forte e agguerrita ma alla
affideremo a Tobin Heath del Manchester
United, Marie Antoniette Katoto
del PSG e Vivianne Miedema dell’Arsenal.
Un undici del genere potrebbe
competere a nostro giudizio per
qualsiasi obiettivo puntando a tutti i
trofei stagionali.
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Schioppo: «Pomigliano, la scelta giusta»
L’esperta centrale difensivo delle campane si racconta tra passato, presente
e futuro: «Siamo un gruppo molto unito e questo ha fatto la differenza»
MAURIZIO
STABILE
Leader difensivo del Pomigliano
che sta lottando per le posizioni
di vertice del campionato di
Serie B, Emanuela Schioppo si racconta
per noi: gli inizi, la lunga parentesi di
Napoli, le compagne, gli affetti. Ne esce
un ritratto di una ragazza, prima ancora
che una giocatrice, vera e sincera, attaccata
alla sua terra e determinata. Ecco le
sue parole.
A che età e com’è nata la passione per
il calcio? «Ho iniziato a giocare a calcio
sin da piccola; all’età di cinque anni, già
avevo un pallone tra i piedi. Non so dire
di preciso cosa mi abbia spinto a scegliere
proprio il calcio, probabilmente è stato lui
a scegliere me».
Come spesso capita, hai iniziato in un
gruppo misto? «Non ho mai giocato in
una squadra di calcio; quando ero piccola
erano poche le società e, quelle presenti
sul territorio, erano lontane da casa mia.
Ho iniziato per strada a dare i primi calcio
ad un pallone e, più precisamente, in una
piazza a Posillipo dove puntualmente mi
incontravo con gli amici di mio fratello per
organizzare partite e tornei».
Hai vinto campionati in tutte le categorie
ma, qual è, ad oggi, il ricordo più
bello, magari legato anche ad un tuo
gol? «Si, ho avuto la fortuna di giocare in
tutte le categorie, portando a casa grandi
soddisfazioni. Il ricordo più bello è però
legato ad una sconfitta contro il Brescia
in finale di Coppa Italia nel 2012. Per la
prima volta, ho vissuto un clima importante
a livello nazionale, nonostante la
giovane età. Tutto bello: l’inno Nazionale,
gli spalti gremiti e la voglia di mettersi
in gioco contro una squadra di categoria
superiore».
Pirone, Epsosito V. e Schioppo: i capitani
storici del Napoli. Raccontaci del rapporto
che hai con loro: «Ho avuto la possibilità
di conoscere e giocare con calciatrici
importanti, quali Pirone ed Esposito.
Ho imparato tanto da loro, calcisticamente
parlando e sono cresciuta grazie ai loro
continui consigli. Anche fuori dal campo,
ho avuto sempre un bel rapporto. Sono
splendide ragazze, socievoli e disponibili.
Tutt’ora le sento. Valeria si sta facendo valere
in una nuova realtà come il Sassuolo,
dimostrando tutte le sue doti. Con Valentina,
quest’anno, ero ritornata a giocarci
insieme a Pomigliano ma, purtroppo, il
destino ha voluto che le strade si dividessero.
Spero, un giorno, di sudare la stessa
maglia, tutte e tre di nuovo insieme».
Più di 200 presenze con i colori azzurri
del Napoli: cosa significa indossare la
casacca della tua città ed esserne stata
il capitano. Ci saranno i margini per
ritornare a casa? «Ho giocato per 12 anni
a Napoli e, lo scorso anno, ho raggiunto
le mie 20 gare. E’ stato sicuramente un
bel traguardo, oltre ai tanti ricordi legati a
quella maglia. Da napoletana, è stato un
onore per me rappresentare i colori della
mia città ed essere il Capitano. Un capitano
che nel bene e nel male ha sempre
difeso la propria città. Credo che nessuno
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possa identificarsi in Napoli se non una
napoletana e dare cuore ed anima in tutto.
Non so cosa mi riservi il futuro ma, ad
oggi, la parentesi Napoli, resta solamente
un ricordo».
Quest’estate, ti sei rimessa in gioco
ed hai trovato nuovi stimoli. Sei tra le
leader del Pomigliano al comando della
classifica del campionato cadetto, in
un campionato moto competitivo con
molte realtà di spessore, quali Brescia,
Como, Lazio, Tavagnacco e Ravenna.
Obiettivi personali? «Quest’anno, mi
sono rimessa in gioco, in una nuova realtà
e posso confermare di aver fatto la scelta
giusta. Sin dall’inizio, ho respirato aria
di serietà e professionalità in un progetto
ambizioso, nonostante il Pomigliano
fosse una neopromossa. Siamo un gruppo
molto unito e questo ha fatto la differenza
in campo. Ad oggi, siamo prime in classifica
con tre squadre da affrontare, prima
che il girone di andata volga al termine.
Abbiamo affrontato squadre molto attrezzate
e, in alcuni, casi, abbiamo peccato di
inesperienza anche se, a conclusione di
questo 2020, possiamo ritenerci più che
soddisfatti. Personalmente, spero di dare
un contributo alla squadra e di raggiungere
obiettivi importanti con questa nuova
maglia. Una realtà e una piazza che
merita tanto».
Come si riesce a coniugare calcio, lavoro
ed affetti familiari con la massima
dedizione? «Fortunatamente, sono sempre
riuscita a conciliare studio e calcio.
Sono riuscita a gestire il tutto in maniera
semplice, nonostante gli impegni calcistici
fossero tanti. Credo che con buona volontà
e forza d’animo, si possa raggiungere
qualsiasi risultato. Purtroppo, di calcio
non si vive, ad oggi, noi calciatrici siamo
costrette anche a lavorare. Fortunatamente,
anche in questo caso, riesco a gestire la
situazione e spero di poterlo fare il più a
lungo possibile».
Hai una dedica speciale da fare? «Naturalmente,
fare una dedica ai miei affetti
più cari che mi supportano e sopportano,
sembrerebbe superfluo. Una dedica speciale
va a mio padre, non a caso, il numero
54 che porto dietro la schiena è per lui
e mi sta dando una grande forza ma, più
che una dedica, vorrei fare una domanda
a colui che non è riuscito a dirmi le cose
guardandomi negli occhi: “Sei sicuro che
alla fine, sono stata io quella che ha perso
qualcosa?”».
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«Siamo una matricola ambiziosa»
Intervista a Virginia Del Santo, difensore della Triestina
«Siamo all’anno zero, ma puntiamo a dare fastidio a tutte per puntare alla salvezza»
«È da quattro anni che gioco nella
Triestina, squadra nella quale sono
il vice capitano; siamo partite dal
MARIANO
VENTRELLA
arrivata all’esordio in prima squadra,
trascorrendo sette anni bellissimi
che porterò sempre nel mio cuore».
Difensore centrale, baluardo
della retroguardia, si
distingue per temperamento
ed agonismo oltre che per
fedeltà e senso di appartenenza
alla maglia della sua città, avendo
militato nell’allora società del
Montebello poi confluita nell’odierna
squadra alabardata. Alla scoperta
di Virginia Del Santo, classe
1994, originaria di Trieste, vice
capitano della Triestina, squadra
neopromossa alla prima esperienza
in assoluto nel campionato di serie
C.
Ciao Virginia, per iniziare una breve
descrizione del tuo ruolo «Sono
un difensore centrale molto grintosa
e la caparbia, la quale pur non
definendosi una giocatrice tecnica
non avverte paura, lottando su ogni
pallone senza mai darsi per vinta; la
Domenica odio perdere ed ogni gol
subito mi dà terribilmente fastidio».
Esperienze pregresse in carriera
basso ed in virtù di due promozioni
(il primo anno seconde in campionato
e ripescate per il salto di categoria
e nella seconda stagione prime in
classifica prima del lockdown) gareggiamo
ora in serie C, un grande
traguardo ed una affascinante esperienza
da vivere. Le squadre sono
indubbiamente forti e le trasferte
sono molto lunghe, è una stagione
molto impegnativa ma emozionante;
mi sono avvicinata al mondo del
pallone in prima media quando sono
entrata nella squadra di calcio a 5
della scuola, è successo un po’ per
caso perché in famiglia non ho nessuno
appassionato di questo sport;
dopo tre anni di calcetto sono approdata
al Montebello, squadra che
ricordo sempre con grande affetto;
dopo il primo anno di “leva” giocato
con la squadra di calcio a sette sono
Le persone che hanno caratterizzato
il tuo percorso calcistico «Sicuramente
le figure più importanti nel
mio percorso sono state le compagne
stesse di squadra, con alcune giochiamo
insieme da una decina d’anni
mentre altre hanno dovuto lasciare
il calcio per svariati motivi, ma tutte
hanno reso speciale ogni anno passato
insieme; essere un bel gruppo è
il primo passo per poi diventare una
vera squadra in campo».
Obiettivi stagionali «Per molte di
noi è la prima esperienza in serie C,
molte vengono da categorie inferiori
mentre altre si sono rimesse in gioco
dopo infortuni o scarso minutaggio;
per la squadra è indubbiamente un
anno zero, una nuova partenza in un
torneo in cui ci poniamo l’obiettivo
minimo di disturbare ogni squadra
che incontriamo, facendo del nostro
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Per colpo di frusta si intende
meglio; puntiamo alla salvezza,
una traumatica escursione
cercando di scavalcare almeno due
della testa, per esempio
squadre, in considerazione della
durante la caduta all’indietro dopo un
circostanza di dover affrontare un
colpo di testa durante una partita. Si
campionato con squadre assolutamente
inedite».
può spesso associare anche ad un
trauma cranico quindi occorre prestare
La squadra «Siamo un gruppo di
molta attenzione post infortunio.
ragazze molto giovani e volenterose
che sta disputando una buona
Le lesioni che si creano interessano
principalmente la muscolatura ,
stagione, giocandosela ad armi pari
i legamenti, i dischi intervertebrali e,
con tutte le avversarie, esprimendo
nel peggiore dei casi , le vertebre e il
a tratti un bel gioco, pur consapevoli
midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica
quando la testa e il collo vengono
del fatto che occorre fare esperienza
per crescere e migliorare, evitando
inaspettatamente ed improvvisamente
di limitare al minimo alcuni sbagli
proiettati in una direzione e poi rimbal-
e disattenzioni che ci sono costati
alcuni punti, persi ingenuamente».
Il significato di giocare a Trieste
«Giocare per la squadra della
propria città, rivestire sul petto il
simbolo dell’alabarda è un motivo
di orgoglio e di responsabilità; ho
visto nascere questa società dagli
albori, allorquando giocando nel
Montebello ci fu l’interessamento da
parte zati nella della direzione società opposta, maschile tutto della ciò
Triestina in modo molto che poi veloce. decise Durante di assorbire questo
il trauma club, investendo avviene sempre nel settore un movimento femminile;
di iperflessione il passaggio e di iperestensione è stato radicale del
ed rachide evidente, cervicale siamo Appena stati catapultati avvenuto il
in trauma un altro se si mondo presentano con maggiori sintomi come
comodità nausea, vomito e migliore o giramenti organizzazione, di testa e
pur svenimenti apprezzando occorre e subito ricordando recarsi con al
nostalgia pronto soccorso la precedente ed effettuare esperienza». indagini
La diagnostiche preparazione mirate. in In vista seguito della le tera-
ripresa del campionato «Ci siamo
fermate a metà Novembre e non
avendo pie che gare solitamente da recuperare vengono abbiamo effettuate
continuato sono la preparazione in maniera
- Massoterapia individuale per evitare inutili
rischi - Tecarterapia che non ci possiamo permettere
- Terapia di correre; manuale provvederemo rachide cervicale ad
intensificare - Esercizi di gli allungamento allenamenti e dalla in se-
prossima guito di ripristino settimana della in vista muscolatura della
ripresa cervicale fissata al 24 Gennaio 2021».
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«Il mio obiettivo? Portare qualità»
Faccia a faccia con Ilenia Nicoli, tecnico del Cittadella in Serie B
«Vorrei che le ragazze avessero tanto coraggio e voglia di giocare»
MIRIANA
CECCHI
Intervista ad Ilenia Nicoli, allenatrice
del Cittadella Women, ex Primavera
del Sassuolo ed ex difensore che
vanta, negli anni da calciatrice, un
palmarès composto da due scudetti, una
Coppa Italia, una Supercoppa Italiana,
due campionati di Serie B e diverse
presenze in nazionale.
Quali sono i ricordi più belli legati ai
grandi traguardi raggiunti con il Bologna,
il Modena ed il Foroni e quali le
compagne di squadra con la quale si è
trovata meglio? «Uno dei momenti più
felici nella mia vita calcistica è stato
sicuramente il raggiungimento della
promozione in Serie A con il Bologna,
avevo diciassette anni e lo ricordo con
grande entusiasmo. In generale tutte le
finali che ho disputato hanno lasciato un
segno indelebile. Le calciatrici che mi
hanno aiutata di più a crescere, sia a
livello di testa che a livello qualitativo e
caratteriale, sono Federica D’Astolfo, con la
quale ho giocato per molto tempo, e
Raffaella Salmaso».
Si parla di anni in cui non c’era l’attenzione
mediatica di adesso e si faceva
molta fatica nella massima serie:
dovevate lavorare, ritagliare spazi per
gli allenamenti.. «Gli allenamenti settimanali
erano quattro, quando giocavo a
Modena li frequentavo tutti lì mentre nei
quattro anni a Verona ne svolgevo due a
casa, dove ho avuto la fortuna di potermi
allenare con una squadra di maschi;
questo mi ha insegnato molto da un punto
di vista di intensità. Non è semplice
paragonare il calcio femminile di allora a
quello di oggi. Adesso le ragazze in Serie A
possono permettersi quasi tutte di non
lavorare, allora non era così: tantissime
ragazze lavoravano ed io, per prima,
lavoravo in proprio. Ho dovuto anche
rinunciare all’ultima chiamata di Carolina
Morace con la nazionale per problemi
lavorativi, questo è stato il mio più grande
rammarico. Lavoro tutt’ora nel restauro
con un collaboratore che mi aiuta, riesco
così a praticare questo lavoro al mattino e
a gestire il lavoro di allenatrice nel
pomeriggio/sera: ho giornate full, insomma».
Cosa unisce l’Ilenia Nicoli calciatrice
all’Ilenia Nicoli allenatrice? Cosa porta
della sua esperienza da difensore nelle
squadre che allena e quali sono i valori
che le piace trasferire alle calciatrici?
«Tutto. Ho riflettuto sempre molto su
questo e penso di essere esattamente lo
specchio di quello che ero quando giocavo.
Cerco di insegnare alle ragazze di essere
grintose, di non mollare mai, che la testa
fa la differenza e la famosa “regola del
40%”: quando si pensa di essere alla frutta
siamo solo al 40% ed abbiamo ancora un
buon 60% per poter arrivare dove vogliamo
e per non sentire più lo sforzo Educarle
alla resilienza è molto importante ed è
ciò che mi ha aiutata moltissimo nella mia
esperienza, dalla quale porto la maturità
tattica, molto diversa da quella che avevo
quando giocavo».
Nei suoi tre anni da tecnico della
Primavera del Sassuolo ci sono state
anche due partecipazioni alla Viareggio
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Women’s Cup. Nel primo anno del
torneo giovanile avete anche raggiunto
la finale. Che significato ha assunto
questo traguardo nella sua esperienza
Per colpo di frusta si intende
da allenatrice? «Era la prima volta che
una traumatica escursione
affrontavamo questo tipo di torneo ed ho
della testa, per esempio
cercato di far capire alle ragazze l’importanza
di essere parte di una prima volta.
durante la caduta all’indietro dopo un
colpo di testa durante una partita. Si
Siamo arrivate in finale affrontando tutto
può spesso associare anche ad un
con grande umiltà e sono rimasta
trauma cranico quindi occorre prestare
davvero contenta, sia a livello personale
molta attenzione post infortunio.
che di squadra. Il momento più gioioso è
Le lesioni che si creano interessano
principalmente la muscolatura ,
stata la vittoria in semifinale contro
l’Inter, sapevo che poteva essere possibile,
i legamenti, i dischi intervertebrali e,
ma era pur sempre una gara dura. In
nel peggiore dei casi , le vertebre e il
della prima squadra maschile, Roberto
De Zerbi. Ha un buon rapporto con il
mister? «Mister De Zerbi mi ha contatta-
finale poi abbiamo trovato la Juventus, la
midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica
squadra
quando
bianconera
la testa
di
e
mister
il collo
Spugna:
vengono
un
inaspettatamente portento! Ci abbiamo ed provato improvvisamente ma abbiamo
fatto in sempre una direzione un po’ fatica e poi contro rimbal-
la
proiettati
squadra bianconera. Quest’avventura, in
qualche modo, mi ha dato la possibilità
di farmi conoscere anche come allenatrice,
ma ciò che mi ha fatto più piacere è
stato aver riconosciuto alle ragazze di
aver affrontato queste gare con grande
intensità, grande grinta e grande qualità
di gioco».
A seguito di questo traguardo si è
congratulato con lei anche l’allenatore
ta telefonicamente, per la prima volta,
zati nella direzione opposta, tutto ciò
appena siamo salite sull’autobus del
in modo molto veloce. Durante questo
ritorno dopo aver giocato la finale. Non lo
trauma avviene sempre un movimento
conoscevo ancora, inizialmente pensavo
di iperflessione e di iperestensione del
si trattasse di uno scherzo, anche perché
rachide cervicale Appena avvenuto il
in quel periodo seguivo il corso di UEFA A
trauma se si presentano sintomi come
a Coverciano e pensavo fosse stato
qualche ragazzo a prendermi in giro. Nel
lasciarlo parlare, invece, mi sono resa
conto che era veramente lui. Voleva fare i
nausea, vomito o giramenti di testa e
complimenti alla squadra, a me e voleva
svenimenti occorre subito recarsi al
vederci al campo, per conoscersi meglio.
pronto soccorso ed effettuare indagini
Ricevere i suoi complimenti è stata una
diagnostiche mirate. In seguito le terapie
che solitamente vengono effettuate
cosa grandiosa e, ancora oggi, ripensarci
mi fa venire la pelle d’oca. Oltre a questa
sono
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parentesi, collaboro tutt’ora con il mister, ci
sentiamo spesso ed ho la possibilità di
avere una condivisione di idee con lui che
è molto importante per la mia crescita».
Come mai è arrivata la separazione dalla
squadra neroverde? «È stata una scelta
della società, non per mia decisione».
Ha riscontrato delle difficoltà nel
passaggio dal Campionato Primavera a
quello della serie cadetta? E cosa si
prova a vedere le giovani ragazze che ha
allenato esordire in categorie superiori?
«L’unica differenza la si ha nell’intensità,
certamente diversa, ma per la qualità del
gioco credo che una squadra di grande
qualità, come la neroverde che allenavo, e
come quella che obiettivamente vidi nelle
pari età del Cittadella in un’amichevole
casalinga, possa comunque giocarsela con
una squadra di Serie B di medio-bassa
classifica. Tantissime squadre vanno a
pescare dal vivaio ed è un po’ quello che è
successo a noi quest’anno al Cittadella:
abbiamo tre ragazze della Primavera.
Inizialmente ti accorgi che vengono da lì
ma nel giro di un paio di mesi la differenza
con quelle già di categoria non si nota
più.Vedere le ragazze che ho allenato
salire di livello mi dà ancora più soddisfazione
di vincere una partita perché
significa che il lavoro fatto resta, che non è
andato perso e che tutto questo le ha
portate ad avere posto anche in una prima
squadra. Con l’arrivo di Zanni, le sorelle
Novelli e Fracas vedo il lavoro fatto negli
anni precedenti al Sassuolo, sono loro a
portare il sistema di gioco in campo e
questo dà una grande soddisfazione».
Tra le partite da recuperare, anche
l’incontro con la formazione delle
granatine del Pontedera di mister Renzo
Ulivieri, suo maestro del Corso UEFA A a
Coverciano «Il mio mentore! Quando l’ho
saputo ero molto emozionata, gli ho
scritto dicendogli che è un grande onore
trovarsi in campo con lui, io su una
panchina, lui su un’altra. So che farà di
tutto per non farmi vincere questa volta,
cosa che invece ha fatto ogni volta che ha
potuto aiutarmi. Ulivieri è un uomo che ha
una conoscenza del calcio incredibile ed è
la prima persona che mi ha aperto la testa
per riempirla di principi di gioco che
tutt’oggi cerco sempre di fortificare e di
rafforzare».
Chi vede tra le favorite per la serie
cadetta e, anche se sembra che ci sia già
un padrone dopo queste prime giornate,
per la Serie A? «Per quanto riguarda la
Serie B, il Tavagnacco mi ha impressionata
positivamente, trovo che sia una squadra
pericolosa, seppur sia rimasta indietro con
i punteggi a causa dello stop per l’emergenza.
Conosco gli elementi che ci sono ed
una di queste giocatrici, Alessia Tuttino, ha
giocato con me l’ultimo anno a Bardolino.
Lei sta ancora giocando, io alleno: il
mondo è strano! Anche Como e Lazio
hanno fatto una buona impressione. Per
quanto riguarda la Serie A, la Juventus
rimane una squadra con dei grandi
elementi, ma credo che il Milan stia
facendo un bel gioco e il Sassuolo sta
dicendo la sua. Una nota positiva anche
per l’Empoli, una squadra che gioca un
calcio molto divertente e di grande
qualità. Mister Spugna sta facendo un
ottimo lavoro ed è un ottimo allenatore,
mi piace molto come fa giocare la squadra».
A livello tecnico predilige un mix tra
over e under oppure preferisce avere
una squadra più giovane da plasmare?
Dato che è subentrata non ha potuto
essere presente alla costruzione della
rosa. Ci sono delle modifiche che
vorrebbe apportare o è soddisfatta di
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ciò che ha visto fino a adesso? «Credo
che il mix sia la scelta giusta. Nella sfida
con il Cesena dell’undicesima giornata ho
avuto la possibilità di mettere dentro
Per colpo di frusta si intende
giocatrici di esperienza con tutte le
una traumatica escursione
giovani attorno ed hanno esordito anche
della testa, per esempio
due ragazze della Primavera di mister
durante la caduta all’indietro dopo un
Panico, con lui abbiamo un lavoro di
colpo di testa durante una partita. Si
collaborazione. Se c’è la possibilità di far
può spesso associare anche ad un
crescere qualche giovane, ben volentieri
dato che ci sono ragazze molto interessanti.
Ritengo comunque di avere una
squadra di ragazze forti al di là del vivaio.
trauma cranico quindi occorre prestare
In questo momento, vista l’uscita di due
molta attenzione post infortunio.
difensori, stiamo cercando un nuovo
Le lesioni che si creano interessano
principalmente la muscolatura ,
innesto per il reparto difensivo».
Qual è il suo obiettivo con la squadra
i legamenti, i dischi intervertebrali e,
granata? «Il mio obiettivo è quello di
nel peggiore dei casi , le vertebre e il
portare qualità nelle giocate. Vorrei che le
ragazze avessero tanto coraggio, che
gestissero bene la partenza dal basso in
costruzione: credo che questa sia la
midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica
quando la testa e il collo vengono
presentazione di una squadra che ha
voglia di giocare. Ovviamente riuscire
inaspettatamente ed improvvisamente
anche a raggiungere un buon posizionamento
in classifica farebbe piacere a
proiettati in una direzione e poi rimbalzati
nella direzione opposta, tutto ciò
tutti».
in modo molto veloce. Durante questo
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Carolina Pini, dal calcio alla cattedra
Da colonna delle squadre più importanti e della Nazionale all’insegnamento
«Era ora che arrivasse il professionismo. Ma attenzione alle peculiarità del femminile»
Il calcio femminile in Italia, e forse nel
Mondo, sta prendendo una strada
diversa, insolita per certi versi, perchè
studiare. E a lavorare. Ad oggi insegno
italiano all’università di Monaco di Baviera,
dove vivo. Inoltre da aprile sono direttrice
ISABELLA
LAMBERTI
giovani (Alia Guagni e Giulia Orlandi per
citarne alcune). Ad Agliana, in serie A,
arrivai a 15 anni e dopo poche partite
nessuno avrebbe immaginato che il
2022 per il movimento rosa sarà l’anno
del cambiamento. Eppure ci siamo!
Peccato che molte giocatrici in passato
hanno dovuto scegliere tra il calcio, gli
studi e il lavoro, come Carolina Pini, che,
purtroppo, ha dovuto smettere a 25 anni
per continuare gli studi che le hanno
permesso di essere un’insegnate universitaria.
Pini ha giocato nelle squadre più
importanti di quel tempo come Agliana,
Firenze, Bayern Monaco e Verona. La
Nazionale, cosi come il trasferimento in
Bundesliga, sono state scuole di crescita.
Ora sta vivendo da spettatrice questo
cambiamento epocale, che loro hanno
tanto chiesto combattendo contro tutti, e
chissà se un giorno non la rivedremo su
un campo da calcio.Carolina partiamo
dal presente. Da qualche anno, non diciamo
quanti, hai smesso di giocare a calcio,
ora di cosa ti occupi? «Ho continuato a
del dipartimento di francese, italiano e
portoghese della Münchner Volkshochschule,
un centro culturale molto importante
qui in Germania. Infine, da pochi
giorni ho finito il dottorato in letteratura
presso la Scuola Normale Superiore di
Pisa».
Quanto ti manca il calcio? «Il calcio è
sempre stato la mia vita. Succede spesso di
ritrovarmi a sognare di giocare partite
importanti, di essere in ritiro con la
Nazionale. Mi manca perché è sempre
stato un tassello fondamentale ma alle
volte purtroppo nella vita bisogna fare
delle scelte. Però continuo a seguirlo».
Hai giocato in club importanti come
Fiorentina, Agliana, Bayern Monaco e
Verona. Che ricordi hai di quelle esperienze?
«Tutti bei ricordi. Dopo aver
giocato con i maschietti, all’età di 12 anni
passai alla Fiorentina (al tempo ACF
Firenze). Eravamo un bel gruppetto di
divenni titolare. Furono anni bellissimi con
un gruppo unito e dal cuore grande. Il
Bayern è stato sicuramente il salto di
qualità e di mentalità. Avevo 19 anni e
all’inizio non è stato facile. Avevo lasciato
amici e famiglia, tutto il mio mondo, per
approdare in Bundesliga. In Germania ho
capito cosa significa essere atleta, cosa
signfica curare ogni dettaglio rimanendo
umili e cercando sempre di migliorarsi
ancora e ancora. E in quegli anni ho potuto
apprezzare come in Germania sia del tutto
normale che una ragazza giochi a calcio e
pratichi uno sport».
E con la Nazionale? «La Nazionale è stata
come una famiglia per me. Sono partita a
15 anni nell’under 19 e sono cresciuta
negli anni con molte ragazze (Sara Gama,
Marta Carissimi, Alice Parisi e Cristiana
Girelli). Abbiamo iniziato insieme in under
per continuare poi in maggiore. La Nazionale
è sempre stato un privilegio e qualco-
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Per colpo di frusta si intende
sa di fondamentale nella mia vita.
una traumatica escursione
L’obiettivo non era arrivarci, ma migiorare
della testa, per esempio
per portarla ancora più su. Giocare un
durante la caduta all’indietro dopo un
Europeo e confrontarsi con le squadre più
colpo di testa durante una partita. Si
forti del mondo sono emozioni che
può spesso associare anche ad un
rimarranno per sempre. Come gli stadi
trauma cranico quindi occorre prestare
pieni per le partite contro gli Stati Uniti,
molta attenzione post infortunio.
Francia e Germania. Ma anche i momenti
Le lesioni che si creano interessano
principalmente la muscolatura ,
passati insieme al gruppo, tra risate e
briscole dopo cena. Così come alcune
i legamenti, i dischi intervertebrali e,
tradizioni che ci hanno accompagnate per
nel peggiore dei casi , le vertebre e il
anni».Carolina, rispetto a tanti anni fa
midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica
quando la testa e il collo vengono
quando, da centrocampista, calcavi i
inaspettatamente
campi da gioco, il calcio
ed improvvisamente
femminile
proiettati
italiano è
in
cambiato
una direzione
molto.
e
Secondo
poi rimbal-
te
in cosa deve cambiare ancora? «È
cambiato portando con sé aspetti positive
e negativi. Secondo me non bisogna fare
l’errore di pensare che il calcio femminile
sia come il calcio maschile. Sono due
movimenti diversi che hanno due storie
ed evoluzioni diverse. Sono contentissima
per le ragazze, specie per quelle che in
questi anni hanno portato avanti tante
battaglie. Sono felice per loro e per tutto il
movimento zati nella direzione rosa perché opposta, ci sono tutto cambia-
ciò
menti in modo sostanziali: molto veloce. l’appoggio Durante delle questo
squadre trauma maschili avviene e sempre di conseguenza un movimento anche
impianti, di iperflessione strutture e di staff iperestensione adeguati. Oltre del
all’organizzazione rachide cervicale che Appena c’è dietro avvenuto e che il
permette trauma se ad si ogni presentano calciatrice sintomi di concentrar-
come
si nausea, al 100% vomito sul proprio o giramenti lavoro. Ecco, di testa la e
grande svenimenti novità occorre è che adesso subito se recarsi una al
giocatrice pronto soccorso vuole migliorarsi ed effettuare ha tutti indagini gli
strumenti diagnostiche a disposizione mirate. In per seguito farlo. le tera-
Bisogna pie che però solitamente arginare, vengono secondo me, effettuate
l’infiltrazione sono della mentalità del calcio
maschile. Tanti addetti ai lavori che, non
essendosi mai approcciati al calcio
femminile e non avendolo mai vissuto,
pensano oggi di rivoluzionarlo. Abbiamo
bisogno - Massoterapia di crescita, ma bisogna partire da
quel - Tecarterapia che di buono c’è e c’è sempre stato.
Una - Terapia mentalità manuale come quella rachide del maschile cervicale
va - Esercizi inserita gradualmente di allungamento e potrà e essere in seguito
quando di ripristino ci saranno della concretamente muscolatura le
utile
basi cervicale per parlare di professionismo.
Altrimenti potrebbe risultare controproducente
e negativo».
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Nel 2022 finalmente il calcio italiano
femminile diventerà professionistico. Era
ora non credi? «Assolutamente. E non
tanto per i salari, ma per tutto quello che
gira intorno alla vita di una calciatrice e
quello che ne sarà di lei dopo la carriera. Io
ho smesso di giocare a calcio a 25 anni
perché ho dovuto fare una scelta. Perché in
quel momento il calcio non mi permetteva
di vedere una prospettiva futura. E come
me tantissime altre giocatrici di grande
talento. Un vero peccato! Se nel 2022 si
arriverà finalmente a questo traguardo il
merito è di tutte quelle ragazze che in
questi anni hanno portato avanti le proprie
idee, si sono rese fastidiose, hanno discusso
e battuto i pugni sul tavolo e tante volte
hanno dovuto incassare pesanti sconfitte
morali. Quindi mi sento davvero di ringraziarle
ad una ad una perché insieme sono
riuscite a dare un futuro alle prossime
generazioni».
Anche la riforma del sport in Italia e le
nuove normative della FIFA, che saranno
ufficiali a breve, sono dei passi importanti.
Che ne pensi al riguardo?
«Penso che in generale, sia in Italia che nel
mondo, ci si stia movendo molto. Sono contenta
che ci sia finalmente attenzione per
temi delicati anche se la strada è ancora
lunga e tortuosa. Bisogna lavorare in Italia
a stretto contatto con le istituzioni internazionali
e rimanere sempre al passo».
Come vedi l’arrivo in Italia di giocatrici
come Veronica Boquete, Linda Sembrant,
Pedersen, Andressa, Moller? Hanno
alzato l’asticella al calcio in rosa italiano?
«Assolutamente. La presenza di
giocatrici straniere di qualità non fa che
migliorare il nostro campionato e le nostre
giocatrici. L’apporto più importante lo
portano con la loro mentalità e con il loro
esempio in allenamento e durante le
partite. Mi ricordo anni fa, quando iniziarono
ad arrivare le prime giocatrici estere in
Italia. Ci fu un po’ di polemica. Molte
persone sostenevano infatti che queste
giocatrici toglievano il posto alle “italiane”,
alle giovani leve. Ecco quando dico che in
Italia ci sono certi preconcetti che bisogna
pian piano sradicare! L’innesto di giocatrici
di un certo livello aiuta a cambiare
mentalità, ad aumentare l’intesità del gioco
e automaticamente a migliorare il livello
del nostro campionato e di conseguenza
anche i nostri talenti».
Hai seguito la Juventus e la Fiorentina in
Champions? Che ne pensi? «Sì, seguo
sempre le nostre squadre. E devo dire che
in Champions il fattore “fortuna” nei
sorteggi ha un ruolo sicuramente fonda-
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mentale. La Juventus ha dovuto affrontare
la squadra che ha vinto tutto e di più
negli ultimi 10 anni. Ecco il fattore
determinante. Puoi sfoggiare una prestazione
da 10 ma se hai una squadra
Per colpo di frusta si intende
una traumatica escursione
davanti con le migliori giocatrici al mondo
della testa, per esempio
alla lunga questo non basta. La Fiorentina
durante la caduta all’indietro dopo un
dal canto suo, benché all’andata non
colpo di testa durante una partita. Si
avesse brillato, al ritorno ha mostrato
può spesso associare anche ad un
grande carattere e ha portato a casa una
trauma cranico quindi occorre prestare
meritata qualificazione. Come detto prima,
molta attenzione post infortunio.
adesso tutto dipenderà dai sorteggi. E
Le lesioni che si creano interessano
principalmente la muscolatura ,
spero che la Fiorentina in questi abbia
fortuna».
i legamenti, i dischi intervertebrali e,
Milan rientrerà tra l’altro Julia Simic, una
delle giocatrici che io negli anni ho più
stimato. Ci siamo conosciute al Bayern e
E sulla Serie A? Secondo te la Juventus
nel peggiore dei casi , le vertebre e il
vincerà il quarto scudetto consecutivo o
midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica
il Milan
quando
alla
la
fine
testa
porterà
e il collo
a casa
vengono
il
inaspettatamente tricolore? «La Juventus ed improvvisamente
ha una grande
proiettati struttura in dietro una ed direzione è, sia a livello e poi femminile
che maschile, la miglior società italiana.
rimbal-
Inoltre Rita Guarino è una grande allenatrice,
acuta e molto precisa. Mi piace però
pensare che sia un campionato competitivo
e che fino all’ultimo il risultato possa
rimanere sospeso. Il Milan con l’innesco di
giocatrici internazionali ha il vantaggio
del secondo posto in classifica, ovvero che
non ha niente da perdere. E questa
posizione potrebbe aiutarli molto. Al
la sua intelligenza calcistica mi ha sempre
zati nella direzione opposta, tutto ciò
impressionata. Quindi chissà, tutto può
in modo molto veloce. Durante questo
succedere».
trauma avviene sempre un movimento
Infine, un pensiero sulla Nazionale? Ce
di iperflessione e di iperestensione del
la farà ad andare all’Europeo? «La
rachide cervicale Appena avvenuto il
Nazionale sta facendo grandi cose. Milena
trauma se si presentano sintomi come
Bertolini ha finalmente portato qualità e
nausea, vomito o giramenti di testa e
grandi conoscenze in un ambiente che ne
svenimenti occorre subito recarsi al
aveva bisogno. Il ruolo della Nazionale è
pronto soccorso ed effettuare indagini
diventato da qualche anno nevralgico per
diagnostiche mirate. In seguito le terapie
che solitamente vengono effettuate
tutto il movimento. Sono loro l’immagine
del calcio femminile italiano, sono loro
sono
che vengono trasmesse in tv e seguite da
- Massoterapia
tutte le famiglie italiane. Quindi una
qualificazione e la partecipazione all’Europeo
permetterebbero di crescere ancora.
Di diventare da una parte un palcoscenico
appetibile per le giocatrici internazionali e
dall’altro svolgerebbe un ruolo fondamentale
nella visibilità del movimento
femminile in Italia. Penso che le nostre
ragazze ci regaleranno ancora tante gioie,
- Tecarterapia
che siano queste qualificazioni o quant’altro.
Tempo al tempo».
- Terapia manuale rachide cervicale
- Esercizi di allungamento e in seguito
di ripristino della muscolatura
In futuro tornerai a calcare i campi da
gioco d’allenatrice? «Mai dire mai. Ho il
cervicale
calcio nel sangue e sicuramente prima o
poi mi piacerebbe poter dare il mio
contributo in maniera diversa».
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Ternana, il nuovo responsabile è Firrincieli
L’ex dirigente di Real Colombo, Viterbese Castrense e Lazio arriva in rossoverde
«Obiettivo primario la salvezza, e puntiamo a far rifiorire il settore giovanile»
MARIANO
VENTRELLA
Dopo le passate esperienze
con il Real Colombo, la
Viterbese Castrense e la
Lazio, una nuova importante sfida
si prospetta per Andrea Firrincieli,
esperto e navigato conoscitore del
calcio in rosa, nuovo responsabile
del settore femminile della Ternana,
squadra umbra militante nel girone
D della serie C.
Ciao Andrea, come è nata l’idea di
approdare alla Ternana? «Una volta
rassegnate le dimissioni dalla Lazio
per visioni differenti di gestione
dell’attività, ho valutato con interesse
la proposta che mi era successivamente
pervenuta da parte della società
umbra, accettando con rinnovato
entusiasmo la nuova destinazione, stimolato
dall’ambizioso progetto e dagli
interessanti programmi che mi erano
stati prospettati; colgo l’occasione
comunque per ringraziare tutta la Ss
Lazio ed i dirigenti della Lazio Women
per avermi dato l’opportunità di vivere
5 mesi intensi che hanno arricchito
la mia esperienza professionale ed
aumentato la mia sfera di competenze,
trasmettendomi emozioni indimenticabili,
augurando infine alle ragazze
di coronare la stagione, raggiungendo
il traguardo che più di ogni meriterebbero
di raggiungere, la promozione in
serie A».
Il tuo nuovo ruolo «Rivestirò il ruolo
di responsabile del settore femminile,
coadiuvato nelle mie mansioni dalla
team manager Flaminia Lombardozzi,
persona molto preparata nel settore,
nonostante sia alla sua prima esperienza
ufficiale; mi avvalgo anche
della preziosa collaborazione del club
manager Roberto Cundari ed Ottavio
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Per Celestino, con colpo i quali di frusta siamo intende
stretto
contatto una ogni traumatica giorno, escursione agendo in
perfetta della sintonia testa, per per il esempio bene comune
durante della squadra». la caduta all’indietro dopo un
colpo La serie di testa C «Il durante nostro una primo partita. obiettivo Si
può resta spesso la salvezza, associare occorre anche recuperare
terreno e risalire la classifica,
ad un
pur consapevoli che la posizione in
graduatoria non rispecchia il valore
della squadra e della società; stiamo
lavorando per tirarci fuori dalle
sabbie mobili, partendo dal presupposto
di avere un bagaglio di risorse
tecniche e morali importanti che
andrebbe solo limato e possibilmente
migliorato in qualità, senza particolari
trauma rivoluzioni cranico o quindi arrivi occorre superflui prestare di
quantità». molta attenzione post infortunio.
Altri Le lesioni obiettivi che si «Ci creano siamo interessano
creare principalmente i presupposti la muscolatura per far fiorire
prefissati
di ,
il i legamenti, settore giovanile i dischi intervertebrali a Terni, dando e,
la nel possibilità peggiore dei alle casi bambine , le vertebre di poter e il
coltivare il proprio sogno ed aspirare
a diventare delle calciatrici professioniste
da grandi, contando su strutture
ben organizzate, guidate da maestri
del settore; il progetto di sviluppo
del calcio femminile è ambizioso e richiede
tempo e sacrificio che saranno
ben compensati dall’entusiasmo che
accompagna questa idea innovativa».
La ripartenza del campionato «Ripartiamo
midollo spinale. il 24 Gennaio Il colpo con di frusta il Chieti, si veri-
una fica delle quando big la del testa girone; e il collo sarà vengono una
gara inaspettatamente chiave che ci ed darà improvvisamente
la giusta
portata proiettati della in una nostra direzione dimensione e poi rimbal-
e
ci zati farà nella capire direzione quanta opposta, strada ancora tutto ciò
servirà in modo eventualmente molto veloce. per Durante migliorare; questo
il torneo è molto interessante, affrontare
squadre blasonate come la Res
Women ed altre di livello sarà motivo
di stimolo e di confronto per crescere,
consapevoli che abbiamo rispetto di
ogni avversaria ma paura di nessuno;
si riparte con tanta energia e voglia
di iniziare l’anno nuovo con un passo
diverso, vogliamo fortemente muovere
la classifica, iniziando a far punti».
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Montesilvano, parla Lucileia
L’asso delle abruzzesi, attuale top scorer del campionato, ha ancora fame di vittorie
«Abbiamo una squadra competitiva che ci permette di lottare fino alla fine»
VINCENZO
DE CARO
Calcettista dalle spiccate
doti tecniche e atletiche,
è approdata nella Montesilvano
Femminile e da subito ha
dimostrato di poter fare la differenza
in questa squadra. Luciléia inizia
a giocare a 13 anni con la squadra
della sua città, Santo Angelo, nel
1999 fa il suo esordio in prima
squadra dove resta per sei stagioni.
Successivamente passa al Kindermann
dove gioca dal 2005 al 2011.
Con la maglia della Nazionale Brasiliana
di calcio a cinque femminile
si è laureata tre volte Campione del
Mondo (2010, 2012 e 2013) ed ha
vinto tre Copa America (2007, 2009
e 2011). Nel 2012 è stata capocannoniere
del Mondiale con 6 reti. Nel
2013 ha segnato 11 gol nel Mondiale.
Ha vinto la classifica marcatori
della Copa America nel 2007, nel
2009 (11 gol) e nel 2011 (12 gol). È
la miglior realizzatrice della storia
della Nazionale Brasiliana (32 gol in
20 presenze).
Ciao Luciléia, per iniziare una breve
descrizione del tuo ruolo «Sono una
pivot semplice e obiettiva, cerco di
adattarmi in base alle esigenze della
squadra».
Il ricordo più bello della tua carriera
«Il ricordo più bello senza dubbio è
stato il mio primo goal con la nazionale
brasiliana. Emozioni uniche e indescrivibili».
Quali sono le persone che ti hanno
aiutato durante il tuo percorso di crescita?
«Sono stata fortunata ad essere
circondata da molte persone fantastiche
durante la mia carriera. Cerco sempre di
mantenermi in contatto telefonicamente.
Con alcuni parlo spesso, con altri un po’
meno, ma la cosa più importante è che
non potrei mai dimenticarmi di nessuno
di loro».
Sei al Montesilvano: qual è il vostro
obiettivo stagionale? «Il nostro obiettivo
sicuramente è quello di vincere.
Abbiamo una squadra competitiva che ci
permette di lottare fino alla fine, sia per
la coppa che per lo scudetto. Passo dopo
passo, vittoria dopo vittoria, cercheremo
sempre di arrivare in fondo ai nostri
obiettivi».
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La distorsione alla caviglia
Affrontiamo uno dei principali infortuni che avvengono nel mondo del calcio
STEFANO
FERRARI
Fisioterapista
Brescia Calcio Femminile
e Nazionali Giovanili
Italiane
Si parla di distorsione alla
caviglia quando questa articolazione
si piega in maniera
eccessiva, oltrepassando cioè l’ampiezza
fisiologica dei movimenti. Questa problematica
può verificarsi in seguito a un
trauma distorsivo acuto, se provocato da
un urto o un colpo improvviso, o cronico,
dovuto a sovraccarichi notevoli e per
periodi prolungati.
È una lesione che interessa in particolare
muscoli, legamenti e tendini e che di
fatto comporta la perdita momentanea
e incompleta dei rapporti articolari tra
le due estremità dell’osso, a differenza
della lussazione, che è invece caratterizzata
dallo spostamento persistente dei
due capi articolari.
Sono generalmente classificate in base
alla gravità della distorsione e quindi
del danno, anche se non esiste una
classificazione universale.
Complessivamente tuttavia possiamo
considerare:
• Distorsione di grado primo, se si tratta
di una distorsione lieve, che comporta lo
stiramento dei legamenti e dei tendini,
ma senza lesioni;
• Distorsione di grado secondo, se si
verifica la lesione parziale dei legamenti,
associata a gonfiore (tumefazione) e
dolore;
• Distorsione di grado terzo, in presenza
di lesione completa di almeno un legamento,
con dolore intenso e gonfiore
molto accentuato.
Come sollievo immediato dal dolore
acuto è bene applicare del ghiaccio,
meglio se una borsa con ghiaccio, per
evitare il contatto diretto con la pelle,
manovra che rientra nel cosiddetto
“protocollo P.R.I.C.E”:
• Protezione: prestare attenzione a non
caricare la caviglia, distorta aiutandosi
magari con delle stampelle;
• Riposo: alcuni giorni di riposo, dopo
una distorsione, permettono di non
continuare a caricare l’articolazione,
agevolando la guarigione;
• Ice (ghiaccio): per ridurre l’infiammazione
e i dolori articolari;
• Compressione: può aiutare una fasciatura
o un bendaggio funzionale, in
modo da immobilizzare l’articolazione,
riducendo il gonfiore. Eventualmente,
se necessario, abbinare un tutore rigido.
Subito dopo l’infortunio, soprattutto se
in assenza di adeguati soccorsi, è bene
non togliersi la scarpa, per evitare di
incrementare il danno e l’afflusso di
sangue;
• Elevazione: mantenere l’arto in
posizione di elevazione, per favorire
il deflusso di sangue e la riduzione
dell’infiammazione.
In seguito insieme al fisioterapista si
passerà alla fase riabilitativa, in base al
grado delle lesione, che prevederà terapie
fisiche , terapia manuale ed esercizi
di rinforzo e propriocettivi per stabilizzare
al meglio l ‘ articolazione. Inoltre
per il primo periodo di ritorno in campo
un bendaggio funzionale per evitare
il movimento di trauma distorsivo è la
cosa più indicata .